Alle 11,36 del mattino del 14 agosto 2018, sotto una pioggia battente, il ponte Morandi crolla. Nella tragedia muoiono 43 persone innocenti. Il crollo di un ponte è un evento rarissimo, a cinque anni da questa vicenda, lontani dai riflettori, la giustizia sta ancora cercando i colpevoli. Ma in questa storia gli attori in gioco sono molti, e nel corso di questo podcast racconteremo le loro responsabilità.
Un po' di storia. Inaugurato nel 1967, il Ponte Morandi era un tempo motivo di orgoglio per la gente che viveva nei quartieri di Sampierdarena e Certosa. Qui lo chiamavano "il ponte di Brooklyn", un simbolo di speranza, una porta che collegava al resto del mondo una brutta periferia italiana. Oggi quello che rimane è una distesa di fabbriche abbandonate, una ferita aperta nel cuore degli sfollati.
Al momento del crollo sul viadotto Polcevera ci sono turisti, lavoratori, semplici passanti. I loro destini si intrecciano in quel preciso istante. Raccogliamo le loro storie e la voce di chi ha lavorato per anni sotto il viadotto e ha visto con i propri occhi che qualcosa, da tempo, non andava.
Attraverso le intercettazioni messe agli atti del processo sul crollo del ponte, e alle registrazioni delle telefonate tra i dirigenti delle varie aziende coinvolte nei controlli, si racconta come la caduta del gigante malato sia il risultato di una maledetta guerra di tutti contro tutti.
Il crollo del Ponte Morandi è stato anticipato da un’altra strage. Il 28 luglio del 2013, ad Avellino, un pullman vola giù dal viadotto Acqualonga. A bordo ci sono 47 persone a bordo più l’autista. Moriranno in 40. Siamo a cinque anni dalla tragedia di Genova. Alla guida di Autostrade per l'Italia è sempre Giovanni Castellucci, mentre a eseguire i controlli per la manutenzione la società Spea controllata dal gruppo Autostrade, quella che Gianni Mion, intercettato dalla GF, definirà "una banda de lazzaroni".
Atlantia “è un merdaio”. Dice proprio così Alessandro Benetton intercettato dalla Guardia di Finanza. Siamo nel gennaio del 2020. Del disastro della gestione delle autostrade si parla ormai anche ai massimi vertici, tra gli azionisti. Lo schema di holding attraverso cui i Benetton controllavano Autostrade è un sistema dove l’anima finanziaria spolpa quella industriale.
Dove prima c’era via Porro oggi c’è un parco con 43 alberi, uno per ogni morto nel crollo del Ponte. L’hanno chiamata la radura della pace. Mentre la giustizia fa lentamente il suo corso, la politica e gli affari si sono riorganizzati lasciandosi Genova alle spalle. E dando vita a una serie dolorosa di paradossi.