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S/Confini

Author: The Submarine

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S/Confini ha base a Londra e tratta di migrazione e identità.
24 Episodes
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Siamo arrivate alla fine del percorso che è stato S/Confini. In quest’ultima puntata, sfacciatamente autoreferenziale, cerchiamo di riflettere su ciò che abbiamo imparato in questo anno e mezzo, anche grazie all’aiuto di alcuni dei nostri ascoltatori piú affezionati.Abbiamo infatti chiesto ad alcuni di voi di mandarci un messaggio vocale per raccontarci che cosa vi è piaciuto di più di S/Confini, guarnendo poi il tutto con alcuni retroscena e intoppi che abbiamo trovato lungo la strada. Dunque, chiariamo, questa non è una puntata in cui imparerete qualcosa di utile: servirà piuttosto per farvi una risata (speriamo) e a scoprire dove andremo a finire dopo questa bellissima avventura. Potrete continuare a seguirci a @sullarazza, un podcast ideato da Nadeesha Uyangoda a cui stiamo collaborando e che sarà disponibile fra breve.Chissà, forse S/Confini tornerà presto, ma nell’attesa non possiamo che ringraziarvi di cuore per averci ascoltate e per tutte le cose belle che abbiamo imparato grazie a voi e ai nostri ospiti. Buon ascolto e au revoir!
Abbiamo incontrato Francesca Moretti, writing contributor di Afroitalian Souls e studiosa di media. Francesca scrive articoli su vari magazine, inclusi the Submarine e VICE, in cui parla di discriminazione, razzismo, diversità, rappresentazione e femminismo intersezionale.L’intervista prende il via dalle manifestazioni Black Lives Matter di giugno, che avrebbero potuto essere un’occasione di ritrovata visibilità e di riconoscimento dell’oppressione che i neri subiscono in Italia, ma che si sono ridotte in molti casi a un’attività performativa da mostrare ai follower di Instagram. A riprova di questo: quante persone abbiamo visto alle manifestazioni in memoria di Willy Monteiro, quante a quella sulla riforma della legge sulla cittadinanza del 3 ottobre?Durante la puntata abbiamo anche parlato dello spazio che i neri italiani stanno trovando in settori come l’intrattenimento (Netflix) e l’editoria, apertura del tutto assente nei canali mainstream (TV e giornalismo tradizionale). Per chi volesse dare una mano in questo senso: non esiste la ricetta per diventare un buon alleato, gli strumenti ci sono, è arrivato il momento di utilizzarli.Leggi le note dell’episodio: https://thesubmarine.it/2020/10/12/sconfini-22/
Claudia Durastanti è una traduttrice e scrittrice italiana, autrice de La Straniera, finalista del Premio Strega 2019. Ha inoltre pubblicato Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra (2010), A Chloe, per le ragioni sbagliate (2013) e Cleopatra va in prigione (2016).L’intervista prende il via dal suo romanzo e tocca temi come la disabilità, la lingua, il concetto di “casa” e quello di “radici”, che l’autrice propone di sostituire con quello di “spore”. Parliamo poi di Neverland, interregni abitati da persone straniere che si muovono come ologrammi nelle città dove approdano. Durastanti ci racconta della sua vita a Londra e della sue impressioni su Milano, il cui destino secondo lei somiglia a quello della città britannica: gentrificata, ostile e asettica. Ci spostiamo poi in Basilicata, dov’è cresciuta, per parlare del Sud come frontiera interna e subalterna, il cui racconto è spesso subappaltato a uno sguardo esterno che non ne coglie le trasformazioni sociali, anche profonde, che sono avvenute negli ultimi anni.Ai microfoni: Maria Mancuso, Nathasha Fernando, Claudia DurastantiRedazione: Nathasha e MariaEditing e post produzione: MariaMusica: Francesco Fusaro
Il colonialismo italiano continua a essere un grande rimosso della nostra storia, tanto da essere definito spesso come un’amnesia. La narrazione che vede gli italiani essere stati colonizzatori gentili, che hanno dato più di quanto abbiano ricevuto, è radicata nella coscienza del nostro Paese e impedisce di fare i conti anche con fenomeni del presente, come la migrazione dal Corno d’Africa e la nostra idea di italianità.In questa puntata di S/Confini parliamo con il professore Uoldelul Chelati Dirar dell’Università di Macerata, dove insegna storia e istituzione dell’Africa. Dirar ci racconta della storia coloniale italiana, del mito italiani brava gente, del ruolo delle colonie in Africa e Asia durante le guerre mondiali e della sua personale opinione sul recente dibattito sulla rimozione delle statue che raffigurano colonizzatori e schiavisti.Leggi le note dell’episodio complete su: https://thesubmarine.it/2020/07/13/sconfini-20/
Che cosa succede una volta che i migranti raggiungono il territorio italiano? Qual è stato l’impatto del coronavirus sull’intero sistema d’accoglienza e come ci si sta preparando alla possibile seconda ondata in autunno? Eleonora Camilli, giornalista di Redattore Sociale, ci porta passo a passo lungo il percorso che una persona che mette piede nel nostro Paese deve intraprendere per poterci rimanere.Nella seconda parte della puntata parliamo di chi viene escluso dal sistema d’accoglienza e finisce nei CPR, centri di permanenza per il rimpatrio: delle vere e proprie prigioni, dove chi è rinchiuso non ha commesso nessun reato. L’Assemblea NO CPR, già ospite della puntata 17, ci parla della realtà all’interno del CPR di Gradisca d’Isonzo e della morte a gennaio di Vakhtang Enukidze. Una delle tante morti che avrebbero dovuto scatenare indignazione e rabbia, ma che è passata in sordina come tante ingiustizie e violenze che ogni giorno le minoranze subiscono in Italia.Ai microfoni: Natasha Fernando, Maria Mancuso, Eleonora Camilli, Assemblea NO CPR FVGRedazione: Natasha e MariaEditing e post produzione: MariaMusica: Francesco FusaroLeggi le note dell’episodio su: https://thesubmarine.it/2020/06/08/sconfini-19/
Che cosa vuol dire essere una donna nera italiana? Che importanza ha vedersi rappresentati nei libri che si leggono, o potersi raccontare alle proprie condizioni, con le proprie parole, dando finalmente sfogo alla rabbia che ci si porta dentro? E che cosa dobbiamo ancora fare perché l’idea di italianità arrivi ad includere anche chi ha origini o radici straniere? E infine: che cos’è l’antirazzismo wannabe e come rischia di ostacolare le battaglie contro la discriminazione razziale?Ne parliamo in compagnia di Espérance Hakuzwuimana Ripanti, scrittrice da sempre, attivista e speaker a Radio Beckwith Evangelica, dove conduce Bookcrossing, un programma su libri e attualità. Nel 2019 ha pubblicato un suo racconto in Future, un’antologia curata da Igiaba Scego che contiene i racconti di undici autrici afroitaliane, edito da Effequ. Espérance ha anche scritto “E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana” pubblicato nel 2019 e edito da People.Ai microfoni: Maria Mancuso, Natasha Fernando, Espérance H. RipantiRedazione: MariaEditing: NatashaMusica: Francesco FusaroLeggi le note dell‘episodio su: https://thesubmarine.it/2020/05/11/sconfini-18/
Con la pandemia del COVID-19 le disuguaglianze all’interno della nostra società sono ancora più visibili e la vita di chi sta ai margini sembra valere ancora meno. E mentre chi di noi può permetterselo rimane a casa, chi vive per strada o in un insediamento informale, o peggio ancora è internato in un CPR, deve fare quotidianamente i conti con il rischio di contrarre il virus senza poter accedere alle cure necessarie.In questa puntata di S/Confini parliamo con chi continua a portare assistenza a chi ne ha bisogno. Abbiamo raccolto le testimonianze di Riccardo Gatti di Proactiva Open Arms, dell’Assemblea No CPR no frontiere del Friuli Venezia Giulia, di un’operatrice SPRAR e di Luca Censi, referente di Unità di Prossimità a Reggio Emilia che dà sostegno a persone in stato di marginalità sociale e tossicodipendenza.Ai microfoni: Maria Mancuso, Natasha Fernando, Riccardo Gatti, Assemblea NO CPR no frontiere FVG, Luca CensiRedazione: MariaEditing e post-produzione: MariaMusica: Francesco FusaroLeggi le note dell’episodio: https://thesubmarine.it/2020/04/13/sconfini-17/
La musica può diventare uno strumento di identificazione e rappresentazione di sé? Ne parliamo con Mike Calandra Achode e Francesco Cucchi, a partire dalla musica africana contemporanea. «L’africano ha per la prima volta una ‘contemporaneità endogena’: ha una sua percezione del mondo e la sta condividendo con tutti quanti e usa la musica come letteratura per farlo» ci racconta Mike.Mike Calandra Achode è il fondatore del progetto visivo Crudo Volta che esplora la musica contemporanea della diaspora africana. Francesco Cucchi, conosciuto come Nan Kolè e Malumz Kolè, è un DJ/producer e ha fondando l’etichetta Gqom oh!, con cui ha prodotto il disco Gqom oh! The sound of Durban.Nell’ultima parte della puntata, Nadeesha Uyangoda ci parla della capacità dell’industria musicale italiana di attrarre persone provenienti da minoranze etniche e dell’importanza che ha per chi ha origini straniere di vedersi rappresentato in questo settore della cultura nel nostro paese.Ai microfoni: Maria Mancuso, Francesco Fusaro, Mike Calandra Achode, Francesco Cucchi, Nadeesha UyangodaLeggi le note dell’episodio: https://thesubmarine.it/2020/03/09/sconfini-16/
Guardandoti indietro rifaresti il viaggio? Qual è stata la parte più difficile del processo di richiesta d’asilo? Quali sono i tuoi piani per il futuro della tua vita in Europa? Quali sono le situazioni in cui ti senti parte della comunità in cui vivi? Qual è l’esperienza più bella che hai vissuto in Italia?Queste sono alcune delle domande a cui risponde Wilfrid Kameni, ventitreenne originario del Camerun in Italia da tre anni. Wilfrid è un rifugiato e collabora con il giornalista Daniele Biella al progetto “Con Altri Occhi”, diventato da poco un libro.In questa puntata, Daniele e Wilfrid ci parlano dei loro incontri nelle scuole del Nord Italia durante i quali studenti e studentesse hanno l’opportunità di chiarire i propri dubbi sull’immigrazione, ascoltando i racconti di chi l’ha vissuta in prima persona.Nell’ultima parte, Linda Patumi spiega quali sono gli approcci comunicativi e le difficoltà che le nonprofit incontrano nel raccontare in maniera rispettosa e dignitosa la migrazione forzata. Linda è un’esperta in comunicazione nel settore noprofit e ha lavorato per varie ong a Roma, Ginevra e Londra.Ai microfoni: Maria Mancuso, Natasha Fernando, Daniele Biella, Wilfrid Kameni, Linda PatumiRedazione: Maria e NatashaEditing e post-produzione: MariaMusica: Francesco FusaroCon il contributo di: Giulia Rado, Davide Armento, Bruno Rana e Angela ZavideiLeggi le note dell’episodio su: https://thesubmarine.it/2020/02/10/sconfini-15/
“L’isolamento dei rom nei campi svolge una funzione centrale nel mantenimento e rafforzamento degli stereotipi. Privati della parola e nascosti agli sguardi dei veri cittadini, esistono solo in quanto impersonificazioni degli stereotipi radicati nell’immaginario collettivo.” (Sigona, 2007)Secondo stime non ufficiali la popolazione romanì in Italia ammonta a circa 150 mila persone, rappresentando approssimativamente lo 0,25% della popolazione italiana. Nonostante una lunga storia di convivenza – queste comunità hanno iniziato ad insediarsi in Italia a partire dal XV secolo – rom e sinti vengono considerati diversi anche quando italiani da generazioni. Rappresentano ai nostri occhi una comunità inassimilabile, da marginalizzare oppure educare al nostro modo di vivere, visto come l’unico possibile.In questa puntata cerchiamo di esplorare la relazione tra italiani e rom in compagnia di Nando Sigona, professore all'Università di Birmingham, dove è anche vicedirettore dell’Institute for research into superdiversity. Sigona è ricercatore presso il Centro studi sui rifugiati (Rsc) dell’Università di Oxford e uno dei fondatori di OsservAzione – Ricerca azione per i diritti di rom e sinti. È tra i fondatori della rivista di studi Migration Studies e autore di Figli del ghetto. Gli italiani, i campi nomadi e l’invenzione degli zingari (Nonluoghi 2002).Nell'ultima parte della puntata Francesco Fusaro, musicologo e dj, ci parla della figura del gitano nella musica italiana, dall'opera di Giuseppe Verdi all'esperimento sociale degli Zen Circus, passando per Fabrizio De Andrè e Frankie hi-nrg.Leggi le note dell’episodio su: https://thesubmarine.it/2020/01/13/sconfini-14/
«Le leggi sull’immigrazione condizionano negativamente i migranti all’interno del mercato del lavoro, esponendoli alla precarietà socio-lavorativa e alla vulnerabilità economico-esistenziale. Tuttavia, la precarietà e lo sfruttamento non sono condizioni esclusivamente riservate ai migranti, ma colpiscono instintamente tutti i lavoratori, indipendentemente dalla provienza geografica. Per questa ragione, il nostro impegno deve estendersi alla difesa dei diritti di tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici.»*Queste sono le parole di Aboubakar Soumahoro, dirigente dell’Unione Sindacale di Base e autore di Umanità in Rivolta. La nostra lotta per il lavoro e il diritto alla felicità (2019), edito da Feltrinelli.Il 3 novembre lo abbiamo incontrato al Festival della Letteratura Italiana a Londra e con lui abbiamo parlato di diritti dei lavoratori e delle condizioni politiche e sociali che fanno sì che sfruttamento, precarietà e oppressione siano la regola e non l’eccezione nella vita di chi deve lavorare per vivere.Ospite di questa puntata è anche il giornalista Angelo Boccato, che proprio al FILL ha moderato l’incontro a cui ha partecipato Soumahoro assieme a Daniel Trilling, autore di Lights in the Distance: Exile and Refuge at the Borders of Europe (2018). Con Boccato abbiamo approfondito alcuni dei temi toccati durante la nostra conversazione con Soumahoro, tra i quali: la generale precarizzazione e la svendita dei nostri diritti a favore di pochi gruppi imprenditoriali, nonché dell’oppressione interiorizzata di chi è sfruttato, dell’economia affettiva e del bracciantato digitale e metropolitano impiegato nella gig economy.Nell’ultima parte della puntata, la giornalista Nadeesha Uyangoda condivide con noi le sue riflessioni sulle attività gestite da immigrati o stranieri naturalizzati italiani. Attività economiche che sono parte del nostro orizzonte quotidiano e di cui lo stato italiano beneficia lautamente, senza che la politica sia in grado di riconoscerlo.*La citazione si trova a pagina 73 di Umanità in rivoltaAi microfoni: Maria Mancuso, Natasha Fernando, Aboubakar Soumahoro, Angelo Boccato e Nadeesha UyangodaRedazione: Maria e NatashaEditing e post-produzione: Maria e NatashaMusica: Francesco FusaroLeggi le note dell’episodio su: https://thesubmarine.it/2019/12/09/sconfini-13/
È in momenti storici come quello in cui viviamo, quando librerie antifasciste in una capitale europea bruciano per incendi dolosi, che il mondo della cultura deve moltiplicare le occasioni di confronto. Ancora di più se l’Europa ‒ proprio come in questi giorni ‒ si ritrova a celebrare i 30 anni dalla caduta del muro di Berlino mentre si barrica dietro altri sei volte più lunghi.A S/Confini abbiamo deciso di incontrare due donne, entrambe italiane emigrate a Londra, che si occupano proprio di offrire opportunità di scambio a chi vuole aprirsi al mondo e rompere le barriere geografiche e mentali che ci dividono.L’una è Giorgia Tolfo, co-fondatrice e co-direttrice di FILL, il Festival of Italian Literature in London, l’altra è Laura Stahnke, che insieme agli altri membri del Migration Collective ha fondato il London Migration Film Festival.Oltre a raccontarci di questi festival, Giorgia e Laura ci hanno parlato della loro personale storia di migrazione e di come la Brexit abbia già influito e influirà sulla possibilità di fare cultura nel Regno Unito. Infine, in vista di lunghi pasti natalizi, ci hanno offerto dei consigli su come riuscire a dialogare di migrazione e identità con amici e parenti sovranisti senza che volino insulti —né panettoni.Nell’ultima parte della puntata, Nadeesha Uyangoda condivide con noi le sue riflessioni sul Book Pride 2019, tenutosi a Genova il 29 e 30 ottobre.Ai microfoni: Maria Mancuso, Natasha Fernando, Giorgia Tolfo, Laura Stahnke e Nadeesha UyangodaRedazione: Maria e NatashaEditing e post-produzione: Maria e NatashaMusica: Francesco FusaroNote dell’episodiohttps://www.fill.org.uk/programme/https://www.migrationcollective.com/london-migration-film-festival/
Mi dai del "n****", dell’"immigrato"/Il tuo pensiero è un po’ limitato/Il mondo è cambiato, non è complicato/“Afroitaliano” per te è un rompicapo. Canta così il rapper bresciano Tommy Kuti rivolgendosi ad un pubblico italiano che fa ancora fatica a concepire un’Italia multiculturale.Difficilmente voci come la sua trovano spazio nel mondo dello spettacolo, della letteratura, del cinema o della musica nel nostro Paese. Quando lo fanno però, lasciano il segno: Mahmood a Sanremo, Antonio Dikele Distefano aggiudicandosi il XXVII Premio Fiesole Narrativa Under 40 con “Non ho mai avuto la mia età", le medaglie d’oro delle staffettiste Maria Benedicta Chigbolu, Libania Grenot, Raphaela Lukudo e Ayomide Folorunso, il terzo posto a Miss Italia di Sevmi Fernando. Ma davvero l’Italia sta diventando più inclusiva?Cerchiamo di trovare la risposta a questa domanda in compagnia di Nadeesha Uyangoda, giornalista brianzola che si occupa di immigrazione, seconde generazioni e identità. Con lei parliamo di artisti e scrittori italiani con radici altrove, delle pratiche discriminatorie che ancora sopravvivono nei media e nel settore pubblicitario, della sua esperienza di italiana senza cittadinanza e delle difficoltà quotidiane che avere un nome straniero ancora comporta.Ai microfoni: Maria Mancuso, Natasha Fernando, Nadeesha UyangodaRedazione: Maria e NatashaEditing e post-produzione: Maria e NatashaMusica: Francesco FusaroLeggi le note dell’episodio su: https://thesubmarine.it/2019/10/14/sconfini-11/
Zarzis e Lampedusa sono due zone di confine, molto diverse e simili allo stesso tempo. L’una, città costiera a sud della Tunisia e punto di partenza della harga ⸻ letteralmente “bruciare la frontiera” ⸻ il viaggio via mare che attraversa il Mediterraneo. L’altra, isola a sud della Sicilia, approdo e “porta d’Europa” per chi riesce nell’impresa.Entrambe si affacciano sulla frontiera più pericolosa e mortale al mondo, il Mediterraneo Centrale ⸻ dove proprio ieri sono annegate circa 150 persone. Ed entrambe sono legate da un destino simile, quello di occuparsi di chi, tentando di ‘bruciare’ la frontiera, perde la vita.Sia a Zarzis che a Lampedusa ci sono persone che cercano di dare dignità a chi muore, con i pochi mezzi a disposizione. A Lampedusa se n’è occupato per lungo tempo Vincenzo L., guardiano del cimitero dell’isola. A Zarzis, Chamseddine Marzoug, volontario della Croce Rossa Tunisina, si prende cura di un ‘cimitero clandestino’. Suo cugino, Chamseddine Bourassine, è uno dei pescatori arrestati dalla Guardia di Finanza italiana l’anno scorso, dopo aver salvato la vita a 14 persone in mare.Ospite di questa puntata è Valentina Zagaria, dottoranda nel dipartimento di antropologia della London School of Economics and Political Science. Valentina ha condotto due anni di ricerca etnografica a Zarzis, nel sud della Tunisia, tra il 2015 e il 2017 e a Lampedusa, tra il 2011 e il 2013. Il suo lavoro si concentra sulle morti nel Mar Mediterraneo e su come gli abitanti nelle zone al confine europeo vivono e si occupano di morti, assenze e sparizioni. Valentina è anche una delle fondatrici della compagnia Teatro Senza, con la quale porta sul palco la sua ricerca accademica.Ai microfoni: Maria Mancuso e Valentina ZagariaRedazione: Maria MancusoEditing e post-produzione: Maria MancusoMusica: Francesco FusaroNote dell’episodioAccordo Italia-Libia sui migranti https://www.internazionale.it/notizie/2017/01/10/accordo-italia-libia-migrantiVita e Morte alla Porta d’Europahttp://www.intrasformazione.com/index.php/intrasformazione/issue/view/9/showTocThe clandestine cemetery. Burying the victims of Europe’s border in a Tunisian coastal townhttps://www.manchesteropenhive.com/view/journals/hrv/5/1/article-p18.xmlBlood on the EU’s hands: Evento https://www.globalproject.info/it/mondi/blood-on-the-eus-hands/21924Blood on the EU’s hands: Minniti contestato a Londra https://www.dinamopress.it/news/blood-the-eus-hands-minniti-contestato-londra/I pescatori, eroi di Zarzis, in galera https://openmigration.org/analisi/i-pescatori-eroi-di-zarzis-in-galera/When rescue at sea becomes a crime: who the Tunisian fishermen arrested in Italy really arehttps://www.opendemocracy.net/en/can-europe-make-it/when-rescue-at-sea-becomes-crime-who-tunisian-fishermen-arrested-in-italy-really-a/I pescatori tunisini che danno sepoltura ai migranti senza nome https://openmigration.org/analisi/i-pescatori-tunisini-che-danno-sepoltura-ai-migranti-senza-nome/Appunti per un naufragio - Davide Enia https://sellerio.it/it/catalogo/Appunti-Un-Naufragio/Enia/9288Miraculi, Teatro Senza https://vimeo.com/147850215
Quali sono i motivi che spinge una giovane laureata di Reggio Calabria a imbarcarsi sulla nave di una Ong nel Mediterraneo? Quali ragioni spinge una giovane regista di Bergamo a documentare le attività di preparazione alle missioni di soccorso di una nave umanitaria? Che cosa hanno imparato a bordo? E, soprattutto, come trovano il modo di raccontare le vicende di cui sono state testimoni a chi non le vuole ascoltare?È quello che abbiamo chiesto a Isabella Trombetta, Communications Officer di SOS Méditerranée, e a Valentina Signorelli, regista del documentario Where is Europe? che esplora il lavoro svolto dalle Ong nel Mediterraneo attraverso gli occhi dei suoi operatori.All’indomani della chiusura di Mare Nostrum, tanti giovani europei hanno deciso di mettersi in moto e dare un contributo per far fronte — per quanto possibile — a quella che ha preso sempre più chiaramente la forma di una crisi umanitaria. Alcuni di questi, come Isabella, hanno deciso di imbarcarsi a bordo delle navi delle Ong. Altri hanno fondato un’organizzazione e comprato una nave. Altri ancora, come Valentina, hanno deciso di raccogliere testimonianze attraverso reportage, fotografie e documentari.In un’Europa che si impegna di fatto solo a fabbricare confini mortali, parte della società civile che la abita non dimentica i valori di umanità e solidarietà in nome dei quali è stata fondata. E continuano, risolutamente, a tenerli vivi.Ai microfoni: Maria Mancuso, Isabella Trombetta e Valentina SignorelliRedazione: MariaEditing e post-produzione: MariaMusica: Francesco FusaroShow notes:Where is Europe? http://daitona.it/where-is-europe/Sos Mediterranee https://sosmediterranee.it/Aquarius, Sanchez: “Spagna accoglierà i migranti a Valencia”. Altri 800 salvati al largo della Libia. Salvini: “Porti chiusi anche per loro” https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/11/aquarius-sanchez-spagna-accogliera-migranti-valencia-altri-800-salvati-al-largo-della-libia-salvini-porti-chiusi-anche-per-loro-cronaca-ora-per-ora/4418119/Aquarius, Msf e Sos Méditerranée annunciano la fine delle attività: “Nessun Paese ci ha dato una bandiera” https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/07/aquarius-msf-e-sos-mediterranee-annunciano-la-fine-delle-attivita-nessun-paese-ci-ha-dato-una-bandiera/4819543/
In questa puntata incontriamo Wolf Bukowski, guest blogger di Giap e firma di Internazionale e Jacobin Italia, per parlare del suo ultimo libro, La buona educazione degli oppressi. Piccola storia del decoro per edizioni Alegre.Nel suo saggio, Wolf sonda quelle che dagli anni ‘90 sono le ossessioni di amministratori locali e governanti del nostro paese: la sicurezza e il decoro, armi per discriminare e allontanare da città sempre più trincerate e impaurite tutti coloro che cadono nella fumosa categoria di “indecoros*”.Com’è facile immaginare, nella classifica di chi ha diritto ad accedere alla città del decoro, i migranti poveri sono all’ultimo posto. Né consumatori, quindi inutili ad alimentare la macchina del capitale, né detentori di cittadinanza, quindi vulnerabili e facili da espellere. “Essi sono colpiti da divieto d’accesso o di permanenza, e sono sempre irregolari da qualche punto di vista (permesso di soggiorno, di lavoro, autorizzazione commerciale…) perché le regole sono confezionate precisamente per escluderli. Ogni strategia di sopravvivenza che mettono in campo viene considerata, quando non direttamente criminale, come minimo indecorosa.” (p.154)Assieme a Wolf esploriamo come la retorica della sicurezza e del decoro alimenti la ripartizione della società in un “noi” e un “loro.” I dispositivi contro il degrado includono panchine anti bivacco, muri, transenne, conversione di giardini pubblici in parcheggi, multe per chi beve da bottiglie di vetro in strada e daspo urbano. Ma anche l’incremento di pattuglie e militari nelle periferie, e il fiorire di associazioni di volontari che organizzano eventi “di cleaning” (sic!) per togliere “graffiti su palazzi, monumenti e case.”Al centro del libro e della nostra conversazione restano però le responsabilità della sinistra istituzionale nell’aprire varchi alla destra che quando arriva a governare trova la porta spalancata e il pavimento ben lucidato. Colpe che, al contrario dei graffiti sui muri, sono impossibili da ripulire.Ai microfoni: Maria Mancuso e Wolf BukowskiRedazione: MariaEditing e post-produzione: MariaMusica: Francesco FusaroShow notes:Presentazioni di “La buona educazione degli oppressi”: https://vukbuk.tumblr.com/post/184912936264/buonaeducazioneLa buona educazione degli oppressi:http://ilmegafonoquotidiano.it/libri/la-buona-educazione-degli-oppressiUn taccuino di viaggio racconta narrazioni tossiche: https://ilmanifesto.it/un-taccuino-di-viaggio-racconta-narrazioni-tossiche/Luigi Lollini, “Degrado e decoro sono parole magiche…”: https://emergenzacultura.org/2018/10/23/luigi-lollini-degrado-e-decoro-sono-parole-magiche/
In questa puntata di S/Confini parliamo di letteratura postcoloniale italiana assieme ad Anna Finozzi, dottoranda nel dipartimento di Lingue Romanze e Classiche all'Università di Stoccolma.Nell'ambito della letteratura italiana, il termine “postcoloniale” viene impiegato per la prima volta nel 2004 in due pubblicazioni di Sandra Ponzanesi e Tiziana Morosetti. Nonostante l’estremo ritardo rispetto ad altri paesi europei, lo studio e la lettura dei testi che possono ricondursi a questo corpus sembra farsi largo anche nel nostro paese ⸻ dove tuttavia si possono contare solo due dipartimenti di Cultural Studies, a Bologna e a Palermo.Questo ha varie cause, ma irrimediabile resta l’amnesia sul pur recente colonialismo italiano. Ancora oggi infatti gli orrori del nostro passato rimangono un rimosso della storiografia. Nonostante gli studi di personalità eminenti come Angelo Del Boca, sembra ancora impossibile riuscire a sfatare il mito degli italiani brava gente.Assieme ad Anna cerchiamo di capire quali sono le caratteristiche di questa letteratura che parla di tutt* noi. Che cosa si intende per letteratura italiana postcoloniale? Quali sono le voci principali di questa corrente? E ancora: quale funzione ha l'uso di una lingua ibrida nei testi postcoloniali?E infine: possiamo smetterla di usare il termine esotic*, per favore?Leggi le note dell’episodio su https://thesubmarine.it/2019/06/14/sconfini-07/
In questa puntata di S/Confini, registrata il 26 maggio, abbiamo parlato con Erasmo Palazzotto, promotore del progetto Mediterranea e deputato di Liberi e Uguali. Palazzotto ci ha raccontato della nascita del progetto e della loro lotta contro le politiche securitarie del nostro governo e dell’Unione Europea. Ma anche e soprattutto del ruolo che giochiamo noi nel sostenere Mediterranea e contrastare la retorica tossica che pervade il discorso politico odierno.Mediterranea è un’azione di disobbedienza morale ma di obbedienza civile nata nel luglio del 2018 per monitorare e denunciare ciò che avviene lungo la rotta migratoria più letale al mondo. Nata dopo l’allontanamento dal Mediterraneo Centrale delle navi delle Ong, Mediterranea non nasconde il valore politico della scelta di impegnarsi in questa impresa difficile, ma sempre più necessaria.Leggi le note dell’episodio su: https://thesubmarine.it/2019/05/28/sconfini-06/
In questa puntata di S/Confini parliamo con Vashish Soobah, nato a Catania, cresciuto in provincia di Lecco e ora studente in Moving Image alla Goldsmiths di Londra. Nato da genitori originari delle isole Mauritius, Vashish ci racconta di come ha ottenuto la cittadinanza italiana a 12 anni e della sua esperienza personale di migrante a Londra, città dove ha riscoperto le sue radici.La legge sulla cittadinanza in Italia viene discussa da molti anni, ma per ignavia, calcolo politico o peggio (malcelato) razzismo non è stata ancora riformata. Questo fa sì che, ad oggi, almeno 800mila italiani non vedano riconosciuti i propri diritti civili e politici.Se da un lato l’acquisizione della cittadinanza per ius soli resta nel nostro Paese un’ipotesi “eccezionale e residuale”, dall’altro quella per ius sanguinis è tra le più permissive. Secondo l’ex viceministro agli Esteri Mario Giro: «La nostra legge è così ampia e tollerante che il numero complessivo delle persone che, potenzialmente, avrebbero diritto a vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana è di 80 milioni. Più degli abitanti odierni della Penisola».Può fare richiesta infatti chiunque possa dimostrare di avere un avo italiano, mentre per chi in Italia nasce e cresce è possibile solo dopo aver compiuto 18 anni, in una finestra di tempo di un anno, con tutte le difficoltà e i pericoli che questo comporta.Ai microfoni: Maria Mancuso, Natasha Fernando, Vashish SoobahRedazione e editing: Maria Mancuso e Natasha FernandoPost-produzione: Maria MancusoMusica: Francesco Fusaro
Quando ci si trasferisce in un paese diverso, i migrant* necessitano di punti di riferimento che diano un certo senso di stabilità’ . L’uso dei social media certo costituisce una parte fondamentale nel mantenere una linea diretta con ‘casa’, ma c’è un fattore ben più’ importante, familiare e unificante specie nell’identità italiana: il cibo!Natasha ne parla con Sara Marino, Senior Lecturer della London College of Communication, che nei suoi studi analizza i patterns di socializzazione online della comunità migrante italiana a Londra. In particolare due suoi articoli accademici trattano della creazione di momenti di commensalità virtuale nella vita dei migranti e di una routine transnazionale che si crea grazie all’uso quotidiano di social networks, in particolare Facebook, Skype o WhatsApp principalmente.Leggi le note dell’episodio complete su: https://thesubmarine.it/2019/05/03/sconfini-04/
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Comments (1)

Midori XI

Una perla di podcast appena scoperta. un vero gioiellino super interessante!

Jun 22nd
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