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Author: Q2

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Siamo un canale di Podcast sul cinema,
parliamo di film famosi e meno famosi e cerchiamo di analizzare la settima arte.
Critica, Semiotica, Storia del cinema e tanto tanto Trash per un podcast tutto da ascoltare!
29 Episodes
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26. La Grande Scommessa

26. La Grande Scommessa

2021-01-3002:28:35

Questa settimana parliamo dell'ottimo La Grande Scommessa del 2015, il secondo film della nostra diade nella forza della finanza. Ancora crisi finanziaria, #liberismo e pedagogia #economica di ottimo livello, per capire meglio il mondo che ci circonda e come e perché ogni cosa ha preso la piega che tanto conosciamo. Adam Mckay dirige un parterre di attori straordinari in quest'opera corale: Steve Carell, Christian Bale, Ryan Gosling, Brad Pitt e tanti altri in qualcosa di oltre il film.
25. Margin Call

25. Margin Call

2021-01-1602:03:29

In questa puntata parliamo dell'ottimo Margin Call, del 2011, di J.C. Chandor.Un cast stellare per un film di eccezione: Kevin Spacey, Paul Bettany, Jeremy Irons, Jeremy Irons, Penn Badgley, Simon Baker ci mostrano le 24 ore prima dell'evidenza ineluttabile dell'esplosione della bolla dei mutui subprime. Un film quasi documentaristico, paideutico, utile come strumento di educazione finanziaria più che dal punto di vista narrativo. Un film certamente intellettuale, politico e pregno di significato.
Eccoci di nuovo qui per un extra davvero tanto desiderato. Noi, e la nostra più gradita ospite Vane, oggi parliamo di quello che in qualche modo rappresenta ciò che riteniamo essere IL VERO CINEMA. Ovvero, Fast and Furious. Bando alle ciance (Anzi, largo alle ciance) e immergiamoci in questo assoluto capolavoro degli anni 2000
24. Fargo

24. Fargo

2020-12-3001:59:59

In questa recensione parliamo di Fargo, dei fratelli Joel ed Ethan Coen, del 1996. L'unico film che, NON basandosi su una storia vera ha creato un VERO falso mito da cui è stato tratto un film che parla di come tale VERO FALSO mito sia stato creato, e naturalmente una serie TV.Frances McDormand, Steve Buscemi, William H. Macy e Peter Stormare sono i protagonisti di questo Thriller d'eccezione, tutto neve, frustrazione e buone maniere, che mette in mostra ancora una volta un'America profonda e tanto piena di desideri quanto priva di scrupoli. Una carrellata tiratissima su uno dei topos classici di quegli anni, il rapimento simulato di una moglie, la voglia di emergere e un senso di inadeguatezza che sfocia nella follia. Un tipico film coeniano, classico nella narrazione e in linea con lo stile anni 90 dei due fratelli, un must to see, pietra miliare di un certo modo di fare cinema e di una carriera.
23 - A Simple Plan

23 - A Simple Plan

2020-12-1002:35:35

In questa recensione parliamo di un film molto diverso da ciò per cui siamo abituati a ricordare il Nostro Sam Raimi. Soldi Sporchi infatti è, in tutto e per tutto, un thriller nero, agro e atto ad una analisi spietata di come il denaro denudi l'anima delle persone. Un ritratto dell'America profonda, del suo modo di intendere le relazioni e di tanti, tanti rimpianti. Sullo sfondo di una serena e prospera cittadina infatti si andrà a consumare un dramma iconico, qualcosa di irrimediabile e oscuro sorgerà dai desideri e dalle insoddisfazioni dei nostri tre protagonisti e dei loro cari. Il film è la trasposizione cinematografica del romanzo di Scott B. Smith: un piano semplice. Bill Paxton, Bridget Fonda, Billy Bob Thornton e Brent Briscoe si mettono al servizio dello sguardo di Sam Raimi in un periodo particolare della propria carriera; Dopo il successo della saga de La casa e prima di approdare al cinecomix, in pieno furore anni 90, troviamo un Raimi in ottima forma, contutti gli stilemi suoi propri al loro posto e un tocco di sperimentazione che non guasta. Che film!
BOOM eccoci tornati con un nuovo extra spaziale e con la nostra ospite di eccezione, Vanessa!Oggi parliamo di Pain and Gain Muscoli e denaro del 2013, un film tratto dalla vera e assurda storia di tre bodybuilder killer. In questo delirio totale che è il nostro extra affronteremo il modo di osservare di Bay, Il suo film fatto con maggior passione ma soprattutto questo pazzo pazzo mondo. Mark Wahlberg, Dwayne Johnson, Anthony Mackie trovano in questo film la loro forma finale. E noi siamo con loro in questa discesa, tipicamente florida style, all'inferno.
22. A Scanner Darkly

22. A Scanner Darkly

2020-11-2601:50:59

Brano: Black Swan - Thom YorkeIn questa recensione parliamo di una delle sperimentazioni al Rotoscopio di Linklater. Una trasposizione filmica tra le più riuscite dell'opera di Philip K. Dick.I protagonisti esplorano, da un punto di vista intimista, il significato più profondo della perdita della propria identità. Un viaggio lisergico sullo sfondo di un futuro in cui perdersi senza rendersene conto, un film distopico morbido, che supera l'estetica cyberpunk pur restandone impregnato nelle tematiche, il tutto sullo sfondo di un thriller profondamente californiano. Il film è pienamente nella cifra del regista Linklater ed è, forse proprio in virtù della tecnica utilizzata, il rotoscopio, una delle prime prove d'attore di Keanu Reeves fuori dallo stretto limite del caratterista che tanto lo aveva caratterizzato fino alla fine degli anni 90. Le potenzialità del Rotoscopio, esplorate dall'animazione fin dai primi anni 50, raggiungono qui il proprio compimento espressivo e visivo.Un film da guardare forse più con l'occhio della critica che con quello dell'intrattenimento, di certo, una grande prova tecnica.
Extra 6 - Point Break

Extra 6 - Point Break

2020-11-2001:47:27

00 - Preambolo27:04 - Qualcosa che si assomiglia a una recensioneIn questa ur recensione valichiamo ogni limite e sovraccarichiamo le nostre menti di concetti profondi quanto un'onda di presa bene e muscoli.Che cosa avranno voluto dirci i nostri eroi del surf? E perché tutto questo non ci stupisce affatto?Adrenalina, cani lanciati e presi a calci e muscolarismo non macho ci circonderanno fino allo stremo delle forze, urlando come matti e correndo come esaltati ripercorriamo tra moltissimi giri di parole uno dei classici del cinema assoluto.
21.Johnny Mnemonic

21.Johnny Mnemonic

2020-11-1201:29:06

#KEANUREEVES #CYBERPUNK #SCIFI00:00 - Preambolo 26:19 - RecensioneIn questa puntata andiamo a recensire un film decisamente minore che vede protagonista Keanu Reeves. Un riadattamento liberamente tratto dai racconti del padre del Cyberpunk, W. Gibbson.La regia da video musicale di Longo unitamente alla fotografia totalmente anni 90 dell'opera pongono questo film come pietra miliare di quello che osiamo definire il true cyber.Un cast stellare malamente gestito per un ritmo quasi assente ma con tanti spunti di riflessione. Un'opera del genere è da considerarsi pietra miliare e testimonianza di un intero modo di fare cinema. Un must to see da vedere e rivedere per ricordare come pensavamo che saremmo diventati e soprattutto, per ricordare le star prima che lo fossero.
20. Vizio di Forma

20. Vizio di Forma

2020-10-3001:31:33

#PYNCHON #VIZIODIFORMAEccoci tornati a parlare dell'unica trasposizione filmica di un'opera del magistrale post modernista Pynchon.Vizio di forma è più di un film hippy, è una carrellata di citazioni e scene assurde portate all'estremo dallo stile andersoniano.Riuscirà Doc Sportello a trovare la soluzione di tutti i misteri che lo angosciano?Questa sarebbe una domanda adeguata per qualsiasi film giallo, ma non per questo. Per questo film dobbiamo domandarci se siamo noi pronti a ricevere un film forse non eccelso ma di certo simbolicamente potente e che pone in scena un Phoenix d'eccezione.
Questa settimana recensiamo C'era una volta a...Hollywood, il film del 2019 di Quentin Tarantino, con Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie Dakota Fanning, Al Pacino e tantissime altre star per un cast potentissimo come ci ha abituato da sempre il Maestro del Pulp.LA RECENSIONE INIZIA AL MINUTO 29.58 IL PREQUEL E' PURO OPINIONISMO.Mettiamo in evidenza il link per acquistare il libro di cui parliamo in puntata.Dark Deleuzehttp://mimesisedizioni.it/dark-deleuz...Forse il suo penultimo film, certamente la sua opera più metà mediatica, assolutamente un monumento di tecnica e possesso del mezzo espressivo.Una storia, un sogno, rispetto al tramonto della golden age di un mondo che voleva essere grande senza diventare adulto e ha aperto le porte al una dimensione umana ed espressiva entro cui solo il cinema poteva, in qualche maniera, cambiare le carte in tavola. Un film sulla fine dell'innocenza e sulla incapacità di diventare adulti, di accettare la mostruosità di un mondo nuovo e incomprensibile che finisce come in una fiaba, lontano dalla realtà. O forse solo un tributo maturo di un maestro che ragiona sul proprio mezzo espressivo. E voi? cosa ne pensate?
ep 18. The Social Network

ep 18. The Social Network

2020-09-1101:44:32

In questa puntata del podcast parliamo del film culto The Social Network di David Fincher del 2010.La recensione inizia al min. 37Il film tratta della nascita e dell'ascesa del più grande social del mondo, Facebook e del suo fondatore Mark Zuchenberg.L'opera, deviazione tematica sulla carriera del regista, è un mix perfetto di musica e immagine che porta il biopic a un livello differente.Nel cercare di definire una delle figure più rappresentative e controverse di questi anni il regista e lo sceneggiatore Aaron Sorchin, rivoltano il libro di Ben Mezrich traendone uno dei film più iconici degli anni 10 del 2000In apertura lunga dissertazione sociopolitica sull'attualità, sempre più firma del canale.
ep. 17 martin eden

ep. 17 martin eden

2020-08-2801:05:18

In questa puntata andremo a recensire il nuovo, nonché secondo film di Pietro Marcello, Martine Eden, del 2019.L'opera, liberamente tratta dal libro metaforicamente autobiografico di Jack London ci proietta in una Napoli ucronica e nella ricerca di riscatto del protagonista.L'impianto del film propone allo spettatore una visione del ruolo della cultura, dell'arte e di chi se ne addentra che, forse, rispecchia la visione del regista. Una ripresa forse fin troppo libera dell'opera originale che però ha il merito di diffonderne la conoscenza. L'interpretazione di Luca Marinelli sostiene il film in modo impeccabile, andando a coprire qualche buco nel montaggio e alcune scelte di dubbio gusto nei costumi.Un film certamente da vedere, ben accolto dalla critica e vincitore a Cannes, che ricalca forse, in modo eccessivo, un certo stereotipo di italianità.
ep.16 Il Cattivo Tenente

ep.16 Il Cattivo Tenente

2020-08-1501:41:33

Eccoci tornati con una nuova recensione.Questa settimana andiamo a recenside Il cattivo Tenente di Abel Ferrara, del 1992.Questo neo Noir è un caposaldo del genere hardboiled, un film allucinato e violento che parla dell'ineluttabilità della corruzione nonostante la ricerca di una redenzione che non riesce ad essere definitiva. Droga depravazione e abusi di potere tingono di fosco una città che fa da sfondo a modelli più che persone. Un devastante Harvey Keitel, padre di famiglia autoritario e violento si aggira per New York in una spirale di decadenza fuori controllo.Un uomo totalmente consumato dai propri vizi, vittima di se stesso più che delle circostanze.
#ELIOPETRI #GIANMARIAVOLONTE' #POLITICAPotete trovare il film completo nel podcast legale di La7https://www.la7.it/film-e-fiction/rivedila7/indagine-di-un-cittadino-al-di-sopra-di-ogni-sospetto-02-03-2020-310598In questa recensione parliamo di un classico degli anni 70.Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è il primo film della trilogia, o meglio della tetralogia della nevrosi.La nevrosi del potere, che resta inpunito financo contro la propria volontà è uno splendido specchio dell'Italia di quegli anni. Un film potentemente politico, premiato a Cannes e agli Oscar nel 1971, un monumento della settima arte che vede uno straordinario Gian Maria Volonté dirigente di polizia e maniaco.Una indagine psicologica sulle parafilie di una mascolinità castrata, dolente e infantile.Un cinema di cui si sente la mancanza, che oggi forse non sarebbe possibile, capace di narrare il punto di incontro tra politica e umanità, la fascia in cui la psiche si infrange sotto il peso di una infinita follia. La follia del potere oltre ogni ragione.Una indagine sulla natura della borghesia e sulle relazioni di potere che diventano relazioni di piacere e di morte.Ma le estreme conseguenze si hanno davvero con la fine dei corpi?Il potere viene qui presentato nella sua natura di posizione più che di qualità intrinseca. Un film per tanti motivi foucultiano e deleuziano. Un film che mostra senza veli l'impossibilità di ogni pieno sviluppo all'interno della banalità del male come follia.
ep. 13. Videodrome

ep. 13. Videodrome

2020-06-1201:52:05

Inizio recensione a 00:38:00In questa recensione parliamo di Videodrome, il film più iconico e rappresentativo di un intero genere, quello del body horror. Forse l'opera più conosciuta e immediatamente associata al maestro del cinema David Cronenberg, il film porta con se un cast d'eccezione: James Woods, Sonja Smits, Deborah HarryIl film narra la discesa nell'abisso di un produttore televisivo alla continua ricerca di maggior profitto. Sullo sfondo di un Canada alienato e liberista, i nostri perderanno il contatto con la realtà fino alle più estreme conseguenze.In questa storia di orrore e straniamento si arriva a ragionare su come il medium sia il messaggio e quale possa essere il potere del capitale sui media. Un potere trasformativo che rende plastici i corpi fino alle unioni più grottesche. La commistione di uomo e macchina come metafora di un'umanità meccanizzata e atroce, che trova nel sadomasochismo l'unico modo per sentire ancora qualcosa.David Cronenberg è un artista capace di valicare le sponde del prevedibile e diventare leggenda.Un uomo che ha definito la nascita di un genere, affermando un tema. L’inquietudine e il terrore scaturiti dal rapporto con il corpo.Se ogni tipo di estetica è per necessità estesica, per citare M. M. Ponty, i cinema di Cronenberg ci racconta in che modo tale rapporto necessitante tra corpo ed esperienza sia intriso di inquietudine e terrore e come, ancora una volta, tale terrore sia ulteriore alla mera esperienza del dolore, ma riguardi l’incapacità di riconoscersi.Il body horror, dunque, altro non è che una onesta ammissione di fragilità. Il terrore di perdere i propri confini corporei, come prodromo dell’atto mancato del dismorfismo come mispercezione atta al non riconoscimento di sé.Ed ecco allora che l’intera carriera del nostro si dipana lungo la linea sottile dei nervi di questi corpi resi materia plasmabile. A cavallo tra i generi, partendo dall’horror fino alla maturità del thriller.E forse, allora, oggi più che mai ha senso domandarsi come una finzione filmica del ruolo del corpo nel dolore intrapsichico dei protagonisti messi in scena dal regista, possa raccontarci e forse profetizzare un nuovo modo di intendere l’uomo nella civiltà delle macchine. Dove il nostro cuore meccanizzato implora una ferita per poter dire ancora io c’ero, io esisto.
ep. 12 Annientamento

ep. 12 Annientamento

2020-05-2901:53:15

In questa recensione torniamo a parlare di fantascienza, nello specifico di New Weird. Il film di Alex Garland infatti altro non è che la trasposizione filmica, o per meglio dire della rilettura cinematografica del primo capitolo della famosa Trilogia dell'area X.L'opera letteraria di Jeff Vandermeer appartiene infatti al genere epìgono del Weird di H.P. Lovecraft.In questo film, costruito su una possente regia tecnica, possiamo vedere espressi più o meno consciamente principi propri della filosofia di Deleuze e della psicoanalisi di Lacan. La sovrabbondanza di vita, i rispecchiamenti e la sostanziale casella vuota come matrice di un senso in divenire, emergono come principi di un messaggio non sempre chiaro.Il dipanarsi della storia avanza con richiami e citazioni velate, prive della mania citazionista del genere. La recitazione, quasi a soggetto, permette di veder fiorire una Natalie Portman in forma, proprio come i comprimari.Un film che ha qualcosa da dire, trattando di nichilismo e volontà di scoperta, ecologia e sviluppo, ma che lascia qualcosa in sospeso.SEGUITECI ANCHE SUhttps://www.facebook.com/q2alcinema/https://www.youtube.com/watch?v=PF2Tk9gA2c0https://instagram.com/q2alcinema?igshid=d0usjr6s4y9r
In questa puntata Extra parliamo di un classico del cinema in assoluto, il magnifico assoluto eccelso #RE-ANIMATOR di Stuart Gordon, ispirato al racconto di #H.P.LOVECRAFT .Ma non siamo soli, abbiamo infatti con noi alcuni amici, i Dj del The Cave Club, Virgi e Pasty.Ascoltateli in questa puntata estrema, a cavallo tra storia del cinema e teatro dell'assurdo ma soprattutto andate a scoprirli sui loro social:https://www.twitch.tv/thecaveclub_showhttps://thecaveclub.it/?fbclid=IwAR0xlijFP1_BZabIopIE-iLh3T14swG_PjOk1SzJz-IkpPod8BNwtAYqzKEhttps://www.facebook.com/thecaveclub.italia/
ep.11. Ad astra

ep.11. Ad astra

2020-05-1301:49:47

In questa recensione parliamo di fantascienza di qualità ovvero dell'ultimo film di James Gray, Ad Astra.Quest'opera di James Gray vede in scena un cast stellare, tra cui il protagonista Brad Pitt, Tommy Lee Jones, una magnifica Ruth Negga, Liv Tyler e un sempre in formissima Donald Sutherland.Questo film parla, come da tradizione, di relazioni famigliari ma questa volta mettendo l'accento sul concetto di mascolinità. Un film che vuole ragionare su cosa sia e cosa implichi essere uomini maschi e in crisi, come relazionarsi con un padre ingombrante e che spazio dare nella propria vita ai sentimenti.Inoltre, è un'opera che parla di cinema e in cui lo stile caratteristico del regista emerge prepotente a voler sancire una dichiarazione estetica senza obiezioni.La fantascienza tutta via resta protagonista, non solo come palcoscenico ma anche nei temi. La colonizzazione del sistema solare ha portato alla dimostrazione tangibile che il modello sociale umano non può fare altro che replicarsi e che l'universo, benché vuoto, possa essere bellissimo.Possiamo aggiungere che forse è l'unico film nella storia del cinema in cui i pirati spaziali e le scimmie astronaute rabbiose non sono messe in campo con intenti trash, le cui citazioni a Stanley Kubrick e Sergio Leone non scadono nel plagio ma ne magnificano l'omaggio.Un'opera ampia, stratificata e piena di livelli di contenuto, sia dal punto di vista tecnico che della narrazione, un'opera che come sempre per questo regista di culto e sventura, non ha avuto il premio del pubblico. Ma comunque, un film imperdibile.
In questa recensione parliamo del classico, forse fondamentale: Il fascino discreto della borghesia (Le charme discret de la bourgeoisie), film del 1972 diretto da Luis Buñuel.In quest'opera surrealista, anti-borghese e anticlericale viene affrontato come non mai il tema del sogno in chiave psicoanalitica.Il costante richiamo a Freud si unisce alla volontà di mostrare, con pochi mezzi e tante idee, il paradigma alienante che sottende la costante presenza di atti mancati, non compiuti dai protagonisti, a dimostrazione di un'esistenza volta unicamente al perseguimento di un interesse criminale e mondano costellato di satelliti quali le istituzioni morali e militari, descritte come conniventi o imbelli.Il regista Luis Buñuel, sodale di Salvador Dalì metaforizza e traspone nella sua opera un surrealismo situazionale che rispecchia la storia della propria esperienza personale.L'esodo, la dittatura il successo e la necessità di una critica attiva e fattiva nei confronti di un reale da cui ci si deve soltanto liberare, senza la possibilità di capirlo.Uno sguardo attonito su un epoca chiave, l'opera di un protagonista fedele alla propria volontà di non allineamento.
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Comments (3)

Edoardo Gazzoni

must

Apr 23rd
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Edoardo Gazzoni

Un canale tutto da ascoltare su cinema e dintorni! Da provare

Apr 22nd
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Edoardo Gazzoni

Bellissima recensione

Apr 21st
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