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A spasso con Happy Trenino Rosso

A spasso con Happy Trenino Rosso
Author: Happy Trenino Rosso
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© Happy Trenino Rosso
Description
Ciao sono Happy, una marmotta molto curiosa e abito tra Italia e Svizzera, esattamente tra la Valtellina e il Canton Grigione.
Conosco come le mie tasche il tragitto del famoso trenino rosso del Bernina, Patrimonio mondiale Unesco dal 2008, sul quale sono certo viaggerai presto.
Desidero accompagnarti per questi luoghi meravigliosi, alla scoperta di arte, cultura ed enogastronomia. Il nostro sarà un viaggio lungo 60 chilometri, scalando le Alpi Retiche e all’insegna dello stupore. Ti potrai soffermare nelle varie soste del tragitto. Passeggerai tra le vie dei borghi, assaporando il valore di uno slow tour in luoghi che profumano di mosto, come Tirano, ma anche di storia, tradizioni, o fama internazionale come St.Mortiz.
Buon viaggio!
© Happy Trenino Rosso
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Conosco come le mie tasche il tragitto del famoso trenino rosso del Bernina, Patrimonio mondiale Unesco dal 2008, sul quale sono certo viaggerai presto.
Desidero accompagnarti per questi luoghi meravigliosi, alla scoperta di arte, cultura ed enogastronomia. Il nostro sarà un viaggio lungo 60 chilometri, scalando le Alpi Retiche e all’insegna dello stupore. Ti potrai soffermare nelle varie soste del tragitto. Passeggerai tra le vie dei borghi, assaporando il valore di uno slow tour in luoghi che profumano di mosto, come Tirano, ma anche di storia, tradizioni, o fama internazionale come St.Mortiz.
Buon viaggio!
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25 Episodes
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Sono certo che tutto ti saresti aspettato da St.Moritz, ma non che ti parlassi anche di Whisky, tipico distillato scozzese.
Cioccolata, dolci, puntualità, sci e molto altro sono i cardini del turismo in Engadina, ma devi sapere che per una località “Top of the world” come questa ci si deve aspettare parecchie curiosità!
Al Waldhaus am See, oltre ad una vista mozzafiato sul lago di San Murezzan, e ad una passeggiata rilassante attorno al lago, trovi una storia di 120 anni di accoglienza.
Negli anni novanta questo luogo di pace si è arricchito di un negozio di whisky, della cantina "Cave Waldhaus" e del "Devil's Place", diventato il più grande whisky bar al mondo.
Pensa che la passione del suo creatore, Claudio Bernasconi, per il collezionismo di bottiglie di questo illustre drink, che non è solo una bevanda alcolica, ma anche una filosofia di vita, lo ha portato ad entrare a fare parte dei Guinnes dei primati per ben due volte!
Insomma un vero e proprio tempio del whisky con oltre 2500 etichette e alcuni prezzi anche da capogiro che, però, non fermano i veri appassionati.
In fondo ci troviamo in un luogo dove a fianco di scoiattoli e stambecchi, troviamo hotel di lusso e il Casinò...qualche acquisto azzardato rientra pure nella normalità!
D'altronde devi sapere che non solo di primato del whisky si deve parlare, ma la storia mi ha insegnato che qui già in passato tutto” avveniva prima che in qualsiasi altro luogo”!
Nel 1910, oltre all’inaugurazione della linea del trenino del Bernina, ci fu il primo volo a motore proprio sopra il lago di St.Moritz che, ghiacciato, fu anche una pista di atterraggio e decollo per dei primi aerei.
Poco dopo, nel 1938, a Samaden, poco distante, venne aperto il più alto aeroporto d’Europa e quarant’anni dopo arrivò la corrente elettrica, ancora una volta un primo posto assoluto in Svizzera!
Potrei continuare ad elencarti le conquiste ottenute da St. Moritz negli anni , ma sarebbero davvero troppe.
Perchè invece non affidarti ad una guida turistica che, con simpatia e professionalità, ti farebbe compagnia su e giù tra le vie di questo luogo, snocciolandoti tutte queste curiosità!?
Se penso a St.Moritz, certamente la prima immagine che vedo è il suo lago, chiamato in romancio “di San Murezzan”, un elemento costante ,ma allo stesso tempo mutevole del suo paesaggio.
Con il passare delle stagioni, le acque e i colori di questo piccolo bacino lacustre cambiano.
Blu intenso nella stagione primavera - estate, multicolor in autunno, quando tutto intorno cambia tinta, infuocandosi dei colori caldi del foliage.
Ma ancora più magico è il bianco dell'inverno, la neve che lentamente si posa sullo strato di ghiaccio, che si forma con i primi freddi.
Ricorda, infatti, che qui siamo a 1800 mslm e le temperature sono talvolta anche molto rigide e superano i meno 20 gradi!.
Se ami camminare programma di passeggiare attorno al lago, ti servirà un’oretta e mezza, o anche meno. Rilassati e goditi l’aria champagne di questo luogo dal clima frizzante. Vedrai barchette di pescatori, amanti della Vela in azione o semplicemente paperelle in ammollo!
D’inverno, invece, potrai assistere allo spettacolo del lago ghiacciato. Uno spessore di circa 60-70 cm garantisce la giusta sicurezza a tutti coloro che desiderano camminare sulle acque...ghiacciate ovviamente!
Uno scenario incredibile, che naturalmente le menti geniali degli imprenditori locali non si sono fatti sfuggire.
Dal 1907, infatti, nel mese di febbraio, il lago diventa la location ideale per il famoso White turf, un torneo di corsa ippica sul ghiaccio..Già hai capito bene!
I cavalli corrono sul lago ghiacciato, al trotto, al galoppo, o trainando il fantino che non è comodamente seduto sul calesse, sulla slitta o in sella, ma lo segue nella corsa spericolata su degli sci e con le mani aggrappate alle redini...spettacolo puro, non credi?!
Si tratta dello skijöring una disciplina praticata come sport dimostrativo proprio alle olimpiadi di Sankt Moritz nel 1928.
Per partecipare allo show gli spettatori si accomodano sul parterre, costruito direttamente sulla superficie ghiacciata, assieme a numerosi gazebi che ospitano all’interno eventi culinari e non solo.
L'ippodromo più alto d’Europa è anche palcoscenico di gare di polo e di cricket, oppure di kermesse dedicate a splendide auto d’epoca che, comunque, di cavalli, tanto o poco, se ne intendono comunque con i loro motori rombanti!
Di St.Moritz, come avrai inteso, ne esistono due. Quella delle boutique, della pasticceria Hanselmann, dello sci, nel Dorf, in centro, e quella Bad, nella zona del lago, vicina alla chiesa cattolica di San Carlo e soprattutto delle terme.
Ma come, ci sono acque termali qui?Ti chiederai.
Sono certo che prima di partire per questo viaggio alla scoperta della “Montecarlo delle Alpi”, mai avresti pensato che in realtà le origini turistiche di questa località fossero legate a delle terme.
Si pensa all’Engadina come terra di sci principalmente, ma in passato non fu immediatamente così, almeno non prima della nascita del turismo invernale, promossa dall’imprenditore Johannes Badrutt.
Dobbiamo fare un tuffo nel passato, all’epoca del bronzo.
Proprio a quegli anni appartengo due serbatoi ,ricavati da tronchi di larice ritrovati a seguito di scavi, che fungevano da cisterne per l’acqua sulfurea che sgorgava dalla sorgente soprannominata “di San Maurizio”.
“Chi la beve avrà buona salute… Lo stomaco sarà così forte nella digestione, quanto quello di un uccello che digerisce il tartaro e il ferro” ...così, parecchi anni dopo , nel 1535, sosteneva il famoso medico Paracelsus, parlando delle acque termali.
La sua tesi fu confermata da analisi chimiche e scientifiche più di 200 anni dopo.
Se hai tempo, vai a visitare il Forum Paracelsus, museo della storia del termalismo, dove puoi anche assaggiare l’acqua minerale effervescente “di casa”.
Se vuoi saltare dal profano al sacro, beh, allora ricorda che, già nel 1519, Papa Leone X concedeva l’indulgenza plenaria ai pellegrini che giungevano a St.Moritz per le sue acque curative.
Più curiosa e discutibile era la credenza diffusa nel ‘700, quando le terme di San Maurizio, ormai note in tutta Europa, sembravano mettere a rischio di aborto le donne incinte...ci fu il boom di soggiorni di dame della nobiltà di allora!!!
Lascio trarre a te le conclusioni!
Per cominciare a parlare della prima forma di turismo termale e terapeutico a St.mortiz, che sembrava essere anche il destino di questa località, si dovette attendere il 1854, anno della costruzione del Grand Hotel dei Bagni.
Più tardi iniziò una staffetta tra albergatori del Bad e del Dorf, per avere più ospiti.
Tira e molla, il risultato fu comunque vincente, e adesso
la formula sci più spa ripaga tutti i turisti che giungono sin qua!
Quello che mi ha sempre inorgoglito dell’essere “Grigione” è il mio trilinguismo!
Già, proprio così, sono poliglotta, un po' come la maggior parte degli abitanti del canton Grigione e soprattutto della Bassa Engadina e della Valle del Surselva!
Per capire meglio cosa intendo, vieni con me, visita il museo Engadinese, a soli dieci minuti di cammino dal centro di St.Moritz.
Qui puoi immergerti nella cultura linguistica e nella vita alpina degli abitanti di queste vallate.
Ci sono ben 21 locali espositivi che raccontano la quotidianità di un tempo, ricostruiscono le stanze della casa contadina engadinese, mostrano costumi, oggetti decorativi o stue di edifici aristocratici.
In tutto ciò potrai visitare anche una piccola saletta, con delle scritte sui muri di una lingua a te sconosciuta: il romancio!
Nel tuo tour al museo scoprirai l’origine di questa lingua che, nel 1938, viene finalmente riconosciuta quarta lingua ufficiale nazionale della Svizzera!
Pensa che non più di cento anni fa si rischiava di perdere questo importante patrimonio linguistico e solo grazie alla caparbietà di alcuni suoi sostenitori è giunto alle nostre orecchie.
Sarà curioso per te ascoltare numerosi esempi di parlato.
Pensa che esistono 5 differenti idiomi e quello dell’Alta Engadina si chiama “Puter”.
Il romancio è una lingua romanza che deriva dall’incontro - scontro dei Romani e degli abitanti della Rezia, che comprendeva nel 15 a.C. anche queste terre.
Insomma è un mix tra il latino e le lingue autoctone che, fino al XV secolo, viene utilizzato dalla maggior parte della popolazione...poi le cose cambiano!
Pian piano si diffonde la lingua tedesca a partire proprio da Coira, capoluogo grigionese, e si va via via verso l’indebolimento del “parlar romancio”.
Fortunatamente la passione di molti per la propria cultura ha, però, mantenuto alto l’uso di questa lingua, che viene utilizzata anche nella pubblica amministrazione nella sua eccezione standard con il nome «Rumantsch Grischun”.
Lo si parla in televisione, su alcune radio e in alcune università!
La nostra visita al museo si conclude, non mi resta che congedarmi con il tipico saluto romancio: “Allegra”...che in fondo è letteralmente un augurio di una gioiosa giornata!
Mi sono addentrato nel bosco, lontano dalla via del centro, dalle boutique di lusso e dalla sfarzosa St.Moritz Dorf .
L’aria qui si fa ancora più frizzante e il silenzio regna sovrano.
Tra gli alberi si mostra timidamente un edificio, che di certo rapirà anche il tuo sguardo.
Che cosa sarà mai, con una cupola rivestita delle tipiche piode della Valmalenco, con muri di granito grezzo e una forma che ricorda tanto un mausoleo?
Eccoti arrivato al Museo di Giovanni Segantini!
Già, proprio lui...Ma come, non era trentino di origine?
Perchè mai un’esposizione dei suoi quadri proprio qui?
Devi sapere che Giovanni Segantini si innamora di questi luoghi svizzeri, li chiama addirittura “miniera per la sua arte”. Così con la famiglia abita a Savognin, nella vicina Val Sursette, per ben otto anni e, infine nel 1894, si trasferisce poco distante da St. Moritz, a Maloja. Qui ancora oggi si vede la sua abitazione, lo chalet Kuoni, e il suo inconfondibile atelier, dalla forma circolare.
Moltissimi suoi quadri parlano di Engadina, di Val Bregaglia e di quella vita agreste in mezzo alla natura che tanto lo rasserenava.
Ma torniamo al suo museo, immerso tra gli alberi.
Questa costruzione viene fatta realizzare 9 anni dopo la morte improvvisa dell'artista, noto per essere l’esponente principale del divisionismo.
Ad appena 41 anni, nel 1899, in una giornata di inizio autunno, fu stroncato da una peritonite mentre dipingeva. Morì con ancora il pennello tra le mani!
Si spiega così perché questo museo possa effettivamente sembrare un monumento funebre.
L’asse principale della sua facciata, inoltre, si rivolge ad est in direzione della baita sul monte Schafberg dove perse la vita, sopra il paese di Pontresina.
Il museo di Segantini non è, però, la tomba dell’artista, che si trova a Maloja. Rappresenta piuttosto un omaggio che il suo caro amico e promotore, il medico Oskar Bernhard, fece realizzare per ricordarlo nel tempo.
Entra e visita le sue sale, sarà come tuffarsi nel mondo di Giovanni.
Quando giungerai nella cupola, siediti sulla panchina al centro della sala e goditi la pura bellezza della sua arte: il famoso Trittico della Natura con le sue tele enormi intitolate “La vita”, “La morte” e “La natura”.
Tra le curiosità di St.Mortiz non può certo mancare la storia del campanile della sua chiesa medievale, divenuto ormai simbolo del Dorf e ben visibile a tutti coloro che arrivano in paese dalla strada che costeggia il lago .
Il campanile appartiene alla vecchia chiesa di San Maurizio, che sembra risalire almeno al 1200, ed è collocata sulla sommità della via Maistra.
Immersa tra larici e abeti si trova di fronte al Kulm hotel, ex albergo Faller, che divenne di proprietà del famoso Johannes Badrutt a metà ‘800.
Con il passare dei secoli è stata testimone dell'evoluzione culturale, religiosa, sociale di questa comunità.
Ha visto le sue genti trasformarsi da umili contadini a lungimiranti imprenditori, ma ha anche ospitato al suo interno fedeli cattolici... poi solo protestanti... e infine ancora cattolici, in balia della riforma protestante che si diffuse anche in Engadina dal XVI sec.
Sarà forse per la fatica di tutti questi cambiamenti travagliati nell’arco dei secoli che il suo campanile si è ingobbito?
Esattamente, hai capito bene, la sua torre campanaria pende...e di molto: l’attuale inclinazione è di circa 5°!!!
In realtà, come avrai inteso, il motivo è ben diverso.
L’edificio principale, nel suo restauro in stile tardogotico, non esiste più dal 1890 poiché è stato abbattuto perché pericolante.
Le fondamenta avevano appoggio su un terreno mosso, questo il motivo della pendenza del campanile, anch’esso soggetto a numerosi rifacimenti nel tempo, come quello avvenuto nel 1570, data incisa sul quadrante dell’orologio.
Oggi ciò che resta della chiesa è il piccolo cimitero e proprio il suo campanile pendente!
Questa chiesa è dedicata a San Maurizio e ci svela le origini di questo luogo e del suo patrono: San Mauritius.
Protettore dei malati di gotta e degli alpini, Moritz era il comandante della romana legione tebea nel 300. Viene raffigurato bardato della sua armatura anche sulla bandiera cittadina di St.Moritz, dallo sfondo giallo .
Assieme ai suoi soldati, si rifiutò di obbedire all’ordine del suo imperatore Massimiano.
Avrebbe dovuto perseguitare le popolazioni, come lui convertite al cristianesimo, di un nuovo territorio di conquista nella zona della Gallia.
Il destino, però, gli voltò le spalle. Furono lui e i suoi legionari ad essere invece sterminati, ad Agaunum in Raetia, l’attuale Saint Maurice nel canton vallese.
Sono sicuro che anche tu, come chiunque, entrando in Svizzera e vedendo delle chiese , ti sia accorto di un simbolo in particolare che contraddistingue alcuni campanili.
E lo stesso starai vedendo ora, mentre alzi lo sguardo verso l’alto, di fronte all’edificio che troneggia appena dietro la “Chesa Comunela”, il municipio, di St.Moritz…
Di che si tratta?
Fai attenzione e noterai un galletto dorato sulla sommità di questa torre campanaria.
Premetto subito che hai davanti una chiesa riformata evangelica, del XVIII secolo, nonostante la porta d’ingresso assomigli al caveau di una banca ultramoderna!
Segui il mio consiglio, entraci ne rimarrai davvero colpito!
Mi soffermo invece sul gallo, che si contrappone alla croce delle chiese cattoliche, almeno nella maggior parte dei casi.
Ma perchè proprio il gallo?
Prima di risponderti devo però ricordarti che l’Engadina accoglie la fede protestante a partire dai primi decenni del ‘500, dopo che Martin Lutero nel 1517 espone per la prima volta le sue 95 tesi in Germania, da cui nascerà la riforma protestante….
Non ti nascondo che il giovanissimo Filip Gallicius Saluz,cappellano di una parrocchia vicina a st.Mortiz, in quel tempo trovò parecchie resistenze nei suoi convalligiani, parlando per primo del nuovo credo.
Ci volle più tempo perché il protestantesimo si diffuse anche qui, certamente più che nei centri popolosi e “aperti, come Coira.
Prima la Bassa poi anche l’Alta Engadina abbracciarono in definitiva la nuova fede riformata.
Nel 1577 St.Mortiz fu l’ultimo paese in zona ad abolire la messa cattolica...ma i cattolici non sparirono completamente...tant’è vero che puoi vedere due chiese cattoliche durante la tua passeggiata. Oramai vige una convivenza pacifica e rispettosa tra le due fedi...ma questa è un’altra storia!
Torniamo al nostro “gallo dorato”, che con il suo canto all’alba risveglia per primo il contadino.
La sua melodia vivace e ritmata divide il buio della notte, dall’inizio di un nuovo giorno.
Allo stesso modo sempre il suo canto riecheggia ben tre volte, prima di risvegliare Pietro che per paura rinnega Gesù, come scritto nei testi sacri.
Insomma questo pennuto raffigura la luce che porta alla salvezza attraverso la penitenza, per questo diventa un simbolo delle chiese cristiane e soprattutto riformate.
Certo è che se il gallo funge anche da banderuola e gira in base al vento, bhe ...allora, ti dirà pure come sarà il tempo!
Sarà l’aria frizzante dei 1800 metri di St.Mortiz o la passeggiata tra le sue vie, ma ho un certo languorino. “Non è proprio fame….piuttosto voglia di qualcosa di buono”!
Sono arrivato nel posto giusto: la storica caffetteria Hanselmann, istituzione della pasticceria in Svizzera!
D'altronde è risaputo in tutto il mondo che dolci e cioccolato sono un “must” della tradizione locale.
Ti incuriosirà sapere, però, che l’origine della famiglia Hanselmann, proprietaria per 4 generazioni dal 1894 di questo paradiso delle prelibatezze, era tedesca.
In 125 anni di storia, di pane, torte, praline di cioccolato ne ha visti “sfornare” questo luogo, dove devi per forza fare una sosta.
Vuoi per mangiare o acquistare, ma anche solo per sentire il profumo che ti inebria entrando nelle sue calde e accoglienti sale.
E proprio la “Cioccolata da Hanselmann” diventa il titolo di un romanzo del 1995 di Rosetta Loy, ambientato negli anni della seconda guerra mondiale.
In verità nei duri anni di quel conflitto gli Hanselman si mostrarono imprenditori eclettici, in un periodo di crisi, seppero riconvertirsi.
Non più pasticceria lussuosa per gli ospiti illustri in vacanza, che latitavano in quel periodo storico, bensì, panettieri e pasticcieri che rifornivano gli eserciti e che collaboravano con le scuole locali.
Soffermati a guardare la vetrina, vedrai sculture di cioccolato, numerosi tipi di pane gustoso e la tipica torta di noci engadinese, una vera bomba calorica per cui, però, vale la pena “sacrificarsi”.
Pasta frolla con ripieno di noci caramellate e tagliate grossolanamente, ottima anche da acquistare come souvenir!
Dietro a questa torta si nasconde il passato dei pasticceri svizzeri engadinesi che, già nel XVIII secolo, emigrarono in cerca di fortuna nelle grandi città europee tra cui anche Venezia.
Un ultimo sguardo alle praline di cioccolato, vere opere d’arte mignon, altra colonna portante del Made in Switzerland, anche se si sa il cioccolato non nasce qui, bensì oltre oceano.
Ancora una volta fu la lungimiranza e l'intraprendenza degli svizzeri che seppero fare di un prodotto grezzo, un distintivo di fabbrica di fama mondiale, simbolo di qualità ormai da più di 200 anni!
Cammin facendo ti ho mostrato una scultura che sembra un grande fiocco di neve, un albergo che assomigliano ad un castello fiabesco ed ora... preparati, perchè, passeggiando nel Dorf, ti mostro una casa che pare un fagiolo gigante!!!
A St.Moritz, come già detto, non puoi aspettarti i classici chalet di montagna, con le caprette di Heidi nel prato vicino e i fiori alla finestra.
Certo puoi trovare anche la Chesa Veglia, una tipica abitazioni in stile engadinese ora pregiato ristorante di proprietà dell’hotel Badrutts.
Per essere “Top of the world” la cittadina deve, però, distinguersi un pò in ogni campo, anche in quello architettonico, non trovi’!?
Dalla via Maistra svolta le spalle alla pasticceria Hanselmann e ti trovi davanti la Chesa Futura.
Già il nome, l’opposto della mia precedente citazione, ti deve fare riflettere.
Si tratta di un condominio per esattezza, di ben 6 appartamenti lussuosi!
Il termine “Chesa”,nell’idioma locale del romancio, quarta lingua svizzera, è semplicemente la traduzione di “casa” come avrai intuito...
Ti chiederai...e perchè futura?
Certamente un edificio che dall’alto sembra un mega fagiolo, non può che rappresentare una visione futuristica ed avveniristica dell’abitazione di un architetto!
Lord Foster, guarda caso architetto di fama mondiale, ne è il pensatore, nonché proprietario del suo attico!
Dietro all’originalità di quest'edificio c’è, però, un’intenzione ben precisa: costruire nel rispetto della natura in modo ecosostenibile! Che parolone…!
Insomma un parcheggio sotterraneo, per non rubare spazio al bosco.
Otto pilastri a sostegno della casa, per salvaguardare la struttura in legno dalla neve invernale. Ben 220.000 scandole di larice per ricoprire il “fagiolo”, …
Già il larice, l'albero per eccellenza di questa vallata, quello che in autunno si tinge di rosso, arancione e giallo.
Facile quindi da reperire e perfettamente integrato nel suo ambiente, con gli anni la copertura dell’abitazione cambierà colore e diventerà un tutt’uno con lo spazio in cui il “fagiolo è stato piantato”.
E tu? ci abiteresti qui, all’aria pura, con tanto sole ed un clima champagne?
Via Serlasl, St.Mortiz Dorf, inizia qui la mia passeggiata nel centro di questa località alpina.
Per arrivarci dalla stazione ferroviaria ho attraversato la Design Gallery, risalendo con le scale mobili in soli 10 minuti .
Vedo già molte boutique dalle vetrine eleganti, talvolta bizzarre, con dei nomi altisonanti e di fama mondiale.
Guardati intorno anche tu...sono certo che ti balza all’occhio questo grande edificio, simile ad un castello delle fiabe..il Badrutt’s Palace hotel!
Tutta la fama di St.Mortiz nasce da qui, anzi ha iniziò grazie al suo padre fondatore, il mitico Johannes Badrutt.
Ti farà sorridere sapere che la visione lungimirante di quest’uomo, dalle spiccate doti imprenditoriali, si concretizzò in una simpatica scommessa.
Nei suoi anni, era il lontano 1864, i turisti giungevano in Engadina in estate, snobbando completamente l’inverno, che però aveva nascosto in sé tantissime potenzialità e Johanne lo sapeva bene…..
Badrutt, che all’epoca aveva acquistato la pensione Faller, ora Hotel Kulm, interpellò i suoi ospiti inglesi più fedeli chiedendo loro di programmare una vacanza anche d’inverno.
Se non fossero rimasti soddisfatti avrebbe perso , e si sarebbe accollato le spese dell’intero soggiorno.
... Gli inglesi rimasero da Natale a Pasqua...Badrutt ci aveva visto lungo e vinse la scommessa, eccome se vinse!
La sua eredità fu l’hotel di lusso che vedi oggi, aperto nel 1896 dai suoi discendenti, ma soprattutto la fama che ne derivò e la nascita del turismo invernale alpino.
Si iniziarono a costruire piste di pattinaggio, slittino, curling, questa località diventò velocemente il centro europeo di riferimento per lo sport su ghiaccio...e non solo!
Grazie a questo azzardo St.Mortiz fu in grado di prepararsi ad ospitare le olimpiadi invernali del 1928, ma soprattutto si aprirono le porte verso un’attività turistica tanto estiva quanto invernale!
E tu, ci avresti scommesso?...Con il senno del poi…
Ti ho appena raccontato del sole, simbolo di St.Moritz, e subito cambiamo clima, perchè ora desidero parlarti di un fiocco di neve!
Già ti sembrerà ovvio e scontato che io accenni alla neve, in un luogo di montagna, a 1886 metri dove si viene a praticare tutti gli sport invernali.
In realtà quello che desidero spiegarti è l’origine di tutto ciò, e per farlo ti consiglio di guardare davanti a te.
Dal piazzale della stazione dove ti trovi, vedi in lontananza un sentiero pedonale con delle bandiere che sventolano, lì vicino scorgerai una scultura raffigurante un gigantesco fiocco di neve.
Vedi scritte delle date e disegnate delle immagini….ebbene queste raffigurano tutti gli sport invernali praticati qui dal 1928.
Proprio in quell’anno St.Moritz ospitò le Olimpiadi invernali con i suoi 464 atleti provenienti da venticinque nazioni diverse e ben 40.000 spettatori!
Un successo incredibile per quegli anni!
Lo stesso si ripropose vent’anni dopo.
Tra le discipline te ne svelo alcune davvero bizzarre o poco note: lo «skijöring», una disciplina in cui gli sciatori vengono trainati da cavalli sul lago ghiacciato,o ancora l’antenato del biathlon, all’epoca chiamato la «pattuglia militare.
Da allora ben 5 campionati del mondo di sci sono stati disputati qui, l’ultimo ad ora nel 2017!
Ma ricordati bene....non di solo sci vive questo comprensorio turistico!
Famosa è la pista di bob e skeleton.
Rinomato è il torneo di polo sul lago ghiacciato, ancora praticato nei freddi weekend di febbraio, o il pattinaggio, il curling.
Per non dimenticare lo snowkite che, sfruttando il vento, quasi onnipresente qui e un aquilone, ti permette di farsi trasportare lungo dei pendii con ai piedi uno snowboard!
Tu quale sport sceglieresti?
Sessanta chilometri di paesaggi mozzafiato mi hanno accompagnato nel viaggio per raggiungere la culla del turismo degli sport invernali, simbolo del glamour internazionale, carrellata di boutique di alta moda….dove mi trovo?!
A St. Mòritz!
E tu, ci sei mai stato?
Con i suoi numerosi “ volti” questa piccola località engadinese saprà certamente stupirti.
Per apprezzarla fino in fondo ti consiglio di approfondire la sua conoscenza, senza fermarti al primo sguardo, quello degli hotel di lusso o delle stravaganze che scorgi qua e là.
“Top of the world” è la frase che identifica il comprensorio turistico “Engadin St.Moritz”... già... all’apice del mondo, hai proprio capito bene!
Lo trovi scritto un po' ovunque: sui poster, nelle pubblicità o nei depliant, che ti consiglio di prendere all’ufficio turistico che trovi arrivando alla stazione dei treni, capolinea della ferrovia del Bernina.
Prova a guardarti intorno e cerca vicino a te questa scritta….appena la riconosci noterai che è affiancata da un simbolo: il sole!
Pensa un po', gli imprenditori locali del settore turistico, già in tempi non sospetti decisero che l’unione di questo claim e questa immagine dovesse evocare in te, e in tutti gli avventori, un’idea di “sicurezza, qualità, coerenza, fiducia, affidabilità, tradizione, competenza e autenticità”.
Insomma, ancora una volta erano arrivati prima di tutti, incredibile davvero!
Prima “il sole”, nel 1930, poi la scritta (St.Moritz), nel 1986 vengono registrati come veri e propri marchi, scomodando, pensa, anche il Wall street journal che in prima pagina lasciò spazio all’annuncio di questa nuova strategia turistica di marketing.
Ora però ti starai chiedendo perchè il sole?!?! Ti svelo questo segreto….
Qui 322 giorni all’anno, di media, sono soleggiati...e oggi, che tempo fa?
Ciao, sono Happy!
Il treno è arrivato in orario, ottimo inizio!
Stavo pensando, com’è curioso giungere in un luogo, come Tirano, capolinea di ben due ferrovie.
Il treno dal quale scendo appartiene alla ferrovia italiana di Trenord, mentre il Bernina Express, sul quale viaggierai durante la tua vacanza, fa capo alla svizzera Ferrovia Retica.
Noti i due diversi edifici sulla piazza, la stazione italiana, dalle tinte gialle e con richiami Art Déco, mentre quella bianca è l'ingresso alla ferrovia del trenino rosso del Bernina.
Adesso ti invito a prendere alcune informazioni presso il vicino ufficio turistico, per poi iniziare una giornata piacevole da “turista per caso”.
Non scordare la piantina della città e anche dei depliant!
Aspetta aspetta, prima di partire dai un’occhio all’allestimento nel centro della piazza, vedi cos’è?….La raffigurazione di Tirano.
Interessante, vero? Scoprirai così che il paese si divide in due parti: nella prima, dal semaforo della stazione, in direzione della chiesa, troverai la Basilica, di cui avrai sentito parlare molto bene nell'altra, verso sinistra, scoprirai il centro storico.
Prenditi il tempo per visitare entrambe.
Intanto, però, siediti con me e gusta un caffè presso il buffet della Stazione.
Ora seguimi con calma verso la piazza Basilica.
Avrai capito che Tirano si gira in giornata, essendo un piccolo borgo di circa 10.000 abitanti.
Ti ricordo anche che si tratta di una città slow!
Ciò significa che abbraccia la gioia di un lento e quieto vivere, pur essendo una laboriosa comunità, che si dà da fare per proporre il meglio di sé ai turisti, sempre nel rispetto delle sue tradizioni.
Inutile quindi affrettarsi!
Già da questo punto, dal semaforo di Viale Italia, che funge un po’ da spartiacque (da un lato si raggiunge il Santuario, dall'altro la città vecchia) si vede in lontananza la Chiesa della Madonna di Tirano, dal 1927 eletta da Papa Pio XI “Basilica Minore romana”.
La riconosci facilmente perché è raffigurata molto spesso sulle foto più popolari del trenino rosso del Bernina, che avrai visto per prepararti al viaggio, il treno infatti le passa proprio accanto.
Il tragitto per raggiungerla è breve, soli 15 minuti a piedi, è tutto pianeggiante, un bel viale alberato con grandi marciapiedi e anche parecchi negozi.
Mi metto in cammino, seguimi!
Ecco la piazza Basilica e il sagrato del Santuario di Madonna di Tirano.
Un edificio molto semplice, di stile rinascimentale lombardo.
Preparati, perché, entrandoci, ti lascerà a bocca aperta.
Ti sembrerà una piccola bomboniera, con interni esuberanti decorati di stucchi e opere d’arte, tra cui l’organo seicentesco!
Pensa, 2200 canne fanno risuonare la sua melodia!
La chiesa si sposa perfettamente con il suo contesto. Troverai di fianco la strada che porta al di là del confine con la Svizzera e i binari del famoso trenino patrimonio Unesco, oltre a botteghe, palazzi e il museo etnografico tiranese, che ti consiglio di visitare. Alle spalle della Basilica, invece, arroccata sui vigneti, scruterai la chiesetta di Santa Perpetua.
Adesso alza lo sguardo. Poco sotto il campanile, alto ben 54 metri, record assoluto per la provincia di Sondrio, noterai una statua, forgiata in rame sbalzato, dedicata a San Michele!
No, no, non si tratta affatto del patrono di Tirano, non me ne voglia San Martino.
È un santo a cui la popolazione è molto devota. Fu proprio nel giorno della sua commemorazione, il 29 settembre 1504, che la Vergine Maria apparve al “beato Mario” e la storia del Santuario ebbe inizio.
Devi sapere che questa statua gira in base al vento, così ruotando indovina pure il tempo.
Se guarda a nord, sarà bello, se gira a ovest porta pioggia, se svolta verso est sarà bufera.
E oggi, da che parte guarda?
Dopo il Santuario voglio farti visitare la chiesetta di Santa Perpetua.
La vedì su là in alto, mentre il fiume qui vicino si chiama il Poschiavino. Per raggiungere la chiesa si sale sulle vigne. Gradino dopo gradino.
Pensa che fatica! Ogni volta mi chiedo come fanno a vendemmiare così in pendenza, senza carrucole o altro???
Sarà pure faticoso, ma vedrai ne varrà la pena: si vedrà Tirano dall’alto.
Devi sapere che questa piccola chiesa è di origine medievale, e si colloca sullo sperone della montagna.
Ha un ossario, una piccola abside e un campanile, tutto in sasso.
Esisteva anche uno xenodochio per ospitare i pellegrini e i viandanti che in passato giungevano da lontano.
Non potrai entrare...ma, arrivato fin lassù, spia dalla grata del portone in legno e resta in silenzio qualche istante
Davanti a te vedrai un’unica piccola navata, un’abside decorata ad affresco e delle minuscole finestrelle.
Ti sembrerà di fare un tuffo nel passato.
Dopo una bella scarpinata ti meriti un po’ di riposo e allora siediti e ascolta cosa ho da raccontarti.
Questo luogo nasconde in sé parecchi aneddoti.
Non te li svelerò tutti, per saperne di più ti consiglio di affidarti a una guida turistica locale.
Desidero, però, destare in te un po’ di curiosità.
Questa chiesetta ospitò in passato dei monaci. Si occuparono tra l’altro della lavorazione delle vigne e della bonifica del fondovalle paludoso.
Nell’arco del 1600 lasciarono il posto alle consorelle che, tra una preghiera e l'altra, trascorrevano il tempo fabbricando scarpe...già proprio così!
Lo si apprende da alcuni documenti in possesso al Comune di Tirano che citano la morte per peste de”la Giovannina, la Perpetua, la Domenica e la Giacomina.
Ora, invece, con il tuo smartphone cerca sul calendario la data del 7 marzo.
Cosa scopri? Quale Santo si commemora?
Come vedi proprio lei: Santa Pepertua!
I Bizantini le erano molto devoti, questo ha fatto dedurre agli storici che la chiesetta in cui ti trovi possa addirittura avere origini più antiche rispetto al Medioevo.
Ma torniamo alla data del calendario.
Pensa che solamente in questo giorno un raggio di luce entra da est, attraverso la finestrella dell’abside, e illumina l’altare, un monolite di sasso!
Incredibile vero? Fede o abilità costruttive? Chi può dirlo….?!
Dopo alcune foto panoramiche dall’alto della chiesa di Santa Perpetua e concluso il sentiero, ecco l’imbocco della strada che porta al confine svizzero e alla dogana da cui si raggiunge Campocologno, in Canton Grigioni, si vede in lontananza!
Un tempo questa era la via Valtellina, in pratica l'antenata della strada percorribile oggi in auto in direzione della Svizzera, per questo oggi nominata “via Elvezia” e che dal 1910 è costeggiata dalla linea ferroviaria del trenino rosso del Bernina.
Poco oltre ecco la sagoma di un edificio, un falso storico in ricordo dell’antico castello di Piattamala, voluto dalla nobile famiglia dei “Capitanei” nel XIV secolo in posizione strategica e adiacente al fiume Poschiavino.
Da qui passavano i mercanti con i propri cavalli e con “l’oro di Valtellina”: il vino rosso rubino, ottimo da vendere e da donare ai palati più esigenti.
Davvero interessante!
Qui di fronte gli ultimi vigneti e li “ murachi”: singolari costruzioni, un vero e proprio intreccio di muri in sasso senza malta, ortogonali ai terrazzi, li definirei i “cugini” più prossimi ai muretti a secco a cui il nostro occhio è abituato.
Accanto vedi anche numerosi meleti, che territorio ricco di prodotti genuini!
Non solo uva e vino, quindi, ma anche mele della Valtellina!
Prendine un assaggio alla fine della tua vacanza!
Lasciata la strada statale, la camminata continua fino alla località “Al crotto”.
Il cartello qui accanto cita la presenza di un’area archeologica, parla di pugnali di bronzo, addirittura del XVII secolo a.C., e di Crotti di Piattamala.
Inizio a incuriosirti con un gioco di parole: non c’è storia senza preistoria!
Ebbene sì, se Tirano è ciò che vedi, lo deve ad una ricca civiltà del passato, fatta di sgambetti, vittorie, sconfitte tra popoli diversi.
Dagli Etruschi ai Romani, passando per i Tirreni e i Galli.
Proprio in questi luoghi, ai piedi del Monte Masuccio, ci sono stati donati in eredità delle opere curiose e dei reperti preziosissimi di epoche diverse.
Il crotto, costruzione che vedrai anche lungo il tuo viaggio con il trenino rosso, presso il famoso viadotto elicoidale di Brusio, nasce come luogo di refrigerazione e conservazione degli alimenti.
Talvolta, come in questo caso, era anche sinonimo di osteria. Un elemento del crotto, comune al paesaggio circostante, è l’uso di pietrame a secco per realizzarlo.
La stessa pratica costruttiva dei muretti delle vigne.
I pugnali di Piattamala di tipo alpino, non sono gli unici a gridare a gran voce l’illustre passato di Tirano, ma ti ricordo anche un cinturione bronzeo dell’età del ferro, e un'eloquente pietra istoriata.
Si tratta di una stele preistorica dell’epoca del bronzo antico, ricca di incisioni di cacciatori, animali da cacciare e armi appuntite.
Anzi, se l’argomento ti interessa, potrai vederla esposta a Teglio, presso L’Antiquarium Tellinum a palazzo Besta, altra visita da non perdere durante la tua vacanza!
Ora mi addentro nelle vie del paese, lontano dalla statale e da Viale Italia.
Mi trovo presso la chiesa di San Rocco e nella via omonima. Qui davanti noterai una bella montagna: muretti a secco, filari di vite, uva da raccogliere, vino da produrre, davvero uno spettacolo!
Pensa che fatica raccogliere l’uva durante la vendemmia!
Tutte ricchezze che la Valtellina ti regala durante la tua visita e che Tirano esalta nel suo essere “città del vino”. Lasciati rapire dai 2500 km di muretti a secco, lungo il fondovalle valtellinese, su fino ai 700 mt di quota.
Si tratta di un’arte, quella dei muretti a secco, che dal 2018 è inserita nei patrimoni mondiali immateriali dell’Unesco.
Posare una pietra sopra l’altra, trovando il giusto incastro, senza usare altro materiale, è questo il segreto! Una capacità manuale che arriva da lontano e che va tramandata per il futuro.
Se poi ti soffermi a guardare, dal basso verso l’alto, data la pendenza, in base alla stagione in cui ti trovi, la vigna cambia colore.
Tra settembre e novembre, tempo di vendemmia, di tini, di fatiche, i colori caldi infiammano il paesaggio, uno spettacolo unico davvero!
Un insieme di profumi, di tradizioni, di feste dedicate a lei: l’uva!
Dopo tante parole ti consiglio di visitare una cantina vinicola, come lo showroom di Plozza vini a dieci minuti a piedi da qui.
Potrai così assaggiare i vini locali, il rosso di Valtellina, i vini Valtellina Superiore o lui, padre dei nostri vini: l’Eroico Rosso - Lo sforzato!
Affidati alle conoscenze dei viticoltori, chiedi informazioni presso le cantine, acquista una bottiglia come souvenir e assapora il gusto intenso di un calice di vino.
Vedrai, la tua vacanza prenderà di certo una piega ancora più interessante!