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Parole di Storie
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Parole di Storie

Author: Podcast e audiolibri di fiabe, favole, mitologia, leggende, racconti, novelle, romanzi, teatro e poesia. Dalla letteratura classica a quella moderna e contemporanea.

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Podcast e audiolibri di fiabe, favole, mitologia, leggende, racconti, novelle, romanzi, teatro e poesia. Dalla letteratura classica a quella moderna e contemporanea.
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C'era una volta un re che aveva tre figli: due erano intelligenti e furbi, mentre il terzo figlio stava sempre zitto, dimostrava un carattere mansueto e semplice, e per questo lo chiamavano Tontolone. Quando il re giunse alla tarda età sentì la fine oramai prossima, e ragionava su quale figlio contare per affidargli l’eredità del trono. Continue reading
Dioniso, il dio incomprensibile e ammaliante, si faceva beffe di ogni ordinamento e convenzione, sconvolgeva le coscienze, sgretolava regole e inibizioni riconducendo gli uomini, attraverso il delirio, al loro stato di purezza primordiale. Ma chi era, e cosa combinò questo dio, adorato e temuto, e che sconvolse ogni regola? Continue reading
C'era una volta un povero calzolaio che aveva due figlioli: il maggiore si chiamava Almerigo ed era cattivo e prepotente; l'altro si chiamava Giovanni e aveva un carattere buono e mite. Il padre, chissà perché, aveva scambiato la prepotenza di Almerigo per coraggio, mentre la la bontà di Giovanni gli sembrava soltanto stupidità. Perciò stimava moltisso Almerigo, mentre si vergognava di Giovanni. [...] Continue reading
Leonardo fu anche scrittore di favole ricche di grande impegno morale. Esse mettono in guardia dai pericoli dell’ignoranza, dell’invidia, della superbia e della presunzione. Sono storie brevi, dove le vicende della natura e degli animali, in tutte le loro forme, reali e mitologiche, aiutano a comprendere meglio la storia degli uomini. Un significativo esempio della capacità di Leonardo di parlare di temi universali con un linguaggio ricco e pungente. “La vera saggezza nasce dalla conoscenza della Natura e da una vita in armonia con essa” (LdV) Continue reading
Che cosa è il mito, quali sono i suoi misteri e i suoi epigoni? Possiamo innanzitutto dire che il mito è una piccola parola che racchiude in se il trascorrere di migliaia e migliaia d’anni, raccolti in un susseguirsi di eventi straordinari fissati in un tempo senza tempo. Nella parola mito tutto appare già in una frase posta al principio di ogni storia, che è poi la storia del mondo, e che comincia con quel “c’era una vola”. Continue reading
Per un attimo Polifemo restò muto, incantato da quella altera e furibonda bellezza. Mai nessun essere umano aveva osato parlargli a quel modo. Mai nessun mortale si era rivolto a lui con tali minacce, senza restare morto o bastonato. Anche gli dei, conoscendo la sua suscettibilità, lo trattavano con miglior garbo, rispetto al resto, consapevoli della sua forza e della sua audacia! Eppure quella fanciulla, apparentemente così fragile e delicata, osava minacciarlo e deriderlo, osava disprezzarlo ed insultarlo, senza timore alcuno. Polifemo ne restò ancora più ammaliato. Messosi in ginocchio, davanti a lei, su quell'incantevole spiaggia, avvicinò la faccia alla bianca figura, candore di latte e […] Continue reading
[…]La divina Artemide non lascerà partire nemmeno una nave, se tu, generale dei generali, Agamennone, non le avrai prima offerto un sacrificio." I comandanti presenti si guardarono l’un l’altro ponendosi domande tra gli sguardi silenziosi. "Quale sacrificio?” Domandò Agamannone. “ Dimmi, o Calcante. Io sono pronto a qualunque sacrificio." “La potente dea Artemide, vuole Ifigenia!” “Ifigenia? Mia figlia?!” Domandò Agamennone con uno sguardo di stupore disperato. "Dice la dea: 'Quando Agamennone avrà offerto a me la sua figlia Ifigenia, sacrificandola sul mio altare levandole la vita, allora io perdonerò il suo orgoglio. Solo allora la tempesta cesserà e le navi potranno partire'."[…] Continue reading
[...] Accadde una notte che li sorprese Apollo, un dio vanitoso, arrogante e geloso, ma soprattutto, dispettoso. Apollo vide la sorella Artemide che se ne andava per il mare aperto dirigendosi verso un’isola. Il dio la seguì e quando giunse sull’isola, si nascose in un anfratto di roccia, in attesa. Poi vide giungere dal mare un uomo, che nuotava proprio verso quell’isola. Quando giunse sulla spiaggia, Artemide gli corse incontro, si abbracciarono e subito una nuvola di lucciole li avvolse; poi scomparvero. [...] Continue reading
La storia di Filottete, è legata in principio alla morte di Eracle, l’eroe della forza invincibile per eccellenza. Una vicenda fatta di amori, amanti, tradimenti, dolore, disperazione e morte. Continue reading
Quella notte stessa, in cui i greci uscirono dal cavallo di legno ingannatore, Enea, principe dei Dardani, figlio di Afrodite e di Anchise, cugino alleato di Priamo, vide in sogno Ettore, il figlio di Priamo caduto morto nell’ultimo duello con Achille. Ettore, in un’orribile visione, apparve con il corpo sanguinante e straziato dal carro di Achille, annunciando ad Enea l'inevitabile caduta di Troia. Continue reading
Ogni cosa ebbe inizio con la madre di Smirna, Cancreide, moglie di Cinira; una donna arrogante, alla quale non mancò la sfrontatezza di sostenere la bellezza di sua figlia da non temere confronti con qualsiasi altra donna sulla terra. “Smirna, mie care amiche, è persino più bella di Afrodite. E dato che i frutti non cadono mai lontani dal proprio albero, la stessa Smirna, si rifiutò di celebrare i sacrifici in onore della dea Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore. Fu un sacrilegio che fece adirare assai Afrodite, tanto da far pagare a Cancreide un caro prezzo. Continue reading
Passarono gli anni, Raperonzolo divenne la più bella bambina del regno, ma non appena compì dodici anni, la maga la rinchiuse in una torre. Una torre altissima, che non aveva né una scala né una porta, ma solo una minuscola finestrella, che stava su in cima. Quando la maga voleva salire da Raperonzolo chiamava: “Oh Raperonzolo, sciogli ora i capelli d’oro, che per salir lassù io mi servirò di loro.” Continue reading
C'era una volta un contadino povero che una sera se ne stava seduto vicino al camino ad attizzare il fuoco, mentre sua moglie filava. A un certo punto disse: “Moglie mia, che cosa triste è non aver bambini! E' così silenziosa la nostra casa, mentre dagli altri c'è tanto chiasso gioioso e allegria!” “Hai ragione marito mio,” rispose la donna “Anche se fosse un solo bimbo, uno solo e pure se piccino piccino, dio solo sa quanto sarei contenta.” Continue reading
Ma Pigmalione, come tanti straordinari geni dell’arte, aveva alcune strane pretese, insieme a parecchie bizzarre necessità. Evitava di frequentare le donne, o di aver con loro qualche storia d’innamoramento. Tutte le ragazze, egli pensava, non è che non gli piacessero, anzi, ma erano noiosissime, come la sua sorellina. Egli non le capiva proprio, le donne. Come pensassero, cosa pensassero, che cosa volessero. Continue reading
Tantalo, uno dei figli di Zeus, regnava a Sipilo, in Frigia, ed era assai ricco e famoso. Se mai gli dèi dell'Olimpo abbiano stimato e onorato un mortale, questi era lui. A causa della sua discendenza, egli si conquistò la loro amicizia e da ultimo gli fu permesso di banchettare alla tavola di Zeus, partecipando di tutto ciò che gli immortali discutevano fra loro. Ma la sua superba natura umana non seppe mantenersi all'altezza di quella fortuna ultraterrena, e in diversi modi egli prese a commettere empietà e sacrilegi contro gli dei. Continue reading
Sisifo fu persino un ricattatore senza pietà, né scrupoli; nemmeno di fronte a Zeus ebbe ritegno. Accade una mattina. Sisifo se ne stava, come sempre, in agguato al solito posto, sul colle. Quando d’improvviso gli passò dinanzi agli occhi un aquila che volava velocissima verso la costa del mare. Il rapace teneva tra i suoi artigli la preda. Ma Sisifo intuì subito che quella non era un’aquila solita, e ciò che teneva imprigionata tra artigli non era una preda da cibo, come di solito poteva essere un leprotto, o un vitello o una marmotta. No, quell’aquila era Zeus, che aveva preso le sembianze di un aquila - ed era questa una sua vecchia abitudine - e quella preda non era un animale; eh no, quella era una fanciulla, la ninfa Egina, la giovane figlia del dio fiume Asopo. Continue reading
In principio comparvero certi pescetti, che pareva camminassero, proprio, come se avessero zampe. Questi pescetti zampettari si avventurarono sulla terra ferma, o meno ferma, in cerca di un luogo sicuro dove metter su famiglia. Finché il caso volle che: e patapam e patapim, e spliscete e splascete, ecco che apparve l’uomo. Neri, gialli, rossi, bianchi, grandi, grossi, e così via. Continue reading
Ma neppure Zeus riuscì a metterli d'accordo. Così Atena propose di lasciar decidere ai cittadini, chi avrebbe preso la custodia della città. Atena e Poseidone riunirono il popolo sull'Acropoli e dissero che ciascuno dei due avrebbe concesso un dono: il regalo giudicato migliore avrebbe fatto vincere la protezione della città. Continue reading
Poi venne un giorno in cui Glauco fece buona pesca. Rientrato a riva vuotò la rete sull’erba. Tra i pesci catturati ce ne erano due, belli grossi e ancora vivi. Si dibattevano e saltavano, perché sentivano che oramai la fine era vicina. Intanto strappavano a morsi l’erba su cui Glauco li aveva scaraventati. Improvvisamente, prima un pesce e poi l’altro, cominciarono a far grandi balzi per tornare verso il mare. Glauco rimase a guardarli, sapendo bene che non ce l’avrebbero fatta. Continue reading
C'era una volta un barbiere che faceva la barba alla povera gente. Scorticava le facce con un vecchio rasoio e vi trinciava braciole di carne di quando in quando. E se gli avventori si lamentavano, egli, che era di umore allegro, rispondeva: "Per un soldino, vi faccio la barba e una braciola; e brontolate? Una braciola costa di più." Gli avventori ridevano e andavano via contenti, col viso impiastricciato di ragnateli, per stagnare il sangue. Continue reading
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