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STORIA DELLA MAFIA AMERICANA
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STORIA DELLA MAFIA AMERICANA

Author: Fabio Fabiano

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Prologo.
Mi chiamo Fabio Fabiano sono un giallista appassionato di storia del crimine ed ho deciso di raccontarvi la mafia d’america. Per narrare questo fenomeno ho quasi perso la vista leggendo i rapporti ufficiali dell’FBI, quelli dei dipartimenti di polizia degli stati che l'hanno combattuta, le leggi, le sentenze dei Tribunali, gli articoli della stampa e dalle pubblicazioni più autorevoli. E’ stato un lavoro duro ma credetemi ne è valsa proprio la pena. Dopo tanto impegno e studio sono approdato ad un’importante conclusione. Pensate è la stessa a cui arrivò un ragazzo siciliano, ucciso dilaniato dall'esplosivo mafioso nel 1978. Questo ragazzo si chiamava Peppino Impastato è a lui che si deve questa asserzione che io condivido pienamente “La mafia è una montagna di merda” e ciò vale sia per quella italiana che per quella americana.
Ho impiegato molto tempo ma adesso mi è tutto chiaro, la mafia siciliana più che essere stata trapiantata negli Stati Uniti è da considerarsi un ibrido tra il modello criminale isolano e quello statunitense. Ciò è dovuto alla sua storia che si è svolta tra le due sponde e agli scambi durati più di un secolo tra l’isola e il continente americano.
Dobbiamo riflettere sul fatto che la mafia come fenomeno criminale ottenne la popolarità planetaria grazie alla centralità dell’esperienza statunitense e alla sua diffusione tramite l’industria cinematografica. E vi posso garantire che se la mafia fosse un fenomeno ristretto all'ambito isolano siciliano non avrebbe avuto mai la sua triste e sinistra rilevanza mondiale.

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PROLOGO

PROLOGO

2020-11-2802:00

Prologo. Mi chiamo Fabio Fabiano sono un giallista appassionato di storia del crimine ed ho deciso di raccontarvi la mafia d’america. Per narrare questo fenomeno ho quasi perso la vista leggendo i rapporti ufficiali dell’FBI, quelli dei dipartimenti di polizia degli stati che l'hanno combattuta, le leggi, le sentenze dei Tribunali, gli articoli della stampa e dalle pubblicazioni più autorevoli. E’ stato un lavoro duro ma credetemi ne è valsa proprio la pena. Dopo tanto impegno e studio sono approdato ad un’importante conclusione. Pensate è la stessa a cui arrivò un ragazzo siciliano, ucciso dilaniato dall'esplosivo mafioso nel 1978. Questo ragazzo si chiamava Peppino Impastato è a lui che si deve questa asserzione che io condivido pienamente “La mafia è una montagna di merda” e ciò vale sia per quella italiana che per quella americana. Ho impiegato molto tempo ma adesso mi è tutto chiaro, la mafia siciliana più che essere stata trapiantata negli Stati Uniti è da considerarsi un ibrido tra il modello criminale isolano e quello statunitense. Ciò è dovuto alla sua storia che si è svolta tra le due sponde e agli scambi durati più di un secolo tra l’isola e il continente americano. Dobbiamo riflettere sul fatto che la mafia come fenomeno criminale ottenne la popolarità planetaria grazie alla centralità dell’esperienza statunitense e alla sua diffusione tramite l’industria cinematografica. E vi posso garantire che se la mafia fosse un fenomeno ristretto all'ambito isolano siciliano non avrebbe avuto mai la sua triste e sinistra rilevanza mondiale.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
Buona parte dell’opinione pubblica americana percepiva gli immigrati italiani di quel periodo come "ultimi, diversi, poiché di religione cattolica, in generale godevano di pessima reputazione, infatti si affrontano in duelli con coltelli ed erano vendicativi". Provenivano per lo più dal Mezzogiorno d’Italia e non parlano la lingua inglese.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
Non è l’american dream a spingere i nostri migranti a raggiungere le coste americane. La storia dell'emigrazione italiana fu ricca di tragedie individuali e collettive, sfruttamento, schiavismo, incidenti sul lavoro che provocarono stragi. Una delle più tragiche avvenne il 6 dicembre 1907, nella miniera di carbone di Monongah, West Virginia dove morirono 362 minatori di cui 171 le vittime "ufficiali" italiane.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
I FATTI DI NEW ORLEANS

I FATTI DI NEW ORLEANS

2020-11-3006:15

I FATTI DI NEW ORLEANSA differenza di quanto si può pensare, la mafia fece la sua prima comparsa ufficialmente documentata negli Stati Uniti nel 1890 a New Orleans e non a New York. Il 5 ottobre 1890, il capo della polizia di New Orleans Capitano Hennessy, fu ucciso in un agguato da alcuni uomini, che l'opinione pubblica riteneva fossero italiani. Hennessy era molto popolare e ben visto a New Orleans Già in quegli anni nella città bagnata dal Mississippi era presente una comunità di circa un migliaio di migranti italiani, giunti con quelle che venivano definite le “Barche dei limoni”, così dette per il loro carico di agrumi che trasportavano assieme ai migranti italiani provenienti dal mezzogiorno d’Italia.In quella città del sud degli Stati Uniti era in corso una faida tra le famiglie criminali dei Provenzano e quella dei Matragna. Oggetto del contendere era il controllo degli affari illeciti del porto. Il capo della polizia aveva messo sotto accusa ed arrestati diversi elementi della famiglia Provenzano ed il processo di appello era in arrivo. A seguito dell'omicidio L'opinione pubblica pressò la polizia affinché fossero presi gli assassini. La risposta non tardò ad arrivare e furono tratti in arresto 19 italiani lì residenti. I sospettati vennero incarcerati nella prigione della Parrocchia. A conclusione del processo, svoltosi a marzo, alcuni di questi furono assolti. Ciò determinò la reazione violenta degli abitanti tanto che il giorno dopo un'enorme folla si formò fuori dalla prigione. I facinorosi forzarono le porte della prigione ed 11 degli arrestati furono linciati a morte. Alcuni riuscirono a sfuggire al linciaggio tra questi Charles Matragna. A causa di questo terribile fatto di sangue, si trattò del più grave linciaggio di massa avvenuto in America, i rapporti diplomatici tra il governo statunitense e quello italiano si incrinarono. Di rilievo è la sentenza del Grand Jury di New Orleans, che nel 1891, chiamato a pronunciarsi in merito a quei fatti criminosi, sentenziò: “La portata delle nostre indagini ha individuato l’esistenza della organizzazione segreta denominata mafia.”Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
Adesso spostiamo la nostra storia a New York. In quegli anni l’industria americana si sviluppava a ritmi serrati. L’intera nazione era assetata di manovalanza, erano sempre di più ricercati uomini robusti da impegnare in cave, miniere, ferrovie, scavi e costruzioni. Il centro di questo sviluppo era proprio New York, una delle città più prosperose e cosmopolita del mondo. L’ottanta per cento delle società con i fatturati più grossi d'america avevano sede in questa metropoli. Tutto avveniva in quelle strade, infatti si incrociavano i capitali provenienti da Wall Street con la manodopera dei migranti italiani sbarcata dai transatlantici a Ellis Island. Nell’isola li attendevano un centinaio di ispettori e ufficiali sanitari all'interno di un enorme centro per l’immigrazione. I Migranti venivano interrogati sulle loro prospettive di lavoro e gli uomini dovevano dimostrare di possedere già un’occupazione ad attenderli e dovevano possedere il denaro per mantenersi. Venivano anche visitati per accertare che non avessero delle malattie. Coloro che erano sospettati di essere affetti da patologie venivano trattenuti per ulteriori accertamenti all’interno del centro e segnati con delle lettere in base alla malattia sospettata. Coloro che venivano dichiarati non idonei venivano rispediti al loro paese d’origine. Finiti i controlli l'ondata di migranti si riversò sulla “est side” degli Stati uniti d’america. I primi italiani che si stabilirono a New York nel 1870 provenivano dalle città industrializzate del nord Italia. Erano per lo più operai specializzati e professionisti e ricevettero un’accoglienza cordiale. Con la seconda e più numerosa ondata, avvenuta intorno al 1980, l’immigrazione verso gli Stati Uniti fu sostenuta dai governi liberali italiani come necessaria valvola di sfogo per riuscire in parte a limitare il malcontento in alcune zone, in special modo nel Mezzogiorno. Erano per lo più contadini poveri e ignoranti. E’ anche vero che in alcune aree degli Stati Uniti l’integrazione procedette meglio rispetto che in altre: in un articolo pubblicato dal New York Times il 6 ottobre 1895, sul quartiere di Little Italy a Manhattan, si affermava:“Dopo aver imparato i nostri costumi, sono diventati cittadini industriosi”. Ma a questa vicenda positiva se ne contrapposero anche tante negative. Successe anche che alcuni lavoratori furono ingaggiati nelle piantagioni di canna da zucchero in Louisiana, di fatto andarono a sostituire gli schiavi liberati qualche anno prima. I lavoratori italiani si sentirono esclusi dalla società sudista, a larga maggioranza protestante, tanto da solidarizzare spontaneamente con la comunità dei neri liberi, trattandoli da pari. Intorno al 1910 il numero degli italiani che vivevano a New York era di quasi mezzo milione di cui due terzi tra coloro che arrivavano erano uomini. Essi vivevano in promiscuità e nella quasi totale assenza di igiene. Vivendo in comunità così chiuse riproducevano il microcosmo della società che avevano lasciato in Italia. Per gran parte dei Siciliani e dei napoletani gli Stati Uniti erano solo un luogo dove lavorare guadagnare spendere il meno possibile accumulare il denaro per poi progettare di ritornare a vivere in patria. Gli italiani che venivano concentrati presso l’Ellis Island venivano trovati quasi tutti in possesso di armi, pistole, coltelli. In America allora non vi era una legge che vietasse il porto di queste armi e pertanto la città si riempì di uomini armati. Altro elemento che favorì la l'infiltrazione di criminali in America fu l'inesistente collaborazione tra le autorità di polizia italiane e quella degli Stati Uniti. In realtà il governo americano si interessava di conoscere i precedenti dei singoli soggetti in Italia solo quando si trattava di delin quenti che si erano macchiati di diversi gravi delitti in America e avevano pertanto intenzione di espellerli. I quartieri in cui andavano ad abitare gli immigrati erano quelli più antichi della città, occupati da due generazioni prima dagli irlandesi. Si trattava di Elizabeth e Mulberry Street. Erano zone ancora in via di assestamento tra le più degradate della città. Erano infestate di malattie, rifugio per disperati e miserabili, invasa dai rifiuti. Le condizioni di vita dei migranti erano dure, ma certo non meno difficili di quelle che avevano lasciate in Italia. La case erano sporche, fredde e umide, l’unica fonte di calore erano i fornelli della cucina. Il carbone veniva ammassato nelle stanze da letto per cui le case erano sporche. In estate si moriva di caldo tanto che gli immigrati dormivano sui tetti o sulle scale antincendio. Non esisteva Pricacy. Non vi era differenza tra camere da letto e cucine. I servizi igienici erano condivisi da cinquanta persone. Non esistevano i bagni per cui per lavarsi era necessario recarsi in quelli pubblici. Tutti gli appartamenti erano infestati da insetti nocivi e roditori. Le stanze si riempivano soprattutto di sera quando gli uomini tornavano dal lavoro per mangiare e dormire. I bambini giocavano per strada non vi erano parchi per loro. L’unico vantaggio rispetto a chi lavorava in Italia era il salario. Decisamente più alto negli Stati Uniti d’America. Anche se la vita costava molto di più gli immigrati italiani, sopportando tremende privazioni, riuscivano a mettere qualcosa da parte per poi inviarlo in patria. L’alimentazione era prevalentemente basata sulla pasta e sugli ortaggi. Quasi sconosciuta era la carne. Anche gli indumenti a disposizione erano sempre gli stessi tranne la domenica dove si indossavano quelli nuovi. I lavori che erano riservati agli italiani erano quelli che non volevano fare gli americani. Raccolta di stracci, lavoro nelle fogne, trasporto della spazzatura, costruzione della metropolitana. Le donne lavoravano in laboratori male illuminati dove cucivano per nove ore al giorno. Immediati furono gli scontri con la comunità irlandese già presente a New York. Le due comunità iniziarono da subito un vero e proprio conflitto razziale. Gli italiani, come prima detto, erano talmente disprezzati che quando una famiglia italiana si stabiliva in un caseggiato gli irlandesi si trasferivano. I nostri migranti venivano derisi e oltraggiati con i peggiori epiteti: mangaspaghetti, cafoni e con il più detestato tra tutti guinea che equiparava gli italiani agli schiavi importati dalla costa occidentale africana. In quegli anni furono gli irlandesi a controllare la metropoli attraverso Tammany Hall, un'organizzazione politica di matrice irlandese. Era evidente che il controllo politico sociale avvenisse con la violenza.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
DON VITO CASCIO FERRO

DON VITO CASCIO FERRO

2020-12-1013:10

Vito Cascioferro. può essere considerato il tramite tra le organizzazioni criminali dalla Sicilia con quelle già ramificate negli Stati Uniti. Ai tempi dei fasci siciliani si avvicinò ai movimenti socialisti e anarchici che chiedevano l'occupazione dei latifondi, tanto da emergere quale presidente dei Fasci di Bisacquino nel 1892. La sua spregiudicata ambivalenza gli permette di costruire una rete di traffici, connivenze, favori, omicidi, avvalendosi anche del sostegno popolare che vede in lui un paladino degli oppressi, in quel momento diventa agli occhi dei suoi conterranei un Padrino. Processato per questa vicenda ricevette una condanna a tre anni. Per sfuggire alla sorveglianza speciale della polizia in Sicilia, partì per gli Stati Uniti. Arrivò a New York City alla fine di settembre 1901. Con lo scopo di controllare meglio il traffico dei migranti alloggiò presso la sorella a Manhattan. A Little Italy diventa una figura di spicco degli ambienti mafiosi. Si può attribuire a lui l’invenzione di Cosa Nostra negli Stati Uniti e la creazione del racket, parola che deriva dal nostro “ricatto”. A lui è attribuita la parola ‘pizzo.’ Termine che deriva dalla frase “Fateci bagnare u’pizzu”, cioè il becco. Don Vito viene anche accolto come un rivoluzionario dagli anarchici italiani immigrati tra i quali cerca manovalanza per i suoi crimini. E’ proprio dagli anarchici che Cascioferro prende il simbolo della Mano Nera. L'ambiente anarchico americano era il risultato dell'oppressione degli italiani nella società americana ed era spesso contiguo a quello della mafia. Secondo la fonte più accreditata morì per cause naturali nel 1945, mentre scontava la pena nel carcere dell'Ucciardone a Palermo, come un comune delinquente, nonostante fosse stato considerato uno dei capi della mafia di quei tempi sia in Italia che negli USA.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
LA MANO NERA

LA MANO NERA

2020-12-1509:43

Durante gli anni 90 del 1800 iniziò a prendere piede il Racket delle estorsioni. Nei primi anni del novecento un'ondata di terrore senza precedenti in tempo di pace percorse gli Stati Uniti. I componenti della organizzazione segreta minacciava di morte gli appartenenti alla comunità italiana se non accettavano di pagare. Gli accoliti della mano nera bruciavano o facevano esplodere le case, rapivano i figli delle vittime. La repressione da parte delle istituzioni preposte al contrasto era pressoché inefficace, infatti la popolazione sana non collaborava. Si stima che su 250 reati commessi nel quartiere di Little Italy solo uno ne veniva denunciato. L’organizzazione criminosa che diede vita al racket si firmava con il disegno di una mano nera, e la polizia, composta di irlandesi e olandesi, non sapeva che pesci prendere. I capi della Mano nera erano in origine gli appartenenti al sodalizio della Mafia siciliana. Molti dei peggiori criminali erano emigrati, assieme ai tanti onesti italiani, negli USA. I componenti della Mano Nera apprendono anche delle tecniche criminali dai clan irlandesi. Tra le più feroci ricordiamo il taglio dei genitali e il fendente. Di fatto però l’organizzazione italiana si imporrà su tutte le altre. La società criminale della mano nera era composta da centinaia di piccole gang che possedevano comuni tattiche e rituali. Il fenomeno criminale non riguardava solo New York, la paura si propagava di città in città diffondendosi nello stato come un incendio. La stampa parlava di 30.000 affiliati all'organizzazione che operava in dodici paesi e nell'anno 1907, nel solo distretto di Manhattan si attribuirono alla Mano Nera ben 300 omicidi, e sempre in quel periodo si contavano quattro attentati al giorno.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
LETTERE DI SCROCCO

LETTERE DI SCROCCO

2020-12-1902:492

La lettera di scrocco è una missiva estorsiva che veniva recapitata a famiglie italiane che avevano un minimo di reddito aggredibile. I messaggi della società segreta manoscritti su lettere minatorie erano ornati da disegni di bare e croci nere, teschi con le tibie incrociate. Agli avvisi seguivano attentati ed assassini. In realtà questa procedura criminosa non era certo stata messa a punto negli Stati Uniti d’America. In Sicilia, come è documentato negli archivi dei Tribunali, nello stesso periodo e in anni antecedenti, il fenomeno delle lettere di scrocco era molto diffuso. Le lettere contenevano la richiesta di cospicue somme di denaro.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
LA CONTRAFFAZIONE

LA CONTRAFFAZIONE

2021-01-0505:59

1.8 La ContraffazioneLa contraffazione e la spendita di banconote false fu, assieme ai reati di estorsione e di sequestro di persona, una delle prime attività criminali, o meglio un racket, nella quale si inserirono i criminali italiani appena giunti nel nuovo continente. Per contrastare la contraffazione, il 5 luglio 1865 il governo federale istituì i servizi segreti. A dirigere la sezione dei servizi segreti della metropoli americana vi era un ufficiale di origine Irlandese, tale William Flynn. I soldi contraffatti venivano per lo più spacciati da piccoli criminali che li rifilavano a baristi e commercianti. Tale attività veniva praticata in piccole comunità di immigrati dove la popolazione era costituita da poveri sprovveduti. I quartieri dove maggiormente avveniva la spendita di valuta falsa erano quelli italiani come Little Italy e quelli ebraici. . I primi importanti arresti di falsari e spacciatori di dollari falsi furono effettuati nel 1900. Due personaggi di spicco furono accusati, ovvero Giuseppe Morello e Calogero Maggiore. Le indagine condotte dai servizi segreti furono avviate nel momento in cui si rinvennero banconote contraffatte da 5 dollari, nei quartieri di Brooklyn e North Beach. I due criminali furono accusati di stampare le banconote contraffatte su carta molto povera con una lavorazione rozza. Morello, dopo l’arresto preventivo fu scarcerato, non potendo gli investigatori fornire prove certe.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
2.1 I COMPONENTI DELLA PRIMA FAMIGLIA MAFIOSA D’AMERICA.Grazie alle indagini dei Servizi Segreti finalizzati al contrasto e alla falsificazione e spendita di banconote false a New York si raccols ero le prove che operasse “La più segreta e terribile organizzazione del mondo” così come scrisse l’eminente New York Times definendo la mafia. I componenti della consorteria erano immigrati siciliani. Tra i più importanti citiamo: Vito Cascio Ferro, Giuseppe Morello,Ignazio Lupo, Ciro Terranova, Nick Terranova, Vincenzo Terranova, Giuseppe Fontana, Tommaso Petto, Giuseppe Fanaro, Vito Lo Baido, e Antonio Genova.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
GIUSEPPE MORELLO GUIDA LA PRIMA FAMIGLIA MAFIOSA D’AMERICAGiuseppe Morello, fu conosciuto anche come “Artiglio”, “Mignolo” e “Jack un Dito”. Il soprannome gli deriva dalla mano destra deforme, simile alla chela di un’aragosta, che teneva appesa al collo con un cordone bianco. Arrivò negli Stati uniti d’America nel 1982. Nacque a Corleone nel 1867. Scappò dalla Sicilia poiché sospettato di un omicidio e abigeato e inoltre condannato per il reato di falsificazione di monete e spendita di monete false. Dopo essersi stabilito in America, esattamente sei mesi dopo, fu raggiunto da: sua madre Angela Piazza, dal patrigno Bernardo Terranova, già appartenente anch'egli alla cosca mafiosa dei “Fratuzzi”, da quattro sorelle e i suoi fratellastri Nicola, Ciro e Vincent Terranova. Durante i primi anni della sua nuova vita americana non sembrava che Morello avesse intenzione di riprendere l’attività criminosa che invece aveva caratterizzato quella lasciata a Corleone. Forse temeva di essere rimpatriato, infatti lo attendevano diversi anni di carcere a causa di una sentenza divenuta definitiva. Giuseppe Morello il quale, a causa dei continui fallimenti imprenditoriali, rimasto senza sostanze e a causa della sua indole, riprese la sua attività criminosa. Nel periodo compreso tra il 1898 e il 1899 molto probabilmente il corleonese riprese l’attività di falsario. opo una iniziale proficua partenza l’attività criminosa ebbe una brutta imprevista battuta d’arresto. Tre componenti della banda furono tratti in arresto per spaccio di dollari falsi e portati al 74° distretto e lì rinchiusi per tutta la notte. L'indomani furono processati e fu chiesta una cauzione di tremila dolori per la loro liberazione. L'11 giugno 1900, viene arrestato insieme a Colagero Maggiore. Vennero accusati della spendita di soldi falsi. Ad operare l’arresto furono i Servizi Segreti che indagarono sulla immissione di soldi falsi del taglio di cinque dollari nel quartiere di Brooklyn. Dopo il processo Morello fu rilasciato. Nel 1910, Giuseppe Morello e Ignazio Lupo venivano giudicati colpevoli e condannati e associati al Penitenziario federale di Atlanta con l'accusa di falsificazione di dollari. Giuseppe Morello fu condannato a 30 anni di carcere. A subentrargli nel controllo della consorteria furono il fratellastro Nicolò terranova fino al 1916. Una volta uscito dal penitenziario federale di Atlanta nel 1920, Morello cercò di riprendere il controllo della sua famiglia mafiosa. Morello, conscio che aveva fatto il suo tempo, passò il potere a Masseria diventando di fatto il suo consigliere. Il corleonese pertanto prosperò sotto la protezione del Massaria durante gli anni del proibizionismo. il 15 agosto 1930, nell'ambito di quella che verrà ricordata come la guerra la guerra Castellammarese, fu ucciso insieme al suo socio Joseph Perriano.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
LUPO WOLF

LUPO WOLF

2021-01-2210:19

Lupo WolfIgnazio Lupo nasce a Palermo nel marzo del 1877. Nel 1898, a seguito di un litigio avvenuto nel suo negozio, uccise a colpi d’arma da fuoco, Salvatore Morello un commerciante suo concorrente. Favorito dalla famiglia, espatriò clandestinamente a New York. A New York iniziò un’attività commerciale sulla 72esima Strada assieme a un cugino di nome Saitta. A seguito di una controversia con quest’ultimo spostò la sua attività a Brooklyn dove commercio prodotti alimentari provenienti dall’Italia quale olio, formaggi e vino. Nel 1901 trasferì la sua attività da Brooklyn a Manhattan, e ampliò la sua attività di importazione e aprì un nuovo negozio ai numeri 210–214 di Mott Street. Già nel 1902 Lupo fu visto andare in giro e frequentare elementi della banda Morello. Già per i servizi segreti il duo Morelo Lupo formavano una formidabile coppia di criminali. Per rafforzare la loro unione nel 1904, Ignazio Lupo si unì alla famiglia Morello sposando Salvatrice, sorella dei fratelli Terranova. Nonostante Lupo fosse più giovane del Morello, e apparentemente meno esperto, in realtà era estremamente intelligente e spietato. Lupo fu sospettato di almeno 60 omicidi e potrebbe averne uccisi molti di più. Tuttavia, non fu mai imprigionato prima del 1910. n quell’anno l’otto gennaio, nell’ambito del caso conosciuto come la contraffazione delle Highland, gli agenti dei servizi segreti fecero un'irruzione a Brooklyn 16esima Strada. A seguito della perquisizione nella stanza al piano superiore venivano rinvenuti: un revolver, lettere, passaporti e un libretto bancario contenente i nomi di John Lupo, Joseph Lo Presti e Giuseppe Lo Presti. In conseguenza al processo che ne scaturì in merito a questa vicenda Lupo fu condannato a 30 anni e imprigionati nel carcere federale di Atlanta. gli fu concessa la libertà condizionale il 30 giugno 1920.Apena uscito dal carcere Lupo diede vita a un racket delle estorsioni le cui vittime furono i fornai. Nel 1936, il governatore di New York Herbert Lehman presentò una petizione al presidente Franklin D. Roosevelt affinché Lupo tornasse in prigione per la sua diffusa attività estorsiva. Pertanto fu di nuovo arrestato e associato al carcere federale di Atlanta per scontare alcuni anni della sua condanna originale che gli avevano condonato per il reato di falsificazione di moneta. Quando fu rimesso in libertà tornò a Brooklyn, era debole e malato di demenza senile, tanto che morì nel 1947 per cause naturali.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
CIRO TERRANOVA

CIRO TERRANOVA

2021-01-2409:03

Musiche di Syon (Thomas Nicosia) Prelude in EmCiro Terranova nacque nel luglio 1888 a Corleone, in Sicilia. Fratellastro di Giuseppe Morello. Nel 1893 Ciro si trasferisce a New York con, la madre, quattro sorelle, e i fratelli Vincenzo e Nicolò dove si riunì con il fratellastro Giuseppe Morello, lì immigrato sei mesi prima. Giunti nelle metropoli i fratelli Ciro e Vincent iniziarono a frequentare la scuola e inoltre collaborarono il padre nell'attività di stuccatore nei fine settimana e la sera. Ciro inoltre lavorò come cameriere nel ristorante gestito dal fratellastro Giuseppe Morello, ubicato su Prince Street. Nel 1910, il fratellastro Giuseppe Morello e Ignazio Lupo furono entrambi arrestati e associati al penitenziario federale di Atlanta con l'accusa di falsificazione di dollari. Pertanto Ciro, Vincent e Nick presero in mano le sorti della famiglia mafiosa Morello e ben presto si imposero nel quartiere di Harlem. Ciro iniziò l’attività di commercio all’ingrosso di carciofi tanto da guadagnarsi il soprannome di “Re dei carciofi". Si trattava di un vero e proprio Racket. Infatti egli acquistava gli ortaggi dalla California e li rivendeva a New York con un maggiorazione che andava dal 30-40%. I commercianti al dettaglio, a causa delle minacce e all’imposizione mafiosa esercitata da Ciro e dalla sua banda, non potevano rifiutarsi di comprare i carciofi da lui e al prezzo che il mafioso stabiliva. Nel 1910 il fratellastro Giuseppe Morello e Ignazio Lupo furono incarcerati nella prigione federale di Atlanta con l'accusa di contraffazione, Ciro, Vincent e Nick riempirono il vuoto di potere. Ben presto divennero i più importanti mafiosi della parte italiana del quartiere di Harlem, alla guida della famiglia Morello. Lucky Luciano incaricò Michael "Trigger Mike" Coppola di annientare Terranova, lasciandogli solo il racket dei carciofi come unica fonte di guadagno legittima. Fu il sindaco di New York Fiorello La Guardia a metterlo in ginocchio. Il 21 dicembre 1935 il sindaco si recò al Bronx Terminal Market e vietò la vendita, l'esposizione e il possesso di carciofi. Nel 1937 Ciro era completamente rovinato tanto che viveva di prestiti e per tale ragione perse la casa. Morì al Columbus Hospital per un ictus il 20 febbraio del 1938, e fu di fatto l’unico dei fratelli Terranova a morire sul proprio letto.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
Musiche di Syon (Thomas Nicosia) Prelude in EmI crimini per cui fu sospettata la banda Morello furono numerosi e vari. il 23 luglio 1902 quattro ragazzi andarono a nuotare al Bay Bridge, sulla 73esima strada. Uno dei ragazzi notò un sacco di patate a pochi metri dalla banchina. I ragazzi curiosi, sperando di trovare qualcosa di utile, squarciarono il sacco con un temperino facendo una macabra scoperta. All’interno vi era un cadavere che presentava, legate con una corda, le caviglie contro il sedere e presentava una profonda ferita alla gola che andava da un orecchio all'altro. Dopo aver identificato il nome del cadavere ovvero Giuseppe Catania, gli investigatori andarono a consultare il dossier che lo riguardava. Si trattava di un droghiere di Brooklyn, con bottega al 165 di Columbia Street. La moglie e i sei figli riferirono ai poliziotti che li interrogavano che il congiunto mancava da casa da due giorni e che non aveva nemici. L’unico dato investigativo di rilievo fu la circostanza che l’ultima volta che Giuseppe Catania fu visto da vivo si trovava a Manhattan, in compagnia di Lupo detto Wolf, per il disbrigo di alcune pratiche presso l’ufficio delle dogane. Furono ancora una volta i Servizi Segreti, diretti dal tenace William Flynn a dare una svolta alle indagini. Un anno dopo l’omicidio, Salvatore Clemente, informatore dei servizi, e appartenente alla banda dei Frauto, rivelò che Giuseppe Morello e Domenico Pecoraro furono i responsabili di quell’omicidio. Gli investigatori federali si convinsero che Catania fosse un membro della banda Morello e proprio nel suo esercizio commerciale si spacciassero dollari falsi. Il problema di Catania era l’alcolismo infatti una volta ubriaco parlava troppo. Nonostante questi accertamenti, la polizia non ebbe mai prove a sufficienza per giustificare un’azione penale contro i componenti della banda o su singoli elementi. Altra data significativa è quella del 20 febbraio 1908. Quel giorno fu fatta una tetra scoperta a Brooklyn. Il corpo di Salvatore Marchionne fu trovato morto in conseguenza di una serie di ferite da taglio diffuse in tutto il corpo e con il naso e la lingua amputati. In una delle tasche fu rinvenuto un biglietto indirizzato a tale Antonio Ganci. Il 22 febbraio si presentò alla stazione di polizia di Hamilton Avenue tale Antonio Ganci un falsario che fu tratto in arresto. gli affermò che la vittima non era in grado di leggere, e spesso egli lo aiutava a leggere la sua posta. Pertanto fu arrestato Giuseppe Fanaro, cognato di Ganci nonché organico alla alla consorteria di Morello. Fanaro dichiarò di essere uno scaricatore di porto che lavorava a Brooklyn per una società che importava frutta. Nessuna accusa gli fu mossa e pertanto fu scarcerato. Si avanzò l’ipotesi che Marchionne fosse stato ucciso dalla mafia, in relazione a un caso di omicidio in Sicilia, appena quest’ultimo fosse giunto in America.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
Musiche di Syon (Thomas Nicosia) Prelude in EmIl personaggio sul quale ruota questo caso è Antonio Comito. Nato nel 1880 a Catanzaro, prima di emigrare a New York, nel giugno 1907, aveva lavorato come tipografo. Comito, nonostante fosse sposato in Calabria, a New York viveva assieme a una compagna di nome Katrina Pascuzzo. Il tipografo calabrese venne anche nominato vice presidente di una società chiamata "Figli d'Italia". Si trattava di una associazione a tutela e sostegno degli immigrati italiani appena arrivati in America. Tramite i componenti di questa società veniva in contatto con Antonio Cicala. Quest’ultimo si presentò al calabrese come un siciliano che lo avrebbe fatto lavorare presso una sua tipografia di Filadelfia a venti dollari al giorno. L’undici novembre dello stesso anno Cicala si presentava a casa di Comito con due uomini. I quattro uomini, insieme alla donna, salirono a bordo del traghetto attraccato al molo 24 per iniziare il viaggio che da New York li avrebbe portati a risalire il fiume Hudson. La coppia assieme ai brutti ceffi giunsero in nottata nella località di Highland. Da lì proseguirono verso sud sino a raggiungere un'azienda agricola di proprietà di Salvatore Cinà. La fattoria era inserita dentro un appezzamento di terra di 42 acri, all'interno del quale vi erano con due case, tre fienili e una stalla. Era il 15 dicembre quando Comito rivide Cinà e Cicala. Giunsero con i clichè per la stampa di banconote e false e svelò il segreto che aveva ricoperto quella operazione sino a quel momento. Comito in un primo momento cercò di ribellarsi. Non aveva certo intenzione di contribuire a quell’attività criminosa. A quel punto i due criminali uscirono al naturale e Cicala lo minacciò di ucciderlo senza mezzi termini e di seppellirlo nel bosco dove nessuno lo avrebbe mai trovato. Il siciliano spiegò dettagliatamente quale sarebbe stato il loro compito mostrando la carta da stampa e un inchiostro verde adatto a stampare le banconote canadesi. Il tipografo, considerato lo stato di necessità in cui si trovava, non avendo altra via d’uscita, rassicurò i due siciliani che avrebbe fatto del suo meglio per stampare le banconote false.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
Musiche di Syon (Thomas Nicosia) Prelude in EmNel gennaio 1909 furono procurati i supporti per effettuare la stampa dei dollari falsi. Pertanto Comito assieme agli uomini presenti dentro la fattoria, iniziarono a stampare le banconote prova da $ 5 canadesi. La contraffazione delle banconote canadesi era molto complessa e faticosa. Ad ogni modo furono stampate banconote per un ammontare di 17.545 dollari canadesi. Il lavoro fu ultimato a fine gennaio e le banconote contraffatte furono inserite in scatole vuote di maccheroni. Di ritirare le banconote si occupò Cicale. Era chiaro che sarebbero state smistate in tutti gli Stati Uniti tramite una rete di spacciatori. Conclusa la produzione delle banconote canadesi, i falsari si dedicarono a quella delle banconote di taglio da due dollari americani. Nonostante gli estenuanti tentativi, e la miscelazione dei colori, la banda dei falsari non riuscì a raggiungere la giusta tonalità delle banconote da due dollari. Alla fine delle prove Cicala arrivò alla conclusione che occorreva incaricare uno specialista in inchiostri per ottenere l’effetto desiderato. La produzione di banconote falsificate nella fattoria di Highland riprese ai primi di febbraio. All'inizio di marzo, Comito si recò con Cicala a New York al numero 5 di Jones Street. Il viaggio fu finalizzato all’incontro con tale Giuseppe Calicchio. Nato in Campania nel 1858, Calicchio era arrivato a New York nel 1906. Calicchio accettò e si recò, assieme agli altri due, nelle Highland. Egli ritoccò e migliorò i clichè, che vennero montate sulla macchina da stampa, e iniziò a mescolare sapientemente gli inchiostri in modo da iniziare a stampare un nuovo lotto di banconote contraffatte da 2 dollari. Comito e Calicchio stamparono circa 32.000 nuove banconote da due dollari. Alla fine di maggio Cinà tornò alla fattoria. Lì informò i falsari che l’attività di contraffazione doveva terminare. Inoltre venne l’incarico di smantellare la tipografia poiché era preoccupato per la continua sorveglianza della polizia. Successivamente la banda di Morello ricevette molti ordini per la falsificazione delle banconote da $ 2. Infatti il procedimento della stampa, che era stato migliorato, fu considerato un successo. Una notte due sconosciuti arrivarono sino alla fattoria, e dopo aver bussato alla porta, chiesero di parlare con il proprietario. Vincent e Comito mentirono riferendo che erano solo degli operai della fattoria e che erano stati assunti per la raccolta delle ciliegie. I due sconosciuti a quel punto si allontanarono affermando che sarebbero ritornati. Comito, innervosito da quella visita inaspettata, fuggì a New York. La banda a quel punto si attivò per spacciare la grande quantità di banconote false che erano state stampate.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
Musiche di Syon (Thomas Nicosia) Prelude in EmNell'estate del 1909, i servizi segreti ricevettero delle denunce da parte di banche e proprietari di negozi per la gran quantità di valuta falsa immessa. na svolta si ebbe quando William Flynn per indagare si recò a Pittston, in Pennsylvania. Si trattava di una città carbonifera molto sporca e molto violenta. L’attività investigativa premiò i solerti inquirenti, infatti fu individuato un siciliano di nome Sam Locino. I sospetti degli agenti diventarono prove schiaccianti contro di lui se fossero portate in tribunale, infatti fu trovato in possesso di diversi dollari falsi. Flynn aveva capito che il delinquente siciliano poteva essere utile a svelare i segreti dell’organizzazione criminale che stava dietro la falsificazione dei dollari falsi. Lo prese con le buone e gli promise che non l'avrebbe mai fatto testimoniare davanti un tribunale e che il suo nome non sarebbe mai dato alla stampa. Il primo nome che uscì dalla bocca del collaboratore fu quello di tale Boscarini. Il piano di William Flynn era il seguente. Locino avrebbe inviato una lettera a Giuseppe Boscarini a New York con la richiesta di altre banconote false da spacciare. Questa operazione consentì al capo della sezione dei servizi segreti di New York di ottenere le prove sufficienti per arrestare e far condannare Boscarini. Flynn ideò un piano molto efficace. Diede all’infiltrato diversi dollari con i quali quest'ultimo doveva acquistare delle banconote false. Dopo aver ricevuto i dollari originali presso l’ufficio postale Boscarini, fu seguito per New York da agenti dei servizi segreti. Fu visto entrare nel 236 97 th Street, un negozio di alimentari all'ingrosso di proprietà di Lupo. A quel punto gli agenti iniziarono la sorveglianza di quel negozio di alimentari, annotando tutti coloro che vi entrarono. Cominciarono ad annotare tutti coloro che entravano ed uscivano da quel locale. Tra coloro vennero identificati oltre a Boscarini, Cicala, Morello e persino Lupo. A seguito dell'attività investigativa gli uomini dell’agenzia scoprirono una fitta rete di spacciatori di banconote false che si estendeva per molte città molto popolate degli Stati Uniti con presenza di immigrati italiani e nello specifico Chicago e New Orleans. Lupo e Morello gestirono l’intero traffico e muovevano i loro uomini come delle marionette attaccati a dei fili. Gli introiti derivanti dalla stampa e dalla vendita dei dollari falsi avrebbero sicuramente fatto arricchire notevolmente. A dare materiale probatorio rilevante contro i vertici della Cosa Nostra di New York fu proprio Lupo. Dai pedinamenti di Lupo gli agenti compresero che egli effettuò una visita nelle Highland per esaminare le ultime partite di dollari falsi. Una volta individuata la località dell'Highland i tutori dell’ordine iniziarono a fare delle domande agli abitanti e riuscirono anche ad individuare la fattoria di Cicala dove i falsari stamparono le banconote false. Il direttore della posta confermò agli investigatori che spesso Cicala andava a ritirare dei pacchi e che era accompagnato da Cinà. Furno anche confermati i rapporti tra Cinà e il cognato Vincenzo Giglio. A quel punto l'agenzia fu in possesso di prove sufficienti per poter affermare che la fonte delle banconote contraffatte fosse effettivamente la banda di Morello.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
GLI ARRESTI

GLI ARRESTI

2021-02-2609:57

Musiche di Syon (Thomas Nicosia) Prelude in EmUna volta che gli agenti dei servizi segreti ebbero chiara quale fosse l'organizzazione che si occupava della contraffazione e dello spaccio dei dollari falsi, iniziarono a programmare la cattura degli appartenenti alla banda Morello. Il 15 novembre del 1909 gli agenti dei servizi segreti seguirono Cicala sino al suo appartamento al 54 Spring Street. Lo spacciatore di soldi falsi corleonese fu tratto in arresto. Furono anche tratti in arresto Leo Luca Vasi, Pasquale Vasi e Giuseppe Amato. I tre furono accusati di gestire le banconote false della banda. Infatti, nella loro abitazione, a seguito di perquisizione, gli agenti misero le mani su oltre mille banconote contraffatte da $ 2 . Nella stessa giornata, un altro contingente dei servizi segreti sorpresero Giuseppe Morello e il fratellastro Nick Terranova a letto entrambi armati. Assieme a Morello fu arrestato anche il fratellastro Nick Terranova. Quel giorno ben quattordici membri della banda furono catturati in tutta la città. Il 10 Dicembre del 1909 , Calicchio fu visto entrare in una casa a numero 231 107 °. Questa fu l’abitazione di un uomo noto come Rizzo, il quale aiutò la banda a comprare una pressa per la stampa nel precedente giugno. Ma comunque Calicchio fu arrestato successivamente a gennaio del 1910 dopo essersi recato a Filadelfia. Dopo aver fatto irruzione nel suo appartamento, Comito fu tratto in arresto il 4 gennaio 1910 sempre dagli agenti dei servizi segreti. Il 5 Gennaio 1910, gli agenti giunsero presso il negozio Giuseppe Palermo con insegna 'Joe Palermo & Company. Lì traevano in arresto Cinà e Giglio. L’ 8 gennaio 1910, agenti dei servizi segreti si riunirono al 8804 Bay 16 ° Street, Bath Beach, Brooklyn. La casa fu affittata da Lupo con il nome di Joe L0 Presti. Dopo l’irruzione all'interno arrestarono Lupo the Wolf e Giuseppe Palermo. Nick Sylvester, che custodì le fattorie e trasportò i messaggi, non fu necessario cercarlo per arrestarlo. Il giovane delinquente fu già incarcerato, con una precedente accusa per furto, nel carcere di New York, tristemente conosciuto come le Tombe. Infatti, l’edificio somigliava a una tomba egizia.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
Musiche di Syon (Thomas Nicosia) Prelude in EmCon la maggior parte degli appartenenti della banda Morello di fatto detenuti, fu fissata la data del processo il 26 gennaio 1910. La famiglia Morello iniziò a costruire falsi alibi per il loro capo imprigionato. Il piano consisteva nel far deporre dei medici mendaci che dichiarassero come la salute del Morello fosse non compatibile con le attività illecite di cui era accusato, ovvero, che era stato a letto tormentato dai reumatismi durante il 1909. Furono portati a deporre anche testimoni dalle Highland; il direttore delle poste, un barbiere e diversi operatori telefonici. Il direttore delle poste dichiarò di aver ricevuto corrispondenza per Morello e di avergliela consegnata e di averlo visto in città in diverse occasioni. Lupo, affermò di essere rimasto ad Ardonia, con la famiglia di William Oddo. In realtà the Wolf era riuscito a eludere la sorveglianza del personale dei servizi segreti da quando era scomparso da New York all'inizio del 1909, ma era stato identificato dalle ragazze della centrale telefonica delle Highland. Il colpo di scena di tutto il processo fu quando fu chiamato a testimoniare Comito che era il principale teste dell’accusa. Cos’era successo dopo la cattura del tipografo? Il Calabrese per assicurarsi di non essere accusato e per ricevere altri vantaggi quali soldi e nuova sistemazione per lui e per la sua compagna, aveva raccontato tutta la sua vicenda vissuta nella Highland agli agenti dei servizi segreti che non lo arrestarono e lo portarono a testimoniare contro Morello e la sua consorteria. Fu davvero un duro colpo per gli imputati e nello specifico per Morello che prima di quella testimonianza era sicuro di uscire assolto dall’aula di tribunale. Il processo si concluse il 19 febbraio. La giuria impiegò solo un'ora per giungere a una decisione di condanna per ogni imputato. Prima che la sentenze venisse emessa, il tribunale fu fatto sgomberare da parenti e curiosi. Giuseppe Morello, il leader della banda, fu condannato a 25 anni di lavori forzati e una multa di 1000 dollari. Nonostante avesse chiesto la sospensione della pena e il permesso di tornare in Italia, fu trascinato fuori dall'aula del tribunale urlando. Ignazio Lupo fu condannato a trent'anni di lavori forzati e 1000 dollari di multa.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
Musiche di Syon (Thomas Nicosia) Prelude in EmCon la maggior parte degli appartenenti della banda Morello di fatto detenuti, fu fissata la data del processo il 26 gennaio 1910. La famiglia Morello iniziò a costruire falsi alibi per il loro capo imprigionato. Il piano consisteva nel far deporre dei medici mendaci che dichiarassero come la salute del Morello fosse non compatibile con le attività illecite di cui era accusato, ovvero, che era stato a letto tormentato dai reumatismi durante il 1909. Furono portati a deporre anche testimoni dalle Highland; il direttore delle poste, un barbiere e diversi operatori telefonici. Il direttore delle poste dichiarò di aver ricevuto corrispondenza per Morello e di avergliela consegnata e di averlo visto in città in diverse occasioni. Lupo, affermò di essere rimasto ad Ardonia, con la famiglia di William Oddo. In realtà the Wolf era riuscito a eludere la sorveglianza del personale dei servizi segreti da quando era scomparso da New York all'inizio del 1909, ma era stato identificato dalle ragazze della centrale telefonica delle Highland. Il colpo di scena di tutto il processo fu quando fu chiamato a testimoniare Comito che era il principale teste dell’accusa. Cos’era successo dopo la cattura del tipografo? Il Calabrese per assicurarsi di non essere accusato e per ricevere altri vantaggi quali soldi e nuova sistemazione per lui e per la sua compagna, aveva raccontato tutta la sua vicenda vissuta nella Highland agli agenti dei servizi segreti che non lo arrestarono e lo portarono a testimoniare contro Morello e la sua consorteria. Fu davvero un duro colpo per gli imputati e nello specifico per Morello che prima di quella testimonianza era sicuro di uscire assolto dall’aula di tribunale. Il processo si concluse il 19 febbraio. La giuria impiegò solo un'ora per giungere a una decisione di condanna per ogni imputato. Prima che la sentenze venisse emessa, il tribunale fu fatto sgomberare da parenti e curiosi. Giuseppe Morello, il leader della banda, fu condannato a 25 anni di lavori forzati e una multa di 1000 dollari. Nonostante avesse chiesto la sospensione della pena e il permesso di tornare in Italia, fu trascinato fuori dall'aula del tribunale urlando. Ignazio Lupo fu condannato a trent'anni di lavori forzati e 1000 dollari di multa.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-della-mafia-americana--4689841/support.
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