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Be-Tales, un grande racconto sui Beatles
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Be-Tales, un grande racconto sui Beatles

Author: Radio Beckwith

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Una canzone dei Beatles al giorno. Storie e approfondimenti sull'intramontabile parabola dei Fab Four. Scritto e condotto da Gigi Giancursi.
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Non ci si rende conto della velocità vorticosa con la quale i Beatles hanno consumato la loro carriera se non la si guarda da vicino. Le Get Back Session, immortalate dal film omonio di Peter Jackson, si sono svolte nel gennaio del 1969. Per cui ci si potrebbe immaginare che i Beatles arrivino in questo periodo dopo un lasso di tempo sufficiente per permettere loro di avere nuove idee. Niente di più sbagliato. Soltanto due mesi prima, nell’ottobre del 1968, i Beatles stanno finendo di registrare il White album, un disco doppio. Nel novembre di quell’anno, data nella quale The White Album esce per il pubblico, Yoko Ono viene ricoverata in ospedale per un aborto spontaneo, Lennon viene incriminato per possesso di marjuana, Harrison produce nuovi brani per colonne sonore e la Apple è in pieno fermento.
L’ultima apparizione dal vivo di John Lennon venne registrata al Waldorf Astoria Hotel di New York nel 1975, 18 aprile e sarebbe stata trasmessa a giugno di quell’anno in televisione. I Beatles erano ormai sciolti da cinque anni. La trasmissione era un tributo a sir Lew Grade, impresario del mondo dello spettacolo e l’esibizione prevedeva pubblico dal vivo, le grandi star americane. Sofia Loren era tra il pubblico e ha potuto godersi l’esibizione di Lennon.
Nel febbraio del 1964 i Beatles approdano in America all’Ed Sullivan Show riscuotendo un successo esagerato, più alto di ogni aspettativa. Torneranno in America nell’estate dello stesso anno mentre si dedicano, in marzo e aprile, al loro primo film diretto da Richard Lester, A hard day’s night il quale deve essere naturalmente corredato di musica. C’è una scena in particolare, quella in cui i nostri quattro fuoriescono da un edificio in mezzo a sagome d’arpa e pianoforti e si trovano all’aperto ai Thornbury Playing Fields, detti anche Thornbury Park, un parco a metà strada tra il centro di Londra e l’aeroporto di Heathrow.
Il 20 maggio del 1966 a Chiswick House arrivano i Beatles. Chiswick House si trova in un’ansa del Tamigi nella zona est di Londra. Vecchia villa di ispirazione palladiana appartenuta a nobili famiglie, diventa un luogo pubblico sul finire degli anni ‘20 del ventesimo secolo. La villa ha un parco con molte statue, è il tentativo di imitare lo stile patrizio dell’Antica Roma a Londra. I Beatles non sono lì per un concerto. Devono girare i videoclip promozionali per le due canzoni che comporranno il singolo Paperback writer / Rain. Che uscirà due giorni dopo, il 30 maggio.
Uno degli aspetti più interessanti dell’epoca attraversata dai Beatles è stata la continua contaminazione di stili e generi che gli attori su questo set musicale hanno portato avanti modificando profondamente la musica stessa. If I needed someone fu scritta da Harrison, una delle poche Harrisongs, come venivano definite, con in mente una band californiana che aveva smosso in maniera decisa la scena californiana e quindi americana: i Byrds.
Al ritorno dalla loro prima tournée americana i Beatles sono già al lavoro dopo nemmeno una settimana. Hanno delle nuove canzoni da incidere, devono apparire a Shindig, la trasmissione musicale preferita dei giovani americani. Registrano la loro apparizione in Inghilterra, nella quale sono appena tornati, il 3 ottobre del 1964 negli studi di Fulham chiamati Granville Studios. Il Granville era un teatro di fine ottocento con la capienza di oltre mille posti che era stato riconvertito negli anni ‘50 per essere adibito a enorme studio televisivo.
In un’intervista rilasciata nel 2019 a Paddy O’Connell, presentatore radio-televisivo inglese, Pattie Boyd ripercorre le molte stanze della propria vita e, proprio per questa ragione, ci si sofferma sui momenti in cui Pattie si ritrovò partecipe in prima fila dell’universo Beatles con George Harrison come fidanzato. I due si erano conosciuti sul set di A Hard Day’s night, dove Patty compare nelle scene sul treno. George la invitò da subito ad uscire la sera, finite le riprese e Pattie mostrò una reticenza dovuta al fatto che fosse stanca e, soprattutto, alla sua situazione sentimentale: era fidanzata.
L’area del Merseyside, la culla dei Beatles e del fiume Mersey sull’estuario del quale sorge Liverpool fu la seconda area più attaccata dell’Inghilterra, dopo Londra, a causa del porto della città che aveva una funzione logistica non indifferente e delle industrie a supporto degli sforzi bellici e per questo subiva i raid della Luftwaffe, la batteria aerea tedesca. Più di 4.000 civili morirono sotto le bombe nell’area del Merseyside durante i bombardamenti aerei della Seconda Guerra Mondiale.
Il 19 febbraio del 1965 i Beatles sono in studio a registrare You’re going to lose that girl. In tre ore esce la versione che verrà inserita in Help!, album e film. Nei giorni precedenti hanno già registrato altre canzoni, la Northern Song, la loro compagnia editoriale è stata quotata in borsa, Ringo Starr si è sposato, John Lennon ha finalmente passato l’esame per avere la patente. Il loro gennaio era stato fittissimo con Another Beatles Christmas Show
Hey Jude è una tra le canzoni più conosciute dei Beatles. Un vero capolavoro che porta la firma di McCartney. Coincide con il debutto della Apple, la loro etichetta. È uno dei 45 giri più venduti della storia, nella sola America vendette 4.000.000 di copie. Uscì sul finire dell’agosto del 1968 e per la prima volta la Granny Smith, la mela di Magritte, campeggiava al centro di un vinile e la stessa mela aperta a metà sul lato B, lasciava che l’immaginazione inconscia corresse nell’attribuire un significato sessuale a quello che si aveva sotto gli occhi.
Quando alcune persone entrano in studio alle 7 di pomeriggio e fino a circa le tre di notte provano più di sessanta versioni di una canzone, cercando di arrivare alla versione che insieme decideranno sia la migliore devono avere un certo grado di confidenza con la musica e con la follia. Il 16 settembre del 1968 accadeva questo negli studi di Abbey Road e la canzone era I will, una composizione di Paul McCartney.
Il sound complessivo di Abbey Road faceva entrare di diritto i Beatles negli anni ‘70 e non è possibile ascoltare alcuni passaggi di questo disco senza sentirci i germi di quelle che sarebbero diventate le grandi rock band. Ma c’è una canzone in particolare, I want you (She’s so heavy) che racchiude atmosfere di Deep Purple, per la presenza dell’organo, dei Led Zeppelin, per l’approccio blues elettrico, si possono sentire influenze dei Doors, le sonorità dei Black Sabbath. Con un finale che richiama addirittura alcune band degli anni ‘90, il rumorismo dei Sonic Youth e la chiusura sovrastata dal rumore dei Radiohead di Karma Police.
Il 1969 si apre per i Beatles con le registrazioni audio e video che oggi conosciamo benissimo attraverso la ripresa di quel materiale da parte di Peter Jackson e del suo Get Back. Un periodo piuttosto travagliato per il quartetto, un momento in cui emergono tutti i personalismi che erano stati sempre sopiti e messi al servizio del gruppo stesso. Gennaio si chiude con il famoso concerto sul tetto, una mezz’ora divenuta leggendaria e iconica per tutti. Dobbiamo però fare lo sforzo di catapultarci ai primi giorni di febbraio. E pensare di essere uno dei Beatles, magari proprio George Harrison.
Il 26 aprile del 1969 Richard Asher viene dato per disperso. Era uscito per recarsi alla biblioteca di Marleybone e non ha fatto rientro. La famiglia lancia l’allarme. Richard era il padre di Jane Asher, la fidanzata storica di Paul McCartney, colei che ha vissuto al suo fianco l’ascesa dei Beatles. Richard Asher è stato un medico molto influente nell’ambito psichiatrico. A lui si deve il riconoscimento e la denominazione della “Sindrome di Munchausen”, quella particolare patologia mentale che spinge un caregiver, la persona che si occupa della salute di un’altra, a peggiorare il quadro clinico di questa per autoaffermarsi attraverso il ruolo che ricopre.
Nel 2009 è uscito un film chiamato The perfect age of rock’n’roll in cui Peter Fonda interpreta August West, un nome preso in prestito da Wharf Rats, una canzone dei Grateful Dead. Nel brano August West è una persona che sceglie la via dell’alcool sopra ogni altra. Il film narra invece le vicende di un songwriter che si lega ad uno che ha tutte le carte in regola per diventare una rock star ma le loro vicende finiscono per farli separare.
Nel maggio del 1964 i Beatles si sciolgono ma non nel senso in cui siamo portati a pensare. Hanno conquistato l’America con le canzoni e con la loro apparizione all’Ed Sullivan Show. Hanno girato il loro primo film e, per la prima volta da quando hanno deciso di essere dei musicisti, staccano per quasi un mese. Il 30 aprile tengono il concerto conclusivo del loro tour inglese all’Odeon Cinema di Glasgow. Non si erano mai fermati prima per così tanto tempo, nemmeno in occasione di avvenimenti come il matrimonio di Lennon con Cinthya o la nascita del loro figlio Julian.
Una storia struggente si è legata a questa canzone dei Beatles. L’8 dicembre del 1980 Lennon finisce la sua vita sulla Terra dopo essere stato colpito a morte da Mark Chapman all’ingresso del Dakota Building a New York. Viene portato all’ospedale mentre cerca di parlare ma il sangue impedisce a lui una corretta fonazione. I medici chirurghi fanno di tutto per salvargli la vita ma il cuore di Lennon smette di battere al Roosevelt Hospital appena dopo le 23:00 di quella nefasta sera. Un chirurgo ha dichiarato che proprio in quei momenti concitati le casse di filodiffusione dell’ospedale stavano trasmettendo All my loving. Che a quel punto sarebbe stata l’ultima canzone che Lennon abbia ascoltato in vita.
L’American Flyers Airline è stata una compagnia aerea in servizio sul territorio americano fino al 1971. Reed Pigman è stato l’imprenditore texano che la fondò, un pioniere delle prime fasi dell’aviazione civile. Durante il tour del 1964 in America dei Beatles fu la compagnia che li scarrozzò da un lato all’altro dell’America con un Lockheed L-188 Electra. Reed Pigman che spesso svolgeva il servizio in prima persona come pilota, non fu ai comandi della cloche in quelle occasioni ma non si fece scapparle l’occasione di farli volare, seppure per un breve tratto, da un aeroporto raggiunto dopo la data di Dallas fino alla sua magione in cu li avrebbe ospitati per un giorno di day off, la giornata in cui non sono previsti concerti.
Il 18 maggio del 1966 cinque fiatisti si incontrano negli Abbey Studio a Londra. Hanno una cosa in comune, conoscono tutti Paul McCartney e qualcuno di loro conosce qualcun altro dei presenti. Sono tre trombettisti e due sassofonisti. A dire il vero uno dei due sassofonisti è principalmente un pianista, Alan Branscombe. Deve compiere trent’anni e la sua carriera è legata alla diffusione della musica jazz come tutti gli altri presenti. I tre trombettisti, a dire il vero, Eddie Thornton, Ian Hamer e Les Condon hanno già collaborato con Georgie Fame e il suo gruppo. È probabilmente per questo che sono venuti in contatto con l’universo Beatles.
Nel 2014 Burt Bacharach ha dichiarato di avere un grande rimpianto nella vita, quello di non avere mai collaborato con i Beatles attivamente. La carriera di Bacharach trae origini negli anni ‘50 quando è svolge il ruolo di pianista accompagnatore e direttore dell’orchestra che accompagnava Marlene Dietrich nei suoi spettacoli. Si dedica anche alla scrittura di canzoni ed è il primo vincitore in assoluto di un disco d’oro nel 1958, un’istituzione che era appena stata fondata.
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