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Ritratti di un tempo
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Ritratti di un tempo

Author: PodCatt - Università Cattolica

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Ci sono personaggi che segnano un’epoca. Alcuni di fama indiscussa sono diventati miti o “leggende”, come nel caso di Diego Armando Maradona, altri meno noti alle grandi platee sono riconosciuti perché hanno contribuito a una scoperta scientifica, o hanno vinto un Premio Nobel, o hanno fatto della laurea un passaporto per il successo, o hanno avuto una vita spiritualmente esemplare, o sono diventati un’icona del loro tempo in campo letterario, artistico, musicale e così via. E attraverso questi uomini e donne, ancora tra noi perché in vita o perché scolpiti nella memoria, prende forma di volta in volta un periodo storico, una generazione, una cultura. Affidiamo questi ritratti ai docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per ascoltare racconti, aneddoti, interpretazioni e lasciarsi trasportare da provocazioni e suggestioni.
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Ricorre il 19 febbraio 2022 il centenario della nascita di Lino Monchieri, maestro, dirigente, scrittore per ragazzi a servizio dell’educazione. Docente capace di intrecciare efficaci relazioni con gli allievi, è stato anche direttore curioso e motivato esploratore dei metodi didattici. Nel 1943 viene arrestato dai tedeschi e internato in campi di concentramento della Germania del nord. Al suo ritorno si dedica alla scuola e l’educazione attraverso l’insegnamento diventa dialogo permanente tra studente e cultura.
Giovane maestro elementare, iscritto all’Università Cattolica che a causa della guerra non potrà mai frequentare, Emiliano Rinaldini è stato ucciso nel febbraio del 1945 dopo aver insegnato, redatto testi per Scuola italiana moderna, partecipato a Brescia alla Resistenza al nazi-fascismo fino a diventare nell’estate del 1944, vice-comandante del Gruppo «S4», nella Brigata “Giacomo Perlasca” delle Fiamme Verdi. Rinaldini arriva a leggere nella crisi del conflitto bellico un’occasione di crescita personale, di maturazione, di assunzione di responsabilità, sempre sostenuto dalla fede. Il suo ritratto nelle parole di Daria Gabusi, docente di Storia della pedagogia e dell’educazione.
“Un rivoluzionario silenzioso” che con le sue teorie ha sommessamente cambiato il modo di concepire i processi di crescita e di trasformazione personale e collettiva. Lo psicologo e pedagogista Carl Rogers ha riconosciuto la relazione d’aiuto come capace di liberare il potenziale insito in ciascuno e di permettergli di crescere e svilupparsi in modo autonomo. A partire dagli anni ’50 del Novecento ha dato forma alla sua “terapia centrata sul cliente”, dove il termine “cliente” sostituisce quello di “paziente” proprio per sottolineare il ruolo attivo delle persone nel loro processo di sviluppo e cambiamento. Ce ne parla Daniele Bruzzone, docente di Pedagogia generale alla Facoltà di Scienze della formazione.
Maestro di scuola elementare, alfabetizzatore degli adulti, scrittore di romanzi per ragazzi, autore di programmi televisivi e radiofonici. È stato tutto questo Alberto Manzi, l’insegnante “rivoluzionario”, come si definisce lui stesso, che da un programma televisivo ha alfabetizzato gli italiani, nelle classi ha scardinato le convenzioni e i programmi imposti, proponendo strategie di intrattenimento e ponendosi come educatore consapevole. Ce ne parla Michele Aglieri, docente di Pedagogia all’Università Cattolica
Deportato in diversi campi di concentramento dal 1942, il medico Viktor Frankl viene liberato il 29 aprile del 1945. Riprende a esercitare la professione di psichiatra e scrive le sue memorie della deportazione. L’uomo in cerca di senso è tuttora uno dei libri più grandi dell’umanità che gli sono valse 29 lauree honoris causa. Sulla “volontà di significato”, che rappresenta la motivazione più profonda di un essere umano, Frankl, basa anche un approccio psicoterapeutico, la logoterapia e analisi esistenziale, divenendo così un punto di riferimento anche per i futuri pedagogisti. Ce ne parla Daniele Bruzzone, docente di Pedagogia.
Nativo della provincia di Cremona, Mario Lodi è stato uno dei pedagogisti italiani più importanti. Per lui insegnare è stare con gli alunni, attivarli, renderli partecipi, accompagnare la loro crescita culturale e morale, predisporre le condizioni migliori perché ciascun possa apprendere a partire dalle proprie potenzialità. Il senso della scuola consiste nel promuovere la crescita di persone libere, non chiuse in loro stesse, ma partecipi della vita sociale. Così la scuola è intesa come un’autentica palestra di democrazia. Ci racconta la figura di questo maestro Pierpaolo Triani, docente di Pedagogia generale.
Dal 1895 si chiama ancora così. Scuola materna è il nome che le sorelle Agazzi hanno coniato per identificare la scuola dell’infanzia come contesto educativo in continuità con l’ambiente familiare, ricco di affetti e contraddistinto dal mutuo aiuto, una scuola che rispecchi una pedagogia inclusiva. La creano a Mompiano secondo il loro metodo che vede al centro di ogni fare e agire il bambino, mentre l’insegnante viene denominata educatrice ed agisce indirettamente.
Pedagogista brasiliano, Freire sostiene un’educazione che aiuti le persone a “problematizzare”, a porsi domande, a porre problemi su tutte le questioni che riguardano l’uomo a partire da quelle più quotidiane e vicine ai contesti di vita. Parola, dialogo, valore delle differenze, sono concetti chiave nella sua pedagogia. Per lui l’educazione è sempre un atto politico, perché agisce sul rapporto critico fra la persona e il mondo in cui vive.
Maria Montessori, a cui si deve la nascita di un modello pedagogico oggi diffuso in tutto il mondo, ha creato l’idea di una comunità educante fondata su un patto educativo, tale anche per la visione integrata di educazione. Questa intuizione delinea una pluralità di figure: genitori, maestre e medici, impegnate a collaborare intorno ai bambini per garantire sviluppo e una formazione adeguati. Ci racconta questa grande educatrice Livia Cadei che insegna Pedagogia generale.
Luis Sepúlveda ha riempito la sua biografia di avventure, lui stesso è un personaggio di un romanzo che i suoi biografi scrivono con ammirazione. Custode dell'amato presidente Allende, catturato e torturato dai militari golpisti, viaggia dal Sud America all’Europa, ama appassionatamente, scrive andando al cuore del mistero. “Il sortilegio di intrappolare il lettore e la sua intima grazia sono difficili da spiegare”, racconta in questo brano Dante Liano, docente di Letteratura spagnola.
Nel giorno della Festa del lavoro proponiamo il ritratto di una delle madri della Repubblica italiana. Da staffetta partigiana a membro del partito della Democrazia Cristiana, ad attivista nel sindacato, fino a diventare nel 1976 prima donna ministra del lavoro, forse voluta dal suo mentore Aldo Moro, Tina Alselmi è ancora oggi una figura femminile a cui ispirarsi. Laureata in Università Cattolica la Anselmi si è sempre spesa per le pari opportunità come testimonia il suo ultimo ruolo da parlamentare come presidente della Commissione nazionale per la parità tra uomo e donna della Presidenza del Consiglio. Il ritratto di Michele Faioli, docente di Diritto del lavoro.
Nel 1954 Barbiana era una minuscola parrocchia sul versante nord del monte Giovi, chiusa dalla curia fiorentina a causa della continua emigrazione di quella popolazione verso il piano. Venne tenuta aperta solo per ospitare lo “scomodo” don Milani che affinò il suo metodo pastorale divenendo così il maestro e l’educatore per eccellenza, come testimonia la fama del suo più famosi scritto, Lettera a una professoressa. Ce ne parla Domenico Simeone che insegna Pedagogia generale all’Università Cattolica.
Elegante e raffinato uomo di televisione, Enrico Vaime era un attento conoscitore dei linguaggi radiofonico e teatrale da cui è nata la televisione. E proprio in tv si ritrova la sua firma in tanto intrattenimento leggero popolare, nei varietà del sabato sera per famiglie. Giorgio Simonelli, docente di Teoria e tecniche del linguaggio giornalistico, ricorda i suoi cinquant’anni di carriera e la sua figura poliedrica.
La “cassiera”, co-fondatrice dell’Ateneo, fu una «fortissima lavoratrice, con grande capacità organizzativa, e riponeva fiducia negli altri: doti fondamentali per creare e far durare nel tempo le squadre di collaboratori necessari alle infinite attività per la Gioventù Femminile di Azione Cattolica e l’Università Cattolica del Sacro Cuore». Racconta questa donna di grande fede Mirella Ferrari, già docente di Letteratura latina, medievale e umanistica.
Dopo due secoli dalla sua nascita don Giovanni Bosco resta il pioniere degli oratori. La sua attenzione ai giovani, e soprattutto a quelli più poveri e abbandonati, si è unita nella sua figura alla carità che manifestava nella sua azione educativa. Natura umana e grazia divina si univano in lui fino a diventare un punto di riferimento imprescindibile per tutti gli educatori a venire. Lo ritrae Paolo Alfieri, docente di Storia della scuola e delle istituzioni educative, con il supporto dei testi del sacerdote letti dall’attore Emmanuel Galli.
La moda permette di conformarsi ma anche di distinguersi ed è proprio nel compromesso tra omologazione e distinzione che sta il successo della signora della moda, fondatrice e regina dell’impero Chanel. Andiamo a Parigi al 21 di rue Cambon e varchiamo la soglia di Chanel mode, una piccola modisteria dove si fabbricano e si vendono cappelli per signora. Lo facciamo con Silvia Mazzucotelli Salice, docente di Sociologia dei processi culturali.
Nel luglio del 1942 la famiglia Frank entra in clandestinità in un alloggio nascosto dietro l’ufficio del padre. Anne, appena compiuti 13 anni, diventa invisibile fino a quando verrà arrestata e deportata a Westerbork nell’agosto del 1944, e muore all’inizio del 1945 nel campo di concentramento di Bergen Belsen. Il Diario a cui confida quasi ogni giorno pensieri ed emozioni, è il suo lascito al mondo e in particolare a generazioni di ragazzini e di giovani che si avvicinano alla Memoria della Shoah. Ne parla Milena Santerini, docente di Pedagogia e coordinatrice italiana per la lotta contro l’antisemitismo.
5 luglio 1982, finale Italia-Brasile ai mondiali: “Pablito” Rossi segna il terzo gol della vittoria. 9 dicembre 2020: dopo Maradona un altro grande campione se n’è andato. Un campione “mingherlino” che esulta senza gesti eclatanti, solo tendendo le braccia verso il basso, come i bambini. C’è una canzone simbolo di quegli anni di un artista capace di intercettare i moti più profondi dell’anima di un popolo. Francesco De Gregori scrive nel 1982 “La Leva calcistica della classe 68”, inno inconsapevole di una nuova generazione, di quelli che nel 68 erano bambini e che quel 5 luglio hanno gioito con la nazionale. A parlare di Paolo Rossi qui è Paolo Colombo, docente di Storia contemporanea in Università Cattolica e autore, insieme con Chiara Continisio, di “Storia & Narrazione”, lo historytelling che racconta la Storia attraverso le storie.
Il professor Dante Liano ripercorre il legame inscindibile tra romanzo e calcio, alimentato irripetibilmente dal leggendario campione argentino e dalla sua storia
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