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LIBRI COME SI FA
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Estate 2023 @tupertutti Laboratorio Kamishibai #bibliotecainoratorio @oratorio_robecchetto
Puntata del 27 maggio 2021.
Intervista radiofonica alla lettrice Simonetta Bitasi e al fumettista Bruno Testa. Primo episodio.
Dalla conoscenza delle esperienze vissute possono venire insegnamenti per affrontare il futuro. Non era e non è facile prendere decisioni, ma devo ringraziare tutti i miei collaboratori...come cambierà la vita dopo la pandemia non lo so. Ci vorrà tempo e lavoro ma torneremo a costruire la socializzazione...per il lavoro e le città ci saranno cambiamenti che ancora non possiamo prevedere.
Ho avuto un caso di COVID in casa e mi sono accorto di come si reagisce inaspettatamente a una condizione non ordinaria. Sono preoccupato dal punto di vista sociale: anche se ci sono state iniziative di solidarietà, mi ha stupito la paura; non dobbiamo provare spavento nei confronti degli altri
La condivisione, che è fondamentale in un gruppo di artisti, si è interrotta e ha creato un vuoto... Non trovo accettabile la limitazione della libertà. Ho avuto paura per le persone che amo, comprendo le regole di comportamento che è giusto siano rispettate, ma non accetto che tante persone si lascino portar via senza troppe domande libertà ritenute essenziali
Non poter vivere al 100% mi sta stancando. Non vedo la fine di questa situazione
Non poter vivere al 100% mi sta stancando. Non vedo la fine di questa situazione
Io vengo da uno sport da contatto: prima era normale essere fianco a fianco, abbracciarsi, ora evito di farlo. Non è più lo stesso gioco
Il tempo non me lo ridanno, cerchiamo di trarne il meglio... La casa era il mio porto sicuro.
Dal viaggiare ogni settimana per lavoro, all’essere reclusa in casa il cambiamento è stato radicale...ma ho potuto apprezzare le piccole cose
Uno dei miei primi pensieri è stato di non interrompere la quotidianità, ma si è sentita la mancanza della socialità...e poi, manterrò il mio lavoro?
Per me come mamma di due bambini piccoli, e a mio marito, il primo lockdown ha dato l’occasione di stare tanto tempo insieme. È stato prezioso per noi
La cosa più brutta è che i malati, in ospedale, erano soli...c’eravamo solo noi infermieri a tenergli la mano. Non potevamo restare distaccati. Quante volte mi sono fermata nel parcheggio a piangere...
Lei non tornerà, ma io sono ancora qui e in me c’è una parte di lei che vuole vivere.
“Come donne con patologie particolari, ci si ritrova isolate, non si ha la certezza di essere seguite...”
“Ho vissuto un anno di chiusura all’immaginazione...”
Presentazione del progetto LA TUA VOCE NELLA STORIA






