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Author: Tuttologic Surf

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Il primo podcast sul surf in Italia. Storie, aneddoti ed interviste con le persone che hanno contribuito all’affermazione del surf nel nostro paese.

Lasciati accompagnare sulla lineup da chi sa scegliere le onde migliori 🤙🏼
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El Camino Real è una serie di interviste realizzate in California con persone che hanno fatto del surf una ragione di vita. Attraverso le storie degli intervistati cercheremo anche di rispondere ad una domanda che da sempre stimola la nostra curiosità: ma la California è davvero il paradiso per quelli come noi?L’ospite di questa seconda puntata è Alessio Poli, storico surfista del Pontile di Forte dei Marmi. 12 anni fa dalla Versilia prese un biglietto di sola andata per gli Stati Uniti e cominciò così il suo sogno americano in California del Sud. Oggi Alè ha 4 figli, un bel lavoro e soprattutto un posto nella lineup di Seaside tra leggende come Rob Machado e Damien Hobgood. Buon ascolto.
In una tappa portoghese burrascosa e grigia, poco super e con ancora meno tubos, Leonardo Fioravanti riporta il sereno con un 5° posto che lo proietta nuovamente nella top 10 del surf mondiale. L’atleta romano si è arreso soltanto ad un Gabriel Medina in beast mode: “Quando Gabriel è così in forma c’è poco da fare, ma sono molto contento di come ho surfato”. 18 a 14 per il brasiliano: una sconfitta a testa alta, con l’onore delle armi. Gli argomenti del podcast: Commento della gara in PortogalloIl rapporto con Stephen BellIl trash talking durante le heatI finti infortuni di Kelly SlaterIl futuro della nazionale italiana
El Camino Real is a series of interviews shot in California with people who have made surfing a way of life. We kick off strong with Chris Cote, legendary surfing commentator. His voice has signed off on the storytelling of some of the most compelling pages in the history of competitive surfing.El Camino Real è una serie di interviste realizzate in California con persone che hanno fatto del surf una ragione di vita. Partiamo fortissimo con Chris Cote, mitico commentatore di surf. La sua voce ha firmato il racconto di alcune delle pagine più avvincenti della storia del surf competitivo.
"Non è solo sfortuna, ho fatto degli errori che sul CT si pagano". Leonardo Fioravanti persiste sulla via della responsabilità: nell'epoca in cui nessuno nello sport sembra più disposto ad ammettere di aver sbagliato, perché è sempre colpa dei giudici o dell'arbitro, Leo si espone pubblicamente come primo e più severo giudice di sé stesso. Chapeau. Dopo 3 mesi abbondanti Leonardo Fioravanti lascia le Hawaii per Porto Rico, dove in questo momento si trova per guidare da capitano la nazionale italiana negli ISA World Games. Dal 6 Marzo invece tutti a Peniche per tifare, stavolta, direttamente dalla spiaggia.
A grande richiesta torna LEOnde del Tour, podcast che attraverso la voce di Leonardo Fioravanti racconta il Championship Tour della World Surf League.Abbiamo rosicato per quel guizzo di JJF propiziato dalle benevole divinità del surf hawaiano, ma ragazzi un quinto posto a Pipe non è affatto un brutto modo di iniziare la stagione. Leo dopo la top 10 dell’anno scorso afferma di volersela giocare per un posto alle Finals di Trestles. È carico, solido, impermeabile a critiche e pressioni. Leo Fioravanti ci porta sul picco a Pipe nel giorno in cui tra mille critiche la gara è stata chiamata off: “A volte le persone parlano senza sapere. La mattina io non ho preso un’onda. E come me Koa Smith, Nathan Florence, Anthony Walsh e altri locals”. Un commento poi sui molteplici ritiri illustri: “Carissa Moore era troppo delusa dopo gli ultimi 2 anni, Stephanie la capisco. Da Toledo non me lo aspettavo. E Kelly secondo me…”.
Tre generazioni di surfisti romani a confronto presentano una concezione del surf che si trasforma e muta forma nell'arco temporale che divide Omar e Rufo, nati rispettivamente nel 1968 e nel 2005. Dalle notti passate da un lupo di mare a dormire in macchina aspettando la prima luce a Banzai alla notti passate da un giovane atleta a dormire su un volo Ryanair direzione oceano.Il surf si è fatto grande, il surf in Italia è realtà. Passano gli anni ma rimangono scolpiti nella pietra i valori di cui persone come il neo-eletto consigliere federale Omar Micheli e Brando Pacitto, pensatore del surf contemporaneo, si fanno promotori durante l'intervista. La famiglia, l'educazione, la passione senza freni che ci unisce. La famiglia secondo Brando: "Attraverso ancora oggi il surf riesco a comunicare con mio papà". L'educazione secondo Omar: "Chi ha la precedenza parte, che tu abbia 12 o 60 anni". La passione secondo Rufo: "Anche se dovessi smettere di fare le gare, il surf rimarrà per sempre una costante nella mia vita. Quando devi andare in vacanza che fai, vai ad Ibiza? Ma non esiste".
È l'estate del 1973 quando un signore di nome Mario Chiaramonte entra in acqua con una tavola da surf affianco al Pontile di Forte dei Marmi. L'aveva visto fare agli americani, "i figli di dio", e Mario - per tutti il Pampas - per giocare tra le onde si era già cimentato nelle "zighellate". La parola "zighellate" torna più volte durante il podcast, ne parlano anche Iacopo Conti e Federico Tenerini, due pilastri del surf versiliese.Definizione di zighellate: giochi tra le onde con materassini, tavole di fortuna, salsicciotti gonfi d'aria e salvagenti. Parliamo con gente che negli anni '90 marinava di nascosto dai genitori gli allenamenti di calcio per andare al mare a surfare: "Se mi beccavano i miei erano botte", ammette Fedè. Ricordi di un'epoca in cui racconta Iacopino si andava a Biarritz in treno: "Era un rito di iniziazione, se non lo facevi non eri abbastanza uomo". Un podcast per gli annali dopo una giornata di onde, amicizia e comunità a Forte dei Marmi. Per la terza tappa del Generazioni Tour presentato da Reef e Cotopaxi ringraziamo Wave Surf Shop, Apua Surf, Sanamente e gli ospiti: Mario Chiaramonte, Iacopo Conti e Federico Tenerini.
Il surf a Milano esiste e fa pure rumore: oltre Wakeparadise, centro di aggregazione della scena, cresce di anno in anno la passione di migliaia di persone. Lo sbocco naturale per chi viene dalla city è la Liguria, in particolare Levanto, dove soprattutto Gherardo Marchelli e Alessandro Dotti si sono guadagnati a pane e mareggiate lo status di local. E poi c'è lui, Tommy Scollo, istruttore e free surfer, maggior esperto nazionale del Fantasy Surfing (il fantacalcio del surf): "Il surfista milanese nove volte su dieci si sente Kelly Slater anche se in realtà ha fatto due settimane con Surfweek". Traccia l'identikit dell'imbruttito al sapore di sale senza paura, poi torna serio: "Bisogna dare atto alla passione di chi comincia questo sport difficilissimo a 30 anni e si imbarca tutte le volte da Milano per cercare le onde". Vincerà comunque il politicamente scorretto. Questo è il podcast più selvaggio e fuori dagli schemi che abbiamo mai registrato, un torbido miscuglio di scomode verità e pensieri sputati fuori senza filtri. C'erano delle birre, alcune birre, ma niente cavatappi. Per quello noi usiamo solo le infradito Reef con cavatappi incorporato. Cheers!
Chissà come se la passava un surfista in Sicilia negli anni ’90, senza scuole di surf né tutorial da sbirciare su YouTube. Domenica a Palermo abbiamo avuto delle risposte: “Ci siamo arrangiati perfino ad imparare la duck-dive, andavamo per tentativi. Eravamo involontariamente protagonisti di scene drammatiche ma allo stesso tempo divertentissime”. Questo è il sintomo della passione di chi oggi si prodiga per trasmettere ai giovani concetti di educazione e vita sana: “Alcuni dei ragazzi che abbiamo cresciuto hanno trovato grazie al surf il coraggio di scappare da una realtà senza sbocchi. Ora in Australia surfano tutti i giorni e sono felici a differenza dei ragazzi che vivono la vita occidentale e sono aberrati da tante cavolate”. Racconti di onde sicule, localismo buono, avventure hardcore e rivalità cittadine nel primo podcast del Generazioni Tour presentato da Reef e Cotopaxi. Ringraziamo per il supporto a Palermo Isola Surf, Danilo La Mantia e tutti i ragazzi che hanno partecipato all’intervista: Vincenzo “Randi” Randazzo, Diego Ruggero, Fabrizio Licari e Bruno Gaeta.
Kepa Acero è uno dei più grandi surf explorer della storia. Un uomo d'altri tempi, pacato e riflessivo, che viaggiando in solitaria ha scoperto onde da sogno in giro per il mondo. Dall'Alaska agli angoli più remoti dell'Africa, Kepa predilige destinazioni vergini, ai confini della civiltà. "Tutti mi dicono: ah che bella vita fai, beato te. Sì non nego sia fantastico esser pagato dai brand per progettare queste avventure ma stare via per mesi in mezzo al nulla senza internet e farsi la malaria o l'epatite non è per tutti. Sono dispoto a fare dei sacrifici per l'emozione di surfare una nuova onda".
Leonardo Fioravanti chiude la sua miglior stagione sul CT come aveva iniziato, con un podio. Terzo posto a Teahupo'o, Tahiti, dove la prossima estate si disputeranno le Olimpiadi: "Quest'onda è indescrivibile, fa paura. Nei tubi però sono molto a mio agio, posso battere chiunque". Leo è volato alle Hawaii per un po' di riposo tra golf e pesca, ma a Settembre tornerà in Italia per passare del tempo con la sua famiglia e chissà, magari fare un passaggio alla tappa conclusiva del Generazioni Tour, il 30 Settembre a Banzai (Santa Marinella). Ogni weekend di Settembre porteremo il podcast live dalle spiagge d'Italia: 10 Settembre - Palermo @ Isola Surf15 Settembre - Milano @ Wakeparadise23 Settembre - Versilia @ Apua Surf30 Settembre - Santa Marinella @ Banzai Sporting ClubIl Generazioni Tour è un progetto di Tuttologic Surf presentato da Reef & Cotopaxi. Per maggiori informazioni vai su tuttologicsurf.it ed iscriviti ad uno dei 4 eventi.
Praticare l’apnea ti insegna a respirare, non a trattenere il fiato. Ascoltando questo podcast ti accorgerai che probabilmente non sai come si respira correttamente. A Luglio abbiamo partecipato ad un workshop di apnea per il surf con Emma Torsello di Apnea is Pop: di 10 allievi, surfisti con varie esperienze, nessuno è stato in grado nemmeno di avvicinarsi alla capacità di incamerare aria della nostra istruttrice. L’apnea non è solo tecnica e concentrazione, come spiega Emma è soprattutto un esercizio mentale: “Si impara a controllare la sensazione di sofferenza che provo quando mi sento senza aria, l’apnea fortifica la nostra consapevolezza”. Mettere in pratica alcune tecniche tra le onde è ancora più complicato, per questo ad Emma abbiamo affiancato chi di situazioni complesse e lavatrici da wipeout se ne intende, Mr Roby D'Amico: “La respirazione è tutto nel surf, i professionisti riescono a sincronizzare il proprio respiro con il ritmo dell’onda”.
Ci vuole coraggio per mettersi tutti contro: Lewis Arnold è un giornalista e regista indipendente che insieme al collega Chris Nelson ha svelato lo sporco segreto dell’industria del surf. La produzione del neoprene di cui sono fatte le nostre mute inquina l’aria a tal punto da rendere 50 volte più alta della media la possibilità di contrarre il cancro. Succede in una zona nel sud degli Stati Uniti chiamata “Cancer Alley”, è tutto documentato: il governo USA ha fatto causa all’azienda proprietaria della fabbrica di neoprene. La soluzione al problema esiste, si chiama yulex: una gomma naturale estratta da foreste di alberi coltivate con metodi sostenibili certificati. Lewis spiega: “I brand sanno che questa è la strada da percorrere ma produrre le mute in yulex ha ancora un costo troppo alto, il prezzo è artificialmente gonfiato. Quando uscirà il nostro documentario, The Big Sea, tutti i surfisti avranno finalmente gli elementi per decidere consapevolmente e cambiare le cose”.
Giada Legati è il volto del surf femminile italiano. Una ragazza che sprizza gioia da tutti i pori, con un’energia diversa, consapevole della sua posizione: “Noi surfisti facciamo una vita incredibile perché il surf è molto diverso dagli altri sport. Un nuotatore dopo essersi allenato 8 ore al giorno non vorrebbe più saperne di entrare in piscina, un surfista se vuole staccare e andare in vacanza che fa? Va a surfare. Io voglio surfare fino a 100 anni”. Come darle torto? Nel podcast Giada ci racconta dei problemi di casa sua, della vera Bali, e di come abbia sfruttato il fatto di essere spesso la sola donna in mare per ottenere le onde migliori.Questa puntata è presentata da Seay, B Corp nata tra le onde che produce abbigliamento sostenibile.
Puntata speciale con Leonardo Fioravanti che si unisce a noi in un'intervista stavolta in presenza. Prima di Tahiti, tappa conclusiva del Championship Tour, commentiamo con Leo la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024 e la chiacchieratissima paddle battle con Jack Robinson, spingendo lo sguardo anche verso il futuro del surf italiano e la wavepool che, promette Leo, si farà. 1) Il surf per Parigi 2024 gareggerà a Tahiti con un fuso orario completamente diverso, le gare saranno 11h avanti rispetto all'Europa. Leo spiega: "Il surf sarà per forza trasmesso in diretta, mentre noi saremo in acqua non si potranno svolgere altre gare. Avremo un'esposizione mediatica pazzesca". 2) Abbiamo ripristinato la verità sulla paddle battle di J-Bay nella heat degli ottavi contro Jack Robinson. Stab ha messo in scena un bel teatrino pro-Jack dipingendo Leonardo come uno che aveva mollato, distrutto mentalemente. Niente di più falso. E dopo l'intervento di Stab sui social di Tuttologic Surf abbiamo avuto la conferma di aver svelato il loro giochino. 3) "Quiksilver e Billabong non saranno più quelle che erano, i surfisti non vestono più le marche core di surf. Le aziende che producono tavole ed accessori avranno un bel boost invece". La visione di Leo sul futuro della surfing industry.
Ainara Aymat e Sophie Bell sono cresciute a 10.000 km di distanza: sulla costa basca della Spagna la prima, in Sud Africa la seconda. Eppure surfando sin dall'infanzia le ragazze terribili del team Vans sono venute su con gli stessi valori e la stessa insana voglia di partire per avventurosi viaggi a caccia di onde.Entrambe hanno deciso di abbandonare la carriera agonistica per dedicarsi al free surfing, cioè alla produzione di video progetti strutturati e contenuti per i social. Nonostante questo sia di fatto il loro lavoro, nell'intervista sia Ainara che Sophie ammettono che di indole ne farebbero a meno: "Sappiamo quanto è importante per i brand che ci supportano e ci permettono di fare una vita fantastica, però se si potesse eviteremmo. A volte quando sei in mare sapendo di dover portare a casa la clip c'è tanta pressione".
Sandy Alibo ci trasporta in un'altra dimensione: è nata e cresciuta nei Caraibi ma arriva dal Ghana e lo rappresenta con orgoglio e passione. Nel 2016 dopo averci passato del tempo in vacanza decide di stabilirsi lì e fonda Surf Ghana: "Un collettivo nato con l'idea di riunire tutti i surfisti e gli skater del Ghana per sviluppare progetti culturali e soprattutto per aumentare la rappresentanza dell'Africa nei board sports". Il carisma e la travolgente personalità con cui Sandy porta avanti i suoi progetti hanno attirato l'attenzione di brand come Vans, Spotify, New Era e di vip come Kendrick Lamar e Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, che sono andati fino in Africa per toccare con mano la realtà di Surf Ghana.
Toda joia e soprattutto toda motivaçao em Rio per Leonardo Fioravanti, che finisce con un quinto posto il Rio Pro, ottava tappa del Championship Tour. Una rimonta emozionante in un match chiave contro Jordy Smith ci ha regalato uno dei momenti più esaltanti della stagione. Leo adesso siede in nona posizione nel ranking mondiale con un distacco di meno di 4000 punti dalla zona Finals. Di prospettive, abitudini di vita e del futuro della WSL dopo il licenziamento dell'ex CEO Erik Logan parliamo con Leonardo in una nuova puntata di LEOnde del Tour.
Alberto Carmagnani è ingegnere navale con la passione per la fotografia di surf. Un ninja, non lo vedi: passa e se ne va veloce come il vento, lasciando sempre la sua firma. Non gli piace apparire, preferisce stare dietro l'obiettivo: "Anche perché come tutti i genovesi di base mi faccio i fatti miei, lascio parlare le immagini". Alberto quando scatta il surf non si preoccupa troppo del gesto tecnico o dell'esecuzione della manovra, gli importa più di raccontare una storia: "Le onde che fotografo sono quasi tutte inserite in un contesto cittadino, sto sempre attento ad includere particolari che possano attirare l'attenzione e raccontare la storia del posto. In Liguria poi le onde frangono molto vicino alla costa e la città è sempre subito dietro, a fare da quinta, come a teatro"."Delle foto strette, di surf performante, la gente si dimentica troppo velocemente perché ne è pieno il mondo". Alla scoperta della visione originale e comunicativa di Alberto Carmagnani, ingegnere di professione e fotografo per vocazione.
Artista, imprenditrice, surfista. Natalia Resmini è una di quelle persone con cui parleresti per ore. Di cultura classica e di cultura pop, della storia dei tanti popoli con cui è entrata in contatto nel corso della sua vita. Natalia lavora come illustratrice per aziende dell'editoria e della moda, ma soprattutto è specializzata nella realizzazione di opere d'arte murali, un pretesto perfetto per viaggiare ed imprimere la sua firma in alberghi, ristoranti e ville di tutto il mondo.Infatti racconta: "L'esperienza lavorativa si è sempre incrociata con l'amore per il surf, ho avuto la fortuna di creare un connubio tra le due cose. Dico di esser stata fortunata perché a volte se vai troppo dietro al surf rischi di perdere la bussola". Natalia Resmini ci risponde dal Marocco, la sua seconda casa, dove ha trascorso anche buona parte degli ultimi mesi: "Ad Imsouane sono venuta 15 anni fa per la prima volta, è il paradiso degli amanti del longboard come me. Le persone sono fantastiche, hanno una dolcezza e un rispetto d'altri tempi. Infatti vorrei cogliere l'occasione per sfatare il mito dell'Islam violento con le donne: qui in Marocco mi sento più sicura che a Milano". E in mare? Può capitare che una donna si senta sola in lineup? Più facile, forse, che per un uomo. Invece Nati mi smentisce: "Ma sai che in Costa Rica l'anno scorso sono rimasta scioccata? In acqua c'erano più donne che uomini, dalle bambine alle signore americane in pensione, donne di 60, 70 anni. Anche qui in Marocco ci sono tantissime ragazze in acqua, non sento più di essere in minoranza".
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