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il posto delle parole

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Author: livio partiti
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Conversazioni intorno ai libri, insieme con gli autori
Un quotidiano culturale
"ascoltare fa pensare"
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Antonio Diurno"Fiore di marzo"Il delitto Nadia RocciaPrefazione di Francesca Romana CicolellaScatole Parlanti Edizioniwww.scatoleparlanti.itIl 14 marzo del 1998 la piccola comunità di Castelluccio dei Sauri, nel foggiano, viene sconvolta dall’uccisione della diciottenne Nadia Roccia. Un giallo a tinte luciferine, un crimine efferato avvolto da numerosi interrogativi. Le assassine sono le migliori amiche della ragazza, Annamaria e Mariena. A distanza di quasi tre decenni il movente appare ancora fumoso. Il protagonista di questo libro ripercorre i luoghi, ascolta le testimonianze di chi fu coinvolto nella vita quotidiana di Nadia e nei giorni terribili delle indagini e del processo. Fiore di marzo non è solo un saggio. In parallelo al viaggio nella follia del “caso Roccia” c’è un altro percorso da intraprendere. Un’altra storia rimasta in sospeso per tanto, troppo tempo. Per continuare a sperare nel bene, anche quando nelle tenebre si rischia di perdere l’orientamento.Antonio Diurno è nato a Foggia nel 1978. Criminologo AICIS (Associazione Italiana Criminologi per l’Investigazione e la Sicurezza), è laureato in Lettere moderne e in Criminologia. Nel 2024 ha pubblicato per Augh! Edizioni Cattive divise. La banda della Uno Bianca, dal quale è stato tratto il monologo true crime Storia nera della Uno Bianca col quale è attualmente in tour.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Paolo Morganti, Stefania Conte"La porta dell'inganno"Morganti Editorehttps://www.morgantieditori.it/prodotto/paolo-morganti-%C2%B7-stefania-conte-la-porta-dellinganno/La Porta dell’inganno è il primo titolo di una saga di genere fantasy-storico.Siamo nel XXI secolo. All’interno della basilica di San Pietro in Roma entrano nel mondo, da una porta sino a quel momento sconosciuta, alcune creature straordinarie. Da cinque secoli vivevano relegate nel Mondo della Fantasia.Lo scisma fra la realtà e la fantasia era stato deciso nel 1563 dal Concilio di Trento: attraverso un potente rito d’esorcismo e con la costruzione di una pesante porta di marmo, commissionata da papa Pio IV a Michelangelo Buonarroti, la Chiesa aveva separato i due mondi e i relativi abitanti.In contemporanea all’apertura della porta in Vaticano, in diverse parti del pianeta se ne spalancano altre undici, di fatto varchi spazio-temporali.L’umanità è impaurita alla vista del basilisco, degli orchi, delle streghe, dei lupi mannari, degli elfi, dei folletti, del minotauro e di altri esseri favolosi apparsi dal nulla.Chi custodisce il segreto della Porta dell’inganno è il Vaticano, nelle figure del Papa, del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche e del Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede. Costoro, preoccupati che le apparizioni possano minare il potere della Chiesa, danno vita a una task force formata da suor Ildegarda Nicoli, dal fisico Enrico Masini, dallo sciamano Orazio Ballerini e dal colonnello Leonardo Von Brunegg.I quattro attraversano la Porta per sventare il pericolo che il mondo degli uomini possa essere invaso da esseri non più graditi. Nessuno di loro, però, è preparato a confrontarsi con le creature straordinarie, protette dal misterioso Maestro.Paolo Morganti è uno scrittore poliedrico. Nato a Milano, ha vissuto per molti anni a Verona e a Treviso. Oggi vive in Friuli Venezia Giulia. Ha cominciato la sua carriera letteraria come traduttore – per la collana Chestertoniana – delle opere di narrativa dello scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton, di cui ha tradotto Il candore di padre Brown, La saggezza di padre Brown, L’incredulità di padre Brown, La sfera e la croce, Il ritorno di Don Chisciotte e Uomovivo, cui seguiranno altri titoli in fase di traduzione.A questi sono seguiti molti romanzi.Il suo primo lavoro, una sorta di divertimento letterario, è stato Angeli e salami (2009), parodia del celebre Angeli e demoni di Dan Brown. La sua serie più conosciuta è quella che vede come protagonisti lo speziale Martino da Madrisio e il pievano pre’ Michele Soravito, che nel Cinquecento indagano tra delitti e misteri. Della fortunata saga sono finora usciti Il giardino del benandante (2012), Il calice di san Giovanni (2013), Il sigillo della strega (2014), Il bosco del cervo bianco (2015), L’ira dell’alchimista (2015), L’eretica (2018) e Il baratro delle anime (2019). Nel 2024 uscirà il titolo successivo, L’esercito delle ombre.Ai due personaggi sono dedicati anche due spin-off: Le memorie di pre’ Michele, facezie e ricette di un prete goloso (2014) e Il taccuino di Martino da Madrìsio, memorie e ricette di uno speziale (2015).Due i romanzi gialli paranormali con protagonista il cuoco Paolo Lanfranchi, che risolve misteri paranormali avvenuti in Carnia: Le forme del Male (2016) e Il trillo del Diavolo (2018). Nel 2024 uscirà il seguito, intitolato La testa del serpente.Due i romanzi dedicati da Morganti al suo cane, L’imprescindibile Piero – la fuga (2016) e L’introvabile Piero – il rapimento (2017).Tra gli altri romanzi, il giallo che vede come protagonista il poliziotto Adalberto Maria Donati, Se ti acchiappo! (2020), a cui nel 2024 seguirà Shetland.Nel 2021 è uscito il romanzo surreale Fantasmi in viaggio.L’ultimo libro uscito, L’inganno dell’alchimista (2022), è un romanzo giallo e inaugura una nuova serie, con protagonista un libraio specializzato nella vendita di libri esoterici, Tancredi Colonna.Ha scritto anche alcuni racconti: L’isola dei morti, all’interno de La compagnia dei benandanti (2015), Il benandante e Cupido per l’antologia La Natura offesa (2020) e Il segreto del fricò di Flora, nell’antologia gialla Fricokiller (2021).Stefania Conte è nata a Venezia.Dopo gli studi universitari in psicologia, si è occupata di editoria lavorando in veste di editor, professione che svolge ancora oggi.Ha all’attivo la scrittura di romanzi e antologie di racconti. In ogni suo scritto – fantasy, giallo, storico o di formazione – il tema fondante è l’uomo e l’inestinguibile spinta a costruirsi un’identità stabile. Coltiva gli studi in antropologia culturale, storia delle religioni e filosofia.Per Morganti editori ha pubblicato la fortunata serie di romanzi che hanno come co-protagonisti i gatti: La gatta che vedeva le streghe (2013), La gatta che giocava con le farfalle (2014), Il gatto che apriva i cassetti (2014), Le gatte che mangiavano le patatine (2016), Il gatto che leggeva Dickens (2016), Il gatto che danzava con le fate (2017) e La gatta che cacciava i fantasmi (2019).Ha scritto due romanzi storici, L’ultimo canto del Codirosso (2015) e La stanza di Piera (2020), vincitore nel 2022 del Premio Tanzella.Ha pubblicato numerosi racconti: Il patto e la piuma nell’antologia La Compagnia dei benandanti (2015), Il cimitero delle anime dismesse nell’antologia Il cerchio delle streghe (2016), Maria delle bambole nell’antologia Le creature dell’acqua (2017), Domatore di farfalle e Gli occhi di Isolina per l’antologia La Natura offesa (2020).Per la collana Cattivi golosi, che racchiude racconti gialli di ispirazione gastronomica, ha scritto Una vita senza tempo per Fricokiller (2021) e La cucitura infernale per Enokiller.Ha partecipato ai romanzi corali L’uomo dei sogni reali (2020) e Il mistero delle nove perle (2021).Ora si sta dedicando a una trilogia urban-fantasy. Dopo l’uscita di Flo dei folletti (2021 e Il prigioniero delle fate (2023), uscirà nel 2024 La rivolta degli alberi.È curatrice della collana Sgorloniana, dedicata alle opere edite e inedite dello scrittore Carlo Sgorlon.Con Maria Cristina Vitali cura la collana I tavanot, dedicata alle opere in poesia e in prosa del poeta andreano Federico Tavan.Nel 2023 ha scritto e pubblicato la biografia romanzata intitolata Io sono Federico Tavan.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Flavio Caroli"Era l'arte del 1980"Nel 1980, l'arte italiana era caratterizzata da un grande fermento e una grande diversificazione di stili, riflettendo le tendenze internazionali dell'arte contemporanea e le specificità del contesto socio-politico dell'epoca. Si trattò di un decennio di grande innovazione, ricco di approcci creativi e movimenti moderni, tra cui la Transavanguardia e il movimento di Arte Povera che continuarono a influenzare il panorama artistico. Il 1980 è stato un anno cruciale per l'arte, che ha visto il declino delle avanguardie storiche e l'affermarsi di un nuovo modo di fare arte, caratterizzato dalla libertà espressiva e dal dialogo tra tradizione e modernità. Flavio Caroli, storico dell’arte moderna e contemporanea, ha dedicato i suoi studi alla linea introspettiva dell’arte occidentale, con molte pubblicazioni, fra cui: Leonardo. Studi di fisiognomica (1991, 2015), Lorenzo Lotto e la nascita della psicologia moderna (1975, 1980), Sofonisba Anguissola e le sue sorelle (1987), Fede Galizia (1989), Giuseppe Bazzani. L’opera completa (1988), L’anima e il volto (1998), Arte d’Oriente Arte d’Occidente (2006), Il volto di Gesù (2008), Il volto e l’anima della natura (2009), Il volto dell’amore (2011), Il volto dell’Occidente (2012), Anime e volti. L’arte dalla psicologia alla psicoanalisi (2014), Con gli occhi dei maestri (2015), Il museo dei capricci. 200 quadri da rubare (2016), Storia di artisti e di bastardi (2017), L’arte italiana in quindici weekend e mezzo (2018),Elogio della modernità (2019) e La grande corsa dell’arte europea (2020). Poiché ciò che non può essere teorizzato deve essere raccontato, ha anche incontrato tre volte la narrativa, con Mayerling, amore mio! (1983), Trentasette. Il mistero del genio adolescente (1996, 2007) e Voyeur. I segreti di uno sguardo (2014). Collabora con il «Corriere della Sera».Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Giuseppina Torregrossa"Corta è la memoria del cuore"Mondadori Editorewww.mondadori.itCome succede che i rapporti tra madri e figlie siano simbiotici oppure conflittuali? E perché questi sentimenti estremi fioriscono soprattutto tra femmine? Le storie spesso danno risposte più persuasive della psicoanalisi e Giuseppina Torregrossa ne scrive una lunga cent’anni, quella delle donne della famiglia Accoto, una storia magica di silenzi e parole che si tramandano col sangue, generazione dopo generazione. Tutto comincia con Teresa, nata all’inizio del Secolo breve. È intelligente e tenace, ama leggere, si laurea. Proprio alla facoltà di Giurisprudenza incontra il suo futuro marito, Luigi, che la corteggia con lettere appassionate a cui lei oppone misura e dignità e una certa austera ironia che le apparterrà sempre. Cosa custodisce il silenzio di Teresa? Quale mistero? Sarà forse il suo strano dono, “l’occhio pesante”, capace di scrutare nell’animo altrui e di allungarsi sul futuro? Elena, la figlia maggiore di Teresa e protagonista del romanzo, si arrovella in questo cruccio da sempre. Fin da quando, bambina, si struggeva nel desiderio di una parola dolce o una carezza che puntualmente non arrivavano. Continua a chiederselo quando, divenuta lei stessa madre, cerca di tenersi la figlia più vicina che può e di non farle mancare mai la sua voce. Solo oggi, che Teresa è alla soglia dei cento anni ed Elena si ritrova nonna di due nipotine dalle voci limpide e libere, la protagonista sente che finalmente le madri e le figlie della famiglia Accoto hanno trovato una lingua comune, un filo che può tenerle insieme e forse salvarle. Con la sua scrittura evocativa e sensuale, illuminata dalla grazia dell’ironia, Giuseppina Torregrossa dà vita a una costellazione di personaggi indimenticabili e compone una genealogia femminile che attraversa un secolo di silenzi, conflitti e rinascite.Giuseppina Torregrossa è nata a Palermo. Madre di tre figli, vive tra la Sicilia e Roma. Tra i suoi libri: Il conto delle minne (Mondadori, 2009, tradotto in dieci lingue), Manna e miele, ferro e fuoco (Mondadori, 2011), Panza e prisenza (Mondadori, 2012), La miscela segreta di Casa Olivares (Mondadori, 2014), Il figlio maschio (Rizzoli, 2015), Cortile nostalgia (Rizzoli, 2017), Il basilico di Palazzo Galletti (Mondadori, 2018), Il sanguinaccio dell’Immacolata (Mondadori, 2019), Morte accidentale di un amministratore di condominio (Marsilio, 2021), Chiedi al portiere (Marsilio, 2022), Al contrario (Feltrinelli, 2021), La Santuzza è una rosa (Feltrinelli, 2023) e Stivali di velluto (Rizzoli, 2024).Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Carla Alexia Dodi"Ciclopedia Balcanica"Ediciclo Editorehttps://www.ediciclo.it/it/libri/dettaglio/ciclopedia-balcanica/Draga e le cinquanta notti. Tracce di amor perduto tra Romania, Bulgaria e GreciaOltre 2000 km con Draga, bicicletta pieghevole, attraverso Romania, Bulgaria e Grecia sulle tracce di amori sognati, evocati e smarriti. Per la sua cavaliera, Draga non è solo un mezzo di trasporto con cui condividere un’avventura: è un’amica, una bandiera, un’ancora di salvezza per uscire dalle situazioni di stallo, per sottrarsi agli ostacoli. Sulle strade dei Balcani, Draga prende vita, velocità e abitudini proprie. Scavalca le frontiere con facilità e impertinenza. A volte si oppone a chi la guida. Un viaggio che ricorda "Le mille e una notte", ricco di incontri straordinari con persone e cose che rievocano mancanze e memorie. Una piccola impresa coraggiosa e appassionata: senza la necessità di vincere, dimostrare, produrre.Carla Alexia Dodi, nomade, ciclista, amante della letteratura e dei vulcani, ha vissuto 12 anni in Egitto lavorando come insegnante e giornalista tra regimi militari e rivoluzioni fallite, caos urbano, amori e rumori imperituri. Ha pubblicato, in lingua francese, il saggio Villes invisibles de la Méditerranée. Naples, Alexandrie et Tanger (Parigi, L’Harmattan, 2010). Dal 2018 vive in Romania dove ha insegnato lingua e letteratura italiana nelle università di Iași e di Galați. Ma Draga è pronta a ripartire.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Claudio Sanfilippo"Un armadio di canzoni"Un viaggio di parole e musicaInterlinea Edizioniwww.interlinea.com«Claudio Sanfilippo scrive canzoni da quaranta, forse addirittura da cinquant’anni. È un armadio di canzoni. Un armadio di quelli con due belle ante grandi a battente e dentro lo spazio comodo dove appendere le musiche buone e calde per l’inverno, tra i loden e i paletot; ci sono anche un bel po’ di ripiani per impilare maglie e maglioni, versi e strofe» scrive Gino Cervi nell’introdurre questo libro di ricordi e itinerario del cuore di un musicista che ha vinto la Targa Tenco e che è stato autore di canzoni per grandi interpreti come Mina, Eugenio Finardi e Pierangelo Bertoli. Per l’autore è «una geografia sentimentale che si trasforma in testo, melodia, armonia, canto, un po’ come fanno i bambini quando giocano…»Claudio Sanfilippo (Milano, 1960) ha scritto canzoni per diversi artisti tra cui Mina, Eugenio Finardi, Cristiano De Andrè, Pierangelo Bertoli, Carlo Marrale, Donati, i tenori Salvatore Licitra e Marcelo álvarez. Canzoni in italiano, in milanese, canzoni per bambini, adattamenti di canzoni in altre lingue, colonne sonore, jingle pubblicitari. Ha pubblicato una decina di dischi, il suo Stile libero si è aggiudicato la Targa Tenco nel 1996. La sua canzone La palla è rotonda, cantata da Mina, è stata la sigla Rai per i mondiali brasiliani del 2014. Dal 2013 al 2015, insieme a Carlo Fava e Folco Orselli, è stato artefice di Scuola Milanese – storie e canzoni tra i banchi di nebbia sul palco della Salumeria della Musica. Ha pubblicato libri di narrativa e poesia per i tipi di Mondadori, Rizzoli, Hoepli, Solferino, Le Edizioni del Foglio Clandestino, Bolis, About Cities. Insegna drammaturgia musicale presso la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano.Il sito dell’autore è www.claudiosanfilippo.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Marco Campedelli"Le ossa di Antonia"Letteratura minima d'autoreMarietti1820https://www.mariettieditore.it/libro/9788821103483-le-ossa-di-antoniaIl libro raccoglie ritratti e racconti ispirati a una letteratura minima. Cosa si intende con questa espressione? Non la storia raccontata dalla parte del potere e dei potenti, ma quella narrata dai piccoli e dai «perdenti». Si intende anche la grande letteratura che ha intessuto l’immaginario collettivo, fino a essere la terra su cui anche i più semplici hanno trovato l’aquilone a cui appendersi per volare. Vicino alle «ossa di Antonia», la nonna montanara dell’Altopiano di Asiago, ci sono narratrici e narratori, grandi romanzi e la poesia del cinema del Neorealismo. Intrecci che, secondo Marco Campedelli, sono necessari per reggere l’architettura del mondo. Una proposta per riscoprire un pensiero e una prassi in cui poetica e politica trovino la visione e la complicità necessarie per provocare piccole ma inarrestabili rivoluzioni; così da generare quella «bellezza morale» di cui parlava Pier Paolo Pasolini. Un viaggio attento ai dettagli, in cui si manifesta il miracoloso «fremito della terra», e allo sguardo bambino che vede l’invisibile.Marco Campedelli, nato a San Michele Extra (Verona) (le sue antiche genealogie hanno radici nella Lessinia veronese e nell’Altopiano di Asiago), è narratore e teologo. Allievo del maestro burattinaio Nino Pozzo, prosegue il suo Teatro fondato nel 1923. Ha studiato Teologia a Verona e a Padova, conseguendo il dottorato con Aldo Natale Terrin. Ha avuto come maestri i teologi Marcelo Barros e José Maria Castillo. La poetessa Alda Merini per anni gli ha dettato le sue poesie, a lui e alla memoria di Giorgio Gaber ha dedicato Clinica dell’abbandono (2003). Ha pubblicato la trilogia sul Vangelo di Alda Merini (2019), di Dario Fo (2021), di Eduardo De Filippo (2022). I suoi ultimi lavori sono Lessico disobbediente (2024) e Un bene da morire su don Lorenzo Milani edito nel libro a più voci E tu, piccola Barbiana (2024). Scrive sulle riviste Adista e Rocca.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Alessia Piperno"La vita, a volte, fa giri strani"Un viaggio fuori e dentro di meMondadori Editorewww.mondadori.itDopo aver raccontato l’esperienza della prigionia in Iran nel memoir Azadi!, Alessia Piperno torna con un libro ispirazionale sul potere trasformativo del viaggio. A tredici anni, con una valigia più grande di lei e un inglese inesistente, Alessia Piperno si è ritrovata sola in un college estivo in Irlanda. Da allora, il viaggio è diventato il filo conduttore della sua vita, portandola a esplorare angoli remoti del mondo e a vivere esperienze fuori dall’ordinario. In questo nuovo libro, Alessia Piperno racconta tre viaggi che più di tutti l’hanno trasformata nel profondo. Tre luoghi – isole Samoa, Indonesia, Amazzonia – che hanno cambiato il suo sguardo sul mondo e su sé stessa. Perché viaggiare non è solo spostarsi: è scoprire, accogliere, trasformarsi. Un memoir che è anche una dichiarazione d’amore e di fiducia per la vita che, coi suoi misteriosi, imprevedibili giri, alla fine riesce sempre a sorprenderti.Alessia Piperno (Roma 1992) nel 2016 lascia l’Italia per esplorare il mondo in solitaria. Vive, lavora e viaggia in oltre 50 nazioni in cinque continenti diversi, raccontando il suo amore per il viaggio sulla sua pagina Instagram. Nel 2022 viene arrestata in Iran, dove trascorre 45 giorni nel carcere Evin di Teheran. Ha raccontato l’esperienza della prigionia nel memoir Azadi! (Mondadori 2023).Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Andrej Longo"Festa del Racconto"https://www.festadelracconto.it/Festa del Racconto, CarpiSabato 4 ottobre 2025, ore 15:00Romanzi in racconticon Andrej Longo e Rossella Milone conduce Valeria ParrellaCapita, qualche volta, che i racconti di una raccolta possano essere letti sia in completa autonomia sia collegati fra loro. Nel caso di Un- dici. Non dimenticare di Longo possono anche costituire un seguito del precedente e felicissimo Dieci: l’ambientazione è simile, ma con un raggio di luce che si fa strada nella tragedia e che lascia intravedere, seppur a fatica, un riverbero di speranza. Dal canto suo, ne Il primo de- siderio, Rossella Milone modella un «romanzo in racconti» che ci resti- tuisce non solo l’immagine multiforme di una donna, ma coglie anche un’intera comunità: un gruppo che si crea, muta e cerca di difendersi dall’eterna tensione tra senso di sradicamento e brama di apparte- nenza. Coadiuvati da Valeria Parrella, Longo e Milone svelano a lettrici e lettori la loro personale interpretazione dell’arte della short story.Andrej Longo"Undici. Non dimenticare"Selleriowww.sellerio.itUndici storie di donne ambientate a Napoli e in provincia, simili a fotografie capaci di raccontare con un solo frammento una condizione umana e sociale dei nostri tempi. Alcuni di questi racconti prendono spunto dalla cronaca. Come il bellissimo La sedia, in cui tutto gira intorno alla domanda di una bambina che chiede il motivo di quella sedia messa sul marciapiede per assicurarsi un parcheggio. O come L’ultima cena, in cui una donna è costretta a fare i conti con la più terribile delle realtà. Altri racconti vengono fuori da brandelli di vita reale, come la badante che nella poesia trova la sua nemesi, o la ragazza che sognava di sposare un camorrista. In tutte le storie le protagoniste si trovano a lottare con un destino che sembra ineluttabile. E sempre la scrittura dell’autore, priva di fronzoli e indulgenze al sentimentalismo, ci mostra il peso e il dolore del vivere femminile in certi contesti.Le storie di Undici. Non dimenticare, pur nella loro completa autonomia, possono essere lette come il seguito del precedente e felicissimo Dieci, con un’ambientazione simile, ma con un raggio di luce che si fa strada nella tragedia e che lascia intravedere, seppur a fatica, un riverbero di speranza.Rossella Milone"Il primo desiderio"Neri Pozzawww.neripozza.ithttps://ilpostodelleparole.it/libri/rossella-milone-il-primo-desiderio/Con lo sguardo acuto e la prosa nitida che la contraddistinguono, Rossella Milone modella un “romanzo in racconti” che ci restituisce non solo l’immagine multiforme di una donna, ma coglie anche uDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Federico Giuntoli"I diluvi di Dio"Dal mito mesopotamico alla BibbiaEdizioni del Mulinowww.mulino.it«Dio vide la terra, ed ecco: era corrotta, perché ogni mortale aveva corrotto la sua condotta sulla terra. Allora Dio disse a Noè: “Per me è giunta la fine di tutti i mortali, perché per loro causa la terra si è riempita di violenza: ecco, sto per distruggerli assieme alla terra!”».Genesi 6,12-13Narrato nei testi sumerici e accadici della Mesopotamia del II millennio a.C., il mito del diluvio si è trasmesso nei secoli fino al racconto biblico di Noè, lasciando tracce profonde anche nella letteratura greca e latina. Per la prima volta, questo volume ricostruisce l’intera storia del mito con un costante e sapiente richiamo ai testi antichi pervenuti. Lungi dall’essere soltanto narrazione di rovina, il diluvio è racconto paradossale di rigenerazione: in mezzo alle acque che travolgono, l’arca custodisce la promessa di nuovi inizi. In un’epoca come la nostra, segnata da stravolgimenti ambientali e conflitti, l’archetipo plurimillenario del diluvio continua a parlare con forza. Anche nella notte più fonda della storia e in mezzo alle rovine della distruzione, l’umanità può scorgere le tracce di una salvezza possibile.Federico Giuntoli è professore ordinario di Esegesi dell’Antico Testamento al Pontificio Istituto Biblico di Roma ed è membro del comitato scientifico della Fondazione Lorenzo Valla e della Pontificia Commissione Biblica. Autore di molti saggi in Italia e all’estero, è fra i curatori della «Bibbia» pubblicata da Einaudi nel 2021.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Teresa LussoneLeggere, tradurre, amare Irène Némirovskyhttps://www.festadelracconto.it/Festa del Racconto, CarpiVenerdì 3 ottobre 2025, ore 17:00"Leggere, tradurre, amare Irène Némirovsky"con Cinzia Bigliosi e Teresa Lussoneconduce Gaia Manzini. Letture di Betti Pedrazzi«Quando abbiamo finito di leggere le due prime parti di Suite francese», scrive Pietro Citati, «resta in noi una strana sensazione di letizia. Non sappiamo se essa dipenda dalla gioia nascosta sotto le tragedie della vita; o dalla felicità fisica di raccontare senza fine». Pubblicato postumo in Francia nel 2004 e tradotto in italiano da Adelphi nel 2005, il romanzo incompiuto di Irène Némirovsky fu subito acclamato come un capolavoro e diede il via alla scoperta di una scrittrice straordinaria e amatissima. Accompagnate dalle letture di Betti Pedrazzi e guidate dalle curiosità di Gaia Manzini, Cinzia Bigliosi e Teresa Lussone, entrambe traduttrici e fini conoscitrici dell’opera della scrittrice francese di origine ucraina, raccontano la «loro» Némirovsky.Irène Némirovsky"Il carnevale di Nizza e altri racconti"Traduzione a cura di Teresa LussoneAdelphiwww.adelphi.itCome fa una giovane donna di appena trent’anni, qual era all’epoca Irène Némirovsky, a scavare così profondamente nell’animo umano? si chiese Bernard Grasset, il suo primo editore, leggendo questi racconti. Come fa a capire, e a descrivere in modo così empatico e al tempo stesso spietato, non solo le lusinghe e le illusioni della giovinezza, ma anche la nostalgia degli amori perduti, il rimpianto delle vite non vissute, l’acredine delle esistenze sbagliate, le ferite dell’ambizione frustrata, l’angoscia della solitudine, lo sgomento per i segni che lascia sul corpo il passare degli anni, la ferocia che si annida nel cuore degli uomini? Le prove giovanili di Némirovsky continuano a riempirci di stupore non meno di quelle della maturità: le quattro «scenette», per cominciare, di sapore quasi lubitschiano, dove due aspiranti attricette di incantevole amoralità mettono in opera comici e insieme patetici tentativi di trovare un uomo molto ricco che le mantenga; i tre «film parlati» – in realtà vere e proprie narrazioni, condotte con la mano sapiente di uno sceneggiatore navigato, in grado di dare indicazioni su inquadrature, stacchi, dissolvenze, montaggio; gli struggenti Una colazione in settembre e Le rive felici; il truculento affresco finlandese dei Fumi del vino... Fino al sorprendente I giardini di Tauride, che appare qui in volume per la prima volta, e che, costellato di appunti in cui Némirovsky riflette sulla forma stessa del racconto, ci consente di gettare un’occhiata indiscreta nel suo laboratorio.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Anna Samueli"Il labirinto di seta"Sonzogno Editorehttps://www.sonzognoeditori.it/libro/scheda-libro/4542782/il-labirinto-di-setaUn’aggressione violenta a Granada, e Luz in una notte perde tutto. Unico, misterioso lascito della madre: una scatola bianca con un logo a forma di labirinto, una lettera di presentazione fasulla e un biglietto per Venezia. È così che la ragazza, sedici anni e muta per scelta, si ritrova a lavorare per Mariano Fortuny, l’alchimista delle stoffe. Nel suo palazzo di campo San Beneto, già si stampano con tecniche segrete gli scialli knossos, ambiti dalla buona società di tutta Europa, ma il suo genio instancabile è ossessionato dalla creazione di un abito senza tempo, la cui piega perfetta possa disegnare il corpo e l’anima di chi lo indossa. Da questa visione e dalle intuizioni della compagna, l’affascinante Henriette, nascerà il delphos, un vestito destinato a entrare nella storia della moda.Testimone e poi artefice di questo mondo di tessuti e colori, Luz dovrà scavare tra i meandri del passato e affrontare le incertezze del primo amore e del futuro, per dare finalmente forma alla sua vera identità. A fare i conti con i propri fantasmi è anche Mariano, che vive da sempre sotto l’ala protettrice della madre e oscurato dall’ombra del padre – il famoso pittore Marià Fortuny y Marsal, ufficialmente morto di malaria ma con i sintomi di un avvelenamento da piombo. E tra le pieghe della seta, di una città, di una storia, sia Luz che Mariano dovranno scoprire chi sono davvero.Nella chiassosa vivacità della Venezia di inizio Novecento – in cui si muovono Gabriele D’Annunzio e Giovanni Stucky, Luisa Casati e Marcel Proust, ma anche operaie e impiraresse dalla saggezza spiccia – Anna Samueli unisce la finzione alla realtà per restituirci il ritratto di un artista poliedrico, un inventore eclettico e insaziabile che ha segnato un’epoca.Anna Samueli è nata a Venezia nel 1963, a pochi passi da Palazzo Fortuny. Si è laureata in Storia e critica del cinema a Ca’ Foscari, collaborando in seguito con quotidiani e riviste come La Nuova Venezia, La Cosa Vista, Vertigo, Cahiers du Cinéma. Con Alessandro Bencivenni ha scritto Peter Greenaway. Il cinema delle idee (premio Filmcritica Umberto Barbaro 1997) e ha partecipato a varie produzioni della regista Josée Dayan, tra cui Le Deuxième Sexe, documentario di e con Simone de Beauvoir. Come sceneggiatrice ha firmato film, serie e tv movie andati in onda su Rai e Mediaset. Tra questi: Ardena, Don Matteo, La Squadra, Provaci ancora Prof!, Il commissario Manara, Fosca Innocenti, La baronessa di Carini, Edda Ciano, Soraya.Un giorno di qualche anno fa, le è capitato di posare la mano su un delphos originale, di colore verde, che oggi è suo. E da lì si è messa in moto la storia.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Alberto Schiavone"Tributo a Georges Simenon"Festa del Raccontohttps://www.festadelracconto.it/Festa del RaccontoGiovedì 2 ottobre 2025, ore 20:30Carpi, Cinema EdenTributo a Georges SimenonBruno Gambarotta dialoga con Alberto Schiavonea seguire proiezione di Panico (Panique, Francia/1946) di Julien Duvivier, 100 minutiLa Festa del Racconto celebra venti edizioni e dall'1 al 5 ottobre torna ad animare piazze e luoghi nei Comuni di Carpi, Campogalliano, Novi di Modena e Soliera. Attraverso un ricco programma di appuntamenti, oltre sessanta, che celebrano tutte le forme della narrazione, la Festa accoglie numerosi protagonisti tra cui la scrittrice spagnola Alicia Giménez-Bartlett, la giornalista britannica Tania Branigan, i giornalisti Luca Sofri, Francesco Costa, i fumettisti Daniele Kong e Zuzu e numerosi autori italiani: Felicia Kingsley, Valeria Parrella, Paolo Nori, Paolo Di Paolo, Domenico Starnone, Marcello Fois, Elena Stancanelli, Chiara Francini, Matteo Nucci, Piergiorgio Pulixi, Marco Malvaldi, Antonio Albanese, Teresa Ciabatti. Spazio a numerosi appuntamenti speciali tra cui la lectio di Paolo Giordano, l'incontro di attualità "Gaza. Un'elegia civile", il tributo a classici come Jane Austen, Irène Némirovsky, Stig Dagerman, Georges Simenon, i reading di Antonella Lattanzi, Francesco Piccolo, Paolo Nori e Stefano Nazzi, lo show di stand-up comedy con Stefano Rapone, la musica di Cristiano Godano, lo spettacolo dedicato a Ennio Morricone. Tra le novità il corso di scrittura gratuito "I magnifici Venti" con la Scuola Belleville, dedicato al racconto in omaggio alla XX edizione di Festa e una mostra mercato dedicata al mondo dell'illustrazione. Letture, spettacoli, mostre, racconti, gruppi di lettura, laboratori, colazioni letterarie e l'incontro con Federico Taddia a settant'anni dalla scomparsa di Albert Einstein sono le attività in programma per bambini e ragazzi.Se Georges Simenon è stato indubbiamente uno scrittore instancabile, lo stesso possiamo dire del suo pubblico di lettori e lettrici: il fascino dell’autore belga sembra infatti rinnovarsi continuamente e alimentarsi di una forza sempre più contagiosa. Bruno Gambarotta – scrittore, giornalista, autore televisivo e radiofonico che ha fatto la storia della RAI – ha avuto il privilegio di incontrare Simenon di persona nel 1963, mentre Alberto Schiavone è l’autore, insieme a Maurizio Lacavalla, del graphic novel Alfabeto Simenon, un omaggio alla vita e all’opera dello scrittore considerato da molti il più grande del Novecento. Schiavone e Gambarotta si confrontano sulle ragioni della loro passione comune per rispondere alla domanda: perché non smetteremo mai di leggere Simenon?Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Immanuel Mifsud"Ti ho visto piangere"Traduzione di Andrea RussoBonfirraro Editorehttps://www.bonfirraroeditore.it/prodotto/ti-ho-visto-piangere/?srsltid=AfmBOorsdhRDWZykVNWry687opaXz9BhcKDctHkG9bd4y2DizFa0Lu25"Ti ho visto piangere": vincitore del Premio dell’Unione Europea per la letteratura 2011.Ti ho visto piangere è molto più di un semplice memoir: è un viaggio nel cuore oscuro della memoria e dell’identità. Attraverso una narrazione avvolgente e poetica, il libro esplora la complessità del rapporto tra padre e figlio, svelando dinamiche familiari difficili, ma universali. Il protagonista ripercorre la propria storia, intrecciando ricordi d’infanzia con riflessioni adulte sul significato della paternità, sul ruolo del padre e sull’ereditarietà del dolore e della forza.La storia inizia con il protagonista che trova un vecchio diario appartenente al padre, un veterano di guerra segnato dall’esperienza del conflitto e dalla durezza della vita. In quelle pagine ingiallite, il figlio rilegge la vita del padre attraverso la lente della sua stessa sofferenza e del rispetto misto a paura che ha sempre provato per lui. La voce del figlio, carica di emozione e onestà, si confronta con i silenzi del padre, con il peso delle aspettative e delle delusioni che hanno scandito la loro relazione.Ogni ricordo diventa un frammento di un mosaico più grande: dalle domeniche trascorse a giocare a palla, nonostante la zoppia del padre, alle dure lezioni di vita impartite con rigore e durezza. C’è una violenza silenziosa, ma persistente, che attraversa ogni pagina del libro, legata al desiderio del padre di plasmare il figlio secondo i propri ideali di virilità e onore. Tuttavia, c’è anche amore, anche se espresso in modi che sfuggono alla tenerezza tradizionale.Le tematiche della mascolinità, dell’autorità e del confronto con il passato emergono con forza, rendendo questa narrazione universale. Il libro ci pone di fronte a domande fondamentali: cosa significa essere uomini in un mondo che ci chiede sempre di essere forti? Come si può essere padri quando si è ancora figli? E, soprattutto, come si può trovare pace quando si è cresciuti in un ambiente dominato da aspettative opprimenti?Con uno stile poetico e a tratti struggente, Ti ho visto piangere scava nelle profondità dell’animo umano, portando a galla il dolore della perdita, della colpa e della speranza di riconciliazione. Questo libro non è solo una riflessione sul rapporto tra padri e figli, ma una meditazione sul tempo, sulla memoria e sul desiderio di trovare una propria strada nel mondo. Un’opera intensa, toccante, che lascia il lettore con la consapevolezza che, in fondo, la storia di ogni padre e di ogni figlio è una storia che ci riguarda tutti.Immanuel Mifsud (Malta, 1967) è uno scrittore e poeta pluripremiato. È stato il primo scrittore maltese a ricevere il Premio dell’Unione Europea per la Letteratura nel 2011 con il libro Ti ho visto piangere (The name of father and son), che a oggi è stato tradotto in dodici lingue. Inoltre, ha vinto due volte il Premio nazionale per la prosa e tre volte quello per la poesia. Gli sono stati commissionati anche brani per occasioni speciali, come la presidenza francese dell’UE (due volte) e il Commonwealth Day celebrato nell’Abbazia di Westminster nel 2017.Come riconoscimento per i suoi successi letterari a Malta e all’estero, nel 2014 la Repubblica di Malta gli ha conferito l’onorificenza di Membro dell’Ordine al Merito della Repubblica di Malta. Insegna letteratura contemporanea e teoria letteraria presso l’Università di Malta.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Marina Sozzi"Dialoghi sulla vita in casa FARO"https://fondazionefaro.it/Otto incontri per esplorare le fragilità dell’esistenza, tra filosofia, letteratura e impegno civile: dal 25 settembre al 4 dicembre, un ciclo gratuito di appuntamenti per riflettere sui grandi temi della vitaCasa FARO, nel cuore di Torino, riapre le sue porte al pubblico con il secondo ciclo di “Dialoghi sulla vita”, un percorso culturale promosso dall’Ufficio Culturale della Fondazione FARO. Dal 25 settembre al 4 dicembre, otto incontri gratuiti offriranno uno spazio di confronto su questioni profonde e attuali: l’amore, la genitorialità, il corpo, la cura, le disuguaglianze di genere, la maternità, l’invecchiamento e il suicidio.Questa iniziativa nasce da un pensiero maturato nell’esperienza quotidiana delle cure palliative, dove la consapevolezza della fine della vita alimenta un’etica della cura e della responsabilità. Come sottolinea Marina Sozzi, co-responsabile dell’Ufficio Culturale, l’obiettivo è accogliere le domande che emergono dalle fragilità umane, con uno sguardo che unisce profondità e leggerezza.Casa FARO, in via Botero 16, è luogo di ascolto e dialogo, con una sala raccolta pensata per favorire la riflessione condivisa. La partecipazione è gratuita, previa registrazione su www.fondazionefaro.it; casafaro@fondazionefaro.it; WhatsApp 351 6296492Il programmaGiovedì 25 settembre – L’amore è cambiato?Un confronto sulla crisi della coppia monogamica e sulle nuove forme di legame affettivo. Intervengono Annalisa Ambrosio, Vittoria Baruffaldi e Guido Catalano, moderati da Enrica Caretta.Sabato 27 settembre – Crescere figli in un mondo difficileCome educare i giovani in una società che oscilla tra iperprotezione e abbandono. Ne parlano Elena Rainò e Fabio Geda, guidati da Silvia Trisolino, giornalista di GG Giovani Genitori.Giovedì 9 ottobre – Il corpo, l’identità e il limiteRiflessione sul corpo come luogo di identità e sofferenza, in un’epoca che tende a ignorarne la concretezza. Con Cristina Vargas e Ilaria Eloisa Lesmo, moderazione di Eugenio Giannetta.Giovedì 23 ottobre – La manutenzione del mondo. Una riflessione sulla curaLa cura come pratica politica e sociale, oltre che familiare. Dialogano Giorgia Serughetti e Giada Lonati, con la conduzione di Livio Partiti.Giovedì 30 ottobre – Il patriarcato dentro di noi. Far crescere la consapevolezzaUn’indagine sul patriarcato interiorizzato e sulla necessità di una riflessione collettiva. Intervengono Monica Lanfranco, Maurizio Pisani e Davide Bertolino, moderati da Lorenzo Fazio.Giovedì 6 novembre – La solitudine delle madriSi affronta il tema della maternità idealizzata e della salute mentale delle madri. Con Pia Massaglia, Francesca Fiore e Sarah Malnerich, modera Massimiliano Sciullo.Giovedì 13 novembre – Invecchiare con graziaCome affrontare l’età avanzata con dignità e possibilità di trasformazione. Ne discutono Gabriella Caramore e Iaia Caputo, insieme alla giornalista Maria Teresa Martinengo.Giovedì 4 dicembre – Te ne sei andato senza un perchéUn incontro delicato sul suicidio, per rompere il tabù e dare voce ai “sopravvissuti”. Con Fuani Marino e Chiara Davico, moderazione di Paolo Piacenza. La Fondazione FARO ETS è un’organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di assistere dal punto vista fisico, psicologico, sociale e spirituale, coloro che necessitano di cure palliative, prendendosi cura anche delle loro famiglie nelle loro case o in hospice. Accanto al lavoro di assistenza, la FARO svolge anche attività di ricerca medico-scientifica e di divulgazione nell’ambito delle cure palliative. La FARO opera sui territori di Torino, Carignano, Chivasso, Leinì e Lanzo.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Raffaele Bonifazi"Clinàmina"Scatole Parlantiwww.scatoleparlanti.itI clinàmina sono una rifrazione a cui seguono altre rifrazioni. Non c’è un progetto. Non c’è un intento. Accadono. Nella pioggia immota, accadono. E lasciano dietro di sé cambiamenti irreversibili. Può una sola domanda cambiare la vita di una persona? Può farlo la risposta che scegliamo di dare? “Finalmente, lui disse sì”.Raffaele Bonifazi è nato a Napoli nel 1974. Attualmente vive a Bari. Laureato in Medicina e chirurgia, è specialista in cardiochirurgia. Clinàmina è il suo primo romanzo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Virginia Di Martino"Per ora basto a me stessa"Carolina Invernizio e i romanzi che leggeva mia nonnaManni Editoriwww.mannieditori.itUna docente di Letteratura italiana ritrova vecchi libri di sua nonna e legge i romanzi di Carolina Invernizio, prolifica autrice di enorme successo tra fine Ottocento e inizio Novecento. All’iniziale sensazione di distanza abissale subentra un’intimità via via crescente; la donna di oggi si rivolge alla scrittrice di ieri, dandole del tu e chiamandola per nome, inseguendola di pagina in pagina e scoprendo inaspettati legami tra quei libri un po’ kitsch e i propri ricordi familiari.Condite da delitti, vendette, passioni inconfessabili, le vicende inverniziane, un colpo di scena dopo l’altro, delineano ritratti femminili che con amichevole confidenza fanno appassionare il lettore anche alle trame più scabrose e paradossali, lasciando intuire un velato messaggio talora rivoluzionario rivolto alle donne di cent’anni fa. Tra ragazze-madri "oneste", lavoratrici istruite e indipendenti, figlie in grado di dare sonore lezioni ai padri, pacifiche vecchine convinte che "gli uomini sono una massa di imbecilli", i romanzi di Invernizio presentano figure di eroine decisamente in anticipo rispetto ai tempi.Il diario di un saggio da scrivere diventa così una storia che tocca diversi piani temporali e che si legge come un romanzo, come “i romanzi che leggeva mia nonna”.Virginia di MartinoÈ nata nel 1979 a Castellammare di Stabia, dove vive. Insegna Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Università Federico II di Napoli.Ha pubblicato libri di critica letteraria e saggi su vari autori tra cui Arrigo Boito, Ungaretti, Montale, Saba, Primo Levi, Lalla Romano, Calvino.Il suo ultimo volume è Sul fuoco. Camini focolari incendi streghe e altro nella poesia italiana del primo Novecento (Liguori, 2020).Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Sergio La Chiusa"Il cimitero delle macchine"Miraggi Edizioniwww.miraggiedizioni.itGiocando con le regole del patto tra narratore, personaggio e lettore, La Chiusa prende un’esistenza fittizia e anodina, per quanto emblematica, un personaggio da romanzo – Ulisse Orsini – e ci invita a osservarlo da vicino: un soggetto improduttivo, in esubero, ossessionato dalla propria sensazione di illegittimità; uno che ha perso il lavoro e si rintana in casa, riducendosi a sgattaiolare sul pianerottolo per non incontrare i rispettabili condomini. Lo colloca in una metropoli nei primi anni Duemila, riconoscibile eppure fantastica, un cantiere interminato, coerente solo nella propria vocazione di «città della moda e degli eventi»; e lo segue nella sua tragicomica odissea urbana, attraverso paradossali ambulatori e ospedali simili a penitenziari, per vie ridotte a scarni residui dello sfruttamento economico, finché giunge – in mutande e con una valigia piena di biancheria – in una discarica dell’hinterland. Qui, nel cimitero delle macchine, tra i reietti accampati in mezzo a rottami e carcasse d’auto, Ulisse conosce Lazzaro Lanza, un imbianchino con aspirazioni messianiche, che lo trascina nelle azioni del suo movimento rivoluzionario (e nei suoi lavori di tinteggiatura). Il sardonico avvicendarsi di sipari architettato dall’autore rivela tutta l’assurdità del mondo contemporaneo e registra l’inesausto stato di tensione tra l’insostenibilità del reale e la fuga nell’immaginazione. Una tensione che ingabbia Ulisse e gli altri personaggi del romanzo, facendone le nostre grottesche controfigure.Sergio La Chiusa è nato a Cerda (PA) il 23 settembre 1968 e vive a Milano. Ha pubblicato nel 2020 il romanzo I Pellicani. Cronaca di un’emancipazione (Miraggi), finalista nel 2019 al Premio Italo Calvino, dove ha ricevuto la Menzione Speciale Treccani per l’originalità linguistica e la creatività espressiva, e nel 2021 al Premio nazionale di narrativa Bergamo, al Premio Giuseppe Berto e al Premio Fondazione Megamark. Nel 2023 ha pubblicato il racconto lungo Madre nel cassetto (Industria & Letteratura) e nel 2024 il romanzo Il cimitero delle macchine (Miraggi). In poesia ha pubblicato nel 2005 la plaquette I sepolti (Lietocolle), finalista Premio Montano 2006, e l’e-book Il superfluo (E-dizioni Biagio Cepollaro). Suoi testi sono presenti su riviste e blog culturaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Luigi Colasuonno"Twist and shout"con l'aggravante dei futili motiviNeos Edizioniwww.neosedizioni.it Quindici intensi racconti di esistenze confinate ai margini. Figurine in bilico sull’orlo della vita, anime refrattarie, personaggi bizzarri e toccanti, dall’incerta collocazione in una società che non li accetta, o lo fa con estrema fatica. Storie che scansano i facili sentimentalismi, li tengono a distanza con delicatezza e tanta ironia.Incontri, reali e immaginari, che portano a riflettere sull’amore, la vita, la morte, e sulle gabbie in cui la società relega, abbandona, tante e tanti. Ma, come insegna l’autore, superando l’oscurità e scrutando in fondo al tunnel del dolore, anche del più cupo, apparentemente senza via d’uscita, si percepisce una melodia che invita a muovere il corpo, la mente e le convinzioni.Giornalisti che devono scrivere un articolo su un omicidio-suicidio e finiscono coinvolti in un incontro di boxe esistenziale. Individui che aspirano cocciutamente almeno a un giorno di Felicita. La maga Aramis che merita i complimenti per la trasmissione. Il sagrestano e la cassiera del cinematografo, lei sparisce e lui continua a fare le pulizie con uno straccetto rosa coi pizzi bianchi. L’allampanato Teodoro e la sua dolce polpettina Letizia che hanno pensato bene di occupare un alloggio fatiscente in un palazzo che ospita altri relitti sociali. L’ottantanovenne innamorato di tutte, liceali, frequentatrici di bagni turchi, casalinghe indaffarate, vedove e anche di Milena, che, dietro il vetro, sorride sempre e una volta al mese gli consegna la pensione. Un ingegnere in carriera, dalla vita razionale e controllata, che alla vigilia di Natale incontra il fantasma di un avo presso il Mufant. Un corteggiamento in lungo e in largo per Torino declinato in dieci momenti, l’ultimo dei quali si consuma davanti al cancello della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno. L’angelo cinephile dalle bianche ali che si staglia nel cielo sopra Torino. L’elefante Fritz, la scrittrice Alda Merini e Moussa Balde tutti alle prese con le proprie gabbie.Luigi Colasuonno, con uno stile che apre generosamente alla contaminazione tra lingua “alta” e dialetti, tra letteratura e musica popolare, ha la capacità di trasformare il buio in un’esplosione di colori, di scendere in profondità senza mai perdere la leggerezza e la voglia di sorridere e di sognare. Luigi Colasuonno è nato in Puglia nel 1961. Solo due anni dopo si trasferisce a Torino insieme a molti potenziali metalmeccanici. Funzionario pubblico, opera da oltre un trentennio nel cosiddetto “campo sociale”. Negli ultimi anni si è occupato quotidianamente di carcere, di giustizia minorile e del centro di permanenza per il rimpatrio di Torino.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Valentina Galli"Il colore dei papaveri"Scatole Parlantiwww.scatoleparlanti.itItalia, anni Quaranta. Dina è una giovane ragazza che abita in un piccolo borgo di montagna sovrastato da due maestosi promontori che tutti chiamano “i Sassi”. Qui vive con la madre, l’amata e bellissima sorella Marietta e la nonna Linda, custode dei segreti e delle usanze antiche. Dina è immersa nel suo piccolo mondo scandito dai ritmi della natura, dai riti quotidiani, dalle corse in sella a Zara, da racconti e avventure. Insieme a lei c’è sempre Guido, compagno di scuola e vicino di casa con il quale esplora e scopre i misteri della montagna. Un giorno, però, la realtà tranquilla e serena di Dina è sconvolta dall’arrivo della guerra. I confini del borgo sicuro e familiare, che per lei rappresentavano tutto, sono investiti da un turbine di odio e violenza che la portano a capire che le persone non sono quello che sembrano, che la realtà non è sempre classificabile, definibile e priva di sfumature, che gli eventi non sempre dipendono dalla volontà personale, ma le nostre scelte sì.Valentina Galli è cresciuta a Pennabilli (RN). Laureata in Lettere e filosofia presso l’Università di Bologna, dopo aver conseguito il master in Gestione delle risorse umane nello stesso ateneo ha lavorato con l’associazione culturale “Tonino Guerra” e attualmente è docente di lingua e letteratura italiana presso la scuola secondaria. Ha collaborato con la casa di produzione indipendente “Lumaca Film” e con la “22S production” come sceneggiatrice, soggettista e responsabile ufficio stampa per la realizzazione di cortometraggi (Piove, Nevica e Ancóra) e video musicali. Ha partecipato al VI Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo” con il racconto Irene inserito nell’antologia pubblicata dalla casa editrice Aletti Editore. Ha collaborato con il giornalista e scrittore Salvatore Giannella alla realizzazione della biografia di Gianfranco Giannini Gianni, il civismo è il profumo della vita (Affinità Elettive Edizioni), libro vincitore del Premio Nazionale di Cultura “Frontino Montefeltro”, XLI edizione 2022, sezione “Umane Diversità”. Il colore dei papaveri è il suo nuovo romanzo.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Ciao a tutti leggendo questo, sono sienna di Roma e voglio ringraziare questo grande incantatore che mi ha aiutato a ricongiungermi con mio marito, la parte scioccante di tutto è stata che questo incantesimo è stato fatto in meno di 3 giorni senza alcuna delusione o ritardo e consiglio a tutti avendo problemi di separazione a drwava3@gmail.com o whatsapp lui +12162022709 o viber +12066713285 non mi ha deluso e non deluderà te. contattalo oggi e ottieni le soluzioni al tuo problema
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