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Author: Kairos Partners SGR

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Il podcast rivolto a chi desidera restare aggiornato sulle ultime notizie dai mercati finanziari raccontate da Alberto Tocchio, Head of European Equity and Thematics di Kairos.
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103 Episodes
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In questo episodio:  Dopo mesi di record, il mercato ha subito una correzione significativa, con gli indici azionari in calo del 5-6%. La fine del momentum ha portato volatilità e un maggiore focus sullo stock picking. Le commodities hanno registrato guadagni, mentre i bond hanno sofferto perdite. Le trimestrali mostrano un superamento delle stime, ma la reazione del mercato è modesta, con guadagni leggeri per le società che performano bene e perdite significative per quelle che deludono.La correzione è stata ordinata, guidata dalla riduzione di posizioni dei fondi sistematici più che da hedging. I tassi potrebbero danneggiare l'azionario, l'inflazione negli USA persiste e le aste di Treasuries aumentano.Maggio, tradizionalmente volatile per l'azionario, potrebbe vedere un continuo allargamento dell'orizzonte di investimento dalle mega-cap. La solida performance della Cina è attribuita a questo trend, nonostante dati macro incerti. Inoltre, il posizionamento sui futures corti sui Treasuries, più ampio che mai, aveva predetto la contrazione dei tassi lo scorso ottobre. Anche se ora i tassi sono tornati ai livelli del 2023, la prospettiva è di tagli anziché aumenti. Questo trade potrebbe ancora avere successo, nonostante le circostanze attuali.
In questo episodio:Gli ultimi dati macro hanno mostrato un’economia più forte in tutte le principali aree geografiche. L'analisi dei fattori che hanno influenzato l'andamento degli indici rivela una concentrazione particolarmente marcata sul NDX, dove Nvidia ha contribuito al 40% del movimento.Negli ultimi 15 giorni, si è assistito ad un leggero rallentamento della corsa degli indici principali, incluso l'SPX e l’Eurostoxx 50.Nelle ultime settimane si è osservato un rafforzamento del dollaro. Aumentano anche le commodities, in particolare petrolio, oro e rame. L’alluminio raggiunge i massimi dagli anni ’80 a seguito delle sanzioni ai metalli provenienti dalla Russia.In conclusione, si iniziano ad intravedere potenziali rotazioni nel mercato, con un'attenzione crescente verso settori come le utilities, principalmente a causa del movimento delle commodities e della loro posizione difensiva. Tuttavia, per assistere a cambiamenti più significativi, sarà necessaria una stabilizzazione dei tassi di interesse, probabilmente cominciando dall’Europa. Nel breve termine, gli investimenti nella volatilità potrebbero essere premiati, mentre l'azionario, soprattutto a livello di indici, potrebbe incontrare delle difficoltà. È probabile che si assista a un periodo di differenziazione, con un ritorno all'importanza del stock-picking rispetto ai flussi passivi.
In questo episodio:Il settore tecnologico rallenta, con gli acquisti in calo a causa del sovrafollamento dei titoli, il che evidenzia la necessità di allargare lo spettro di partecipazione. Si nota un inizio di outperformance dei settori rimasti indietro, con un timido risveglio delle small cap, a dimostrazione di un possibile cambio di tendenza nel mercato azionario.I dati di inflazione non hanno fornito sostegno, sollevando interrogativi sul target inflattivo reale e sul rallentamento economico. Inoltre, l'aumento del debito in US e le incertezze legate alle elezioni potrebbero influenzare le politiche della Fed.Si osserva una potenziale fase di stasi, con estremo posizionamento degli investitori. Le metriche tecniche indicano rotture del trend rialzista sui grafici settimanali dell'SPX e del NDX, con segnali di possibile ribasso accompagnati da una volatilità crescente.Il mercato, troppo compiacente e poco volatile, potrebbe affrontare un terremoto di rotazioni fattoriali/settoriali, mettendo in discussione la concentrazione su un unico  momentum e la sua sostenibilità nel lungo termine.
In questo episodio:Nonostante i rebalancing dei fondi pensione, il mercato azionario continua a essere inarrestabile, con una costanza nel movimento che non si vedeva da decenni e che ha portato molti indici a registrare nuovi massimi di sempre.La performance è stata generata principalmente da tre grandi aree tematiche, quali tecnologia, difesa e lotta all'obesità.Nel mese di febbraio le aspettative dei tagli da parte della Fed per l’anno si sono abbassate ed è stata anche posticipata a giugno la previsione del primo taglio. Le attese riguardo all'inflazione e ai tagli dei tassi da parte delle Banche Centrali hanno subito un cambiamento significativo, passando da un eccessivo ottimismo a un certo pessimismo in soli due mesi.Nonostante il rally del mercato azionario, vi sono segnali di un possibile cambiamento di scenario che porterebbero ad un aumento della volatilità. Tuttavia, gli investitori sembrano restare ottimisti e mantenere posizioni cariche. La direzione del mercato dipenderà dall’evoluzione dello scenario macro e dagli utili, oltre che da eventuali nuovi percorsi di discesa dei tassi da parte delle Banche Centrali.
In questo episodio:L'indice SPX ha registrato una leggera chiusura negativa la settimana scorsa, interrompendo il trend record di settimane positive.Sia in Europa che negli Stati Uniti, il movimento di rialzo degli indici azionari continua ad essere trainato da pochi nomi, accentuando l’alta concentrazione del mercato, con un'attenzione particolare alle società a mega capitalizzazione.Le trimestrali hanno aiutato questo movimento di concentrazione con tassi di crescita importanti per le mega cap e numeri decisamente inferiori per il resto del mercato. Una situazione di disparità che appare ancora più estrema in Europa, dove le trimestrali sono state deludenti in settori chiave come l'energia, l'industria e i consumi.Ci troviamo con un azionario che ha performato anche meglio delle aspettative, caratterizzato da posizionamenti molto carichi e scarsa protezione. Il mercato si conferma funzionale, in grado di superare l’incremento dei tassi e tensioni geopolitiche grazie alla ripresa economica e i risultati trimestrali. In questo contesto, può valere la pena acquistare protezione, non solo per il costo relativo molto basso, ma anche in previsione di situazioni future che potrebbero generare un’improvvisa escalation di volatilità.
In questo episodio:Siamo in presenza di un mercato diverso, più rassicurante e funzionale, caratterizzato dal il ritorno di IPO e M&A e capace di assorbire le numerose emissioni di bond governativi e corporate.Nonostante le tensioni geopolitiche e la volatilità nei bond, gli indici SPX e NDX continuano a superare i massimi di sempre, trainati ancora una volta dalle società a mega capitalizzazione.Sebbene l'economia mostri segni di ripresa, il principale rischio attuale potrebbe essere un'inflazione che fa fatica a scendere, con variabili esterne come le tensioni nel Mar Rosso che potrebbero ritardarne il rallentamento.
Il mercato ha assorbito molto bene forse la prima nota disattesa dell’anno relativa ai primi tagli di tassi a marzo, dimostrando forte tenacia e partecipando attivamente alle diverse aste governative ed emissioni corporate. Gli elementi che hanno aiutato il rialzo hanno la stessa natura di quelli di fine 2023 con i retailers che comprano massicciamente ETF, le opzioni call che raggiungono volumi record e, infine, un azionario dominato dal tema dell’AI.Siamo entrati nella penultima settimana del mese che si prospetta ricca di eventi, con i meeting delle Banche Centrali, le trimestrali in corso e la pubblicazione di importanti dati macro che potrebbero dare maggiore chiarezza ai mercati e agli investitori.Nvidia, Meta, Google, Microsoft e Amazon hanno contribuito per il grosso del movimento di rialzo, mentre i componenti di più del 70% dell’SPX hanno già sottoperformato non solo le fantastiche 5, ma tutto l’indice stesso. Le small cap hanno perso in pochi giorni 1/3 del forte movimento di rally di fine anno.Si prospetta un 2024 buono per l’obbligazionario, che dovrebbe performare bene salvo un’eventuale recrudescenza dell’inflazione. Sull’azionario la situazione risulta invece incerta e osservando il macro, gli utili, il posizionamento e il sentiment sembra difficile credere che il mercato sia così rilassato. C’è però da considerare che finalmente si sta ritornando ad un mercato funzionale dopo tre anni di chiusura e, come per il bond, anche l’equity sotto questo punto di vista sembra assorbire ancora bene tutta la carta in arrivo.
Ci siamo lasciati alla fine del mese scorso con delle performance straordinarie in termini di recupero sia sull’azionario che sull’obbligazionario. Una fine d’anno eccezionale che ha fatto registrare acquisti record di ETF da parte dei retailers e un massiccio movimento di call rialziste, arrivate a dicembre alla scadenza più voluminosa mai vista prima.L’anno nuovo è iniziato invece contromano, con un processo di normalizzazione e riduzione degli eccessi. La volatilità è tornata a salire dai livelli più depressi degli ultimi anni e il mercato, pur rimanendo ottimista, ha iniziato a prezzare più incertezza sul timing del primo degli ipotetici 6 tagli della Fed.È un bene che il mercato non sia partito subito in fase d’acquisto, in questo modo alcune delle metriche che risultavano in “iper-comperato” si possono scaricare prima dei tanti eventi importanti che ci attendono. I prossimi 12 mesi saranno, infatti, ricchi di avvenimenti politici, con elezioni in Russia, al parlamento Europeo, in Regno Unito e con le tanto attese presidenziali americane di novembre.Il 2024 sarà dunque un anno di verifica per il mercato che si troverà a rivedere le proprie certezze alla luce di nuove tendenze. In questo contesto, è opportuno mantenere un approccio prudente, in attesa di nuovi sviluppi lato macro e micro, prima di prendere una posizione che in questo momento non può che essere attendista.
Mancano pochi giorni di trading alla fine di un 2023, straordinario per intensità e performance dei mercati, che non ha risparmiato in termini di colpi di scena, sfidando l’inflazione più alta vista negli ultimi 50 anni, una crisi bancaria, diverse tensioni geopolitiche e un rallentamento generale dell’economia. L’ultima settimana è stata una celebrazione finale a sorpresa dopo un lungo rimbalzo durato per ben 7 settimane aiutato anche dalla scadenza opzioni e futures di dicembre.Il vero nuovo messaggio è arrivato dalla Fed che si è mostrata molto più dovish del previsto, forse nella necessità di rassicurare il mercato che si era già portato avanti e che ora è arrivato a scontare per il 2024 ben 6 tagli da 25 punti base ciascuno a partire da marzo.Non è da escludere, seppure meno probabile, uno scenario di hard landing in caso di ulteriore deterioramento dei dati di crescita economica, il che darebbe ulteriore spazio a profitti sui bond ma genererebbe volatilità sull’azionario. In questo contesto il focus deve necessariamente continuare ad essere rivolto ai dati macro, con uno sguardo prudente alle trimestrali e a fattori che possano suggerire un eventuale rallentamento. In caso di soft landing è opportuno monitorare le aree di mercato che hanno sottoperformato in questi ultimi mesi di rialzi tassi come le small cap, le commodities e i mercati emergenti, che potrebbero tornare interessanti.
In questo episodio:- Gli indici azionari sono saliti per cinque settimane consecutive, rallentando nelle ultime due il ritmo e i flussi ma con un trend che, seppure sembrasse limitato, ha continuato imperterrito a crescere.- La settimana scorsa è stata decisiva per l’inflazione, con il dato PCE americano sceso al 3,5%, il più basso dal 2021. È credibile che da ora in poi il mercato si possa focalizzare meno sull’inflazione, salvo improbabili sorprese al rialzo, e più sui dati macro e sulla crescita.- L’atteggiamento attendista delle Banche Centrali ha portato in un mese il mercato US a scontare fino a 3 tagli addizionali per il 2024, che si vanno ad aggiungere agli altri 2 già prezzati.Ci presenteremo alle porte del nuovo anno con una situazione a tinte chiaro-scure. Da un lato, Fed e BCE hanno avuto successo nel ridurre l'inflazione, ma dall’altro siamo ancora in presenza di tassi reali e di condizioni di restrizione monetaria che stanno rallentando la domanda.Il mercato rimane consensuale sulla potenziale performance positiva dei Bond. Una recessione porterebbe infatti i tassi a scendere aiutando i governativi e i corporate di qualità, ma facendo sicuramente salire la volatilità sull’azionario.
In questo episodio:Alcuni fattori tecnici che hanno guidato il rimbalzo sembrano perdere forza, ciò non significa che il mercato debba tornare a scendere, anzi, il particolare periodo dell’anno può ancora aiutare i mercati a salire, ma più probabilmente entreremo in una fase laterale.Ci presenteremo alle porte del nuovo anno con un mercato consensuale sulla potenziale performance positiva dei Bond. Una recessione porterebbe comunque i tassi a scendere aiutando i governativi e i corporate di qualità, ma facendo sicuramente salire la volatilità sull’azionario.Dovremo quindi attenderci un rallentamento dell’inflazione e dell’economia e parecchia rotazione settoriale a favore di settori più difensivi come ad esempio utilities e pharma, che beneficerebbero anche del movimento tassi.Il 2024 sarà lungo e interessante perché negli Stati Uniti ci saranno le elezioni e, se Trump dovesse tornare come valido candidato, il mercato si porterebbe avanti nei mesi precedenti scontando nuove tariffe e dazi, possibili politiche fiscali espansive, ma anche deregulation nel settore energetico.
In questo episodio: Pur intravedendo spiragli per un rimbalzo tecnico, che per certi aspetti sembrava simile a quello dell’ottobre 2022, è necessaria una dose di coraggio per essere positivi andando controcorrente; d’altro canto i rimbalzi tecnici più violenti avvengono proprio nei bear markets, e non è da escludere che possa diventare qualcosa di più ampio rispetto ad un puro riposizionamento di breve.I dati economici e la debolezza del consumatore stanno aumentando la probabilità di un rallentamento della politica monetaria da parte della Fed. Stiamo entrando nella fase Bad data is good, ovvero tutto quello che mostra una certa contrazione della forza economica US spinge la Fed non solo a fermare i rialzi, ma ad effettuare eventuali tagli dei tassi qualora la situazione economica dovesse peggiorare ulteriormente.Il mercato potrà continuare a salire se sia i tassi che il dollaro si indeboliranno ulteriormente e ciò avverrà in presenza di bassi dati inflattivi, ma soprattutto, se nel frattempo, la crisi geopolitica nel Medio-Oriente non riaccenderà le paure del mercato.Il rimbalzo pur essendo un segnale positivo, in quanto indica che gli investitori stanno iniziando a vedere un miglioramento delle prospettive economiche, potrebbe avere una breve durata. È pertanto importante restare cauti considerando le prospettive incerte.
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