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Author: Kairos Partners SGR

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Il podcast rivolto a chi desidera restare aggiornato sulle ultime notizie dai mercati finanziari raccontate da Alberto Tocchio, Head of Global Equity and Thematics di Kairos.
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136 Episodes
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In questo episodio:L’S&P 500 continua la sua corsa con un +30% in cinque mesi, sostenuto dal boom dell’intelligenza artificiale e da acquisti “meccanici” come buyback e fondi sistematici. Oracle ha sorpreso con un +36% in un giorno, portando l’AI a rappresentare ormai il 40% della capitalizzazione dell’indice.Sul fronte macro, emergono segnali di rallentamento del lavoro negli Stati Uniti, con revisioni negative ai Payrolls e disoccupazione in crescita, mentre la Fed prosegue con i tagli ai tassi.In Europa il quadro resta fragile: inflazione più ostinata del previsto, Francia in crisi politica e spread ai massimi da anni. Intanto, sul fronte geopolitico, aumentano le tensioni con la Russia e prende forma un asse tra Cina, Russia e India.Più che inseguire il rally, il tema ora è capire se la forza dei mercati poggi su basi solide o su dinamiche eccezionali. Il motto resta chiaro: non combattere AI e Fed, ma serve cautela di fronte a un consenso così unidirezionale.Per saperne di più ascolta il nuovo numero della rubrica podcast a cura di Alberto Tocchio, Head of Global Equity and Thematics.
In questo episodio:  Agosto si è rivelato tutt'altro che tranquillo, con l’S&P 500 in rally del 30% dai minimi di aprile. Fondi sistematici, investitori retail e buyback aziendali hanno generato acquisti “forzati” che hanno sostenuto il mercato in un mese tipicamente poco liquido, mentre la correzione tanto attesa non è mai arrivata.L’AI resta il baricentro della narrativa economica e finanziaria. Gli investimenti infrastrutturali tra data center, chip e impianti hanno rappresentato il 40% della crescita del PIL americano nel secondo trimestre. Solo Meta, Amazon, Google e Microsoft hanno speso 70 miliardi in tre mesi. Intanto, il tema si allarga anche alla Cina, con Alibaba che annuncia un nuovo chip proprietario.Sul fronte geopolitico ed economico, le pressioni politiche su Powell si intensificano, con Trump che spinge per tagli aggressivi ai tassi. Intanto, la dipendenza globale dalla Cina per le terre rare riemerge come rischio strategico di lungo termine. In Europa, la crisi francese pesa sui mercati. I settori difensivi e l’oro tornano d’attualità.Più che cercare conferme nel trend, il focus ora è capire cosa è sostenibile e cosa è solo apparenza. I mercati sembrano reggere, ma lo fanno su basi in parte straordinarie. Nei prossimi mesi conterà la capacità di distinguere la forza reale da quella indotta — ed essere pronti a cambiare passo quando il contesto lo richiederà.
In questo episodio:  Il Nasdaq continua a segnare nuovi massimi storici, mentre l’AI si conferma il vero motore del rally. Nvidia, Meta e Microsoft guidano il tech, e anche asset alternativi come oro e Bitcoin registrano guadagni intorno al 30% da inizio anno. Intanto, le stablecoin entrano ufficialmente nel sistema finanziario tradizionale con l’appoggio di Trump.Il mercato entra in una settimana cruciale, tra trimestrali di big tech, aggiornamenti dalle Banche Centrali e la scadenza del primo agosto per gli accordi sui dazi. Trump accelera sull’AI con ordini esecutivi per sbloccare investimenti, mentre la Fed resta ferma sui tassi ma potrebbe rivedere al rialzo le stime d’inflazione. La pressione politica su Powell aumenta e il clima si fa più instabile.In Europa le trimestrali sorprendono meno, complice un euro troppo forte che penalizza gli esportatori. I titoli molto detenuti deludono, mentre quelli più shortati sorprendono in positivo. La BCE sospende i tagli, ma i mercati si aspettano ancora due interventi entro fine anno. Intanto, in UK le famiglie tornano a risparmiare come nel 2008, segnale di preoccupazione diffusa.Sotto la superficie di un mercato stabile si nasconde una fase di transizione strategica. Le rotazioni settoriali, il riemergere del rischio geopolitico e la centralità dell’AI stanno riscrivendo le mappe. Agosto sarà più di una semplice pausa estiva: potrebbe essere l’inizio di un nuovo equilibrio, meno concentrato e più selettivo.
In questo episodio:  Le rotazioni settoriali stanno segnando una nuova fase nei mercati, con gli investitori che ribilanciano i portafogli in vista di possibili tagli dei tassi e benefici fiscali. Dopo un semestre dominato dal momentum, si cerca ora maggiore diversificazione e partecipazione più ampia.Le tensioni commerciali continuano a pesare sullo scenario globale, con l’inasprimento dei dazi da parte degli Stati Uniti che colpisce Europa, Canada, Brasile e anche le materie prime. L’incertezza sui tempi e sugli effetti concreti degli accordi genera instabilità, soprattutto in ambito industriale.Lo stimolo fiscale europeo, guidato dalla Germania, sta alimentando aspettative di ripresa. Nonostante le revisioni al ribasso sugli utili, i grandi piani di investimento pubblici e privati offrono una base solida per il futuro, soprattutto per le aziende capaci di trasmettere fiducia nei prossimi trimestri.In conclusione, il mercato rimane sospeso tra segnali positivi e rischi latenti. La forza degli indici non deve far dimenticare la complessità dello scenario, fatto di movimenti strutturali e politiche economiche in evoluzione. Per gli investitori, è un momento cruciale per rivalutare il proprio approccio, con una visione più attenta al medio termine e alla qualità delle scelte di portafoglio.
In questo episodio: I mercati azionari hanno stupito per resilienza, con l’S&P 500 salito di quasi il 30% dai minimi di aprile, spinto dal dominio USA nei settori Tech e AI, che hanno compensato una partecipazione ristretta e multipli elevati. Al contrario, petrolio e dollaro hanno segnato performance negative, con quest’ultimo in calo dell’11%, il peggior semestre da 40 anni.Le dinamiche macroeconomiche cominciano a mostrare segnali misti, con revisioni al ribasso del PIL americano, fiducia dei consumatori in peggioramento, richieste di sussidi in aumento e settore immobiliare in contrazione. Tuttavia, la Fed di Atlanta stima ancora un +3,4% nel secondo trimestre, e i mercati prezzano fino a tre tagli ai tassi entro fine anno.Lo scenario geopolitico e fiscale resta in primo piano, tra l'effetto stabilizzante del cessate il fuoco non ufficiale tra USA e Iran, il rilancio della spesa per la difesa al vertice NATO, e la spinta di Trump per il “Big Beautiful Bill”. Intanto in Europa, la Germania vara un piano di investimenti che porterà il deficit verso il 4%, mentre la Francia rischia instabilità politica, con riflessi su spread e borse.Siamo entrati nella seconda metà del 2025 con mercati forti in apparenza, ma sorretti da una narrativa fragile. La resilienza finora è notevole, ma si basa su aspettative elevate di stimoli fiscali e tagli ai tassi, mentre i segnali macro iniziano a indebolirsi.L’equilibrio è precario. Il posizionamento degli investitori è più aggressivo rispetto al bottom di aprile, ma ancora lontano dai livelli di euforia. La traiettoria dei prossimi mesi dipenderà dalla tenuta dell’economia reale e dalle mosse delle banche centrali: ogni dato su inflazione, lavoro o consumi può diventare catalizzatore di volatilità.In questo contesto, la gestione del rischio torna centrale, perché la narrativa attuale – guidata da tech, stimoli e geopolitica contenuta – potrebbe non reggere se il quadro macro peggiorasse.
In questo episodio: Il rally dei mercati azionari, sostenuto da riposizionamenti forzati e programmi di buyback, si scontra con indicatori tecnici e fondamentali che segnalano l’esaurimento della fase risk-on, tra cui un premio al rischio negativo sull’S&P 500, la risalita dei rendimenti obbligazionari e il progressivo disimpegno degli investitori americani penalizzati anche dal cambio.Le tensioni geopolitiche, riaccese dall’attacco israeliano a infrastrutture nucleari iraniane, aumentano il rischio di escalation in Medio Oriente, mentre i rapporti tra Stati Uniti e Cina restano tesi nonostante timidi segnali di dialogo, con dazi in forte crescita e ripercussioni evidenti su commercio, inflazione e stabilità interna americana.La spinta dei settori tecnologici legati all’Intelligenza Artificiale sostiene alcuni segmenti del mercato statunitense, ma la fragilità strutturale dell’attuale equilibrio, unita alla composizione meno tech-oriented degli indici europei, limita la portata del rally e accentua le divergenze regionali. In questo scenario dominato da incertezza geopolitica, pressioni interne e transizioni economiche complesse, il mercato mostra una vulnerabilità crescente dietro la stabilità apparente. È in momenti come questi che diventa centrale adottare un approccio prudente, diversificare con attenzione e concentrarsi su qualità e solidità di medio-lungo termine per navigare tra volatilità e cambi di paradigma.
In questo episodio:  L’S&P 500 ha chiuso il mese con un rialzo di oltre il 6%, la migliore performance di maggio da oltre trent’anni. Dai minimi dell’8 aprile, l’indice è salito del 19%, sostenuto in gran parte dalle “Magnificent Seven” e dall’attivismo record degli investitori retail, che hanno rappresentato il 36% dei volumi giornalieri.Il “Big Beautiful Bill” di Trump, approvato alla Camera con un solo voto di scarto, prevede forti tagli fiscali, finanziati da dazi il cui gettito è sempre più incerto. Il disegno di legge rischia di far esplodere il debito pubblico e ha già innescato tensioni politiche, con le dimissioni di Elon Musk. In parallelo, Trump ha raddoppiato i dazi su ferro e alluminio respingendo l’immagine di leader arrendevole riassunta nell’acronimo “TACO” (“Trump Always Chickens Out”).L’inasprimento delle relazioni USA-Cina, con possibili restrizioni al settore tech e misure sugli studenti cinesi, si somma a una situazione fiscale sempre più fragile. I rendimenti dei Treasury sono ai massimi dal 2007, il mercato immobiliare rallenta e la fiducia dei CEO è ai minimi storici. Intanto, l’inflazione resta sotto osservazione in un contesto globale di tassi in salita e rischi sistemici crescenti.Il rally recente si basa su riposizionamenti forzati e aspettative ottimistiche, ma si muove su fondamenta fragili. In un clima di crescente incertezza su dazi, debito e geopolitica, è forse il momento di ridurre l’esposizione al rischio, aumentare la qualità dei portafogli e usare la bassa volatilità per coprirsi.
In questo episodio:I mercati azionari hanno registrato un recupero impressionante, spinti dalla temporanea distensione dei dazi USA-Cina, dagli accordi strategici firmati da Trump in Medio Oriente e da un forte posizionamento tecnico, con flussi di acquisto da parte di fondi sistematici e investitori retail.Il mercato sta prezzando uno scenario molto ottimistico, con volatilità ai minimi e spread di credito compressi. Tuttavia, permangono elementi di debolezza, come i dazi ancora elevati, segnali di rallentamento dagli hard data e la perdita del rating AAA da parte di Moody’s.Valutazioni elevate e ritorno di attrattività dei bond: Con i rendimenti dei Treasury a 30 anni tornati al 5%, il confronto con l’S&P 500 — scambiato a 22 volte gli utili attesi — suggerisce una possibile rotazione verso le obbligazioni, in un contesto dove il margine per ulteriori rialzi azionari si assottiglia.Nonostante l’apparente solidità della ripresa di mercato, l’attuale euforia sembra guidata più dalla narrativa politica che da fondamentali sostenibili. Con la volatilità ai minimi e l’esposizione ormai elevata, adottare un approccio più prudente e contrarian potrebbe rivelarsi una strategia lungimirante, in attesa di conferme concrete sugli accordi e sull’effettiva tenuta dell’economia.
In questo episodio:  Aprile da record per volatilità: il Nasdaq 100 ha recuperato un drawdown del 15% in poche settimane, mentre obbligazioni, valute e materie prime hanno registrato oscillazioni eccezionali. A trarne vantaggio sono stati i trading desk, mentre i gestori tradizionali hanno sofferto.Segnali macro ancora contrastanti: sebbene alcuni indicatori si siano normalizzati dopo il “Liberation Day”, il quadro resta fragile. Le importazioni USA dalla Cina crollano, l’inflazione percepita risale e gli utili aziendali vengono rivisti al ribasso. Le mega-cap tech resistono, ma il rischio recessione resta elevato.Posizionamento ancora difensivo, ma attenti al rischio contrario: i fondi sistematici e gli hedge fund restano prudenti, ma la stagionalità favorevole, i buyback e una maggiore attenzione sull’AI potrebbero sorprendere al rialzo. Intanto, la Cina rallenta e l’Europa prova a ripartire grazie alla politica fiscale tedesca e alla BCE più accomodante.Sebbene la fase più acuta dell’instabilità sembri superata, la mancanza di accordi strutturali sui dazi e la confusione macro suggeriscono cautela: è il momento di selezionare con cura, evitando mode eccessivamente affollate e privilegiando visibilità e solidità.
In questo episodio:  Mercati finanziari alla ricerca di un nuovo equilibrio, dopo una delle fasi più volatili degli ultimi decenni. Gli indici statunitensi hanno perso oltre il 20% dai massimi annuali prima di un parziale rimbalzo, mentre il Dollar Index è ai minimi triennali e l’oro guadagna quasi il 30% da inizio anno, confermandosi bene rifugio.Le tensioni sui dazi alimentano l’incertezza globale: la strategia americana, giudicata controversa e disordinata, ha generato instabilità e reazioni forti da Cina, Canada e altri partner commerciali. Il rischio è un rallentamento economico globale pilotato, con possibili effetti recessivi e perdita di credibilità per gli Stati Uniti.Aumenta il rischio di una recessione globale, ora stimato attorno al 60%, con segnali già evidenti da sondaggi e calo delle importazioni. Le banche centrali rispondono in modo divergente: la BCE taglia i tassi, mentre la Fed resta prudente tra pressioni politiche e mancanza di dati chiari.In questo contesto dominato da instabilità geopolitica, alta volatilità e segnali economici contrastanti, la selettività e la cautela restano le strategie più sensate, in attesa di dati più concreti e di una stabilizzazione dei mercati.
In questo episodio:  Il primo trimestre dell’anno si chiude con forti turbolenze sui mercati, influenzati da eventi geopolitici e dalle nuove politiche tariffarie americane. Dopo una breve normalizzazione, gli indici statunitensi sono tornati in calo. In ribasso anche l’Europa.L’introduzione delle nuove tariffe da parte dell’amministrazione Trump sta già avendo effetti negativi sull’economia reale. I settori più colpiti includono auto, alimentare e farmaceutico, con il rischio di una guerra commerciale. L’inflazione US è attesa al 3,3% nei prossimi due anni, mentre il deficit commerciale è in forte aumento.L’economia statunitense mostra segnali di rallentamento, con la fiducia dei consumatori e delle imprese ai minimi da oltre un decennio. La stima del PIL della Fed di Atlanta è scesa dal +2% al -2,8% in poche settimane. Nel frattempo, il disagio sociale cresce e la popolarità di Trump cala nei sondaggi. In Europa i fondamentali restano più solidi, con stimoli fiscali che offrono un supporto ai mercati.Il quadro attuale è caratterizzato da incertezza e nervosismo sui mercati, con un posizionamento più prudente da parte degli investitori. Se nel breve termine potremmo assistere a un rimbalzo tecnico, nel medio periodo sarà cruciale osservare l’evoluzione dei dati macroeconomici e delle tensioni commerciali per comprendere le reali prospettive di crescita.
In questo episodio:  Gli indici Standard&Poor’s 500 e Nasdaq-100 hanno subito una correzione significativa, con cali rispettivamente del 10% e 15%. Sebbene questi movimenti non siano insoliti nella storia dei mercati, la velocità del ribasso e la debolezza dei Magnifici 7 hanno sorpreso gli investitori. La crescente incertezza macroeconomica e geopolitica ha aumentato la probabilità di recessione negli Stati Uniti al 40%.Il mercato globale sta mostrando una netta divergenza: mentre gli indici statunitensi faticano, l’Hang Seng è in rialzo del 20% e il DAX ha sovraperformato il Nasdaq del 26%. L’afflusso di capitali verso l’Europa è stato notevole in queste prime settimane dell’anno, favorito dal deprezzamento del dollaro e dalla ricerca di migliori prospettive economiche al di fuori degli Stati Uniti.Tre eventi chiave potrebbero condizionare i mercati nei prossimi mesi: l’aumento delle tensioni commerciali con l’espansione dei dazi di Trump, la riforma fiscale in Germania che potrebbe portare investimenti per 900 miliardi di euro, e il tentativo di ridefinire gli equilibri geopolitici in Ucraina. Inoltre, l’attenzione è puntata sul prossimo meeting della Federal Reserve e sulle sue decisioni in materia di tassi di interesse.In generale, il mercato globale sta attraversando una fase di forte volatilità e ribilanciamento geografico. Mentre l’Europa e la Cina sembrano attrarre nuovi investimenti, le incertezze legate alle politiche statunitensi e ai rischi macroeconomici richiedono un approccio cauto e selettivo per cogliere le migliori opportunità.
In questo episodio:  L’economia statunitense mostra segnali di debolezza, con cali nella fiducia dei consumatori, vendite al dettaglio e settore immobiliare. L’oro sovraperforma, mentre i titoli AI subiscono correzioni, con Nvidia in calo del 7,7% dopo i risultati trimestrali, segnalando un aumento della volatilità.L’Europa continua a sovraperformare gli Stati Uniti, sostenuta da afflussi di capitale e segnali di ripresa economica. In Germania, Merz spinge per riforme fiscali e un rafforzamento della difesa comune. La ripresa dell’economia tedesca potrebbe favorire mid e small cap, soprattutto in caso di sviluppi positivi sul conflitto in Ucraina.Gli USA impongono nuovi dazi, colpendo automotive e altri settori. Il mercato valuta se si tratti di una strategia negoziale o di misure definitive. Cresce l’ipotesi di una “Trump put” per sostenere l’azionario, mentre gli investitori restano cauti sulle prospettive economiche globali.Nel complesso, i mercati attraversano una fase di elevata incertezza. L’Europa mostra segnali positivi, ma le tensioni geopolitiche e la debolezza degli Stati Uniti richiedono una strategia mirata per cogliere le opportunità.
In questo episodio:L’Eurostoxx 50 ha registrato un rialzo significativo (+13% da dicembre), sovraperformando l’S&P 500 grazie a un rally più ampio e diversificato tra settori e titoli, supportato da volumi di scambio elevati. Tuttavia, la liquidità rimane un tema critico, soprattutto per le mid e small cap.Le Mag7 stanno sottoperformando a causa dei massicci investimenti in intelligenza artificiale. Il settore Tech e AI si sta espandendo anche geograficamente, con Cina e Europa sempre più coinvolte. Questo potrebbe rimanere un tema dominante nel 2025.Il mercato è influenzato da sviluppi come le trattative tra Trump e Putin sulla ricostruzione in Ucraina, le elezioni tedesche e le incertezze sulle politiche commerciali statunitensi. L’attenzione è sulla possibile reazione dell’UE e sulla sostenibilità della crescita in un contesto di alta volatilità.Nel complesso, il mercato europeo sta vivendo una fase di forte slancio, supportata da dinamiche macroeconomiche favorevoli, un ampliamento degli investimenti e trend globali come l’AI. Tuttavia, le incertezze geopolitiche e il rischio di volatilità richiedono un approccio attento e selettivo per cogliere al meglio le opportunità emergenti.
In questo episodio:Dopo mesi di flussi passivi in US, gli investitori stanno riscoprendo il mercato europeo. L’Eurostoxx50 ha avuto una delle migliori partenze d’anno della storia, con un’ampia partecipazione al rialzo. I fondi macro e sistematici, prima corti sull’Europa, sono ora moderatamente overweight, mentre la volatilità sui singoli titoli sta creando opportunità per gli stock pickers.L’annuncio di DeepSeek in Cina ha scatenato un sell-off nel settore AI, con Nvidia che ha perso 600 miliardi di dollari in un giorno. Il mercato ha poi reagito con più razionalità, riconoscendo il progresso tecnologico come positivo e il dominio USA ancora saldo. L’evento ha ribadito l’importanza di diversificare gli investimenti nel settore.La stagione delle trimestrali sta mostrando numeri resilienti, soprattutto in Europa, dove il 55% delle aziende ha battuto le attese. La BCE ha tagliato i tassi, mentre Powell resta cauto in attesa delle politiche di Trump. Il mercato sconta almeno tre ulteriori tagli entro fine anno, con l’inflazione in raffreddamento.L’avvio d’anno conferma il rinnovato interesse per l’Europa, con prospettive di crescita favorite da riforme e investimenti. Il contesto rimane volatile, ma gli investitori attivi potrebbero trarne vantaggio, bilanciando rischio e opportunità in un mercato in continua evoluzione.
In questo episodio:L'Europa rompe una lunga fase laterale, con l'Eurostoxx 50 che si avvicina ai massimi storici e sovraperforma l'S&P 500, segnando una delle migliori partenze degli ultimi 20 anni. Il settore del lusso traina il rialzo, grazie anche agli alti livelli di posizioni short. Negli Stati Uniti, le "Mag7" ora appesantiscono gli indici, con Apple e Nvidia in flessione significativa. Tuttavia emergono segnali di cambiamento, con una sovraperformance dell'S&P500 equal weight e un maggiore coinvolgimento del mercato.I mercati continuano a monitorare l'inflazione e i tassi d'interesse. La riduzione dei rendimenti e i primi dati confortanti dalle trimestrali offrono spunti positivi, ma il contesto resta complesso a causa dell'elevato debito pubblico e della pressione sui prezzi delle commodities. Con l'arrivo del nuovo mandato presidenziale di Trump negli Stati Uniti e il dialogo geopolitico in evoluzione, il 2025 si prospetta come un anno di cambiamenti significativi. Sarà cruciale adottare un approccio selettivo e dinamico, cogliendo opportunità nelle aree meno valorizzate come l’Europa e mantenendo prudenza di fronte alla volatilità.
In questo episodio:  Il 2024 si è concluso con performance impressionanti per l'S&P 500, che ha superato il +60% in due anni, sebbene la leadership sia rimasta concentrata e il mercato equal-weight abbia mostrato una notevole disparità.Gli ETF hanno dominato il panorama, sostenendo titoli a mega capitalizzazione in settori chiave come intelligenza artificiale, transizione energetica e demografia. Tuttavia, il dollaro ha guadagnato il 6% sull'euro, e Bitcoin ha attratto volumi significativi, riflettendo una crescente diversificazione.Il 2025 potrebbe portare maggiore convergenza tra i mercati globali, ma la volatilità è destinata ad aumentare. La crescita sarà moderata, con un contesto caratterizzato da politiche di Trumponomics, incertezze geopolitiche e sfide legate all’inflazione.  Il nuovo anno richiederà un approccio più dinamico agli investimenti, con particolare attenzione alle opportunità al di fuori degli Stati Uniti, dove fattori come riforme in Europa e stimoli in Cina potrebbero migliorare il rapporto rischio-rendimento. Gli investitori dovranno bilanciare rischi e opportunità in un contesto ancora in evoluzione.   Per saperne di più ascolta il nuovo numero della rubrica podcast a cura di Alberto Tocchio, Head of Global Equity and Thematics.
In questo episodio:Siamo arrivati agli ultimi giorni dell’anno e questa settimana è particolarmente significativa con il meeting della Fed e la scadenza più importante dell’anno per opzioni e futures, con un alto volume da portare alla scadenza successiva.L’indice S&P consolida la sua performance positiva, dopo aver registrato il miglior anno degli ultimi 20 e trovandosi sopra il 25% rispetto al target price medio stimato dagli strategist a fine 2023.I rendimenti obbligazionari hanno visto un rialzo con la previsione di tagli ai tassi per il 2025 molto ridotta, creando qualche scossone sul momentum factor.Nel solo mese di novembre, ci sono stati ben 62 tagli ai tassi, il numero più alto registrato in un mese da maggio 2020 (durante la pandemia) e dall’aprile 2009, in piena crisi finanziaria. La scorsa settimana è stata la volta della BCE, con il quarto taglio dell’anno. Domani toccherà alla Fed.Il mercato rimane interessante per chi vuole essere posizionato, ma il nostro outlook per il 2025 invita alla prudenza. Ci aspettiamo dinamiche più complesse e una maggiore volatilità, dove sarà fondamentale adottare un approccio contrarian con il giusto tempismo, guardando anche a opportunità in Europa e, perché no, in Asia.
In questo episodio:La sovraperformance dell'azionario statunitense continua (SPX+28% YTD includendo i dividendi), supportata da un ampliamento della partecipazione al mercato, che suggerisce ulteriori rialzi a breve termine.L'altissima concentrazione dell'azionario US nei mercati sviluppati (75%) rappresenta però un'anomalia senza precedenti, aprendo spunti per possibili strategie contrarian nei prossimi mesi.In Europa, dati macroeconomici negativi, come il calo della fiducia dei consumatori e una produzione industriale tedesca tornata ai livelli del 2008, evidenziano difficoltà persistenti. Tuttavia, ulteriori peggioramenti sembrano nel breve improbabili.Il "Santa’s Rally" alimenta l'ottimismo sui mercati, ma alcuni segnali invitano a un approccio più strategico. Si delineano opportunità di diversificazione, come una possibile rotazione verso mercati azionari extra-USA o un parziale spostamento verso l'obbligazionario, per bilanciare i portafogli e affrontare potenziali nuove dinamiche.
L’SPX ha toccato i 6.000 punti, il NDX 21.000 e il Dow Jones 44.000, con record di flussi verso ETF finanziari e la migliore performance dell’SPX dal 1997.Dopo il rally post-elezioni Repubblicane, i mercati hanno perso tra il 2% e il 5%, complice il rialzo dei tassi al 4,5% e valutazioni elevate.Da monitorare i Payrolls di novembre, i risultati di Nvidia e le rotazioni settoriali, condizionate dall’andamento dei tassi.Dopo i recenti massimi, l’attenzione si concentra su dati chiave come i Payrolls di novembre e i risultati di Nvidia. La rotazione settoriale potrebbe caratterizzare la fine dell’anno, influenzata dall’andamento dei tassi e dal momentum dei fattori. In un contesto di valutazioni elevate e incertezza sulla Fed, i mercati offriranno opportunità ma richiederanno cautela.
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