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Il danzatore insospettabile
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Il danzatore insospettabile

Author: Il Danzatore Insospettabile

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Storie di persone comuni, che hanno scoperto o riscoperto la passione per la danza, fregandosene dell'età, del fisico, dell'opinione altrui.
Un podcast per seguire i loro passi.
Perché nella vita non è mai troppo tardi.
94 Episodes
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Silvia ha scoperto la danza classica a poco più di 40 anni. Fino a quel momento non aveva ancora scoperto qualcosa che la facesse sentire davvero libera, felice, entusiasta, alla sola idea di poterla vivere. Quando ha accompagnato le sue bambine l'anno scorso alla scuola di danza, ha scoperto che c'era anche un corso per adulti, e ha deciso di provare. Grazie alla competenza dell'insegnante, al supporto delle compagne e alla sua determinazione, Silvia è riuscita a integrarsi bene nella classe, e a fine anno ha fatto il suo primo saggio: un'esperienza che lei stessa definisce sconvolgente, perché le ha permesso di scoprire qualcosa di sé che non immaginava, riuscendo ad essere serena sul palco, nonostante il suo carattere ansioso. La danza per Silvia è una continua "mattina di Natale": un dono infinito, che fiorisce ogni giorno e le dà gioia, facendola sentire bella come mai aveva provato prima.
La danza ha sempre fatto parte della vita di Jessie. Lungo il suo percorso ha avuto la fortuna (ma niente accade per caso...) di incontrare maestri di alto livello, che le hanno permesso di crescere. Da tempo è anche insegnante e ha una sua scuola, tra i suoi allievi ci sono anche persone adulte che hanno ricominciato a danzare. In particolare una sua allieva studia privatamente con lei più volte a settimana, ed è arrivata a danzare sulle punte. Ma ve ne parleremo presto, come si diceva all'inizio, nulla è per caso...
Inauguriamo la terza stagione del nostro podcast con una storia piena di ispirazione! Simona Scotto è originaria della Sardegna, vive a Londra da quando aveva poco più di 18 anni e insegna danza alle persone over 60. La sua storia è caratterizzata da una costante: dire sì alle nuove opportunità, buttarsi, provare, perché è dall'intraprendenza che nascono le cose migliori. Quando per la prima volta, anni fa, si è trovata ad insegnare in una classe con persone anziane che non avevano alcuna esperienza di danza, non è stato semplice trovare la strada per formarle. Ma pian piano ha scoperto che insegnare agli adulti, anche in età avanzata, è un percorso incredibile, di esperienza, scambio e crescita per lo stesso maestro. Simona ha osservato in prima persona come le persone anziane che fanno danza mantengano una migliore capacità di movimento, di memoria e di motivazione mentale, e siano facilitate nella socializzazione con il mondo esterno. Simona, oltre ad essere Rehearsal director della Sadler's Wells' Company of Elders, ha una sua Compagnia di over 60, la Counterpoint Dance Company, con cui crea e che forma con un giusto equilibrio di libertà di espressione e tecnica, perché a ogni età avere un vocabolario per danzare aiuta ad esprimere meglio ciò che abbiamo dentro. Per saperne di più su di lei: Simonascotto.com Per vedere alcune delle sue produzioni per la Counterpoint Dance Company: Videos: Murmuration : the last Birdhttps://www.youtube.com/watch?v=ixnFQ2Wg860Journeys of Internal Migrationhttps://www.youtube.com/watch?v=RthjjsWChQg Il sito della sua compagnia:⁠https://counterpointdance.co.uk/ ⁠Instagram ⁠@nowsimonascotto⁠ Facebook: Simona Scotto
Alessandra è un'insegnante italiana, che da quasi trent'anni vive a Londra e da vent'anni tiene corsi di danza classica per adulti. Il suo amore per la danza ha inizio fin da quando è molto piccola, tanto che non ricorda un momento della sua vita senza danza. Ma a un certo punto del suo percorso, per motivi di lavoro, si trova a limitare il tempo che può dedicare alla danza. Sarà il suo trasferimento a Londra a farle scoprire l'esistenza di classi per adulti, aperte a ogni fisicità e livello. Qualche anno dopo, inizierà a insegnare anche lei, accorgendosi che sono proprio le classi di adulti a regalarle maggiori soddisfazioni. Entusiasta per natura, Alessandra continua oggi a formarsi e progettare iniziative per i suoi danzatori londinesi, portandoli anche in Italia, facendo fare loro più esperienze possibili, convinta che l'apertura di prospettive nella danza sia una grande ricchezza per tutti, maestri e allievi, professionisti e appassionati. E noi non possiamo che condividere questo suo pensiero... Potete seguire Alessandra Masoero su Instagram @alessandramasoeroballet e Facebook: Alessandra Masoero Ballet Classes
Simone è un danzatore professionista, coreografo e da qualche anno insegna danza classica agli adulti a Londra. Ci ha raccontato come questa esperienza sia per lui un modo per trasformare in meglio la vita delle persone, il loro sorriso a fine lezione è la cosa che lo ripaga di tutto l'impegno profuso. Tra i suoi allievi ci sono donne e uomini, persone che svolgono ogni tipo di professione ed età che scelgono di fare danza. Simone ama lavorare con loro, perché può sì insegnare la tecnica dei passi, ma anche sperimentare in modo creativo musiche e sequenze coreografiche. Abbiamo parlato nell'intervista delle differenze e similitudini tra Italia e Inghilterra rispetto a come viene considerata e vissuta la danza adulti, e nel messaggio finale di Simone è racchiusa tutta la sua e nostra speranza comune per il futuro... Potete seguire Simone Pinchera attraverso il sito www.balletalto.com e lo trovate sui social come @balletalto.
Serena lavora in Tribunale, in un ambito in cui il giudizio è l'elemento fondante. E risulta quindi quasi paradossale come, attraverso il suo percorso con la danza, è arrivata a sperimentare come il non giudizio in determinate situazioni ci rende liberi. Ma partiamo dall'inizio: Serena fa danza classica fin da piccola. A un certo punto, crescendo, si sente inadatta per la sua fisicità. Così smette, ma la danza le manca troppo: quindi si avvicina alla danza moderna, finché a un certo punto, passati i vent'anni, non ci sono più corsi per la sua età, a meno che si parli di quelli per gli aspiranti professionisti. Trascorso qualche anno, Serens diventa avvocato, ha una brillante carriera, ma sente che le manca qualcosa: ritroverà la parte che le mancava di sé nella danza creativa, e per la prima volta scoprirà che tutti possono danzare, perché ogni corpo è giusto per la danza...
La danza e l'architettura possono creare delle connessioni molto interessanti, entrambe danno forma alla bellezza, rendono visibile e strutturano un pensiero. Laura, oltre a essere architetto di professione è anche danzatrice insospettabile da quando aveva 55 anni. Ha iniziato a danzare per la prima volta solo a quest'età, pur amando la danza fin da piccola, e oggi sono dieci anni che continua a coltivare questa passione, affascinata dalle infinite possibilità di miglioramento che offre la tecnica classica. Sono così tanti gli elementi positivi che la danza ha portato nella sua vita, che promuove la bellezza di quest'arte a tutti coloro che la circondano, a livello personale e, se capita l'occasione, anche sul lavoro. Laura trova assurdo che in Italia ci siano ancora così poche iniziative per danzatori adulti rispetto a quanto avviene all'estero, che ci sia ancora una certa reticenza da parte delle accademie e delle realtà coreutiche più importanti nel sostenere iniziative per chi ha superato la giovane età... Noi Danzatori Insospettabili nel nostro piccolo e dal basso, faremo di tutto per cambiare sempre più le prospettive della danza. Per il bene dei danzatori adulti di oggi e di domani.
Tutti dovrebbero danzare e scoprire quanto può essere bello muovere il proprio corpo sulla musica, a qualsiasi età e con qualsiasi fisico. Roberta ha smesso di danzare da ragazzina, quando ha iniziato a pensare di non essere "abbastanza" per poter raggiungere certi livelli. Ma l'amore per la danza trova sempre il modo di riaffiorare: quando da adulta, ha scoperto un corso per adulti nella scuola di danza frequentata dalle figlie, si è subito iscritta con entusiasmo, riscoprendo la sua grande passione. Quest'anno, per la prima volta, lei e le sue compagne di corso parteciperanno al saggio, portando sul palco il messaggio di quanto sia bello e arricchente danzare a ogni età. Per Roberta la danza è uno spazio mentale, in cui finalmente non sentirsi giudicati e dover dimostrare di essere, di sapere tutto, di avere ogni risposta, come accade invece spesso nel mondo esterno. E proprio per questo incoraggia chiunque abbia questa stessa passione a provare senza paura a danzare: tutti noi danzatori insospettabili siamo in viaggio, ognuno sulla sua strada, ma pronti a sostenerci l'uno con l'altro...
Pucci ha iniziato a danzare a 17 anni, e da allora sono passati i decenni e non ha mai smesso, anzi, sostiene che "gli dovrebbero sparare" per farlo smettere. Una passione che ha avuto la possibilità di crescere e arricchirsi grazie all'incontro con varie icone della danza moderna, tra cui Pina Bausch. Nell'intervista, Pucci ci ha raccontato che questa grande coreografa ha ideato, tra le tante sue opere, una narrazione danzata pensata fin dall'inizio in tre differenti versioni: per i giovani, per la sua Compagnia e per i danzatori più maturi, avanti negli anni. In Italia ancora oggi predomina il culto della danza riservata ai giovani e al corpo perfetto, ma la ricchezza dei corpi, delle età, delle esperienze diverse, non può che arricchire quest'arte, e forse qualcosa inizia a muoversi in questa direzione. Come sostiene Pucci, la danza è poesia, e in quanto tale ogni corpo è adatto a incarnarla.
Giovannella ha iniziato a danzare dopo i 18 anni, da giovane adulta, non perché prima non avesse questa passione, ma perché pensava che la danza fosse un mondo a lei precluso, essendo in carrozzina. Poi però incontra un'associazione, Ballo Anch'io (fondata dalla maestra Marilena Goria, purtroppo prematuramente scomparsa), che fa danzare le persone con disabilità motoria come la sua. Da allora sono passati 7 anni e Giovannella non ha più smesso, entrando a far parte di RE-ACTION, la prima Compagnia italiana di danza fisica integrata, che comprende ballerini con e senza disabilità motoria. La compagnia, con l'attuale insegnante e coreografa Elena Bollati, partecipa a manifestazioni, rassegne di danza e festival delle arti performative, a Torino e su tutto il territorio nazionale. Organizza e produce spettacoli di danza integrata nei principali teatri, collabora con enti ed organizzazioni per la diffusione della danza in carrozzina, con stage e momenti formativi. Il repertorio è ampio, con coreografie innovative ed in continua evoluzione, che spaziano tra vari generi, dal modern al contemporaneo, con elementi di classico. E Giovannella continua attraverso il progetto a portare avanti con passione e entusiasmo una piccola, grande rivoluzione, come esprimono queste parole, tratte dalla sua tesi di laurea: "Danziamo insieme, sulle punte e sulle ruote. Con la danza in carrozzina abbattiamo le barriere e costruiamo una nuova cultura della disabilità.”
Una bambina scopre un giorno un vecchio vinile, e lo fa suonare: la musica è quella del Lago dei Cigni. Ma lei è molto piccola, e non ha mai visto quel balletto, né conosce la storia. Eppure se ne innamora, e si diverte a danzare quelle note, immaginando di essere un cigno. Diventa uno dei suoi passatempi preferiti. Poi quella bambina, che si chiama Daniela, cresce, si appassiona a tante altre cose, che spesso però a un certo punto abbandona non sentendosi abbastanza brava per continuare a farla. Finché prende consapevolezza di sé e la sua psicologa le fa capire che può darsi il permesso di fare ciò che ama, senza dover dimostrare niente a nessuno, soprattutto a se stessa... E così da adulta inizia a fare teatro, e poi danza, interconnettendo ciò che apprende man mano da queste due arti, intrecciandolo con ciò che è diventata da grande, ritrovando una parte di sé. Permettendo al cigno di riprendere il suo volo.
La danza può creare un legame tra le persone o rendere più profondo un legame che esiste già. Valerio e Rosa sono una coppia nella vita e entrambi danzatori insospettabili, poiché hanno iniziato a praticare danza da adulti, pur avendo questa passione da sempre. Rosa si avvicina alla danza per prima, poi Valerio va a vedere il suo spettacolo a fine anno, e guardandola danzare se ne innamora una seconda volta. Dopo poco tempo inizierà anche lui a fare danza, scoprendo che è un mondo di infinite scoperte, che si può passare dal contemporaneo, al classico, al moderno, arricchendo sempre più il proprio percorso, creando collegamenti tra ciò che si conosce già e ciò che si è appena appreso. Un'esperienza fondamentale per entrambi è la partecipazione al Deltebre, il festival di danza spagnolo che rende tutti danzatori, coinvolgendo persone da tutto il mondo e anche la comunità locale, restituendo alla danza il suo senso di legante sociale e intergenerazionale: al Deltebre Valerio e Rosa partecipano insieme alle loro figlie e tutti ormai li conoscono come famiglia danzante. Lasciamo a voi scoprire qual è il bellissimo messaggio che offrono in conclusione a tutti i Danzatori insospettabili. Intanto dopo aver ascoltato questa storia, tutti coloro che dicono "Non posso fare danza... ho famiglia" ora non hanno più scuse...
Francesca non è solo una danzatrice insospettabile, ma anche un faro, un punto di riferimento, per tanti altri danzatori adulti (e non solo). Dopo aver interrotto precocemente la danza quando era piccola, perché non sufficientemente portata, a 30 anni si imbatte casualmente in un volantino che promuove un corso di danza adulti. Da allora sono passati più di vent'anni, e Francesca non ha più smesso di danzare, diventando parte attiva dell'associazione che le ha permesso di riavvicinarsi alla danza, fino a diventarne oggi Presidente. Dansaevie è oggi non solo una scuola di danza, una realtà molto attiva a La Spezia, aperta alla diversità, all'incontro tra arti differenti, alla mescolanza tra le generazioni e le culture. Un luogo in cui nessun bambino smetterà di danzare perché qualcuno gli ha detto che non è portato... Buttandosi senza pensare troppo e dedicandosi alla pratica con costanza, tutti possono ballare!
Laura da ragazzina non fa danza, ma ginnastica artistica. Si accorge però con il passare del tempo che una delle cose che ama di più è esprimere se stessa attraverso il movimento del corpo. Così dopo i vent'anni inizia a fare danza moderna, e da allora sono passati vent'anni e questo amore continua. Con il gruppo di ragazze con cui ha iniziato ha mantenuto sempre un forte legame ed è stato di fondamentale importanza, così come gli insegnanti che ha incontrato, in tutto il suo percorso: uno degli insegnamenti che porta nel cuore è quello della sua prima insegnante, che la spronava a provare e riprovare, e avere sempre tanta grinta. Perché se ami con dedizione e determinazione, danzare non può che regalarti gioia.
Non avere il fisico "da ballerina" quando si fa danza da piccoli, sentirsi inadeguati e fuori luogo rispetto ai compagni più dotati, sentirsi esclusi dal gruppo dei migliori, sono esperienze che possono incidere sull'autostima anche nella vita al di fuori della danza, che mettono in crisi la relazione con il proprio corpo e con gli altri. Manuela ha vissuto questa situazione quando era piccola, lasciando praticamente subito la danza, nonostante le piacesse tantissimo. Solo in età adulta ha risolto questo conflitto interiore: se la danza provata in età giovanile le aveva tolto ogni sicurezza, la danza in età adulta le ha permesso di ritrovare consapevolezza, autostima, gioia di esprimere se stessa e tanto altro.  Se vedete oggi danzare Manuela sul palco, con la sua eleganza e espressività, sembra impossibile che faccia danza solo da pochi anni: ma quando si ritrova la propria passione e la si vive con intensità e dedizione, ogni movimento danzato diventa bellezza.
Questa storia inizia a Firenze, un pomeriggio freddo del 2014: bevendo una tazza di caffè, Giovanni, ballerino e insegnante di tango, racconta a Eleonora, anche lei tanguera, l’entusiasmante esperienza di aver visto ballare in milonga una ragazza con la Sindrome di Down, detta anche Trisomia 21. Da quella esperienza matura l’idea di coinvolgere le persone con sindrome di Down nel mondo del tango. L’unione professionale tra Giovanni Eredia, istruttore di Tango, e Eleonora Paparo, psicologa, psicoterapeuta e ballerina di tango, ha reso possibile la stesura del Progetto Pablo Tango Trisomia 21 chiamato Pablo Tango T21. Oggi il progetto si è esteso ad altre città italiane, e l'idea è di allargarlo a sempre più associazioni di tango, così da unire tutti in un unico, grande abbraccio. Inclusione, ripensamento dei limiti, conoscenza tra persone con abilità diverse, ascolto, arricchimento reciproco e tanto divertimento: questi sono solo alcuni degli aspetti che rendono Pablo Tango 21 una realtà speciale, che speriamo possa diffondersi sempre di più. Per saperne di più: https://www.pablotangot21.com
La danza può essere una grande nemica del nostro corpo. O una potente alleata: per Valentina, 40 anni e danzatrice classica da pochi mesi, vale la seconda opzione. Come per molti altri danzatori adulti, la danza la sta aiutando ad accettare il suo corpo, che dopo tre gravidanze e con gli anni è cambiato, e ad avere un altro atteggiamento verso la vita. La sua maestra Carola una volta le ha detto che la nostra postura è il nostro modo di porci al mondo. E attraverso la danza classica, che porta a tenere allineato il corpo, teso verso l'alto, con gli occhi sollevati, Valentina ha compreso che è il momento per lei di risollevare la fiducia in se stessa anche al di fuori della sala di danza, fiera del percorso che sta facendo.
A 18 anni non si può intraprendere un percorso professionale di danza. O forse sì...  La storia di Maria ci racconta come alcuni stereotipi e pregiudizi possano essere abbattuti, in nome di una grande determinazione, che sovverte i luoghi comuni. Inizia a lavorare giovanissima, durante gli studi di scuola superiore, per pagarsi le lezioni di danza, e proprio sul posto di lavoro conosce il suo attuale ragazzo, che è un ex ballerino classico. Maria è affascinata dai suoi racconti sul mondo della danza professionale, ma il vero colpo di fulmine avviene una sera, in teatro, quando per la prima volta assiste a un balletto e ne rimane estasiata. Da quel momento decide di dedicare tutta se stessa alla danza per farne una professione, nonostante abbia diciotto anni e tutto o quasi da imparare, e inizia a lavorare ancora più duramente, per potersi pagare un percorso accademico e professionalizzante. Tutti attorno a lei cercano affettuosamente di farle capire che non deve illudersi, è troppo grande per diventare ballerina: dal suo ragazzo, ai suoi genitori, che dopo il diploma con lode speravano per lei una brillante carriera universitaria. Ma la determinazione è la forza più potente del mondo se unita all'amore...
Grazia fin da quando era piccola sognava di fare danza, ma i suoi genitori non gliel'hanno mai permesso. Così, per tutta l'infanzia e fino agli anni dell'università, ha vissuto la danza attraverso i racconti delle sue amiche che la praticavano, immaginando nella sua cameretta di poter danzare anche lei. Il sogno ricorrente di un paio di mezze punte trovate nel cassetto l'ha accompagnata per anni, segno di una passione latente che non smetteva di vivere in lei. Solo a quarant'anni il suo desiderio è diventato realtà: una lezione di danza classica online, nel salotto di casa, durante il lockdown, è l'inizio di una passione finalmente vissuta in modo concreto. Se la danza fa parte di noi, troverà sempre un modo per trovarci ed accompagnarci nella vita...
Fa più paura salire sul palco da adulti o da bambini? Superata una certa età, si può ancora salire su un palco e danzare? Ne abbiamo parlato con la protagonista di questa puntata. Donatella ha 55 anni e la danza ha attraversato, con poche interruzioni, praticamente tutta la sua vita. C'è stata una vera, significativa pausa quando nell'adolescenza, dopo un infortunio, si è ritrovata indietro rispetto alle sue compagne di danza, e ha cominciato a vivere con malessere l'andare a lezione. Così i suoi genitori hanno deciso di farla smettere. Solo un incontro fortuito, anni più tardi, le permetterà di riprendere a danzare, per continuare fino ad ora. E se fino a qualche mese fa Donatella si sentiva "troppo adulta" rispetto alle sue compagne di corso, siamo felici che dopo il nostro workshop di Torino abbia scoperto che in realtà 55 anni sono assolutamente ancora un'età perfetta e legittima per danzare... E il 13 novembre sarà sul palco di OPEN / A un passo da noi, insieme ad altri cento danzatori adulti, per testimoniare che non si è mai troppo vecchi per fare ciò che ci rende vivi.
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