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Author: Radio Popolare

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Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori
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«Non è giusta. L’Italia delle disuguaglianze». E’ il titolo di un libro appena pubblicato (Laterza, 2025). Un testo frutto di un lavoro collettivo di studiosi e studiose, ricercatrici e ricercatori. Di questo libro mi ha colpito, sull’ultima di copertina, il giudizio espresso da un luminare degli studi sulle disuguaglianze, come l’economista Branko Milanovic, docente alla City University di New York. Cosa dice Milanovic? Questo libro è «indispensabile non solo per riflettere, ma anche per perseguire il cambiamento sociale». Inizia da qui la conversazione di oggi a Pubblica: ospite il curatore del libro Giacomo Gabbuti, ricercatore in storia economica presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Armanda Cetrulo, ricercatrice in economia (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa).
«Manifesto per un’altra economia e un’altra politica». Intervista all'autore, lo storico dell'economia Emanuele Felice. Il manifesto (pubblicato da Feltrinelli) «è un libro che parla dell’Occidente, dove sia le classi dirigenti che la cultura progressista sono in crisi. Il motivo di fondo di questa crisi – sostiene lo storico dell’economia - è l’incapacità mostrata negli ultimi decenni di governare l’economia. Un’incapacità di cambiare l’economia per orientarla in precise direzioni: verso la riduzione delle disuguaglianze, la salvaguardia dell’ambiente e la creazione di beni pubblici, come l’istruzione, la ricerca e l’innovazione». Per Emanuele Felice «l’idea di fondo è che l’economia non è una scienza esatta ed immutabile da accettare così com’è. L’economia è qualcosa che sta nelle lotte di potere: o viene governata da una politica democratica orientata ai diritti, oppure viene governata da poteri tecno-economici più forti, oppure da una politica non democratica».
I conti del governo Meloni e il "pericolo" francese. L’ex capo del governo e senatore a vita Mario Monti (con un editoriale sul Corriere della Sera del 28 settembre scorso) ha messo in guardia Meloni e il ministro dell’economia Giorgetti: fate attenzione ai segnali di instabilità finanziaria e politica che arrivano dalla Francia. In Italia, sostiene Monti, l’instabilità politica potrebbe essere la conseguenza del progetto costituzionale sul premierato. L’instabilità finanziaria, invece, potrebbe arrivare – sostiene l’ex capo del governo - dall’ennesima manovra sulle pensioni che la destra e il governo Meloni hanno in mente. Che cosa dicono i conti pubblici italiani? Quanto è illusoria la stabilità di cui parla anche Monti? Perchè l’Italia è uscita dal mirino della speculazione contro i titoli di stato? E in Francia, cosa sta succedendo? Perchè gli imprenditori annunciano proteste “enormi” contro governo e sindacati? Chi ha paura della “tassa Zucman” (2% sui patrimoni oltre i 100 millioni di euro) che dovrebbe garantire più giustizia fiscale in Francia? Pubblica ha ospitato l’economista e deputata Pd Maria Cecilia Guerra e l’economista Franscesco Saraceno, docente di macroeconomia internazionale ed europea all’università di Science Po a Parigi e alla Luiss di Roma.
«Qui vogliono assolutamente che io dorma in prigione, quindi dormirò in prigione. Ma a testa alta, perché sono innocente». Sono le parole dell’ex-presidente francese Nicolas Sarkozy, giovedì scorso 25 settembre, dopo la sentenza di condanna a 5 anni per associazione a delinquere del tribunale di Parigi. Qualche ora dopo la sentenza è arrivato anche il commento di uno dei giornalisti di Mediapart, Fabrice Arfi, le cui inchieste nel 2011 fecero iniziare le indagini da parte della magistratura contro Sarkozy. «Direi che quello che abbiamo vissuto oggi al tribunale di Parigi – dice il giornalista francese - è un momento cruciale nella storia della lotta alla corruzione in Francia ed è un momento grave per la storia della democrazia francese». La vicenda Sarkozy propone diversi temi di discussione: il potere che rifiuta di essere messo sotto processo, l’aggressione di pezzi della destra contro i magistrati, le minacce anonime alla giudice di Parigi Natalie Gavarino, la trumpizzazione politica della destra. Pubblica ne ha parlato con la filosofa e scrittrice Michela Marzano e con il corrispondente di Liberation da Roma, Eric Jozsef.
Dal salotto buono del capitalismo italiano al «divanetto» degli affari di stato con il governo Meloni? Mediobanca cambia pelle. Sono in arrivo i nuovi proprietari della banca che fu del “padrone dei padroni”, Enrico Cuccia. Il Monte dei Paschi di Siena, l’ex banca di stato salvata da alcuni governi della repubblica come il governo Monti, acquisirà il controllo di Mediobanca (con in portafoglio la preziosa partecipazione di Generali). Ancora incerta, invece, l’ipotesi della fusione MPS-Mediobanca. I nuovi padroni di piazzetta Cuccia, e del Monte dei Paschi, saranno i due soggetti che hanno tessuto la tela dell’alleanza col governo Meloni: il costruttore ed editore Francesco Caltagirone e gli eredi Del Vecchio-Luxottica. Pubblica ha ospitato il giornalista e saggista Vittorio Malagutti e lo storico dell’economia all’università di Torino, Giandomenico Piluso.
La separazione delle carriere dei magistrati ha messo il turbo. Entro la fine dell’anno la maggioranza di destra vuole approvare definitivamente il progetto costituzionale. L’ultimo voto toccherà al Senato, dopodichè la parola passerà al voto degli elettori. La vera posta in gioco del referendum popolare sarà l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati, le prime ad essere travolte quando le democrazie virano verso derive autoritarie. Pubblica ha ospitato la costiuzionalista Roberto Calvano e l’ex magistrato Edmondo Bruti Liberati.
La crisi degli organismi internazionali non riguarda soltanto l’Onu e il sistema di relazioni internazionali. In primo piano ci sono anche le istituzioni finanziarie e commerciali: dal Fondo monetario all’Organizzazione mondiale del commercio, quest’ultima rimossa dalle politiche aggressive di Trump sui dazi. E’ il tramonto della sovranità della legge, del diritto internazionale? Pubblica ne ha parlato con la giurista Alessandra Algostino (Università di Torino) e l’economista Luca Fantacci (Università Statale di Milano).
Stati Uniti, la politica della guerra civile. Perchè l'assassinio di Charlie Kirk è una svolta in questa guerra civile? Le identità politiche della vittima e del suo assassino. Kirk era un "political performer". Tyler Robinson appartiene al mondo dei gamer online. Benvenuti "nel nuovo mondo", ha scritto l'ospite di Pubblica Mattia Diletti, sociologo politico, studioso della politica americana, autore di «Divisi. Politica, società e conflitti nell’America del XXI secolo», pubblicato da Treccani.
L'uso politico della violenza. Il caso Meloni-Kirk, esempio del degrado della politica della destra. Pubblica ha ospitato Piero Ignazi, scienziato della politica, e Valentine Lomellini, storica.
Pubblica ha ospitato il giurista Luigi Ferrajoli, allievo di Norberto Bobbio. Ferrajoli è professore emerito di filosofia del diritto all’Università Roma Tre. Tra i suoi libri, due titoli legati al progetto di costituzione planetaria che ha elaborato negli ultimi anni: si tratta di “Progettare il futuro. Per un costituzionalismo globale” (Feltrinelli 2025), e “Per una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio” (Feltrinelli 2022). Come si ricostruisce la sovranità del diritto internazionale fatta a pezzi dai vari Netanyahu, Putin e Trump? Ferrajoli ha già risposto da tempo a questo interrogativo, da quando ha proposto una "Costituzione della Terra", una costituzione che contiene diritti e principi fondamentali validi per tutti gli abitanti del pianeta e con l’indicazione di espliciti strumenti per realizzarli.
A distanza di qualche giorno, il discorso di Mattarella del 10 settembre scorso a Lubiana, in Slovenia, prende sempre più la forma di un sincero grido di allarme sui pericoli che sta correndo l'Europa e il mondo. La Russia di Putin e i droni minacciosi di Mosca sconfinati in Polonia, da un lato, e i bombardamenti dell'aviazione israeliana su Doha, dall'altro, rappresentano un pericolo crescente, un «crinale - ha detto Mattarella da Lubiana - in cui anche senza volerlo si può scivolare in un baratro di violenza incontrollata». E a governare questa situazione sembrano essere tornati i "sonnanbuli" di un secolo fa, quei goveranti che - secondo l'ormai classica tesi dello storico di Cambridge Christopher Clark - nel 1914 portarono l'Europa e il mondo alla prima guerra mondiale. Ma le preoccupazioni di Mattarella non finiscono qui. Nel messaggio inviato agli ospiti del Forum Ambrosetti di Cernobbio dieci giorni fa, il capo dello stato ha denunciato «il ruolo straripante delle corporazioni globali (Big Tech, ndr), quasi delle nuove Compagnie delle Indie». Secondo Mattarella, tali società globali «si arrogano un'assunzione di poteri che - insieme all'impulso di dominio neo-imperialista di alcuni paesi - rischia di essere letale per il futuro dell'umanità». Parola del presidente Sergio Mattarella. Pubblica oggi ha ospitato lo storico Giovanni Gozzini, dell'università di Siena, autore insieme a Marcello Flores di "Perchè la guerra" (Laterza, 2024).
Ordini, disordini, diritto internazionale. Il mondo, confuso, si affida ai potenti autocrati. Gli ordini oggi in conflitto (Occidente-SudGlobale) si somigliano. Non ci sono più le differenze di una volta, della guerra fredda. Ospite di Pubblica il filosofo Sergio Labate, dell'università di Macerata. Nella seconda parte della trasmissione, Pubblica ha ospitato Federica Cabras, ricercatrice e docente all’università Statale di Milano, che sta partecipando alla tre giorni di studio sulla criminalità organizzata, intitolata l’«Acerba scienza».
L'Europa e i dazi di Trump: che fine hanno fatto? L'Europa e Gaza: Bruxelles non si oppone al genocidio. Pubblica oggi ha ospitato la professoressa Vera Spyrakou, scienziata politica greca, ricercatrice ospite alla London School of Economics e post-doc all’Università di Atene. Grecia 2015: dieci anni fa l'austerità imposta dalla troika Fmi-Bce-Ue al governo Tsipras. Il caso greco è stato l'ultimo a subire le politiche restrittive decise dagli organismi finanziari internazionali?
Gael Giraud può essere definito il padre degli studi sulla transizione ecologica. Giraud, economista, sacerdote gesuita, ha elaborato un pensiero alternativo a quello neoliberista, fondato sui beni comuni. Nel sottotitolo del suo ultimo libro («Costruire un mondo comune») ci ricorda che «Dio non benedisse la proprietà privata».
Mappare il mondo e gli umani. Disegnare luoghi fisici e navigare tra i concetti. Luigi Farrauto è un viggiatore, disegna mappe e scrive guide per altri viaggiatori. Muoversi tra le mappe è un’impresa: mappe come avventura o simbolo del potere coloniale, mappe mentali o guide per la narrazione. Pubblica ha ospitato oggi Luigi Farrauto nella prima puntata della nuova stagione. Tra le sue pubblicazioni «Geografia di un viaggiatore pavido» (2023).
Se vuoi la pace, smetti di bombardare e fare la guerra. E’ tutto così drammaticamente semplice. Ma, che cosa rende inevitabile “oggi” la guerra, il conflitto armato? Sottolineo “oggi”, perché il tema della guerra attraversa secoli e millenni di mancate risposte a questo interrogativo. “La guerra torna sempre”, dice lo storico e filologo classico, Luciano Canfora questa mattina sul FattoQ. “E’ un fatto strutturale, per ragioni economiche, sociali e sistemiche”. Canfora ricorda, citando Cicerone, che la guerra richiede “immensa pecunia”. La guerra è costosa, ma se hai un bottino in vista, la affronti, dice il professor Canfora. Ospite di Pubblica Simona Colarizi, professoressa emerita di storia contemporanea alla Sapienza di Roma. Che cosa rende inevitabile la guerra oggi? Il riarmo appare uno scandalo, i costi esorbitanti per finanziarlo ancora di più: i conti per l’Italia parlano di 70 miliardi in più all’anno per i prossimi dieci anni. Professoressa Colarizi, cosa ne sarà di una generazione di anziani a cui sono state promesse le cure della sanità territoriale e cosa ne sarà di una generazione di giovani a cui si era è assicurata l’istruzione pubblica, la ricerca libera? Pubblica, con oggi, chiude i battenti per riaprili agli inizi del prossimo mese di settembre. Grazie a tutte e a tutti per averla ascoltata! Grazie soprattutto a tutte e tutti coloro che la sostengono con abbonamenti, tessere e donazioni di ogni tipo. A tutti gli altri e le altre dico: “vi aspettiamo”, abbonatevi.
Con il passare dei giorni e delle settimane aumenta la confusione. Sono confuso perché non riesco a dare la dimensione giusta ad una serie di fatti che si addensano nel nostro quotidiano: le guerre, sia in medioriente che nell’europa orientale, che altrove sul pianeta; le stragi continue (penso a Gaza); il clima surriscaldato che presenta il conto. E il conto è sempre più salato a causa del riarmo. Un conto che – per essere pagato - rischia di negare ad un’intera generazione il welfare e l’idea stessa del diritto ad una cura universale e pubblica. Più armi, meno ospedali, dunque. A questo elenco vi aggiungerei anche le narrazioni che continuano ad essere propalate dal mondo digitale: l’intelligenza artificiale – dicono – presto prenderà il sopravvento sull’intelligenza biologica (recentissimi i racconti del premio Nobel per la fisica, già alto dirigente di Google, Jeffrey Hinton). La confusione è generata dal fatto che le priorità si moltiplicano. Ma se le priorità si moltiplicano, rischiano di non essere più delle priorietà. Come la mettiamo? Condividete o respingete? A Pubblica rispondono Roberto Escobar, filosofo, docente di filosofia politica e analisi del linguaggio, autore di «Metamorfosi della paura» (Mulino); e Chiara Volpato, sociologa, ha insegnato psicologia sociale all’università di Milano Bicocca, autrice di «Psico-sociologia del maschilismo» (Laterza). A Escobar e Volpato Pubblica ha chiesto di ragionare su un’altra circostanza, e cioè la percezione che si viva sempre più in un clima denso di violenza, a tutti i livelli. Dalla violenza dei potenti (le guerre, le operazioni speciali) alla violenza di genere, maschile contro le donne. C’è uno slittamento verso l’autoritarismo, il gangsterismo, hanno scritto due americanisti come Mario del Pero e Federico Romero (ieri sulla prima pagina del quotidiano Domani). E il sociologo Nando dalla Chiesa, intervenendo ad un seminario dell’Osservatorio sull’autoritarismo all’università Statale ha ricordato il legame tra la violenza contro le donne, i femminicidi, e le forme di autoritarismo.
La tregua tiene, ma non per i palestinesi. Mentre Trump si fa garante di un cesssate-il-fuoco che traballa tra Iran e Israele, dalla Striscia di Gaza arrivano notizie di altri morti: 37 solo in queste prime ore del mattino uccisi dall’esercito israeliano mentre cercavano il cibo per sfamarsi. Pubblica ha ospitato Rosita Di Pieri, scienziata politica, docente di storia del Medioriente all’università di Torino; e Serena Giusti, politologa e storica delle relazioni internazionali alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. E’ ipotizzabile che si formi un’alleanza arabo-musulmana per arginare il potere crescente di Israele nell’area mediorientale? Gilles Kepel, studioso del mondo arabo-islamico, ieri al Corriere della Sera ha detto che l’alleanza anti-Netanyhau sarebbe sollecitata anche dal fatto che «le masse popolari in quei paesi non sono più disposte a chiudere gli occhi di fronte ai massacri di palestinesi a Gaza».
Ottava e ultima lezione del nono ciclo di incontri ideato dalla Scuola di formazione “Antonino Caponnetto” e realizzato insieme a Radio Popolare. Il 29 maggio 2025, ospiti della Sala Vismara dell’Opera Diocesana Istituto San Vincenzo di Milano, si è svolto un incontro con il giurista Luigi Ferrajoli, filosofo del diritto, professore emerito dell’università di Roma Tre. La lezione del professor Ferrajoli - “Progettare il futuro. Per un costituzionalismo globale” (Feltrinelli 2025) è stata la seconda parte del suo intervento dell’anno scorso (vedi https://www.radiopopolare.it/trasmissione/lezioni-di-antimafia/) sulla “Costituzione della Terra”. La lezione è stata introdotta da Giovanna Procacci, della Scuola di formazione “Antonino Caponnetto”.
Le visioni di Madame Lagarde. Perchè la presidente della BCE Christine Lagarde propone un "grande euro" che sfidi il dollaro come moneta di riserva internazionale? La presidente della Bce ha scritto due giorni fa sul Financial Times che è arrivato «il momento dell’euro globale». Lagarde, con il progetto condiviso da una parte del mondo della finanza globale, è pronta a sfruttare le debolezze del dollaro. Sullo sfondo, per modo di dire, ci sono le guerre in medioriente con le loro vittime civili e gli esiti ancora incerti. Pubblica ha ospitato due economisti: Massimo Amato, storico dell’economia, esperto di storia delle istituzioni finanziarie e monetarie; e Lucia Tajoli, economista del Politecnico di Milano e collaboratrice dell’ISPI (Istituto di studi di politica internazionale).
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