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Voce: Immaginari cineseriali
Voce: Immaginari cineseriali
Author: Alessandro Alfieri
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Brevi pillole per riflettere sull'immaginario contemporaneo. Approfondimenti e analisi di Film e produzioni seriali, classiche o contemporanee, che ci daranno la possibilità di fare riflessioni che possono coinvolgere altre discipline come la filosofia, l'antropologia, la sociologia
Brevi pillole per riflettere sull'immaginario contemporaneo. Approfondiremo e analizzeremo le grandi produzioni televisive e cinematografiche contemporanee e del passato. Riflessioni che coinvolgeranno anche altre discipline come la filosofia, l'antropologia e la sociologia.
Brevi pillole per riflettere sull'immaginario contemporaneo. Approfondiremo e analizzeremo le grandi produzioni televisive e cinematografiche contemporanee e del passato. Riflessioni che coinvolgeranno anche altre discipline come la filosofia, l'antropologia e la sociologia.
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Neil Gaiman è uno scrittore, sceneggiatore e fumettista di grande fame, capace di realizzare un ciclo di fumetti dal titolo The Sandman per la DC Comics tra gli anni 80 e 90 che è stata ritenuta una delle saghe epiche postmoderne più fortunate ed efficaci. Sandman è divenuto di recente una serie per Netflix, ma Gaiman è stato autore e ispiratore di moltissime altre narrazioni neoseriali, caratterizzate tutte da proposte neo-mitologiche immaginifiche dove le divinità si antropomorfizzano e abitano la terra dei mortali.
Sergej Michajlovič Ėjzenštejn è non solo uno dei più grandi registi di ogni tempo, ma anche una delle personalità determinanti della storia della cultura del Novecento. Grazie a lui, il cinema divenne linguaggio e il montaggio iniziò a sfruttare tutte le sue incredibili capacità concettuali e politiche. Tuttavia, la vicenda esistenziale di Ėjzenštejn, segnata dalla persecuzione stalinista, è stata profondamente complicata e drammatica, fino alla tragica fine della sua vita.
L’episodio di questa settimana di Immaginari Cineseriali è dedicato a due giganti della storia del cinema, Sir Alfred Hitchcock da un lato e Jean Renoir dall’altro. Si tratta di due dei più grandi registi di sempre, di provenienza e sensibile diversissime e che proposero metodi di regia e produzione del film molto differenti tra loro.
Diventato negli anni 90 uno dei registi più celebri e più amati, Tim Burton ha continuato anche nel corso degli anni 200 ha dimostrare tutto il suo talento con opere mature e assai profonde. Per la settimana di Halloween, Immaginari Cineseriali dedica una riflessione sul regista neo-gothic che ha recuperato la lezione del cinema espressionista tedesco dei primi del Novecento.
L’episodio di oggi è un omaggio a un grande autore del cinema britannico, ovvero Peter Greenaway. Festeggiando i 40 anni di uno dei suoi capolavori, ovvero I misteri del giardino di Compton House, mettiamo in evidenza la sua rivoluzionaria concezione di cinema e la sua estetica radicale, non allineabile al circuito commerciale ma più vicino alle esperienze della videoarte e delle avanguardie artistiche.
Tutti gli appassionati di nuova serialità hanno salutato con malinconia la fine di Better Call Saul, serie Netflix che definire semplicemente spin-off di Breaking Bad appare quanto mai riduttivo. Un finale struggente ma efficace, degno dell’intera serie, che è stata capace di indagare la complessità interiore di un (apparentemente) banale profittatore.
Quando si parla di “cinema digitale”, spesso si fa grande confusione: cosa intendiamo per tecnologia digitale applicata al cinema o all’immagine cinematografica? Ci sono registi che girano ancora in pellicola? Cosa permette di fare il digitale che l’analogico non permetteva? Proviamo a fare ordine in questo episodio.
Di recente diffusione, la quinta stagione dell’acclamata serie Cobra Kai, ispirata e costruita a partire dalla saga di Karate Kid, mette nuovamente in evidenza come una delle strategie espressive più efficaci nella cultura contemporanea sia il racconto del tempo che passa, impossibile da recuperare e trattenere. D’altronde, la stessa serie dedicata alla vita della Regina Elisabetta, The Crown, mette in evidenza questo tema.
Per tutti gli amanti del cinema, la fine dell’estate è stata segnata dalla scomparsa di uno dei più grandi maestri della storia del cinema, ovvero il regista e teorico Jean Luc Godard, uno dei padri fondatori della Nouvelle Vague. Lo ricordiamo in questo episodio, sottolineando la sua profonda influenza nella cultura della seconda metà del Novecento
A ottobre, avrà inizio il corso tenuto dal sottoscritto dedicato al cinema: un percorso di venti appuntamenti, tutti i lunedì dalle ore 17.00 alle ore 19.00, dedicati a grandi classici e a grandi autori della settima arte.
Questa prima stagione di "Immaginari cineseriali" si conclude in questa puntata. Nel finale di stagione, ripercorreremo il sentiero tracciato nelle precedenti puntate dandoci appuntamento a settembre con nuovi spunti interessanti da affrontare insieme.
Il 1962 uscì uno dei capolavori indiscussi del maestro John Ford, ovvero L’uomo che uccise Liberty Valance, uno dei suoi ultimi film che sancì la fine del western classico e annunciò il rinnovamento del genere condotto negli anni 60 e 70 con i registi della Nuova Hollywood. Un gioiello che vale la pena omaggiare per tornare a riflettere sul ruolo che il mito e la leggenda hanno nella fondazione delle comunità e delle società.
Prodotta e distribuita dagli Amazon Studios, la serie La fantastica signora Maisel è giunta di recente alla quarta stagione che ha confermato le specificità di scrittura e il ritmo delle precedenti: si tratta del tipico stile Sherman-Palladino, dal momento che la serie è diretta e ideata da Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino, già autori e showrunner di altre fortunatissime serie basate su dialoghi serrati, comicità frizzante e ironia al vetriolo. Al centro della serie il ruolo dirompente del “linguaggio” che straborda fino all’anacronismo.
Per festeggiare gli splendidi primi 80 anni di Paul McCartney abbiamo pensato di fare riferimento alla bellissima docu-serie curata da Peter Jackson del 2021 dal titolo The Beatles: Get Back, prodotto Disney che ricostruisce le 3 settimane trascorse dai Fab Four per organizzare il loro ritorno al grande pubblico e che invece condurrà al notissimo ultimo concerto e poi allo scioglimento. Un modo anche per ricordare il rapporto profondo tra i Beatles e il cinema.
Vent'anni fa usciva uno dei capolavori di Miyazaki, autore che è stato capace di rinnovare il senso e il linguaggio del cinema d'animazione. La città incantata vinse la Palma d'oro rivaleggiando per complessità e profondità con film di grandi registi, a dimostrazione di come, grazie allo Studio Ghibli, le opere di animazione non possano essere derubricate banalmente a "cartoni animati".
Giunta al termine dopo quattro bellissime stagioni, Ozark è stato uno dei titoli di punta di Netflix, capace di ripensare un genere classico hollywoodiano come il noir in una modalità differente e complementare a Breaking Bad.
Dopo la strage alla scuola elementare di Uvalda in Texas, non possiamo non tornare a riflettere sull'assurdità di così tante vittime innocenti, e sull'agghiacciante banalità di questi stermini per mano di adolescenti. Dopo la strage a Columbine del 1999, già Michael Moore e poi Gus Van Sant avevano deciso di interrogarsi su questa tragedia legata all'uso indiscriminato di armi, e diverse serie attuali tentano di raccontare il disagio esistenziale e psichico della Generazione z
Il dibattito sul rapporto tra narrazione cinematografica, dovere di documentazione e atrocità della guerra è quanto mai attuale, pensando alla cronaca e a ciò che sta accadendo in Ucraina. Brian De Palma, nel 2007, con Redacted propose un film costruito su una soluzione originale e innovativa: un "falso documentario" attraverso il quale poter raccontare la verità.
Nelle ultime settimane LA7 sta trasmettendo la serie di e con Zelenskj "Il presidente del popolo", prodotto che ha messo in evidenza come immaginario seriale e realtà politica abbiano invertito la loro posizione, dal momento che è sempre più il primo a determinare la seconda.Da West Wing a House of Cards infatti, le serie hanno raccontato il mondo presidenziale influenzando profondamente la stessa realtà oltre a rappresentarla.
L'ultimo film di Gabriele Mainetti ha fatto incetta di premi tecnici all'ultima cerimonia dei David di Donatello. D'altronde la dimensione estetica del film rappresenta il suo punto forte: come per il fortunato "Lo chiamavano Jeeg Robot", Mainetti torna a farsi ispirare dall'immaginario del fumetto ma in modo diverso, puntando alla "retromania" e a quello che Fredric Jameson chiamava Museo Immaginario: la pratica tipicamente postmoderna di confondere i riferimenti temporali, confondendo passato e presente.




