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Cibo estremo
Cibo estremo
Author: Il Foglio
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Description
Chiamo “cibo estremo” un cibo che rappresenti all’estremo la mia cultura o il mio territorio (ammesso siano cose diverse). Un cibo che, guarda caso, spesso è estremamente raro o estremamente proibito (se non dallo stato, dal sentire comune). Il contrario delle penne rigate e della tagliata, per intenderci e sbrigarci. Un podcast del Foglio con Camillo Langone
Coordinamento e editing di Enrico Cicchetti
Il dipinto in copertina è di Enrico Robusti
Coordinamento e editing di Enrico Cicchetti
Il dipinto in copertina è di Enrico Robusti
13 Episodes
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Questa notte ho sognato un monumento sepolto: lo spiedo bresciano. Perché ha a che fare con i sogni? Innanzitutto perché è vietato e dunque lo si può solo sognare. E perché è vietato? Perché lo stato animalista è nemico dell'uomo e amico del lupo, dell'orso e della pispola. Al contrario dell'orso e del lupo, però, la pispola – un piccolo uccello passeriforme – è perfetto per lo spiedo bresciano. Ma in Italia non esiste libertà di alimentazione.
Mi pavoneggio a fare l'estremista del cibo, inutile negarlo. Sono un pavone a tal punto da gloriarmi di mangiare il pavone. Che poi non dovrebbe essere una pratica così eroica. È un gallinaceo, mica un fungo velenoso, parente di tacchino, fagiano e faraona. Ma se il tacchino non sa di niente, il pavone sa di...aristocrazia! Storia gastronomica in tre episodi (e le mie esperienze in fatto di pavone).
Definire una frattaglia "nobile" può apparire come una contraddizione in termini, ma il cuore è di una prelibatezza assoluta. Simbolo meraviglioso, muscolo formidabile, non si capisce come si possa snobbarlo o disprezzarlo. Ma è vero che mette a dura prova la capacità e la pazienza dei cuochi: il punto di cottura è molto difficile da cogliere.
Non è raro, non è illegale e però è estremo: quando posto sui social la foto di una bella bistecca di verdesca o di smeriglio vengo sistematicamente aggredito dalle masse ululanti, conformiste e divietiste: "Gli squali non si mangiano!". E invece lo squalo è buonissimo. E senza spine.
Cibo estremo per la sicurezza stradale: questo podcast non è solo edonista, è anche e soprattutto umanista. Oggi parlaimo di carne secca
Di cose che si chiamano "uova di seppia" ce ne sono due: la prima sono le vere uova e la seconda sono le ovaie. Già dai nomi si capisce che bisogna rivolgersi alle seppie femmine. La metà del mondo seppistico.
Gli gnumeriedde, involtini di frattaglie di agnello avvolti nei budellini del medesimo, sono cibo estremo e vernacolare. Hanno diversi nomi e grafie: turcinelli, mugliatielli, mazzarelle, abbuoti, mboti, marretti, mugnatielli, bruscatizzi, mazzacorde... Ci si potrebbe scrivere un sonetto come quelli del Belli. Carlo Levi li descrive in "Cristo si è fermato a Eboli" come una "barbara delizia". Non si poteva escogitare definizione migliore.
Oggi parliamo di Lumache, animaletti abbastanza estremi. Hemingway ne era ghiotto e in Francia le accompagnava col Beaujolais. Jünger le mangiava ogni anno per il mercoledì delle ceneri. Ma quindi, le lumache sono carne o, quantomeno dal punto di vista religioso, sono pesce?
Cibo estremo, al limite della legalità. La cicala di mare (Squilla mantis), in alcune zone chiamata canocchia o pannocchia, è un crostaceo meno costoso dei gamberi ma decisamente molto goloso. Perché mi piace così tanto tuffarle vive in pentola? Primo, perché Dio lo vuole. Genesi 9, 2: "Il terrore di voi sia su tutti gli animali". Il secondo motivo è perché la vitalità è la sola garanzia di freschezza.
Il carrello dei bolliti, prima di essere un piatto è un rito. E possiede l'estremismo della verità: contiene pezzi di carne bollita da porzionare davanti al commensale. E più il pezzo è grosso e più ricorda l'animale da cui proviene. Il carrello dei bolliti ti mette davanti alla verità del cibarsi di carne e la verità oggi è estrema.
Parma è la capitale del pesto di cavallo, il "caval pist".Ma come, Parma non era la capitale del formaggio e del prosciutto?Se dite questo è perché avete la mente ingombra di stereotipi gastronomici. Sfatiamoli!Ingredienti:almeno tre etti di carne di cavallo crudo (controfiletto e collo) macinate con il foro 8;aglio tritato;olio evo
Dove sarebbe l'estremismo nel latte? Un liquido stra-noto, prodotto e consumato in tutto il mondo tutti i giorni. Provate a cercare nel banco frigo del supermercato più vicino una bottiglia di latte vero, ossia il latte fresco intero non omogeneizzato, ormai surclassato dal parzialmente scremato, dal "Più Giorni" e – orrore – dal latte di soia o di riso.
Sono Camillo Langone e sono un onnivoro. Che c'è di strano? Nonostante il veganesimo montante, gli onnivori sono ancora maggioranza, direte. Magari! Non è così: anche i non vegani, anche i non vegetariani, sono pieni di tabù alimentari e mangiano tristi cibi moderati, uniformati e autorizzati dalla legge e a dal sentire comune. Io invece, essendo davvero onnivoro, mangio spesso e volentieri cibi di fronte ai quali le persone normali restano perplesse. A volte li mangio perché rappresentano il mio territorio, a volte perché rappresentano la mia religione, a volte semplicemente perché mi piacciono. E comunque in tutti i casi, perché rappresentano la mia libertà. La libertà di alimentazione è una parte della libertà di espressione. Insomma, se abitualmente mangiate penne rigate, pizze Margherite, tagliate di manzo con i pomodorini, sashimi di salmone, patatine fritte e vi sta bene così, potete risparmiarvi questo podcast.




