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Per questi motivi

Per questi motivi
Author: Domani I Giulia Merlo
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© Domani I Giulia Merlo
Description
È online la seconda stagione di Per questi motivi, il podcast del quotidiano Domani che racconta la storia fatta nei tribunali.
Ogni processo racconta storie individuali, che però sono anche lo specchio dell’anima dell’Italia, dove i diritti sono stati conquistati ma anche messi in discussione. Ci sono le battaglie per la conquista dell'uguaglianza, dei diritti civili e sociali, ma anche le storie in chiaroscuro in cui distinguere bene e male è più difficile. Giulia Merlo ricostruisce gli scontri d’aula, le conseguenze politiche e l’impatto mediatico dei processi che hanno cambiato il paese.
Ogni processo racconta storie individuali, che però sono anche lo specchio dell’anima dell’Italia, dove i diritti sono stati conquistati ma anche messi in discussione. Ci sono le battaglie per la conquista dell'uguaglianza, dei diritti civili e sociali, ma anche le storie in chiaroscuro in cui distinguere bene e male è più difficile. Giulia Merlo ricostruisce gli scontri d’aula, le conseguenze politiche e l’impatto mediatico dei processi che hanno cambiato il paese.
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S2E6 - Prato, 12 agosto 1956. Loriana e Mauro si sono appena sposati in comune, con rito civile. Sono entrambi battezzati, ma Mauro è un sostenitore del partito comunista e non ha voluto sposarsi in chiesa. Contemporaneamente, nella parrocchia dove i due sono cresciuti, il parroco legge una durissima lettera firmata dal vescovo Fiordelli, che definisce i due giovani «pubblici concubini» e «peccatori». Poi la lettera viene affissa sulla porta della chiesa e pubblicata nel bollettino pastorale. I due, quando lo scoprono, denunciano per diffamazione il vescovo e il parroco.Così inizia il primo processo a carico di un ministro di culto dalla firma dei Patti Lateranensi, e il quesito è sottile: un sacerdote, che compie un atto esercitando il suo ruolo, è punibile secondo la giustizia italiana? E, ancora, si può ritenere diffamata una persona se le viene rimproverato di aver commesso un’azione vietata dal diritto canonico ma consentita dalle leggi dello stato? Nella grande storia dell’Italia divisa tra laici e cattolici, questa è anche la piccola storia di una famiglia, che si era giurata amore eterno ed è finita schiacciata, tra pettegoli e bigotti.Con la gentile partecipazione di Paolo Girella.
S2E5 - Nel 1979, Toni Negri è professore a Padova ma anche l'ideologo di Autonomia Operaia. I suoi scritti sono il vademecum nella galassia dei movimenti di sinistra, soprattutto quelli veneti. Fino a quando, il 7 aprile, Padova si sveglia sotto assedio. Gli uomini della polizia, agli ordini del pubblico ministero Pietro Calogero, eseguono 22 ordini di cattura, uno dei quali colpisce anche Toni Negri. Le accuse: associazione sovversiva, organizzazione di banda armata e insurrezione contro i poteri dello Stato. Questa è la storia di un processo che si fonda su un interrogativo: la parola scritta può essere considerata, e punita, come la miccia che ha acceso la violenza politica? E’ la anche la storia di Negri, il “cattivo maestro”, che insegnò l’assalto proletario al cielo. E di una generazione che voleva cambiare il mondo e per farlo è stata anche disposta a impugnare una P38. Con la gentile partecipazione di Paolo Girella.
S2E4 - Negli anni Novanta, Famiglia Cristiana è il settimanale cattolico più letto in Italia. La pagina più riconoscibile della rivista è quella dedicata alla rubrica “Colloqui col padre”: un vero e proprio confessionale pubblico. È in questo spazio che, in una domenica di agosto del 1999, viene pubblicata la lettera di un fedele molto particolare: è un calciatore, e confessa di essersi venduto una partita importantissima, di aver falsato il campionato. La lettera, anonima, è una bomba che scoppia la prima domenica di campionato, dopo quello precedente vinto dal Milan proprio all’ultima partita. In meno di 24 ore, tre procure aprono un fascicolo. Anche la giustizia sportiva si mette in moto. Scatta la caccia al calciatore anonimo. Il direttore della rivista però si rifiuta di rivelare il nome del mittente: chi scrive si rivolge al padre come a un confessore, quindi ogni informazione è coperta dal segreto.Si apre così un’inchiesta dai mille vicoli ciechi, una caccia all’uomo tra gli spogliatoi. E la giustizia si scontra con uno dei suoi limiti formali: il segreto, quello giornalistico e anche quello confessionale.Con la gentile partecipazione di Paolo Girella.
S2E3 - L’11 ottobre 1948 inizia a Roma il processo all’ex maresciallo Rodolfo Graziani, marchese di Neghelli, viceré d’Etiopia, ministro della Difesa della Repubblica di Salò, gerarca fascista. Alto un metro e novanta, sovrasta in statura i carabinieri che lo fiancheggiano. In aula è arrivato vestito in abiti civili, porta la camicia sbottonata sul petto e al taschino sfoggia un fazzoletto di seta rossa. A Roma e in Africa, però, tutti lo ricordano con la divisa scura della milizia fascista. Allora il suo soprannome era “Macellaio del Fezzan”, in ricordo di una brutale campagna da lui condotta in Libia. Accusa: tradimento, per essere stato ministro della Repubblica sociale e aver condotto la guerriglia antipartigiana. Gli americani vorrebbero trasformare il processo nella Norimberga italiana, per questo hanno impedito che il maresciallo subisse un’esecuzione sommaria al momento della sua cattura, come accaduto a Benito Mussolini.Doveva diventare un simbolo, è stato invece il primo banco di prova della tenuta delle nuove istituzioni repubblicane, in cui tre avvocati antifascisti hanno accettato la difesa del braccio armato della dittatura mussoliniana. È stato soprattutto l’occasione in cui per la prima volta è stata raccontata, pubblicamente e guardando in faccia il nemico sconfitto, la storia della Resistenza italiana dal 1943 al 1945.Con la gentile partecipazione di Paolo Girella.
S2E2 - La mattina del 10 ottobre 1945, Lidia è uscita di casa presto e si è diretta all’Eur. Si presenta all’ufficio di collocamento degli ufficiali inglesi di stanza a Roma e chiede di parlare con il capitano Sydney Lush. In guardiola la conoscono tutti, quindi la fanno subito passare.Tre colpi di pistola e Lush stramazza al suolo. Poi rivolge l’arma contro sé stessa e preme di nuovo il grilletto. L’arma si inceppa, però, e lei viene subito arrestata. Un caso apparentemente semplice: omicidio premeditato. Ma Lidia e il capitano Lush si presentavano come marito e moglie anche se non lo erano per legge. E così gli avvocati ottengono una pena lieve: delitto d’onore non può essere, perché non c’è matrimonio, ma l’argomento dell’onore fa presa sui giudici, e la pena stabilita è come se lo fosse: poco più di 4 anni.Questa è la storia di un’Italia appena uscita dalla guerra, in cui cova la frustrazione per la presenza degli Alleati nelle città, un paese tutto da ricostruire, ma che si tiene stretto un reato dai contorni arcaici. È soprattutto la storia di un amore da romanzo rosa, che infine si tinge di nero.Con la gentile partecipazione di Paolo Girella.
S2E1 - Roma. Inizio anni Sessanta. Tra piazza Montecitorio e via Veneto c’è una terra di mezzo che si chiama Jeunesse, “giovinezza”. Qui la signora Mary Fiore e le sue ragazze sono sempre pronte. Basta un colpo di telefono per far aprire le porte del rinomato salone di bellezza, che è anche centrale per la gestione degli appuntamenti delle squillo più belle della capitale. Del resto, le luci di Cinecittà attirano aspiranti attrici disposte a trovare così un’alternativa di guadagno, nella speranza di sfondare.Nel 1958 e dopo dieci anni di scontro parlamentare, la legge Merlin ha fatto chiudere le case di tolleranza, mentre lo sfruttamento della prostituzione è diventato reato. E così un mercato si è aperto. Clandestino, certo, ma proprio per questo anche più redditizio. E Mary Fiore ha lo spirito dell’imprenditrice. Fino a quando non punta troppo in alto e il Jeunesse viene scoperto. Si apre così uno dei primi grandi processi per induzione alla prostituzione, e l’Italia è chiamata a interrogarsi: è stato giusto abolire le case chiuse, o ha solo fatto tornare in clandestinità la prostituzione?Con la gentile partecipazione di Paolo Girella.
S1E6 - Il 26 aprile 1979, Rai2 manda in onda un documentario che si intitola: "Processo per stupro". Sessantatré minuti scarni ma violentissimi che mostrano, per la prima volta, cosa significa per una donna denunciare uno stupro e diventare automaticamente da vittima a imputata. La protagonista si chiama Fiorella, diciotto anni, disoccupata, attirata con la scusa di un colloquio di lavoro e stuprata da quattro uomini. La difende l'avvocata Tina Lagostena Bassi, che con la sua arringa difensiva è diventata uno dei simboli della lotta delle donne contro la discriminazione sessuale. Serviranno altri vent'anni, però, per ottenere la riforma del diritto penale, rendendo la violenza sessuale un reato contro la persona e non più contro il buon costume. Con la voce della magistrata Paola Di Nicola Travaglini e la gentile partecipazione di Paolo Girella
S1E5 - È un venerdì come tanti, quello del 19 luglio 1985 a Stava, un paesino della val di Fiemme, immerso nelle Dolomiti trentine. Ben visibile nella montagna sopra il paese, c’è una miniera di fluorite. Ha bisogno di due bacini di decantazione per funzionare, ma negli anni gli argini sono diventati sempre più fragili. Fino a cedere, alle 12 di un giorno nuvoloso, riversando a valle 180mila metri cubi di fango, che travolgono quattro alberghi, decine di negozi e case, uccidendo così 268 persone, di cui molti turisti. Una “calamità artificiale” causata dall’incuria, che assume subito le dimensioni di una delle peggiori tragedie industriali della storia italiana a vent'anni dal disastro del Vajont. Toccherà al processo dimostrare che il tempo ha insegnato qualcosa, almeno dal punto di vista del diritto. Con la voce dell'ex giudice istruttore Carlo Ancona e la gentile partecipazione di Paolo Girella.
S1E4 - Nel 1976, a Torino si celebra il processo al nucleo storico delle Brigate Rosse. I brigatisti, però, sono decisi a trasformarlo in un processo di "guerriglia": rifiutano il ruolo di imputati e minacciano di morte gli avvocati chiamati a difenderli. Perché niente avvocati, niente processo. In caso di impossibilità di reperire un difensore, l'incarico deve essere assunto dal presidente dell'ordine degli avvocati: il compito ricade così su Fulvio Croce. Le BR rivendicano il suo omicidio cinque giorni prima dell'inizio del processo che, con il suo sacrificio per garantire lo stato di diritto, si trasforma in un laboratorio per la vittoria dello Stato contro il terrorismo. Con la voce dell'ex presidente dell'ordine degli avvocati di Torino Mario Napoli e la gentile partecipazione di Paolo Girella
S1E3 - Nel 1968, l'anno della contestazione giovanile e della liberazione sessuale, in Italia viene celebrato un processo che è più simile ad una santa inquisizione. L'imputato si chiama Aldo Braibanti, è un ex partigiano e autore di opere teatrali, e convive a Roma con Giovanni Sanfratello. L'omosessualità non è reato, ma i familiari di Sanfratello che sporgono denuncia e il magistrato che indaga trovano nel codice penale un delitto con cui identificarla: plagio. Si celebra così un processo che mette in dubbio la libertà individuale nel nome della morale comune. Con la voce della scrittrice Dacia Maraini e la gentile partecipazione di Paolo Girella.
S1E2 - Alla fine degli anni Cinquanta, l'Italia è nel mezzo della transizione dal Ventennio alla Repubblica e la Costituzione è ancora in parte inattuata. Molte leggi ancora in vigore, infatti, sono quelle del periodo fascista: per esempio, una legge del 1919 impedisce alle donne di diventare prefetti e magistrati. Fino a quando una ragazza di 24 anni, appena laureata in scienze politiche, non si ribella e arriva fino davanti alla Corte costituzionale. È grazie a lei che il diritto delle donne a diventare chi vogliono verrà riconosciuto. Con le voci di Rosa Oliva de Conciliis e dell'ex magistrata Gabriella Luccioli e la gentile partecipazione di Paolo Girella
S1E1 - Nell’aprile del 1953, sul lungomare di Ostia, viene trovato il cadavere di una ragazza. Si chiama Wilma Montesi: causa di morte sconosciuta. Le indagini vengono velocemente archiviate, ma intorno al caso cresce una morbosa attenzione mediatica, che travolge anche il governo e svela il lato oscuro dell’Italia appena uscita dalla guerra. È il primo caso di processo mediatico, in cui la verità finisce inghiottita da calunnie, intrighi di palazzo e interessi di parte. Con l’ex procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati
Ogni processo racconta storie individuali, di vittorie o condanne. Queste storie sono anche lo specchio dell’anima dell’Italia, dove i diritti sono stati conquistati grazie al coraggio di chi è andato controcorrente. Per questi motivi è il podcast di Domani che racconta la storia fatta nei tribunali: dai diritti delle donne ai diritti civili, dalla tutela ambientale all’uguaglianza sociale. Insieme alle voci di avvocati, magistrati e giornalisti, Giulia Merlo ricostruisce gli scontri d’aula, le conseguenze politiche e l’impatto mediatico dei processi che hanno cambiato l’Italia.