Nera
Claim Ownership

Nera

Author: OnePodcast

Subscribed: 4,136Played: 29,316
Share

Description

Per cinquant'anni Massimo Lugli ha seguito per Repubblica e altri quotidiani i principali casi di cronaca nera italiana, incontrando investigatori, magistrati, avvocati e familiari delle vittime. Antonio Iovane ha realizzato podcast che raccontano alcuni dei delitti più noti della storia d'Italia. Cosa succede nelle redazioni dei giornali quando arriva la notizia di un delitto?


Come si muove un giornalista davanti a un omicidio? Insieme a voi, Iovane e Lugli torneranno sui luoghi del delitto, per ricostruire indagini, errori e tutto il dietro le quinte della ricerca dei colpevoli e del racconto giornalistico. Il 20 di ogni mese, una nuova storia da ascoltare.

39 Episodes
Reverse
22 luglio 2004, Sant’Agata Feltria, vicino a Pesaro. Il carabiniere Alessandro Giorgioni entra in un bar e la titolare gli fa segno che l'uomo che sta parlando al telefono a gettoni del locale le appare sospetto: è trasandato, ha una fasciatura sulla mano destra e un cerotto sul naso. Il carabiniere si rivolge all'uomo, gli chiede i documenti, e quello risponde che va a prenderli nella moto. Il suo nome è Luciano Liboni soprannominato "Il lupo", e tra pochi secondi diverrà l'uomo più ricercato d'Italia.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Tutti cercano Luciano Liboni, l'assassino del carabiniere Alessandro Giorgioni. Vicino alla stazione Termini, a Roma, ha sparato contro due poliziotti in borghese e si pensa che si trovi ancora nella Capitale. Gli avvistamenti sono centinaia, quasi tutti si rivelano senza fondamento: una vera e propria psicosi. A cercarlo sono in tanti tra cui il colonnello dei carabinieri Pietro Di Miccoli, che qui ci racconta tutte le fasi di quella "caccia al Lupo".See omnystudio.com/listener for privacy information.
Mattina del 31 luglio 2004, Circo Massimo, Roma: una donna sta raggiungendo a piedi il Colosseo, dove quella sera si esibiranno Paul Simon e Art Garfunkel. Mentre si dirige lì vede un uomo, lo riconosce, la sua foto è su tutti i giornali, è il ricercato numero uno: Luciano Liboni. La donna avverte le forze dell'ordine: la fuga del Lupo sta per finireSee omnystudio.com/listener for privacy information.
"Voi mentite, voi siete i Giuda!": con queste parole, nel dicembre del 2011, Pino Pelosi interrompe la presentazione di un libro-inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini in una libreria romana. Pelosi, l'unico condannato per l'omicidio avvenuto il 2 novembre del 1975 all'Idroscalo di Ostia, da qualche tempo ha deciso di raccontare un'altra verità su come andarono le cose quella notte. Ma cosa accadde, davvero? Antonio Iovane e Massimo Lugli ricostruiscono la serata prima del delitto: l'adescamento di Pelosi vicino alla Stazione e la cena al ristorante "Biondo Tevere", raccontata dalla ristoratrice che accolse il poeta e il ragazzo.See omnystudio.com/listener for privacy information.
È la mattina del 2 novembre 1975, un uomo è stato trovato morto all'Idroscalo di Ostia. Una giovanissima giornalista raggiunge la scena del delitto, si chiama Lucia Visca e lavora per "Paese sera". È la prima ad arrivare quando ancora non si conosce l'identità della vittima: sarà una targhetta della tintoria sulla camicia a rivelare che si tratta di Pier Paolo Pasolini. Nella notte Pino Pelosi è stato arrestato mentre guidava a folle velocità l'Alfa Romeo di Pasolini. Poche ore dopo, confesserà di averlo ucciso lui, da solo. E sarà l'unico condannato per quella morte.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Nel 2005 Pino Pelosi, che ha ormai scontato la sua pena, decide di parlare ancora e di fare, stavolta, nomi e cognomi di quelli che, secondo la sua nuova versione, sono i veri assassini di Pasolini. Ma perché l'intellettuale è stato ucciso? Nel tempo si rincorreranno diverse ipotesi, alcune riconducono a un film di Pasolini, altre a un libro. Iovane e Lugli scandagliano tutte le possibili ricostruzioni cercando di individuare quella più plausibile.See omnystudio.com/listener for privacy information.
È lunedì 29 settembre 1975 quando due ragazze della periferia romana, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, vengono portate, col pretesto di una festa, in una villa al Circeo, sul litorale laziale. A condurle lì sono Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido, tre ragazzi della Roma bene, vicini al mondo neofascista. È l’inizio di quello che verrà conosciuto come "Il massacro del Circeo". Massimo Lugli segue la storia per Paese sera, ma già in precedenza aveva conosciuto Ghira con cui aveva avuto scontri politici molto accesi.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Dopo interminabili ore di violenza, Rosaria Lopez viene uccisa mentre Donatella Colasanti riesce a salvarsi fingendosi morta. I tre giovani tornano a Roma convinti di averla fatta franca ma vengono arrestati e processati. Natalia Aspesi, signora del giornalismo, segue i processi e assiste a un agghiacciante confronto nella villa del delitto tra Donatella e i suoi aguzzini.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Guido sconterà i suoi anni di carcere, Ghira riuscirà a fuggire dandosi alla latitanza, mentre nell’aprile del 2005 Izzo, in regime di semilibertà a Campobasso, torna sulle pagine dei giornali: ha ucciso – insieme a due complici - una donna e la figlia adolescente. Ma chi è, davvero, Angelo Izzo? Lo si può definire come il simbolo della violenza in Italia nel ‘900?See omnystudio.com/listener for privacy information.
Il 26 aprile 2013 Massimo Lugli si trova a osservare, dall’alto di un parapetto sul Lungotevere, a Roma, un cadavere ricoperto da un lenzuolo sulla banchina del fiume. È il corpo di Daniele Lo Presti, 41 anni, che nella sua carriera ha fotografato molti personaggi famosi. Presto si scopre che è stato ucciso con un colpo di pistola. Ma chi poteva volere la sua morte?See omnystudio.com/listener for privacy information.
Rino Barillari, "The king of paparazzi", conosceva Daniele Lo Presti e racconta di lui e di cosa voglia dire setacciare le strade del centro in cerca di personaggi famosi da fotografare. Massimo Lugli scandaglia tutte le piste possibili per la morte del fotografo, dalla ‘Ndrangheta alla rapina passando per la vendetta di un boss, per giungere a una sua personale conclusione.See omnystudio.com/listener for privacy information.
È il 7 agosto 1990. Simonetta Cesaroni, una ragazza di vent’anni, viene trovata morta a Roma, nell'ufficio in cui lavora, in via Carlo Poma 2. È in quel momento che prende avvio il cold-case più famoso d’Italia. Antonio Del Greco, dirigente della sezione antirapine della Questura di Roma, arriva sul posto e comincia a sentire le prime persone. Nessuno nel palazzo, a quanto pare, ha presente la giovane impiegata.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Del Greco segue una sua convinzione su chi possa avere avuto un ruolo nell’omicidio, ma le prove non sono sufficienti. Nell’inchiesta entrano in scena il portiere dello stabile, Pietro Vanacore, il giovane Federico Valle e il fidanzato di Simonetta, Raniero Busco, l’unico processato – e poi assolto – per il delitto. L’omicidio Cesaroni resta irrisolto. Trent’anni dopo, però, Antonio Del Greco e Massimo Lugli scrivono un libro, e quel libro apre una nuova pista.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Le indagini su via Poma vengono riaperte grazie al libro di Lugli e Del Greco. L'ex portiere, Pietro Vanacore, non può più raccontare: si è suicidato diversi anni prima. Ma altri elementi contribuiscono a creare un nuovo scenario con al centro personaggi finora trascurati. È nascosta in questi elementi qui la verità sul delitto di via Poma?See omnystudio.com/listener for privacy information.
Se ti è piaciuto questo podcast ascolta anche 'Il cielo sopra Ustica", la mia nuova serie. La sera del 27 giugno 1980 un DC-9 della compagnia Itavia, partito da Bologna, sta volando verso Palermo con 81 persone a bordo. È in ritardo di due ore, ma l'atmosfera in cabina è serena, hostess e steward distribuiscono caramelle gommose contro il mal d'aria, pilota e copilota conversano fra loro e comunicano costantemente con i centri radar. Alle 21.04, quando il radarista della torre di controllo di Ciampino chiama l'aereo per autorizzare l'atterraggio, non ottiene nessuna risposta. Qualche ora dopo, i primi corpi riaffioreranno dalle acque del Tirreno. Cos'è stato a provocare la caduta dell'aereo? Cos'è successo in quei minuti e poi nei quarantacinque anni successivi? Per capirlo abbiamo parlato con i familiari delle vittime, soccorritori, piloti, medici, radaristi, periti, ufficiali dell'aeronautica, storici e giornalisti. 'Il cielo sopra Ustica' racconta, in sette puntate, l'ultimo viaggio delle vittime, le speranze, le indagini, le ipotesi, i depistaggi, la tenacia dei familiari e l'incredibile avventura del recupero del relitto a oltre 3500 metri di profondità.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Dal febbraio del 1979 c’è una banda criminale che svaligia gli appartamenti dell’alta borghesia nei quartieri-bene di Roma Nord: i criminali pedinano le loro vittime, le minacciano, entrano in casa e portano via tutti gli oggetti di valore. Decine di colpi, forse centinaia, tra sevizie, violenze e talvolta anche stupri. Le vittime eccellenti si chiamano Fabio Testi, Peppino Di Capri o Franco Cristaldi. Ma perché non si riesce a catturarli?See omnystudio.com/listener for privacy information.
«Mi ha puntato la pistola alla testa e mi ha detto: "Saliamo a casa tua"»: l’attore Fabio Testi racconta la sua disavventura con quella che verrà battezzata Banda dell’arancia meccanica, per le modalità e le violenze simili a quelle raccontate nel film di Stanley Kubrick. Il tenente Carlo Felice Corsetti è a capo della sezione antirapina dei Carabinieri. Comincia a indagare su questa organizzazione e ha un’intuizione che forse potrebbe portare alla sua cattura.See omnystudio.com/listener for privacy information.
L’intuizione del tenente Corsetti è corretta: nell’aprile del 1983, due capi della banda vengono catturati, un terzo riesce a fuggire. Provengono tutti dal quartiere periferico di Torre Angela. Qualche tempo dopo, sarà una lettera da un altro continente a condurre il tenente di Carabinieri sulle tracce del fuggiasco.See omnystudio.com/listener for privacy information.
È il 2015, Marco Vannini e Martina Ciontoli sono fidanzati. Sono belli, giovani e guardano al futuro. Marco passa spesso del tempo in casa della famiglia della ragazza a Ladispoli, vicino a Roma, e lì trascorre anche la sera del 17 maggio. Intorno alle 23, mentre sta facendo una doccia, il padre di Martina, Antonio, carabiniere, gli mostra la sua pistola. Improvvisamente parte un colpo che ferisce Marco. Il ragazzo non viene però portato in ospedale ma rimane lì, in agonia, con alcuni segnali di ripresa.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Quando le condizioni di Marco peggiorano, Antonio si decide finalmente a chiamare il 118 sostenendo che il ragazzo è rimasto ferito con la punta di un pettine. «La mamma di Martina mi chiamò dicendomi che Marco era caduto dalle scale», racconta Marina, la madre di Marco. Con il marito, Valerio, la donna raggiunge di corsa il presidio integrato territoriale, dove è stato portato il figlio. Intanto Antonio Ciontoli ha ammesso per la prima volta davanti al medico del PIT che Marco è rimasto ferito per un colpo di proiettile ma chiede di mantenere il riserbo, dal momento che non vuole perdere il posto di lavoro. I sanitari decidono di trasportare in fretta Marco al Policlinico Gemelli di Roma, ma il ragazzo muore durante il tragitto in eliambulanza: sono ormai le 3 del mattino del 18 maggio 2015.See omnystudio.com/listener for privacy information.
loading
Comments 
loading