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A conti fatti. La storia e la memoria dell'economia
Author: Radio 24
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"A Conti fatti, la storia e la memoria dell'economia" è il programma di Radio 24 dedicato alla storia dell'economia che punta ad approfondire argomenti, temi, spunti e riflessioni offerti dall'attualità, da libri ed eventi connessi con l'economia per andare insieme indietro nel tempo, così da ricavare spunti utili a farci meglio comprendere i fenomeni complessi con i quali ci confrontiamo quotidianamente. La storia economica è da questo punto di vista uno strumento prezioso perché ci offre importanti chiavi interpretative di lettura e rilettura del passato anche recente. Ne abbiamo più mai bisogno in questa fase di profondi e repentini cambiamenti.
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Da quando il famoso sociologo e filosofo tedesco Max Weber identificò nel lavoro come valore in sé l'essenza del capitalismo e ricondusse all'etica della religione protestante, in particolare calvinista, lo spirito del capitalismo, la riforma protestante di Martin Lutero della prima metà del Cinquecento è stata indagata in tutti i suoi aspetti. Conosciamo meno invece gli effetti della reazione della Chiesa cattolica con la cosiddetta Controriforma, e cioè quanto le forme teologiche, sociali, etiche della risposta cattolica alla Riforma di Lutero abbiano profondamente condizionato il modo di intendere l'economia e gli affari in Italia e negli altri paesi cattolici. Ne sappiamo ora di più, cari ascoltatori grazie a un libro pubblicato dal Mulino dal titolo “La terra del noi, ombre e luci dell’economia della Controriforma”, scritto da Luigino Bruni, docente di economia politica all’Università Lumsa di Roma.
Chi sono i ricchi? Come lo si diventa? Perché le ricchezze tendono ad accumularsi nelle mani di pochi? Oggi le società occidentali sembrano ossessionate dai ricchi: ammirati e lusingati e, allo stesso tempo, biasimati e disprezzati. Ma è sempre stato così? Nel corso di mille anni le cose sono molto cambiate. Nel Medioevo, ad esempio, un’eccessiva accumulazione di ricchezze era considerata peccaminosa e perciò ci si attendeva che i ricchi non facessero sfoggio della propria opulenza. Per lungo tempo la loro semplice esistenza ha prodotto disagio sociale, mitigato solo dal ruolo che potevano svolgere nei tempi di crisi, impiegando i propri beni per aiutare la comunità. In passato come oggi, però, ci si è interrogati su come si diventa ricchi e sul perché le ricchezze tendono ad accumularsi nelle mani di pochi. Diventare ricchi è frutto di abilità o di fortuna? Di parsimonia o di capacità d’investimento? Quanto contano le ricchezze ereditate e quanto le reti di relazione che si creano nel corso della propria vita? Ne discutiamo questa sera, cari ascoltatori, prendendo spunto da un libro appena pubblicato da Laterza dal titolo “Come dèi tra gli uomini, una storia dei ricchi in Occidente”, scritto da Guido Alfani, docente di storia economica all’Università Bocconi di Milano.
Come è cambiato il mondo del lavoro in Italia, dall'Unità ad oggi? Quali sono state le trasformazioni economiche, sociali, politiche e culturali che hanno investito il paese nella transizione dall'economia rurale all'attuale società dei servizi? Ne parliamo con Manfredi Alberti, autore del libro “Il lavoro in Italia. Un profilo storico dall’Unità a oggi” (Carocci).
Il colonialismo italiano inizia nel 1882 con l’occupazione dell’Eritrea e si conclude nel 1960 con l’indipendenza della Somalia. Parliamo della storia delle vicende belliche e politico-istituzionali e delle implicazioni economiche che hanno contraddistinto il periodo coloniale e postcoloniale con Valeria Deplano, autrice con Alessandro Pes del libro “Storia del colonialismo italiano. Politica, cultura e memoria dall’età liberale ai nostri giorni” (Carocci).
Il 23 dicembre 1978 nasceva il Servizio sanitario nazionale, un modello di sanità pubblica ispirato ai principi di universalismo, uguaglianza ed equità e finanziato dalla fiscalità generale. Un modello ora in crisi, come emerge dall’ultimo rapporto della Fondazione Gimbe. Ne parliamo con Chiara Giorgi, autrice del libro “Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi” (Laterza) (https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858155585).
Le crisi che negli ultimi anni hanno investito il mercato finanziario, hanno reso necessario rivedere a più riprese la regolamentazione del settore. Ne parliamo con Maria Cannata, che nel libro “Gestione del debito pubblico e risposta regolamentare alle crisi finanziarie” (Giuffrè) scritto con Laura Lunghi, ripercorre tutte le tappe che hanno segnato la gestione del debito pubblico negli ultimi anni e le scelte operate per mantenere e salvaguardare la fiducia degli investitori.
Il 20 settembre 1943 un gruppo di ufficiali nazisti si presenta nella sede della Banca d’Italia per chiedere la consegna di tutto l’oro contenuto nei caveau. Ma grazie ad uno stratagemma, il direttore generale Niccolò Introna riesce a nascondere parte del tesoro - come racconta Federico Fubini nel libro “L’oro e la patria” (Mondadori).
Fino al 1820, il prodotto pro capite è cresciuto solo dello 0,1% l’anno circa. Negli anni successivi tuttavia, il reddito pro capite europeo è cresciuto di 17 volte, attorno all’1,5% l’anno. Una crescita che ha rivoluzionato benessere e aspettative – come spiega Pierluigi Ciocca nel libro “Del capitalismo, un pregio e tre difetti” (Donzelli).
In un periodo di grandi cambiamenti come quello attuale, quale dovrebbe essere il giusto equilibro tra Stato e mercato? Ne parliamo con Claudio De Vincenti, autore del libro “Per un governo che ami il mercato. Una certa idea di intervento pubblico” (Il Mulino).
Nell’attuale clima di incertezza economica e politica, l’Europa si trova a dovere affrontare una serie di sfide epocali per rilanciare un percorso di crescita economica sostenibile, consolidare la propria presenza internazionale e rafforzare il processo di integrazione. Ne parliamo con Paolo Guerrieri, autore con Pier Carlo Padoan del libro ‘Europa sovrana. Le tre sfide di un mondo nuovo’ (Laterza).
Scuole, biblioteche e strutture sanitarie che operano come luoghi di aggregazione di comunità, case del quartiere e centri culturali che erogano servizi di prossimità: sono anticipazioni di quella che potrebbe essere una nuova generazione di servizi pubblici collaborativi, il cui modo di operare dipende dal contributo pubblico, ma il cui successo è legato a una molteplicità di iniziative che si levano autonome dal basso. Ne parliamo con Michele D’Alena, autore con Ezio Manzini del libro “Fare assieme. Una nuova generazione di servizi pubblici collaborativi” (Egea).
L’evoluzione del lavoro in oltre 150 anni di storia nazionale permette di capire le trasformazioni del nostro paese. Ne parliamo con Fabrizio Loreto, autore con Stefano Gallo del libro “Storia del lavoro nell’Italia contemporanea” (Il Mulino, 424 p., € 32,00).
“Ancora marginali all’inizio del nuovo millennio, i fondi speculativi sono stati poi protagonisti di una vera e propria scalata al potere, hanno cavalcato le crisi, hanno beneficiato dell’operato delle banche centrali e dei governi e hanno sfruttato, accelerandolo, il processo di smantellamento degli Stati sociali e di privatizzazione della società” - scrive Alessandro Volpi, docente di Storia contemporanea all’Università di Pisa, nel suo libro "I padroni del mondo. Come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia” (Laterza).
Dopo il 1989, con il superamento del mondo diviso in blocchi, ci si aspettava il trionfo della democrazia. Ma le ultime guerre sono la prova che siamo di fronte a un capitalismo in pieno delirio di onnipotenza, cui fa da contraltare la ritirata dello stato democratico - scrive Fabio Armao, professore di Relazioni internazionali all’Università di Torino, nel suo libro “Capitalismo di sangue, a chi conviene la guerra” (Laterza).
Non esistono modelli univoci del potere, ma ogni esercizio va contestualizzato con la realtà in cui si esprime e confrontato con modelli astratti che ne consentano la lettura. È questa la tesi sostenuta da Luca Baiguini nel suo libro "Fate pace con il potere. Contro la retorica delle leadership" (Egea).
Il 23 aprile il Parlamento europeo ha approvato i testi legislativi che delineano le analisi di sostenibilità del debito pubblico nel medio termine e il confronto tra ogni Stato membro e la Commissione per la definizione di una politica di bilancio appropriata, anche in relazione a piani di riforme e di investimenti. Ne parliamo con Giuseppe Pisauro, che sull’ultimo numero della rivista Il Mulino ha pubblicato l’articolo “La riforma delle regole fiscali europee”.
Qual è il rapporto del liberalismo con lo Stato, con il mercato, con la democrazia? Come si coniuga con la felicità, con la realizzazione personale e con i principali diritti economici e sociali? Ne parliamo con Emanuele Felice, autore con Alberto Mingardi del libro “Libertà contro libertà. Un duello sulla società aperta” (Il Mulino).
Nonostante dagli anni Settanta in poi, quando venne approvata la riforma da cui è nata l’Irpef, si siano susseguiti numerosi tentativi di rivedere e aggiornare il nostro sistema fiscale, la struttura del prelievo resta disomogenea. Ripercorriamo le principali tappe del nostro sistema fiscale dal secondo dopoguerra in poi con Alessandro Santoro, autore del saggio “Il dibattito sulle politiche fiscali in Italia” pubblicato sull’ultimo numero della rivista il Mulino.
Dopo un lungo e complesso tragitto è diventata operativa la riforma del Patto di stabilità, un accordo tra i membri dell’Unione europea che ha l’obiettivo di rendere più chiare e più adattabili alla situazione di ciascun paese le norme sulla sostenibilità dei debiti pubblici nazionali, rendendole allo stesso tempo più favorevoli agli investimenti. Ne parliamo con Marco Buti, autore con Marcello Messori del libro “Europa. Evitare il declino. Glossario per una politica economica europea” (Il Sole 24 Ore).
Nella prima metà degli anni ‘Settanta del secolo scorso, il giovane economista americano Arthur Laffer presentò una funzione che dimostrava come, superato un certo limite, l’aumento della tassazione non coincide sempre con un automatico aumento del gettito fiscale, ma anzi può produrre l’effetto contrario. Quella funzione, passata alla storia come la curva di Laffer, fu poi alla base della politica fiscale di Margaret Thatcher e di Ronald Reagan. Ne parliamo con Roberto Seghetti, autore del libro “Le tasse sono utili, dal sistema fiscale dipendono democrazia e qualità della vita” (Nutrimenti).
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