Pensare in maniera originale e cambiare davvero tutto, questo fa in effetti Mira Murati, la non-americana più americana di tutte le nostre protagoniste. Pioniera dell’intelligenza artificiale, CEO di OpenAI, la società di ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale, leader rara attenta all’etica e alla sicurezza delle nuove tecnologie. Una predestinata in attesa di lasciare un segno indelebile nel mondo, che si è formata grazie ai libri, le scienze e la noia. Mira Murati è l’Americana di questo episodio raccontata da Maria Latella.
Co-fondatrice di Tinder e fondatrice di Bumble, l'app di appuntamenti che mette le donne al comando delle relazioni, Whitney Wolfe è una donna da prime mosse. Si è esposta come donna #metoo prima del #metoo stesso, ha condannato gli ambienti di lavoro tossici prima che il benessere psicologico del lavoro diventasse una tematica sociale, ha promosso la leadership gentile prima che la parola gentilezza entrasse nei vocabolari aziendali. Tutto questo prima, molto prima, di compiere trent’anni. Questa è l’Americana di questo episodio raccontata da Maria Latella.
Per Time è tra le 100 persone più influenti al mondo, per Forbes è tra le donne più potenti e tra le prime self-made women d’America, con un patrimonio di 250 milioni di dollari. Ma Shonda Rhimes è prima di tutto la showrunner più famosa e retribuita del panorama televisivo mondiale. Prima donna afroamericana a produrre una delle migliori dieci serie televisive di sempre, Grey’s Anatomy, nonché prima donna a creare tre serie televisive che hanno raggiunto i cento episodi ciascuna e che in tutto si stima abbiano portato due miliardi di dollari di introiti. Una scrittrice che ha rivoluzionato la cultura pop portando la diversità, o meglio, come dice lei "la normalità" in televisione.
È la prima volta che Time pesca la “persona dell'anno” nel mondo dell’entertainment e lo fa scegliendo Taylor Swift, rendendola anche la prima donna a ricoprire due volte questo ruolo. È lei la più ricca, quella che ha venduto di più, quella ai cui concerti vanno così tante persone che la terra trema. O almeno ci raccontano che abbia tremato. Taylor scrive i suoi testi, condividendo la vita vera con i suoi fan, scrive le sue melodie, idea i suoi video, disegna le copertine dei suoi album, gestendo in prima persona non solo la sua esposizione mediatica ma anche le sue finanze. E mentre lo fa riesce a prestare attenzione alla gente, alla società con i suoi grandi problemi, al mercato con i suoi gusti, alla politica americana con i suoi difetti. È grazie a questa continua attenzione al contesto e alle persone che sa cambiare e, cambiando, risulta effettivamente credibile, per lo meno per chi la ama. Perché chi teme un suo sostegno alla campagna del presidente Joe Biden comincia già a colpirla con le teorie complottiste più disparate.
Valerie Biden Owens è una donna americana che ha attraversato tutte le fasi della sua generazione. Cresciuta nella provincia middle class, famiglia Cattolica vasta e unita, era ragazzina con Doris Day, studentessa con i Kennedy, insegnante negli anni in cui le donne conquistano le prime posizioni. Poi la politica è entrata nella sua vita, con cinquant’anni di campagne elettorali al fianco di Joe Biden. Sempre restando dietro le quinte. Perché lei è The Whisperer, la sorella che sussurra all’orecchio del commander in chief. Leggi l’anteprima del libro "Noi, i Biden", il memoir autentico e generoso di Valerie Biden Owens, su s24ore.it/biden. In edicola e in libreria a febbraio 2024.
Una ragazza cresciuta in un piccolo appartamento di un quartiere del South Chicago, che anno dopo anno diventa più pericoloso, ma che sua madre non vuole lasciare. Cresciuta con un padre disabile che non si lamenta, l’ottimismo si respira sempre in famiglia. “Che è poi - come ricorda la stessa Michelle - la qualità che per prima mi ha attratto in Barack”. L’ottimismo che da first lady trova nelle situazioni più improbabili, nel soldato ferito o nella mamma della sedicenne uccisa per caso, e per sbaglio, da una gang a Chicago. Per Michelle LaVaughn Robinson Obama l’ottimismo è una forma di fede, un antidoto alla paura. La forma migliore per non farsi corrodere dal cinismo.
Se c’è un mondo in cui il merito non può essere messo in discussione questo è il mondo dello sport. Vinci se davvero vali e lei, Simone Biles, ha vinto tutto. E più di tutti gli altri. Molto più di medaglie, molto più dei titoli. Vince contro gli stereotipi: di genere, di età, di razza, di specialità sportiva, semplicemente preservando se stessa, imparando a essere atleta anche fuori dalla palestra e umana anche dentro la palestra. Vince contro le violenze, psicologiche e fisiche, supportando da “sopravvissuta” il movimento #MeToo. Vince persino quando perde, come molti grandi sportivi e molte grandi atlete, è vero, ma con un senso di emancipazione totale che la incoraggia in ogni sfida. Anche nella sfida più difficile per chiunque: quella contro se stessa.
Stilista di fama internazionale, filantropa, autrice, moglie, madre, nonna e donna soprattutto, Diane Von Furstenberg parte da principessa, come nelle favole, ma capisce da subito che se vuole fare qualcosa deve realizzarlo lei e deve farlo nel lavoro. Stilista, si definisce, femminista. Convinta che sono la forza, l’intelligenza, lo stile e il carattere a rendere belle e belli. Ideatrice di uno dei capi più iconici di sempre, il wrap dress, proprio grazie al famoso vestito a “portafoglio” Diane diventa una delle donne più importanti del mondo della moda.
Oprah Winfrey è riconosciuta come una vera pioniera nell’industria dell’informazione e dell’intrattenimento. Industria nella quale ha avuto enorme successo in ogni ruolo diventando la donna afroamericana più ricca del ventesimo secolo. Nota come la “Queen of all media”, in quarant’anni di carriera i media li ha effettivamente padroneggiati tutti. Nata nell'anno in cui negli Stati Uniti veniva dichiarata incostituzionale la segregazione nelle scuole pubbliche, impegna tutta la sua vita a risvegliare la coscienza degli altri. Lo fa attraverso le sue interviste, alcune delle quali diventeranno oggetto di aspre discussioni pubbliche, lo fa attraverso il suo impegno nella filantropia e nel sostegno all’educazione, macchiato anche da scandali che la colpiranno nel profondo. Ma lo fa soprattutto con il suo essere prima donna di colore in molti corridoi, stanze e tavoli spesso pieni solo di uomini bianchi. Che effetto le fa? Citando la poetessa e scrittrice afroamericana Maya Angelou, Oprah dice: “Vengo come una ma sono diecimila”.
Di Hillary Clinton, prima donna ad aver ottenuto la nomination per la sfida della Casa Bianca, si conosce soprattutto la natura combattiva e i duelli affrontati sulla scena e in casa. Primo e più famoso quello con il marito, Bill Clinton, notoriamente incline a distrazioni extraconiugali. E poi i duelli politici, i due più noti finiti con due sconfitte, a Denver nel 2008 contro Barack Obama e nel 2016 contro Donald Trump. Ma da dove viene la forza resistente di Hillary? Ce lo siamo chiesti e abbiamo scoperto una Hillary meno conosciuta, apripista su molti temi legati ai diritti sociali per il mondo femminile, fin dall'infanzia, con la costanza di chi crede veramente in qualcosa. Una donna che forse sembra ciò che non è e che di sicuro è, ed è stata, ciò che non sembra.
Otto donne che raccontano, attraverso le loro biografie, gli Stati Uniti, un paese giovane ma che spesso è, ed è stato, l’ago della bilancia nella storia mondiale. Otto donne che hanno saputo reinventarsi e vivere molte vite in una sola. “Americane - Storie di donne indimenticabili” è il podcast originale de Il Sole 24 Ore e di Radio 24 ideato e condotto da Maria Latella che ripercorre le storie personali e professionali di quelle che sono autentiche icone dell’universo femminile a stelle e strisce.