AmoRetorico

AmoRetorico è un itinerario attraverso opere d'arte, miti, narrazioni di concezioni dell'amore tra loro disparate.<br />Un viaggio a ritroso dal 2076. <br />Per una maggior efficacia, si consiglia l'ascolto in ordine decrescente (da IX a Zero).<br />Consigliate sono, al contempo, la lettura delle descrizioni e la visione delle opere trattate.

IX - 2076 - L'epilogo

In un futuro distopico in cui l'amore è un reato, queste sono le ultime parole di un uomo fuorilegge.Testo: Stanno venendo a prendermi.Ho vissuto fin troppo, è ora di andare.Ho infranto le regole.Ricordo il mare azzurro e ricordo la terra, ricordo il cielo di settembre.Ricordo i sorrisi, le guance, le persone gli sguardi. Ricordo tutto. Dimenticherò tutto. Tutto in un istante, l’incontro della mia vita.Ho vissuto nella mia prigione per troppo tempo, nell’immensità dei tramonti.Ho amato troppo, pagherò per questo, stanno arrivando, lo sento. Le sagome andavano e venivano, non c’era nulla che io potessi controllare.Tutto sfuggiva dalle mie mani, svaniva, nei miei ricordi.Ho vissuto. E sono grato di averlo fatto.Non rispettate le regole, uscite dalle prigioni, Morite fino all’amore. Amate fino alla morte. E’ ora di andare. Stanno venendo a prendermi. Vi amo, questo il mio unico peccato.

03-14
01:27

VIII - L'epitaffio

Testo:Sentivo i ghiacciai sgretolarsi, percepivo in lontananza il gemito di un nascente, sentivo tutte le urla.Percepivo l'insanabile autodistruzione. Sentivo l'inutilità del cosmo. Era tutto sprofondato nell'abisso dell'amore, di un amore ormai vano, un amore mai nato.Sentivo tutto, ma era tutto così distante. Percepivo tutto, ma non percepivo niente.

03-14
00:37

VII - Separazione

Nel dipinto, il controverso pittore norvegese Edvard Munch, descrive una scena di separazione tra un uomo e una donna.L'allontanamento di lei, donna senza volto, vestita candidamente, tende al mare, in un trascinamento dell'abito.L'uomo, devastato, stringe il proprio cuore palpitante.Testo:Sposa delicata, in abito svanisci. Verso il mare. Verso il caldo.Cancelli il tuo volto, mi lasci solo.Lasci la mia mano, la lasci sorreggere un organo morto.Amorfo.Coglierò un fiore, in tuo ricordo.Il mio cuore non busserà più alla tua porta.Opera: Edvard Munch, Separazione, 1896, Munchmuseet, Oslo.

03-14
00:30

VI - L'assenzio

Nell'omonimo capolavoro, Degas raffigura una prostituta ed un clochard nel Café de la Nouvelle Athènes, a Parigi. Entrambi sono seduti allo stesso tavolo, immersi nell'ubriachezza.La bevanda altamente alcolica che il soggetto femminile sta bevendo, che da il nome all'opera, risplende d'un color verde intenso. L'ebbrezza conferisce allo sguardo della donna un'intensa malinconia esistenziale.Testo:Misero bastardo, così distanti siamo.Moriremo sulle strade, nel bel mezzo dei passanti.Basterebbe apparire, per apparire amanti.Nuoto nel calice, mi avvicino ai santi.Allontanati, torna sui tuoi passi.Animale della sera, mi lasci il tuo graffio.La puttana vomita l’amore, scrivilo sull’epitaffio.Opera:Edgar Degas, 1875-1876, Museo d'Orsay, Parigi.

03-14
00:32

V - Viandante sul mare di nebbia

Nell'omonima opera del pittore romantico Caspar David Friedrich, viene raffigurato un viandante su un precipizio, mentre contempla il bucolico sublime.Della figura si osserva solo la sua Rückenfigur, ovvero le sue spalle.Testo:L’amore sono io. La sua immanenza, il suo rifiuto.Amore rinchiuso! Amore perduto!Solitudine naturale. Lacrimare! Fino a vedersi prosciugare.Troppo facile sarebbe, lasciarmi andare. Altro non avrete, che la mia spina dorsale.Opera: Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di nebbia, 1818, Hamburger Kunsthalle, Amburgo.

03-14
00:25

IV - Giuditta e Oloferne

Sull'omonimo dipinto, Michelangelo Merisi da Caravaggio, raffigura Giuditta, vedova ebrea che volle salvare il suo paese dall'invasione assira, popolo del quale Oloferne era condottiero.Si narra che ella, durante un banchetto, vedendolo inebriato ed invaghito, colse l'occasione per decapitarlo con la sua stessa spada.Nel dipinto s'intravede anche la vecchia serva che sorregge il cesto dove verrà riposto il capo di Oloferne.Testo:Ti bastò vedermi inebriato, sciolsi le catene, le misi in disparte.Abbi pietà di me.Avrai la mia testa, ma non il mio cuore.Non puoi decapitare quello.Riponimi nel tuo sacco.Ma io vivrò nella tua coscienza, traditrice del peccato.Opera: Michelangelo Merisi da Caravaggio, Giuditta e Oloferne, 1599 ca., Galleria nazionale di arte antica, Roma.

03-14
00:25

III - Paolo e Francesca

Nel V canto dell'Inferno dantesco, il poeta e Virgilio giungono al secondo cerchio, dove risiedono i lussuriosi.Tra le anime peccatrici che volano nel vento infernale, Dante rimane colpito dalla leggerezza del volo di Paolo e Francesca, gli unici a muoversi in coppia.Secondo la vicenda storica, Francesca da Rimini s'invaghì di Paolo Malatesta, fratello di Gianciotto, prossimo sposo di Francesca.Francesca baciò Paolo e i due, colti in fragrante nell'atto di adulterio, vennero assassinati.Testo:Malatesta!Fu troppo per me, distinguerti tra i mille volti.Precipitai nel tuo sguardo innamorato.Ne valse la pena, non resistetti.Pagheremo per questo, ma lo faremo insieme.Scorrerà linfa tra noi, la lussuria nelle vene.Voleremo affannati, come colombe veneree, nel vento dimenticate. E caddi, come corpo morto cade.

03-14
00:34

II - Orfeo ed Euridice

Secondo la mitologia greca, Euridice, moglie di Orfeo e ninfa, morì per il morso d'un serpente. Il marito Orfeo, affranto dalla morte dell'amata, cominciò a intonare canzoni disperate, nel ricordo di Euridice. Il suo lamento giunse a tutte le divinità e alle Erinni. Gli dei, commossi, suggerirono la discesa nell'Ade, per riavere in vita Euridice. Giunto negli Inferi, sempre con la sua lira, addolcì Caronte e Cerbero, guardiani dell'Ade.Una volta arrivato dinanzi ai signori Ade e Persefone. Quest'ultima, intenerita dall'amore da Orfeo dimostrato, rilasciò Euridice, a patto che nella risalita lui non si fosse voltato a guardarla.Accompagnati da Ermes, gli amanti fecero ritorno sulla terra ma Orfeo, non appena vide la luce, si voltò pensando che anche Euridice fosse sulla terra.Lei, rallentata dal dolore al piede dove fu morsicata, non era ancora arrivata alla porta del mondo dei vivi.Svanì, facendo ritorno agli Inferi. Testo:Me l’avete sottratta!Non basterà il mio canto.Come farò, senza di te!Suonando,scesi nell’Ade.La lira persuase i guardiani del male.Pianse la vendetta.Ridatemela!, esclamai, chiedendo pietà. Il signore appisolato,fece un cenno col suo capo.Persefone addolcita,ti lasciò andare!Non guardare! Non guardare indietro!Cantai la mia gioia,il mio amore, mi è stato concesso!Vidi la luce! Vidi la luce!Ma non potei resistere, mia amata!Come avrei potuto!Ti pensavo già uscita. Così non fu.Tornasti, da dov’eri venuta, in una nuvola di fumo.La lira non canta più, mia amata.Mi dissolvo nell’aria, di uno sguardo trascurato.Sono io l’assassino, l’ assassino dell’amore.Muoio poco a poco, nel ricordo della seraMuoio poco a poco, nel canto di una preghiera.

03-14
01:15

I - Caino e Abele

Secondo le Sacre Scritture, Caino e Abele furono i figli di Adamo ed Eva. Caino era un agricoltore, mentre il fratello Abele un pastore.Dio scelse, tra le due proposte, gli agnelli sacrificati da Abele, rifiutando i frutti del raccolto di Caino.Caino assassinò il fratello, diventando il primo omicida della storia.Abele il primo essere umano a morire.Testo:Finirà tutto, come tutto ebbe inizio.Dalla mancanza d’amore!Uccidimi, fratello peccatore!Bastardo senza cuore!Non rimarrà altro, se non il tuo dolore.

03-14
00:18

Zero - La genesi

Testo:Sposa del sorriso,non dimenticarmi.Esercito di dolore,cambieremo il mondo.Sii la lacrima più sapida che hai.A ciò che resta di te, sono fiero di te.

03-14
00:19

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