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Caffè Zimmermann

Caffè Zimmermann
Author: RSI - Radiotelevisione svizzera
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Description
È lo spazio di approfondimento di Rete Due dedicato alla musica “forte”, la musica colta, trasmessa per via scritta: mille anni di storia della musica, dalle prime forme di polifonia fino alla contemporaneità, senza dimenticare il canto gregoriano. La realizzazione è affidata ai musicologi attivi nei ranghi della RSI e a ospiti che hanno dimestichezza con il linguaggio radiofonico. Il tono è divulgativo, i contenuti di alto livello, aggiornati secondo le ultime ricerche, per veicolare precisione e credibilità.
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Quarant’anni e non sentirli, si direbbe. Tanti ne compie nel 2025 Il Giardino Armonico, ensemble specializzato nella prassi esecutiva del XVII e XVIII secolo su strumenti originali, fondato nel 1985. In un tempo in cui quel fermento culturale particolarmente fecondo - da cui i primi frutti del “movimento” evidenti in altri luoghi d’Europa - si manifesta anche in Italia con un’attenzione sempre maggiore verso la musica antica. Ensemble che, a geometria variabile, in base alle esigenze di ogni programma, conta da sei fino ad oltre una trentina di musicisti. A dirigere Il Giardino Armonico dal 1989 Giovanni Antonini, tra i membri fondatori, che ai microfoni di Rete Due ne ripercorre la storia. In un viaggio che procedendo per decadi, dagli albori ai giorni nostri, attraversa (in 5 parti) momenti salienti, aneddoti, progetti discografici - che hanno visto succedersi varie etichette come Nuova Era, Teldec, Naïve, Decca e Alpha - e collaborazioni con acclamati artisti tra cui Christophe Coin, Cecilia Bartoli, Isabelle Faust, Giuliano Carmignola, Sol Gabetta, Anna Prohaska, Patricia Kopatchinskaja, Avi Avital, Viktoria Mullova e Katia e Marielle Labèque. A guidarci le musiche della rilevante quanto varia discografia dell’ensemble (proposta in ordine cronologico).
Quarant’anni e non sentirli, si direbbe. Tanti ne compie nel 2025 Il Giardino Armonico, ensemble specializzato nella prassi esecutiva del XVII e XVIII secolo su strumenti originali, fondato nel 1985. In un tempo in cui quel fermento culturale particolarmente fecondo - da cui i primi frutti del “movimento” evidenti in altri luoghi d’Europa - si manifesta anche in Italia con un’attenzione sempre maggiore verso la musica antica. Ensemble che, a geometria variabile, in base alle esigenze di ogni programma, conta da sei fino ad oltre una trentina di musicisti. A dirigere Il Giardino Armonico dal 1989 Giovanni Antonini, tra i membri fondatori, che ai microfoni di Rete Due ne ripercorre la storia. In un viaggio che procedendo per decadi, dagli albori ai giorni nostri, attraversa (in 5 parti) momenti salienti, aneddoti, progetti discografici - che hanno visto succedersi varie etichette come Nuova Era, Teldec, Naïve, Decca e Alpha - e collaborazioni con acclamati artisti tra cui Christophe Coin, Cecilia Bartoli, Isabelle Faust, Giuliano Carmignola, Sol Gabetta, Anna Prohaska, Patricia Kopatchinskaja, Avi Avital, Viktoria Mullova e Katia e Marielle Labèque. A guidarci le musiche della rilevante quanto varia discografia dell’ensemble (proposta in ordine cronologico).
Quarant’anni e non sentirli, si direbbe. Tanti ne compie nel 2025 Il Giardino Armonico, ensemble specializzato nella prassi esecutiva del XVII e XVIII secolo su strumenti originali, fondato nel 1985. In un tempo in cui quel fermento culturale particolarmente fecondo - da cui i primi frutti del “movimento” evidenti in altri luoghi d’Europa - si manifesta anche in Italia con un’attenzione sempre maggiore verso la musica antica. Ensemble che, a geometria variabile, in base alle esigenze di ogni programma, conta da sei fino ad oltre una trentina di musicisti. A dirigere Il Giardino Armonico dal 1989 Giovanni Antonini, tra i membri fondatori, che ai microfoni di Rete Due ne ripercorre la storia. In un viaggio che procedendo per decadi, dagli albori ai giorni nostri, attraversa (in 5 parti) momenti salienti, aneddoti, progetti discografici - che hanno visto succedersi varie etichette come Nuova Era, Teldec, Naïve, Decca e Alpha - e collaborazioni con acclamati artisti tra cui Christophe Coin, Cecilia Bartoli, Isabelle Faust, Giuliano Carmignola, Sol Gabetta, Anna Prohaska, Patricia Kopatchinskaja, Avi Avital, Viktoria Mullova e Katia e Marielle Labèque. A guidarci le musiche della rilevante quanto varia discografia dell’ensemble (proposta in ordine cronologico).
Quarant’anni e non sentirli, si direbbe. Tanti ne compie nel 2025 Il Giardino Armonico, ensemble specializzato nella prassi esecutiva del XVII e XVIII secolo su strumenti originali, fondato nel 1985. In un tempo in cui quel fermento culturale particolarmente fecondo - da cui i primi frutti del “movimento” evidenti in altri luoghi d’Europa - si manifesta anche in Italia con un’attenzione sempre maggiore verso la musica antica. Ensemble che, a geometria variabile, in base alle esigenze di ogni programma, conta da sei fino ad oltre una trentina di musicisti. A dirigere Il Giardino Armonico dal 1989 Giovanni Antonini, tra i membri fondatori, che ai microfoni di Rete Due ne ripercorre la storia. In un viaggio che procedendo per decadi, dagli albori ai giorni nostri, attraversa (in 5 parti) momenti salienti, aneddoti, progetti discografici - che hanno visto succedersi varie etichette come Nuova Era, Teldec, Naïve, Decca e Alpha - e collaborazioni con acclamati artisti tra cui Christophe Coin, Cecilia Bartoli, Isabelle Faust, Giuliano Carmignola, Sol Gabetta, Anna Prohaska, Patricia Kopatchinskaja, Avi Avital, Viktoria Mullova e Katia e Marielle Labèque. A guidarci le musiche della rilevante quanto varia discografia dell’ensemble (proposta in ordine cronologico).
Quarant’anni e non sentirli, si direbbe. Tanti ne compie nel 2025 Il Giardino Armonico, ensemble specializzato nella prassi esecutiva del XVII e XVIII secolo su strumenti originali, fondato nel 1985. In un tempo in cui quel fermento culturale particolarmente fecondo - da cui i primi frutti del “movimento” evidenti in altri luoghi d’Europa - si manifesta anche in Italia con un’attenzione sempre maggiore verso la musica antica. Ensemble che, a geometria variabile, in base alle esigenze di ogni programma, conta da sei fino ad oltre una trentina di musicisti. A dirigere Il Giardino Armonico dal 1989 Giovanni Antonini, tra i membri fondatori, che ai microfoni di Rete Due ne ripercorre la storia. In un viaggio che procedendo per decadi, dagli albori ai giorni nostri, attraversa (in 5 parti) momenti salienti, aneddoti, progetti discografici - che hanno visto succedersi varie etichette come Nuova Era, Teldec, Naïve, Decca e Alpha - e collaborazioni con acclamati artisti tra cui Christophe Coin, Cecilia Bartoli, Isabelle Faust, Giuliano Carmignola, Sol Gabetta, Anna Prohaska, Patricia Kopatchinskaja, Avi Avital, Viktoria Mullova e Katia e Marielle Labèque. A guidarci le musiche della rilevante quanto varia discografia dell’ensemble (proposta in ordine cronologico).
La genesi della sinfonia è un argomento che ha sempre suscitato negli storici della musica passioni intensissime. A lungo, e in special modo nei primi decenni del Novecento, musicologi italiani, tedeschi e austriaci hanno discusso aspramente rivendicando alle rispettive scuole nazionali il merito di aver dato i natali ad un genere musicale destinato ad amplissima diffusione, e ancor oggi tra i più amati dal pubblico. Oggi possiamo affermare tranquillamente che la sinfonia, come genere indipendente, nasce e si sviluppa nel Nord Italia negli anni intorno al 1720-30. Nella neonata sinfonia confluiscono l’esperienza della sinfonia d’opera in tre movimenti, sperimentata da Alessandro Scarlatti nel 1681, ma anche altre esperienze, tra le quali spicca quella della sonata a tre. Emerge così in Italia un tipo di composizione da concerto svincolata dall’uso operistico, che noi oggi possiamo considerare il prototipo della sinfonia moderna. In questa lunga serie di Caffè Zimmermann, il musicologo Danilo Prefumo ci accompagna in un itinerario sonoro che dalle origini tardobarocche ci porterà fino ai fasti dell’epoca classica, ovvero alle prime sinfonie di Haydn e Mozart, passando dai centri che hanno visto fiorire il genere e quindi da Milano, Venezia, Mannheim, Parigi, Londra, per approdare infine a Vienna.
La genesi della sinfonia è un argomento che ha sempre suscitato negli storici della musica passioni intensissime. A lungo, e in special modo nei primi decenni del Novecento, musicologi italiani, tedeschi e austriaci hanno discusso aspramente rivendicando alle rispettive scuole nazionali il merito di aver dato i natali ad un genere musicale destinato ad amplissima diffusione, e ancor oggi tra i più amati dal pubblico. Oggi possiamo affermare tranquillamente che la sinfonia, come genere indipendente, nasce e si sviluppa nel Nord Italia negli anni intorno al 1720-30. Nella neonata sinfonia confluiscono l’esperienza della sinfonia d’opera in tre movimenti, sperimentata da Alessandro Scarlatti nel 1681, ma anche altre esperienze, tra le quali spicca quella della sonata a tre. Emerge così in Italia un tipo di composizione da concerto svincolata dall’uso operistico, che noi oggi possiamo considerare il prototipo della sinfonia moderna. In questa lunga serie di Caffè Zimmermann, il musicologo Danilo Prefumo ci accompagna in un itinerario sonoro che dalle origini tardobarocche ci porterà fino ai fasti dell’epoca classica, ovvero alle prime sinfonie di Haydn e Mozart, passando dai centri che hanno visto fiorire il genere e quindi da Milano, Venezia, Mannheim, Parigi, Londra, per approdare infine a Vienna.
La genesi della sinfonia è un argomento che ha sempre suscitato negli storici della musica passioni intensissime. A lungo, e in special modo nei primi decenni del Novecento, musicologi italiani, tedeschi e austriaci hanno discusso aspramente rivendicando alle rispettive scuole nazionali il merito di aver dato i natali ad un genere musicale destinato ad amplissima diffusione, e ancor oggi tra i più amati dal pubblico. Oggi possiamo affermare tranquillamente che la sinfonia, come genere indipendente, nasce e si sviluppa nel Nord Italia negli anni intorno al 1720-30. Nella neonata sinfonia confluiscono l’esperienza della sinfonia d’opera in tre movimenti, sperimentata da Alessandro Scarlatti nel 1681, ma anche altre esperienze, tra le quali spicca quella della sonata a tre. Emerge così in Italia un tipo di composizione da concerto svincolata dall’uso operistico, che noi oggi possiamo considerare il prototipo della sinfonia moderna. In questa lunga serie di Caffè Zimmermann, il musicologo Danilo Prefumo ci accompagna in un itinerario sonoro che dalle origini tardobarocche ci porterà fino ai fasti dell’epoca classica, ovvero alle prime sinfonie di Haydn e Mozart, passando dai centri che hanno visto fiorire il genere e quindi da Milano, Venezia, Mannheim, Parigi, Londra, per approdare infine a Vienna.
La genesi della sinfonia è un argomento che ha sempre suscitato negli storici della musica passioni intensissime. A lungo, e in special modo nei primi decenni del Novecento, musicologi italiani, tedeschi e austriaci hanno discusso aspramente rivendicando alle rispettive scuole nazionali il merito di aver dato i natali ad un genere musicale destinato ad amplissima diffusione, e ancor oggi tra i più amati dal pubblico. Oggi possiamo affermare tranquillamente che la sinfonia, come genere indipendente, nasce e si sviluppa nel Nord Italia negli anni intorno al 1720-30. Nella neonata sinfonia confluiscono l’esperienza della sinfonia d’opera in tre movimenti, sperimentata da Alessandro Scarlatti nel 1681, ma anche altre esperienze, tra le quali spicca quella della sonata a tre. Emerge così in Italia un tipo di composizione da concerto svincolata dall’uso operistico, che noi oggi possiamo considerare il prototipo della sinfonia moderna. In questa lunga serie di Caffè Zimmermann, il musicologo Danilo Prefumo ci accompagna in un itinerario sonoro che dalle origini tardobarocche ci porterà fino ai fasti dell’epoca classica, ovvero alle prime sinfonie di Haydn e Mozart, passando dai centri che hanno visto fiorire il genere e quindi da Milano, Venezia, Mannheim, Parigi, Londra, per approdare infine a Vienna.
®In questo ciclo di sei puntate ci faremo portare per mano dalla musica di Mozart, straordinario esempio di levità espressiva, e dalla scrittura di Italo Calvino che al tema della leggerezza ha dedicato un’ampia riflessione nella prima delle sue Lezioni americane. Secondo Calvino la “leggerezza” non è superficialità ma è una condizione precisa e determinante, l’espressione della vivacità e della mobilità dell’intelligenza umana.La ricerca della unicità della persona, dei suoi talenti e qualità porta leggerezza sia nelle parole sia nelle immagini. Dunque, anche nella musica e attraverso la musica.Leggerezza vuol dire anche reinventarsi, essere creativi rompendo le regole convenzionali per scoprire la propria unicità, come in un gruppo jazz, i cui membri si ispirano reciprocamente con forza, determinazione e leggerezza.La Leggerezza creativa è il titolo di un libro, pubblicato da “Guerini e Associati” nel 2023, e di un approccio innovativo sviluppato dal Dottor Wolfgang Ullrich, psicoterapeuta, formatore, professional coach nonché pianista. Oltre alla sua attività di psicoterapeuta, collabora con l’Ambulatorio Sol Diesis per musicisti presso la Fondazione Don Gnocchi di Milano. Nel Professional Coaching accompagna i musicisti ad esplorare la profondità della propria espressività, imparando ad affrontare situazioni di performance con “leggerezza”, permettendosi di esprimere la propria unicità di musicista. Sarà lui la nostra guida e attraverso i concetti di “leggerezza” e di “rappresentazione giocosa” cercheremo una strada per trovare un equilibrio di “buona vita”, per sviluppare la propria creatività e ricercare quell’autenticità che possa rendere le persone più libere nella propria espressività. E dunque vivere meglio con la musica e per la musica. Nell’ultima puntata ritroveremo anche le voci di alcuni illustri musicisti che ci racconteranno della loro esperienza di cambiamento.Prima emissione: 29 aprile 2025
La genesi della sinfonia è un argomento che ha sempre suscitato negli storici della musica passioni intensissime. A lungo, e in special modo nei primi decenni del Novecento, musicologi italiani, tedeschi e austriaci hanno discusso aspramente rivendicando alle rispettive scuole nazionali il merito di aver dato i natali ad un genere musicale destinato ad amplissima diffusione, e ancor oggi tra i più amati dal pubblico. Oggi possiamo affermare tranquillamente che la sinfonia, come genere indipendente, nasce e si sviluppa nel Nord Italia negli anni intorno al 1720-30. Nella neonata sinfonia confluiscono l’esperienza della sinfonia d’opera in tre movimenti, sperimentata da Alessandro Scarlatti nel 1681, ma anche altre esperienze, tra le quali spicca quella della sonata a tre. Emerge così in Italia un tipo di composizione da concerto svincolata dall’uso operistico, che noi oggi possiamo considerare il prototipo della sinfonia moderna. In questa lunga serie di Caffè Zimmermann, il musicologo Danilo Prefumo ci accompagna in un itinerario sonoro che dalle origini tardobarocche ci porterà fino ai fasti dell’epoca classica, ovvero alle prime sinfonie di Haydn e Mozart, passando dai centri che hanno visto fiorire il genere e quindi da Milano, Venezia, Mannheim, Parigi, Londra, per approdare infine a Vienna.
®In questo ciclo di sei puntate ci faremo portare per mano dalla musica di Mozart, straordinario esempio di levità espressiva, e dalla scrittura di Italo Calvino che al tema della leggerezza ha dedicato un’ampia riflessione nella prima delle sue Lezioni americane. Secondo Calvino la “leggerezza” non è superficialità ma è una condizione precisa e determinante, l’espressione della vivacità e della mobilità dell’intelligenza umana.La ricerca della unicità della persona, dei suoi talenti e qualità porta leggerezza sia nelle parole sia nelle immagini. Dunque, anche nella musica e attraverso la musica.Leggerezza vuol dire anche reinventarsi, essere creativi rompendo le regole convenzionali per scoprire la propria unicità, come in un gruppo jazz, i cui membri si ispirano reciprocamente con forza, determinazione e leggerezza.La Leggerezza creativa è il titolo di un libro, pubblicato da “Guerini e Associati” nel 2023, e di un approccio innovativo sviluppato dal Dottor Wolfgang Ullrich, psicoterapeuta, formatore, professional coach nonché pianista. Oltre alla sua attività di psicoterapeuta, collabora con l’Ambulatorio Sol Diesis per musicisti presso la Fondazione Don Gnocchi di Milano. Nel Professional Coaching accompagna i musicisti ad esplorare la profondità della propria espressività, imparando ad affrontare situazioni di performance con “leggerezza”, permettendosi di esprimere la propria unicità di musicista. Sarà lui la nostra guida e attraverso i concetti di “leggerezza” e di “rappresentazione giocosa” cercheremo una strada per trovare un equilibrio di “buona vita”, per sviluppare la propria creatività e ricercare quell’autenticità che possa rendere le persone più libere nella propria espressività. E dunque vivere meglio con la musica e per la musica. Nella puntata conclusiva daremo spazio alle voci di alcuni musicisti, tra cui il violinista Salvatore Accardo e il pianista Pietro Bonfilio, che ci racconteranno della loro esperienza di crescita personale attraverso la creatività.Prima emissione: 22 aprile 2025
®In questo ciclo di sei puntate ci faremo portare per mano dalla musica di Mozart, straordinario esempio di levità espressiva, e dalla scrittura di Italo Calvino che al tema della leggerezza ha dedicato un’ampia riflessione nella prima delle sue Lezioni americane. Secondo Calvino la “leggerezza” non è superficialità ma è una condizione precisa e determinante, l’espressione della vivacità e della mobilità dell’intelligenza umana.La ricerca della unicità della persona, dei suoi talenti e qualità porta leggerezza sia nelle parole sia nelle immagini. Dunque, anche nella musica e attraverso la musica.Leggerezza vuol dire anche reinventarsi, essere creativi rompendo le regole convenzionali per scoprire la propria unicità, come in un gruppo jazz, i cui membri si ispirano reciprocamente con forza, determinazione e leggerezza.La Leggerezza creativa è il titolo di un libro, pubblicato da “Guerini e Associati” nel 2023, e di un approccio innovativo sviluppato dal Dottor Wolfgang Ullrich, psicoterapeuta, formatore, professional coach nonché pianista. Oltre alla sua attività di psicoterapeuta, collabora con l’Ambulatorio Sol Diesis per musicisti presso la Fondazione Don Gnocchi di Milano. Nel Professional Coaching accompagna i musicisti ad esplorare la profondità della propria espressività, imparando ad affrontare situazioni di performance con “leggerezza”, permettendosi di esprimere la propria unicità di musicista. Sarà lui la nostra guida e attraverso i concetti di “leggerezza” e di “rappresentazione giocosa” cercheremo una strada per trovare un equilibrio di “buona vita”, per sviluppare la propria creatività e ricercare quell’autenticità che possa rendere le persone più libere nella propria espressività. E dunque vivere meglio con la musica e per la musica. Nella puntata conclusiva daremo spazio alle voci di alcuni musicisti, tra cui il violinista Salvatore Accardo e il pianista Pietro Bonfilio, che ci racconteranno della loro esperienza di crescita personale attraverso la creatività.Prima emissione: 15 aprile 2025
®In questo ciclo di sei puntate ci faremo portare per mano dalla musica di Mozart, straordinario esempio di levità espressiva, e dalla scrittura di Italo Calvino che al tema della leggerezza ha dedicato un’ampia riflessione nella prima delle sue Lezioni americane. Secondo Calvino la “leggerezza” non è superficialità ma è una condizione precisa e determinante, l’espressione della vivacità e della mobilità dell’intelligenza umana.La ricerca della unicità della persona, dei suoi talenti e qualità porta leggerezza sia nelle parole sia nelle immagini. Dunque, anche nella musica e attraverso la musica.Leggerezza vuol dire anche reinventarsi, essere creativi rompendo le regole convenzionali per scoprire la propria unicità, come in un gruppo jazz, i cui membri si ispirano reciprocamente con forza, determinazione e leggerezza.La Leggerezza creativa è il titolo di un libro, pubblicato da “Guerini e Associati” nel 2023, e di un approccio innovativo sviluppato dal Dottor Wolfgang Ullrich, psicoterapeuta, formatore, professional coach nonché pianista. Oltre alla sua attività di psicoterapeuta, collabora con l’Ambulatorio Sol Diesis per musicisti presso la Fondazione Don Gnocchi di Milano. Nel Professional Coaching accompagna i musicisti ad esplorare la profondità della propria espressività, imparando ad affrontare situazioni di performance con “leggerezza”, permettendosi di esprimere la propria unicità di musicista. Sarà lui la nostra guida e attraverso i concetti di “leggerezza” e di “rappresentazione giocosa” cercheremo una strada per trovare un equilibrio di “buona vita”, per sviluppare la propria creatività e ricercare quell’autenticità che possa rendere le persone più libere nella propria espressività. E dunque vivere meglio con la musica e per la musica. Nella puntata conclusiva daremo spazio alle voci di alcuni musicisti, tra cui il violinista Salvatore Accardo e il pianista Pietro Bonfilio, che ci racconteranno della loro esperienza di crescita personale attraverso la creatività.Prima emissione: 8 aprile 2025
®In questo ciclo di sei puntate ci faremo portare per mano dalla musica di Mozart, straordinario esempio di levità espressiva, e dalla scrittura di Italo Calvino che al tema della leggerezza ha dedicato un’ampia riflessione nella prima delle sue Lezioni americane. Secondo Calvino la “leggerezza” non è superficialità ma è una condizione precisa e determinante, l’espressione della vivacità e della mobilità dell’intelligenza umana.La ricerca della unicità della persona, dei suoi talenti e qualità porta leggerezza sia nelle parole sia nelle immagini. Dunque, anche nella musica e attraverso la musica.Leggerezza vuol dire anche reinventarsi, essere creativi rompendo le regole convenzionali per scoprire la propria unicità, come in un gruppo jazz, i cui membri si ispirano reciprocamente con forza, determinazione e leggerezza.La Leggerezza creativa è il titolo di un libro, pubblicato da “Guerini e Associati” nel 2023, e di un approccio innovativo sviluppato dal Dottor Wolfgang Ullrich, psicoterapeuta, formatore, professional coach nonché pianista. Oltre alla sua attività di psicoterapeuta, collabora con l’Ambulatorio Sol Diesis per musicisti presso la Fondazione Don Gnocchi di Milano. Nel Professional Coaching accompagna i musicisti ad esplorare la profondità della propria espressività, imparando ad affrontare situazioni di performance con “leggerezza”, permettendosi di esprimere la propria unicità di musicista. Sarà lui la nostra guida e attraverso i concetti di “leggerezza” e di “rappresentazione giocosa” cercheremo una strada per trovare un equilibrio di “buona vita”, per sviluppare la propria creatività e ricercare quell’autenticità che possa rendere le persone più libere nella propria espressività. E dunque vivere meglio con la musica e per la musica. Nella puntata conclusiva daremo spazio alle voci di alcuni musicisti, tra cui il violinista Salvatore Accardo e il pianista Pietro Bonfilio, che ci racconteranno della loro esperienza di crescita personale attraverso la creatività.Prima emissione: 1 aprile 2025
®In questo ciclo di sei puntate ci faremo portare per mano dalla musica di Mozart, straordinario esempio di levità espressiva, e dalla scrittura di Italo Calvino che al tema della leggerezza ha dedicato un’ampia riflessione nella prima delle sue Lezioni americane. Secondo Calvino la “leggerezza” non è superficialità ma è una condizione precisa e determinante, l’espressione della vivacità e della mobilità dell’intelligenza umana.La ricerca della unicità della persona, dei suoi talenti e qualità porta leggerezza sia nelle parole sia nelle immagini. Dunque, anche nella musica e attraverso la musica.Leggerezza vuol dire anche reinventarsi, essere creativi rompendo le regole convenzionali per scoprire la propria unicità, come in un gruppo jazz, i cui membri si ispirano reciprocamente con forza, determinazione e leggerezza.La Leggerezza creativa è il titolo di un libro, pubblicato da “Guerini e Associati” nel 2023, e di un approccio innovativo sviluppato dal Dottor Wolfgang Ullrich, psicoterapeuta, formatore, professional coach nonché pianista. Oltre alla sua attività di psicoterapeuta, collabora con l’Ambulatorio Sol Diesis per musicisti presso la Fondazione Don Gnocchi di Milano. Nel Professional Coaching accompagna i musicisti ad esplorare la profondità della propria espressività, imparando ad affrontare situazioni di performance con “leggerezza”, permettendosi di esprimere la propria unicità di musicista. Sarà lui la nostra guida e attraverso i concetti di “leggerezza” e di “rappresentazione giocosa” cercheremo una strada per trovare un equilibrio di “buona vita”, per sviluppare la propria creatività e ricercare quell’autenticità che possa rendere le persone più libere nella propria espressività. E dunque vivere meglio con la musica e per la musica. Nella puntata conclusiva daremo spazio alle voci di alcuni musicisti, tra cui il violinista Salvatore Accardo e il pianista Pietro Bonfilio, che ci racconteranno della loro esperienza di crescita personale attraverso la creatività.Prima emissione: 25 marzo 2025
®Oggi è l’ultima puntata della serie di Caffè Zimmermann dedicata alla musica classica nel cinema: concludiamo con un anniversario. Quarant’anni fa usciva sugli schermi, e riscuoteva un successo strepitoso in tutto il mondo, un film che si inseriva in un genere tutt’altro che nuovo: quello della biografia di un artista del passato, nella fattispecie un musicista. Una regia abilissima, una ricostruzione storica accurata, una colonna sonora fatta di capolavori. Ma soprattutto la figura irresistibile dell’eterno fanciullo divino, quello che forse chiunque vorrebbe essere, creatura eletta, capace di produrre bellezza con facilità inconsapevole, con luminosa leggerezza. La realtà storica magari sarà stata un’altra, ma perché rovinare la magia? E serve davvero anticipare (o spoilerare, come dicono i giovani) il titolo di questo film? Il musicologo Marco Cosci, ricercatore presso l’Università di Pavia – Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, e Paolo Borgonovo credono di no. Prima emissione: 4 novembre 2024
®Per la quarta puntata della serie, Paolo Borgonovo e il musicologo Marco Cosci, ricercatore presso l’Università di Pavia – Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, promettono avanguardie novecentesche, sonorità aspre, dodecafonie urticanti… A questo repertorio molti cineasti dai gusti raffinati hanno voluto ricorrere per aumentare la tensione nei film horror. C’è perfino il caso opposto: quello di un compositore tra i più dotti e cerebrali che scrisse un brano dodecafonico immaginando una scena di un film horror inesistente. Ma c’è anche Bach: l’apoteosi dell’ordine cosmico. Come può ispirare terrore? Scopriamolo insieme. Prima emissione: 28 ottobre 2024
®Per la terza puntata della serie, Paolo Borgonovo e il musicologo Marco Cosci ci portano in Italia. Difficile a credersi oggi, ma nel Bel Paese il melodramma era, almeno fino al secondo dopoguerra, uno spettacolo sentitamente popolare e politico. In quanto popolare, non poteva non fornire un modello per la nuova forma di spettacolo di arte totale e popolare, che era appunto il cinema. Era inoltre politicamente significativo perché legato al Risorgimento, soprattutto tramite la figura di Verdi, e dunque legato alle radici dell’identità italiana, messa a dura prova dal fascismo. Ma siamo anche nell’anno di Puccini: non mancheremo di evocarlo. Prima emissione: 21 ottobre 2024
®Per questa seconda puntata della serie, Paolo Borgonovo e il musicologo Marco Cosci, ricercatore presso l’Università di Pavia – Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, hanno scelto un unico protagonista: Stanley Kubrick. Nessun altro come il cineasta newyorkese ha saputo pescare nel grande repertorio cameristico e sinfonico per rendere indimenticabili le sue pellicole – a volte scontentando e perfino offendendo i compositori di musica da film. Ai quali diceva: «non vorrete credere di essere migliori di un Mozart o di un Beethoven!»… Ed è pure tra i pochissimi che sono riusciti a trasformare in vere icone pop brani e compositori prima ignoti al pubblico di massa. Prima emissione: 14 ottobre 2024














