Perché cerca di portare aiuti umanitari al popolo martoriato di Gaza; perché cerca di aprire un corridoio umanitario permanente; perché significa resistere e restare umani; perché significa credere nell’orizzontalità e nella comunità degli umani.
Letterina al governo per ricordargli che noi cittadine e cittadini non siamo il nemico. Siamo le persone che dovrebbero ascoltare e comprendere, supportare e guidare, non insultare, sfidare o combattere.
Il referendum spiegato facile.Teresa Cinque e Pippo Civati provano a non lasciar spazio a dubbi, incertezze e soprattutto alla voglia di non votare o di votare no.Il titolo di riserva era Cinque sì.
Di appartamenti a Forte dei marmi, di Versilia e villeggianti, di domeniche di voto, di burocrazia, di seggi elettorali, di fidanzati ex, di automobili americane e desginers italiani.Un episodio in cui piove, si sente il mare e si piange. Molta acqua e un referendum.
Dai film americani alle serie, dai gialli ai noir, dal true crime alla cronaca nera, la violenza è un ingrediente irresistibile per lo storytelling e per vendere prodotti. Quasi come il sesso. O forse di più. Ne siamo inondati, disgustati, attratti e anche, soprattutto, anestetizzati.Tanto che la diamo per scontata. Almeno in una certa dose. Come no. La violenza è inevitabile.Invece forse, quasi certamente, ci sono state civiltà senza violenza, lo dice Marija Gimbutas e noi le crediamo. Feat. Roberto Mercadini in forma di libro.
Di relazioni d'amore, di relazioni socialie della relazione che c'èfra le relazioni d'amore e le relazioni soiali.Questo episodio parla anche di consenso, di carciofi e di Michela Murgia.
Come destreggiarsi fra ambientalismo, femminismo, antirazzismo, capitalismo, mondo sminchiato e competizione fra generazioni, desiderio di rivoluzione e senso di colpa. Tra consapevolezza e troppa informazione.Ovvero la ricetta per essere rivoluzionari ma anche sani di testa.E inattaccabili, soprattutto da noi stessi.
Questo episodio è dedicato a Tracey Emin (in mostra a Firenze).Ma anche agli anni Novanta, a Londra, a chi c’era e a chi c’era solo in parte.All’arte contemporanea e alla scrittura delle donne.Alle autobiografie clitoridee e alle intimità disturbate.Alle tende canadesi e alle persone con cui abbiamo dormito. O non dormito.Ai coming out e alla rivoluzione sessuale.
Violenza contro le donne, giornali, donne a caso e Adolescence.Ovvero, come la narrazione dei femminicidi c’entra con i femminicidi.Proviamo a capire perché con l’aiuto della donna a caso e della mini serie Adolescence.
Tradizione e natura secondo il capitalismo e le destre.Mondi immaginari dove tutti sono eterosessuali, si innamorano una volta nella vita e figliano copiosamente con la stessa persona; vivono nel privilegio per cui terapie e risonanze magnetiche se le pagano privatamente e la crisi climatica non esiste.Mentre le ideologie improponibili sono la socialista o quella del gender.Il mondo alla rovescia… direbbe un italico intellettuale a noi caro.
La rivoluzione fondamentale è quella dentro le nostre teste.Lo dice Pippo Civati che ci aiuta, in questo episodio, a definire il concetto di rivoluzione.E dentro le nostre teste, più che agitarci e fare casino, dobbiamo fermarci e fare silenzio. Così si rivoluziona il concetto di rivoluzione.Più che un podcast, un piccolo viaggio zen, che contiene anche un haiku sulla primavera.
Una riflessione pop su depoliticizzazione e regimi autoritari.Coscenza di classe vs invididualismo.E la favola del farcela da soli.Featuring berlusconi e Andy Warhol.
Amici intelligenti, aperitivi versiliesi, sere di fine estate e rapporto con i cellulari.Ma anche, sempre, rivoluzione, a partire dallo stare seduti su una sedia.
Fascisti pucciosi.Guerrafondai che dichiarano di essere stati invasi.Turbocapitalisti che indicano nei poveri e nei migranti il pericolo. Governanti che accusano la magistratura di accanimento e politicizzazione.Il vittimismo dei potenti è un fenomeno che merita una riflessione, a partire dal mio vicino di casa, Ernesto.