Nel raccontare l’ultimo periodo della vita di Anna Kuliscioff, è impossibile ignorare lo spettro della prima guerra mondiale e del fascismo che aleggia su quegli anni. Antonio Scurati, autore della celebre saga “M.”, ci aiuta a raccontare quegli anni e come Mussolini si rivela nella sua vera natura, aggressiva e manipolatoria. Anna Kuliscioff, allora, comincia a capire l’inganno in cui socialisti e compagni erano caduti. Dieci anni dopo il loro primo incontro, ormai anziana, Anna Kuliscioff osserva dalla finestra il passaggio delle camicie nere in Piazza Duomo e scrive a Turati, preoccupata per le sorti del Paese. La sua vita si conclude nel 1925, poco dopo l’omicidio Matteotti, ma la sua eredità vive ancora oggi. In questa puntata lo raccontiamo con Marina Cattaneo e Lia Quartapelle.
Seduta sul suo divano verde di velluto, nel salotto che si affaccia sul Duomo, Anna Kuliscioff accoglie chiunque varchi la soglia: donne operaie, sartine, lavoratrici invisibili, offrendo ascolto, cura e conforto. Tra una visita e l’altra, coordina insieme a Filippo Turati la rivista Critica Sociale, mentre osserva attentamente le agitazioni operaie che animano Milano. Come medica, affiancata da levatrici come Carmen, si spinge negli appartamenti dei più poveri, dove le cure diventano anche ascolto e sostegno morale, trasformando ogni gesto professionale in un atto concreto di giustizia sociale e solidarietà. Lo raccontiamo insieme a Lia Quartapelle, Giorgio Cosmacini e Fiorella Imprenti.
Tra Russia, Svizzera e Italia, tra esilio e città brulicanti, Anna Kuliscioff studia, legge e dà forma al suo pensiero. Il legame con il socialista Andrea Costa influenza molto questo periodo della sua vita, come anche la maternità. Poi Milano diventa il teatro delle sue battaglie: negli ambulatori clandestini, tra le strade polverose delle periferie, nelle assemblee e manifestazioni, lotta per i diritti delle donne e per la giustizia sociale. Il suo pensiero, acceso e visionario, si fa parola e azione. Ad accompagnarci in questa stagione decisiva della sua vita sono Marina Cattaneo, Fiorenza Taricone e Giorgio Cosmacini.
Prima di diventare una figura centrale del socialismo italiano, Anna Kuliscioff è una giovane donna che sceglie di partire dal suo Paese, la Russia, e rinnegare le sue origini borghesi. Le esperienze nei movimenti radicali europei, l’incontro con idee nuove, il peso delle prime scelte politiche e personali: tutto contribuisce a formare una sensibilità che mette al centro diritti, lavoro ed emancipazione. Insieme a Nicola Del Corno e Fiorenza Taricone, partiamo da questo momento decisivo della sua vita, quando si definisce il pensiero che la renderà una voce unica nel dibattito pubblico dell’epoca e, sorprendentemente, attuale ancora oggi.
Nel cuore di Milano una targa segna la scomparsa di una casa dove, quasi un secolo fa, viveva Anna Kuliscioff. In quelle stanze incontrava politici, intellettuali e persone comuni, ascoltandone condizioni e bisogni. Pur venendo dalla borghesia russa, si è dedicata fin da giovane ai diritti di tutti, superando confini di classe. Ha vissuto molte vite — medica, attivista, militante socialista — attraversando cambiamenti epocali con una lucidità che anticipava i tempi. Il podcast ricostruisce il suo percorso e l’eredità delle sue battaglie.