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Confederation Music
Author: RSI - Radiotelevisione svizzera
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Description
Ah... è svizzero? Quante volte vi siete stupiti scoprendo che quella particolare canzone che tanto vi piace è svizzera?
All'ombra del grande mercato e del circo mass-mediatico internazionale, in Svizzera si crea e si produce musica di ogni genere ad alto livello!
Confederation Music è una finestra aperta sulla variegata e frizzante scena musicale elvetica.
Potrete ascoltare parole e suoni di chi ha scelto di fare il musicista nel nostro paese, o di quegli Svizzeri che fanno musica all'estero, ma anche di chi, arrivando da fuori, ha fatto della Confederazione il proprio campo base musicale!
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Eros Minichiello, in arte Cybophonia, ha fatto un album che è come una scatola di cioccolatini assortiti. undefined“Nothing more” vede il musicista, produttore e DJ locarnese in modalità trasformista. Della chill-out che aveva caratterizzato il periodo Irma Records di Cybophonia (quello più popolare) restano delle tracce, perché mica lo rinneghi il tuo DNA, però questo disco ambizioso suona come il bouquet stilistico di un artista che ha cambiato direzione, in maniera radicale. undefinedIl dream-pop di Minichiello di che avevamo assaggiato nel 2021 con l’album “Bloom”, adesso si tinge di folk-rock, di arpeggi di chitarra acustica … c’è un accenno di bossa, ci sono brani cantati in italiano, ci sono gli archi. Cybophonia, nel suo lungo percorso evolutivo, questa volta offre un caleidoscopio musicale che, pur essendo variato ed eclettico, non tradisce le sue radici e la sua coerenza.undefined
Si chiama “Adrift” il primo vero album di Arthur Hnatek, rinomato maestro della batteria jazz diventato sperimentatore elettronico, già Premio Svizzero di Musica e osannato da personaggi come Tom Ravenscroft e Gilles Peterson di BBC6.Dopo una lunga serie di singoli, EP e collaborazioni entusiasmanti inaugurata nel 2020, il musicista ginevrino di stanza a Zurigo aggiunge un nuovo tassello al suo puzzle evolutivo. Spingendosi oltre i confini delle convenzioni, Hnatek ridefinisce il concetto di musica elettronica contemporanea mescolando improvvisazioni percussive acustiche e cultura club, in un processo di semplificazione ritmica che è semplice solo all’apparenza.undefinedNel suo primo LP distribuito da Mouthwatering Records e disponibile anche in vinile, Arthur alterna ambienti dancefloor a paesaggi sonori onirici, passando dalla Breakbeat e dall’IDM. Il titolo “Adrift” dice tutto: andare alla deriva, in balia della corrente, senza un porto dove attraccare.undefinedLa nostra chiacchierata è partita proprio da lì, da quell’idea che, alla fine, c’è una componente dell’arte creativa che non potrai mai controllare.undefined
Ricordo ancora la sorpresa ascoltando per la prima volta le linee vocali del primissimo EP che Andrea Bignasca aveva impacchettato da solo con il bricolage. Era il 2014. C’era qualcosa di durevole in quella voce, una prospettiva, la certezza che quel canto così solido fosse un dono, una specie di basamento dorato su cui investire.undefinedAndrea Bignasca oggi è una voce rock svizzera affermata. In 4 album, Andrea (che da qualche anno è di stanza a Lisbona) ha plasmato un “Bignasca sound” che si rimodella ogni volta. La costante, é la capacità innata di scrivere canzoni. Belle canzoni.Lo “stranezza” del nuovo album “Stranger” si ritrova nel nuovo ruolo di Andrea Bignasca come genitore, in una primogenita che non conosceva prima di incontrare, nelle vesti inedite di madre della sua compagna e in un disco più strano, un po’ più prodotto e affrontato diversamente. Per capire meglio e per fare una nuova immersione nel suo mondo musicale, abbiamo raggiunto Andrea Bignasca in Portogallo.undefined
È bello essere testimoni dell’evoluzione delle cose. Olympic Antigua avevano fatto breccia nei nostri cuori all’istante, da quel primo singolo “Mr. Preacher” del 2021 che anticipava l’arrivo del primo EP omonimo. Era un blend rock-soul ruvido e desertico, “à la Dan Auerbach in modalità di The Arcs” per azzardare un riferimento.Olympic Antigua hanno pubblicato “Open Heart”, un secondo EP da sei tracce (+ 3 radio edit) con un suono più morbido, curato dal rinomato produttore Marcello Giuliani. C’è anche una new-entry nella famiglia, la cantautrice e polistrumentista vodese Delia Meshlir, in veste di supporto per i concerti. Almeno per il momento...undefinedOlympic Antigua è un super-gruppo attivo sull’asse vallesano-vodese e composto da Tiziano Zandonella (Yellow Teeth), Igor Métrailler (The Last Moan), Tim Dorsaz (Tim and the Thieves) e Kevin Ruffieux (già batterista di Mount Koya).Per la puntata numero 700 di Confederation Music, vi proponiamo l’incontro avuto con Igor, Tim e Kevin in occasione della loro performance alla passata edizione di Label Suisse.undefined
Tal Arditi è stato una promessa del jazz-europeo. “È stato” perché è in quel contesto che aveva fatto parlare di sé, finché la pandemia non ha fatto da spartiacque e, dopo i mesi del lockdown, vuoi anche per le settimane passate a casa in confinamento, Tal è riemerso trasformato in cantautore. E che cantautore. Tal Arditi oggi fonde elettronica e chitarra acustica in chiave folk e canta le sue storie in un mélange sonoro raffinato, pubblica dischi con un ritmo impressionante (il prossimo “Close Your Eyes” arriverà nel 2025) e si sta affermando come prolifico e talentuoso singer-songwriter svizzero, sull’asse Basilea-Berlino, la sua seconda casa.Sandra Romano ha intervistato Tal Arditi e questa è la sua storia; e la sua musica ovviamente, pubblicata dall’etichetta bernese Mouthwatering Records..undefined
Il viaggio degli Young Gods continua. Dopo l’immersione elettronica e sperimentale nella musica di Terry Riley, i Giovani Dei stanno tornando al vigore delle loro radici, con un nuovo album che vedrà la luce nel 2025. È una necessità fisiologica, una rimpatriata di cui abbiamo avuto un assaggio lo scorso settembre a Label Suisse, quando sul palco della Place Des Pionnières, gli Young Gods hanno aperto con una manciata di brani del disco che verrà.A Losanna, ho avuto il piacere di ri-incontrare un Franz Treichler in splendida forma, prima del concerto. Era la penultima data del 2024, la sera successiva avrebbero chiuso in Francia con l’ultima presentazione live di “Play Terry Riley in C”, un disco che, come racconta Treichler in questa generosa intervista, ha aperto nuove prospettive.
Hugo Trist è stato un colpo di fulmine.Il singolo “Owe You”, uscito nell’autunno del 2023 mi aveva catapultato alla fine degli anni 90, quando dall’Inghilterra (in quella decade, grande fucina di nuove tendenze) arrivavano le ritmiche sincopate della 2Step e della UK Garage. Trist ha preso quel mondo ritmico e gli ha messo un vestito epico, carico di malinconia ed euforia, con linee vocali soul e suggestive che hanno un tono quasi supplichevole, quello di un forte desiderio d’umanità e amore.Venerdì 27 settembre 2024, dopo un filotto di 4 singoli e un “out-take”, Hugo Trist ha pubblicato l’album “Ready For The Fix” (Mouthwatering Records). Quella sensazione provata ascoltando “Owe You”, l’ho ritrovata amplificata dentro un disco intero che, per ambiente sonoro idee, non ha simili in questo paese. Sono andato a Zurigo, a casa di Hugo, per capire da dove arrivano queste idee. C’era anche Sophie Adam, ovvero Nin Lil, la fantastica voce di questo mondo musicale elettronico moderno ed evocativo.La chiacchierata è partita da titolo “Ready for the Fix”. Che cosa significa ?undefined
Quella di Black Sea Dahu è una storia musicale svizzera di successo. È come una grande casa costruita, mattone dopo mattone, da un gruppo di amici, con impegno e passione, con centinaia di concerti in Svizzera e soprattutto in Europa. Black Sea Dahu sono una delle realtà musicali rossocrociate più attive e popolari al di fuori dei confini nazionali, grazie alla bellezza di un’indie folk che non ha eguali nel nostro paese e a una storia costruita a braccetto con la label bernese Mouthwatering Records.Black Sea Dahu hanno chiuso un ciclo di 7 anni di concerti con “Live in Zürich & Bern”, un primo importante album dal vivo che non è solo una raccolta di canzoni live, ma la fotografia di un percorso di crescita, la celebrazione di un viaggio e un tributo ai tantissimi fan sparsi nel continente.Un’intervista dedicata a un disco dal vivo è diventata la premessa per una testimonianza, a volte anche drammatica, della vita on the road, dell’entusiasmo contrapposto alla stanchezza e della condizione di precarietà vissuta da chi sceglie di fare il musicista di professione. Sandra Romano ha incontrato Janine Cathrein a Zurigo.undefined
Il tempo vola e improvvisamente ti guardi in dietro e sono già passati 4 anni dall’uscita di “Constellations” di Chiara Dubey.È proprio negli anni che separano un disco dall’altro che accade ciò che ispira e innesca quello successivo, e in 4 anni la musicista e compositrice ticinese con radici indiane, si è immersa ulteriormente dentro sé stessa ricercando e trovando una nuova armonia, una pace per la “silenziosa guerra interiore” che divampa nell’anima.“Chandani” è il nuovo album di Chiara Dubey, uscito giovedì 12 settembre 2024 con Livana Music. È anche il secondo nome di Chiara, che in lingua Hindi significa “chiaro di luna”. Contiene più voce, usata volentieri come strumento musicale, e ci sono nuovi e inediti accenni ritmici che aprono stimolanti prospettive per il futuro.È con grande piacere che ritroviamo, a Confederation Music, Chiara Dubey !undefined
Che cosa succede se dici alla macchina di farti una canzone, se le spieghi che cosa vuoi, le dai gli elementi, e poi vedi che cosa ti restituisce ? “Caffèlice” è l’album di Danfango Orchestra, alter-ego digitale del cantautore luganese Gionata che, per la prima volta, ha generato un disco con l’Intelligenza Artificiale. Il risultato di questo esperimento é sorprendente e inquietante, perché questo disco dal sapore anni 60, contiene belle canzoni che ti emozionano. È una prima finestra aperta su un futuro musicale possibile che ha spiazzato lo stesso autore e la cui portata deve ancora essere compresa.Ho trovato “Caffèlice” affascinate e non potevo non chiamare Gionata per parlarne e per farvelo ascoltare.undefined
“Rete One” l’avevo nel cassetto da qualche tempo e quando (finalmente) l’ho ascoltato ho proprio detto “ma perché non l’ho ascoltato prima?”“Rete One”, pubblicato da Safe Port Production è il primo album di “Currenti Calamo”, progetto Hip-Hop luganese. È un disco denso e intelligente registrato, mixato e masterizzato da Leo Pusterla aka Terry Blue. È un album lungo perché difende e ribadisce il valore dell’LP in un’epoca di marketing fatto di singoli pubblicati a raffica. Contiene 23 tracce calde e profonde prodotte coi beats realizzati da Funereo.“Rete One” è suddiviso in 4 parti in cui Currenti Calamo lanciano dardi critici e densi d’amore verso la città di Lugano, fanno hip-hop per il semplice gusto di farlo, rievocano con velata malinconia amori passati e parlano, con introspezione, di disagio giovanile.È stato un piacere incontrare Shair, in arte Skinny Cruz e Ludo, in arte Sboo Di Boo Boo.undefined
Sono le scelte che facciamo a determinare dove andiamo e cosa facciamo, a forgiare la nostra personalità e a nutrire la nostra autostima. Decisioni, più o meno importanti che, se non prese, ci spingono nel buco dell’immobilismo, della frustrazione e dell’infelicità.Da un periodo di grande transizione, di dubbi e paure, nasce “Choices”, l’album di Ometra, sestetto rock e post-grunge luganese, guidato dal musicista e multistrumentista Carlo Gervasini, che ha suddiviso in sei canzoni un viaggio introspettivo e autobiografico, innescato dalla necessità di un cambiamento, del desiderio di rimettersi in carreggiata e ritrovare la luce.La colonna sonora di questa rinascita personale é un opera rock, densa e vigorosa, ricca di arrangiamenti e complessa nelle sue strutture. Ne abbiamo parlato con Carlo Gervasini e Russell Knobel !undefined
La storia di Benjamin Amaru insegna che, con una buona squadra, con un gruppo affiatato di amici che remano nella stessa direzione, puoi andare lontano con la musica, senza una label. Certo, devi conoscere bene le regole del marketing e della promozione nell’era dello streaming, ma se le conosci e le applichi correttamente, allora puoi fare grandi numeri. Il cantautore appenzellese Benjamin Amaru ora ha un contratto discografico con la Warner, ma le decine di milioni di streams collezionati fino all’anno scorso, sono il risultato di una perfetta strategia indipendente di auto-promozione. Sandra Romano ha incontrato Benjamin Amaru a Zurigo per parlare del nuovo e consistente album “I always remember all of my dreams”, una tappa ulteriore di un viaggio felice e avventuroso, fatto di amicizia, condivisione, pop acustico ed elettronico.undefined
Quando, tre anni fa, chiesi a Flèche Love chi é Amina Cadelli, Amina parlò del bisogno di tendere verso una maggiore armonia e un maggior rispetto, per trovare il posto che le spetta nel mondo, per essere parte dell’universo e della natura senza metterle pressione, senza essere al di sopra o al di sotto di chiunque altro. In sintesi: trovare equilibrio e accuratezza.Dopo la serie Naga (Parte 1 e Parte 2), Flèche Love lo scorso aprile ha pubblicato “Guérison” (Horizon Musique), un disco dal titolo eloquente. Amina Cadelli toglie uno strato ulteriore e svela una nuova fetta della sua anima e delle sue radici algerine, affrontando una nuova tappa nel suo percorso di guarigione dai traumi subiti nell’infanzia. Lo fa con un carico bilanciato di elettronica e tradizione strumentistica classica e magrebina e, soprattutto, con la poetica che avvolge da sempre la sua arte, fatta di musica, voce, danza, corpo, tatuaggi e un appetito insaziabile per la comprensione del rapporto che ci lega alla natura e al mondo che abitiamo.undefined
“Le future ça marche pas” é il titolo del terzo album del duo ginevrino Cyril Cyril. Cyril Yeterian (ex Mama Rosin e fondatore di Bongo Joe Records) e Cyril Bondi (batterista e percussionista fondatore di Insub Record) percorrono un sentiero indie e post-rock rivoluzionario, pieno di incognite e prospettive. È un’intesa umana e artistica stellare al servizio di un commento sociale anti-establishment.Cyril Cyril guardano lo stato del mondo con gli occhi e la sensibilità dell’artista, ma se nel mirino di Yeterian e Bondi ci sono il capitalismo, la disinformazione, l’inerzia di fronte al cambiamento climatico o l’abuso dell’intelligenza artificiale, “Le future ca marche pas” non è un disco pessimista, bensì un nuovo esercizio creativo sperimentale, questa volta più oscuro (e per la prima volta collaborativo), di due gioiosi amanti della vita e del groove. undefinedSiamo andati a trovarli a Ginevra, nel quartiere generale di Cyril Cyril presso l’Association Picto, al numero 28 d’Avenue Ernest Pictet.undefined
Beatrice Graf è stata la prima batterista professionista Svizzera. Béatrice suona la batteria dall’età di 16 anni, uno strumento che, oggi, porta in giro dentro una valigia con le ruote, assieme alla sua chitarra a una corda e tutto il “necessaire” per andare in scena come one-woman band; un‘autonomia musicale e logistica che le permette di andare in tour da sola, usando i mezzi pubblici.Beatrice Graf, Premio Svizzero della Musica nel 2019, é un’artista poliedrica e un’attivista che si batte (anche) per diritti dei musicisti indipendenti; la conosciamo già come “la metà percussiva” di Ester Poly (assieme alla bassista Martina Berther). Il 17 maggio 2024 ha pubblicato il suo primo album solista, “Chansons & More” (Ripopée), interamente suonato da lei e prodotto e registrato dall’amico e collega Domi Chansorn. “Chansons & More” è un album originale come la sua autrice, seduta alla batteria tra ritmo e melodia. È un mélange crudo e analogico (solo all’apparenza minimale) che contiene lo spirito punk e il carattere ipnotico della ripetizione, suddiviso in 16 canzoni cantate in francese e inglese, in cui Béatrice Graf parla d’ecologia, condizione femminile, dipendenze e amore. Siamo andati a trovare Béatrice Graf a casa sua a Ginevra. Dopo un pranzo condiviso, ci ha raccontato la sua storia e quella di un nuovo capitolo nella lunga carriera di un’artista totalmente libera.undefined
Fare un passo indietro per vedere (di nuovo) le cose più chiaramente. È la filosofia di Mono Mochi, quartetto lucernese che, remando contro la corrente digitale, rende omaggio al DIY, proponendoci un suono indie grezzo, onesto che trasuda libertà, fatto in casa, anzi, in cantina.“Oh Elsa” di Mono Mochi è un disco indie-pop dinamico e verace, che suona super analogico ed è pieno della musicalità di un gruppo che ama le grandi melodie, le variazioni ritmiche e gli arrangiamenti articolati. Contiene 8 canzoni autoprodotte, molte delle quali, oltre a trattare il tema del passaggio dall’età del gioco e quella adulta, suscitano un sentimento di spensieratezza, di viaggio estivo sulla Riviera, in macchina e senza meta.Sandra Romano ha incontrato il chitarrista e cantante Jakob Reitinger, in arte Jakob Sur.undefined
Non capita tutti giorni di suonare al Glastobury Festival, tanto meno che sia la BBC a invitarti, sul suo palco “Introducing”. A Mary Middlefield capiterà tra pochi giorni, il 27 Giugno alle 15:00.Non c’è un sol giorno in cui Mary Middlefield non scrive, ispirata dagli artisti che ascolta, dalle persone che le giocano brutti scherzi o dalle forma d’arte con cui è cresciuta e con cui viene in contatto quotidianamente, come la pittura, il cinema e la musica.Mary Middlefiled, ventiduenne cantautrice indie rock/folk di Losanna, ama la musica da quando è piccolissima. I suoi genitori ascoltavano musica classica 24 ore al giorno e ha iniziato a suonare il violino a cinque anni senza mai smettere. La passione per la produzione è nata all’età di 18/19 anni, durante il periodo interlocutorio del Covid.Mary Midelefield ha pubblicato “Poetry (For The Scorned & Lonely”), un EP esplicito e vigoroso, di otto canzoni, uscito un anno dopo l’album di debutto “Thank You Alexander”.Con i suoi testi struggenti e crudi, Mary Middlefiled elabora in modo toccante gli abusi subiti. Sandra Romano l’ha incontrata a Zurigo e questa è la sua storia.undefined
Il batterista Dani Bachmann, assieme a Sevi Landholt, costituisce Klaus Johann Grobe, duo zurighese giunto al 4 album “Io tu il loro” (2024 Trouble In Mind Records), pubblicato dopo 6 anni di latitanza discografica.La musica è cambiata, gli strumenti sono cambiati, come l’atmosfera e la lingua, che non è più il tedesco ma l’inglese, con accenni di italiano. È cambiato anche il modo di lavorare di questi due creativi cresciuti e maturati e che, ora, creano facendo jam-session.“Io tu il loro” contiene un sound caldo, morbido, cool e pieno di groove, confezionato con l’eleganza e l’originalità che ha permesso a Klaus Johann Grobe d’affermarsi ed esibirsi nel circuito indie internazionale, circondandosi di un alone di culto.undefined
La musica che facciamo dice tanto di ciò che siamo e del mondo che abitiamo. Più passano gli anni e ne incrociamo la musica, più appare evidente che in Emmanuel De La Paix ci sia il gene dell’esploratore, uno sperimentatore a caccia di nuovi obbiettivi che, da vero viaggiatore, trova la bellezza sulla via, più che nella metà.Emmanuel de La Paix evolve assieme ai suoi interessi, oggi rivolti anche all’immagine applicata alla musica e viceversa. Cambia il suono, diventato più etereo e ambient, figlio dell’introspezione, con alcune incursioni nel post rock. Sullo sfondo, e nell’anima, c’è sempre l’immaginario nordico, l’Islanda con la sua natura, gli spazi aperti incontaminati e la potenza degli elementi, capaci di ispirare e cambiare le persone.Il viaggio musicale di Emmanuel De La Paix fa tappa dentro “The physics of clouds”, un album di concetto inaspettato, uscito il 14 marzo 2024 con l’etichetta Straight To Your Brain. La nostra chiacchierata parte dal titolo: La Fisica delle Nuvole !undefined
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