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Cosa vuol dire Insieme
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Cosa vuol dire Insieme

Author: Francesca Milano - Chora Media

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Description

In Bosnia, dopo la guerra, c’è chi ha pensato che il modo migliore per ricostruire una comunità fosse quello di far lavorare insieme chi fino a poco prima si trovava sui fronti opposti del conflitto. A 30 anni dal genocidio di Srebrenica, dove c’erano le fosse comuni oggi ci sono campi di frutti di bosco coltivati dalle donne bosniache e dalle donne serbe, insieme.


CREDITS

Cosa vuol dire Insieme è una serie podcast di Chora Media in collaborazione con Coop Lombardia.

Scritta e raccontata da me, Francesca Milano 

La cura editoriale è di Graziano Nani

La supervisione del suono e della musica è di Luca Micheli

La post produzione e il montaggio sono di Mattia Liciotti.

Il project manager è Marco Paltrinieri

Il producer è Alex Peverengo

In redazione: Ilaria Ferraresi

Il coordinamento della post produzione è di Matteo Scelsa

Il fonico di studio è Luca Possi.

Le registrazioni sul campo sono di Francesca Milano.

La foto in copertina è di Mario Boccia.

Musiche su licenza di Universal Music Publishing Ricordi Srl e di Machiavelli Music

6 Episodes
Reverse
Puntata registrata durante Chora Volume 2, il festival di Chora Media. Con Francesca Milano, Mario Boccia, Roberta Biagiarelli e Luciana Grosso. L’ultimo atto della guerra in Bosnia è stato il genocidio dell’11 luglio 1995, quando i serbi uccisero 8mila uomini musulmani. A 30 anni di distanza, raccontiamo quel tragico avvenimento. La performance iniziale è di Roberta Biagiarelli.
Molte donne che lavorano nella cooperativa hanno perso un familiare durante il genocidio del 1995. Nermina è una di loro: i resti di suo padre sono stati ritrovati solo dieci anni fa, 20 anni dopo lo sterminio dei bosniaci musulmani. Ancora oggi in quella zona della Bosnia si continuano a cercare resti umani perché mancano all’appello delle vittime circa mille persone. Le ricerche avvengono attraverso gli esami del Dna. Ma a volte trovare dei resti non basta: per questo l’associazione Adopt Srebrenica si occupa da anni di recuperare vecchie foto, perché i figli e i nipoti delle vittime possano vedere che faccia avevano i loro cari.
Tra il 2008 e il 2009 la cooperativa ha vissuto un forte momento di crisi e Rada e Skender si erano già quasi rassegnati alla chiusura, quando grazie al fotografo Mario Boccia e al suo amico Bruno Tassone sono entrati in contatto con Coop, che dopo aver analizzato la qualità delle marmellate ha deciso di venderle sui suoi scaffali. L’accordo ha salvato la cooperativa, permettendole di crescere ulteriormente.
Oggi sono oltre 500 i soci che conferiscono il proprio raccolto di frutti di bosco allo stabilimento di Bratunac, dove lavorano 25 dipendenti che si occupano della selezione dei frutti, del congelamento e della produzione di marmellate e succhi. Giorno dopo giorno, le donne che lavorano nella fabbrica hanno imparato a darsi reciprocamente fiducia, a parlarsi e anche a perdonarsi: qui infatti lavorano donne che hanno perso un familiare nel genocidio di Srebrenica, ma anche le donne che sono le madri, le mogli o le sorelle dei soldati serbi che quel genocidio lo hanno commesso.
Quando sono scoppiate le prime tensioni in ex Jugoslavia, i bosniaci pensavano che da loro la guerra non sarebbe arrivata perché in quello Stato da secoli convivevano pacificamente etnie e religioni diverse. Invece la guerra è arrivata, è durata 4 anni e ha lasciato dietro di sé una scia di morte e povertà. Ma al termine del conflitto c’è chi ha provato a costruire qualcosa che permettesse di pensare al futuro: per questo Radmila (detta “Rada”) Zarkovic e Skender Hot, insieme a una manciata di altri soci, fondano nel 2003 la cooperativa Insieme, che si occupa di coltivazione e trasformazione di frutti di bosco, un prodotto tipico locale della zona di Bratunac. Alla cooperativa aderiscono famiglie bosniache e famiglie serbe, che pochi anni prima erano su fronti opposti.
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