C’è un’espressione tra i post-millenials che non mi lascia indifferente, forse perché mi tocca da vicino. E’ un’espressione che marca la distanza tra due generazioni: “Ok boomer”. Un’espressione usata come risposta ai rimproveri delle persone più anziane, quelli all’antica… i baby boomers, appunto. “Ok boomer” è uno schiaffo. E’ come dire… “sì vabbè… parla, parla, nemmeno ti ascolto”. La partita tra boomers e generazione Z si gioca soprattutto sul campo della comunicazione, un terreno di gioco in cui i “contendenti” applicano moduli espressivi diversi. Una partita, tuttavia, che ha il pregio di donare freschezza e ironia al linguaggio. Ci sono espressioni fantasiose che meritano di essere segnalate. Altre, invece, che mi fanno dire… “nuntereggae più”. E ve lo dimostro con un bonus track, al termine del podcast. Una performance che un “bro” o un “fra” liquiderebbe come “cringe”.
Siamo a Torino, è l’estate del 1884. Il Parco del Valentino si mostra nel suo massimo splendore ed è la cornice che ospita l’Expo Generale, la manifestazione che concentra l’eccellenza e le novità in ogni settore: dalla scienza all’arte, dall’industria alla manifattura. In quei giorni il Valentino è una passerella di gentiluomini con la tuba, il frac e l’immancabile bastone da passeggio. Al loro galante braccio si appoggiano le mani inguantate di dame con vezzosi cappellini floreali e lunghi abiti di crespo e di tulle. L’ombrellino da sole è l’irrinunciabile e vezzoso accessorio. Tra le migliaia di espositori, un piccolo chiosco attira l’attenzione di tutte quelle dame e di quei gentiluomini che si mettono addirittura in coda per aspettare il loro turno. Chi c’è in quel chiosco? E, soprattutto, quale meraviglia sta presentando? Il protagonista di questa storia è un giovane imprenditore torinese. Si chiama Angelo Moriondo ed è nato il 6 giugno del 1851, esattamente 170 anni fa. Questo podcast è dedicato a lui, al papà della macchina per espresso.
Come nasce il modo di dire “detto questo”? Perché è diventato virale? Perché ne abusano tutti, senza distinzione di ceto, istruzione e professione? Nel podcast di oggi metterò sotto la lente d’ingrandimento la storia di un’espressione che ha origini millenarie e arriva alla degenerazione kitsch dei giorni nostri, attestandosi come la prima in classifica nella hit parade delle idiozie linguistiche.
Questa è la storia di un bambino che trova nella fantasia la chiave per superare le prime difficoltà della vita. Una storia ispirata da ricordi antichi, incontri mitici e dall’amore di un padre che, in un giorno di lavoro, trovò il modo per battezzare suo figlio granata per sempre.
LA FUITINA DI LISA E VINCENZO Questa è la storia di un folle sognatore animato da un indomabile senso della giustizia e della Patria. E’ la storia del più incredibile furto della più famoso dipinto del più geniale artista mai esistito. E’ la storia di Vincenzo Peruggia, un giovane imbianchino emigrato a Parigi nei primi anni del secolo scorso: l’uomo che riportò la Gioconda in Italia dopo 397 anni e che, come Gino Bartali, fece incazzare i francesi. ------------------------------------------------- Scrittura e voce narrante: Alberto Lovisolo Sound design, editing e montaggio: Lorenzo Lovisolo Per info scrivetemi a: a.lovisolo@yahoo.com https://www.linkedin.com/in/alberto-lovisolo/
E' il ricordo di un 25 aprile che nessuno commemora. Eppure è una data legata alla storia di un uomo cha ha liberato la fantasia e l'immaginazione di intere generazioni.