Il percorso dell'educatore, un percorso pratico-teorico.Le 4 R del percorso:R di RiconoscimentoR di Responsabilità R di RIflessività R di Ricapacitazione
L'educatore ha la necessità di entrare nel cambiamento dei contesti, nei processi circolari, nelle dinamiche di interdipendenza e mutua coordinazione, nella costruzione dei mondi possibili proprio per realizzare nei mondi possibili la densità di un incontro.
Abbiamo introdotto la possibilità per l'educatore post-digitale di non essere più introiettivoe monade, ma riflessivo, educatore-in-rete, post-individualistico. Un educatore bricoleur: un tessitore di competenze e di livelli, un rigeneratore di legami.
La quarta R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RICAPACITAZIONE: affrontare un problema o un progetto mettendo ognuno nella possibilità di fare la sua parte, a modo suo, valorizzando il digitale stesso nel fare la sua parte sul suo livello.Per creare stili di vita digitale nuovi è parola d’ordine attraversare e non by-passare il territorio umano ed il digitale stesso.
La quarta R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RICAPACITAZIONE: affrontare un problema o un progetto mettendo ognuno nella possibilità di fare la sua parte, a modo suo, valorizzando il digitale stesso nel fare la sua parte sul suo livello.Lavorare sugli stili di vita implica dare importanza ad alcune particolari categorie che hanno un forte contenuto valoriale.
La quarta R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RICAPACITAZIONE: affrontare un problema o un progetto mettendo ognuno nella possibilità di fare la sua parte, a modo suo, valorizzando il digitale stesso nel fare la sua parte sul suo livello.Il ruolo attivo del consumatore introduce una nuova variabile – la reputazione – d’importanza centrale per l’efficacia della politica di comunicazione aziendale. Occorre rendersi visibile all’altro attraverso i social, strumento di empowermet, e creare una prima forma di contatto, attraverso l’amicizia.
La quarta R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RICAPACITAZIONE: affrontare un problema o un progetto mettendo ognuno nella possibilità di fare la sua parte, a modo suo, valorizzando il digitale stesso nel fare la sua parte sul suo livello.Il creare capacità, il far fiorire scenari, inaugura lo schiudersi e il fiorire in una serie di buone pratiche che potranno essere denominate «nuovi stili di vita digitali» non contraddice né supera, ma invera la riflessività e se ne nutre in ogni punto del proprio sviluppo.
La quarta R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RICAPACITAZIONE: affrontare un problema o un progetto mettendo ognuno nella possibilità di fare la sua parte, a modo suo, valorizzando il digitale stesso nel fare la sua parte sul suo livello.
La terza R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RIFLESSIVITÀ: si tratta del modo di orientarsi all'altro, al destinatario dell'azione educativa, considerando gli effetti del proprio operare su quello degli altri.Il passaggio sottile, necessario all’educatore riflessivo post-digitale, è quello dal pensiero riflettente al pensiero riflessivo. Non è sufficiente la riflessione. Serve riflessività.
La terza R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RIFLESSIVITÀ: si tratta del modo di orientarsi all'altro, al destinatario dell'azione educativa, considerando gli effetti del proprio operare su quello degli altri.Una grande sfida per l’educatore è discutere la sua capacità di «apprendimento trasformativo»:Cosa possiamo aggiungere al nostro stile educativo per generare al tempo stesso continuità e varietà, profondità e novità, ed essere al tempo stesso efficaci?
La terza R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RIFLESSIVITÀ: si tratta del modo di orientarsi all'altro, al destinatario dell'azione educativa, considerando gli effetti del proprio operare su quello degli altri.Un educatore riflessivo deve avere il desiderio di entrare dentro il mondo della complessità e nello stesso tempo di collegare scuola e vita, teoria e pratica e di riflettere su come questi si fondino.
La terza R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RIFLESSIVITÀ: si tratta del modo di orientarsi all'altro, al destinatario dell'azione educativa, considerando gli effetti del proprio operare su quello degli altri.L’educatore riflessivo sembra essere chiamato verso il saper considerare gli effetti del proprio operare sull’operare degli altri e suscitare la capacità di leggere gli effetti del proprio operare nell’operare degli altri all’interno della rete, nell’ambito della social-generation, inserita all’interno di un vorticoso cambiamento per cui noi non possiamo prevedere oggi cosa si determinerà all’avvento di una connettività globale.
La terza R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RIFLESSIVITÀ: si tratta del modo di orientarsi all'altro, al destinatario dell'azione educativa, considerando gli effetti del proprio operare su quello degli altri.Esistono diversi stili educativi: autoritario, tradizionale, trascurante, autorevole, permissivo, iperprotettivo, demotivante. Cosa li rappresenta?
La terza R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RIFLESSIVITÀ: si tratta del modo di orientarsi all'altro, al destinatario dell'azione educativa, considerando gli effetti del proprio operare su quello degli altri.
La seconda R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RESPONSABILITÀ: corrisponde alla capacità di cogliere aldilà dello schermo una persona a cui rispondere.Lo sviluppo tecnologico ha esteso la responsabilità dell’agire umano alla natura e alle generazioni future: è necessario saper prevedere gli influssi che le nostre azioni potranno avere sul futuro.
La seconda R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RESPONSABILITÀ: corrisponde alla capacità di cogliere aldilà dello schermo una persona a cui rispondere.Oggi siamo di fronte a un doppio corpo: fisico ed elettronico, che modifica la percezione del sé e il rapporto con gli altri, la possibilità di una vita sullo schermo che si esprima attraverso la scelta di assumere identità diverse, di presentarsi agli altri con un molteplice corpo virtuale. È il tema del mascheramento in rete, della possibilità di mantenere l’anonimato assumendo identità mutevoli e fittizie.
La seconda R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RESPONSABILITÀ: corrisponde alla capacità di cogliere aldilà dello schermo una persona a cui rispondere.Sono tragiche le immagini che inducono a riflettere sul corpo: docile, analizzabile, manipolabile, utile, intelligibile, neurologico, come lo descriveva Foucault.Ma quelle immagini oggi si moltiplicano, e presentano il corpo in mille sfaccettature e scomposizioni: i cloni elettronici.
La seconda R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RESPONSABILITÀ: corrisponde alla capacità di cogliere aldilà dello schermo una persona a cui rispondere.Nell’era digitale, a essere a rischio sono principalmente i neofiti, esposti ai diffusissimi furti di identità e dei propri dati personali.Gli utenti, allora, devono imparare a cogliere la sostanziale differenza esistente tra mondo reale e mondo virtuale.
La seconda R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RESPONSABILITÀ: corrisponde alla capacità di cogliere aldilà dello schermo una persona a cui rispondere.Nella dimensione social è necessario integrare e inserire la questione della tutela dell’identità della persona in chiave giuridico-antropologico-pedagogica.Che tenga prima di tutto conto di due grandi questioni esistenziali che interpellano l’etica e il diritto e, più in generale, il vivente: il tema della privacy e il tema dell’identità.
La seconda R pratico-teorica che identifica l'educatore riflessivo post-digitale è RESPONSABILITÀ: corrisponde alla capacità di cogliere aldilà dello schermo una persona a cui rispondere.