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Grembo, racconti di pancia

Grembo, racconti di pancia
Author: Anna Acquistapace
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© Anna Acquistapace
Description
Ciao, io sono Anna Acquistapace e questo è Grembo, racconti di pancia. Ti parlerò di genitorialità e di tutti quegli aspetti che, a volte, o forse troppo spesso, non vengono a galla. Abbiamo una visione edulcorata della maternità: le donne devono saper conciliare saggiamente genitorialità, relazioni, lavoro. In questo podcast voglio dare voce a persone che raccontano la loro storia di maternità e paternità senza filtri e senza giudizi.Non dispenseremo consigli o buone pratiche, e questa è una promessa. L’obiettivo è aiutare, ispirare, avvicinare e far sentire meno sole le persone.
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Quando ho immaginato Grembo, ho pensato a uno spazio di ascolto e accoglienza, dove dare voce a storie di nascita vissute da prospettive diverse – storie di donne, uomini e famiglie che, attraverso le loro esperienze, possono aiutarci a riflettere sulla complessità e unicità di ogni nascita.Ce lo diciamo spesso: ogni nascita è unica, irripetibile. Come ogni persona che la vive.In questo episodio ascolteremo la storia di Valentina, una donna che ha vissuto esperienze molto diverse tra loro: un primo parto ospedaliero difficile, in Svezia, un parto lungo, doloroso alla fine del quale si è detta “mai più”. E da lì, la scelta di far nascere i suoi figli successivi in casa, da sola, in quello che viene chiamato FreeBirth, un parto senza assistenza medica. Una decisione rara, che ha richiesto tempo, ricerca e una forte consapevolezza.Prima di lasciarvi alle sue parole, ci tengo a fare una premessa importante: questa, come tutte le altre, non è una storia da prendere come modello o suggerimento. È una testimonianza personale, che nasce da un percorso individuale e situato, da valutazioni intime e da un contesto specifico.Grembo non offre istruzioni mediche né prescrive comportamenti particolari: noi qui raccontiamo storie. E ogni esperienza ci permette di riflettere sulla diversità dei percorsi, sulla libertà e sui limiti, sulle emozioni e sulle possibilità. Percorriamo storie che non pretendono di rappresentare verità universali valide per tutte e tutti, ma che restano vere.Sappiamo che il parto implica una serie di parole a cui dobbiamo prestare attenzione: delicatezza, dolore, gioia, rischio. Per questo occorre ricordare che ogni scelta va affrontata secondo la propria sensibilità, perché coinvolge il proprio corpo; e con le giuste informazioni, nel rispetto delle condizioni di sicurezza esperite.Ascoltare una voce come quella di Valentina può generare domande, disaccordi, curiosità. E va bene così. Perché Grembo è questo: uno spazio dove le narrazioni si incontrano, anche quando non ci somigliano. E dove l’incontro con ogni nuova voce può aprirci a una nuova domanda, con la speranza che sia sempre accolta con rispetto, senso critico e sensibilità.Grembo è un podcast di Anna Acquistapace ed è sostenuto da Nidi Fioriti. Questo episodio è stato registrato in occasione del Festival di Nidi Fioriti a Seregno, lo scorso 29 giugno 2025. Ringrazio Andrea Sanna e Giuliano Toffano per la produzione e come sempre Pablo Sepulveda Godoy per la musica. Grazie anche a Cristian Rossi per le foto.
Andrea è un papà che cammina su un filo. E no, non è un modo di dire. Di mestiere, Andrea è un funambolo. Ha percorso chilometri nel vuoto, sospeso su funi tra i templi giapponesi o tra i grattacieli di Milano. Eppure, se gli chiedi quale sia stata l’esperienza più intensa della sua vita, lui ti risponde: la nascita di sua figlia.Per questo ho voluto incontrarlo e ascoltare il suo racconto di paternità. Gli ho chiesto cosa abbia significato essere accanto a sua moglie Claudia durante il travaglio e il parto. Andrea si è commosso nel rivivere il momento in cui la piccola Frida è venuta al mondo. E di fronte alla classica domanda “Chi taglia il cordone ombelicale?”, lui e Claudia hanno risposto con fermezza: “Nessuno. Cordone e placenta vengono a casa con la nostra bambina”. Una scelta consapevole, nata da una profonda ricerca e dalla volontà di vivere quel passaggio con pienezza.Ma la nostra conversazione non si è fermata lì. Ho voluto affrontare anche un tema spesso evitato e un po’ tabù: la morte, un aspetto che molti di noi prendono in considerazione proprio quando diventano mamma e papà. Perché essere genitori significa anche questo: confrontarsi con la fragilità della vita, con il bisogno di proteggerla e, allo stesso tempo, accettarne i limiti.Andrea è un papà funambolo, sempre in equilibrio e mi auguro che il suo racconto vi arrivi come un invito a vivere ogni passo con consapevolezza e presenza.**Grembo è un podcast di Anna Acquistapace ed è sostenuto da Nidi Fioriti. La musica è di Pablo Sepulveda Godoy.La produzione è di Andrea Sanna.Ringrazio Alice Previtali per avermi ospitato per la registrazione di questo episodio!
Il mio corpo tornerà come prima?Questa è la domanda che molte donne si pongono quando iniziano a riflettere sul proprio corpo e sulla gravidanza. Un cambiamento inevitabile, che può comprensibilmente spaventare. Quello che però spesso si dimentica è che la gravidanza è una condizione temporanea: cosa sono 9 mesi rispetto ad una vita intera? E infatti, c’è un cambiamento di vita ben più duraturo: l’arrivo di un figlio, che è decisamente un progetto più a lungo termine. Sappiamo però che questo progetto può arrivare in modo inaspettato: è questo il caso di Sara, che rientra in quella piccola percentuale di casi in cui la pillola non fa il suo effetto.E se parliamo di corpi, Sara se ne intende: è un’allenatrice, e il suo lavoro le ha insegnato a leggere e comprendere il movimento, la forza, il cambiamento. Con lei ho parlato della sua trasformazione, non solo fisica, ma anche mentale. Abbiamo ripercorso insieme i mesi dell’attesa e il momento del parto, un cesareo d’urgenza: un’esperienza che avrebbe potuto essere diversa, più serena, se solo avesse avuto attorno un personale medico più attento e accogliente. Perché sappiamo quanto una gravidanza e un parto possano essere sfidanti. E Sara ha sperimentato quanto differenza possa fare il supporto che si riceve: con le persone giuste accanto, il percorso resta impegnativo, ma può essere affrontato con maggiore forza e consapevolezza."Grembo, racconti di pancia" è un podcast di Anna Acquistapace ed è sostenuto da Nidi Fioriti.Questo episodio è stato realizzato insieme ad Inglesina, che ringrazio per il sostegno.La musica è di Pablo Sepulveda Godoy.La produzione è di Andrea Sanna.
Uno tsunami: così potremmo descrivere l’impatto che la piccola Bianca ha avuto nella vita di Claudia, diventata mamma appena due mesi fa.La gravidanza e il parto sono ancora esperienze vivide dentro di lei e insieme le abbiamo ripercorse passo dopo passo, con la lentezza necessaria per dare spazio anche ai momenti più difficili. Perché questa storia di nascita arriva dopo il dolore di una gravidanza extrauterina, un'esperienza dolorosa da superare, ma che non ha fermato Claudia nel suo desiderio di maternità.In questo episodio abbiamo parlato di quanto il benessere fisico e quello mentale siano profondamente connessi: per Claudia, lo yoga è stato un alleato prezioso in questo percorso. Abbiamo anche sfatato un mito ancora troppo diffuso: il cesareo non è un “piano B”. Non siamo meno mamme se partoriamo con un cesareo, né se l’allattamento non inizia come vorremmo.Quella di Claudia è una storia di grande consapevolezza, un viaggio che la sta portando – giorno dopo giorno – a costruire il suo nuovo ruolo: quello di mamma. ** "Grembo, racconti di pancia" è un podcast di Anna Acquistapace ed è sostenuto da Nidi Fioriti, un'iniziativa che coltiva l'alleanza scuola-famiglia-territorio.Questo episodio è stato realizzato insieme a Inglesina. Ringrazio MM Studio per avermi ospitato in questa location
Oggi vi porto con me a scoprire la storia di Elena: mamma di due bambine, Ginevra e Letizia, gemelle monocoriali arrivate nella sua vita con tutto lo stupore e la meraviglia che i gemelli sanno portare. E quando si parla di gemelli, in me si accende sempre un fascino indescrivibile: quello per una vita che raddoppia, un cuore, oltre che una pancia, che si fa grande abbastanza da contenere il doppio dell’amore. Un bene al quadrato! Elena poi ha fatto della Disciplina Dolce il suo stile di vita e oggi la condivide con tanti genitori in cerca di modelli educativi alternativi, in controtendenza rispetto a una società che ancora troppo spesso crede nella punizione e nella coercizione come unici strumenti efficaci. Ma “Disciplina Dolce” non significa “tutto facile”.La sua gravidanza è stata segnata da difficoltà, e il sogno di un parto naturale ha lasciato spazio a un cesareo andato a buon fine – anche se le cose avrebbero potuto prendere un’altra piega. Anche l’allattamento, che Elena desiderava profondamente, è stato abbandonato dopo una frase detta forse con leggerezza: «Ma con due gemelle vuoi anche allattare?».Quel rimpianto ha fatto male, ma col tempo ha lasciato spazio all’accettazione, al perdono.Accettare gli inciampi, restare fedeli ai propri valori. È questo l’augurio che Elena ha scelto per sé, e che oggi condivide con tutti noi.**Grembo è un podcast di Anna Acquistapace ed è sostenuto da Nidi Fioriti. Le musiche sono di Pablo Sepulveda Godoy, la produzione audio-video è di Andrea Sanna, la registrazione è di Giuliano Toffano, le foto sono di Cristian Rossi. Questo episodio è stato registrato live durante il Festival di Nidi Fioriti a Seregno, il 20 giugno 2025.
Oggi vi svelo il segreto per allungare le vostre giornate. Si parla tanto di quante cose cambiano quando si diventa genitori. Eppure c’è una cosa che non cambia mai: la durata delle vostre giornate. Quando si diventa mamme o papà quelle 24 ore sembrano non bastare mai. E allora come fanno quei genitori che hanno più di un figlio? Magari due, tre, quattro?L’ho chiesto a Elisabetta Pesenti, mamma di 4 bambini che hanno 13, 11, 7 e 4 anni. Con lei ho ripercorso 4 storie di parto completamente diverse tra di loro, che vanno dal parto in ospedale, iper-medicalizzato al parto in casa, più intimo e silenzioso. Storie di parto tutte accomunate dallo spettacolo della vita e da quel momento indelebile in cui gli sguardi si incrociano per la prima volta.In questo episodio abbiamo parlato di come conciliare la maternità con la carriera, di come aggiornare costantemente la lista delle priorità e di quanto sia importante non irrigidirsi in schemi e convinzioni. Perché si sa, i figli ci insegnano continuamente a rivedere e adattare i nostri piani.Vi dicevo che oggi vi svelerò il segreto per allungare le vostre giornate. Ma per scoprirlo, dovrete arrivare fino alla fine di questo episodio. Sono sicura che vi sorprenderà.
Quante volte da ragazze ci hanno trasmesso il timore di rimanere incinta? Siamo cresciute così: con la convinzione che fare un figlio sia un qualcosa di estremamente semplice. Eppure oggi in Italia si stima che il 15% delle coppie non riesca ad avere un figlio. A scoprirlo, molte volte, lo si fa quando nel momento in cui si è alla ricerca di un figlio.
È questa la storia di Elisa Pella, che sui social trovate con la pagina “Il genitore consapevole” e che oggi ha condiviso il percorso che l’ha portata a diventare mamma di Emma.
Elisa mi ha raccontato il momento in cui le è stato detto che non avrebbe potuto avere figli in assenza di un supporto esterno. Lo choc per quella notizia e le lacrime hanno però lasciato spazio ad un percorso che l’ha portata a scavare dentro di sè, dentro quel desiderio di diventare mamma, a superare le paure, a imparare a “stare” nel disagio, a lasciare da parte ideali e paragoni con le altre famiglie.
Voglio veramente un figlio? A quanto sono disposta? Domande che spesso non ci si pone, quando un figlio arriva in modo naturale.
In questo episodio abbiamo parlato anche di benessere, di aspettative e anche di quelle domande inopportune, come “quando arriva il fratellino?”
Ecco, in questo episodio vi daremo anche la risposta perfetta.
C’è un’etichetta che spesso risuona nelle stanze d’ospedale o durante le ecografie e le visite. Identifica le donne alla loro prima gravidanza, dopo i 35 anni: “Primipara attempata”.
Una definizione che, seppur basata su motivi scientifici, sembra spesso carica di giudizi, ignorando i molteplici motivi per cui oggi molte donne scelgono di rimandare la maternità.
Carriera, indipendenza economica, ricerca di un equilibrio personale o familiare – sono solo alcune delle ragioni che influenzano questa decisione.
Allora perché dobbiamo ascoltare queste etichette, che riducono la complessità delle nostre scelte a un mero dato anagrafico?
Federica è l’esempio perfetto di chi ha deciso di andare oltre queste definizioni e rompere gli stereotipi. Prima incontrando un compagno, e poi marito, molto più giovane di lei. E poi, dando alla luce tre figli all’età di 38, 39 e 43 anni. Infine diventando mamma per la quarta volta, a 53 anni con l’arrivo del piccolo Brando: una storia di affido che doveva essere temporaneo e che contro ogni possibilità e aspettativa, si sta trasformando in adozione.
Federica mi ha raccontato il suo straordinario percorso verso la creazione della sua famiglia, che ama definire una vera e propria "tribù". Un villaggio che continua a crescere, perché la sua esperienza di maternità l'ha ispirata anche a intraprendere un’avventura imprenditoriale, mettendo sempre i bambini al centro.
Siete pronti ad ascoltare la sua incredibile storia?
E poi vedremo… chi è davvero “attempata”?
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Grembo è un podcast originale LUZ, di Anna Acquistapace
Le musiche sono di Pablo Sepulveda Godoy
Il montaggio e le riprese video sono di Francesco Carella
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Questo episodio è stato prodotto insieme a Inglesina
“Mio figlio non dorme”
“Usa la melatonina”
Questo è il suggerimento che Google ti dà. E se ti è capitata l’ennesima notte insonne è probabile che tu abbia digitato queste parole, che sono forse un vero e proprio grido di aiuto.
Invece qualcuno oggi mi ha dato una risposta diversa: “tutti i bambini finiscono per dormire”.
È la frase che mi ha detto Anna Solé, che ha fatto del sonno la sua battaglia e la sua vocazione lavorativa.
Anna è mamma di due bambini, Marc e Eric.
Il primo l’aveva soprannominato “pacchettino regalo”: per la sua semplicità di gestione, perché dovunque lo metteva, stava.
Con il secondo invece la storia è stata diversa: un periodo di attesa difficile, un cesareo d’urgenza e diversi giorni in terapia intensiva.
E poi la mancanza di sonno.
Ecco, se dall’arrivo di un figlio, le vostre notti sono più lunghe di prima, vi consiglio di ascoltare questo episodio.
La cosa che più vi sorprenderà sarà ascoltare la voce di Anna che trasuda di felicità, di benessere. Ed effettivamente è così: nonostante i momenti di difficoltà,,il baby blues, la depressione post partum, i giorni in terapia intensiva… Anna finisce sempre con il sorriso.
In questo episodio abbiamo parlato tanto di sonno e di quanto sia connesso al nostro benessere ma abbiamo anche capito quanto sia importante liberarsi dal senso di colpa e di performance: accettare la propria vulnerabilità, chiedere aiuto non è un segno di debolezza ma di grande coraggio.
Se anche voi state lottando con notti insonni e cercate un po’ di conforto, questo episodio fa per voi.
Ci sono storie che fanno sognare per la loro unicità e anche se distanti da noi, ci entusiasmano e ci ispirano perché raccontano di vite straordinarie.
La vita di un’atleta professionista è un perfetto esempio di questo. Durante le recenti olimpiadi di Parigi siamo rimasti incantati dalle imprese straordinarie che abbiamo visto.
Oggi abbiamo l’opportunità di entrare in una di queste vite: quella di Marta Pagnini, ginnasta, e campionessa olimpica a Londra 2012, ora mamma del piccolo Darian.
Marta ha condiviso con me la sua storia di maternità che è arrivata dopo una carriera sportiva brillante ma anche dopo 8 anni di amenorrea, una condizione comune tra le atlete di alto livello caratterizzata dall’assenza di ciclo mestruale.
La natura umana però è sorprendente: quando Marta decide di affrontare l’avventura della maternità, il suo corpo si rimette in moto, e il piccolo Darian non tarda ad arrivare. Marta mi ha raccontato della sua trasformazione in mamma, un percorso che non ha interrotto i suoi progetti professionali.
Tra un allattamento e l’altro, mentre si occupa dei suoi impegni come giudice o nell’organizzazione delle olimpiadi invernali di Cortina, Marta si destreggia nella sua nuova realtà, sostenuta da una squadra speciale: la sua famiglia. Anche se non sono mancate le salite, - dalle notti con poco sonno agli ostacoli fisici come la sua patologia, la scoliosi - Marta non ha mai perso la sua determinazione e grinta, qualità che l’hanno accompagnata in pedana e che ora ritroviamo nella sua vita da mamma.
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Grembo è un podcast originale LUZ, di Anna Acquistapace
Le musiche sono di Pablo Sepulveda Godoy
Il montaggio e le riprese video sono di Francesco Carella
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Questo episodio è stato prodotto insieme a Inglesina
“O adesso o mai più”: questo pensiero ci accompagna spesso nei momenti cruciali della vita come decidere di avere un figlio, cambiare lavoro, fare quel viaggio che tanto avevi sognato o trasferirsi in un altro paese. È proprio quest’ultimo il caso di Erika, in arte Psicomotrimamma,che quando è diventata mamma, per la prima volta, ha deciso di trasferirsi all’estero, e non proprio dietro casa: in Burundi, Africa.
Quante volte abbiamo sentito dire che con un figlio certi sogni diventano impossibili? Erika mi ha dimostrato il contrario. Insieme a suo marito Davide, ha realizzato un progetto di vita che li ha portati in un continente che molti descrivono come capace di rubare il cuore, facendo nascere il famoso "mal d’Africa".
Certo, le fatiche non sono mancate: bisognava costruire quel famoso villaggio, ricreare una routine, stabilire nuove abitudini. Erika mi ha raccontato che la definizione di casa non è necessariamente legata a 4 mura.
In realtà, si è trovata così bene in questo nuovo contesto, che l’arrivo della seconda figlia Rachele, è stato qualcosa di estremamente naturale.
E anche se questo capitolo burundese si è chiuso e la famiglia ha dovuto rifare le valigie e ripartire, quella sensazione di casa, di vita a 4, rimarranno sempre con loro.
In questo episodio abbiamo anche parlato di quel senso di inadeguatezza che si vive di fronte a un neonato di cui non comprendiamo appieno i bisogni.
Abbiamo raccontato di due storie di parto completamente diverse tra loro, abbiamo condiviso le difficoltà della di coppia e di nuovi equilibri familiari. Abbiamo sfatato il mito che viaggiare in aereo con i neonati è difficilissimo.
Vi invito ad ascoltare questo episodio da qualsiasi luogo vi troviate. Non importa se avete sempre vissuto nella vostra città, se siete expat all'estero, o se desiderate partire con tutta la famiglia. Con la sua calma, determinazione e autenticità, Erika vi farà viaggiare con la mente e vi dimostrerà che la maternità non è un freno ai vostri desideri.
Vi è mai capitato di sentire questa frase: “La gravidanza non è una malattia”?Il più delle volte, viene detta come una forma di incoraggiamento, con le migliori intenzioni. Tuttavia questa frase nasconde una realtà più complessa.
Molte donne trascorrono i primi mesi, buona parte o addirittura tutta la gravidanza in uno stato di grande malessere.
E già in quel periodo, le donne vengono introdotte ad una forma di normalizzazione del dolore: “È normale stare male i primi tre mesi. È normale avere male dopo il parto, è normale una lacerazione con un travaglio così rapido.” E così via.
In questo episodio ho chiesto a Ella Marciello di raccontarmi la sua storia di parto, che è stata tutt’altro che idilliaca. Ella ha sofferto di iperemesi gravidica, ovvero nausea e vomito gravi fino alla vigilia del parto. Mi ha detto che no: non è normale associare sempre la parola sofferenza alla maternità, Il rischio è di interiorizzare quel dolore e perpetuare l’idea che la figura materna debba essere perennemente devota al sacrificio.Attraverso la sua storia, Ella ha ricordato che non va stigmatizzato il dolore così come non va detto alle madri “ è così per tutte”
E ancora, è vero che si partorisce dalla notte dei tempi, la differenza è “come”.In questo episodio abbiamo anche parlato di come crescere un figlio libero dai pregiudizi, di come far fronte ad una diagnosi di neurodivergenza.
E abbiamo concluso evocando alcuni regali che ogni madre vorrebbe realmente ricevere…
Provate a pensarci su e vediamo se desiderate lo stesso…
“ll padre è, chi padre fa, come mamma è, chi mamma fa.”
Con queste parole Martina mi sta raccontando la differenza tra padre e donatore.
Una distinzione che non verrebbe mai messa in discussione se a utilizzare la PMA, la procreazione medicalmente assistita, fosse una coppia eterosessuale. Martina invece è unita civilmente a Sara e per diventare genitori hanno viaggiato a Barcellona, dove grazie al metodo ROPA (ricezione di ovociti della partner), hanno potuto optare per una maternità condivisa.
Sappiamo già delle difficoltà che le famiglie arcobaleno affrontano nel nostro Paese, ma oggi vorrei invitarvi all’ascolto di questo episodio rompendo ulteriormente con i tabù, che tanto ci stanno stretti.
Ad esempio vi sorprenderà scoprire che Martina e Sara sono considerate effettivamente le mamme del loro bambino in un registro particolare: quello della loro parrocchia.
La storia di Martina racconterà non solo del viaggio verso la genitorialità, ma anche delle difficoltà di un post partum complicato e di una narrazione sincera e autentica dei primi tempi da genitore.
Allo stesso tempo, sentirete tutta la sua determinazione nel voler condividere questo percorso perché sia di ispirazione e di aiuto per altre donne e coppie che si trovano in situazioni simili.
Condividere queste storie è fondamentale per costruire una società più empatica e inclusiva, dove ogni famiglia può trovare il proprio spazio e riconoscimento.
Anzi, come ha detto recentemente qualcuno di importante: “c’è spazio per tutti”.
E per trovare questo spazio, partiamo dai diritti.
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Grembo racconti di pancia è un podcast originale LUZ, di Anna Acquistapace
Il montaggio è di Francesco Carella, le musiche di Pablo Sepulveda Godoy
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Questo episodio è stato registrato durante il Festival di We World.
Grazie per avermi ospitata!
Negli ultimi tempi, c’è una preoccupazione che si è aggiunta nella vita dei futuri genitori: ha senso fare figli in crisi climatica?
Sono partita da questa domanda insieme a Cristina Cotorbai, conosciuta come Coton Cri, green influencer e mamma della piccola Blu.
In un futuro sempre più incerto dal punto di vista dell’emergenza climatica, abbiamo voluto superare le ansie e i sensi di colpa, che sappiamo essere elementi comuni anche alla genitorialità.
In questo episodio abbiamo parlato di cosa serve realmente per prepararci all’arrivo di un figlio.
Ho chiesto a Cristina se sia giusto imporre una dieta vegana a un bambino o a una bambina.
Abbiamo anche affrontato il tema del denaro e di quanto il tema del vivere sostenibile abbia a che vedere con il privilegio.
Come vedete, domande complesse ma ho voluto approfittare della presenza di Cristina che ogni giorno si occupa di questi temi, per piantare qualche seme, non solo in senso figurato.
Se anche tu vuoi iniziare a compiere piccoli passi per una genitorialità molto impattante, ti consiglio di partire dall’ascolto di questo episodio.
Ti prometto sarà di grande ispirazione.
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Grembo è un podcast LUZ di Anna Acquistapace
Le musiche sono di Pablo Sepulveda Godoy
Le riprese sono state realizzate all'interno del Festival Ensemble, da Sauro Sorana
Il montaggio è di Francesco Carella
Perché alcune famiglie vanno spiegate più di altre?
Quando si parla di una famiglia omogenitoriale, composta da due mamme o due papà, spesso si associa questa definizione a quella di “famiglia non-tradizionale”.
Io vorrei che si parlasse semplicemente di famiglia, ma invece oggi dovremo un po’ spiegare.
La storia di Martina è quella di una famiglia composta da due mamme e due figli. Due gemelli, per la precisione, e infatti le ho chiesto innanzitutto come si sopravvive!
Nonostante Martina sia in coppia con un’altra donna, molte persone hanno sentito l’irrefrenabile necessità di attribuirle un’etichetta maschile, di padre. Quell’etichetta che deve barrare a mano, ogni volta che Martina compila un foglio all’anagrafe o un documento ufficiale relativo ai suoi bambini.
Ma la buona notizia è che le leggi nel nostro Paese arrivano in ritardo rispetto alle persone: e quelle si stanno dimostrando di gran lunga più aperte e accoglienti.
In questo episodio abbiamo dato anche uno sguardo al futuro. Come dice Martina, ogni genitore deve avere la possibilità di vivere la propria genitorialità indipendentemente dal genere o dal ruolo che ha all’interno del suo nucleo familiare.
“La parte che più mi ha offesa è stato avere di fronte qualcuno che non credeva quando io spiegavo cosa stava succedendo al mio corpo”
Quando una donna si avvicina al mondo della maternità, impara tante parole nuove: percentili, puerperio, primipara, colostro, meconio, test di apgar, co-sleeping, baby wearing…
E poi ce n’è una, che si spiega da sola: violenza ostetrica.
In realtà questa parola, che è importante integrare nel proprio vocabolario, ha una definizione che va oltre gli abusi fisici e che rientra nell’ambito psicologico.
Stella Pulpo, autrice del blog “memorie di una vagina” mi ha raccontato di una violenza che ha a che vedere con la mancanza di ascolto.
Abbiamo parlato della sua storia di parto, del fare pace con i nuovi tempi, con le nuove priorità, di fare pace con sé stessa.
Le ho chiesto se e come cambia la vita sessuale dopo l’arrivo dei figli. E Stella mi ha risposto con una contro-domanda:
Qual è quell’aspetto della nostra vita che non cambia con l’arrivo dei figli?
Si dice spesso che nessuno ti insegna a diventare genitore, anzi che ci vorrebbe un corso, una patente.Daniele ha deciso insieme alla sua compagna Mickol che in realtà il loro cammino di genitorialità sarebbe stato una "Guida senza patente", perché è solo così, guidando senza patente e senza freni che si può vivere la parte più bella della vita.
Papà di tre bambini, tre maschi, Daniele non sentiva le coordinate che tipicamente vengono associate alla paternità, cucite su di lui. E per vivere al meglio la parte più bella di questo viaggio, ha voluto liberarsi di quelle sovrastrutture e stereotipi che tanto gli stavano stretti. Gli ho chiesto di raccontarmi cosa significa crescere dei figli maschi all’interno del valore della parità di genere.Abbiamo parlato di educazione affettiva e della necessità di manifestare le proprie emozioni.Tra un cambio pannolino che si è rivelato un momento di cambio incredibile di vita e una battaglia per mettere i fasciatoi anche nei bagni degli uomini, Daniele sta abbattendo muri e pregiudizi per una narrazione della paternità diversa e più attinente al reale.
La parità di genere può far paura?
Sembra una domanda bizzarra la mia eppure molte volte, quando si parla di questo tema, ci sono tanti preconcetti. In questo episodio vi presento la storia di Zaira Schauwecker e del suo percorso di maternità che si è realizzato dopo diversi tentativi di PMA. Zaira ha approfondito i temi della parità di genere perché si è resa conto di come gli stereotipi di genere si riversino su bambine e bambini, ancor prima che nascano.
In questo episodio abbiamo parlato dei gender reveal party e di come queste feste veicolino un’immagine stereotipata di genere, dalle principesse e unicorni alle pistole e razzi.
Ma non ci siamo fermate al blu e al rosa, abbiamo parlato anche di rientro al lavoro, della connessione tra la cura dell’ambiente e la parità di genere, di accudimento -tra biologia e cultura- e di gonne indossate da bambini (con annesse reazioni).Le bambine e i bambini possono scegliere tra le opzioni che gli diamo in quanto società e in quanto famiglia.
Ma si può davvero parlare di libertà di scelta quando le opzioni sono tanto stereotipate?
Vi invito ad ascoltare questa storia perché penso vi suggerirà delle nuove domande e magari delle nuove opzioni da offrire.
“Quando sarai mamma cambierai idea”
“Dici così adesso, ma poi ne riparliamo”
Quante volte ci è capitato di ascoltare queste frasi ancor prima di diventare genitore? E quante volte invece ci siamo ritrovati a smentire queste affermazioni, magari proprio con la nostra esperienza?
Quando Valentina, meglio conosciuta come La Rotten, è diventata mamma di Mia, ha scritto un nuovo capitolo della sua vita, senza cadere nella narrazione edulcorata della maternità.
Anche perché le zone d’ombra esistono e non dobbiamo per forza ometterle o raccontarle in modo diverso. Basta perseguire una narrazione onesta, autentica.
Con Valentina abbiamo parlato di temi importanti come l’uso della tecnologia da parte dei più piccoli, l’identità digitale, il consenso, i nuovi e vecchi modelli educativi a confronto.
“Un’infanzia dalla quale non dover guarire” questa frase è diventata il titolo di questo episodio e sarebbe bello che questa promessa che Valentina ha fatto a sua figlia, diventi un regalo per tutte le generazioni che verranno.
PS al momento della registrazione di questo episodio Valentina non ricordava dove avesse letto questa frase. Ora posso dirvi che queste parole appartengono a Camilla Stellato, a cui va tutta la nostra gratitudine.
La storia di Irene è quella di un viaggio iniziato nel 2019, che da Bogotà ha portato a Roma la piccola Lina Isabel.
Quando si parla di adozione, solitamente pensiamo a percorsi lunghi, a volte difficili, che culminano nell’incontro con il proprio figlio o figlia.
Ma da dove partire? A chi rivolgersi?
Per Irene la vera sfida è iniziata dal momento successivo all’incontro con sua figlia, quando da un giorno all’altro si è sentita ripetere le parole “mamma, mamma, mamma”, facendola vivere in bilico tra un desiderio finalmente avverato e una sensazione di schiacciamento in un ruolo per il quale, lo sappiamo bene, non abbiamo un vero manuale d’istruzioni.
In questo episodio abbiamo parlato adozione ma anche di aspettative della società sul ruolo di madre.
Abbiamo detto forte e chiaro che è normale avere un po’ di nostalgia della nostra vita precedente.
La maternità è un cammino in continua costruzione, e la storia di Irene ci aiuta a fare chiarezza non solo sul tema dell’adozione ma anche a creare una narrativa più autentica della maternità.
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