Con questa puntata tocchiamo un tema sempre legato alla seconda Guerra Mondiale ma diverso. Abbiamo intitolato la puntata “Episodio 91. I Carabinieri al Nord. I Carabinieri del Battaglione Triestino”. Si è già parlato (episodio 88) del gruppo Carabinieri di Trento e anche di Malga Bala (episodio 89). Ora ci è sembrato importante dare un'altra prospettiva ai Carabinieri che si trovarono a vivere e a combattere nella zona d'operazioni del Litorale Adriatico, quella parte della Venezia Giulia occupata e governata direttamente dai tedeschi, escludendo da ogni possibile azione il governo della Repubblica Sociale Italiana. Così i militari italiani nell'area e anche i Carabinieri dovettero accettare le disposizioni imposte dalla Germania e cercarono invece di contrastare per quanto possibile sia la tracotanza dei nuovi occupanti, sia l'aggressività della resistenza slovena che cercava una vendetta dopo quanto subito durante l'occupazione italiana della provincia di Lubiana, addirittura annessa al Regno d'Italia. Anche in questa puntata vogliamo raccontare una storia speciale di quegli uomini, di quei Carabinieri che seppero scegliere rimanendo in servizio e proteggendo il movimento resistenziale o entrandone a far parte come alcuni militari dell'Arma decisero di fare, sino a raggiungere incarichi importanti soprattutto nel battaglione triestino o nella Divisione Garibaldi Natisone. Per un approfondimento si rinvia a Enrico Cernigoi, La brigata d’Assalto “Triestina” nella Zona d’Operazioni Litorale Adriatico. Una storia militare, 1943-1945, Associazione culturale Tempora, Le Poligrafiche San Marco di Cormons, 2014.
La Storia dei Carabinieri al Nord durante la Repubblica Sociale Italiana è dura. Rimasti in servizio in ausilio alla popolazione, derisi e perseguitati dai repubblichini, malvisti dai nazisti, i Carabinieri in Liguria vissero un periodo molto brutto per tutti coloro che indossarono l'uniforme con gli alamari. In questo episodio abbiamo scelto di parlare di tre militari dell'Arma in particolare, diversi per età, formazione, provenienza e comportamento ma tutti determinati a fare il proprio dovere, ognuno in modo diverso. Il primo è un ufficiale, si chiamava Giuseppe Avezzano Gomes ed era in servizio a Genova. Si oppose con i suoi Carabinieri agli ordini impartiti da un ufficiale della milizia e dai tedeschi che erano con lui di fucilare alcuni partigiani catturati da giustiziare. Il secondo era il Carabiniere Albino Badinelli di Santo Stefano d'Aveto, giovane dalla grande fede religiosa, fucilato senza processo, né sentenza da alcuni militari italiani della divisione Monterosa della RSI. Medaglia d'Oro al Merito Civile. Il terzo era il maresciallo capo in congedo Antonio Enrico Canzio, poi comandante di una formazione partigiana, la brigata (poi divisione) Garibaldi "Coduri". Catturato durante un rastrellamento, fu torturato prima di essere fucilato. Medaglia d'Argento al Valor Militare. Storie tristi ma anche storie di volontà, di coraggio, di valori Vi auguriamo buon ascolto di questo episodio che rappresenta una bella storia, seppure triste, ma è una storia di libertà e queste storie ci piacciono tanto ascoltare ma soprattutto raccontare. Alla prossima!
Con questa puntata tocchiamo un tema sempre legato alla seconda Guerra Mondiale ma diverso. Abbiamo intitolato la puntata “Episodio 89. I Carabinieri al Nord. Malga Bala” per poter raccontare una vicenda vissuta al confine orientale sottoposto ad occupazione tedesca, all’atto della proclamazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943. 12 uomini, 12 Carabinieri furono catturati mentre di servizio in un distaccamento a Bretto Inferiore, nei pressi della Cave di Predil e dopo una lunga marcia furono uccisi tra atroci sofferenze dai partigiani sloveni che li avevano catturato. Furono ritrovati oltre una settimana dopo, quasi per caso, con le evidenti lesioni a cui erano stati sottoposti. Questa è la vicenda di questa puntata. Una vicenda molto triste dove si muore barbaramente, tra le atrocità e le sofferenze. Il testo è tratto da Alessandro Della Nebbia, L’eccidio di Malga Bala, in Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, a. IV (2019), n. 2. Alla prossima!
Le vicende del Gruppo Carabinieri di Trento nel corso dei 20 mesi di vita della RSI sono piuttosto particolari e rappresentano una eccezione piuttosto difficile da accettare dagli stessi vertici politici della sedicente Repubblica Sociale Italiana. Abbiamo deciso dunque di dare spazio a questa vicenda attraverso la consultazione di un volume a firma di Maria Garbari che ha studiato parecchi anni or sono le vicende di quei Carabinieri che si trovarono a vivere l'armistizio e i mesi successivi nel capoluogo trentino. Il tenente colonnello Michele De Finis ebbe la capacità tra non poche insidie di tenere sotto di sè i suoi uomini e di salvarli dalla cattura e dalla deportazione, riuscendo a far indossare l'uniforme dell'Arma sino alla fine del conflitto. I Carabinieri, anche in questo caso e territorio, riuscirono ad aiutare i giovani atti al servizio militare o al lavoro coatto a non essere acciuffati dai tedeschi ed inviati alla triste sorte. Inoltre, garantirono la sicurezza pubblica e, per quanto possibile, anche l'ordine pubblico in un territorio che ricadeva nella zona del governatorato del Tiroler Vorland. Insomma con non poche difficoltà riuscirono a portare il Trentino alla fine del conflitto mondiale. Mettete un like se vi piace e ... Alla prossima!
Non avevamo già parlato della zona del Monte Grappa e del suo territorio circostante e neppure dei Carabinieri che vi combatterono per la Liberazione del nostro Paese Oggi parliamo di un ufficiale; non solo di lui. Ma di quegli ufficiali che non hanno età e sono veri comandanti. Parliamo del tenente Luigi Giarnieri e dei suoi uomini… una storia a tratti triste ma diremmo anche bella per i valori che porta … sta a voi ascoltarla … ma andiamo per gradi … Il tenente GIARNIERI Luigi era nato a Napoli il 3 gennaio 1920 e, dopo aver frequentato il Collegio Militare di Napoli (la famosa Nunziatella) dall’anno 1935 al 1937 entra nella Regia Accademia di Fanteria e Cavalleria di Modena conseguendo, nel 1940, la nomina a sottotenente dei Carabinieri. Promosso tenente nel 1942, aveva già comandato una tenenza e poi una sezione di polizia militare mobilitata che aveva preso parte alla Campagna di Russia con la Divisione Pasubio. Al rientro in Italia, Giarnieri fu destinato inizialmente a Firenze e da lì a Tarvisio. Da questa località nel 1943 raggiunse il ministero della difesa nazionale della RSI ove prese servizio per garantire la vigilanza all'infrastruttura. Passato al movimento resistenziale poco prima della seconda grande cattura dei Carabinieri nella RSI (4 agosto 1944) combatté contro le formazioni nazi-fasciste che presero in una morsa tutto il Grappa. Catturato fu torturato e quindi impiccato ad un gancio. Medaglia d'argento al valor militare alla memoria. Partigiano combattente! Con lui altri Carabinieri Partigiani combatterono e caddero. Altri poi ne vennero tanto da dar vita al battaglione Luigi Giarnieri, in memoria del giovane ufficiale vittima della barbarie nazifascista Vi auguriamo buon ascolto di questo episodio che rappresenta una bella storia, seppure triste, ma è una storia di libertà e queste storie ci piacciono tanto ascoltare ma soprattutto raccontare. Alla prossima!
Con questa puntata tocchiamo un tema sempre legato alla seconda Guerra Mondiale ma diverso. Abbiamo intitolato la puntata “Episodio 86. I Carabinieri al Nord. Il caso dei comandanti di stazione. Osman Carugno”. In questa puntata vogliamo raccontare una storia … speciale … per davvero, di quelle che gli stessi protagonisti hanno raccontato, forse, sottovoce … o forse non l'hanno neppure raccontata e altri si sono presi l'impegno di farlo. Il caso dei comandanti di stazione in Nord Italia durante la vita dell’effimera Repubblica Sociale Italiana è molto interessante e il maresciallo capo dei Carabinieri Reali Osman Carugno è uno dei più noti (tra i pochi studiosi). A nostro giudizio si tratta di uno dei pochi noti ma in realtà siamo convinti che i casi analoghi siano stati molti di più … purtroppo cancellati dalla memoria collettiva nel tempo con la scomparsa dei principali protagonisti. Ecco dunque che in questa puntata possiamo ricordare lui e tanti altri. Un ringraziamento al giornalista e storico Sergio Bucci che tanto impegno e fatica ha dedicato alla memoria di Osman Carugno, molisani entrambi. Vi auguriamo buon ascolto di questo episodio che rappresenta una bella storia, di quelle che ci piace raccontare. Alla prossima!
Con questa puntata tocchiamo un tema sempre legato alla seconda Guerra Mondiale ma diverso. Abbiamo intitolato la puntata “Episodio 85. I Carabinieri al Nord resistenti, forza dell'ordine nemici della RSI”. Si tratta cioè di spiegare la complessità dell’operato dei Carabinieri rimasti in Nord Italia durante la vita dell’effimera Repubblica Sociale Italiana … é una puntata particolare legata ad grosso progetto in itinere. Cosa fecero i Carabinieri in servizio nel Nord Italia sotto il governo fantoccio della Repubblica Sociale Italiana? che pressioni vissero? come si disimpegnarono nel servizio? Non potremo rispondere a tutte le domande aperte ma certamente daremo un inquadramento della vicenda in generale e un paio di esempi utili per comprendere risposte di uomini di età diversa responsabili delle proprie azioni e consapevoli dei rischi che avrebbero occorso... Se avete voglia di collaborare al podcast, al blog, ad uno dei canali social dove siamo presenti, mandateci un messaggio diretto e ne parliamo insieme. Aspettiamo un vostro commento… cosa ne dite? Questo episodio vi è piaciuto? Avete curiosità? Nel frattempo, rimanete con noi e seguiteci. Dove? Su Instagram per i più social, ma vi ricordo che abbiamo un canale YouTube, approfittatene. E se volete un riepilogo di tutte le attività, vi dobbiamo inviare a iscrivervi alla nostra newsletter. Tutti i link qui! Continuate a seguirci! Le foto sono prese principalmente internet. In particolare il tenente Giarnieri dal volume I Carabinieri nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione, Roma, Ente Editoriale per l'Arma dei Carabinieri, 1978; la foto di destra con il Carabiniere al centro dal sito https://resistenzamappe.it/parma/pr_repressione/palazzo_rangoni#palazzo_rangoni-1, quella in basso dal sito https://www.deportatibrescia.it/formazione/guardia-nazionale-repubblicana-gnr/.
Un documento interessante trovato nell'Archivio Storico dell'Arma dei Carabinieri ci permette di dedicare questo episodio ad un'altra Resistenza. Dunque, stiamo continuando a dialogare della o sulla Resistenza, quella con la maiuscola. Questa volta non vi parliamo della resistenza combattuta sui monti ma di quella più dura, crediamo, nei campi di lavoro, nelle fabbriche e nei campi di internamento di quei carabinieri che furono considerati Internati Militari Italiani e dunque sottratti alle convenzioni di Ginevra per i prigionieri di guerra. Vi presento 27 Carabinieri in servizio in Abruzzo e in Molise con le loro storie. Scopriremo dove sono stati catturati, dove i tedeschi li hanno condotti, che tipo di attività hanno svolto, quante sofferenze hanno patito e finalmente la liberazione da una tragedia personale e collettiva incredibile e quindi il rientro in Italia. Potremo parlare con voi, se lo desiderate e ce lo segnalate in qualche modo (anche qui sotto nei commenti) delle vostre riflessioni sulle esperienze che quegli uomini con gli alamari hanno vissuto per non venir meno il giuramento prestato. Buon ascolto!
Il lavoro d'archivio premia sempre ... direbbe un caro amico. Ebbene questa volta la puntata è completamente diversa, focalizzata su di un piccolo campione di militari dell'Arma dei Carabinieri Reali presenti in servizio o originari della zona compresa tra le Marche e la Romagna, in quella che era la circoscrizione della legione Carabinieri Reali di Bologna. Abbiamo deciso di offrire una riflessione che prende spunto da un convegno a cui abbiamo avuto il grande privilegio di partecipare tra la fine di marzo e il 1° aprile 2023. Si tratta di una sintesi piuttosto asciutta ma crediamo efficace per dare un'idea della complessità vissuta dai militari dell'Arma che si trovarono nel Centro - Nord Italia dal settembre 1943 sino alla Liberazione. Abbiamo individuato una decina di Carabinieri che ebbero comportamenti diversi tra loro ma tutti molto interessanti. Da una prima analisi abbastanza asciutta possiamo affermare che dei dieci militari, due fecero parte di bande di partigiani (in un GAP e nel 1° battaglione Mario formazione Marche), tre carabinieri più giovani di età (diciannovenni) cercarono di sottrarsi al servizio raggiungendo i propri familiari, mentre un quarto anch’egli abbastanza giovane riprese il servizio di tipo logistico che già svolgeva prima dell’armistizio per evitare rappresaglie alla famiglia. Inoltre, il trentacinquenne Carabiniere ennese, secondo i documenti consultati, aderì con convinzione alla RSI; il solo graduato (un appuntato) riuscì a farsi congedare già nella GNR, mentre i due sottufficiali riuscirono a darsi da fare, con non pochi rischi e timori di rappresaglie, svolgendo un servizio d’istituto che fosse in grado di soddisfare i bisogni della popolazione rimasta in zona e cercando di non adempiere alle richieste delle autorità tedesche o, peggio ancora, degli organi amministrativi (in primo luogo Questura e Prefettura) repubblichini. Noi vi ringraziamo per l'ascolto e vi invitiamo a darci un punteggio, un voto. Ad esempio su Apple Podcast. Con il vostro Iphone esiste una applicazione che si chiama proprio così. Scrivete poi La Storia dei Carabinieri, così ci troverete. "Scrollate" dopo aver ascoltato questo episodio (ma anche gli altri, dai) e arriverete alla parte “ratings & reviews” dove potete valutare lo show (cinque stelline ci farebbero molto piacere) e lasciare qualche commento sul nostro lavoro che è molto importante per noi. Vi ricordiamo che il tempo, lo studio, la stesura degli script, l'editing e tutto il resto è una attività di volontariato che svolgiamo gratuitamente. La copertina è stata realizzata attraverso la composizione di immagini reperite liberamente su internet.
Resistenza e Liberazione. I Carabinieri in Toscana Abbiamo deciso di raccontarvi in poche battute quelli che furono due episodi distinti ma accomunati dal ruolo attivo che Carabinieri di diversa età e estrazione regionale seppero fare nella Toscana occupata dal tedeschi ed amministrata dallo stato fantoccio denominato Repubblica Sociale Italiana. Abbiamo scelto di utilizzare un registro narrativo più diretto e più agile (che ve ne pare? Scrivetelo nei commenti, grazie mille!) con l'obiettivo di far capire cosa fecero ragazzi (si pensi al diciannovenne aspirante allievo Carabiniere Renato Magi che non esitò ad combattere la tracotanza dell'occupante e del solerte sgherro repubblichino per liberare l'Italia da questa piaga, seguendo l'esempio del Carabiniere Vittorio Tassi. Per quanto ci interessi, non è possibile raccontare quello che fecero e cercarono di fare i tanti Carabinieri in Toscana, come in altre parti d'Italia, in difesa dei cittadini che erano rimasti nelle rispettive zone di responsabilità. Così fecero anche 3 giovani Carabinieri, Alberto La Rocca, Fulvio Sbarretti e Vittorio Marandola che decisero che la vita di 10 innocenti cittadini era più importante della loro (se ne è parlato anche in un fascicolo del Notiziario storico dell'Arma dei Carabinieri del 2018). Il Paese ne fu riconoscente nonostante il vigliacco atteggiamento dell'esercito nazista. "Onori, onori ai prodi Carabinieri!" A voi buon ascolto! A noi un vostro voto (come le maestre della Primaria) sia su Apple Podcast (ratings&reviews) sia su altre piattaforme di ascolto che consentono di riportare un indice di gradimento!
I Carabinieri, gli Alleati e la vita quotidiana Con questo episodio vogliamo toccare un tema poco conosciuto o addirittura sconosciuto. Sappiamo che al seguito del contingente alleato, i Carabinieri furono tra i primissimi ad entrare nella Capitale allo scopo di ricostituire rapidissimamente i comandi dell’Arma che erano presenti a Roma sino al 7 ottobre 1943. Dunque un bisogno diffuso di pubblica sicurezza che i Carabinieri assolvevano con la soddisfazione dei comandi alleati preoccupati di non "perdere" militari nelle attività diverse da quelle di combattimento e di supporto al combattimento. L'ingresso a Roma fu anche l'opportunità per istituire nuovamente il Comando Generale (21 luglio 1944), ce lo ricorda il Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri dell'anno 2016, n.3. Di conseguenza fu soppresso il Comando Carabinieri dell’Italia Liberata di cui il generale di divisione Giuseppe Piéche ne era stato comandante dal 19 novembre 1943 al 19 luglio 1944. L'allontanamento del Fronte dalla Capitale fu anche importante perché avviò una ricerca di ordine e di ritorno alla normalità per quanto possibile. A tale scopo proprio alla fine del 1944 fu tracciato un bilancio delle attività condotte sul territorio nazionale liberato a favore degli Alleati. Il documento reperito presso l'Archivio Storico dell'Arma dei Carabinieri testualmente riporta “Contributo dell’Arma e delle popolazioni alla causa degli alleati”. Dunque un testo che guardava molto al contributo militare e poco e nulla diceva sul servizio d’istituto. La narrazione non riporta naturalmente ciò che accadde ai Carabinieri in quei mesi, il ripristino delle Stazioni Carabinieri, le difficoltà logistiche, quelle alloggiative, la penuria di cibo, una criminalità spicciola e poi quella organizzata che approfittava di ogni occasione per commettere crimini di ogni tipo. Insomma, anche i Carabinieri Reali che ebbero a che fare con gli Alleati e con le loro Military Police si trovarono impegnati come raccontiamo in questo episodio. A voi buon ascolto! A noi un vostro voto (come le maestre della Primaria) sia su Apple Podcast (ratings&reviews) sia su altre piattaforme di ascolto che consentono di riportare un indice di gradimento!
Con l'episodio 80 dedicato alla Resistenza dei Carabinieri a Roma abbiamo pensato di sottotitolarlo "Le altre bande" per aiutare il nostro follower a comprendere la complessità che si cela dietro la semplice affermazione del Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri del Generale Filippo Caruso. In particolare, il FCRC si è creato progressivamente dai primi nuclei costituiti in modo spontaneo già all'indomani del 7 ottobre 1943 con la cattura e deportazione di molti Carabinieri romani e si è via via aggregato sotto lo sguardo attento del generale. Ciò significa anche che le varie formazioni si svilupparono autonomamente mantenendo poi questa autonomia che era coordinata dalla figura di prestigio di militare e di ufficiale dei Carabinieri come Filippo Caruso. Ecco dunque che emergono dall'oblio alcune vicende del poco conosciuto "Battaglione Carabinieri Reali Hazon" che raggiunse la consistenza di oltre 700 uomini in clandestinità (principalmente Carabinieri), la banda Montesacro - Sant'Agnese composta anche questa principalmente da Carabinieri delle due stazioni unite a quelli di Villa Savoia o ancora a Carabinieri che militavano in altre formazioni come il Gruppo Militare Clandestino Bertone che faceva capo alla Regia Aeronautica. Insomma abbiamo provato a dare qualche cenno e indicazioni su piccoli episodi di azioni lampo e di raccolta episodi utili, crediamo, a dare un'idea della complessità sia del fenomeno resistenziale, sia di quello dei Carabinieri in clandestinità, sia ancora delle difficoltà di vivere o forse diremmo meglio sopravvivere in una città sotto continua pressione e paura di arresto, torture e deportazioni. Eccovi dunque alla fine. Vi suggeriamo di seguirci se non lo fate già e di darci un cenno del vostro gradimento attraverso un voto che potete attribuire su alcune piattaforme di ascolto. Alla prossima!
Abbiamo deciso di soffermarci sulla Resistenza a Roma. Questa volta vogliamo ricordare i Carabinieri "Martiri delle Fosse Ardeatine", già appartenenti al Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri di cui abbiamo dato cenno la volta scorsa con la puntata “Ancora i Carabinieri di Filippo Caruso”. Ci sembra doveroso dedicare un intero episodio per ricordare alcuni militari dell’Arma tra i tanti caduti nella lotta di Resistenza contro i repubblichini e i nazisti. La Resistenza fu un movimento di uomini e donne, di ogni orientamento politico, ceto sociale, età e regione d’Italia, va sempre ricordato! E tale movimento di popolo si può “leggere” anche attraverso le lapidi dei 335 martiri della Fosse Ardeatine. Chi è romano o abita a Roma conosce forse meglio la vicenda terribile a cui furono sottoposti i Martiri, ma chi non ha mai conosciuto questa triste storia è opportuno che ascolti... Alla prossima! Fonti consultate: Mario Avagliano, Marco Palmieri, Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine. Le storie della 335 vittime dell’eccidio simbolo della Resistenza, Torino, Einaudi, 2024; I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980; Arnaldo Ferrara (a cura di), I Carabinieri nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1978.
Per chi è iscritto al nostro podcast Storia dei Carabinieri e chi si è appassionato a queste vicende, sa bene che nel corso della quarta stazione abbiamo parlato dei Carabinieri a Roma, nella difesa della Capitale (episodio 72), ma anche in quelle legate alla fase di confronto culminata con il vile internamento per ordine dei vertici della RSI il 7 ottobre 1943 (episodi 73 e 75). Avevamo anche detto parecchio sulla Resistenza a Roma, ma ci è sembrato importante dare qualche indicazione in più. Dunque siamo ben lieti di iniziare la quinta stagione proprio parlando di Caruso e dei suoi uomini (e donne). Vi auguriamo un buon ascolto invitandovi a seguirci su Instagram! Se proprio proprio volete avere altre info ... allora ci trovate anche in altri social ... ci avete già cercato? :) Fonti consultate: Romano Battaglia, Storia della Resistenza italiana, Torino, Einaudi, 1964; I Carabinieri 1814 –1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980; Flavio Carbone (a cura di), Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943”, a. LXX (2023), pp. 207-219; Filippo Caruso, L’Arma dei Carabinieri Reali in Roma durante l’occupazione tedesca, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1946; Arnaldo Ferrara (a cura di), I Carabinieri nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1978.
Care amiche, cari amici, siamo arrivati alla fine della quarta stagione. Per noi un percorso molto lungo e complesso che ci ha permesso di raccontare un pò di storia dei Carabinieri, nella speranza che possa aver suscitato curiosità e passione anche da parte di qualche ascoltatore. Come sapete tutti voi che seguite questo podcast, avevamo continuato ad offrire sin dall'inizio una pubblicazione degli episodi a carattere bisettimanale, cercando di di gestire tutte le attività legate alla promozione del progetto. Siamo così arrivati all’episodio 77 della cosiddetta serie ordinaria. In realtà avevamo in mente di chiudere con un’altra puntata ma un piccolo impedimento di salute ha fatto saltare i progetti, ritardando l’uscita anche di questo episodio. Dal 15 marzo al 6 dicembre abbiamo pubblicato complessivamente 20 episodi ordinari, 8 episodi extra (interviste concesse, relazioni a convegni, tavole rotonde ed altro) e una intervista fatta ad Adriana Migliucci in merito al diario dell’internamento del nonno, brigadiere dei Carabinieri. Nonostante la buona volontà non siamo riusciti a toccare la serie delle piccole storie anche se abbiamo un personaggio strabiliante, ma sconosciuto di cui parlare e un altro dalla vita altrettanto interessante del quale stavamo negoziando con un discendente. Proveremo nei prossimi mesi... Per gli approfondimenti dobbiamo necessariamente rinviare a quanto pubblicato nel blog storiacc.hypotheses.org (trovate le informazioni sulla bio, cliccando su linktree). Naturalmente contiamo di scrivere prossimamente un post dedicato alla stagione. Grazie a tutti voi che ci avete ascoltato in queste lunghe settimane dando fiducia al nostro impegno e alla nostra passione. Segnaliamo qualche piccola cosa rimandando il resto all'ascolto della puntata speciale dedicata alla chiusura della stagione... Una cosa bellissima che ci ha fatto emozionare è la citazione fatta del nostro podcast al termine della puntata 28 di “Chiedilo a Barbero” (qui il link) dove si cita la presenza del nostro podcast, dopo aver parlato di Pastrengo e della carica dei Carabinieri. Un ultimo successo di fine anno è la pubblicazione di un lavoro con i tipi delle Edizioni Chillemi. Si tratta della prima opera realizzata in collaborazione con il podcast Storia dei Carabinieri: “Una fiamma d'argento in guerra. Storia e memorie di un carabiniere reale 1915-1917” a cura di Paolo Pozzato e Flavio Carbone, grazie anche a Edizioni Chillemi (qui il link). Grazie mille per l’attenzione, ci aggiorniamo prossimamente con altri possibili contribuiti sui canali social dove siamo presenti. Per il momento ci prendiamo una pausa nel progetto principale, il podcast storia dei Carabinieri con l'intenzione di riascoltarci tra qualche mese. Nel frattempo, se avete voglia di collaborare al podcast, al blog, ad uno dei canali social dove siamo presenti, mandateci un messaggio diretto e ne parliamo insieme. Se non lo avete fatto ancora iscrivetevi su Spotify o su Apple Podcast e soprattutto dateci un voto, premierete il nostro impegno ! Grazie Nel frattempo, rimanete con noi e seguiteci. Dove? Su Instagram per i più social, ma vi ricordo che abbiamo un canale YouTube, approfittatene. E se volete un riepilogo di tutte le attività, vi dobbiamo inviare a iscrivervi alla nostra newsletter. Tutti i link in bio, mi raccomando!
Come sapete bene ascoltando questo podcast, abbiamo già parlato dei Carabinieri a Roma, sia nella difesa della Capitale (episodio 72), sia nelle settimane difficili comprese tra la fine dei combattimenti e la cattura e l’internamento dei Carabinieri di Roma (episodi 73 e 75). Ora è giunto il momento di toccare un tema strettamente collegato, ovvero cosa fecero quei Carabinieri che fortunosamente riuscirono a sottrarsi alla cattura e a dileguarsi. Molti di questi rimasero nascosti grazie alla rete di solidarietà composta da semplici cittadini, da amici, colleghi e superiori che erano già riusciti a trovare un modo per combattere l’occupazione tedesca. La maggior parte dei Carabinieri si riunì nella lotta all’interno di un’unità molto particolare, la Banda Caruso, dal nome del suo comandante, il Generale Filippo Caruso. Ecco dunque di cosa parleremo brevemente in questa puntata. Un autorevole storico della Resistenza, partigiano anch’egli ricordò le vicende dei Carabinieri in poche righe: "Il 7 ottobre sono catturati nelle caserme di Roma e deportati in Germania 1.500 carabinieri, rei soltanto di «delitto di pensiero», cioè di conservarsi nel loro intimo fedeli al giuramento prestato al re. Il 16 ottobre sono catturati in ghetto, e deportati in Germani 2.091 ebrei, rei soltanto di esser nati da un seme diverso da quello delle SS naziste" (Battaglia, 1964, 237). Il 7 ottobre 1943 rappresentò lo spartiacque tra quella fase attendista e guardinga che l’Arma dei Carabinieri Reali, senza più un Comando Generale motore dell’Istituzione, visse e quella più attiva della Resistenza non solo al tedesco, ma soprattutto a quegli italiani che avevano aderito al progetto fratricida fascista repubblichino, complice ed esecutore ancora più feroce dello stesso occupante. La nomina di Archimede Mischi (1° ottobre) a comandante generale dell’Arma e la cancellazione di quell’aggettivo “Reali”, che tanto stava a cuore agli stessi militari, rappresentavano segnali nefasti per tutto l’organismo militare. Lo spartiacque, si è detto, fu il 7 ottobre 1943 perché chiarì definitivamente per tutti i militari dell’Arma quali fossero le reali intenzioni dell’occupante tedesco e del fedele e solerte gregario repubblichino. Buon ascolto! Fonti consultate: Romano Battaglia, Storia della Resistenza italiana, Torino, Einaudi, 1964; Flavio Carbone, La partecipazione dei Carabinieri al Fronte Clandestino di Resistenza. Roma 1943, in Flavio Carbone (a cura di), Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943”, a. LXX (2023), pp. 229-234; Annamaria Casavola, La deportazione rimossa dei Carabinieri romani. 7 ottobre 1943, in Flavio Carbone (a cura di), Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943”, a. LXX (2023), pp. 187-205; Anna Maria Casavola, 7 ottobre 1943. La deportazione dei Carabinieri romani nei Lager nazisti, Roma, Edizioni Studium, 2008; I Carabinieri 1814 –1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980; Massimiliano Sole, I piani nazisti per la deportazione dei Carabinieri di Roma nei telegrammi intercettati dagli alleati, in Flavio Carbone (a cura di), Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943”, a. LXX (2023), pp. 207-219.
Episodio 65. I Carabinieri nella Francia occupata. La difesa degli Ebrei Care amiche, cari amici, in questo episodio cerchiamo di andare a fondo di una questione che solo negli ultimi anni in Italia ha avuto maggiore attenzione, forse quella che si sarebbero aspettati tanti testimoni silenti di questa vicenda. Oggi parliamo del ruolo dei Carabinieri nella Francia occupata e in particolare a difesa degli Ebrei. Questa sembra una storia incredibile ma ha una sua ratio. La guerra resta una cosa terribile e i comportamenti degli essere umani cambiano, in genere in peggio. Questa ci sembra una bella storia che invece vogliamo condividere con voi. Angelo Donati un banchiere italo-francese scrisse al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Reali il 21 aprile 1946 precisando “Verranno resi noti documenti trovati negli archivi della Gestapo di Parigi, che provano che le autorità italiane si sono opposte alle misure razziali tedesche […] fra i nomi citati vi saranno quelli di tre ufficiali dell’Arma dei carabinieri: colonnello Mario Bodo, capitano Claudio Salvi, capitano Massimo Tosti, ai quali sarà reso un riconoscente omaggio”. Sono parole chiare e nette che non necessitano di commenti. Perché ricordarlo ancora dunque? Perché ci sono parti di questa storia che non sono state raccontate e che, oramai, sarà ben difficile riuscire a raccontare in modo dettagliato e puntuale. Resterà nella memoria collettiva di chi ha vissuto quei terribili momenti il pensiero che soldati occupanti di un Paese straniero hanno salvato la vita a cittadini di quel Paese a cui i poliziotti, i gendarmi e i fascisti di quella nazione volevano toglierla consegnandoli ai tedeschi. Sembra una vicenda molto strana, ma in questa storia così particolare, vi furono tanti Carabinieri che, forti della loro esperienza di forza dell’ordine e di polizia militare seppero opporsi decisamente ai tentativi francesi di portare alla morte persone innocenti. In questo senso, ci sembra che la storia di Massimo Tosti rappresenti una delle tante storie che questa volta possiamo raccontare. In conclusione, vi ringraziamo molto per l’attenzione e ci auguriamo di potervi ritrovare all’ascolto delle prossime puntate. Se avete voglia di collaborare al podcast, al blog, ad uno dei canali social dove siamo presenti, mandateci un messaggio diretto e ne parliamo insieme. Che cosa ne pensate? Vi è piaciuto questo episodio? Avete curiosità? Aspettiamo un vostro commento. Su Spotify o su Apple Podcasts potete valutare il nostro podcast. Non aspettate! Correte subito a mettere le stelline! Grazie! Fonti consultate: Giuseppe Altamore, A testa alta. Massimo Tosti il carabiniere che salvò 4000 ebrei, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2020
Care amiche, cari amici, questa volta tocchiamo un tema che ancora oggi crea una certa tensione e sofferenza. Alla proclamazione dell’armistizio, la situazione in Italia si fece estremamente difficile e i reparti italiani improvvisamente e senza alcuna comunicazione preventiva si trovarono a vivere un cambiamento di fronte che portò al crollo dell’Esercito in pochissimo tempo. Nei territori esteri la situazione fu anche più complessa. In particolare vogliamo parlare della situazione in Albania, occupata nel 1939 e diventata formalmente un regno sotto lo scettro di Vittorio Emanuele III. Sicuramente il 23 settembre 1943 rappresenta una data importante per la Storia del nostro Paese. Un Vice Brigadiere dei Carabinieri Reali, Salvo D'Acquisto, offre la propria vita per salvare quella di ostaggi innocenti ed è ucciso dai tedeschi che cercano una vendetta immotivata. Ne abbiamo parlato in un episodio di questo podcast, poi chiacchierando con il giornalista Paolo Borrometi di AGI e infine ne vorremmo scrivere sul nostro blog (sempre aperto a collaborazioni). Quel 23 settembre rappresenta anche la nascita dell'effimera Repubblica Sociale Italiana. Infine, per la nostra storia è la data di cattura o di passaggio ai partigiani albanesi dei Carabinieri della colonna Gamucci. Alla proclamazione dell’armistizio andiamo a scoprire quale fu la sorte dei Carabinieri Reali in quei territori. Ne parliamo brevemente in questa puntata. Vi ricordiamo che per noi è importante il vostro riconoscimento con l'attribuzione di una specie di voto, le stelline (mi raccomando, se vi è piaciuto almeno 5) votando il podcast sia su Spotify, sia su Apple Podcast. Buon ascolto! Fonti consultate: I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980; Si segnala il diario del tenente Ponzi reperito su di un sito internet curato da un discendente; Tullio Mereu, Da Tirana a fushe gurra. La Storia della Colonna Gamucci, su Academia.edu; Tullio Mereu, Colonna Gamucci. A case of predictable inevitability, su Academia.edu; Relazione L'eccidio della colonna Gamucci. Ottobre-dicembre 1943 Albania custodita presso la Direzione dei Beni Storici e Documentali dell'Arma dei Carabinieri; Giovanni Villani, Il sistema di occupazione fascista in Albania, in Laura Brazzo e Michele Sarfatti (a cura di) Gli ebrei in Albania sotto il fascismo una storia da ricostruire, Giuntina, 2010. Credits per l'immagine dei due Carabinieri adottata in copertina: Archivio Centrale dello Stato (immagine reperita in internet).
In questo episodio 75 della quarta stagione tocchiamo due momenti molto difficili della vita della Capitale d'Italia sotto l'occupazione tedesca. Tra i momenti tragici dei nove mesi compresi tra il settembre 1943 e il giugno 1944 se ne possono ricordare due che costarono la vita a tanti italiani: la cattura dei Carabinieri Reali il 7 ottobre 1943 e la deportazione dei cittadini italiani di fede ebraica il 16 ottobre successivo. Ma perché queste due retate e che conseguenze ebbero nella storia di Roma di quei mesi? Ne parliamo brevemente in questa puntata. Sulla base delle ricerche condotte negli archivi inglesi il colonnello Massimiliano Sole afferma che "Kappler nel telex del 20 settembre con il quale comunicava a Berlino che L’opposizione al potere tedesco in Roma diventa sempre più palese. Gli amici della Germania segnalano il crescente odio dei Carabinieri, che sono la fonte di quasi tutta l’animosità contro i tedeschi […] Confido di poter presto trasmettere le prove di un piano d’attacco alla guarnigione tedesca". In sostanza rappresentavano un elemento inaffidabile, fedele invece a casa reale e pronto a combattere la presenza nazista come avevano già fatto a Napoli. Erano da eliminare. Ricordate di premiarci con le vostre stelline (mi raccomando, se vi è piaciuto almeno 5) votando il podcast sia su Spotify, sia su Apple Podcast. Buon ascolto! Fonti consultate: Massimiliano Sole, I piani nazisti per la deportazione dei Carabinieri di Roma nei telegrammi intercettati dagli alleati, in Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943), a. LXX (2023), pp. 207-219; Annamaria Casavola, La deportazione rimossa dei Carabinieri romani. 7 ottobre 1943, in Rassegna dell’Arma dei Carabinieri, Numero Speciale “I Carabinieri del 1943), a. LXX (2023), pp. 187-205; Annamaria Casavola, 7 ottobre 1943. La deportazione dei Carabinieri romani nei Lager nazisti, Roma, Edizioni Studium, 2008, ora anche in Carabinieri tra resistenza e deportazioni. 7 ottobre 1943 - 4 agosto 1944, Roma, Edizioni Studium, 2021; Enrico Cursi, Carabinieri da eliminare, Roma, Edizioni Chillemi, 2018; I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980; Credits per l'immagine adottata in copertina: https://www.facebook.com/photo/?fbid=10222143731931582&set=gm.1647248495715894&idorvanity=1023545944752822, postata il 18 aprile 2023 nella pagina Facebook Caserme e Carabinieri dal 1814 ai primi anni ‘90.
Care amiche, cari amici, benvenuti in un nuovo episodio di Storia dei carabinieri; siamo arrivati al settantaquattresino (74°) episodio della serie “normale”. State ascoltando una puntata della quarta stagione del podcast di Storia dell’Arma dei Carabinieri. Ricordare la figura del Vice Brigadiere dei Carabinieri Reali Salvo D’Acquisto è sempre molto difficile. Ciò che egli fece in quel lontanissimo 23 settembre 1943 trascende i valori che l’Arma dei Carabinieri porta nel suo DNA sin dalla fondazione per assurgere ad un livello superiore. Dunque, ci è parso opportuno partire dal riconoscimento che l’Italia ha voluto concedere “alla memoria” di un Carabiniere ventitreenne: la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Ecco la motivazione: Esempio luminoso d’altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pure essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così — da solo — impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma. Torre di Palidoro (Roma), 23 settembre 1943 Suggerirei a chi ascolta questo episodio di provare a leggere la motivazione a voce alta, riascoltando la propria voce. Certamente si individua immediatamente il peso della retorica ma la motivazione, sfrondata da questa, appare potente. Dunque cosa successe nell’arco di meno di ventiquattr’ore tra la sera del 22 e quel terribile 23 settembre 1943 ce lo raccontano i testimoni e i documenti che gli studiosi hanno potuto analizzare. Ma vi lasciamo ascoltare l'episodio... Per approfondire: I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980; Arnaldo Ferrara, Storia documentale dell'Arma dei Carabinieri. Dal secondo conflitto mondiale alla nascita della Repubblica, Roma, Ente Editoriale per l'Arma dei Carabinieri, 2014; Maria Grazia Fida, Oltre la storia. L’eroe dell’amore. Vita e morte del vice brigadiere Salvo D’Acquisto, Piacenza, Berti editore, 2011;Rita Pomponio, Salvo D’Acquisto. Il martire in divisa, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2008 (ora stampato nuovamente da Ente Editoriale per l'Arma dei Carabinieri, Roma, 2020); Marino Codi, Salvo D’Acquisto. Storia di una vita donata, Torino, Elle Di Ci, 1993; Giuseppe Rimbotti, Salvo D’Acquisto. Un carabiniere da non dimenticare, Milano, Edizioni Paoline, 1992; Vi chiediamo di valutare il nostro podcast (non il singolo episodio), su Spotify o anche su Apple podcast se siete possessori di un melafonino. A voi costa pochissimo ma per noi che investiamo tanto tempo in questo progetto è molto importante. Se volete aiutarci ancora iscrivetevi alla nostra newsletter. #linkinbio!