Il Maestro, nella seconda puntata del podcast, svela i segreti della direzione d’orchestra, che tramanda alle giovani bacchette grazie all’Italian Opera Academy, in arrivo a Milano. E, da Mozart a Verdi, affronta il tema del gioco offerto dai significati nascosti dei libretti.
La leggendaria bacchetta svela le ragioni che l’hanno portato a fondare una vera e propria Accademia per direttori d’orchestra, che dal 2015 gira il mondo per non disperdere quel patrimonio di conoscenze sul repertorio operistico che ha ereditato dai giganti della scuola italiana.
Nella prima Pasqua dopo la riapertura, l’organista titolare di Notre Dame ci fa entrare nella cattedrale parigina e ci svela i segreti di uno strumento secolare, uscito miracolosamente indenne dal terribile incendio del 2019.
La pianista coreana Ilia Kim ricorda il marito Piero Rattalino, genio della critica, a due anni dalla morte: «La “Patetica” di Beethoven è la fuga dalle tenebre». La sua interpretazione in esclusiva per gli ascoltatori del podcast.
Luca Schieppati smonta la leggenda nera che circonda Salieri, alimentata da Puskin e dal film Amadeus. Ma ci mostra l’immensa distanza tra un Concerto del compositore di Legnago e il genio smisurato di Mozart nel suo K 271.
L’arpista Stefania Scapin ci prende per mano in questo viaggio nel repertorio senza confini di uno strumento magico. Da Scarlatti a Ravel e Debussy, da Britten fino alla musica dei giorni nostri, entrando anche nel territorio del jazz.
Il mezzosoprano Veronica Simeoni ripercorre la sua carriera alla luce di una folgorazione avvenuta da ragazza. La vita è cambiata dopo aver ascoltato la Callas in tv. E oggi la cantante d’opera calca gli stessi palchi della Divina.
Andrea Dulbecco, pioniere del vibrafono, ci fa salire a bordo del suo strumento per mostrarci i mondi che frequenta abitualmente: il jazz e la musica colta contemporanea. E ci svela i segreti del suo nuovo album in quartetto: Voices.
Si chiamano Fearless Five e sono il quintetto «senza paura» di Enrico Rava (con Paggi, Diodati, Ponticelli e Polidoro). Abbiamo passato un giorno dietro le quinte per scoprire i segreti del gruppo e disco dell’anno Top Jazz 2024.
Dirigere un’orchestra dopo averci suonato per anni è un sogno, fondarne una è un’impresa. Per Enrico Fagone però non c’è nulla di eroico. È «un percorso di luce» che ha a che fare con la vita, la morte e la paternità.
A 60 anni dalla sconvolgente uscita di A Love Supreme, Ashley Kahn ci guida alla scoperta del capolavoro di John Coltrane. Il testamento spirituale del leggendario sassofonista che offrì questo album come dono a Dio.
Vanessa Tagliabue Yorke, cantante jazz e sperimentatrice, ci guida alla scoperta delle sue influenze tra Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Alice Babs e Maria Callas. E ci svela le fonti di ispirazione del suo ultimo album, Princess of the night.
Un viaggio nel tempo per sbirciare nel salotto di Fryderyk Chopin e assistere a uno dei leggendari recital che il compositore polacco offriva agli amici. Francesco Libetta ci guida alla scoperta di "Chopin selon Chopin": un album a cavallo tra sogno e filologia.
Trovare la propria voce in un sax contralto, partendo dall’imitazione dei giganti del jazz: Charlie Parker, Cannonbal Adderley, Lee Konitz e tanti altri. Rosario Giuliani ci guida attraverso la stilizzazione e l’innovazione con il suo inseparabile Selmer tra le mani.
Proteste, scaramanzie, attesa e inni: Milano si prepara al Verdi di Chailly. Ascolta le ultime novità prima dello spettacolo raccolte da Carlo Melato.
Chi l’ha detto che Mozart sia solo spensieratezza e bel suono? Roberto Prosseda, che ha appena concluso l’incisione per Decca dell’integrale pianistica di Wolfgang Amadeus, svela al pianoforte e al fortepiano le sue scelte timbriche, stilistiche e, soprattutto, emotive.
Senza fondamenta crolla tutto, nell’architettura come nella musica. Lo racconta, strumento alla mano, il bassista Federico Malaman: la lezione di Patitucci, Miller e Pastorius e il genio di Costa, Deidda, Faso e Saturnino al servizio delle star della canzone italiana.
Immaginare un suono che non c’è e spendere la vita per catturarlo, sfidando i colossi che dettano legge da due secoli. Paolo Fazioli quel timbro italiano, «solare, brillante e ricco di sfumature», l’ha trovato. E oggi i suoi pianoforti cantano nei teatri di tutto il mondo.
Separare la storia di Ramin Bahrami dalla musica di Bach è impossibile. Per questo il pianista iraniano ripercorre al pianoforte la fuga, l’uccisione del padre e la sua carriera. E ci ricorda la lezione di Johann Sebastian davanti al mondo in guerra.