Lampi di genio è una serie antologica di 12 puntate che racconta le storie di chi è stato capace di afferrare il momento e di tradurlo in una nuova invenzione. A partire da un evento apparentemente non collegato con il suo sviluppo, entreremo nella vita di persone che hanno reinterpretato la realtà con grande creatività tirandone fuori formule, prodotti e modelli che hanno cambiato il mondo.
Bette Nesmith Graham è una segretaria esecutiva. Negli anni cinquanta è una buona professione per una donna. Peccato che come dattilografa non sia proprio granchè. Infatti cancellare gli errori commessi dalle macchine da scrivere usate in quel periodo è difficile e la quantità di errori che produce con una nuova macchina molto sensibile e veloce la spinge a cercare una soluzione. Notando come nella pittura l'artista correggeva un errore dipingendoci sopra piuttosto che cancellarlo, decide di miscelare delle tempere per creare un correttore della giusta tonalità e consistenza. È così che ha ideato il bianchetto nel 1951: la prima sostanza che consentiva di coprire un errore e di scrivervi sopra la correzione.
In un giorno d’estate del 1943, tra le strade di Budapest, il giornalista ungherese Laszlo Biro si trova ad assistere ad una sfida a bocce di alcuni ragazzi. Nota che le sfere, dopo essere passate in una pozzanghera di fango, lasciano sul terreno una striscia di sporco, una traccia regolare e uniforme. Ecco lo spunto che cercava. Questa osservazione gli fornisce l’ispirazione per quella che sarebbe diventata la penna a sfera, penna che ancora oggi è largamente utilizzata in tanti paesi del mondo e che porta il suo nome, la biro. In pratica, Laszlo pensò di inserire nella punta di una penna una piccola sfera che consentisse di ottenere il medesimo effetto della biglia, facendo uscire l’inchiostro in modo rapido e uniforme. Il fratello, un chimico, si occupò di ottenere la giusta viscosità dell’inchiostro in modo che quest’ultimo potesse scorrere facilmente sulla sfera e, nello stesso tempo, asciugarsi velocemente, prendendo ispirazione dagli inchiostri usati nella stampa di giornali, i quali asciugavano rapidamente, lasciando la carta asciutta e senza sbavature.
È il 1949, due studenti di ingegneria, Silver e Woodland, sono sulla spiaggia, hanno deciso di passare una giornata al mare per riflettere meglio su una richiesta che il direttore di un supermercato ha fatto loro: trovare un sistema per marcare i prodotti e rendere più rapidi i pagamenti, La soluzione arriva quando Woodland comincia a disegnare con uno stecco sulla sabbia dei punti e delle linee orizzontali, che provengono dal codice Morse; si accorge che, se con le dita allunga in verticale quei segni, i tratti originati dai punti si trasformano in solchi più stretti che, accanto a solchi più larghi originati dalle linee, fanno di quel disegno un possibile nuovo codice. Nacque così il codice a barre, l’invenzione che rivoluzionò il commercio globale, il cui brevetto fu riconosciuto ill 7 ottobre del 1952.
Il figlio di Candido Jacuzzi, Kenneth, è affetto da artrite reumatoide da quando è nato. Sono dolori terribili per un piccolino. La famiglia lo porta da diversi medici che gli suggerirono delle sedute di idroterapia per alleviare un po’ la sua sofferenza. Il padre, emigrato negli USA con i fratelli cercare fortuna nel 1907, ha aperto coi fratelli un’azienda che sviluppa brevetti idraulici, ha un’idea: mettere una pompa che spinge aria nella vasca da bagno per massaggiare delicatamente il figlio. Nasce l'idromassaggio, la "J-300", che verrà commercializzata nel 1956.
È il 1886 e Josephine Cochrane, l’esponente dell’alta società americana, seduta nel suo salotto di casa, sente arrivare dalla cucina l’ennesimo rumore di stoviglie che si rompono. È il personale di servizio che lavando le sue porcellane, incorre nell’inconveniente della rottura. Seccata da tutto ciò, inventa la prima lavastoviglie.
Percy Spencer è un ingegnere alla Raytheon Corporation. Ama il suo lavoro e in egual misura anche la cioccolata. Se ne porta sempre una barretta in laboratorio. Quando sente che il calo di zuccheri si avvicina, si prende una pausa e se la gusta. Quella mattina sta lavorando a un progetto sui radar. Durante il test di un nuovo tubo a vuoto, realizza che una barretta di cioccolato che aveva in tasca si era sciolta più rapidamente di quanto si sarebbe aspettato: è stato il calore delle microonde. È il 1946 e nasce così il microonde.
È il 1990 e Joy Mangano un giorno, chinata come sempre sul secchio dove deve strizzare lo straccio da passare sul pavimento, si chiede com’è che non esista ancora uno strumento che impedisca di spezzarsi la schiena e che soprattutto si possa strizzare senza troppa fatica. Se ne inventa uno con la parte finale fatta di molti metri di cotone legato insieme e capace di avvolgersi da solo, senza bisogno di inchinarsi faticosamente per farlo. Insomma, ecco il mocio più famoso, come lo conosciamo e per il quale è conosciuta lei.
Marion Donovan è una neo-mamma ed è stanca di dover cambiare continuamente i pannolini di stoffa di sua figlia. Sono gli anni Quaranta e ancora non esistono gli usa e getta. Spinta dalla necessità, stacca la tenda della doccia e sviluppa il primo prototipo di pannolino impermeabile che, non solo riesce a mantenere il letto asciutto e pulito, ma non causa irritazioni o dermatite. Inventa così i pannolini usando il tessuto delle tende doccia per creare un copri-pannolino che si poteva riutilizzare.
Arthur Fry canta nel coro della chiesa. È una grande passione anche se tende a dimenticarsi le parole degli inni. Per questo si mette sempre sul leggio una miriade di foglietti con gli appunti. Una sera, durante le prove, gli cadono tutti sparpagliati a terra. È così infastidito dall’accaduto che decide di trovare una soluzione. Un suo collega ingegnere alla 3M, Spencer Silver, ha appena fallito una delle sue invenzioni. Invece di creare un adesivo super resistente, ne ha ottenuto uno a bassa aderenza e riutilizzabile. Perché non usarlo come segnalibro nel suo libro di inni? Gliene parla e Fry sviluppa l’idea. Siamo alla fine degli Anni Settanta e nascono i post-it. Il colore giallo dei biglietti viene scelto per caso, dai resti di carta usati nel laboratorio accanto.
È il 1913, Mary Phelps Jacob è al ballo delle debuttanti di Manhattan con un abito velato e danza che è una meraviglia. Le sue amiche le chiedono come faccia visto che i rigidi corsetti che loro indossano non permettono di fare movimenti molto disinvolti. Mary allora confessa di essersi fatta aiutare dalla domestica a confezionare un sostituto della “gabbia” di stecche di balena con due fazzoletti e un nastro rosa. Nacque così il primo reggiseno che fu visto come rivelazione.
Nell’inverno del 1903, Mary Anderson, un’allevatrice di bestiame dell’Alabama, si trova a New York e vede un autista del tram che tiene aperti i due finestrini per poter pulire il parabrezza dalla neve e dal ghiaccio. Ritornata a casa, disegna uno strumento manuale per tenere pulito il parabrezza stando nell’abitacolo e se lo fa costruire da una ditta locale. Lo strumento consiste in una leva interna all'auto che muove una stecca di gomma all'esterno del parabrezza. Ecco inventati i tergicristalli.
Nel 1941, l'ingegnere svizzero George de Mestral, al ritorno da un'escursione nelle Alpi si rende conto che i semi di una pianta si sono attaccati ai suoi vestiti (e alla pelliccia del suo cane), e in un modo curioso: i piccoli semi sono infatti ricoperti da piccoli ganci, grazie ai quali si appiccicano saldamente al tessuto (e, appunto, al pelo del cane). Da lì all'invenzione di un nuovo materiale, decisamente rivoluzionario per l'uso di tutti i giorni ma anche per la tecnologia, è stato un attimo.