Luisa Piccarreta, Libro di Cielo, Volume terzo

113. Le opere buone malamente fatte, sono di fastidio e di peso a Nostro Signore

112. L’ubbidienza spezza le contese e toglie i corrucci, e mette pace tra Dio e l’anima

111. Nelle anime di vita interiore non ci può stare la turbazione

110. La Regina Mamma offre Luisa a Gesù come vittima, per placare la divina giustizia

109. Tutto si converte in bene per chi veramente mi ama

108. Gesù sta dentro Luisa e per mezzo di lei rimira il mondo

107. Il solo amore operante è quello che distingue i veri dai falsi amatori, ché tutto il resto è fumo

106. Tutto ciò che esce da Dio entra in Dio

105. La mano di Dio là opera dove c’è il nulla, e mai vi mescola le sue opere con le opere materiali

104. L’uomo, mettendosi di fronte all’umanità di Gesù, ha il bene di potersi purificare, santificare ed anche divinizzare nella sua stessa umanità deificata

103. Nell’Italia si alza un fuoco ed un altro ne sta alzato nella Cina; a poco a poco si confondono in uno solo

102. I finti religiosi, unendosi agli aperti nemici della Chiesa, le daranno tale un assalto che pare incredibile a mente umana

101. Non ci può essere in Gesù crudeltà alcuna, ma tutto è amore

100. È necessario lo spargimento del sangue per purgare il campo di Gesù dalle acque velenose e pestifere

99. Dice Luisa a Gesù: “Non era minor male veder soffrire una sola che tanti poveri popoli?”

98. Dove giunge la cecità degli uomini, che mentre cercano di ferire Gesù feriscono sé stessi con le loro proprie mani!

97. Dice Gesù: “Figlia, stavo ad aspettarti per potermi in te un po’ riposare, ché più non posso”

96. Dice Gesù: “La migliore cosa è rimettersi in me; essendo io pace, ancorché [tu] vedessi mandare castighi, resteresti in pace senza provare turbazione”

95. Il decreto dei castighi è firmato, non resta altro che decidere il tempo dell’esecuzione

94. Dice Gesù a Luisa: “Col richiamare in te le mie sofferenze verrai a placare il furore mio”