Maceratando

Curiosità ed eventi storici della città di Macerata diventano un podcast. A guidare questo viaggio sarà Roberto Cherubini, uno degli ideatori del progetto "Maceratando" che "sfoglierà" attraverso una serie di articoli e podcast un’opera monumentale del compianto Franco Torresi.

Episodio 40 - 11 dicembre 1901, la grave disgrazia allo Sferisterio

Domenica mattina circa alle 11 Marzetti Giuseppe, falegname di anni 52, addetto al molino Brizio e macchinista al teatro dell'Helvia Recina allo Sferisterio, era intento ad abbassare una tenda di un finestrone del teatro ed aveva appoggiato una scala alle imposte per salirvi. Non aveva fatto che quattro pioli quando la finestra si apre e il pover'uomo precipita a capofitto sulla piazza trascinandosi nella caduta la scala.Accorsero prontamente alcuni cittadini e guardie che costatarono la immediata morte del disgraziato Marzetti il quale fu prontamente portato all'Ospedale. Egli aveva battuto il capo e per la violenza del colpo il cranio era fracassato. La cittadinanza fu povero gravemente impressionata dal fatto luttuoso toccato al operaio. All'Helvia Recina fu sospesa la rappresentazione che doveva aver luogo quella sera. Sappiamo che per alleviare le sofferenze della disgraziata famiglia dell'operaio, l'Helvia Recina farà quanto prima una recita di beneficenza.(L'Unione, 14 dicembre).www.maceratando.com

07-16
02:03

Episodio 39 - La morte dell'Onorevole Costa (1900)

La morte dell'onorevole Costa.«Roma 30 gennaio, ore 15- Stamane alle ore 11 dopo una straziante agonia è morto per vizio cardiaco il deputato Alessandro Costa>>. Il Marchese Alessandro Costa nacque a Macerata l'11 gennaio 1845, aveva appena 55 anni. Egli prese parte alla nostra Amministrazione comunale durante parecchi anni e nell'esercizio amministrativo si dimostrò capace e di indiscussa onestà. Nelle elezioni politiche del 1886 egli si presentò deputato per la provincia di Macerata, con programma conservatore. Allora vigeva lo scrutinio di lista e il Costa, se non erriamo, riuscì il primo della maggioranza: a Macerata specialmente ebbe una splendida votazione dovuta forse a qualche atto energico d'epurazione messo in opera durante il suo sindacato. Nel 1890 fu rieletto deputato e nel 92 quando fu ripristinato il collegio uninominale ebbe la rappresentanza politica di Macerata. Da allora sedette continuamente nel consesso legislativo, dando sempre invero prova di coerenza e di onestà. Noi che non siamo certo sospetti di piaggeria, avendolo combattuto nelle elezioni politiche, perchè nostro avversario politico, dobbiamo certo riconoscere in lui una grande e lodevole indipendenza di carattere. Sebbene iscritto al partito conservatore più ortodosso, l'on. Costa, infatti più volte si schierò contro i suoi stessi amici politici, quando le sue vedute personali erano diverse, e più volte ebbe a trovarsi nei voti importanti, in compagnia dei deputati di estrema sinistra.Nelle ultime votazioni di sfiducia contro il Ministero Pelloux, ad esempio, come ai tempi di Crispi fu costantemente all'opposizione. www.maceratando.com

07-16
02:44

Episodio 38 - L'elezione di Maffeo Pantaleoni (1900)

L'elezione di Maffeo Pantaleoni. I presidenti delle sezioni si adunarono la mattina del 19 nella Sala Comunale. Senza contestazioni il comm. Filippo Cocchi proclama eletto il Professore Maffeo Pantaleoni con voti 1496 contro 1359 toccati al Ciccolini. Scoppia una triplice salve d'applausi ed i sostenitori del Pantaleoni si danno appuntamento per le tre in Piazza Mazzini. Le fanfare cittadine potranno suonare fuori della città, e non potranno recarsi al monumento di Garibaldi. Questo è il primo ordine della questura. Ma la folla non è scontentissima. L'avv. Martini va a conferire coll'ispettore di P.S. Mentre si attende l'esito delle pratiche che il Martini sta facendo, le fanfare seguite dai dimostranti imboccano la via delle Mura, dello Sferisterio, percorrono il Borgo S. Michele e fanno sosta nell'aia di un contadino. Qui l'avv. Antolisei pronuncia uno dei suoi più ammirevoli discorsi entusiasticamente applaudito. Giunge la notizia che la questura ha permesso l'ingresso in città. L'avvocato Martini ha operato il miracolo. Il corteo numerosissimo entra da Porta Duomo, percorre Via Gioberti, traversa Piazza Mazzini, va pel Corso Vecchio e Via Mozzi, fa sosta avanti il monumento dell'Eroe e qui l'avv. Antolisei con brevi parole inneggiando alla vittoria ed al Pantaleoni, prega i dimostranti di sciogliersi. Mai la città fu in preda a tanto entusiasmo. Pare che un'era nuova cominci, certo le idee di libertà, di moralità vinsero Domenica, contro tutte le corruzioni e le pressioni del governo, e Macerata ha degnamente onorato uno dei migliori suoi cittadini, ed ha risposto all'aspettativa di tutta Italia, che ansiosa attendeva la elezione di Maffeo Pantaleoni. (Il Risveglio). www.maceratando.com

07-16
02:51

Episodio 37 - La pista dell'ippodromo (1899)

La pista dell'ippodromo. Il campo boario per cui vennero spese ben 110 mila lire, era stato ridotto anche ad uso di ippodromo, in modo che nei giorni di mercato il bestiame doveva essere collocato nel prato, lasciandosi libera la pista. Ma a qualcuno è sembrato più utile per le finanze comunali ridurre il prato a campo di fieno e ripristinare la pista per i mercati, cosicché, se qualche associazione volesse promuovere delle corse, dovrebbe accontentarsi del viale delle mura, giacchè la pista autentica è difformata dai carri e dal bestiame, mentre il prato serve a fare il fieno per i somari del Municipio. (La Provincia maceratese, 22 ottobre). www.maceratando.com

07-08
01:36

Episodio 36 - La gara delle fanfare allo Sferisterio (1899)

La gara delle fanfare allo Sferisterio. Annunciata da tempo, Domenica 14 Maggio è stata tradotta in effetto la gara interregionale tra le fanfare delle Marche, dell'Umbria, dell'Emilia e della Romagna. Fin dalle ore prime della Domenica si notava un movimento insolito, straordinario dovuto nella maggior parte a gente accorsa dai paesi limitrofi. Le fanfare, che avevano data già precedentemente la loro adesione, fatta una debole eccezione, non mancarono all'appello e prima delle ore 9 erano per le vie a rallegrare la popolazione maceratese. Ad accrescere poi solennità all'avvenimento bandiere tricolori sventolavano su pubblici e privati edifici, drappi dai rutilanti colori adornavano i balconi sui quali potemmo ammirare il fiore del gentil sesso. Alle 10 circa, il corteo delle fanfare formatosi al Teatro Lauro Rossi, si recò ad apporre una corona al monumento di Garibaldi dove eseguirono molto egregiamente uno squisito concerto obbligatorio per tutti. Finalmente alle ore 11 avemmo la gara allo Sferisterio. Tutte suonarono con moltissima abilità, e davvero non avrei saputo a chi dare il premio, però a me fece impressione, specie per la scelta della musica, una fanfara di paese sì vicino che, benchè non della nostra provincia, può chiamarsi quasi maceratese, voglio dire quella della vicina M. Giorgio. Fu una vera sorpresa, mentre sino a qualche tempo fa nessuno sapeva che a M. Giorgio esistesse una vera e propria fanfara; oggi invece abbiamo veduto un nucleo, sia pur non numeroso di giovanotti, cimentarsi con fanfare già provette e sperimentate, ed uscire completamente vittorioso. Dopo mezzogiorno altro gran lusso di suoni, movimento straordinario, eccezionale, ed alle 6 la tradizionale Tombola allo Sferisterio. E veniamo al clou della giornata, alla premiazione delle fanfare nel Politeama Marchetti dopo uno spettacolo di prosa. L'aspettativa per questa premiazione fu grandissima durante la serata, e varie le impressioni. Il giudizio del giury rispose veramente alla impressione di tutti: le fanfare furono così premiate: 1. Fano; 2. Montegiorgio; 3. Narni; 4. Sinigaglia; 5. Monte San Giusto; 6. Fabriano. A tutte le nostre congratulazioni, specie a quella di Fano che fu a giudizio universale la migliore, e a quella di M. Giorgio, del cui successo in così poco tempo ottenuto meritano lode quei volenterosi giovani, e specialmente il Direttore Lombardi e il Cav. Pagani che ne è solerte presidente: auguri ancora di sempre nuove vittorie. In complesso una festa riuscitissima di cui va data lode al solerte comitato della Garibaldi. (Fil., La Provincia maceratese). www.maceratando.com

07-08
03:34

Episodio 35 - Cronaca della tumultuosa dimostrazione pel rincaro del pane (1898)

Cronaca della tumultuosa dimostrazione pel rincaro del pane. Un vivo malcontento serpeggiava da parecchio tempo fra le classi povere della nostra città per l'aumentato prezzo delle farine. La miseria, resa più acuta dalla mancanza di lavoro, faceva più fortemente sentire le conseguenze disastrose del rincaro. Una folla minacciosa cominciò mercoledì, giorno di mercato, a reclamare ad alte grida il ribasso dei prezzi. I più facinorosi recatisi sul posto ove lavorano molti operai per l'erigenda caserma dei carabinieri, costrinsero i lavoratori ad abbandonare l'opera per unirsi ai dimostranti. La schiera così ingrossata di numero si recò al Foro Annonario, ove si dette a saccheggiare il grano posto in vendita. Una fitta sassaiola fu diretta contro gli agenti della forza pubblica. E doveroso notare che il contegno degli agenti fu correttissimo. E fu notato il sangue freddo ammirevole del tenente dei carabinieri, che, sebbene fatto segno a ingiurie e vie di fatto, non perdette un sol momento la calma. Intervenuta la truppa si procedette ad arresti, taluni dei quali, bisogna pur dirlo, fatti a casaccio nel trambusto del momento. La folla sempre più crescente e minacciosa cominciò ad alte grida a volere il rilascio degli arrestati, i quali infatti furono uno dopo l'altro liberati tutti. Non per questo cessarono i tumulti. Parecchi si recarono sotto la casa del sindaco a lanciare sassate: il grosso della folla dimostrante si riunì sotto il palazzo comunale, emettendo grida di: Fuori il Sindaco. Il quale non uscendo, si ricominciò a lanciare sassi che facevano cadere in frantumi i vetri delle finestre. Il momento diventava veramente terribile per l'agglomeramento delle persone e l'eccitazione degli animi. Molti cittadini cercavano di mettere calma per evitare conseguenze disastrose. Trovata una panca invitarono lo studente Adinolfi ad arringare la folla tumultuante e minacciosa, per richiamarla a miti propositi. «Un popolo civile, egli disse, il quale si rispetta non deve trascendere ad atti di inutile violenza. Dalla parte vostra militano il buon diritto e la giustizia, ma se volete con simili metodi ottenere il vostro trionfo, allontanate da voi le simpatie degli onestis. Spiegò quindi che la colpa del rincaro non va attribuita agli esercenti, ma agli incettatori e ai dazi doganali di frontiera, ed affermò che solo con la partecipazione del popolo alla vita politica per patrocinare i suoi interessi, si possono estirpare i danni lamentati. Concluse, applaudito, chiedendo che si scegliesse una Commissione per parlare al Prefetto ed esprimergli i voti della popolazione maceratese. Della Commissione fanno parte l'Adinolfi, Gino Boriosi, Pietro Natali, il rag. Poloni e parecchi operai e donne. Passata a stento la Commissione attraverso la folla, si recò sul palazzo della prefettura, dove fu esposto il tutto al rappresentante del governo, il quale promise d'interessarsi della questione e di telegrafare al Governo il voto espresso per l'abolizione del dazio doganale. Uscita la Commissione, in piazza, per mezzo dell'Adinolfi, preso sulle spalle da parecchi, fece nota la risposta del prefetto. Recatasi quindi in mezzo alla ressa sul palazzo comunale, la Commissione espose al Sindaco Lazzarini la necessità di prendere provvedimenti solleciti per calmare l'agitazione. Il Sindaco promise di richiamare in vigore un regolamento comunale per la vigilanza sui prezzi del pane e delle farine, e di istituire, occor rendo, il calmiere. La risposta fu comunicata dall'Adinolfi all'enorme folla che attendeva. E dopo l'invito di questi alla calma lentamente i manifestanti abbandonarono la piazza. I negozi, le farmacie, i caffè restarono chiusi per tutta la giomata per timore di ulteriori disordini. Nella notte giunse un rinforzo di cento soldati di fanteria; e nella seguente mattina giunsero quaranta carabinieri. (Vessillo delle Marche). www.maceratando.com

07-08
04:41

Episodio 34 - Il Primo Maggio (1897)

Il primo Maggio.Malgrado lo sfoggio di forza pubblica, la giornata del 1° Maggio è passata, come sempre calmissima anche a Macerata. Nel pomeriggio un centinaio di socialisti, tra i quali alcuni rappresentanti di Pollenza e di Tolentino si riunirono nell'osteria di Sforzacoste, dove era pronta una carciofolata. Inutile dire che la riunione fu oltremodo allegra e fraterna e che l'intervento di alcuni carabinieri a cavallo, comandati dal tenente, i quali avevano preso le posizioni sulle colline circonvicine, pronti a dar l'assalto... ai carciofi al forno, non fece che provocare la più schietta allegria dei convenuti.Il sig. Giuseppe Pannelli brindò al trionfo del socialismo internazionale, parlarono poi lo studente Martini, il quale spiegò il significato del 1° Maggio, e, dietro le insistenze dei presenti, l'avv. Antolisei, che raccomandò ai socialisti una continua ed efficace organizzazione; il 1° Maggio, egli disse, non deve degenerare in un'accademia, ma deve invece essere la data, nella quale vengono passate in rassegna le forze del partito, per trarre da esse nuova lena a progredire in numero ed in potenza.Gli oratori furono applauditissimi. Venne pure raccolta una discreta sommetta a favore del giornale Avanti, per i numerosi sequestri subiti sotto la paterna vigilanza del ministero Starabba. I convitati fecero alla sera, col massimo ordine, ritorno a casa.(La Provincia maceratese).www.maceratando.com

07-02
02:15

Episodio 33 - L'omicidio a Villa Potenza (1896)

L'omicidio a Villa Potenza.Domenica scorsa circa le ore 19 si svolgeva a Villa Potenza un pietoso fatto di sangue.Senza dilungarci in particolari, dei quali la sola Giustizia necessita sapere, narreremo il fatto in poche parole.Nell'Osteria della Speranza, si trovano alcune persone, fra queste Ferdinando Alfonsi e Adolfo Campetti.Avendo quest'ultimo attaccato lite, per motivo della restituzione di una scure, con una terza persona, l'Alfonsi Ferdinando sopravvenne al diverbio e rivolse al Campetti alcune parole, per le quali questo si irritò talmente che senza aver tempo per riflettere, estrasse la rivoltella e ne esplose tre colpi contro l'Alfonsi quasi a bruciapelo, rendendolo all'istante cadavere. L'omicida commesso il delitto corse in sua casa, e da questa in quella di un agente di campagna e si trattenne fino a mercoledì -14- giorno in cui si consegnò al delegato Moretti.Noi ci asteniamo dal fare commenti sull'omicidio che ha impressionato non solo gli abitanti del luogo dove si è svolto, ma anche quelli di Macerata e paesi vicini; solo ci auguriamo che si conceda una buona volta, a Villa Potenza, la brigata dei Reali Carabinieri, i quali il più delle volte, riescono a impedire che si commettano gravi delitti.(L'Eco delle Marche, 17 ottobre).www.maceratando.com

07-02
02:17

Episodio 32 - I progetti per la nuova fontana in Piazza Vittorio Emanuele esposti in Municipio (1896)

I progetti per la nuova fontana in Piazza V.E. esposti in Municipio.Quattro sono stati i concorrenti e cioè: lo scultore Sestilio Rosa che ha presentato due progetti, l'Ing. Giulio Benedettelli, l'Ing. Graziani e il Prof. Salvatore Giarrizzo che ne ha presentati sette.Il primo presentato dal Rosa è geniale e pregevole, ma importerebbe una spesa di molto superiore a quella preventivata dal Comune. Su una base rettangolare con vasche laterali, due teste di delfini gettano acqua: superiormente quattro leoni in bronzo reggono un piedistallo su cui poggia la figura allegorica dell'Acqua che da una conchiglia getta al di sotto il liquido elemento.Grande e ornamentale è il bozzetto del Graziani. In mezzo ad una vasca ovale con gradinata e sormontata da 8 merli sopra 4 dei quali poggiano dei puttini con frecce, sorgono 4 grossi delfini attorcigliati, che reggono con la coda una conca sopra la quale altri quattro delfini più piccoli gettano acqua: superiormente un altro piedistallo che regge una conca più piccola, dalla quale esce un getto. Ai quattro lati della vasca stanno quattro mascheroni gettanti acqua su altrettante vaschette di pietra. Tra una vaschetta e l'altra è scolpito lo stemma di Macerata. Semplicissimo ed elegante è il bozzetto del nostro concittadino Ing. Lucio Benedettelli. Nel mezzo di una vasca rettangolare, terminata da quattro semicerchi a due a due uguali, si inalza il piedistallo portante una tazza sormontata da un altro piccolo piede e tazza. Ai 4 angoli della vasca stanno 4 sfingi alate di ghisa e due mascheroni agli estremi della fontana danno acqua potabile. Intorno alla vasca come una gradinata destinata a formare il basamento dell'opera ed a costituire il piano del bacino. Il Prof. Giarrizzo, come abbiamo detto ne ha presentati molti, e parecchi di essi sono elegantissimi ed artistici. Ricorderemo la fontana dei delfini che consta di un basamento con 4 vasche laterali ed una maggiore sopra la quale, retta da quattro picco- lissimi delfini, si inalza un obelisco terminante con un gruppo di altri delfini gettanti acqua.(La Provincia maceratese, 26 agosto).www.maceratando.com

07-02
03:06

Episodio 31 - Echi del Carnevale (1896)

Echi del Carnevale.A feste finite da qualche giorno non è cosa di certo molto facile fare un po' di cronaca del carnevale maceratese.A farla breve però, bisogna confessare che il nostro carnevale si potrebbe riassumere in una lunga serie di feste da ballo con o senza maschere, veglioncini e veglioni, perchè dei così detti pubblici divertimenti non si sono avuti che quelli dati dalla Società Borghigiana nel Giovedì grasso e una parodia di corse al fantino martedì scorso.Maschere ci sono state e se di alcune il tacere è bello, non bisogna dimenticare i due carri allestiti dalla suddetta Società (rappresentanti uno l'allegria che saluta il commercio, l'altro la pace assisa in un trofeo di guerra), ed infine quello di martedì, composta da una nidiata di bambini, guidati da un pover'uomo che continuamente si sforzava d'inneggiare al carnevale e ... alla miseria.Non sono mancati una lotteria gastronomica, gettito di fiori e coriandoli e le scelte melodie delle tre bande cittadine. Il tutto condito con la massima indifferenza del pubblico e non poca musoneria.Il carnevale dunque, dicevamo, si può riassumere nelle numerose feste da ballo e, tanto per dirne qualche cosa, andremo per ordine cominciando dal Teatro Lauro Rossi, in cui i tre Veglioni dati la sera del 2, a beneficio del Ricreatorio festivo XX Settembre, la sera del 9 e del 18 corr. non potevano riuscire più brillanti sia per il concorso del pubblico, sia per numerose ed eleganti mascherine.In quello poi del 18 vi fu, come sorpresa, il popolare Saltarello, suonato dal solito valente e gioviale Amos Buttafoco, accompagnato, con una musica di nacchere, caccavelle, campanelli et similia, da una scelta corona di buontemponi.Al Politeama Marchetti animatissimo giovedì grasso. Agl'Impiegati, alla Filarmonica riuscitissime specialmente le ultime feste. All'Elvia Recina non si poteva desiderare proprio di meglio nei due veglioni dati nelle sere del 1° e del 15 corr.Chi non c'è stato non può farsi un'idea del magnifico colpo d'occhio che presentava la sala dello Sferisterio addobbata con gusto squisito dal noto e bravo tappezziere Paolo Perugini, il quale volle farne un lavoro d'impegno e ci riuscì perchè trasformò addirittura la sala in un vero e splendido padiglione orientale.Luce a profusione, fiori dappertutto, dame numerose ed elegantissime, largo concorso di soci ed invitati, buffet e restaurant forniti di tutto punto ed infine, come valido coefficiente per ben divertirsi, un affiatamento, più unico che raro.Il Presidente sig. Angelo Masini e Vice-Presidente sig. Pierucci, insieme a tutti i componenti il Comitato, possono essere ben soddisfatti se, per opera loro, la fiorente Società Elvia Recina ha saputo dare delle feste veramente splendide e memorabili. Un'altra festa da ballo che già immaginavamo doveva riuscire benissimo, perchè data da quei bravi giovani che compongono la Banda Cittadina Lauro Rossi, fu quella tenuta la sera di lunedì 17 corr. nei locali di musica siti nel fabbricato Pannelli. La sala splendidissima era insufficiente a contenere tutti gl'intervenuti. Numerosissimo il sesso gentile.Anche allo Sferisterio il veglione dato dalla Banda Borghigiana riuscì molto bene. Che dire poi dei balli dati dal Circolo Excelsior nelle cui sale per parecchie sere si è riversato sempre un pubblico animato, allegro, vivace!Innumerevoli sono state le feste private e noi non vogliamo chiudere queste note senza ricordare le feste date in casa del sig. Ignazio Tomassini che aprì ai numerosi amici le sue splendide sale, le quali, per parecchie sere, specialmente martedì, accolsero un gran numero d'invitati, ricevuti dagli ospiti con ogni sorta di gentilezze. E così senza infamia e senza lode si è spento Carnevale, non lasciando che nei giovani largo desiderio di sè. Parce sepulto!(L'Eco delle Marche, 25 febbraio).www.maceratando.com

06-25
04:46

Episodio 30 - Il Monumento a Garibaldi (30 aprile 1895)

Il monumento a Garibaldi.Il 30 Aprile, dovunque, nei palazzi dell'aristocrazia, nei miseri abituri, sventolavano bandiere, arazzi e tele multicolori; alcune facciate erano completamente ricoperte di fiori.Fin dalle prime ore del mattino le note melodiose delle Bande che giungevano in Macerata, risuonavano piacevoli nell'animo dei presenti, tantochè nessuno aveva l'aspetto malinconico. Verso le 10 molte associazioni con Bandiere, parecchie bande ed un numero straordinario di persone si recarono alla stazione per ricevere l'illustre filosofo Giovanni Bovio. L'ansietà, il desiderio di acclamarlo era tale, che nell'aspettativa, si udivano o da una parte o dall'altra emettere grida di plauso all'indirizzo dell'on. Bovio. E quando il fischio del vapore ne annunciò l'arrivo, fu un momento indescrivibile; i cuori battevano all'unisono, e dall'emozione, dalla gioia non si poteva gridare a squarciagola perchè la parola rimaneva strozzata dalla piena dell'entusiasmo. Gli studenti universitari abbracciarono il padre della scienza, il Bovio, che commosso salutava rispettosamente. E dalla Stazione la folla seguì la carrozza, dove prese posto il Bovio, insieme al Sindaco, al Sig. Pietro Natali, acclamandolo freneticamente.Alle 10.40 incominciò a formarsi il corteo, il quale superava di un chilometro ed era composto di circa 7000 persone. C'erano 180 bandiere ed un centinaio di corone, fra le quali la migliore quella della Banda Comunale di Macerata. Alle 11.20 il corteo mosse da Porta Mercato attraversando Piazza Mazzini, Via Corso Vecchio, Piazzale Morichi, Via Mozzi, Traversa Illuminati, parte di Via Garibaldi, Via Tommaso Lauri, Via Cre- scimbeni, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Vittorio Emanuele, Via Giordano Bruno, Via Tommaso Lauri, Via Garibaldi, giungendo fin fuori la Barriera di Porta Romana.L'inno di Garibaldi, che durante il tragitto veniva eseguito da 29 bande e due fanfare, si ripercuoteva nell'animo dei cittadini, che plaudivano gridando: Viva Giuseppe Garibaldi!www.maceratando.com

06-25
03:01

Episodio 29 - Piccola guida di Macerata (1894)

Piccola Guida di Macerata.Nella prossima occasione delle grandi feste pel S. Giuliano, che attireranno sì gran copia di forestieri ho idea di pubblicare una piccola guida di Macerata che ritengo - riuscirà di sommo utile per tutti coloro che vogliono conoscere intus et in cute la nostra città, detta fin dall'Antico l'Atene delle Marche.Soltanto perchè la cittadinanza mi sia generosa del suo valido appoggio ed incoraggiamento mi permetto pubblicare qualche saggio del mio modesto lavoretto, scelto quà e là, aprendo a caso il mio voluminoso e non ancora compiuto lavoro.Fontana Monumentale. In mezzo alla Piazza Vittorio Emanuele ammirasi una splendida fontana monumentale, in forma di vasca da cui slanciasi, nelle grandi solennità, un copioso getto d'acqua ad altezza non indifferente. Detta vasca è formata da svariatissime foggie di pietre di vaghissimo e bizzarro lavoro. Alla sera quando non fa troppo fresco e la Banda Municipale fa le prove nell'Atrio del Teatro Lauro Rossi, vi si possono ammirare, seduti in giro in pose di robusti tritoni e di ninfe vezzose cittadini e cittadine Maceratesi e dentro l'acqua galleggiano perpetuamente stracci, frammenti di giornali, pezzi di legno e vari altri differenti e vaghi oggetti. Serve anche, specialmente nell'ore notturne di bagno ed abbeveratoio ai cani.Case operaie. Per opera di una filantropica Società Cooperativa edificatrice di case per operai ancora non si è costruita nessuna casa operaia, perchè non si può riuscire a trovare un luogo adattato e conveniente. Il tempo intanto passa: quando si sarà prossimi alle nuove elezioni Amministrative si tornerà a parlarne e ancora non se ne farà niente, con sommo decoro della nostra città e ad onore di parecchi benefici patrioti e ad utilità somma degli operai che ne hanno bisogno.Campo boario. Questa larga spianata originariamente destinata a mercato dei bovini è specialmente adattata per quelli da macello. Infatti in inverno vi si possono acquistare bovi e manzi in umido, ed in estate vitelli arrostiti. Serve anche per campo di corse di biroccini e velocipedi e per scuola di equitazione di Faustino Pascali. I cittadini poi vi giuocano a boccie, i ragazzi vi si rincorrono e fanno delle impertinenze, e la sera, quando c'è la luna, vi si ammirano molte coppie d'innamorati che fanno il comodo loro.Bagni pubblici gratuiti. Presso le breccie del Fiume Potenza sorgono elegantissimi stabilimenti di bagni che chiamansi del vallato. Le persone più timide però si lavano tra un sasso e l'altro del fiume. La più scrupolosa decenza presiede sovrana a questa igienica ed utilissima istituzione, frequentata specialmente nelle Domeniche. Essi sono più proficui dei bagni di mare a Porto-Civitanova offrendo il vantaggio di una potente reazione a quei Maceratesi che tornano dagli stabilimenti in città per la strada chiamata la corta di Potenza. Non v'è una rotonda, benchè vi si possino ammirare moltissime rotondità, panorami interessantissimi vi si scoprono con somma facilità; trattorie ed osterie numerose offrono eccellenti merende, e con un po' di buona volontà i bagnanti vi si asciugano, anzi prosciugano rapidamente.Statue e monumenti equestri. L'unico monumento equestre che ammirasi in Macerata è quello di S. Giuliano che trovasi nel Duomo; e l'unica statua è quella che ancora non si è fatta e chi sà quando si farà al Generale Garibaldi, la quale verrà inaugurata insieme a quella di Giuseppe Mazzini.Chiese principali. La Chiesa di S. Giovanni eretta da Rosato dei Rosati nel 1625 è una delle più belle di Macerata è frequentata specialmente dagli studenti la Domenica che vanno a pregar Dio di passare agli esami e ad ammirare e a corteggiare le belle ragazze. Dio li ascolta di rado: le belle ragazze quasi sempre.(SA., Don Falcuccio, 19 agosto).www.maceratando.com

06-25
04:50

Episodio 28 - Medaglioni Maceratesi, Mario Affede (1894)

Medaglioni Maceratesi. Mario Affede.Nella famiglia dei bohémiens tutto è possibile e molte cose son naturali; poichè in essa non si fa un'azione, che non sia subordinata alle leggi del mondo pensante, le quali promuovono il socialismo, ed a quello del mondo... mangiante, che sono individualiste per eccellenza. Per esempio, un giorno Mario Affede mise al mondo un figlio in comune col marchese Accorretti e con Gironda, e questi si propose di allevarlo e quelli vollero di punto in bianco impartirgli l'educazione.Al neonato i tre babbi imposero il nome di Don Falcuccio; e dai primi vagiti questo parvolo cominciò miracolosamente a mostrare i denti.Egli camminava impettito per le strade di Macerata, facendo graziosi sberleffi e graziose piroette; e tutti lo guardavano con curioso stupore; tantochè divenne segno d'immensa invidia. I gaudiosi genitori andavano superbi di lui; ma certuni si credettero offesi dagli innocenti scherzi di Don Falcuccio, e cominciarono le maligne insinuazioni e le sorde ire contro l'allegro e piccolo sbarazzino.In questo frattempo Gironda abbandonò il figlioletto ideale per l'allevamento di figli reali; e a far da poppa e da scuola a Don Falcuccio restò Mario Affede sulu com' un ca'.Intanto Trottapiano non mancava di offrire al suo piccolo gli esilaranti pupazzetti; ma ... ch'è, che non è; Mariucciu riceve un bel giorno una scaldinata dinanzi ... ai propri occhi; gli saltano le buzzere e, volto al suo figlioletto, grida: - Sà che te dico, Don Falcucciu mia? ... pigliatela Quindi fece un mezzo giro a sinistra ed abbandonò il suo nato nelle braccia amorose del marchese Accorretti, il quale resta sempre per Don Falcuccio un brioso ed intelligente genitore, purchè non si stanchi.Mario Affede intanto è una figura gaiamente artistica nel cenacolo dei pubblicisti maceratesi. - Si rivelò poeta dialettale non comune con le Buzzere e Vinnelle; e divenne popolare scrivendo nel Don Falcuccio, in cui, fra molte belle cose, stampò parecchie scene della vita cittadina, che sono veri gioielli dell'arte. Ma lasciamo quel che i folkloristi dovranno guardare di Mario Affede; a me piace vedere l'amico sotto quel punto di luce, onde egli si rende desiderato negli allegri ritrovi.Non so quando il nostro Mario divenga medico od avvocato; ma un giorno o l'altro spero vedermelo innanzi medico ed avvocato tutt'in una volta.Per ora fra la baraonda studentesca egli è Fregoli ed Ermete Novelli: a tempo perduto finge da Maurel e da Tamagno: quando gli venga l'estro può essere la Bellincioni o la Pantaleoni ... in pantaloni; ovvero, per passatempo, potrà evocare le melodie del Tosti e superarle..., in una canzone napolitana.L'ho detto; nelle tradizioni del Quartiere Latino tutto si rende possibile; ed il nostro Mariucciu tende all'impossibile, per farlo attuabile, come me (scusate la modestia!) e come tutti coloro, che non vogliono crepare di un attacco di fegato.La gioventù bisogna viverla, come diceva il Casanova: altrimenti tanto vale, che il mondo prenda le grucce e s'impanchi a dottrinario appena gli si fa l'umbellico.Io non so fino a quando Mario Affede resti lontano dal Don Falcuccio; ma siccome egli non ha messo ancora i capelli bianchi ed il giornale umoristico di Macerata ride con la solita simpatia, io suppongo, che Mariucciu non possa star molto lontano dagli amici che vivono della sua stessa vita di pensiero e ... d'azione.(Gian Raffaellini. Vessillo delle Marche, 12 aprile).www.maceratando.com

06-18
04:18

Episodio 27 - La Tombola (1893)

La tombola.Non v'ha forse divertimento, che abbia la forza d'attrarre tanta gente quanto quello della tombola. Chi ricorda le tombole antiche può dire quello che era Macerata nel giorno della tombola. Basti il dire, per citare un esempio, che nel 1854 si registrarono 37 mila cartelle. Però, quantunque oggi chi gioca alla tombola non sia allettato dalla speranza che i premi possano venire aumentati, come succedeva una volta; pure le tombole sogliono richiamare molta gente.E in Macerata accorrono molti, perchè se la promessa delle vincite non è di sei e più mila Lire, da qualche anno i premii si fanno ammontare in complessivo a Lire tremila. Ma il divertimento della tombola, più popolare certamente di tanti altri, dà luogo a qualche inconveniente, specie se il tempo è durante la giornata incerto e minaccioso. Si richiede quindi una grande oculatezza perchè tutto proceda con ordine. Il brutto uso che vi è di ridursi a registrare la cartella all'ultim'ora, quando cioè stanno per chiudersi i registri porta di conseguenza, che bene spesso ci vogliono i carabinieri per ritirarli, e che l'estrazione della tombola si è costretti farla quando la notte si avvicina. Ad evitare quest'ultimo inconveniente conviene ritirare i registri nell'ora stabilita. Ma non sempre si riesce ad ottenere ciò perchè, come sopra dicemmo, vi è il vezzo di giuocare quando sta per spirare il termine accordato dall'autorità.Se poi il tempo sin dal mattino non è troppo lusinghiero niuno si accosta ai registri, e se più tardi sopravviene la pioggia, ad onta che sia espresso chiaramente nei pubblici manifesti, che la tombola in caso d'intemperie sarà rimandata ad altro giorno da destinarsi, è una lagnanza generale, se il concessionario della tombola ottiene dalla competente Autorità il permesso di rimetterla ad altro giorno. Il bello si è che aspettano per lamentarsi che il tempo sia rimesso al buono, e non ricordano che essi stessi col non giuocare la cartella, mentre pioveva ed anche mentre il tempo era incerto e minaccioso, sono in certo qual modo venuti a giustificare il provvedimento preso dall'Autorità.(L'Eco dei Commercianti, 12 settembre).www.maceratando.com

06-18
02:51

Episodio 26 - Fiat Lux a Macerata (14 marzo 1893)

Fiat Lux. Fiat Lux disse Iddio nei primordi della creazione del Mondo, e la luce fu fatta. Fiat Lux gridava il popolo Maceratese, stanco ed annojato dal dovere uscire di casa col lanternino in mano, e il Municipio si risolveva a fare l'impianto della illuminazione ad olio di oliva ... Fiat Lux gridava più tardi la cittadinanza tutta, poco soddisfatta della illuminazione ad olio, e il Municipio adottava la illuminazione a petrolio o lucilina. Passano molti anni, e la illuminazione a petrolio, che costava all'erario comunale una bella moneta, si trova insufficiente, e da tutti si vagheggia il Gas. Ma il Gas, che si cominciava ad adottare in tutte le città, che aveano una qualche importanza, non trova favore presso gli Amministratori del nostro Comune, i quali considerano il Gas, che fa ottima prova per ogni dove, una cosa di lusso per Macerata ... Si va avanti per conseguenza con la illuminazione a petrolio... Fiat Lux gridano con insistenza i cittadini, e il Municipio porta in Consiglio la proposta d'illuminare a Gas la città ... quando la Luce Elettrica comincia a far capolino nel campo della scienza. I Consiglieri Comunali si dividono in due partiti. Uno è per il Gas, perchè ha ben poca fiducia, che la Luce Elettrica possa sostituirsi al Gas. L'altro, ed è il più forte, sta per il petrolio, perchè spera che la Luce Elettrica dal campo scientifico possa passare al campo pratico.Fiat Lux gridano intanto i cittadini, che apprendono i passi giganteschi che fa la elettricità, e il Municipio, dopo averli lasciati gridare un pezzo, si risolve finalmente a studiare l'ardua questione...Ma s'incontrano immense difficoltà, e tali che avrebbero fatto perdere a chiunque il coraggio.I cittadini, per nulla curandosi degli ostacoli, che si affacciano, e tecnici, e finanziari, vanno gridando Fiat Lux.I giornali locali, e il nostro per il primo lo diciamo con orgoglio vanno in mille modi spianando la via difficile, che dovea condurre alla sospirata meta.L'amministrazione comunale incoraggiata dalla stampa, e stimolata dai cittadini, che unanimi gridavano Fiat Lux, si pone a studiare con uno zelo superiore ad ogni encomio l'importante problema della Luce.La sera del 26 Giugno 1891 il Consiglio Comunale, raccoglie finalmente il famoso motto Fiat Lux, e a tutti i cittadini con voto unanime risponde: sia fatta la luce.Alla Ditta Reinacher ed Ott si dà l'onorevole incarico di porre in esecuzione uno dei più importanti atti del Consiglio, e la Ditta Reinacher ed Ott col mezzo dei Flli Torresi costruisce il canale industriale, che dovea dare la forza necessaria.Si fa ad un tempo l'impianto elettrico in campagna e in città e in soli sette mesi di lavoro tutto è al completo.È il 14 Marzo 1893 giorno stabilito per la morte del petrolio nella città nostra.Sin dalle prime ore del mattino si nota un movimento insolito, e questo col progredire della giornata si fa sempre più grande. In sul tardi è un accorrere da ogni parte verso la Piazza Vittorio Emanuele, L'anzietà è al colmo in tutti. I forestieri sono in numero straordinario, e beato chi può trovare un posticino in piazza, ove un acino di miglio non avrebbe potuto collocarsi. All'infuori della fontana tutto è occupato.Quale spettacolo quell'oceano di teste umane tutte in attesa della sospirata luce.Mancano quattro minuti alle 7 e il famoso motto Fiat Lux, for-mato da tante lampadine elettriche, appare sul prospetto del tempio di San Paolo......www.maceratando.com

06-18
05:04

Episodio 25 - Demolizione dei Tre Archi (1893)

Il 22 Maggio 1883 venne fatta al Consiglio Comunale la proposta di atterrare i Tre Archi, ma esso si dichiarò in maggioranza contrario. Il 20 Aprile 1887 venne fatta al Consiglio la identica proposta, e dopo una lunga ed animata discussione l'idea di atterrare il Porton Pio o Tre Archi trionfò per pochi voti, ma su proposta di quelli stessi, che si dichiararono favorevoli in massima alla demolizione di essi, si stabilì di non tradurla in atto sino a che dall'Ufficio Tecnico Comunale non fosse stato compilato un progetto dell'adattamento della località ove sorgono i Tre Archi. La commissione poi dell'Ornato Pubblico, composta dai Signori Pallotta, Tassini, Pannelli e Giarrizzo, il 28 Luglio 1890 scriveva al Sindaco nei seguenti termini: «Sgombrato il terreno ed espropriata una buona parte delle case Marconi e Lauri si potrebbe avere una piazza di sufficiente grandezza, che renderebbe più decoroso l'ingresso della città. Fino a tanto però che non si sarà reso regolare quello spazio per mezzo delle dette espropriazioni, e con la costruzione di due edifici all'entrata del Borgo Cavour, l'atterrare il murato dei Tre Archi sarebbe un peggiorare le condizioni della località, la quale per i dislivelli, che più appariscenti riuscirebbero e per la irregolarità e meschinità delle fabbriche adiacenti, offrirebbe alla vista un effetto più sgradevole che non il presente per quelli che giungessero dall'esterno»>.Anzichè in una città Capoluogo, aggiungiamo noi, sembrerebbe di entrare in un villaggio.Ora la proposta di demolire i Tre Archi (fatta dalla Cassa di Ri- sparmio di Camerino) deve tornare in Consiglio per la terza volta. È doloroso che nella nostra città gli interessi pubblici si vogliono bene spesso far dipendere dagli interessi privati. Nel 1883 si propone la demolizione dei Tre Archi nell'interesse degli Erbacci; nel 1887 nell'interesse di Valenti; nel 1893 poi nell'interesse della Cassa di Risparmio di Camerino. Fate che questa non avesse fatto l'acquisto della Casa Gentili, la proposta di demolire i tre archi non sarebbe certo venuta fuori la terza volta. E se la casa Gentili, perchè male costruita, minaccia di cadere, ed ha bisogno di forti puntelli; ne viene di conseguenza che ne debba il Municipio pagare lo scotto atterrando un edificio che costruito, or fanno 271 anni, è in buono stato, che chiude il Borgo ed è una appendice della città, e che potrebbe tornare utilissimo nel caso si volesse allargare la cinta daziaria?(L'Eco dei Commercianti, 7 ottobre).www.maceratando.com

06-11
03:30

Episodio 24 - Macerata: Atene delle Marche o Rocca Cannuccia? (1893)

Macerata: Atene delle Marche o Rocca Cannuccia?Questa stagione così mal cominciata finiva dunque benissimo e la domenica, nonostante le voci che correvano di sequestri della scorta e di scandali che sarebbero avvenuti la sera, per l'ultima del Ballo in Maschera e della stagione, il Lauro Rossi era gremito di gente. Ma suonano le otto e mezza, le nove, le nove e un quarto e l'orchestra è vuota e l'opera non comincia. Che vuol dire? Il Sindaco, in fretta e furia se n'è andato, la Deputazione, salvo il Sig. Pagamici che va avanti e indietro, non si vede; corre voce che gli incassi sono stati sequestrati dal procuratore di non so qual creditore dell'impresario e i coristi e l'orchestra non pagati si rifiutano di prestar servizio.La cosa, nella sua enormità, sembrava quasi incredibile, ma era tanto vera che la gente la buona gente maceratese e non maceratese apposta venuta da fuori pel teatro - dovè tornarsene a casa dopo riscosso, con molti stenti, l'importo del biglietto.Si dovrebbe coniare una medaglia d'oro commemorativa in cui, ricordando il fatto, si constatasse la longanimità di cui la suddetta buona gente domenica sera dette prova.I commenti al fatto sono superflui e ognuno li può far da sè: noi li riassumiamo in un dilemma. Delle due l'una.O Macerata, capoluogo di provincia, Atene delle Marche, sede d'Università, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. dev'esser considerata alla stregua di Peretola, Pitino, Roccacannuccia, e via discorrendo ... e allora va tutto bene: ciò ch'è avvenuto era naturale che avvenisse.Tempo fa fece rider tutta l'Italia col tenore che cantava la Cavalleria, stando a letto, quest'anno fa rider con la burla di domenica sera. È il destino dei paesucci piccoli e della gente senza spirito di fornire aneddoti alle effemeridi umoristiche.O Macerata dev'esser considerata come una città seria ed allora io chiedo che sia dichiarata la responsabilità delle persone che, dovendo e potendo, non seppero nè poterono, nè vollero evitare ciò che avvenne».(Don Falcuccio, 24 settembre).www.maceratando.com

06-11
02:55

Episodio 23 - Regolamento per il Servizio delle Vetture nella città di Macerata (1892)

Regolamento per il Servizio delle Vetture nella città di Macerata.Art. 1. Ogni proprietario o noleggiatore di Vetture o cittadine di Piazza dovrà essere inscritto presso il Municipio,Art. 2. Le Vetture a nolo o Fiacres devono essere di solida co- struzione, a quattro ruote e con copertina intiera o con soffietto. Art. 3. Ciascuna vettura avrà ai lati il numero d'ordine segnato a cifre nere in fondo bianco e nelle ore di sera manterrà sempre accesi i lumi, sui vetri dei quali dovrà pure avere in colore nero o rosso il numero d'ordine suespresso. Non si potrà trasportare in esse che il numero consueto di persone.Art. 4. È proibito stanziare colle vetture nelle strade pubbliche. Il loro punto di riunione è in piazza Vittorio Emanuele, Piazza Ricci, Piazza Mazzini, e largo di Porta Romana.Art. 5. I conduttori che abbandoneranno i loro cavalli, e si collocheranno in altro posto fuori dell'assegnato, o saranno trovati ubriachi, od useranno modi inurbani e contravverranno a questo Regolamento per ciò che può riguardarli saranno dichiarati in contravvenzione. I proprietari saranno responsabili pei loro garzoni.Art. 6. Nella Stazione ferroviaria le vetture dovranno collocarsi in ordine nel rispettivo piazzale e secondo il loro arrivo. I conduttori non potranno chiamare i viaggiatori ne fare schiamazzi e grida di sorta.Art. 7. Il noleggio delle vetture sarà fissato colla tariffa allegata al presente Regolamento, la quale sarà tenuta affissa dentro il legno in modo che sia visibile a chi vi entra.www.maceratando.com

06-11
02:39

Episodio 22 - Tragedia a Macerata (1892)

La tragedia del dì dei morti.La sera del 2 corr. verso le ore 7 1/2 certo Re Agostino di anni 26 carrozzajo da Macerata, recatosi nell'abitazione della sua promessa sposa e cugina Paolucci Virginia d'anni 19 sita entro il Palazzo Comunale, e trovatala sola con la madre Bianchini Violante, custode del palazzo stesso, esplose contro di esse cinque colpi di rivoltella, uccidendo la madre e ferendo gravemente la figlia alla faccia e al braccio. Accorsero subito sopra luogo molti cittadini e l'Ispettore di P.S. Dott. Rossi Salvatore col Delegato Mosci e il Vice Ispettore D'Antonio.E tutte le Guardie di Città, accorsero pure il Capitano ed il Tenente dei Reali Carabinieri con il Maresciallo e i suoi dipendenti - Prime ad entrare nella Camera ove erasi svolta la tragedia furono le Guardie di Città Lucarelli Attilio e Casalini Lodovico, unitamente a vari cittadini che trovavansi in quei d'intorni; mentre la Guardia Caprile avvisava tutti i funzionari ed accorreva anch'essa una delle prime - la infelice Virginia, che giaceva ferita sul corpo della madre morta, fu raccolta e condotta all'ospedale dalla guardia Lucarelli, la quale potè solo avere dalla ferita questa risposta: è stato Agostino, il carrozzajo. Il Maresciallo dei RR. Carabinieri, col Vice Brigadiere delle guardie di Città Rubini, e la guardia scelta Pistarelli con altri carabinieri e guardie di Città corsero all'inseguimento dell'uccisore, ma questi, che era fuggito in direzione della Porta San Domenico, prima ancora di giungervi, in via Orti, si esplose un colpo di rivoltella sotto il mento. Raccolto e trasportato all'Ospedale, vi moriva alle tre ant. di ieri. All'ospedale accorsero pure le Autorità Giudiziarie per le constatazioni di legge. La Virginia, ricoverata all'Ospedale lascia qualche speranza di salvezza sebbene sia sempre in pericolo. Attribuiscesi il fatto a motivi di gelosia(Vessillo delle marche, 4 novembre)www.maceratando.com

06-04
02:52

Episodio 21 - Inaugurazione Politeama Marchetti (1891)

14 GIUGNO 1891. MacerataInaugurazione del Politeama Marchetti. Il Sig. Anastasio Marchetti ha sortito dalla natura uno spirito intraprendente. Egli non può star fermo, ha bisogno di moto. Non sfuggì al suo acume il nuovo sistema delle Fornaci Offemann e ne costruì subito una in Contrada Moje sul lato destro di via Cairoli terreno di sua proprietà ma non ottenne il risultato che si aspettava e varie furono le cause.Da vario tempo questa fornace rimaneva inoperosa e nacque nella mente del Signor Marchetti l’idea di trasformare questo fabbricato in un Teatro-Politeama. Senza pensarci tanto, in brevissimo tempo l’idea venne tradotta in fatto ed oggi il Politeama è compiuto, è benissimo arredato ed ha bellissimi scenari.Questo Politeama ha incontrato le simpatie di tutti, da chiunque lo esamina, si sente esclamare bello, bello; questo veramente mancava a Macerata e tutti concludono con un, bravo Signor Marchetti ed io oggi, giorno della sua inaugurazione faccio il mio lungo applauso. Il signor Marchetti sono certo che nulla trascurerà per corredare questa sua opera di tutti gli altri locali che si rendono necessari per la comodità e decenza. Io intanto mi permetto raccomandare la costruzione della Galleria, e se fosse possibile un aumento di Luce.Prima di dire al pubblico la mia impressione sullo spettacolo Il Barbiere di Siviglia col quale venne inaugurato la sera del 14 corrente voglio dire una parola sul servizio del Caffè e del Ristoratore. Al Ristoratore diretto dal bravo cuoco Pompeo Ferrucci si ha un eccellente pasto, e buonissimo Vino e se il servizio non può dirsi inappuntabile, è però soddisfacente, e basterebbe solo l’aggiunta di un inserviente che fosse pure della specie dei Camerieri.Al Caffè il servizio non va, e il Sor Giggi converrà con me che la prima sera specialmente era uno scandolo; per certi servizi non si può essere attaccati alla Parrocchia; per esempio, il Parmigiano bisogna acquistarlo a Lodi ect.ect.Ci fu un momento che quella confusione si convertì in un quadretto allegro, da un lato il Sig.Prof.Piersantelli con la sua placida sofferenza si raccomandava a Giggi per avere una Gazzosa onde dissetare i suoi due bambini, e Giggi rispondeva Io non ve pozzo fa gnente-quindi urlava Rescotate-rescotate-. Dall’altro lato un burbero allegro, mi disser essere il Sig.Rocchetti, batteva furiosamente per essere servito, ma inutilmente. (il gelato caro Giggi era caldo e viceversa poi il caffè era gelato) in conclusione bisognava provvedere.(La Campana 19 giugno)www.maceratando.com

06-04
03:31

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