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MetePocoNote

Author: Luciana Squadrilli

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MetePocoNote è un diario di viaggio per veri appassionati di curiosità.
Una serie podcast sui viaggi che vorreste fare, ma ancora non conoscete e che Luciana Squadrilli vi porta a scoprire attraverso itinirerari fatti di arte, cultura, curiosità storiche e ottime indicazioni enogastronomiche.
MetePocoNote è un buon motivo per perdersi e per viaggiare, quasi fossero la stessa cosa.
76 Episodes
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Chiusura di stagione per MetePocoNote con i racconti di Luciana Squadrilli e i suoi viaggi caratterizzati dagli avvenimenti più strani e curiosi che le siano capitati in giro per il mondo, ma non solo...Dall'Africa alla Georgia un podcast di incontri, luoghi e cose da mangiare mai mangiate.
In questo episodio entro nella Via delle Foreste, un sentiero che attraversa boschi millenari, templi dimenticati e un mare di nebbia. Ci entro in punta di piedi per conoscere e risvegliare gli spiriti che li abitano.Il Giappone è il paese dove ho visto più albe della mia vita. Non è tanto un fatto di romanticismo, ma di fuso orario. Nove ore di differenza e mi trovo sempre sveglia alle cinque di mattina Molti conoscono il Giappone delle città scintillanti, del sushi e dei manga. Pochi si avventurano nelle campagne silenziose, tra gli alberi millenari, dove la tradizione è forte e le foreste sono sacre. Questa serie racconta il viaggio del giornalista Lorenzo Colantoni in questo cosmo parallelo, alla ricerca dell’antichissimo rapporto di armonia tra uomo e natura che i giapponesi scoprirono secoli fa, e che è ormai custodito dai pochi che ancora vivono e proteggono le montagne sacre dimenticate dai più.Un percorso che si lascia alle spalle il Giappone più conosciuto, le luci di Tokyo e Osaka, il sushi e i centri commerciali, per entrare nelle campagne, nei templi abbandonati, in luoghi che preservano abitudini e tempi che ormai sembrano alieni non solo agli stranieri, ma anche a molti tra gli stessi giapponesi. Oltre alla serie, questa storia fa anche parte del libro “Ritorno alle Foreste Sacre”, pubblicato da Laterza nel 2022.RITORNO ALLE FORESTE SACRE è un podcast di Lorenzo Colantoni, prodotto da t-RekProduzioni Audio, insieme a R!SE.R!SE è un progetto di comunicazione ambientale che propone un nuovo approccio e nuovistrumenti per spiegare in maniera chiara le grandi sfide ambientali di oggi. Intende rendere comprensibili e interessanti informazioni scientifiche, ma anche sociali e politiche, per avvicinare il grande pubblico a questioni che ormai toccano tutti, dalla geopolitica della transizione energetica fino alla drammatica scomparsa della biodiversità. R!SE è basata in Italia ma ha progetti attivi in Europa e nel mondo – gli ultimi in particolare nell’Artico, in America Latina e Sud Est Asiatico – con collaborazioni con istituzioni come WWF e media come The Guardian.IG: https://www.instagram.com/rise.journal/Sito: www.risejournal.org --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
All'ombra della Tour Eiffel sono nati i dolci più sontuosi, grandi classici, ma anche quelli più semplici. Torniamo in Francia per parlare di una gourmanderì a cavallo tra tradizione e modernità, con un dolce che si mangia in un lampo. Messier, madam, l'Éclair.Siamo alla corte di Caterina De' Medici, dove il suo pasticciere invento' questa pasta poco zuccherata, con ingredienti molto, molto semplici. Si partiva da acqua, burro, farina e poi le uova. Ogni tanto veniva aromatizzata con acqua di rose per dare un tocco esotico.Veniva messo tutto sul fuoco per asciugare la pasta e poi si aggiungevano le uova. Una volta messa in forno questa pasta si gonfiava restando completamente vuota. All'interno, la forma non era regolare, anzi sembravano tanti piccoli cavolfiori o cavolini di Bruxelles.Il nome scelto fu quindi Pasta Choux, pasta a forma di cavolo, che è diventato un vero e proprio termine enciclopedico --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
Gamberoni al cocco

Gamberoni al cocco

2023-07-0408:00

Oggi prepariamo Gamberoni al cocco, perfetti per pranzi e cene estive, un secondo di pesce dal sapore esotico, davvero irresistibile.Se sei un ascoltatore di questo podcast, saprai già che mi piace mixare gusti e sapori insolitie il cocco è l'ingrediente ideale per questo intento. Il suo sapore intenso e caratteristico è perfetto per regalare sapori nuovi ai tuoi piatti, soprattutto se lo usi per preparazioni salate. Sì, il cocco, oltre ad essere buono nei dolci, secondo me dà il meglio di sé nei piatti salati.Insomma, si può davvero usare in molti modi diversi.Oggi lo abbiniamo al pesce in veste di ingrediente principale di una panatura super croccante. Ti ho incuriosito? Ti va di cucinare con me?Ingredienti per 2 persone250gr di gamberoni puliti250gr di cocco rapè20gr di radice di zenzero80gr di farine di risoe ovviamente, olio evo, sale e pepe nero quanto basta. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
Oggi mi voglio avventurare in un settore che vivo spesso, ma che qui ancora non avevo trattato. Sto parlando del vino.Sotto analisi mettiamo più che la singola parola, un concetto spesso espresso e che crea vere e proprie fazioni. Sto parlando del vino da femmina. Il vino è un sostantivo maschile, uva è femminile. Ci sono tipi di vino come Barolo, Chianti, Montepulciano, gaglioffo che sono di genere maschile. E poi ce la Barbera, la passerina, la Bonarda, la Ribolla che sono di genere femminile. Ma diciamo la verità, il vino lo bevono tutti, a parte gli astemi. E si può allora parlare di vino da uomo, Il vino da donna, queste definizioni chi le ha date? Come nascono? E quali sarebbero questi sedicenti gusti femminili in fatto di vino?Forse dovremmo dire i vini preferiti dalle donne. Anzi, proviamo a vedere un po' quali sono i dati di mercato? Perché pare che oltre dodici milioni di donne bevono vino e che ci sia stato un incremento negli ultimi anni, dal 2014 al 2021, del ben 15,5%. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
A partire dal 1233, Federico II di Svevia fece costruire sulla spianata in cima al monte Albano, nell'attuale territorio della Daunia, il suo palazzo. Un punto privilegiato d'osservazione e difesa sul tavoliere di Puglia che Carlo D'angiò trasformò in una fortezza, aggiungendo caserme e bastioni di cui oggi restano pochi ma affascinanti resti. Ecco perché il castello di Lucera viene definito più esattamente fortezza Svevo-Angioina ed è solo uno dei motivi per visitare questa graziosa cittadina pugliese.Oggi il centro della città, racchiuso dalle mura e da alcune delle antiche porte che ne segnavano gli accessi, conserva bellissimi palazzi nobiliari, veicoli, chiese e botteghe, in un insieme decisamente affascinante. Tanto che nel 1987 Massimo Troisi decide di girare proprio qui il suo film Le vie del Signore sono finite.
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Profuma d'oriente, il dolce di oggi. Croccante, dolcissimo, pochi ingredienti che sono però la massima espressione di quel mondo così misterioso e complesso che basta chiudere gli occhi ed avrà il sapore delle mille e una notte.C' era una volta il baklava.La storia sembra sfogliare un libro di scuola, quello delle elementari, perché ripartiamo dalla Mesopotamia e dall'impero ottomano. L'origine del baklava è molto controversa e sembra sia nata dall'incontro di tradizioni di più popoli mediorientali. Pare che L'origine sia collegata agli Assiri, l'antica civiltà della Mesopotamia, dove veniva preparato del pane azzimo a strati con noci e miele. Veniva poi cotto in forni di origine rudimentale. Dal terzo secolo avanti Cristo poi il baklava verrà prodotto anche in Grecia. Ai greci si da' il merito di aver apportato un importante miglioramento con la creazione di una tecnica di impasto innovativa, che ha permesso di rendere la sfoglia notevolmente sottile.Di cosa si tratta? Della pasta fillo, quella che ancora conosciamo. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
Ci siamo, Il caldo è arrivato!Sì, amo il freddo e la montagna. Si è capito, vero? Certo. Uno spritz vista mare Non lo disdegno, ma se proprio devo scegliere la montagna batte il mare dieci a zero. Freddo batte caldo, sempre. Ma torniamo a l'estate. È arrivata e bisogna affrontarla al meglio. E per farlo c' è una sola parola da tenere in considerazione.Ottimizzazione, minimo sforzo e massima resa è il mio mantra nei mesi caldi e anche il tuo. Le ricette in cinque mosse sono perfette per raggiungere L'obiettivo e questa crema di peperoni e pomodori arrostiti ne è la conferma.Ti starai chiedendo il perché. Semplice, perché con una sola preparazione potrai ottenere tre piatti. Ergo cucini una volta e hai tre pasti pronti, più ottimizzazione di così non si può. Puoi mangiare questa crema di peperoni e pomodori arrostiti assoluta ed è un primo piatto vegetariano fresco e decisamente saporito.Un piatto buono, leggero e anche salutare, ideale per un pranzo estivo. In alternativa, questa crema può diventare un condimento perfetto per una pasta anche fredda, magari da mettere nella schiscetta per il pranzo al mare. Terza opzione spalmare la crema su dei crostoni di pane bruscato e arricchirla con capperi e olive, o con burrata fresca. Il mio consiglio è quello di preparare la crema di peperoni una sola volta, duplicando o triplicando le dosi, conservarla in frigorifero in un contenitore con chiusura ermetica dopo la preparazione e usarla poi per preparare le tre ricette che ho appena descritto.Questa per me è ottimizzazione.Ti ho incuriosito? Ti va di cucinare con me?INGREDIENTI X 2 PERSONE:1. 500 g di peperoni rossi2. 500 g di pomodori Piccadilly3. 4 rametti timo fresco4. 125 g di yogurt greco5. 3 rametti di mentuccia fresca….e poi olio evo, sale e pepe. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
Il critico gastronomico e l’influencer, la carta stampata e TikTok, la televisione e l’etica.Ruoli, professioni, strumenti e valori diversi nonché molto lontani tra loro per funzione e per generazione di utenza, che negli ultimi anni vengono troppo spesso messi a confronto generando confusione.Succede sempre così, ché quando non capiamo qualcosa tendiamo a confonderla con altro e a creare polveroni che annebbiano anche chi, da noi, dovrebbe invece ricevere chiarezza e sana rassicurazione. Quindi se Benedetta Rossi genera una guerra di commenti sui prodotti che utilizza e su dove fa la spesa, giù una serie di puntualizzazioni a caccia di click e di posizioni autorevoli, così come se qualche tiktoker che influenza sui social si fa pagare per sponsorizzare ristoranti, giù la scomposta slavina dei critici che si sentono spodestati e che gridano alla morte del loro mestiere e di anni di competenze acquisite.Ma è davvero così?Voglio dire, è davvero giusto che venga raccontato così?O forse tutto questo è solo figlio di una frustrazione che rischia di creare ancora più confusione in chi legge, guarda o ascolta?Al termine della rassegna stampa, salotto d'intervista sull'argomento con il Critico Gastronomico Enzo Vizzari. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
I cellulari nuociono alla salute dei bambini, lasciate a casa entrambi, ovvero le cose che rovinano l'atmosfera al ristorante. Ormai è un dato di fatto. Mai come in passato mangiamo fuori più frequentemente per i motivi più diversi, pranziamo o ceniamo al ristorante, in trattoria, in osteria, alla tavola calda per lavoro e lo facciamo per festeggiare qualche ricorrenza particolare, per trascorrere un po' di tempo con gli amici, oppure per provare un locale che ci è stato consigliato.Cosa rovina l'atmosfera quando andiamo al ristorante.La qualità scadente del cibo e la condanna unanime che il popolo dei frequentatori di ristoranti solleva più abitualmente, esistono molte altre ragioni, tutte però accomunate da un unico risultato: guastare la nostra esperienza gastronomica.Ecco quindi la classifica, in ordine del tutto casuale, dei ventisette motivi più comuni. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
Molti conoscono il Giappone delle città scintillanti, del sushi e dei manga. Pochi si avventurano nelle campagne silenziose, tra gli alberi millenari, dove la tradizione è forte e le foreste sono sacre. Questa serie racconta il viaggio del giornalista Lorenzo Colantoni in questo cosmo parallelo, alla ricerca dell’antichissimo rapporto di armonia tra uomo e natura che i giapponesi scoprirono secoli fa, e che è ormai custodito dai pochi che ancora vivono e proteggono le montagne sacre dimenticate dai più.Un percorso che si lascia alle spalle il Giappone più conosciuto, le luci di Tokyo e Osaka, il sushi e i centri commerciali, per entrare nelle campagne, nei templi abbandonati, in luoghi che preservano abitudini e tempi che ormai sembrano alieni non solo agli stranieri, ma anche a molti tra gli stessi giapponesi. Oltre alla serie, questa storia fa anche parte del libro “Ritorno alle Foreste Sacre”, pubblicato da Laterza nel 2022.RITORNO ALLE FORESTE SACRE è un podcast di Lorenzo Colantoni, prodotto da t-RekProduzioni Audio, insieme a R!SE.R!SE è un progetto di comunicazione ambientale che propone un nuovo approccio e nuovistrumenti per spiegare in maniera chiara le grandi sfide ambientali di oggi. Intende rendere comprensibili e interessanti informazioni scientifiche, ma anche sociali e politiche, per avvicinare il grande pubblico a questioni che ormai toccano tutti, dalla geopolitica della transizione energetica fino alla drammatica scomparsa della biodiversità. R!SE è basata in Italia ma ha progetti attivi in Europa e nel mondo – gli ultimi in particolare nell’Artico, in America Latina e Sud Est Asiatico – con collaborazioni con istituzioni come WWF e media come The Guardian.IG: https://www.instagram.com/rise.journal/Sito: www.risejournal.orgEpisodio 1"...Ecco, in quel momento mi ritrovo improvvisamente scendendo da questo treno regionale tutto sbiadito, vecchio, molto differente da quell'immagine del Giappone pulito che abbiamo in un altro cosmo, il Giappone delle campagne, campi di riso ovunque, sentieri che passano attraverso delle foreste fittissime dove non c'è nessuno rispetto a quei milioni di persone che mi ero trovato davanti nelle giornate precedenti... E qui incominciamo a discutere di un concetto fondamentale, ma che fino a quel momento non avevo capito veramente: Satoyama; Satoyama uno lo potrebbe tradurre come campagna, ma in realtà è qualcosa di molto, molto più ampio e molto diverso. Sato vuol dire villaggio. Yama vuol dire montagna, il Satoyama è tutto quello che c'è tra la montagna e il villaggio o anche tra la foresta e il villaggio, perché in Giappone le foreste crescono sul fianco delle montagne e quindi quella è la parte selvaggia della natura e anche del divino. Poi il Sato, il villaggio e lo spazio dell'uomo. Ma il luogo dove queste due anime si incontrano era quello in cui effettivamente io mi ero trovato..." --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
Spaghetti viola

Spaghetti viola

2023-06-1609:27

Oggi prepariamo spaghetti viola!Eh si, come dice il proverbio il bisogno aguzza l’ingegno, e quando devi far mangiarele verdure a tuo figlio, l’ingegno in cucina non deve mancare! Quando mio figlio era piccolo piccolo divorava le verdure, e io ovviamente ero orgogliosa di ciò, durante i classici discorsi da mamme su cosa mangia o non mangia tuo figlio o figlia, io orgogliosa rispondevo, mio figlio mangia tutto, soprattutto le verdure.E poi?! Come non detto….è arrivato il giorno in cui fargli mangiare le verdure è diventata un’impresa ardua. Si sa, i bambini attraversano fasi, momenti, cambiamenti, ora siamo nella fase delle ‘verdure no grazie’. O almeno questo è quello che pensa lui, perché io ho trovato il modo di fargliele mangiare comunque.Un pò mascherate certo, ma sempre verdure sono!Come? Semplice!Proponendogli la pasta colorata. Allora ti ho incuriosito? Ti va di cucinare con me?I 5 ingredienti di oggi sono:1. 80 g di spaghetti 2. 300 g di carote viola3. 70 g di ricotta di mucca4. 30 g di cipolla bianca tritata5. 6 foglie di menta, 6 foglie di mentuccia, un rametto di rosmarino, fiori dirosmarino per decorare…e poi olio evo e sale, quanto basta!Mi raccomando ricordati, le dosi che ti ho dato sono per 2 persone. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
Se vi chiedessero qual è la parola più abusata del mondo del food, della ristorazione, voi cosa rispondereste? Io senza dubbio direi chef.Chefè quindi la parola di questa misticanza che, come facciamo di solito, smontiamo e rimontiamo per comprenderne il vero significato. Trasmissioni tv, articoli, spot risuonano di questa parola chef, il famoso chef pronunciato ad alta voce come il soldato palla di lardo di Full Metal Jacket direbbe signor Si, signore, al suo comandante.Un tormentone, quando ormai si sente parlare di chef in ogni dove.La parola chef ha sostituito quasi del tutto la parola cuoco, proprio come se fosse la sua traduzione, ma in realtà non è così... --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
La mia pizza è un viaggio quando rimbalzo, come una pallina dentro quel grande flipper che l'america da uno stato all'altro, dai grattacieli di Manhattan alle distese brulle e aride del Nebraska degli scenari adulterati di Las Vegas al Golfo del Messico, la buca dentro la quale finisco in media dopo una decina di giorni di resistenza è proprio la pizza!Squisite bisteccone di Chicago, le aragoste del Maine, i filetti di pesce gatto del Mississipi e raffinate elaborazioni creole della cucina creation di New Orleans, il ventaglio della gastronomia asiatica nelle Chinatown della costa atlantica con l'alligatore fritto della Florida non bastano a placare il mio banale, perverso bisogno di una margherita.La regina della farina negli States in questo nuovo podcast di Roberto Mirandola. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
Questa volta sono partita da una data futura anziché da una storica per raccontarvi della Valtellina. Ora, io non sono esattamente una patita di sport sulla neve, diciamo che mi limito a ciaspolare per raggiungere baite e rifugi, ma le Olimpiadi sono sempre una bella emozione e probabilmente il Duemilaventisei sarà un anno molto importante per questa zona.Bellissima, ma forse non molto conosciuta se non dai lombardi che ci vanno appunto a sciare. io in Valtellina ci sono stata come al solito per ragioni gastronomiche di cui vi racconterò qualcosa tra poco, anche con l'aiuto di alcuni chef locali.Intanto vi assicuro che di motivi per trascorrere qualche giorno da queste parti ce n'è più di uno. Cosa vedere in Valtellina? Beh, ascoltate questo nuovo episodio di MetePocoNote.
Stiamo vivendo un settore dove la forza è data dall'unione, un punto di partenza dato da alcuni panificatori e da due nomi su tutti, Davide Longoni per il nord e Gabriele Bonci per Roma, ma insomma per tutta Italia o anche Eugenio Pol ed Ezio Marinato. Insomma, prima c'erano questi nomi qui e poi magari gli altri erano un po' più sconosciuti.Dopodiché alcuni si sono messi insieme e hanno dato vita a questi panificatori agricoli urbani che creando un manifesto fatto di principi fondamentali per loro, hanno iniziato a fare rete. Una rete che ha un'energia incredibile. E da lì, insomma, sempre più giovani si sono avvicinati a questo mondo che, per carità, è un mondo con orari sfiancanti, ma che oggi si presenta come un settore sempre più attento al benessere anche di chi fa il pane, di chi vende il pane e non solo al bene del pianeta.Possiamo dire che oggi parlare di pane significa parlare di una filiera che coinvolge gli agricoltori, che coinvolge i mugnai, che coinvolge chi vende il pane e chi lo fa. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
Yakitori a modo mio

Yakitori a modo mio

2023-06-1409:07

Yakitori significa letteralmente ‘pollo alla griglia’, e gli yakitori sono infatti deglispiedini di pollo cotti alla griglia che vengono serviti per accompagnare da bere.Generalmente vengono mangiati negli iazakaya, dei piccoli locali dove i giapponesi siriuniscono per bere in compagnia, che sono una via di mezzo tra i pub irlandesi e itapas bar spagnoli, e che io definirò semplicisticamente ‘pub giapponesi’.Gli izakaya sono il ritrovo perfetto per svagarsi, sorseggiando birra ghiacciata o altrialcolici, condividendo il cibo ordinato con tutto il tavolo e servito in piccoli piattini:gli yakitori sono immancabili in questo rito!Ovviamente essendo dei piccoli spiedini è comodo mangiarli anche ‘on the go’, equesto fa sì che vengano venduti e consumati anche in strada. Sono uno street foodmolto consumato, e posso confermartelo perché quando sono andata in Giapponecredo di averne mangiati un centinaio!Forse non proprio un centinaio, ma ci sono andata vicina! Ti assicuro che sonostrepitosi!Ne esistono diverse varianti che sono circa tante quante sono le parti del pollo. I piùcomuni sono quelli con carne di cosce di pollo, carne di pollo alternata a cipolla,polpettine di carne di pollo macinata, pelle di pollo croccante, ma ci sono ancheversioni preparate con le interiora o con le cartilagini del pollo.Io ovviamente ho deciso di realizzare una mia versione usando sia la carne dellecosce che la carne del petto, ovviamente da preparare in cinque semplici mosse!Allora ti ho incuriosito? Ti va di cucinare con me?I 5 ingredienti di oggi sono:1. 500 g di carne di coscia e petto di pollo tagliata in piccoli pezzi2. 5 cucchiai di sakè3. 4 cucchiai di mirin4. 4 cucchiai di salsa di soia5. 3 cucchiaini di zucchero semolatoMi raccomando ricordati, le dosi che ti ho dato sono per 4 persone. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
Da un po' di tempo si parla di economia circolare, di produzioni virtuose poco impattanti ad alto valore sociale e territoriale. un modo completamente nuovo di pensare l'economia. Ma non solo. Circolarità significa anche ripensare la città, trasformare gli scarti nuovi prodotti e cambiare anche i nostri stili di vita.Siamo partiti dall'applicazione del concetto al settore energetico, alla mobilità, per poi declinarlo su molti altri sette. forse dai risultati piu' veloci e tra questi ci anche l'agricoltura e il comparto alimentare. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di dare subito una definizione al concetto generico e più ampio di economia circolare. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
La bottiglietta di Campari Soda accompagna il rito dell'aperitivo di tutta Italia, vantando più di novant'anni di storia alle spalle. Una storia simbolo dell'incontro tra arte e pubblicità avvenuto nei primi anni del Novecento. Fu infatti il millenovecentotrentadue, quando Davide Campari, uno dei cinque figli di Gasparri, il fondatore dell'azienda chiese a Fortunato Depero, l'illustratore e designer futurista, di ideare il flacone.Così veniva chiamato all' epoca per la preparazione monodose che avrebbe rivoluzionato l'aperitivo italiano. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/grfood/message
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