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Olimpiadi di pace e di guerra
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Olimpiadi di pace e di guerra

Author: Radio 24

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Un intreccio spesso inestricabile, quello tra campi di gara e campi di battaglia, con i primi ad anticipare le tensioni che avrebbero poi spinto milioni di uomini, e di donne, a confrontarsi sui secondi. La storia delle Olimpiadi moderne è legata a doppio filo a quella geopolitica di un mondo che sta attraversando uno dei suoi momenti più drammatici, con i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente che infiammano la vigilia dei Giochi olimpici di Parigi 2024 ben più di quanto riesca a fare il sacro fuoco di Olympia. Proprio la storia allora- quella dello sport, delle Olimpiadi moderne, del Novecento e di questo primo spicchio di Nuovo Millennio - può aiutarci a capire il nostro passato, certo, ma soprattutto il nostro presente, e il futuro che stiamo costruendo intorno a quei cinque cerchi olimpici. Dai Giochi a cavallo dei due conflitti mondiali a quelli segnati da Guerra Fredda e boicottaggi, dal guanto nero di Smith e Carlos sollevato nel cielo di Città del Messico 1968, alle Olimpiadi di Pechino simbolo del Nuovo Mondo, “Olimpiadi di pace e di guerra” è il nuovo podcast di Radio 24 ideato e scritto da Dario Ricci che ci guida lungo otto sentieri della storia olimpica. 

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Pechino che diventa la prima città nella storia a ospitare i Giochi estivi ed invernali, la Russia di Putin che utilizza lo sport per consolidare il ruolo dello zar e mascherare i propri propositi di guerra, l'Arabia Saudita e gli altri Paesi del Golfo Persico che a suon di petrodollari diventano attori protagonisti nell'organizzare i grandi eventi sportivi globali. L'ultima tappa del nostro viaggio verso Parigi 2024 ci pone degli interrogativi fondamentali: di chi è lo sport postmoderno? E chi vince la partita finale tra sport e guerra? Ce lo siamo chiesti in questo episodio di “Olimpiadi di pace e di guerra” in compagnia del professor Nicola Sbetti, membro della società Italiana di storia dello Sport e docente di storia dell'educazione fisica e dello sport presso l'Università di Bologna. 
Il crollo del muro di Berlino, nel novembre 1989, segna una svolta storica, anche nel mondo dello sport. Il blocco dell'Est si sgretola anche nelle palestre e nei campi di gara: l'Unione Sovietica si frammenta, la Germania si riunifica inglobando, non senza difficoltà e contraddizioni, gli sportivi che fino ad allora avevano fatto le fortune dell'Est. Ma sono soprattutto gli Stati Uniti l'unica vera superpotenza, che ha nel Dream Team delle stelle Nba che dà spettacolo a Barcellona 92 il suo emblema. Ma gli attentati dell'11 settembre 2001 e la crisi economica che colpisce la Grecia post olimpiadi di Atene 2004 evidenziano la fragilità di un globalismo fondato solo sulla forza del business, anche nello sport. Le superpotenze sono al centro di questo episodio di “Olimpiadi di pace e di guerra” con Enrico Landoni, professore associato all'Università eCampus e membro della Società italiana di Storia dello sport.
Minacciati, ipotizzati, temuti. I boicottaggi più rilevanti si concretizzano nella storia delle Olimpiadi estive, tra l'edizione di Montreal 1976 e quella di Los Angeles 1984, che pure lascia intravvedere un periodo di rinascita e di ritrovata, seppur temporanea, unità del Mondo intorno al sacro fuoco di Olympia. Intanto l'olimpismo comincia a guardare a Oriente, con la Cina, che nel 1984 rientra nel consesso olimpico, e con la sudcoreana Seul, che nel 1988 ospita gli ultimi Giochi che vedono la partecipazione dell'Unione Sovietica, che di lì a poco si disgregherà sotto la spinta di Glasnost e Perestrojika, la politica della trasparenza e delle riforme volute dal penultimo segretario del partito comunista e poi presidente Mikhail Gorbaciov. In questo episodio di “Olimpiadi di pace e di guerra” il tema dei boicottaggi viene raccontato in compagnia di Enrico Landoni, professore associato all'Università eCampus e membro della Società italiana di Storia dello sport.
La strage di Monaco di Baviera nel settembre 1972, il dramma che sta vivendo Gaza. Sono intrecciate alla storia politica, e come quella stessa storia insanguinate, le vicende dello sport in Medio Oriente tra Israele, Palestina e gli altri Paesi arabi. Ma per comprenderla, quella storia, va ripercorsa dall'origine fino a i giorni nostri. Fino ad arrivare a scoprire che lo sport, e il Comitato Olimpico Internazionale, possono essere dei preziosi incubatori di pace e di speranza, quando riescono a seguire valori e ideali illuminati dal sacro fuoco di Olympia. Con Francesco Gallo, scrittore, regista e membro della società italiana di storia dello sport, in questo episodio di “Olimpiadi di pace e di guerra” entriamo nell’eterno conflitto mediorientale che ancora oggi infiamma anche lo sport.
Non vinsero solo delle medaglie ma provarono a cambiare il mondo. Con un gesto semplice e rivoluzionario al tempo stesso: un pugno nero inguantato sotto il cielo, a testimoniare le sofferenze non solo degli afroamericani, ma dei reietti di tutto il pianeta. Tommie Smith e John Carlos lo fecero dal podio olimpico dei 200 metri a Città del Messico nel 1968, dopo aver vinto l'oro e il bronzo. Ma quel pungo al cielo riverbera ancora oggi la sua luce nera, e arriva fino a Parigi 2024, attraversando l'intero ventesimo secolo e inffuturandosi all'infinito, come infinita è la partita da giocare per il rispetto dei diritti civili e umani. Le Olimpiadi diventano terreno di scontro sui diritti civili in questo episodio di “Olimpiadi di pace e di guerra” con Francesco Gallo, scrittore, regista e membro della Società Italiana di Storia dello Sport.
Una cortina di ferro che divide l'Europa e il Mondo. È quella che si erge tra l'Occidente e il blocco comunista dopo il Secondo Conflitto Mondiale, e malgrado le olimpiadi del 1948 a Londra, che avevano segnato la ripartenza del movimento olimpico nel nome della pace ritrovata. Eppure, proprio nel nuovo scenario geopolitico internazionale, lo sport e i Giochi rimangono terreno di confronto e di dialogo tra i due blocchi, con Roma 1960 che sembra celebrare una serenità ritrovata, ma solo apparente, e che anzi prefigura le nuove tensioni del decennio che verrà. La Guerra Fredda pervade questo episodio di “Olimpiadi di pace e di guerra” che con il professor Nicola Sbetti, membro della società Italiana di storia dello Sport e docente di storia dell'educazione fisica e dello sport presso l'Università di Bologna, ci porterà al di là della cortina di ferro.
Sarebbero dovuto essere i Giochi Olimpici della Repubblica di Weimar, ma quelle di Berlino 1936 passeranno invece alla Storia come le Olimpiadi di Adolf Hitler e del Nazismo. Sfregiati dalla svastica, sono anche i Giochi delle occasioni mancate: da quella del boicottaggio, a quella della contro-Olimpiade Popolare di Barcellona, travolta dalla guerra civile spagnola. La fiaccola olimpica accesa a Berlino fa però già intravvedere le sinistre ombre di un secondo conflitto mondiale ormai alle porte. In questo secondo episodio di “Olimpiadi di pace e di guerra” arriviamo fino alle porte della Seconda Guerra Mondiale con Sergio Giuntini, Presidente della Società Italiana di storia dello sport.
La Grande Guerra, coi suoi milioni di morti, travolge e cambia anche il mondo dell'olimpismo, appena rinato per opera di Pierre De Coubertin. Quelle trincee inghiottono migliaia di campioni dello sport, mentre le tensioni che hanno portato al Primo Conflitto Mondiale si riverberano anche sui campi di gara olimpici, dove si gioca una partita per la supremazia mondiale solo in apparenza meno cruenta di quella disputatasi sui campi di battaglia. In questo episodio di “Olimpiadi di pace e di guerra” partiamo da qui, dalla Prima Guerra Mondiale, per esplorare il mondo dei cinque cerchi e lo facciamo in compagnia di Sergio Giuntini, Presidente della Società Italiana di Storia dello Sport.
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2024-06-0900:45

Le Olimpiadi: messaggi di pace ed echi di guerra da sempre ardono insieme nel sacro fuoco di Olympia. In questo podcast di Radio 24 Dario Ricci rivive, grazie alla voce di storici ed esperti, i momenti chiave dei Giochi dell'era moderna in cui sport e politica si sono aggrovigliati in modo pressoché inestricabile intorno ai cinque cerchi. Un cammino che attraversa tutto il Novecento e che arriva fino ai giorni nostri, fino ai Giochi di Parigi 2024, le Olimpiadi che, comunque vada, cambieranno per sempre la storia del mondo e dello sport.
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