Un racconto su e con Paolo Conte attraversando la sua opera insieme ad altri autori e musicisti del presente e del futuro. Una storia fatta di storie, immaginazioni e immagini, incroci di traiettorie della realtà e dell’onirico.
Per esplorare il mondo di Paolo Conte iniziamo il nostro viaggio con Via Con Me, una canzone d’amore conosciuta in tutto il mondo, piena di segreti, bizzarrie e sensualità, che ha segnato l’affermazione dell’autore. Oggi non solo continua a essere eseguita live ma a lei è affidato il compito di chiudere le esibizioni e di creare un momento solidissimo di complicità tra Paolo Conte, che canta il brano nel bis a velocità particolarmente sostenuta, e il suo pubblico.
Il primo pezzo di Paolo Conte di cui mi innamoro consapevolmente da ragazzina si chiama Dal Loggione, ed è incluso nel terzo album in studio, Un gelato al limon, uscito all’inizio dell’estate 1979. È la storia di un amore segreto per una donna sposata che trova per un attimo corpo in un teatro comunale ma che nell’arco dell’esibizione viene superato da un altro amore, forse destinato a diventare più grande ancora: quello per la musica.
Un aereo scende verso il mare per vedere più da vicino un pianoforte che galleggia: è il racconto onirico di Aguaplano. Insieme a Max, il brano è incluso nel doppio disco omonimo Un aeroplano chiamato aguaplano. In questo album la scrittura di Paolo Conte si rinnova profondamente, spostandosi forse dalla terra alla luna, dai colli astigiani a Rio de Janeiro.
C’è una canzone nella storia discografica di Paolo Conte che più di tutte dimostra la sua unicità durante i concerti: è Diavolo Rosso. Questa canzone fa parte del disco Appunti di viaggio del 1982, una commistione di affezioni antiche, jazz e nuove esplorazioni elettroniche. Ma ancora di più Diavolo Rosso porta con sé precisi riferimenti geografici alle colline del Monferrato astigiano, attraversate dal ciclista Giovanni Gerbi, soprannominato appunto diavolo rosso.
Azzurro esce nel 1968 e la canta Adriano Celentano. Non è un rock, non è un lento, non è una ballata, non è un liscio, è una marcetta con un testo bizzarro decisamente diverso da quelli che scalavano le hit parade di quegli anni. Ma non è l’unico pezzo che Paolo Conte scrive pensando all’interpretazione di altri. Insieme a te non ci sto più avrà un grandissimo successo grazie all’interpretazione di Caterina Caselli: una voce vera e sincera, senza manierismi e costruzioni.