Il cinema fa apparire la realtà deludente. Gli autobus, i pasti preparati in fretta e furia, i giorni morti, rendono la vita così ordinaria, così assolutamente priva di trama. E a voi è mai capitato di non voler più uscire da una sala?
Monologo sul disturbo bipolare in cui cerco di interpretare il dolore personale di chi soffre di questo disturbo psichico
C'è stato un tempo in cui potevamo aspirare a qualunque cosa: da adolescenti. Ogni sogno era potenzialmente realizzabile, ma la situazione è cambiata. (Ispirato a un dialogo realmente avvenuto)
In questo episodio entro nei pensieri esistenziali di un uomo sui mezzi pubblici in una mattina qualunque di un giorno feriale qualunque.
Prima di ogni incontro, ciascuno è uno sconosciuto agli occhi dell'altro, è il passante cui guardiamo con indifferenza. Ma l'amore cambia la prospettiva, perché l'incognita rende speranzosi, non esisterebbe ricerca senza l'ignoto.
I sogni grandiosi, le enormi aspettative riposte nel futuro fanno parte dell'immaginario di ciascun giovane. Chiunque sogni di diventare qualcuno, in fondo, vuole eccellere nel farlo. Nel monologo questa presa di coscienza viene declinata al mondo dell'arte.
La voce narrante di questo monologo sulla paranoia è quella dell'amico del paranoico, che non vive in prima persona il disagio, ma si imbatte in una situazione in cui il suo migliore amico è ostaggio di pensieri spiacevoli.
Cosa vuol dire avere 20 anni? Non so dirlo in assoluto ma per certi versi avere 20 anni è come vedere una luce in fondo al tunnel e poi accorgersi che è una luce artificiale.