Oggi abbiamo voluto terminare la seconda fase di questo progetto tornando al punto di partenza, al principio: abbiamo dato vita a Punto e a capo all’inizio della quarantena e vogliamo concludere parlando di ciò che ha causato questa pandemia. Oggi saranno infatti con noi Alessandra Mistral De Pascali, dottoranda in microbiologia medica nel campo delle malattie infettive che in questi mesi si è occupata della tutela sanitaria dei rifugiati dall’infezione di coronavirus, e Caterina Vocale, dirigente del centro regionale Emilia Romagna di gestione dell’emergenza coronavirus.
La nostra terza intervista vede come protagonista la Docente del Dipartimento di Comunicazione dell'Università di Bologna Giovanna Cosenza. Cercheremo, grazie al suo aiuto, di analizzare come è stata strutturata la comunicazione in questo periodo e soprattutto rifletteremo sul cambiamento che accadrà inevitabilmente nel modo di comunicare dei media.
Aleternativacostruttiva, alias Veronica Mormina, oggi ci fornirà il suo interessante punto di vista sul ruolo che la psicologia e lo psicologo hanno avuto in questi mesi e continueranno ad avere in questa nuova fase.
Abbiamo voluto far intervenire Fabio Franceschini e Oliviero Pallanch per fare un po' di chiarezza tra le tante voci che sentiamo in tema di economia. Abbiamo chiesto il loro punto di vista sulla situazione economica italiana attuale e sulle scelte realizzate in questo periodo di lockdown.
Nella puntata di oggi ascolterete le parole di Lorenzo Vacchi, pianista-compositore e insegnante alla BSMT di Bologna. Con lui abbiamo parlato del mondo dello spettacolo e dell'insegnamento: forse i più colpiti da questo lockdown. Curiosi di scoprire cosa ne pensa Lorenzo dei cambiamenti che queste due sfere hanno subito?
In questa puntata abbiamo di capire come sia cambiato il ruolo dell'educazione e soprattutto come sia diventato ancora più fondamentale educare ed educarsi a una nuova vita di cui siamo e saremo protagonisti. Abbiamo intervistato Nicholas Bonavoglia, educatore e creatore del podcast Educatamente.
In questa seconda puntata abbiamo intervistato Veronica Boni, fotografa di cerimonie, che nel periodo di lockdown non si è data per vinta e ha creato nuovi modi per poter portare avanti il lavoro che tanto ama. Con lei abbiamo parlato anche del blocco che le cerimonie e gli eventi hanno avuto in questo periodo e di come evolverà la situazione nei prossimi mesi!
Oggi inauguriamo una seconda fase: infatti un po’ come la situazione che stiamo vivendo, anche Puntoeacapo vuole evolversi e vuole uscire. In che senso? Abbiamo pensato che per affrontare i prossimi mesi fosse importante ascoltare il punto di vista di professionisti, economisti, psicologi, o la semplice esperienza di chi si è dovuto adattare e reinventare per poter continuare o addirittura per poter ripartire. Oggi abbiamo intervistato Beatrice e Vittorio, soci fondatori di Origama; un'azienda nata come produttrice di packaging di lusso, che nel periodo di lockdown ha deciso di riconvertirsi.
Fino ad oggi avete ascoltato i nostri pensieri: siamo certe che le nostre voci abbiano saputo dare forma anche alle vostre emozioni. C'è sicuramente chi lo avrebbe fatto meglio, ma la nostra pretesa era semplicemente quella di esprimere un pezzo di noi e speriamo di essere state uno spunto, un'ispirazione o anche solo delle compagne di viaggio.Ma oggi non vogliamo essere noi le protagoniste: in questa puntata saranno altre le voci che ascolterete, voci di chi come noi ha qualcosa da condividere.
Saranno tante le cose che cambieranno, ma non necessariamente il nostro atteggiamento muterà con loro. Io invece mi auguro proprio questo: che inizieremo a comprendere che la vita non siamo solo noi, ma che piuttosto noi siamo solo una piccola parte della vita.
Mi rendo proprio conto che la mia vera àncora di salvezza sia proprio l’autenticità: questa tendenza alla ricerca di gesti concreti, sensazioni profonde, parole sincere e abbracci sicuri.
Ogni giornata è unica e assolutamente diversa da quella passata o da quella che verrà. Attenzione non è sempre una bella giornata, ma è ogni volta differente.
In realtà la noia non mi spaventa così tanto, secondo me sta tutto nel modo in cui la si percepisce. Perché dobbiamo per forza riempirlo un momento noioso? Forse basterebbe accettarlo, ascoltarlo e svuotarlo da tutto ciò che non ci appartiene.
Qualche settimana fa ci pensavo, pensavo a come avrei reagito se anche solo un anno fa mi avessero detto che sarebbe accaduto tutto questo. Ansia. Se mi avessero detto che sarebbe successo tutto ciò oggi, sicuramente sarei andata in ansia
Se cominciassimo a scriverci? Se provassimo ad accorciare le distanze semplicemente condividendo con carta e penna tutto il turbinio di emozioni che questo periodo ci sta facendo vivere?