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Quel che resta del giorno

Author: Linkiesta

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Ogni giorno milioni di notizie attraversano i nostri occhi e scompaiono. “Quel che resta del giorno”, con Massimiliano Coccia, è la feritoia da cui guardare la politica, la stampa, i libri e i conflitti del nostro tempo. Un podcast quotidiano de Linkiesta per ascoltare storie, voci e idee che resistono al rumore dei giorni.
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La semplificazione di Benigni che non ci meritiamo Qualche giorno fa a “Che tempo che fa” il grande Roberto Benigni ha detto la sua su pace, guerra e armi in un susseguirsi di semplificazioni e assolutizzazioni che fanno il gioco di chi la guerra l’ha scelta come destino (ad esempio la Russia). Ma perché la classe intellettuale deraglia su questi nodi intellettuali centrali per il nostro tempo? Cerchiamo di capirlo dialogando con lo storico Marco Mondini.
Dall’inizio dell’invasione russa del 2022 l’Anpi a livello nazionale è divenuta la cassa di risonanza della peggior retorica putiniana e ieri a Napoli è andato in scena il teatro dell’assurdo: durante un’iniziativa contro la presunta russofobia con il professor Angelo D’Orsi e Alessandro Di Battista convocata dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è stato impedito ad alcuni rappresentanti degli studenti di porre una domanda ai relatori e alla fine del convegno il Presidente di Radicali Italiani è stato aggredito da membri dell’associazione. Ascolteremo la sua testimonianza e quella di Antonello Sannino, del direttivo ANPI del capoluogo campano.
Qualche giorno fa sui social è circolato un nuovo estratto di un dibattito dove lo storico Alessandro Barbero sostiene che l’Occidente ha deciso che gli ucraini ci somigliano e quindi hanno difeso quando in realtà sono russi e dovrebbero star insieme sotto lo stesso ombrello. In questa puntata smontiamo la propaganda storica di Barbero e analizziamo la sua modalità operativa.
In queste ore impazza la polemica intorno a Limes e al suo direttore Lucio Caracciolo, accusato da alcuni autorevoli componenti del comitato scientifico della sua rivista di avere una posizione irricevibile sull’Ucraina. Come si usa in questi tempi, si urla alla caccia alle streghe e si condanna la censura di un uomo che, dagli anni ‘70, è onnipresente in ogni contesto informativo e in ogni dibattito pubblico. In questa puntata ricordiamo Fabrizia Di Lorenzo, giovane abruzzese, uccisa il 19 dicembre del 2016 a Berlino da un jihadista.
Oggi a Bruxelles si terrà l’ultimo EUCO che dovrà prendere delle decisioni non più revocabili. Da un lato il futuro dell’Ucraina e dall’altro la credibilità dell’Europa. Mentre la classe dirigente italiana non è in grado di partorire una reale alternativa al blocco di potere composto da Germania e Francia e le opposizioni sono divise su tutto e Meloni ha gioco facile.
La nostra redazione ha scelto la Premio Nobel per la pace Oleksandra Matvijčuk come persona dell’anno, anzi Europea dell’anno. Un riconoscimento che è un monito per chi ogni giorno resiste al regime russo, raccoglie prove contro i crimini di guerra di Putin e non depone la speranza davanti alla distruzione. Intanto ieri. Andrezj Poczobut e Mzia Amaglobeli, combattenti per la libertà e giornalisti, sono stati insigniti del Premio Sakharov 2025. Il primo è rinchiuso in Bielorussia e l’altra in Georgia. In conclusione, abbiamo dialogato con Vincenza Frasca, vicepresidente di Cofimi industria, su donne e Europa.
Come scrive Andrea Molle su HuffPost “ovunque c’è un ebreo, lì c’è un fronte”, è accaduto a Bondi Beach in Australia e accade sempre di più dal 2015 in ogni città del mondo. Segno di una cultura democratica in erosione e di un antisemitismo sistemico. I doppi standard su Zelensky come scrive Paolo Mieli sono invece oramai la regola e solo Sergio Mattarella cerca di invertire la rotta.
La puntata attraversa i nuovi equilibri della guerra in Ucraina dopo le dichiarazioni di Mark Rutte e la trattativa ad oltranza, con un occhio alle proteste che scuotono la Bulgaria, e racconta del viaggio di Angelo D’Orsi a Mosca, ai piedi di Putin, per il ventennale di Russia Today.
La nuova Strategia di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti manda in soffitta l’Europa come spazio da proteggere e la ricolloca in un mondo di grandi blocchi in competizione. Washington guarda altrove, riduce il proprio impegno e invita gli europei a cavarsela da soli. In questo episodio analizziamo cosa significa davvero questo spostamento strategico, perché mette a nudo tutte le fragilità dell’Unione e perché l’unica risposta credibile resta quella che Altiero Spinelli aveva già indicato ottant’anni fa
Arrivato a Roma per incontrare Papa Leone XIV e Giorgia Meloni, il presidente ucraino si è trovato davanti all’ennesima prova di incoerenza di Giorgia Meloni che rinvia la discussione in Cdm per il decreto armi ancora una volta e promette a Zelensky generatori e aiuti energetici. Salvini gongola, Tajani è infuriato e il centrosinistra che potrebbe avere un buona sponda di attacco tace
Nuova Resistenza. La santa alleanza Trump-Putin contro l’Europa. Da qualche ora ufficialmente il Cremlino e la Casa Bianca sono alleati: non a parole ma nei fatti condividono scopi e azioni contro l’Europa, la sua democrazia e i suoi valori. E ora come reagirà la Vecchia Europa?Analizziamo la situazione partendo dall’editoriale di Christian Rocca e l’intervista di Claudio Tito a Daniel Cohn Bendit.
È in libreria da un mese il nuovo libro di Maurizio Molinari, “La scossa globale - L’effetto Trump e la l’età dell’incertezza” e con l’autore in questa puntata affrontiamo in modo profondo le questioni che affrontano questo tempo dal ruolo dell’Unione Europea ormai distante da Washington, la guerra ibrida e la scarsa capacità di reazione dei movimenti progressisti al tecnosovranismo.
“La lotta nel Pd all’antisemitismo è a titolo personale”, scrive Antonio Polito e sembra essere la descrizione di quanto avviene in queste ore in cui si sta consumando l’ennesima frizione e spaccatura tra dirigenti e deputati riformisti e la maggioranza a trazione Schlein. Motivo del contendere la proposta di legge sull’antisemitismo di Graziano Del Rio che è stata sconfessata dal capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia. Ma nel 2025, un partito progressista può dividersi su una questione ovvia? A quanto pare, si.
Zerocalcare ha deciso che non parteciperà a “Più libri, più liberi”, la fiera della piccola e media editoria che si terrà a Roma da oggi fino a lunedì. Il motivo è la presenza della casa editrice “Passaggio al bosco” accusata di essere “nazista” da ottanta autori. Una decisione giusta che fa riflettere su come le grandi manifestazioni culturali non siano in grado di mantenere neanche un codice etico. Ma come mai lo zelo che Zerocalcare e Barbero usano contro i  nazisti e i fascisti non è usato anche contro i putiniani e i fan del fascismo russo? Proviamo a capirlo insieme.
Alessandro Di Battista pubblica con Paper First un libro dal titolo evocativo “La Russia non è mio nemico” che riprende il claim della campagna inventata dal Cremlino per dividere le nostre opinioni pubbliche. Insomma, mentre Francia e Sudafrica arrestano agenti di influenza che fanno disinformazione e arruolano mercenari in Italia, giochiamo ancora col fuoco.
Francesca Albanese condanna l’aggressione a “La Stampa” ma dice che è un monito, il governo cavalca l’assalto al sistema bancario e sostiene che è un cambio di paradigma e altri idioti dell’orrore antisemita imbrattano la targa di Stafeno Gaj Tache’ a Roma. Un Paese in mano ai moniti e agli assalti dove antisemitismo e violenza sono diventati pane quotidiano.
Il Tribunale per i minorenni de L’Aquila ha disposto la sospensione della potestà genitoriale e l’allontanamento dei tre bambini (età 6–8 anni) dalla famiglia che viveva in un casolare isolato nel bosco di Palmoli (provincia di Chieti), giudicando l’abitazione “fatiscente, priva di utenze e servizi igienico-sanitari”. Da questo evento si è scatenata una catena di reazioni e di polarizzazione, tra curve per la libertà educativa e altre contro la decisione dei genitori di crescere i figli in un modo giudicato inadatto dalla magistratura. Ma cosa nasconde nell’anima del Paese questa vicenda? Perché tocca così i nervi scoperti? Cerchiamo di capire perché il caso di Palmoli sia diventato la certificazione di un Paese in crisi di identità familiare.
Nel dibattito pubblico internazionale ha assunto sempre più forza la figura del cretino che non è mai solitario ma sempre ben accompagnato nei luoghi più disparati: dalle università alle sezioni di partito arrivando alla televisione. In questa puntata analizziamo la sua postura e i danni che vari cretini determinano nella nostra società.
Alberto Stefani del centrodestra è il nuovo governatore del Veneto. Mentre il centrosinistra si conferma in Puglia e Campania, con le vittorie di Antonio Decaro e Roberto Fico. Bassa l’affluenza al 43,64%, (-13,96%). Per Elly Schlein, segretaria del Pd, “uniti si stravince” e vede una “partita apertissima per politiche”. Giuseppe Conte, evidenziando la vittoria di Fico, commenta rivolgendosi al centrodestra: “Ora non saltellano più”. Parliamo di questa tornata elettorale con Mario Lavia de Linkiesta
Nella giornata di venerdì gli USA hanno consegnato i ventotto punti su cui fondare la pace in Ucraina. Un documento irricevibile di stampo mafioso che renderebbe Kyiv una provincia di Mosca e esporrebbe l’Europa ad un conflitto permanente con la Russia. Cerchiamo con gli editoriali di Ezio Mauro e Jürgen Habermas su Repubblica di capire quale strada può prendere il nostro continente per non capitolare.
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