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Quilisma
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Author: RSI - Radiotelevisione svizzera
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Il racconto nitido del Medioevo e del Rinascimento a un pubblico non scientifico. Una lettura trasversale su percorsi interdisciplinari affiancati alla musica, attraversando l’entusiasmante stagione della monodia per giungere al trionfo dell’esperienza polifonica. Il tutto con proposte d’ascolto, novità discografiche, recensioni librarie e incontri con i protagonisti, sia attraverso interviste sia come ospiti in studio.
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Questa settimana Quilisma compie un breve viaggio nel Rinascimento focalizzando la propria attenzione su alcuni aspetti caratterizzanti della musica.È in questo momento storico che si assiste alla rinascita culturale e sociale dell’Occidente e contemporaneamente allo sviluppo delle grandi nazioni. È un momento di gloria per l’Italia le cui signorie caratterizzano culturalmente le proprie corti favorendo la musica con importanti e fondamentali azioni di mecenatismo. L’istruzione musicale diviene così aspetto imprescindibile nell’educazione di un nobile o di un ricco borghese, e saper cantare o suonare uno strumento un’attività del tutto normale. Ecco perché l’esecuzione musicale è diretta non solo e non soprattutto a un pubblico di ascoltatori (come invece accade oggi) ma a un pubblico di musicisti, seppur dilettanti.
La lunga storia di Venezia ha inizio già con le vicende del Patriarcato di Aquileia, rappresentando una vera e propria identità culturale e geografica durante il Medioevo e il Rinascimento.La sua eredità musicale, infatti, è espressione del mondo religioso dell’epoca e gli archivi raccontano uno stile inconfondibile in particolar modo nella liturgia e nella sfera religiosa del tempo.Accanto alla devozione, la vita culturale laico-profana viaggia in diverse forme e regala ancora oggi una moltitudine di testimonianze legate alla capacità di conservazione di molti documenti compositivi.La puntata di Quilisma prende spunto da un concerto dell’ensemble Anonima Frottolisti nell’ambito della rassegna Cantar di Pietre. Un concerto che ha raccontato lo spaccato “popolareggiante”, per quanto estremamente colto, del gusto musicale cortese e profano del XV e XVI secolo. I racconti, le maschere, i personaggi, l’amore, la vita, sono stati solo alcuni dei temi trattati dal repertorio eseguito: una “fotografia” dell’estetica e della ricerca tanto letterale quanto musicale dell’epoca.
Fondato nel 1994 dal Pedro Memelsdorf, l’ensemble Mala Punica è riconosciuto a livello internazionale per il suo approccio alla musica medievale e rinascimentale. I suoi progetti, frutto di anni di ricerca e di un lavoro d’ensemble di altissimo livello, hanno contribuito a riscoprire repertori dimenticati e a offrirli in interpretazioni vive, raffinate e appassionate. Con una discografia pluripremiata e numerose collaborazioni con festival e istituzioni di prestigio, il gruppo ha saputo coniugare rigore musicologico e forza espressiva, guadagnandosi un posto d’eccellenza nella scena della musica antica.Mala Punica sarà protagonista lunedì 6 ottobre nella Chiesa del Collegio Papio nell’ambito delle Settimane musicali di Ascona. Per l’occasione Quilisma propone un incontro che Giovanni Conti ha avuto con Pedro Memelsdorf.
Il 2025 il Cinquecentenario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina, uno dei più illustri compositori del Rinascimento e figura fondamentale della musica sacra. Per celebrare questo importante anniversario, in tutto il mondo sono state promosse manifestazioni e progetti che intendono riscoprire e valorizzare l’opera del Palestrina, coinvolgendo un vasto pubblico e promuovendo la conoscenza della sua musica. Anche la Svizzera italiana fa la sua parte con la Rassegna Cantar di pietre che prenderà il via il 28 settembre eseguendo nella Cattedrale di Lugano il Capolavoro di Palestrina ovvero la Missa Papae Marcelli. Il programma è consultabile sul sito cantardipietre.ch
Il 2025 il Cinquecentenario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina, uno dei più illustri compositori del Rinascimento e figura fondamentale della musica sacra. Per celebrare questo importante anniversario, in tutto il mondo sono state promosse manifestazioni e progetti che intendono riscoprire e valorizzare l’opera del Palestrina, coinvolgendo un vasto pubblico e promuovendo la conoscenza della sua musica. Anche la Svizzera italiana fa la sua parte con la Rassegna Cantar di pietre che prenderà il via il 28 settembre eseguendo nella Cattedrale di Lugano il Capolavoro di Palestrina ovvero la Missa Papae Marcelli. Il programma è consultabile sul sito cantardipietre.ch
Il 2025 il Cinquecentenario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina, uno dei più illustri compositori del Rinascimento e figura fondamentale della musica sacra. Per celebrare questo importante anniversario, in tutto il mondo sono state promosse manifestazioni e progetti che intendono riscoprire e valorizzare l’opera del Palestrina, coinvolgendo un vasto pubblico e promuovendo la conoscenza della sua musica. Anche la Svizzera italiana fa la sua parte con la Rassegna Cantar di pietre che prenderà il via il 28 settembre eseguendo nella Cattedrale di Lugano il Capolavoro di Palestrina ovvero la Missa Papae Marcelli. Il programma è consultabile sul sito cantardipietre.ch.
Sono trascorsi pochi giorni dalla data in cui – puntualmente ogni anno – il 3 settembre si fa memoria di Gregorio Magno, nato a Roma intorno al 540 da una famiglia patrizia degli Anici, “gens” di fede cristiana e nota anche per i servizi resi alla Sede Apostolica. I genitori Gordiano e Silvia gli trasmettono alti valori evangelici offrendogli anche un grande esempio. Dopo gli studi di diritto, Gregorio intraprende la carriera politica e ricopre la carica di prefetto della città di Roma. Questa esperienza gli fa maturare uno sguardo più consapevole sull’urbe e le sue problematiche e un profondo senso dell’ordine e della disciplina. Pochi anni dopo, attratto dalla vita monastica, decide di ritirarsi, dona i suoi averi ai poveri e fa della casa paterna al Celio un monastero che intitola a Sant’Andrea. Qui si dedica alla preghiera, al raccoglimento e allo studio della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa. E poi l’elezione a Papa…
®Protetto da draghi o spiriti maligni, gravato da maledizioni, rivelato da sogni e visioni, il tesoro è materia magica per eccellenza e fra le più affascinanti. Se cercassimo una ricetta alchemica per crearne uno, avremmo bisogno di alcuni ingredienti fondamentali. Il primo è il valore, quello scintillio che accende il desiderio. Il secondo è il segreto, la consapevolezza che esso esiste senza sapere dove. Il terzo è il tempo, al quale è sopravvissuto e che l'ha reso libero da ogni possesso: attende chi saprà meritarselo ma non è più di nessuno. Nel suo libro Allegra Iafrate segue la storia della ricerca dei tesori fra Medioevo ed Età Moderna, analizzando le sfumature del desiderio che ha colto gli uomini attraverso i secoli, descrivendo alcuni degli oggetti che hanno alimentato i racconti più favolosi, svelando come nascono certe leggende, alla scoperta dei nascondigli e dei loro custodi, sulla scia di quei cercatori che, dalle sponde meridionali del Mediterraneo fino all'Europa settentrionale, per secoli hanno seguito il miraggio della ricchezza fra magia e misteriose topografie auree. Giovanni Conti ospita Allegra Iafrate nella puntata odierna di Quilisma per parlare di tesori, Medioevo e non solo.Prima emissione: 10 ottobre 2021
®Sesto ed ultimo degli incontri con il medievista Marco Ferrero alla scoperta a volo d’uccello dei passaggi fondamentali che contribuirono alla costruzione del Medioevo. Dopo esserci addentrati nella conoscenza di Franchi e Longobardi e dopo aver posto attenzione sui Carolingi, che con Carlo Magno, come dinastia, per prima salì sul trono del Sacro romano impero, oggi è la volta dell’Europa come dato di fatto. L’organizzazione data all’Impero da Carlo anche in termini amministrativi, costituì il modello anche dopo la sua morte, reggendo le sorti di quella larga unione di domini, popoli e culture che di lì a poco avrebbe visto ascendere al trono la dinastia ottoniana con Ottone I (nell’immagine)Prima emissione domenica 3 aprile 2022
®Continuano gli incontri con il medievista Marco Ferrero alla scoperta a volo d’uccello dei passaggi fondamentali che contribuirono alla costruzione del Medioevo. Dopo esserci addentrati nella conoscenza di Franchi e Longobardi si torna a parlare di Franchi per focalizzare l’attenzione sui Carolingi, dinastia che successe ai Merovingi e, con Carlo Magno, per prima salì sul trono del Sacro romano impero realizzando una larga unione di domini, popoli e culture, e restituendo all’Europa la fisionomia politica e il prestigio perduti con la fine dell’Impero romano. Prima emissione: 27 marzo 2022
®Prosegue il percorso a grandi tappe di analisi della costruzione dell’identità europea attraverso le popolazioni che ne hanno fatto la storia. Se Siamo abituati a pensare alla fine dell’impero di Roma come al reale conclusione di un’esperienza oppure, al più, al suo trasferimento in oriente, dove Costantinopoli sostituisce una capitale non più attiva, la realtà risulta diversa. Oltre ai già citati Franchi, i Longobardi ebbero un ruolo fondamentale che già abbiamo introdotto nella scorsa puntata. Oggi, sempre con l’aiuto del medievista Marco Ferrero, ne comprendiamo meglio le caratteristiche e le cause che ne determinarono l’ascesa, ma soprattutto la disfatta.Prima emissione domenica 20 marzo 2022
®Siamo abituati a pensare alla fine dell’impero di Roma come alla reale conclusione di un’esperienza oppure, al più, al suo trasferimento in oriente, dove Costantinopoli sostituisce una capitale non più attiva. In realtà, nel sud della Francia, il connubio tra l’aristocrazia senatoria romana e la classe dirigente di origine locale, unite all’episcopato cattolico sempre più potente, pone le basi di quello che sarà di lì ad alcuni secoli l’impero carolingio. Dopo aver affrontato il tema dei FRANCHI, Giovanni Conti entra nel mondo dei LONGOBARDI insieme allo storico del Medioevo Marco Ferrero presidente del Centro Studi medievali ‘Ponzio di Cluny’.Prima emissione domenica 13 marzo 2022
®Samo abituati a pensare alla fine dell’impero di Roma come al reale conclusione di un’esperienza oppure, al più, al suo trasferimento in oriente, dove Costantinopoli sostituisce una capitale non più attiva. In realtà, nel sud della Francia, il connubio tra l’aristocrazia senatoria romana e la classe dirigente di origine locale, unite all’episcopato cattolico sempre più potente, pone le basi di quello che sarà di lì ad alcuni secoli l’impero carolingio. Giovanni Conti ne parla in questa seconda puntata della serie "Costruire il Medioevo" con lo storico Marco Ferrero presidente del Centro Studi medievali "Ponzio di Cluny".Prima emissione domenica 6 marzo 2022
Siamo abituati a pensare alla fine dell’impero di Roma come al reale conclusione di un’esperienza oppure, al più, al suo trasferimento in oriente, dove Costantinopoli sostituisce una capitale non più attiva. In realtà, nel sud della Francia, il connubio tra l’aristocrazia senatoria romana e la classe dirigente di origine locale, unite all’episcopato cattolico sempre più potente, pone le basi di quello che sarà di lì ad alcuni secoli l’impero carolingio. Giovanni Conti ne parla con lo storico del Medioevo Marco Ferrero presidente del Centro Studi medievali "Ponzio di Cluny".Prima emissione domenica 20 febbraio 2022
Cantate Deo: questo l’evocativo titolo di una incisione discografica del tenore anglo-partenopeo Marco Beasley. Il cantante applauditissimo in ogni occasione offre un modo originale per scoprire il repertorio religioso italiano scritto per due tenori. Sono gli ultimi sussulti dello stile rinascimentale e i prodromi del fastoso barocco che Quilisma proporrà all’ascolto nella realizzazione che Beasley ha fatto sovrapponendo la sua voce con la tecnica della registrazione ripetuta. In altre parole è sempre lui a cantare entrambe le parti che in fase di editing del cd sono state sovrapposte. Un’esperienza singolare che non appartiene alla tradizione delle incisioni di questo tipo ma che è stata decisiva per realizzare un momento musicale di straordinario impatto emotivo. Si va da brani di Alessandro Grandi e Bonifacio Graziani a composizioni di Biagio Marini, Claudio Monteverdi e Giuseppe Giamberti ed altri ancora che Marco Beasley affronta impeccabilmente con l’inseparabile Guido Morini all’organo e al clavicembalo e alla direzione del suo storico Ensemble Accordone.Prima emissione: 4 luglio 2021
La puntata odierna di “Quilisma” si occupa di un tema con cui, prima o poi, tutti devono confrontarsi. Si tratta della vecchiaia, un dato sociale, biologico ed anche culturale che ha mutato il suo ruolo sociale attraverso la storia. Nel mondo antico – solo per fare un esempio - la vecchiaia era un avvenimento eccezionale. La vita media infatti non superava i 30 anni e non erano molti coloro che riuscivano a raggiungere una età avanzata (o considerata tale secondo gli standard della comunità di appartenenza). Società e comunità di appartenenza hanno in passato determinato il destino dei vecchi la cui condizione oscillava tra estremi ed opposti cioè il rifiuto e l’umiliazione, umiliazione da una parte e il rispetto e la venerazione dall’altra. Atteggiamenti che furono il risultato della somma di risvolti economici, sociali, psicologici e persino magico-religiosi.
Pagine perlopiù inedite in tempi moderni che sottolineano l’antico rapporto tra San Marco a Venezia e Aghia Sophia a Istanbul. Due luoghi di culto dalla storia millenaria che idealmente incorniciano la figura della Vergine Maria, posta al centro di questo concerto: a parlare è la Donna per antonomasia, la Madre, la Regina, la Soccorritrice, che ha dato alla luce un Dio; la più bella tra tutte le donne. Il concerto propone musiche polifoniche e monodiche di differente provenienza e di vari autori sia nello stile di ampia polifonia, eseguita in San Marco, sia di cromatici melismi bizantini che da secoli hanno fatto eco sotto le cupole di Aghia Sophia. Ne sono stati protagonisti i componenti dell’ensemble Modulata Carmina coordinati da Luigi Santos nel contesto della stagione di Cantar di Pietre.
Recentissimamente in Ticino, protagonista di un concerto memorabile nella cattedrale luganese , la Cappella Pratensis.Cappella Pratensis (nella foto) ci restituisce il clima di una Confraternita rinascimentale, un Banchetto e tanta musica. È l’ultima fatica discografica del, celebre ensemble vocale dei Paesi Bassi. Pubblicato per l’etichetta Challengerecords, il cd offre una plausibile ricostruzione della Festa del Cigno ovvero il banchetto che la Confraternita di Nostra Signora della città di Hertogenbosch nella regione del Brabante organizzava per la festa dei Santi Innocenti. Il Cigno è emblema di purezza e nel Medioevo, il nome, lo si voleva derivato dal latino canere ovvero cantare, in relazione al canto dell’animale dal lungo e flessibile collo. Brani sacri e profani si alternano in un contesto che in quel momento storico non aveva confini e testimoniato dai molti manoscritti di proprietà della Confraternita, gli stessi manoscritti da cui Cappella Pratensis ha attinto per realizzare la registrazione. Di questo e di altro Giovanni Conti ne parla con una delle storiche voci dell’ensemble, Peter De Laurentiis.
La musica, da sempre, è stata considerata un rimedio contro le “asprezze” dell’esistenza. Il suo effetto benefico si è irradiato sull’umano, come sul naturale, senza differenze di status, età, genere. Depositaria di un potere terapeutico pervasivo, non vi è essere animato, né inanimato che non ne subisca l’azione armonizzatrice. Se la musica degli uomini è capace di riscattare dal silenzio il proprio mondo, l’atto di produrre suono, nella cultura occidentale, è atto intrinsecamente metaforico, come testimoniano le figure mitiche che l’hanno esercitato: Apollo, padre di Esculapio, il dio della medicina, che allontana il male dagli esseri umani; Orfeo che suonando la sua taumaturgica lira ammansisce le fiere, placa i bellicosi e sovverte, addirittura, l’ordine delle cose nell’utopia delusa di riportare in vita la sua amata; David, che col suono della sua arpa salva dai tormenti della melanconia re Saul, erigendosi ad archetipo del potere salvifico della musica nel mondo cristianizzato, un potere che i manuali degli esorcisti ci rivelano essere così pervasivo da riuscire a scacciare persino il demonio.Il discorso mitico, alimentato dagli stupefacenti effetti ascritti alla disciplina musicale, si configura come un potente mezzo per descrivere soggiacenti meccanismi psicologici di risposta emozionale alla musica all’interno del paradigma concettuale della filosofia greca, paradigma per secoli continuamente riscritto, senza mai venir meno.La puntata odierna ha ospite al microfono di Giovanni Conti, Stefano Lorenzetti, uno dei fondatori dell’ensemble Umbra Lucis che nell’ambito di Cantar di Pietre ha proposto un programma che traduce in suono, in suono reale e vitale, proprio tale discorso mirabilmente sintetizzato da una similitudine antichissima e iterata per secoli: come uno strumento scordato non è capace di produrre buona musica, altrettanto, un animo, “scordato” non è capace di vivere. La similitudine strumento musicale/animo umano ci guida, dunque, attraverso un’antropologia degli affetti e degli effetti della musica.
Ospite della puntata odierna di Quilisma è Viva Biancaluna Biffi. La musicista, contesa dai maggiori gruppi di musica antica del momento, presenta un suo recital da lei volutamente costruito su uno schema d’opera. Fermate il Passo si sviluppa intorno a una trama ben conosciuta: l’amore infelice, tema universale, presente in tutte le epoche della storia, sia in poesia che in musica. In questo programma la donna è senza dubbio protagonista, ma è essa vittima o carnefice? La maggior parte dei testi frottolistici propongono un’apparente visione al maschile: io (uomo, poeta) soffro per le pene d’amore provocate da lei (la dama). Questa figura femminile distante e indifferente è un elemento che ricorre spesso nella storia della poesia e di conseguenza nella poesia tradotta in musica. Ma, come accade sovente, ci vengono offerti più livelli di lettura. La poesia trascende il significato delle sue stesse parole e rivolge sempre lo sguardo ad un panorama più ampio. In realtà i testi descrivono un ideale d’amore, di dolore, d’emozione e sentimento, che può essere interpretato da molti punti di vista differenti. La donna “carnefice” si trasforma quindi in “vittima” grazie ad un gioco di specchi e di illusioni poetiche e canta il suo abbandono, il suo dolore e la sua resa.


















