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Author: Rame

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Rame è la serie podcast di una community che vuole sfatare il tabù dei soldi. Nasce all'interno di una piattaforma (www.rameplatform.com) che attraverso i suoi contenuti si pone l’obiettivo di avviare una rivoluzione culturale nella società, che trasformi la finanza personale in un argomento di conversazioni audaci e liberatorie. Annalisa Monfreda, ogni settimana, dialoga con un ospite diverso seguendo il filo della sua storia economica. Parlare di soldi può essere intimo e coinvolgente, rivelatorio ed eccitante. E si finisce sempre per svelare chi siamo e ciò in cui crediamo.
103 Episodes
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Teresa Ciabatti è una delle scrittrici italiane più lette. Una che ha il coraggio di essere scomoda, addirittura scorretta. Figlia di un medico chirurgo, Teresa cresce a Orbetello in una villa con piscina per poi trasferirsi a Roma, ai Parioli, in adolescenza. La perdita della piscina, verso i 14 anni, rappresenta una perdita di identità. «I miei amici romani venivano da me solo perché c'era la piscina. Nel momento in cui nella vita reale ho perso la piscina nessuno più mi ha cercata. E per me è stata una fortuna perché a quel punto io dovevo cercarmi un’identità vera. Tante volte penso che se non avessi perso niente, probabilmente non sarei diventata una scrittrice e non avrei avuto tutta la possibilità dell'Immaginazione. Perché se tu hai tutto, pensa quanto è ridotto il campo della possibilità».  Teresa capisce allora che il vero potere non sono i soldi, ma le relazioni. «Io con la piscina ero circondata da persone che poi subito sono sparite. Senza piscina, ci ho messo vent'anni, però ho trovato delle persone che sono ancora della mia vita». Per quanto è trasgressiva nella scrittura, Teresa è molto posata nella vita reale: odia fare shopping, non viaggia. Però il suo conto in banca parla di passioni bizzarre, come quella per le costose imitazioni delle bambole reborn, che possiede in ben sette esemplari Con infinita tenacia, Teresa riesce a vivere della scrittura, sperimentando la perdita di libertà che porta con sé il successo, ma riuscendo comunque a tenere fede alla sua voce e ai suoi protagonisti sgradevoli, per i quali si rifiuta di disegnare una parabola evolutiva.  Oggi ha una figlia adolescente alle prese con la ricerca di identità. Una ricerca che, com’è stato per Teresa a 14 anni, passa attraverso il possesso e la condivisione di cose. Ma quello che Teresa vorrebbe insegnarle è che i soldi, specie alla sua età, sono una trappola. Per cui nascere ricchi è solo in apparenza un privilegio. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Stefania Auci è una delle poche scrittrici, in Italia, che potrebbe vivere del suo mestiere. I suoi romanzi, che attraverso le vicende della famiglia Florio raccontano due secoli di storia d'Italia, hanno venduto quasi due milioni di copie. Eppure Auci si tiene stretta il suo lavoro di insegnante. Perché «lo stipendio è sempre lo stipendio», dice. Ma anche perché «in Italia è difficilissimo vivere di cultura». Tanto più se sei una donna e tutti pensano che tu debba scrivere di sole, cuore e amore, piuttosto che di soldi. «Eppure la nostra vita, esattamente come quella di un uomo, è regolata dal peso e dal valore dei soldi». E così, l'aver cambiato "le regole" della scrittura femminile le ha fatto perdere la fiducia di affidarsi ad essa completamente. Stefania Auci è la protagonista del terzo evento del tour Rituali di benessere finanziario, a Palermo. Ai nostri microfoni ha raccontato del costo che ha pagato per il fatto di essere donna, ma anche di come ha speso i primi soldi guadagnati con i suoi libri. Rituali di benessere finanziario è un tour organizzato in collaborazione con Alleanza Assicurazioni e con il sostegno di Sardegna Ricerche. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Fin da quand'era studentessa all'Accademia di arte drammatica, Francesca Cavallo capisce che, a parità di talento, sul suo si sarebbe investito meno che su quello di un uomo. Così, oltre che artista, diviene imprenditrice, per occuparsi in prima persona della sostenibilità delle sue idee. Quando arriva in Silicon Valley, si scontra con ciò che tiene le donne lontane dal mondo delle startup: la mentalità predatoria, il mito del far succedere le cose a qualunque costo. Lo straordinario successo che ottiene con Favole della buonanotte per bambine ribelli, un bestseller che ha venduto 6 milioni di copie in oltre 50 Paesi del mondo, le offre l'opportunità di provare a cambiare il modo in cui si è sempre fatto impresa e di sperimentare un nuovo tipo di azienda. «Il successo economico mi ha permesso di non concentrarmi sullo sfondare un soffitto di cristallo. Ho cercato invece di costruire una casa nella quale non ci fossero soffitti da sfondare per nessuno», racconta. L'esperienza della ricchezza ha ripercussioni anche sul piano personale. «All'inizio mi sembrava di dover rappresentare il mio status». Così compra una villa a Los Angeles, diventando dirimpettaia di Bradley Cooper. Ma proprio in quel momento perde il lavoro. Potrebbe cercare un posto da Disney o Warner Bros per poter mantenere la casa, ma sceglie di non far decidere la sua vita a un oggetto immobile. Svende dunque la casa, perdendo molti soldi. «Tutti i soldi che ho perso, nella mia vita, sono stati il prezzo della mia libertà». Questa conversazione è avvenuta durante l'evento Rituali di benessere finanziario, il 6 marzo 2024 a Milano. Un evento organizzato in collaborazione con Alleanza Assicurazioni. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Cecilia arriva nello studio di Elena Carbone perché soffre di attacchi di panico da quando il padre è morto, 6 mesi fa. Attraverso la psicoterapia, riavvolge il nastro della sua vita e svela una dinamica di violenza economica in cui è incastrata da quando è nata la terza figlia e lei ha lasciato il lavoro. Psicosoldi è un podcast di Rame in cui entriamo nello studio di Elena Carbone per raccontarvi le storie di chi ha sperimentato, nella sua vita, un cortocircuito tra soldi e psiche. Questo podcast è realizzato in collaborazione con Bright Sky, l'app di Fondazione Vodafone contro la violenza di genere. Ecco il link per installarla: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.vodafone.brightsky.it&hl=it&pli=1 --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Un puzzle di storie che ci raccontano come si arriva alla violenza economica. Dal rifiuto di parlare di soldi alla perdita di autonomia nello spendere, passando per salari più bassi e esclusione dal lavoro una volta divenute madri. A commentare le storie, la nostra psicoterapeuta Elena Carbone, che ci aiuta a capire come tenersi alla larga da questa subdola forma di violenza. Cecilia arriva nello studio di Elena Carbone perché soffre di attacchi di panico da quando il padre è morto, 6 mesi fa. Attraverso la psicoterapia, riavvolge il nastro della sua vita e svela una dinamica di violenza economica in cui è incastrata da quando è nata la terza figlia e lei ha lasciato il lavoro. Questo podcast è realizzato in collaborazione con Bright Sky, l'app di Fondazione Vodafone contro la violenza di genere. Ecco il link per installarla: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.vodafone.brightsky.it&hl=it&pli=1 --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Giacomo ha 42 anni e lavora in banca. Quando ha 7 anni la perdita di suo fratello in un incidente distrugge la sua famiglia. Viene lasciato solo e costretto a vivere in una famiglia in cui non c’è più vita. Crescendo impara a sopravvivere trovando nel risparmio l’unica via di uscita: non spende il denaro che guadagna e il controllo che riesce ad avere sui soldi lo portano a diventare sempre più oculato nelle spese tanto da esercitare una forte pressione finanziaria sulla sua famiglia. A partire dalla profonda ferita della trascuratezza provata da bambino, insieme a Elena Carbone, Giacomo impara a lasciarsi andare e a concedersi di desiderare qualcosa e di spendere per averlo. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Davide ha 38 anni, una compagna, Sofia, con cui sta per avere un figlio, una soddisfacente carriera nel food e una vita attiva. Potrebbe sembrare tutto perfetto senonché arriva da me tramite il suo nutrizionista per una collaborazione: Davide è in sovrappeso, vorrebbe dimagrire, ma fa fatica a seguire la dieta. Non solo. Continua a fare acquisti online che si accumulano in una stanza, senza che lui neppure disfi i pacchi… --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Giulia è in terapia da circa un anno per alcune difficoltà nel mantenere una relazione stabile. Ha 35 anni, è un'architetta che esercita la libera professione e da qualche tempo frequenta Andrea. All'improvviso, durante una seduta, emerge un dettaglio della sua vita che non aveva rivelato prima: ogni qualvolta arriva una lettera delle Agenzie delle Entrate che esige il pagamento delle tasse, lei finge di non averla ricevuta e va avanti con la sua vita. Scavando nel suo vissuto, questi due aspetti del suo carattere, l'incapacità di gestire le finanze e l'incostanza relazionale, si intrecciano indissolubilmente. Psicosoldi è un podcast di Rame in cui entriamo nello studio di Elena Carbone per raccontarvi le storie di chi ha sperimentato, nella sua vita, un cortocircuito tra soldi e psiche. Questo podcast è realizzato in collaborazione con Bright Sky, l'app di Fondazione Vodafone contro la violenza di genere. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Gianna viene mandata nello studio di Elena Carbone dal suo medico curante: da un po’ di mesi mangia pochissimo e le viene la nausea non appena si mette a tavola. Seduta dopo seduta emergono ulteriori dettagli. Gianna si è sposata e ha avuto due figli senza chiedersi se lo volesse: si faceva così. Gianna si cuce i vestiti in casa, non si concede neanche un caffè fuori, nonostante gudagni bene. Il suo non è un risparmio avido, focalizzato all’accumulo, ma è un risparmio di prevenzione. In questa puntata riviviamo la storia di Gianna e della sua famiglia, del percorso terapeutico che ha intrapreso e del salto nel passato che l’ha accompagnata a fare. Vedremo soprattutto come riuscirà a cambiare la sua concezione dei soldi, arrivando a pensarli come uno strumento per autorizzarsi, finalmente, a essere felice… Psicosoldi è un podcast di Rame in cui entriamo nello studio di Elena Carbone per raccontarvi le storie di chi ha sperimentato, nella sua vita, un cortocircuito tra soldi e psiche. Questo podcast è realizzato in collaborazione con Bright Sky, l'app di Fondazione Vodafone contro la violenza di genere. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Daniela Farnese scrive libri, sceneggiature, pubblicità. Ha il privilegio di fare il lavoro che ama. Ma cos’è esattamente “privilegio”? Quando era bambina, a Napoli, in un quartiere popolare, dentro un palazzo fatiscente, con una madre separata che cresceva tre figli da sola, il privilegio era il posto fisso di sua madre. Crescendo, i soldi erano sempre pochi ma il capitale sociale di sua madre proietta lei e i suoi fratelli fuori dall’ambiente in cui sono cresciuti. Laureata in Lingue Orientali e vincitrice di un concorso pubblico, si dimette e si cuce addosso la libera professione: lavora quando ha bisogno di soldi, il resto del tempo viaggia, scrive, conosce gente. Divenuta madre, decide di mettere radici e di comprare casa. Alla decima richiesta di mutuo, lo ottiene: in una società che si basa sempre più sul debito, anche l’accesso al credito è un privilegio. Se le chiedi oggi qual è il suo privilegio, Daniela ti risponde “il tempo”. Non guadagna molto, però ha tantissimo tempo libero, e questo è una parte fondamentale nell’equazione della felicità. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Lidia Vitale cresce ascoltando suo padre e suo zio litigarsi un’eredità che sarebbe arrivata 30 anni dopo. Da ragazzina vuole fare l’attrice e prende lezioni grazie ai soldi passati sottobanco dai nonni. Nessuno, in casa sua, avrebbe mai investito in una passione. «Guadagnare facendo ciò che ti piace era il demonio. E invece è molto più facile, perché sei più disposto a fare sforzi, a impegnarti, a investire». Lidia arriva al successo. Recita ne La meglio gioventù e in Suburra. Viene diretta da Sergio Castellitto, Marco Bellocchio, Paolo Genovesi…  Eppure, crescendo, rifugge completamente l’argomento soldi, finendo per sentirsi a casa nella tragedia economica, che sembra non abbandonarla mai. Un giorno frequenta un corso online di educazione finanziaria e qualcosa inizia a cambiare. Lidia scopre che i desideri hanno un potere molto più grande dei soldi in sé. «Io li esprimo, li visualizzo e lascio all'universo la possibilità di manifestare la modalità in cui si realizzeranno». Impara anche a discernere i bisogni indotti dal sistema capitalistico e quelli invece autentici. Soprattutto, impara a mettere in movimento il denaro: «I soldi ci servono per attivare la nostra creatività per un mondo migliore. Sono energia che va messa in circolo». Così, anche nei momenti più difficili come la pandemia, Lidia continua a donare il 5% di tutto ciò che guadagna. Oggi ha ben chiaro in testa il suo obiettivo. Vuole diventare la prima attrice produttrice italiana. E si appresta a produrre il suo primo cortometraggio. «Io ho il potere della visione. Questo non me lo può rubare nessuno. Ci sono stati momenti in cui ero poverissima, ma la mia visione ha creato l'abbondanza». --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Anna Cupani ha 41 anni, è originaria di Pordenone, ma da molti anni vive all’estero. Lavora in Università, dove si occupa di creare connessioni tra ricercatori e aziende esterne. Nata in una famiglia benestante, cresce imparando a gestire i soldi e le risorse a sua disposizione, con l’idea che niente vada sprecato. Si iscrive alla facoltà di Chimica e dopo essersi laureata e aver conseguito un Master, inizia a lavorare come borsista all’Università. Il suo primo passo nel mondo del lavoro, le mette davanti agli occhi il fatto che, in quanto donna, per lei ogni cosa sarà molto più difficile, e non solo dal punto di vista finanziario: «Quello che all’epoca facevo più fatica ad ammettere era proprio il non venire presa sul serio e quindi dover ripetere la stessa richiesta tre volte prima che venisse ascoltata, mentre quando a farla è il collega uomo improvvisamente la controparte risponde». Non solo: in questo contesto di sottile e continua discriminazione verso le donne, Anna si rende conto che un trattamento speciale è riservato alle non mamme, dalle quali ci si aspetta che, non avendo bambini a carico, siano più disponibili a lavorare di più e a coprire i turni di colleghi, «perciò nel momento in cui reclamo spazio per altri interessi, anche professionali, c’è sempre un momento di esitazione nel concedermelo. Penso a come questa mentalità non faccia altro che portarci a dividerci ancora di più, disperate per le briciole di diritti che dovrebbero essere per tutti e tutte». Dopo 7 anni in Belgio, Anna si trasferisce in Inghilterra, dove ha modo di constatare che la stessa persona a seconda del contesto può essere discriminata oppure privilegiata. In quel caso sente il privilegio di un passaporto comunitario. E quel privilegio le dà la responsabilità di aiutare gli altri, in una catena di relazioni dove ci si supporta a vicenda senza avere la pretesa di ricevere nulla in cambio. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Maria Nanna ha 37 anni ed è originaria di Casamassima, in provincia di Bari. Il suo sogno è lavorare nell’ambito della Pianificazione del Territorio. Così si iscrive alla Facoltà di Agraria, a Bari. Prende la laurea Triennale, poi la Magistrale, fa un Erasmus, scrive una tesi in lingua inglese, da cui nascono due pubblicazioni, ma all’università non c’è posto per lei, né per un dottorato né per un assegno di ricerca. Per oltre un anno, prova a entrare in un mercato del lavoro che sembra respingerla. Vive a casa dei genitori, dà ripetizioni, tira la cinghia sulle spese, e intanto manda curriculum e si iscrive a tutte le agenzie interinali. Maria è spinta dalla sua cultura e dalla narrazione dominante a cercare in sé l’origine del problema e a non riconoscere di essere finita dentro un meccanismo che tocca la sua intera generazione. A 28 anni, un’opportunità le si para davanti sotto forma di banner pubblicitario che comunica la mancanza di insegnanti al Nord: si ricercano supplenti anche fuori dalle graduatorie. Decide di provare e viene subito chiamata. Si sposta da Bari a Cuneo, per 500 euro al mese, che finiscono tutti in spese fisse. Per cinque anni vive a Cuneo e diventa una dei tanti docenti del Sud che vanno a coprire le cattedre del Nord. Nel 2021, viene pubblicato il concorso, che Maria vince. E dopo un anno chiede il trasferimento in Puglia. Oggi è tornata a vivere nella sua terra, guadagna 1500 euro al mese e dentro questa vita iniziata per caso, diversa da quella che aveva progettato per sé, ha imparato a misurare la felicità a gradi di opportunità che i soldi le permettono di avere. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Giorgia Ortu La Barbera ha 54 anni, vive a Latina ed è una psicologa che si occupa di consulenze nell’area delle risorse umane. I suoi genitori, sposatisi giovanissimi, la espongono fin dall’infanzia a due modelli di vita diversi: quello paterno, caratterizzato da una forte instabilità e quello materno, sinonimo di grande linearità. Data la presenza altalenante del padre, la gestione economica e organizzativa della famiglia è a carico della madre, che educa le tre figlie al contenimento delle spese. In quegli anni di privazioni, Giorgia ha la fantasia che, una volta adulta, sarebbe stata ricca. Ricchezza, per lei, è potersi concedere il superfluo. Quando entra nel mondo del lavoro, lo fa dalla porta dei contratti co.co.co. All’età di 33 anni, però, quando diventa madre, con una laurea e due master, rischia di uscire dal mercato del lavoro. A quel punto, con una figlia di nemmeno un anno, decide di aprire la Partita Iva: è brava, trova clienti e inizia a fatturare. Diventa ricca, cioè raggiunge la condizione a cui ambiva, quella di potersi concedere il beneficio del superfluo. Eppure, per anni, prova senso di colpa per quelle spese, perché fatica a gestire la partita Iva, con le sue scadenze, i suoi pagamenti. Inizia così un percorso di educazione finanziaria e capisce che, gestendo meglio il denaro, non solo può concedersi il superfluo che la fa felice, ma può anche guadagnarsi un pensiero sereno sul futuro. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Francesca ha 33 anni, è originaria di Ravenna, e vive a Tallin, in Estonia. Figlia di una bancaria, che ha sempre parlato di soldi in casa, Francesca cresce con un’ottima educazione finanziaria. Ma con il mandato di rifugiarsi in un posto fisso, meglio se statale. E così, pur sognando il Liceo Classico, studia Ragioneria. E pur volendo iscriversi a Lettere, frequenta Economia e Commercio. Verso la fine dell’Università, inizia a sentire i primi segnali di uno scollamento tra ciò che fa e ciò che desidera fare. Ma ancora una volta non ascolta quei segnali: cerca un posto fisso e lo trova prima in un Consorzio Agrario, poi in un’agenzia di viaggi, dove fa la contabile. Quando conosce il suo attuale compagno, un musicista, all’epoca squattrinato, che però vive della sua passione, osserva per la prima volta un modo alternativo di disegnare l’esistenza, che lei non aveva mai legittimato per sé. Così, prima si autorizza a fare un corso di scrittura creativa e poi si dimette per provare a lavorare nell’editoria. L’ingresso nel mondo del lavoro dei suoi sogni, però, non è come se lo aspettava. Manda curriculum su curriculum ma con poca fortuna, iniziando a dubitare delle sue scelte. L’idea di divorare tutti i suoi risparmi le dà fastidio, così trova un lavoretto in una gastronomia. Intanto viene contattata da uno studio editoriale, e finalmente inizia a guadagnare con la sua passione. Il lavoro che ha scelto è per sua natura precario. Ma è proprio la competenza finanziaria acquisita fin da ragazzina, che le permette di gestire la Partita Iva e di navigare con sicurezza dentro l’instabilità della sua nuova vita. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Luca Sartoni ha 43 anni e vive a Udine. Figlio unico di genitori dipendenti statali, che si erano emancipati da infanzie molto umili, vive una giovinezza senza preoccupazioni. Anche quando i suoi amici sperimentano i primi lavoretti estivi, i suoi lo spingono a godersi la vita. Lo stesso vale per gli studi: nessuna decisione è mai dettata da considerazioni economiche sul futuro. I soldi sono fuori dai suoi pensieri, al punto che quando inizia a fare i primi lavori, dimentica di accantonare per pagare le tasse, e i suoi genitori intervengono in suo aiuto. Luca è un appassionato di Internet e compie scelte più dettate da questo interesse che da una strategia volta all’indipendenza economica futura. Mentre vive ancora a casa dei suoi, apre uno dei primi blog e lavora gratis per una web tv in cambio dei pass a tutti gli eventi tech più importanti a livello nazionale e mondiale. Da questa serie di contatti, verso i 30 anni gli arriva una proposta di lavoro che da il via a una carriera rapidissima che lo porta a lavorare per una grande azienda americana con uno stipendio ben sopra la media dei suoi colleghi. Oggi rifugge la tentazione di attribuire un intento strategico alle scelte che lo hanno condotto fin lì e riconosce che tutti i colpi di fortuna avuti mettevano radici in una condizione di privilegio estremo: «Perché la fortuna richiede una piattaforma di privilegio per poter avvenire». Quando inizia a guadagnare bene, memore delle piccole défaillance finanziarie dei suoi vent’anni, Luca si attiene a una rigorosa disciplina nella gestione del denaro, che lo tiene al riparo da spese finalizzate all’ostentazione del suo status. Ciò gli permette un ulteriore cambio di direzione della sua vita professionale, che lo porta ad abbandonare la sua carriera internazionale, per intraprenderne una da freelance. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Francesca Padovan ha 32 anni e vive a Padova, dove lavora come UX-designer. Nasce a Favaro Veneto, padre operaio e mamma che fa le pulizie. Abitano in una grande casa assieme al nonno, dove man mano che qualcuno muore, viene spento il riscaldamento nella sua stanza. Muore prima il nonno, poi, quando Francesca ha 13 anni, a morire è sua madre. Se dovesse mancare anche il padre, Francesca sarebbe sola al mondo. Così inizia a vedere nello studio la sua unica fonte di sicurezza per il futuro. Viene ammessa al Politecnico di Milano, prima la Triennale poi la Magistrale. Suo padre continua a portarle volantini di offerte di lavoro che vede in giro. Non capisce perché continui a studiare. Nonostante ciò, riesce a pagarle l’affitto e le tasse. Quando finalmente Francesca termina gli studi e sta per firmare il suo primo contratto di lavoro, riceve una telefonata. Suo padre ha un cancro ed è terminale. Francesca chiude la sua vita a Milano e torna a Favaro. Nel giro di 20 giorni suo padre muore e le lascia in eredità 20mila euro più la grande casa gelida. Francesca non ha dubbi, vorrebbe venderla ma scopre che ci vogliono molti soldi per sanare alcune irregolarità catastali. Nonostante la grossa spesa e l’incertezza, Francesca decide di procedere e di spendere tutti i 20mila euro ereditati per metterla in regola. Quando finalmente riuscirà a venderla, non toccherà i soldi ottenuti per diversi anni. Fino al giorno in cui, grazie a una psicoterapeuta, capirà il bisogno di trovare un nuovo posto da chiamare casa. Compra così un piccolo appartamento a Padova, senza bisogno di fare il mutuo. E lì inizia la sua nuova vita. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Marianna Mascioletti nasce 40 anni fa all’Aquila. Una città che nel 2009 si sgretola in seguito a una violenta scossa di terremoto, ma che lei non ha mai sentito come sua. Dopo un’infanzia vissuta nell’incertezza finanziaria, dopo aver sperimentato lo sfratto e la convivenza con la nonna, nel 2002 Marianna lascia la sua città natale per frequentare l’università a Roma. In quegli anni, si barcamena tra diversi lavori, senza mai riuscire a raggiungere una vera libertà finanziaria. Quando abbandona l’Università e smette di essere dipendente dai suoi genitori, lo diventa dal compagno con cui va a vivere. Alla morte della madre, nel 2013, Marianna eredita la casa alla periferia dell’Aquila che nel frattempo lei era riuscita a comprarsi, ma su cui pesa un mutuo che Marianna non può permettersi. Decide di venderla e utilizza i soldi per vivere, senza fare alcun tipo di investimento. Intanto lascia il suo compagno, ma continua a guadagnare troppo poco per essere autonoma. Il fatto di essere pagata poco, le fa credere di non meritare una stabilità. E che quel migrare da una casa in affitto all’altra sia il suo destino. «Mi dicevo: “Vabbè, mi pagano spiccioli perché il mio lavoro non vale, non sposta niente”». Quando finalmente trova un lavoro stabile e pagato dignitosamente inizia a credere che un altro mondo sia possibile e a cercare una casa solo per sé. Con le poche risorse che ha, non riesce a trovarla nel mercato tradizionale. Proprio in quel momento conosce un’avvocata specializzata nel settore immobiliare delle aste. E scopre che Roma è la seconda città in Italia per ordine di grandezza nel mercato delle aste. Dopo aver individuato un appartamento che fa a caso suo, inizia la mission impossible per accaparrarsela. Adesso, quei 40 metri quadri nel quartiere Torpignattara, dove vive da circa un anno, sono il simbolo della sua indipendenza personale e finanziaria. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Johann Rossi Mason è giornalista scientifica, autrice televisiva, saggista e imprenditrice. Durante la sua infanzia, passata tra il Trentino e la Liguria, vive un’esperienza di scarsità che la segnerà per sempre, trasformando la sua vita in un’instancabile ricerca della sicurezza economica. Arriva a Roma a 14 anni, dove trova subito il modo di avere qualche soldo in tasca: compra oggetti di valore, rivendendoli a un prezzo maggiorato. Una volta cresciuta, resta a vivere con sua madre e intanto fa diversi lavori. Con i soldi che guadagna aiuta in casa e si gode anche la vita, ma c’è un nodo irrisolto che ha dentro: la formazione. Decide così di iscriversi alla facoltà di Giornalismo a Urbino e una volta laureata inizia a lavorare subito con giornali e uffici stampa e a guadagnare molto bene. Si sposa e comincia comprare vestiti firmati, borse, orologi, oggetti di valore e orologi. Fino a che, con la separazione dal marito, si ritrova a dover vendere tutto per colmare alcune grosse lacune economiche, imparando così a lasciar andare le cose: «Mi sono resa conto che gli oggetti sono solo oggetti: sono belli, te li godi. Ma alla fine anche quando se ne vanno, tu resti sempre la stessa e non cambia niente». Quando finalmente riesce a sistemare tutte le questioni economiche aperte, inclusi i debiti che la madre le lascia alla sua morte, Johann decide di investire su stessa e si riscrive all’Università: «È stata la cosa migliore che potessi fare. Per altri 10 anni noi donne faremo ancora molta fatica e quindi la formazione e la competenza sono fondamentali. Non esistono scorciatoie per noi». --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Morgana Chittari ha 37 anni e abita in Sicilia. I suoi genitori si separano quando è molto piccola e lei cresce in una sorta di bipolarismo finanziario, associando la scarsità alla vita con sua madre e l’abbondanza alla vita con suo padre. Lo scoprirà solo da adulta, ma dietro l’instabilità economica di sua madre, oltre a un famiglia che non l’aveva mai ritenuta in grado di occuparsi di soldi, c’è anche una patologia, l’Adhd, disturbo da deficit di attenzione, che verrà diagnosticata a Morgana stessa: «La società non ti aiuta se sei neurodivergente. Io per tutta la vita ho visto mia madre tentare di incastrarsi nella vita familiare, sociale, lavorativa e non riuscirci. Come un pezzo del puzzle che non trova mai posto». Per uscire dalla condizione di precarietà economica, la madre di Morgana decide di trasferirsi con la figlia a Milano. Nel frattempo, Morgana inizia Giurisprudenza e fa molti lavori contemporaneamente, mossa dalla motivazione di vivere una vita diversa rispetto a quella di sua madre. Poco dopo aver iniziato gli studi però, ha il primo crollo, e inizia a soffrire di depressione. Eppure la psicoterapia, nella cultura da cui proviene la sua famiglia, rappresenta ancora un grosso tabù. Troverà il coraggio di farla solo dopo un ulteriore crollo, nel 2019, quando lascia il lavoro a Milano e torna in Sicilia. La psicoterapia la aiuta ad andare al fondo dei suoi problemi e le permette di rivoluzionare la sua gestione del denaro, dando finalmente il giusto valore alle sue capacità. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
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