Rame

Rame è la serie podcast di una community che vuole sfatare il tabù dei soldi. Nasce all'interno di una piattaforma (<a href="http://www.rameplatform.com">www.rameplatform.com</a>) che attraverso i suoi contenuti si pone l’obiettivo di avviare una rivoluzione culturale nella società, che trasformi la finanza personale in un argomento di conversazioni audaci e liberatorie. Annalisa Monfreda, ogni settimana, dialoga con un ospite diverso seguendo il filo della sua storia economica. Parlare di soldi può essere intimo e coinvolgente, rivelatorio ed eccitante. E si finisce sempre per svelare chi siamo e ciò in cui crediamo.

Rituali 05. Michele Bravi: «Voglio avere i soldi affinché i soldi smettano di essere una presenza»

Michele Bravi, classe 1994, vince X Factor all’età di 19 anni e da allora inizia una carriera luminosa nel mondo della musica. In questa puntata, per la prima volta parla di soldi. Racconta della sua infanzia con i nonni, per i quali «il lavoro è una necessità per sopravvivere e non una vocazione». Ma al tempo stesso «è più importante avere i soldi per il cinema che quelli per la merenda».  Nonostante il successo, Michele solo da pochi anni ha capito che col suo lavoro può vivere e se non avesse avuto il sostegno della sua famiglia non sarebbe arrivato fin qui. Perché se una volta con una canzone ti compravi tre palazzi, oggi se metti a segno la hit dell’estate al massimo stai comodo quell’anno lì. C’è una narrazione falsata del mondo della musica. Nasce dal fatto che lo spettacolo racconta un sogno e le persone faticano a capire che, se fai un red carpet ricoperto di diamanti, non vuol dire che quei diamanti tu possa permetterteli. Il fraintendimento della ricchezza collegata al successo ha conseguenze anche sulle relazioni. «Ci sono tante persone che si avvicinano a te perché si immaginano un certo status. Io ho mantenuto molti miei ex, pensa che scemo…». Fare l’artista, in realtà, è come diventare un imprenditore. «Il guadagno per me è sempre stato un metro di misura per valutare l'efficacia del tuo lavoro». Il gioco è guadagnare per poter reinvestire nella qualità del tuo prodotto. E per non dover più pensare ai soldi.

07-09
24:39

Rituali 06. Francesca Michielin: Le donne si stanno appropriando del potere economico anche nella musica, finalmente.

Francesca Michielin cresce in una casa in cui lo studio è sacro. Il padre falegname e la madre ragioniera, avendo dovuto smettere di studiare presto per iniziare a lavorare, lasciano i figli liberi di approfondire le loro passioni, che siano gli studi universitari o quelli musicali. Di tutto il resto - shopping, vacanze - si può fare a meno. Tanto che la prima volta che vanno a cena fuori è quando Francesca supera gli esami di terza media e il fratello si laurea con una media molto alta. «È stata una cosa speciale: ho percepito la soddisfazione per il fatto che i sacrifici avevano portato a risultati importanti».  Quando a soli 16 anni Francesca vince X Factor, con i soldi della vittoria si paga una scuola privata che le permette di arrivare alla maturità portando avanti l’attività lavorativa appena iniziata. «Non avrei potuto continuare nella scuola pubblica stando sempre in giro a lavorare e là mi sono accorta che con dei soldi riuscivo a pagarmi il diritto allo studio». In quegli anni, lei e i suoi genitori dicono No a tantissime proposte, rinunciando a molti soldi pur di tenere alta la qualità delle attività di Francesca. «Se avessi detto sì a tutte le proposte che mi sono arrivate all'epoca, non dico che sarei milionaria, però starei molto bene». Quello di poter scegliere è un lusso che Francesca riconosce di avere ancora adesso. Benché sia consapevole di dipendere sempre dalla sua prossima mossa e di non potersi permettere un disco che venda zero, Francesca non rinuncerebbe mai a quello che vuole comunicare.  Il primo lusso che si concede quando le cose iniziano a girare bene è la psicologa («Perché purtroppo la salute mentale è ancora un privilegio», dice), ma anche un’assicurazione sulla casa e un buon materasso. «Mi sono resa conto che alla fine non avevo bisogno di chissà che cosa per stare bene». La musica è sempre stato un mondo maschile. Il gender gap salariale esiste anche qui. «Quando sono uscita da X Factor mi ricordo di alcuni eventi in cui i colleghi maschi prendevano quasi il doppio di me. Si pensava che gli artisti uomini portassero più pubblico, ma non è vero. Questo trend sta un pochino cambiando anche perché le donne si stanno affermando in maniera molto più poliedrica. Da un anno, forse un anno e mezzo, si iniziano a vedere line up al femminili o miste. Le donne si stanno riappropriando sempre di più di un potere economico che a loro spetta».

07-24
19:53

Rituali 04. Teresa Ciabatti: «Perdere la ricchezza è stata la mia salvezza»

Teresa Ciabatti è una delle scrittrici italiane più lette. Una che ha il coraggio di essere scomoda, addirittura scorretta. Figlia di un medico chirurgo, Teresa cresce a Orbetello in una villa con piscina per poi trasferirsi a Roma, ai Parioli, in adolescenza. La perdita della piscina, verso i 14 anni, rappresenta una perdita di identità. «I miei amici romani venivano da me solo perché c'era la piscina. Nel momento in cui nella vita reale ho perso la piscina nessuno più mi ha cercata. E per me è stata una fortuna perché a quel punto io dovevo cercarmi un’identità vera. Tante volte penso che se non avessi perso niente, probabilmente non sarei diventata una scrittrice e non avrei avuto tutta la possibilità dell'Immaginazione. Perché se tu hai tutto, pensa quanto è ridotto il campo della possibilità».  Teresa capisce allora che il vero potere non sono i soldi, ma le relazioni. «Io con la piscina ero circondata da persone che poi subito sono sparite. Senza piscina, ci ho messo vent'anni, però ho trovato delle persone che sono ancora della mia vita». Per quanto è trasgressiva nella scrittura, Teresa è molto posata nella vita reale: odia fare shopping, non viaggia. Però il suo conto in banca parla di passioni bizzarre, come quella per le costose imitazioni delle bambole reborn, che possiede in ben sette esemplari Con infinita tenacia, Teresa riesce a vivere della scrittura, sperimentando la perdita di libertà che porta con sé il successo, ma riuscendo comunque a tenere fede alla sua voce e ai suoi protagonisti sgradevoli, per i quali si rifiuta di disegnare una parabola evolutiva.  Oggi ha una figlia adolescente alle prese con la ricerca di identità. Una ricerca che, com’è stato per Teresa a 14 anni, passa attraverso il possesso e la condivisione di cose. Ma quello che Teresa vorrebbe insegnarle è che i soldi, specie alla sua età, sono una trappola. Per cui nascere ricchi è solo in apparenza un privilegio.

06-26
22:11

Rituali 03. Stefania Auci: «Potrei vivere di scrittura, ma ho scelto di non farlo»

Stefania Auci è una delle poche scrittrici, in Italia, che potrebbe vivere del suo mestiere. I suoi romanzi, che attraverso le vicende della famiglia Florio raccontano due secoli di storia d'Italia, hanno venduto quasi due milioni di copie. Eppure Auci si tiene stretta il suo lavoro di insegnante. Perché «lo stipendio è sempre lo stipendio», dice. Ma anche perché «in Italia è difficilissimo vivere di cultura». Tanto più se sei una donna e tutti pensano che tu debba scrivere di sole, cuore e amore, piuttosto che di soldi. «Eppure la nostra vita, esattamente come quella di un uomo, è regolata dal peso e dal valore dei soldi». E così, l'aver cambiato "le regole" della scrittura femminile le ha fatto perdere la fiducia di affidarsi ad essa completamente. Stefania Auci è la protagonista del terzo evento del tour Rituali di benessere finanziario, a Palermo. Ai nostri microfoni ha raccontato del costo che ha pagato per il fatto di essere donna, ma anche di come ha speso i primi soldi guadagnati con i suoi libri. Rituali di benessere finanziario è un tour organizzato in collaborazione con Alleanza Assicurazioni e con il sostegno di Sardegna Ricerche.

05-21
15:39

Rituali 01. Francesca Cavallo: "Quando diventi ricco, pensi di dover rappresentare il tuo status. E divieni schiavo delle cose inanimate"

Fin da quand'era studentessa all'Accademia di arte drammatica, Francesca Cavallo capisce che, a parità di talento, sul suo si sarebbe investito meno che su quello di un uomo. Così, oltre che artista, diviene imprenditrice, per occuparsi in prima persona della sostenibilità delle sue idee. Quando arriva in Silicon Valley, si scontra con ciò che tiene le donne lontane dal mondo delle startup: la mentalità predatoria, il mito del far succedere le cose a qualunque costo. Lo straordinario successo che ottiene con Favole della buonanotte per bambine ribelli, un bestseller che ha venduto 6 milioni di copie in oltre 50 Paesi del mondo, le offre l'opportunità di provare a cambiare il modo in cui si è sempre fatto impresa e di sperimentare un nuovo tipo di azienda. «Il successo economico mi ha permesso di non concentrarmi sullo sfondare un soffitto di cristallo. Ho cercato invece di costruire una casa nella quale non ci fossero soffitti da sfondare per nessuno», racconta. L'esperienza della ricchezza ha ripercussioni anche sul piano personale. «All'inizio mi sembrava di dover rappresentare il mio status». Così compra una villa a Los Angeles, diventando dirimpettaia di Bradley Cooper. Ma proprio in quel momento perde il lavoro. Potrebbe cercare un posto da Disney o Warner Bros per poter mantenere la casa, ma sceglie di non far decidere la sua vita a un oggetto immobile. Svende dunque la casa, perdendo molti soldi. «Tutti i soldi che ho perso, nella mia vita, sono stati il prezzo della mia libertà». Questa conversazione è avvenuta durante l'evento Rituali di benessere finanziario, il 6 marzo 2024 a Milano. Un evento organizzato in collaborazione con Alleanza Assicurazioni.

03-13
18:35

Psico Soldi 01: Cecilia, che da quando ha lasciato il lavoro, ha perso la libertà di spendere

Cecilia arriva nello studio di Elena Carbone perché soffre di attacchi di panico da quando il padre è morto, 6 mesi fa. Attraverso la psicoterapia, riavvolge il nastro della sua vita e svela una dinamica di violenza economica in cui è incastrata da quando è nata la terza figlia e lei ha lasciato il lavoro. Psicosoldi è un podcast di Rame in cui entriamo nello studio di Elena Carbone per raccontarvi le storie di chi ha sperimentato, nella sua vita, un cortocircuito tra soldi e psiche. Questo podcast è realizzato in collaborazione con Bright Sky, l'app di Fondazione Vodafone contro la violenza di genere. Ecco il link per installarla: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.vodafone.brightsky.it&hl=it&pli=1

11-25
16:55

Psico Soldi 07: Puntata speciale

Un puzzle di storie che ci raccontano come si arriva alla violenza economica. Dal rifiuto di parlare di soldi alla perdita di autonomia nello spendere, passando per salari più bassi e esclusione dal lavoro una volta divenute madri. A commentare le storie, la nostra psicoterapeuta Elena Carbone, che ci aiuta a capire come tenersi alla larga da questa subdola forma di violenza. Cecilia arriva nello studio di Elena Carbone perché soffre di attacchi di panico da quando il padre è morto, 6 mesi fa. Attraverso la psicoterapia, riavvolge il nastro della sua vita e svela una dinamica di violenza economica in cui è incastrata da quando è nata la terza figlia e lei ha lasciato il lavoro. Questo podcast è realizzato in collaborazione con Bright Sky, l'app di Fondazione Vodafone contro la violenza di genere. Ecco il link per installarla: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.vodafone.brightsky.it&hl=it&pli=1

03-09
13:34

Psico Soldi 06: Giacomo, che doveva controllare ogni spesa di sua moglie

Giacomo ha 42 anni e lavora in banca. Quando ha 7 anni la perdita di suo fratello in un incidente distrugge la sua famiglia. Viene lasciato solo e costretto a vivere in una famiglia in cui non c’è più vita. Crescendo impara a sopravvivere trovando nel risparmio l’unica via di uscita: non spende il denaro che guadagna e il controllo che riesce ad avere sui soldi lo portano a diventare sempre più oculato nelle spese tanto da esercitare una forte pressione finanziaria sulla sua famiglia. A partire dalla profonda ferita della trascuratezza provata da bambino, insieme a Elena Carbone, Giacomo impara a lasciarsi andare e a concedersi di desiderare qualcosa e di spendere per averlo.

03-02
15:28

Psico Soldi 05: Davide, che compra di continuo e lascia i pacchi chiusi per giorni

Davide ha 38 anni, una compagna, Sofia, con cui sta per avere un figlio, una soddisfacente carriera nel food e una vita attiva. Potrebbe sembrare tutto perfetto senonché arriva da me tramite il suo nutrizionista per una collaborazione: Davide è in sovrappeso, vorrebbe dimagrire, ma fa fatica a seguire la dieta. Non solo. Continua a fare acquisti online che si accumulano in una stanza, senza che lui neppure disfi i pacchi…

02-17
15:34

Psico Soldi 03: Giulia, che non apriva mai le buste dell'agenzia delle entrate

Giulia è in terapia da circa un anno per alcune difficoltà nel mantenere una relazione stabile. Ha 35 anni, è un'architetta che esercita la libera professione e da qualche tempo frequenta Andrea. All'improvviso, durante una seduta, emerge un dettaglio della sua vita che non aveva rivelato prima: ogni qualvolta arriva una lettera delle Agenzie delle Entrate che esige il pagamento delle tasse, lei finge di non averla ricevuta e va avanti con la sua vita. Scavando nel suo vissuto, questi due aspetti del suo carattere, l'incapacità di gestire le finanze e l'incostanza relazionale, si intrecciano indissolubilmente. Psicosoldi è un podcast di Rame in cui entriamo nello studio di Elena Carbone per raccontarvi le storie di chi ha sperimentato, nella sua vita, un cortocircuito tra soldi e psiche. Questo podcast è realizzato in collaborazione con Bright Sky, l'app di Fondazione Vodafone contro la violenza di genere.

01-20
14:53

Psico Soldi 02: Gianna, che ha tanti soldi che non riesce a spendere

Gianna viene mandata nello studio di Elena Carbone dal suo medico curante: da un po’ di mesi mangia pochissimo e le viene la nausea non appena si mette a tavola. Seduta dopo seduta emergono ulteriori dettagli. Gianna si è sposata e ha avuto due figli senza chiedersi se lo volesse: si faceva così. Gianna si cuce i vestiti in casa, non si concede neanche un caffè fuori, nonostante gudagni bene. Il suo non è un risparmio avido, focalizzato all’accumulo, ma è un risparmio di prevenzione. In questa puntata riviviamo la storia di Gianna e della sua famiglia, del percorso terapeutico che ha intrapreso e del salto nel passato che l’ha accompagnata a fare. Vedremo soprattutto come riuscirà a cambiare la sua concezione dei soldi, arrivando a pensarli come uno strumento per autorizzarsi, finalmente, a essere felice… Psicosoldi è un podcast di Rame in cui entriamo nello studio di Elena Carbone per raccontarvi le storie di chi ha sperimentato, nella sua vita, un cortocircuito tra soldi e psiche. Questo podcast è realizzato in collaborazione con Bright Sky, l'app di Fondazione Vodafone contro la violenza di genere.

12-16
16:19

Nudismo Finanziario 08. Daniela Farnese: «Potrei fatturare di più ma mi perderei il motivo per cui fatturo: la vita»

Daniela Farnese scrive libri, sceneggiature, pubblicità. Ha il privilegio di fare il lavoro che ama. Ma cos’è esattamente “privilegio”? Quando era bambina, a Napoli, in un quartiere popolare, dentro un palazzo fatiscente, con una madre separata che cresceva tre figli da sola, il privilegio era il posto fisso di sua madre. Crescendo, i soldi erano sempre pochi ma il capitale sociale di sua madre proietta lei e i suoi fratelli fuori dall’ambiente in cui sono cresciuti. Laureata in Lingue Orientali e vincitrice di un concorso pubblico, si dimette e si cuce addosso la libera professione: lavora quando ha bisogno di soldi, il resto del tempo viaggia, scrive, conosce gente. Divenuta madre, decide di mettere radici e di comprare casa. Alla decima richiesta di mutuo, lo ottiene: in una società che si basa sempre più sul debito, anche l’accesso al credito è un privilegio. Se le chiedi oggi qual è il suo privilegio, Daniela ti risponde “il tempo”. Non guadagna molto, però ha tantissimo tempo libero, e questo è una parte fondamentale nell’equazione della felicità.

11-28
17:43

Nudismo Finanziario 06. Lidia Vitale: «Anche quando ero poverissima, la mia visione ha creato l'abbondanza»

Lidia Vitale cresce ascoltando suo padre e suo zio litigarsi un’eredità che sarebbe arrivata 30 anni dopo. Da ragazzina vuole fare l’attrice e prende lezioni grazie ai soldi passati sottobanco dai nonni. Nessuno, in casa sua, avrebbe mai investito in una passione. «Guadagnare facendo ciò che ti piace era il demonio. E invece è molto più facile, perché sei più disposto a fare sforzi, a impegnarti, a investire». Lidia arriva al successo. Recita ne La meglio gioventù e in Suburra. Viene diretta da Sergio Castellitto, Marco Bellocchio, Paolo Genovesi…  Eppure, crescendo, rifugge completamente l’argomento soldi, finendo per sentirsi a casa nella tragedia economica, che sembra non abbandonarla mai. Un giorno frequenta un corso online di educazione finanziaria e qualcosa inizia a cambiare. Lidia scopre che i desideri hanno un potere molto più grande dei soldi in sé. «Io li esprimo, li visualizzo e lascio all'universo la possibilità di manifestare la modalità in cui si realizzeranno». Impara anche a discernere i bisogni indotti dal sistema capitalistico e quelli invece autentici. Soprattutto, impara a mettere in movimento il denaro: «I soldi ci servono per attivare la nostra creatività per un mondo migliore. Sono energia che va messa in circolo». Così, anche nei momenti più difficili come la pandemia, Lidia continua a donare il 5% di tutto ciò che guadagna. Oggi ha ben chiaro in testa il suo obiettivo. Vuole diventare la prima attrice produttrice italiana. E si appresta a produrre il suo primo cortometraggio. «Io ho il potere della visione. Questo non me lo può rubare nessuno. Ci sono stati momenti in cui ero poverissima, ma la mia visione ha creato l'abbondanza».

09-19
18:46

Percorsi 03: Kodak e la rivoluzione ineluttabile, quella digitale

Nel terzo episodio di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj affrontano il tema della rivoluzione digitale e del suo impatto sull’economia e sulla vita quotidiana. La digital economy si basa su tecnologie informatiche, Internet e telecomunicazioni per la produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi. Ecco perché i ritardi dell'Italia rispetto ad altri Paesi europei in termini di diffusione della banda larga e del 5G sono piuttosto importnati, ma per fortuna gli investimenti del PNRR stiano colmando il divario. La conversazione si concentra poi sull'importanza dell'e-commerce, che nel 2023 ha raggiunto un valore di 45 miliardi di euro solo in Italia. La pandemia ha accelerato questa tendenza, e le imprese, soprattutto le piccole e medie, si stanno digitalizzando per rimanere competitive. Il discorso si sposta poi sul confronto con i colossi globali della digital economy, come le Big Tech americane, e sul loro impatto economico. L'episodio include un'analisi del fallimento di Kodak, un tempo leader del mercato fotografico, che non seppe adattarsi all’avvento del digitale. A seguire, l'intervista a Roberta Bonzano, CEO di Oryza, che racconta una storia di successo: come un’azienda agricola del Vercellese ha abbracciato la digitalizzazione per espandersi a livello internazionale. L’episodio si chiude con una riflessione sull’importanza di accogliere il cambiamento e innovare continuamente per mantenere competitività e rilevanza nel mondo moderno.

09-26
20:39

Rituali 07. Daniela Collu: «Quella volta che la psicanalista mi fece stampare gli estratti conto»

Daniela Collu è autrice, podcaster, influencer. Nata in una famiglia in cui non c’erano soldi, ha iniziato a lavorare quando aveva 15 anni e ha capito fin da subito che “il salario” era la sua libertà. Nonostante ciò, ha faticato come tutti a darsi un valore. Trovato un posto fisso ai Musei del Comune di Roma, se l’è tenuto stretto finché l’attività di autrice è diventata così intensa da poter osare le dimissioni. Per spingerla al grande passo c’è voluta una psicanalista che le ha detto: «Stampa i tuoi estratti conto e renditi conto che quei soldi li hai guadagnati tu». E per imparare a farsi pagare il giusto, c’è voluta un’agente che sapeva dare un valore alle sue competenze. «Questo valore io l’ho capito nel tempo anche vedendo quanto venivano pagati quelli che erano peggio di me. E non ho usato il maschile a caso».  Oggi che è seguita da centinaia di migliaia di follower, Daniela Collu si è resa conto di essere finita al centro di una curiosità morbosa sulla sua ricchezza. Le domande su quanto guadagna o sulla casa in cui vive trasudano invidia sociale, invece che sana curiosità verso un certo mercato del lavoro o immobiliare, perciò ha deciso di proteggere la sua privacy. A proposito di case, cresciuta in una famiglia che aveva come motto “E se poi ti penti?” oggi Daniela ha un gruzzoletto fermo in banca e non riesce a decidersi a comprarne una. Dovesse mai pentirsene...

09-24
18:51

Percorsi 02: Sfide e nuove frontiere della gig economy

Nel secondo episodio di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj affrontano il tema della gig economy, un modello economico basato su lavori temporanei e freelance. L'episodio si apre con un'introduzione sulla crescita delle piattaforme digitali che collegano aziende e professionisti per progetti a breve termine, citando casi di successo come Fiverr e UpWork. Viene spiegato come il termine "gig", nato negli anni '20 nel mondo del jazz, sia oggi sinonimo di "lavoretto" nell'economia on demand. Anisa racconta la sua esperienza con Fiverr, descrivendo come questa piattaforma offra servizi accessibili per imprenditori in cerca di competenze specifiche. Viene anche analizzata la rapida espansione della gig economy, che oggi coinvolge circa 200 milioni di persone nel mondo e genera miliardi di dollari. Domitilla e Anisa discutono i vantaggi e le sfide di questo modello, come l'accessibilità e la flessibilità, ma anche le problematiche legate alla precarietà e alla qualità del lavoro offerto. L’ospite della puntata è Simone Tornabene, co-founder di Cosmico, una piattaforma italiana che collega professionisti con aziende. Tornabene offre una visione innovativa di come domanda e offerta si incontrino nel mercato del lavoro freelance e parla dell'importanza di coltivare soft skills oltre alle competenze tecniche. L'episodio si chiude con una riflessione sull'evoluzione del lavoro nel contesto della gig economy e le sue implicazioni per il futuro.

09-19
25:12

Episodio 83: Quel passaggio generazionale gestito senza mai parlare di soldi

Camilla Negri ha 34 anni ed è originaria di Fontana Fredda di Cadeo, un paese in provincia di Piacenza, dove il padre negli anni ’80 avvia un’azienda che vende attrezzature per la ristorazione. Fin da quando è ragazzina, Camilla nutre una forte repulsione per quell’attività di famiglia, in perenne lotta con i competitor, le banche, i pagamenti. In più, l'azienda fagocita tutte le energie dei suoi genitori, a discapito di altri aspetti della vita. «Da parte loro mi è mancato proprio quel tipo di rapporto per il quale si fanno cose insieme». Da ragazza Camilla ha tutt'altri sogni per il suo futuro, ma dopo la laurea si scontra con un mondo del lavoro predatorio: «I miei colloqui si svolgevano più o meno così: ti prendiamo sei mesi, non ti diamo neanche un rimborso spese e non pensiamo neanche di assumerti dopo». Capisce che non può permettersi di sbattere la porta in faccia alla fortuna che ha: entra così a lavorare nell’azienda di famiglia che un giorno erediterà. Impara molto e lavora sodo, consapevole che un giorno saranno lei e i suoi fratelli a mandare avanti l’azienda. Eppure il passaggio di conoscenze e competenze da parte dei suoi genitori è come inceppato. E in questo, ancora una volta, c’entra il tabù dei soldi. «Si parla di problemi, mai di soldi. Magari i fatturati sono in decrescita, ma non ci viene data un'idea chiara di quali sono le entrate, quali i costi, i finanziamenti in essere. Oggi i miei genitori non pensano che io e mio fratello siamo in grado di gestire l'azienda, e probabilmente hanno ragione. Ma se portassero il tema soldi nella conversazione, forse nel giro di poco tempo ne saremmo capaci». Intanto, con l'arrivo di una seconda figlia, Camilla ha un nuovo obiettivo su cui focalizzarsi: liberarsi dalla trappola casa-lavoro-famiglia e imparare a godersi la vita.

09-17
13:01

Percorsi 01: Da Napster a Airbnb, l'economia peer-to-peer

Nel primo episodio di Percorsi, Domitilla Ferrari e Anisa Harizaj esplorano il tema dell’economia peer-to-peer (P2P), un modello in cui beni e servizi vengono scambiati direttamente tra persone, senza intermediari, tramite piattaforme digitali. Si parte dal caso di Napster, la piattaforma che ha rivoluzionato la condivisione di musica negli anni '90, diventando un simbolo dell’economia P2P ma anche del dibattito sui diritti d’autore. La conversazione si sposta su come Airbnb e Uber abbiano trasformato il mercato immobiliare e quello dei trasporti, abbattendo i costi e velocizzando le transazioni. Harizaj spiega le differenze tra la sharing economy (che punta sulla condivisione delle risorse) e l’economia P2P (basata sulla decentralizzazione delle transazioni), evidenziando i vantaggi di entrambi i modelli per le piccole e medie imprese. L'ospite della puntata è Marta Mainieri, fondatrice di collaboriamo.org, che offre spunti su come costruire una piattaforma di condivisione e generare valore dalle relazioni all'interno di una community. L’episodio si conclude con una riflessione sulle sfide regolatorie e sociali legate a questi nuovi modelli di business, che possono sia generare innovazione che creare nuove disuguaglianze.

09-12
25:25

Episodio 82: In sede di divorzio, ho presentato il conto del mio lavoro di cura

Liana Doro è un’avvocata esperta di diritto di famiglia. Oggi sa che forse non avrebbe preso quella specializzazione se non fosse nata in una famiglia patriarcale. Nella sua giovinezza, tutte le risorse economiche e "di libertà" sono destinate al fratello maggiore. A lei non è consentito uscire, comprare cose che non siano indispensabili e nemmeno frequentare un’attività sportiva. Persino la scuola viene scelta dal padre: l'istituto magistrale. Ma è proprio quella formazione, così lontana da lei, a permetterle una prima forma di autonomia. Liana inizia subito a insegnare. E con i primi soldi guadagnati decide di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza. In quegli anni, Liana conosce uno studente che sposa giovanissima e di cui, poco dopo, resta incinta. Mentre frequenta i corsi, Liana fa 3 figli, e nonostante si ritrovi da sola a gestirli, mai per un attimo pensa di abbandonare gli studi. A 29 anni, quando riesce a laurearsi, inizia per lei il secondo tempo della vita: quello in cui può fare il lavoro che sogna. Ma non è facile come dirlo. Le porte non sono aperte per un'avvocata che è anche madre. Nonostante i tanti ostacoli superati, Liana ha un momento di crollo. «Non mi sentivo né una brava madre, né una brava moglie, né una brava lavoratrice. Ma è proprio quando ti senti un fallimento in ogni attività che stai svolgendo, che bisogna tenere duro, perché altrimenti, la prima cosa che molli è il lavoro». Liana lo vede succedere tra le sue prime clienti e così, quasi per caso, si ritrova a occuparsi di diritto di famiglia, accanto a donne che cercano di dare una svolta alla loro vita. A un certo punto toccherà a lei stessa attraversare l’esperienza vissuta tante volte attraverso le storie delle sue clienti: dopo 25 anni di matrimonio Liana e suo marito decidono di divorziare. E lei si pone l’obiettivo di ottenere il riconoscimento economico del lavoro di cura svolto durante gli anni precedenti: «Ho scritto un ricorso esemplare, in cui ho raccontato tutta la mia storia e in maniera provocatoria ho fatto una richiesta economicamente assurda». Quello che ottiene Liana, oltre a 3mila euro al mese, è l’affermazione di un principio. E cioè che non basta che la donna lavori perché i conti siano pari al momento della separazione.

09-10
13:49

Episodio 81: Sono stato cresciuto (e cresco i miei figli) con il mantra dello studio

Nato a fine dell’Ottocento in un paesino dell'entroterra sardo, Cosimo, il nonno di Andrea, all’età di cinque anni viene mandato dalla famiglia a fare il servo pastore e cresce totalmente analfabeta. Appena maggiorenne la Prima guerra mondiale interrompe il suo destino. Viene fatto prigioniero e in cella trova una persona che gli insegna a leggere e scrivere. Tornato in libertà, grazie a quella marcia in più, vince il concorso di ferroviere e diventa il primo impiegato in una famiglia di pastori da generazioni. Consapevole di ciò che gli ha permesso quello scatto, fa studiare tutti i suoi undici figli perché diventino «migliori di lui». Il papà di Andrea è l'undicesimo e diventa medico. I soldi, apprende Andrea nella sua infanzia, non servono a soddisfare i bisogni ma a poter fare qualcosa in più: andare a vivere in una determinata zona, comprare casa o permettere ai figli di andare a studiare fuori. C'è poesia nei soldi, se li vedi come ponte verso la felicità. E infatti Andrea conserva ancora i teneri messaggi che suo padre gli scriveva dietro i vaglia postali che gli spediva quando era studente fuorisede. Oggi, come suo nonno, Andrea predica ai figli la religione dello studio. Non più come strumento di emancipazione sociale, ma di felicità. «Perché la felicità, per mia esperienza, arriva quando fai qualcosa che ami al massimo della competenza e conoscenza».  

09-03
14:00

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