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Videogame - Molto di più in gioco
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Videogame - Molto di più in gioco

Author: Radio 24

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Sono ovunque, anche dove non te lo aspetti. E non sono l’ultima moda passeggera, come in molti credono, ma sono destinati a ridisegnare le nostre vite, ben oltre il tempo libero. Parliamo dei videogiochi che, evasi dalle console, dai pc di qualche nerd e dalle sale arcade anni ‘80, sono diventati un fenomeno inarrestabile, che ha cambiato, oltre all’intrattenimento, la didattica, la comunicazione, lo sport, l’economia fino a conquistare il mondo intero. “Videogame - Molto di più in gioco” è la nuova serie podcast di Radio 24 in cui Emilio Cozzi, giornalista e divulgatore di spazio e tecnologia, racconterà come e perché i videogame sono parte della vita quotidiana di tutti noi, anche di chi non se n’è accorto .


CREDITI
Videogame - Molto di più in gioco di Emilio Cozzi
Sound design Alessandro Chiappini
Producer Riccardo Poli e Pier-Luca Puzzanghera
Coordinamento editoriale Alessandra Scaglioni

43 Episodes
Reverse
L’uccisione del re che aveva creato il suo regno. Una pandemia capace di sterminare un mondo intero. Un concerto dei Metallica in un mondo che non esiste.I mondi digitali del videogioco hanno spesso ospitato avvenimenti imprevisti anche ai loro creatori, eventi in grado di insegnare cose capaci di trascendere i confini digitali.A Videogame ne parliamo con Fabrizia Malgieri, game editor del Corriere della Sera, e con Lorenzo Fantoni, giornalista, autore e fondatore di n3rdcore.it.
Il videogioco di corsa, o racing game, ha origini che si perdono addirittura all’inizio del Ventesimo secolo, con l'apparizione, nei centri di divertimento, dei primi giochi elettromeccanici che simulano il controllo di un veicolo su un percorso.Da allora, il genere è diventato parte integrante della storia del gaming, con titoli iconici e una schiera di fedelissimi pronti a sfrecciare sulle piste digitali.A Videogame ne parliamo con Michele Caletti, executive producer & creative director di Milestone, e Carlo Vanzini, la voce italiana della Formula 1.
"Sembra un film".È una frase che oggi, per un appassionato di videogiochi, può apparire scontata quando non offensiva, perché il videogame dovrebbe esprimersi soprattutto attraverso l’interazione.Eppure per tanti anni, quella frase ha costituito un sogno, un punto di arrivo e di ripartenza, un qualcosa a cui ambire per poter far evolvere il nuovo medium chiamato videogioco.Oggi, però, è cambiato tutto. Oggi è spesso il cinema a trarre ispirazione dal gaming. Ne cavalca il successo, ne ripropone le storie e i personaggi iconici.A Videogame parliamo di questo rapporto ormai simbiotico con Andrea Maderna, giornalista, podcaster e traduttore specializzato sui videogiochi, e Troy Baker, musicista, attore e doppiatore di alcuni fra i più grandi personaggi della storia videoludica.
Rap, djing, writing e breakdance. Sono le quattro arti principali dell’hip hop, uno dei movimenti artistici più influenti del Novecento, nonché uno dei più duraturi, se si considera che ancora oggi continua a evolversi e a reinventarsi. Nato dalla comunità afroamericana del Bronx, l’hip hop ha conquistato il mondo e lo ha trasformato. Nel farlo ha dialogato anche con il videogioco. Esaminando il punto di contatto tra il gaming e l’hip hop, tra beat e bit, si possono capire i due fenomeni. A Videogame una vera e propria jam con il Dottor Pira, fumettista, writer e scrittore, e con Bassi Maestro, dj, producer e figura storica dell’hip hop italiano.
Religione e videogiochi. All’apparenza sembrano due mondi opposti, forse anche inconciliabili. Metterli insieme equivarrebbe a mescolare il diavolo con l’acqua santa, per rimanere in tema, e forse anche peccare di blasfemia. Eppure, la religione ha sempre fatto parte del mondo dei videogiochi, tanto da diventare un elemento di game design fra i più potenti. A Videogame ne parliamo con Simone Baldetti, ricercatore in Diritto e Religione dell’Università di Pisa e curatore del progetto di divulgazione online Giochi Sacri e con Francesco Toniolo, docente esperto di videogiochi all’Università Cattolica di Milano.
“Il binarismo è per i computer”. Questa frase si vede spesso, scritta con il pennarello, sui cartelloni delle manifestazioni per i diritti delle persone che non si riconoscono nel genere maschile o in quello femminile. Bianco e nero, buono e cattivo, alto e basso: magari le cose fossero così semplici. La vita, e quindi il linguaggio, sono questioni più complesse e sfumate.Anche nei mondi virtuali dei videogiochi.A Videogame ne parliamo con Fabio Bortolotti, in arte “Kenobit” è traduttore, musicista, streamer e attivista, e Vera Gheno, ricercatrice e autrice di numerose pubblicazioni sull’arte dell’usare le parole.
Creste colorate, bracciali di borchie, spille da balia come orecchini, chitarre distorte e uno spiccato disgusto nei confronti dell’autorità. In una parola: punk, la subcultura che dagli anni 70 sovverte le regole della musica, ma anche quelle della società, mettendone in dubbio i dogmi e i valori. Inevitabile che il punk sconquassasse anche l’immaginario videoludico. E con risultati sorprendenti.A Videogame ne parliamo con Seby, cantante dei Derozer, una delle glorie della scena punk italiana, e Federico Simonetti, membro del collettivo che organizza Zona Warpa e fondatore di Ex Machina.
Indossa un iconico vestito rosa, un paio di guanti bianchi e una tiara tempestata di pietre preziose. È Peach, la principessa più famosa del mondo dei videogiochi, che grazie alla serie Super Mario è diventata la damigella in pericolo per antonomasia nella storia del gaming.Per fortuna, però, i tempi sono cambiati e oggi la donna, nei videogiochi, non è necessariamente vittima, sessualizzata o inerme al proprio destino.Un’evoluzione di cui a Videogame ne parliamo con Lorena Rao, storica e critica del videogame, e Giordana Moroni, Senior Editor di Multiplayer.it
Il primo matrimonio fra persone dello stesso sesso in un videogioco risale a Fallout 2, pubblicato nel 1998. Prima che il matrimonio fra persone dello stesso sesso venisse legalizzato negli Stati Uniti, quelli veri, si sarebbe dovuto attendere quasi vent’anni.In Videogame raccontiamo il rapporto, in costante evoluzione, tra l’arte del pixel, le istanze LGBTQ+ e la loro rappresentazione. Con Luca De Santis, scrittore, sceneggiatore e saggista (autore, fra gli altri, di Videogaymes per Unicopli), e con Mattia Belletti, programmatore, sviluppatore di videogiochi e co-organizzatore del festival Invisibil3.
Giocare di strategia

Giocare di strategia

2024-06-1226:52

Tutti lo conoscono come scrittore, ma molti ignorano le attività da game designer di H.G. Wells: nel 1913 pubblicò Little Wars, arrivato in Italia come Piccole guerre, il primo manuale con un regolamento per un wargame da combattere con le miniature. Da allora il rapporto fra gioco e scenari di battaglia è andato raffinandosi senza pause.A Videogame ne parliamo con Paolo Paglianti, caporedattore della storica rivista “Giochi per il mio computer”, campione di wargame e PR Manager di Slitherine, casa che produce, sviluppa e distribuisce strategy games.
Dalla paura per un conflitto atomico alla corsa allo spazio, dalle pandemie all’edonismo anni 80: i videogiochi hanno raccontato e raccontano tutto. E continueranno a farlo nel futuro, rappresentando, a modo loro, lo spirito del tempo che li ha generati. D’accordo, ma come?A Videogame ne parliamo Adrian Fartade, divulgatore scientifico e storico, e Marta Palvarini game designer e attivista, autrice, fra gli altri, di Dura-Lande, gioco di ruolo cartaceo ecopunk.
Un episodio speciale registrato dal vivo, sotto una pioggia battente, al Festival dell’Economia di Trento con una domanda esplicita: perché, a un festival economico, ha senso parlare di videogiochi? Economia, cultura e società si fondono nelle risposte, grazie agli interventi dei content creator e influencer Antonella “Himorta” Arpa e Raffaele “IlSolitoMute” Bottone, alla direttrice generale e consigliera delegata di IIDEA, Thalita Malagò, e ad Andrea “Camper” Grassi e Giovanni “Spawn” Leveghi, in arte INoob, fra i content creator più seguiti d’Italia.
13 settembre 1985. Un idraulico piccolissimo corre e saltella tra mondi fantastici alla ricerca di una principessa rapita da un re malvagio. Per un idraulico così piccino è davvero difficile vincere contro tartarughe giganti e altri perfidi avversari. Per sua fortuna, però, c’è un alleato speciale: il Super Fungo, capace di trasformare Mario in Super Mario.A Videogame si racconta la meravigliosa storia del rapporto fra il regno dei funghi e il mondo dei videogiochi. Una relazione che ha risvolti molto poco noti, ma di sorprendente importanza. Ne parliamo con Giulia Martino, giurista, game critic e appassionata micologa dilettante, e Matteo Lupetti, game critic & firma di UDO: Guida ai videogiochi nell’antropocene.
Corre il 1980 e sullo schermo di un computer con sistema operativo Unix sta girando Rogue, un’epica avventura a base di labirinti - anzi, dungeon -  goblin e guerrieri.Nonostante il suo look primitivo, Rogue conquistò il pubblico e venne convertito su una miriade di piattaforme dell’epoca, dallo ZX Spectrum all’Amiga 500. Non è certo famoso come Pac-Man e Super Mario Bros, ma la sua eredità ha regalato uno dei trend più affascinanti del game design degli ultimi dieci anni: i roguelike, i figli di Rogue! Ma perché questo successo è così importante?A Videogame ne parliamo con Mattia Ravanelli, decano del giornalismo videoludico italiano, autore della newsletter "Le parole dei videogiochi", e Simone “VKing” Larivera, streamer professionista, anche noto come il re dei videogiochi.
Non sappiamo con esattezza quando sia nato il gioco d’azzardo, ma tutti gli indizi suggeriscono si sia sviluppato nel paleolitico, prima della storia scritta. Dateci un dado, o qualsiasi strumento in grado di introdurre una componente aleatoria, e noi scommetteremo. Se questo fosse un podcast di antropologia, la domanda di oggi sarebbe se quello dell’azzardo sia un istinto umano, forse addirittura evolutivo, e se studiarlo ci possa rivelare tratti importanti della nostra natura. Invece qui ci occupiamo di videogiochi, quindi ci porremo le stesse domande, ma attraverso la storia del gaming. A Videogame ne parliamo con Luca Pagano, giocatore di poker professionista e fondatore dei Qlash, e Loredana Cirillo, psicoterapeuta della fondazione Minotauro.
Da brevi schermate introduttive fatte nell’epoca della pirateria più sfrenata a comunità e fenomeno globale capace di raccogliere alcuni dei talenti più brillanti dell’informativa. In una parola “Demoscene”, la scena delle demo, che nata negli anni 80 non accenna a diminuire, anzi. A Videogame ne parliamo Marco Foco, noto nella demoscene come “Pan” degli Spinning Kids, e Florine Fouquart, artista del codice in arte Flopine.
New York, 11 maggio 1997. Il leggendario campione del mondo di scacchi Garry Kasparov viene sconfitto da Deep Blue, il supercomputer progettato da Ibm. Per quanto i pezzi venissero fisicamente mossi da un essere umano, possiamo dire che Kasparov stesse affrontando un videogioco? La domanda è meno banale di quanto sembri, perché la storia dell’informatica e dell’intrattenimento digitale è legata a doppio filo a quella dei giochi tradizionali.A Videogame ne parliamo con Mariagrazia De Rosa, scacchista olimpica e in arte ParthenopeChess streamer, e Antonio Bellotta, videogiocatore, streamer, hardware specialist del Blue Brain Project, già fisico del CERN di Ginevra.
Quando si parla di psichedelia la mente corre alla musica e rievoca le immagini dei Grateful Dead e dei giovani a piedi nudi nel fango di Woodstock. Sarebbe il caso di non dimenticare il videogioco, perché il suo legame con la psichedelia è più profondo e culturalmente rilevante di quanto non si riconosca.A Videogame ne parliamo Raf Valvola Scelsi, cofondatore di Shake Edizioni e fra i padri della seminale rivista controculturale, “Decoder”, e Pablito el Drito, storico dei rave, DJ e performer 8 bit.
Possiamo cogliere davvero il potenziale del videogioco senza continuare a studiarlo, anche quando smette di essere un prodotto sugli scaffali?È giunto il momento di parlare di preservazione, di catalogazione, altrimenti alcune grandi opere scompariranno insieme con i nostri ricordi. C'è chi lo fa già, per passione o anche solo per vocazione: è il grande mondo del retrogaming.A Videogame ne parliamo con Andrea Babich, giornalista, narrative director di Ubisoft Milan, contributor del progetto MAME e cofondatore di Kenobisboch, e Francesco Sblendorio, fra i protagonisti nella scena dello sviluppo del retrocomputing.
Sin dai suoi albori, il videogioco è stato usato per espandere gli universi di libri e film, o anche solo per spremerli commercialmente. Noti come “Tie-in”, sono i videogame su licenza, cioè tratti da opere di natura diversa, ma con la medesima ambientazione, gli stessi personaggi e una trama, se non identica, complementare alla fonte originaria.A Videogame ne parliamo Roberto Recchioni, fumettista - per anni curatore di Dylan Dog -, autore e sceneggiatore, e Chiara Codecà, traduttrice, esperta di serie, giornalista e membro dello staff culturale di Lucca Comics & Games.
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