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Author: radioromalibera.org

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Come vivere la Fede in modo tale da raggiungere la sua meta, che è il Paradiso. Ascolta il podcast di Radioromalibera.org dedicato alla spiritualità. Ogni martedì e sabato alle ore 15 una nuova puntata.

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297 - La Presentazione

297 - La Presentazione

2024-01-2806:08

Dice Tertulliano che subito quando la Verità è entrata nel mondo, fu attaccata. Ciò viene espresso dalle Feste che immediatamente seguono la Festa del santo Natale. Il giorno dopo celebriamo la Festa del primo martire santo Stefano; poi quella di san Giovanni evangelista, venerato pure come martire in virtù della prova subita nell’oleo bollente che senza un miracolo gli avrebbe tolto la vita; poi il massacro dei santi Innocenti, seguito dal martirio di san Tommaso à Becket.
b) La Gioia dei Santi alla morte"Chi", chiedeva l'Apostolo (Rom 7,24), "mi libererà da questo corpo di morte?" Se, dice Sant'Ambrogio, vivessi in una casa in cui i muri, i tetti e i pavimenti fossero prossimi al crollo, con quanto ardente desiderio non cercheresti di fuggire da essa? In questa vita, tutto minaccia la rovina dell'anima: il mondo, l'inferno, le passioni, i sensi ribelli: tutti ci spingono verso il peccato e verso la morte eterna.Quanta grande consolazione, allora, nel sentire queste parole: "Vieni, mia sposa, lascia la terra delle lagrime, la tana dei leoni che cerca di divorarti" (Cant 4,8). Quanta grande gioia avrà l'anima nell'andare incontro al suo ben Amato.
a) La fiducia necessaria alla morteDio, che per sua natura è Infinita Bontà, come dice Sant'Agostino, ha un desiderio infinito di comunicarci la Sua stessa felicità e pertanto non desidera punirci, ma avere misericordia di noi. "Torna a me", dice il Signore, "e ti riceverò" (Ger 3,1); "Tornate a me... e io tornerò a voi, dice il Signore degli eserciti" (Zc 1,3).
a) La Morte del Peccatore"La mia vita è stata recisa come dal tessitore; mentre stavo appena iniziando, egli mi ha reciso" (Is 38,12). Quanti sono stati sorpresi e recisi dalla morte mentre stavano pianificando progetti mondani elaborati con tanto lavoro. Altri hanno un periodo di tempo per prepararsi, attraverso una malattia più breve o più lunga.Immaginati accanto al letto di un cristiano negligente, sopraffatto da una malattia e con poche ore di vita rimaste. Osservalo oppresso dal dolore, dagli svenimenti e dalla soffocazione; privato del respiro, con sudorazioni fredde; la sua ragione così compromessa che percepisca poco, capisca poco e non parli più che poco. Sappiamo di esperienza che tali persone pensano solo alla malattia, ai medici da chiamare per prendersi cura di loro e ai rimedi che potrebbero eventualmente ripristinare la salute.
Il tempo di questa vita è il tempo della preparazione. “La morte non è il tempo per prepararsi, ma per trovarsi preparati”, dice Sant'Alfonso. E S. Teresa d'Avila dice: “la vera vita consiste nel vivere in modo da non aver motivo di temere la morte. Come le disse una consorella di santa Faustina, quando la santa andò a trovarla sul letto di morte: «È tutta la vita che mi preparo a questo momento». Dice san Gregorio che per il nostro bene Dio ci nasconde l'ora della morte, affinché siamo sempre pronti a morire. «Poiché dunque, dice S. Bernardo, la morte può togliere la vita in ogni tempo e in ogni luogo, dobbiamo, se vogliamo morire bene e salvare le nostre anime, vivere sempre in attesa della morte». «Cammina finché hai la luce», dice il Signore (Gv 12). Dobbiamo dunque camminare nella via del Signore durante la vita, ora che abbiamo la luce; poiché nell'ora della morte questa luce viene tolta.
E quel giovane allegro ed attraente, anima della compagnia, tanto ricercato per il suo spirito e il suo umorismo, per l’eleganza delle sue maniere e la vivacità delle sue conversazioni -ora dov'è? Se entri nella sua camera, non c'è . Il suo letto è stato preso da un altro. Se guardi nell'armadio vedrai che le sue armi e i suoi vestiti sono passati in mano d’altri.Appena ventiquattro ore sono trascorse dalla sua morte e già il suo volto, tanto amato dalla famiglia, dagli amici, e da tutti per il fascino e il bell' aspetto giovane, è divenuto del colore delle ceneri, gonfio e sfigurato; il suo corpo, una volta così viziato ed accontentato in ogni suo desiderio e capriccio, emana allora un odore offensivo. Le finestra e' stata spalancata ed una quantità di gigli e procurata, il cui profumo malaticcio pende pesantemente nell'aria. Tra poco la bara sarà chiusa, portata via attraverso la chiesa fino alla tomba, e gettato nella terra per divenire preda dei vermi e poi dei topi; in modo che alla fine tutto ciò che rimarrà di lui saranno ossa secche, putrefazione e un po' di polvere.
E' stabilito che gli uomini muoiano una sola volta dopo di che viene il giudizio (Ebrei 9.27)a) La Certezza della MorteNulla è più certo della morte", dice l'Idiota, "ma nulla è più incerto del suo momento.Tra centocinquant’anni, tutti coloro che attualmente sono vivi avranno lasciato questo mondo. Tutti coloro che ora riempiono le strade affollate delle nostre città, che riempiono le nostre case, che abitano nelle campagne, che navigano per mare, che volano e viaggiano, che vegliano e dormono: tutti loro se ne saranno andati. "Dies formabuntur et nemo in illis: I giorni saranno formati, e nessuno in essi." (Salmo 139,16). Allo stesso modo, di tutti coloro che vivevano centocinquant’anni fa, nessuno è ancora vivo. "Mihi heri et tibi hodie : Ieri a me e oggi a te" (Sir 38,23).Quanto è folle, quindi, vivere su questa terra come se fosse la nostra dimora eterna - quanto è folle per un viaggiatore che attraversa un paese affidato con una missione importante spendere tutto ciò che possiede per una casa che dovrà presto abbandonare, o per un uomo che attraversa un deserto stabilirsi ad un'oasi e non andarne oltre. Quanta eminente saggezza, invece, vivere come se ogni giorno, ogni azione fosse l'ultima; riempire ogni giorno e ogni azione con un amore sempre più perfetto verso Dio: prepararci per il nostro passaggio nell'Eternità.
Prima ricordiamo che la Fede è contenuta non solo nella sacra Scrittura, ma anche nella Tradizione orale: fu uno delle eresie fondamentali dell’Eresiarca Martin Lutero di asseverare che la Fede si contenesse nella sola Scrittura. Nel caso sotto considerazione, la dottrina dell’Assunzione è contenuta principalmente nella Tradizione, costituendo un avvenimento dei tempi apostolici sempre insegnato dalla Santa Madre Chiesa. La Festa dell’Assunzione fu conosciuta già nell’ottavo secolo e deriva da quella orientale della Dormizione nel sesto secolo. La dottrina fu definita come dogma da papa Pio XII nelle parole sopraccitate. Se la dottrina non viene insegnata esplicitamente nella sacra Scrittura, viene comunque accennata in essa, cioè in tre immagini. La prima immagine è quella di una donna nel Cielo: L’Apocalisse dice (12. 1): ‘Un gran segno apparve in cielo: una donna vestita del sole, con la luna sotto i suoi piedi, e sulla testa una corona di dodici stelle.’ La teologia interpreta questa donna come l’Assunta, glorificata nel corpo e nell’anima.
Il dogma dell’Assunzione fu dichiarato da papa Pio XII30 con le parole: ‘L’ Immacolata Madre di Dio, Maria sempre Vergine, quando il corso della sua vita terrena fu compiuto, fu assunta corpo ed anima nella gloria del Cielo.’ Vediamo innanzitutto i motivi teologici di questo dogma, e poi il suo fondamento nella Sacra Scrittura. Motivi teologici
Procediamo citando dei passi dall’enciclica Inef abilis, in cui Beato Pio IX ha proclamato questo dogma, che esprimono la sublime dignità della Beatissima Vergine Maria, fondamento dell’Immacolata Concezione, come di tutti i Suoi eccelsi privilegi. Il Papa parla di certe immagini bibliche che i Padri della Chiesa applicano a Lei: ‘Giglio tra la spine; Terra assolutamente inviolata, verginale, illibata, immacolata, sempre benedetta e libera da ogni contagio di peccato, dalla quale è stato formato il Nuovo Adamo; Giardino delle delizie piantato da Dio Stesso, senza difetto, splendido, abbondantamente ornato d’innocenza e di immortalità, e protetto da tutte le insidie del velenoso serpente… Fonte sempre limpida e segnata dalla potenza dello Spirito Santo; Tempio esclusivo di Dio; Tesoro d’immortalità; unica e sola Figlia non della morte ma della vita…’
Il dogma dell’Immacolata Concezione fu dichiarato nell’anno 185427 per bocca del Beato Pio IX nei termini seguenti: ‘…dichiariamo, affermiamo edefiniamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di Peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli’28.
283 - La Madonna

283 - La Madonna

2023-06-2504:16

Il padre Francescano Stefano Cecchin, presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, in una intervista pubblicata il 30 aprile da "Alfa&Omega" ha fatto una sconsiderata affermazione, che non può essere tenuta sotto silenzio (https://alfayomega.es/stefano-cecchin-las-apariciones-se-examinan-con-lupa/).Dopo aver rivendicato l'autorità e la competenza dell'organismo che presiede, padre Cecchin ha testualmente dichiarato che un criterio per discernere la autenticità delle apparizioni mariane è questo: "le apparizioni che parlano di castighi di Dio sono assolutamente false".C'è da augurarsi che padre Cecchin corregga al più presto questa dich
Gli umili se ne stanno ritirati e si eleggono il peggior luogo; e perciò Maria, riflette S. Bernardo che allorché il Figlio stava sermoneggiando in quella casa, come narra S. Matteo al cap. 12, voleva ella parlargli, ma non volle da per sé entrare nella casa: "Stava fuori", dice S. Bernardo. Perciò anche, stando ella nel cenacolo cogli Apostoli, volle porsi all'ultimo luogo: che per tanto S. Luca scrisse: Tutti questi erano perseveranti unanimamente nella preghiera con le donne e con Maria Madre di Gesù (Atti I). Non che S. Luca non conoscesse il merito della divina Madre, per cui avrebbe egli dovuto nominarla in primo luogo; ma perché si era ella posta all'ultimo luogo nel cenacolo, dopo gli Apostoli e le altre donne, perciò S. Luca descrisse tutti, come riflette un autore, secondo stavano collocati di luogo. Quindi disse S. Bernardo: la prima si è fatta l'ultima...
In oltre è atto di umiltà occultare i doni celesti. La Madonna volle celare a S. Giuseppe la grazia d'essere stata fatta Madre di Dio, ancorché il manifestarcelo pareva allora necessità, per liberare almeno il povero sposo ... vedendola gravida... almeno dalla confusione, come già in effetto S. Giuseppe, non sapendo da una parte dubitare della castità di Maria, e dall'altra ignorando il mistero. E se l'angelo non gli avesse fatto intendere che la sposa era gravida per opera dello Spirito Santo, già egli l'avrebbe lasciata.Di più l'umile rifiuta le lodi per sé e tutte le riferisce a Dio. Ecco Maria che si turba in sentirsi lodare da S. Gabriele. Ed allora che S. Elisabetta le disse: Benedicta tu inter mulieres, etc.: Et unde hoc mihi, ut veniat Mater Domini mei ad me?... Et beata quae credidisti, etc. (Luc. I); Maria, attribuendo tutte quelle lodi a Dio, rispose con quell'umile cantico: Magnificat anima mea Dominum. Come dicesse: Elisabetta, tu lodi me, ma io lodo il Signore a cui solo si deve l'onore. Tu ti ammiri ch'io venga a te, ed io ammiro la divina bontà, in cui solamente giubila lo spirito mio: Et exsultavit spiritus meus in Deo salutari meo. Tu mi lodi perché ho creduto; io lodo il mio Dio che ha voluto esaltare il mio niente: Quia respexit humilitatem ancillae suae.
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