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Author: BastaBugie

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Il meglio degli scrittori classici e contemporanei in tutti gli stili, ma sempre con la ricerca della verità al primo posto
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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7673IL FUOCO SEGRETO CHE ANIMA TOLKIEN E' LA SUA FEDE CATTOLICA di Fabio Piemonte«Ho esposto il mio cuore perché gli sparassero», scrive Tolkien all'indomani della pubblicazione del primo volume de Il Signore degli Anelli. I suoi detrattori ne liquidarono subito l'opera, poiché delineava a loro avviso in maniera semplicistica il confine tra bene e male. Eppure i «temi dell'opera sono la chiave d'accesso alle sue più profonde preoccupazioni, comprese la morte e l'immortalità, la nostalgia del paradiso, la creazione e la creatività, la realtà della virtù e del peccato, della corretta gestione della natura, dei rischi morali che il possesso del potere tecnologico comporta. Dal momento che credeva nelle verità di certi dogmi, egli le utilizzò come torce o lampade di cristallo, che diffondevano la luce nei luoghi bui. Si tratta di una storia che ci dice cose che abbiamo bisogno di sapere».Nel prezioso saggio Il fuoco segreto (Lindau 2023, pp. 191) recentemente ripubblicato, Stratford Caldecott - direttore del Chesterton Institute di Oxford - illumina così il tema della ricerca spirituale di Tolkien a partire da un'analisi acuta di opere, personaggi e simboli che popolano l'immaginario epico del grande scrittore britannico.«Tolkien era un esploratore. Le storie a cui dedicò così tanto tempo ed energia sono appunti delle sue spedizioni alla ricerca di un mondo più antico o "interiore". Sapeva di scrivere finzioni, ma allo stesso tempo sentiva che stava raccontando la verità sul mondo». Tolkien fa esperienza infatti dell'amore vero per Edith che diventerà presto sua moglie; del dolore familiare (orfano del padre, perde anche la madre a 12 anni) e collettivo (partecipa alla Prima Guerra Mondiale); dell'amicizia in particolare con Lewis. Tutte esperienze che trasfigura nella mitopoiesi dei suoi racconti epici, dove il linguaggio è rivelativo della realtà profonda, nel contempo misteriosa e concreta, delle cose.L'EROE CRISTIANODi qui, rileva Caldecott, «la 'Terra di mezzo' prende il nome dalla sua posizione tra paradiso e inferno». Come Lo Hobbit anche il suo capolavoro è un viaggio «"andata e ritorno" dal terreno all'epico, dal quotidiano all'eroico, per poi far ritorno al terreno». Al contrario de Lo Hobbit ne Il Signore degli Anelli «non vi è la riconquista di un tesoro, ma la sua perdita: l'anello deve essere "disfatto" nel fuoco in cui era stato forgiato. Il nemico non può sospettare che coloro che custodiscono l'Anello si rifiutino di utilizzarlo, o addirittura vogliano distruggerlo».In questo modo, «via via che l'avventura procede, Frodo emerge come modello d'eroe molto "cristiano". L'eroe cristiano si lascia umiliare e crocifiggere, rifiuta il rispetto e la gloria terreni in nome di qualcosa di molto più grande: non solamente la propria integrità, ma la volontà del Padre nei cieli; non per se stesso, ma per Dio e per il prossimo. Frodo fa quello che sa di dover fare per il bene degli altri: "Ho tentato di salvare la contea ed è stata salvata, ma non per merito mio"». Una missione che inizia, non a caso, il 25 dicembre.E in effetti i riferimenti cristologici sono, fuor di metafora, molteplici. Per esempio, come Gesù nell'orto degli ulivi, così nella tana di Shelob Frodo subisce le conseguenze del tradimento di Gollum; oppure, come Gesù cade sotto il peso della croce e necessita dell'aiuto del Cireneo, così quando l'Anello cresce in peso e potere l'hobbit cade a terra e Sam si offre di portare "il fardello". Tuttavia nell'ora finale non è Frodo a salvare il mondo, né Gollum che gli stacca il dito con un morso; «la salvezza giunge come conseguenza della misericordia e del perdono che Frodo aveva dimostrato precedentemente nei confronti di Gollum», ossia in sostanza è Dio che, nella sua provvidenza, sa volgere al bene anche gli errori umani e i piani del nemico.LA NOSTALGIA DI CRISTORiguardo alla figura di Aragorn, Caldecott sottolinea che in lui, «come in Artù, il sangue regale si deve dimostrare meritevole del regno attraverso l'eroismo». Aragorn, che percorrendo i Sentieri dei Morti libera l'esercito fantasma di Isildur e svela le insegne del suo regno che solo i morti viventi vedono e seguono, allude alla figura del Re che dorme e sveglia le anime dei giusti nel sabato santo. Di qui, «una volta che il Re si prende il suo trono, potremo far ritorno al nostro mondo con l'autorità di amici e servitori del Re, per dare inizio al compito che ci attende una volta tornati a casa».È la «conoscenza di una luce e di una bellezza che vale la pena difendere a ispirare l'eroismo» della Compagnia dell'Anello. Sam, fedele a Frodo, fa ritorno dalla sua famiglia e assume il potere di guarire la Contea dalle ferite della guerra. Galadriel, immacolata per non aver compiuto azioni malvage, «visione di saggezza, bellezza, grazia e luce senza ombre», è figura della Vergine Maria, in quanto ha «la bellezza sia come maestà che come semplicità»; e ancor più Elbereth, Regina delle Stelle, la quale «ha il ruolo di trasmettere la luce alle regioni celesti».Esiste dunque «uno spirito elfico infuso negli uomini che significa il risveglio di un'insoddisfazione divina, un eros per il trascendente». È la nostalgia di Cristo che il lembas, il «Pan di via» degli Elfi che allude all'Eucarestia, rinsalda. Ne è ben consapevole Tolkien che cerca perciò di partecipare quotidianamente alla Santa Messa per attingere quel «fuoco segreto», ossia «l'amore di Dio che brucia nel cuore del mondo» e di ogni uomo.Nota di BastaBugie: per sapere tutto, ma proprio tutto, su Tolkien e il Signore degli anelli, leggendo recensioni, guardando video di approfondimento, spezzoni e trailer dei film, e molto altro, visita il sito Film Garantiti cliccando sul seguente link.http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=8
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7619GENDER, SESSO DEGLI ANGELI E OBLIO DELL'OCCIDENTE di Fabio Piemonte«Il gender è il prodotto di una società il cui obiettivo è quello di condurre una guerra totale alla natura in modo tale che tutto, assolutamente tutto, diventi artefatto, prodotto, cosa, artificio, utensile. La sinistra aveva promesso di cambiare la società e ha fallito; ora si propone di cambiare l'uomo. Sopprimere la differenza sessuale con il pretesto che una differenza è una disuguaglianza è intraprendere la strada della costruzione di un nuovo essere umano, liberato dal suo sesso. La teoria del gender è il tentativo di liberare l'uomo e la donna dalla costrizione identitaria prima e ultima, quella della nascita. I transgender sono eroi del nostro tempo, incarnazione della dignità assoluta dell'uomo divinizzato che vuole disfarsi delle catene di ciò che siamo originariamente e autenticamente». Così scrive con grande acume Giulio Meotti nel suo recente saggio "Gender. Il sesso degli angeli e l'oblio dell'Occidente" (Liberliberi 2023, pp. 150).Sembrava una moda passeggera e invece l'ideologia di genere «è diventata dogma e la libertà di pensiero e di espressione diminuisce man mano che si espande questo regno dell'irragionevolezza e dell'indottrinamento. È partito dalle accademie per arrivare al cuore pulsante della nostra società, con i suoi simboli, le sue aziende, le sue pubblicità, ossia con le immagini che ci mostrano ciò che vogliamo desiderare, ciò che vorremmo essere». Lo sanno bene le sue vittime illustri, come la Rowling ostracizzata per le sue esternazioni, e quelle comuni, come i genitori che, per esempio in Spagna, se si oppongono alla transizione di genere dei propri figli rischiano la denuncia dei servizi sociali.Sul piano culturale invece il lavaggio del cervello lo fa la neolingua: persino l'Oxford Dictionary, accanto ai dizionari dei Paesi scandinavi, ha accolto il pronome personale di genere neutro. La scrittura inclusiva fa scuola anche negli ospedali. Al Brighton and Sussex University Hospitals Nhs Trust si parla ormai, contro ogni senso comune, di «allattamento al torace», «latte umano» e «genitore che partorisce». A New York la festa della mamma è diventata la festa «delle persone che partoriscono». Le più importanti riviste scientifiche a livello internazionale sono prone a tale ideologia al punto che The Lancet parla di «corpi con la vagina» al posto di donna; Nature si propone di rifiutare articoli con «punti di vista esclusivisti», quali quelli di quanti sostengono la binarietà dei sessi. Di qui, in barba alla genetica dei cromosomi, si arriva alle formule grottesche di slogan quali «Non solo le donne possono avere figli» o «I maschi trans sono donne».Insomma, come rivela la finestra di Overton, un'idea dapprima ritenuta impensabile può divenire gradualmente condivisibile al punto da dettar legge. Coi suoi dogmi, precetti e riti, adepti e apostati, l'ideologia di genere si presenta ormai alla stregua di una nuova religione di matrice chiaramente gnostica che ha alle sue fondamenta la cancellazione del dato biologico e della differenza sessuale. Assume il dualismo cartesiano mente corpo, demonizza il corpo, all'insegna di un'assoluta fluidità di genere, allo scopo di «consentire ai bambini di considerare la loro identità di genere non correlata al loro sesso biologico; e anzi incoraggiarli in questa direzione; facilitare l'accesso dei bambini ai trattamenti ormonali, ai bloccanti della pubertà e agli interventi chirurgici che cambiano irreversibilmente i loro corpi; persuadere i giovani che le difficoltà tipiche dell'adolescenza - accettazione delle trasformazioni del proprio corpo, scoperta della propria sessualità, adattamento alla vita in società - sono principalmente causate dalla disforia di genere e possono essere risolte solo da un cambiamento di identità di genere; dare agli uomini che si dicono donne pieno accesso alle competizioni sportive, alle carceri e ai rifugi riservati alle donne», come osserva ancora Meotti.Il credo gender ha i suoi «simboli, canti, bandiere, sfilate, ricorrenze; i suoi eretici omofobi e transfobici». I suoi acerrimi nemici sono i detransizionisti, ossia quanti «non aderendo più alla teoria, sono simili agli apostati». Relativamente all'insidiosità di tale ideologia Joseph Ratzinger, nel libro-intervista con Vittorio Messori del lontano 1984, puntualizzava con lungimiranza profetica: «Questo cosiddetto cambio di sesso non modifica in alcun modo il corredo genetico dell'interessato. É solo un artefatto esterno che non risolve alcun problema ma costruisce solo realtà fittizie». Intuendone i risvolti tragici sul piano pratico lo stesso fine teologo aggiungeva come «non sia un caso che le leggi si siano subito adeguate a tale richiesta. Se tutto è solo un 'ruolo' culturalmente e storicamente condizionato, e non una specificità naturale inscritta nel profondo dell'essere, anche la maternità è solo una funzione accidentale». Di qui, sottolinea infine Meotti, «quest'uomo sradicato è chiamato a diventare qualsiasi cosa, un ventre in vendita o un essere ibrido che genera se stesso, liberatosi dalla sua ingombrante umanità, e che si crede un piccolo dio».
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7543TOLKIEN E IL SIGNORE DEGLI ANELLI 50 ANNI DOPO di Paolo GulisanoIl 2 settembre del 1973, cinquant'anni fa, moriva in Inghilterra John Ronald Tolkien. È trascorso mezzo secolo, e questo autore deve essere ormai considerato un vero e proprio classico della Letteratura. L'opera di Tolkien ha continuato a conoscere un grande successo di pubblico, incrementato dalle versioni cinematografiche dei suoi libri.Sono finiti i tempi degli ostracismi ideologici nei confronti del professore di Oxford, e anzi si tenta di darne nuove letture politicamente corrette. Tentativi che lasciano il tempo che trovano, perché Tolkien si staglia con la sua opera al di sopra di ogni lettura riduttiva. La chiave interpretativa per comprendere tutta la bellezza offerta dal Signore degli Anelli, dallo Hobbit, dal Silmarillion, è quella religiosa. Tolkien era un cattolico inglese, perfettamente consapevole della storia religiosa del suo Paese, dai monaci santi del Medioevo ai Martiri che avevano reso la loro testimonianza fino al sangue sotto Enrico VIII, sotto Elisabetta I, sotto Cromwell.Tolkien rivela nitidamente una propria teologia della storia, che riprende la concezione agostiniana delle due città: la Città terrena, opera degli uomini in cui agisce il male, e la Città di Dio, meta verso la quale indirizzare attese, sforzi e speranze. È da sottolineare che sant'Agostino si trovò a vivere al confine tra il crepuscolo di un mondo antico un tempo grandioso e l'alba di una nuova era dai contorni ancora incerti, e insegnò che la storia è guidata dalla Provvidenza e che quindi ogni avvenimento - dalla piccola vicenda personale alle grandi svolte dell'umanità - possiede un significato che dissipa l'oscurità e sorregge le forze dell'uomo. Le rovine, i numerosi segni di civiltà cresciute, ascese a grandezza e poi irrimediabilmente finite e dimenticate costellano ovunque la Terra di Mezzo, ricordandoci la caducità della Città terrena.L'EROISMO, LA BELLEZZA E LA GRAZIASe la storia è questa, è necessario affrontarla con eroismo, secondo la concezione che ne offre Tolkien: non è quello della forza e dell'orgoglio, ma dell'amore e del sacrificio. Riecheggiano in questa via le parole di uno degli autori più cari al professore di Oxford, G.K.Chesterton: «È assolutamente necessario essere un uomo buono: avere il senso dell'amicizia e dell'onore e una tenerezza profonda. Soprattutto è necessario essere apertamente e indecorosamente umani, confessare appieno tutte le pietà e le paure primordiali di Adamo». Oltre all'eroismo, Tolkien ci invita a cercare la bellezza, che è segno visibile della grazia.La bellezza trova la sua origine e la sua consistenza in Dio, e rende presente nelle realtà create la bellezza divina. Nella teologia medievale la bellezza sensibile era considerata un riflesso, una traccia di Dio che ne può favorire la percezione. Tolkien riprende questa concezione della bellezza come luce della forma e splendore della verità. Nella contemplazione dello spettacolo di un bosco, dei fiori, delle montagne, degli alberi tanto cari al professore di Oxford, nell'ammirazione per le cose ben fatte dei nani o degli hobbit, c'è l'amore per questa bellezza che ci può ricondurre a Dio e salvare il mondo. Questa bellezza, che come dimostra la tanta sofferenza che percorre la Terra di Mezzo, la fatica del cammino di rinuncia di Frodo, la dura condizione dell'esilio di Aragorn e la sua lotta per la giustizia e il diritto, non prescinde dal problema del male, è visibile e presente come grazia.LA LEGGIADRIA DEGLI ELFIÈ grazia la sensazione che si prova di fronte alle cose per la loro naturale armonia, per la loro delicatezza, per la loro semplicità; è grazia la gradevolezza del creato con i suoi sapori e profumi; è grazia la leggiadria degli elfi, in particolare di Galadriel, la Regina, figura che - come Tolkien stesso aveva confermato all'amico padre Murray - fu inspirata dalla Vergine Maria, Colei che per definizione è la piena di grazia.Ancora è grazia l'amabilità, la gentilezza negli atti della vita quotidiana, l'assenza di sgarbo e di grossolanità; la grazia è così nel regale Aragorn, nel nobile Faramir, nel sapiente mago Gandalf, così come nel giardiniere Sam Gamgee. È grazia la gratitudine, la riconoscenza, la magnanimità, che non mancano mai nei personaggi tolkieniani, così come il loro contrario, ovvero l'avarizia, l'ingratitudine, l'avidità insaziabile sono i segni distintivi del rifiuto della grazia, della caduta.Segno di questa grazia è infine Gandalf, il grande protettore dei piccoli hobbit e dei fragili uomini, il cui ruolo assomiglia a quello dell'Angelo Custode: illuminare le menti con i suoi saggi consigli, custodire le vite in pericolo dei suoi amici, reggere i loro sforzi e le loro fatiche, governare sulle loro coscienze, affinandole e tenendo desto e pronto il loro spirito.Tolkien, 50 anni dopo, continua ad indicare la strada ad una compagnia sempre in viaggio.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7487DON CAMILLO, PEPPONE E LA COSTRUZIONE DEI MURI di Lorenzo BertocchiL'impresa per la costruzione del muro di confine della canonica procedeva e Don Camillo supervisionava i lavori perché tutto filasse secondo il progetto regolarmente autorizzato. Supervisionava anche di notte, perché la faccenda aveva fatto scaldare i motori a possibili sabotatori di crinale."Io l'avverto" gli aveva ricordato Peppone al bar, "la sua muraglia è considerata un atto reazionario contro la liberta del popolo". Ma Don Camillo, che delle libertà che si prendevano Gianni e la sua gang nel prato della canonica non ne poteva più, aveva sventolato il regolare permesso e dichiarò la sua intenzione a procedere. "Il prato della canonica", rispose, "è di proprietà privata e riguarda la corte della Chiesa, quindi il popolo e la sua libertà può andare ad esercitarla da un'altra parte oppure chiedere permesso passando dalla porta".La vicenda era arrivata persino sulla stampa. "Il parroco di crinale costruisce muri e non ponti", aveva titolato in prima pagina L'Eco di crinale. E si faceva presente che "chi alza i muri ne resta prigioniero". Don Camillo aveva chiamato a raccolta quelli della Confraternita per dire di tenersi pronti a tutto, ma che il muro si sarebbe fatto. La questione muraria era nata perché il prato della canonica rimaneva in una strada buia e risultava comoda per combinare affari che si addicevano alle pertinenze di un edificio sacro. Il Gianni e la sua gang si appartavano regolarmente per combinare i loro traffici conditi alla solita gazzarra. Una mattina sul muro in costruzione apparve una scritta lasciata per mano ignota: "più prati, meno preti" e fu la goccia che fece traboccare Don Camillo. Si precipitò dal Cristo dell'altar maggiore: "Signore non c'è più rispetto per un povero prete!" "Don Camillo... non sarà certo un muro a liberare il cuore dell' uomo. Hai visto la fine che hanno fatto i muri della storia?" "Mi perdoni Signore se oso precisare, ma il mio è un muro che non vuole fare della storia, si accontenta della geografia locale"Peppone intanto stava già tenendo il suo comizio davanti al muro. "Il prato è del popolo il popolo risponde all'arroganza clericale che non si apre alla fratellanza e alla diversità. Non fatevi ingannare da coloro i quali vi parlano di patrie e di regole da rispettare. Noi, il popolo, siamo la libertà! Noi, il popolo, siamo la democrazia! E noi i muri li buttiamo giù!". partì un applauso liberatorio.Don Camillo uscì dal sagrato e, mani sui fianchi, richiamò l'attenzione della piccola folla. " Cari cittadini, sono sicuro che in nome della fratellanza e della libertà il nostro amico Peppone saprà offrirvi libera ospitalità nel giardino di casa sua, che è ampio e ben servito. Anche lui così saprà mettere il suo mattone per la conquista della libertà". L'applauso fu più debole, ma la gang di Gianni parve gradire. Peppone incassò il colpo. E la sera aprì il suo cancello al libero bivacco dei moderni giovani. Il giorno dopo Peppone si recò in Chiesa. "Don Camillo, lei questa volta ha passato il limite! Quelli mi hanno distrutto il giardino e poi io ho dei nipoti che non possono vedere e sentire certe cose... mi capisce no!?""Eh no, caro Peppone non mi parli di limiti. Certe parole non stanno bene in bocca ai profeti di libertà. Però la capisco, perché siamo liberi davvero solo quando ci sono dei muri che ci ricordano che non siamo dei Padreterni. E che per entrare c'è una porta sola, quella di Nostro Signore. Chi non passa da lì è un ladro e un brigante".E il giorno dopo i muri ripresero ad essere costruiti. " Signore", disse Don Camillo al crocifisso, " forse con i muri un cuore lo abbiamo cambiato. Ma questi sono i muri con le porte, che fanno solo la geografia locale, quelli della storia per fortuna che sono caduti". "Amen", rispose il Crocifisso.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7463CI HANNO PRESO PER IL COVID, IL PRIMO LIBRO CHE RACCOGLIE GLI ARTICOLI DI BASTABUGIE 2020-2023Per non dimenticare tre anni di lockdown, mascherine, vaccini e abusi di potere (prefazione del direttore della Bussola Quotidiana al corposo volume di 512 pagine)di Riccardo Cascioli«Per non dimenticare». Perché è giusto non dimenticare e addirittura raccogliere gli articoli che hanno giudicato i tre anni di follia che vanno dallo scoppio della pandemia da Covid-19 alla fine della furia vaccinista? A cosa serve continuare a ricordare?Mantenere il ricordo delle ingiustizie subite, dei soprusi di Stato, delle menzogne dei nostri governanti, delle cure negate, dei ricatti che hanno messo in difficoltà lavoratori e famiglie, potrebbe certo favorire il permanere del risentimento, del rancore verso chi questo male ha provocato e verso chi ne è stato complice. Ma non è per questo che noi vogliamo "non dimenticare", coltivare il risentimento non ripara le ingiustizie e non costruisce nulla."Non dimenticare" è invece e anzitutto uno stimolo a comprendere il senso di quanto è accaduto, è una spinta a capire come è stato possibile paralizzare un popolo con la paura di un virus, rendendolo inebetito e docile a qualsiasi comando dall'alto. E più irrazionale il comando era, più l'adesione si faceva cieca: a passeggio con il cane sì, col bambino no; puoi fare 5 chilometri per attraversare la città, ma non puoi attraversare la strada perché entri in un altro comune; al bar soltanto in piedi, poi soltanto seduti; chiusi a Pasqua per salvare l'estate, poi in casa in autunno per salvare il Natale, e ancora sacrificio a Natale per salvare la Pasqua; il vaccino che arriva in processione come il Sacro Graal con un frigorifero a -70°C e poi si può distribuire anche in spiaggia senza problemi; una puntura e tutto passa, poi cinque punture e la prospettiva di continuare ogni anno. Potremmo continuare a lungo, ma su ognuno di questi argomenti guai a porre domande o a mettere in rilievo le contraddizioni: tuttora sei coperto di improperi e di maledizioni.È importante capire perché quel che è accaduto non è un episodio estemporaneo, un incidente di percorso, ma è l'esito di un processo iniziato da molto tempo e preparazione di tempi ancora peggiori. "Non dimenticare" significa prendere consapevolezza che la questione sanitaria è stata il pretesto per un grande esperimento di controllo sociale fondato sulla paura. La paura è uno strumento fondamentale per acquisire il potere sugli altri, è un fantastico strumento di dominio. Diceva Edmund Burke: «Nessuna passione priva la mente così completamente delle sue capacità di agire e ragionare quanto la paura».PICCOLE E GRANDI PAUREE si può dire che dalla fine della Seconda Guerra Mondiale è stato un susseguirsi di piccole e grandi paure che hanno condizionato prima il nostro pensiero e poi il nostro comportamento. Si è cominciato con la paura della sovrappopolazione, "la bomba demografica" come è stata definita con una immagine molto efficace visto che è stata coniata pochi anni dopo l'esplosione di Hiroshima e Nagasaki (1945) e il rischio di guerra nucleare nel conflitto di Corea (1950-1953). Paura che si è poi coniugata con quella della catastrofe climatica, oggi più attuale che mai. Basta vedere le dichiarazioni dei ragazzi che vandalizzano le città per lottare contro i cambiamenti climatici: sono veramente terrorizzati dall'idea che il mondo possa finire a causa delle emissioni di CO2. E nel frattempo abbiamo vissuto paure più limitate nel tempo come quella per il famoso bug del 2000 che avrebbe dovuto bloccare tutti i computer paralizzando di fatto tutta la nostra società. E poi la famosa fine del mondo nel 2012, basata su una "profezia" Maya.E infine eccoci alla pandemia, realizzazione di quella paura di una "Nuova Spagnola" (riferimento a quell'influenza che tra il 1918 e il 1919 colpì un miliardo di persone, metà della popolazione mondiale di allora, con un bilancio tra i 20 e i 40 milioni di morti) che da allora ha accompagnato ogni accenno di virus influenzale più pesante della media. Ebbene questa è stata la grande occasione per instillare nella popolazione mondiale un vero e proprio clima di terrore che ha portato all'accettazione della rinuncia a ogni libertà personale, ivi compresa quella di recarsi in chiesa.Intere popolazioni completamente paralizzate dalla paura, con una disponibilità via via crescente ad accettare misure tanto restrittive quanto irrazionali: uno spettacolo impressionante.È NECESSARIO UN RISVEGLIO DELLA RAGIONEÈ chiaro che se non ci sarà un risveglio della ragione, per il futuro si prepara un mondo in cui le decisioni della nostra vita saranno sempre più accentrate nelle mani di una ristretta élite. Ne sono un esempio i processi di concentrazione del potere in alcune grandi agenzie internazionali dell'ONU, come l'Organizzazione Mondiale della Sanità per il governo delle pandemie e il Programma ambientale dell'ONU (UNEP) per la lotta ai cambiamenti climatici.Ma come si risveglia la ragione? E qui bisogna fare un passo indietro, perché la paralisi della ragione si è accompagnata alla secolarizzazione del mondo cristiano. Non sorprendentemente, perché è davvero la fede cattolica ad esaltare la ragione; quando la fede va in crisi si perde anche la ragione. Se si perde il timor di Dio si comincia ad avere paura di tutto. È quello che è successo anche nella Chiesa cattolica: impauriti al punto di chiudere le chiese e cancellare le messe, che dovrebbero essere invece la fonte di speranza anche e soprattutto nelle situazioni più difficili. I preti erano così impauriti che hanno disertato in massa lasciando il popolo senza sacramenti, lasciando morire migliaia di persone in ospedale da sole e senza neanche il conforto religioso, per mesi hanno evitato di celebrare funerali. Una opera massiccia di desertificazione delle anime. Per difendere la vita si è rinunciato a vivere e soprattutto ad annunciare il Signore della vita, contribuendo così a questo smarrimento della ragione."Non dimenticare" allora deve stimolarci anzitutto a ritornare alla vera fede, tornare a desiderare e perseguire la verità prima di ogni altro interesse, a giudicare la vita terrena alla luce della vita eterna. Solo questo rimette in moto la ragione e ci libera dalla paura, rendendoci capaci di resistere al Potere. E gli articoli raccolti in questo volume - scelti proprio perché nel riportare le notizie esprimono su tutti gli aspetti della pandemia un giudizio che nasce da uno sguardo di fede - sono allora un valido strumento in questo cammino che abbiamo davanti, un compito che riguarda ciascuno di noi.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7426LA FEDE NEI PERSONAGGI DEI PROMESSI SPOSI di Samuele PinnaIl 22 maggio 1873, esattamente centocinquant'anni fa, Alessandro Manzoni, nato nel 1785, tornava alla casa del Padre. È da settembre che impegno attenti ascoltatori nel mio ostinarmi a presentare in chiave spirituale i personaggi del romanzo per eccellenza dello scrittore milanese, proprio mosso nel mio recondito intento da questo importante anniversario. Convinto che sarebbe bastato un anno di catechesi per dipanare la storia dei due sposi promessi del lecchese, ci si è arenati, dopo aver incontrato diversi protagonisti, sulla presentazione del padre Cristoforo.Rimango stupito per come gli attori che si danno il cambio nel racconto siano descritti con poche pennellate, ma tanto ben disegnate da consentire di scoprire il loro mondo interiore così ricco e profondo per chi legge.DON ABBONDIO: LA FEDE PUSILLANIMEC'è don Abbondio dalla fede pusillanime che «non era nato con un cuor di leone», anzi «fin da' primi suoi anni, aveva dovuto comprendere che la peggior condizione, a que' tempi, era quella d'un animale senza artigli e senza zanne, e che pure non si sentisse inclinazione d'esser divorato». Nonostante i buoni consigli della sua perfida servente - Perpetua di nome e di fatto - il curato faceva ogni cosa per schivare le tumultuose vicende che si agitavano intorno a lui, ma neanche a farlo apposta in questa storia fu preso, suo malgrado, al laccio da esse.RENZO: LA FEDE GENUINA (LUCIA: LA FEDE DEVOTA)C'è poi Renzo dalla fede genuina che, ingenuo e onesto, tira dietro a sé la trama delle pagine vergate dal Manzoni, e gli fa da coppia, in tutti i sensi, Lucia, «d'una modesta bellezza» e dalla fede devota, attraversata da «una gioia temperata da un turbamento leggiero».FRA' CRISTOFORO: LA FEDE EROICAC'è il roboante padre cappuccino poco sopra citato, al secolo Lodovico, dall'indole «onesta insieme e violenta» che lo condurrà a testimoniare una fede eroica.DON RODRIGO: LA MALAFEDE (LA MONACA DI MONZA: LA FEDE INFEDELE)C'è don Rodrigo, traditore e tradito, che esercita senza pudore una malafede e Gertrude, monaca per scelta altrui, di una fede infedele che soltanto alla fine di tutto l'intreccio letterario riuscirà a riscattarsi in una profonda conversione di vera religiosità.L'INNOMINATO: LA POTENZA DELLA FEDEC'è la celebre figura dell'Innominato che mostra la potenza della fede di chi si lascia toccare il cuore da Dio e quella insigne del cardinal Federigo, il quale «fu degli uomini rari in qualunque tempo, che abbiano impiegato un ingegno egregio, tutti i mezzi d'una grand'opulenza, tutti i vantaggi d'una condizione privilegiata, un intento continuo, nella ricerca e nell'esercizio del meglio».DONNA PRASSEDE: LA FEDE CIECANon manca donna Prassede dalla fede cieca, «una vecchia gentildonna molto inclinata a far del bene: mestiere certamente il più degno che l'uomo possa esercitare; ma che pur troppo può anche guastare, come tutti gli altri».IL POPOLO: TROPPA FEDE O TROPPO POCAAltri interessanti soggetti si muovono sulla scena, così come il popolino che agisce a volte con troppa fede e a volte con troppa poca. Il tutto ben ricamato in una delle opere più sublimi mai scritte da mano d'uomo.IL SUGO DELLA STORIAQuale il motivo per cui affascina la vicenda di due innamorati che non possono coronare il loro sogno? Perché, senza nominare una solta volta Gesù, le pagine che li riguardano mostrano tutta la potenza dei valori insegnati dal Cristo. E sono proprio Renzo e Lucia a consegnare il sugo della storia che la voce narrante del Manzoni non ha dubbi a scegliere per concludere il suo scritto: la "morale", «benché trovata da povera gente, c'è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui». I due finalmente sposi, infatti, «conclusero che i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani; e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore».È assai probabile che possa iniziare la ricerca del lettore laddove finisce quella presentata dal Manzoni, perché - come egli scrive in Osservazioni sulla morale cattolica - «la felicità non può esser realizzata fuorché in un presente il quale comprenda l'avvenire, in un momento senza fine, val a dire l'eternità. Senonché la religione può darci una specie di felicità anche in questa vita mortale, per mezzo d'una speranza piena d'immortalità».
VIDEO: GRAZIE A DIO di Giuliano Guzzo ➜ https://www.youtube.com/watch?v=abCilfKH5IA&list=PLpFpqNiJy93u4WaU4EI2Tf7q125TSonGrTESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7088LA FEDE PROMUOVE IL PROGRESSO, LA CIVILTA', LA PACE, LA FAMIGLIA E LA SALUTE di Rino CammilleriGiuliano Guzzo, nostra firma, ha dato alle stampe per Lindau una corposa opera, Grazie a Dio. Come la fede promuove il progresso, la civiltà, la pace, la famiglia e la salute (Lindau), che dimostra, dati alla mano, che nel mondo il senso religioso non è affatto spento, anzi. Non ce ne accorgiamo per il semplice fatto che siamo costretti a guardare dall'unica finestra che ci è consentita.Parlo di noi occidentali, naturalmente. Com'è noto, il bene non fa notizia. Com'è noto, è dai tempi dei giacobini che gli odiatori di Cristo si servono dei media, impadronirsi dei quali è la prima cosa che fanno e nei quali cooptano solo chi si adegua. Per il resto, un vecchio apologo medievale chiarirà molte cose. Eccolo. A un monaco il Signore concesse di poter vedere quegli «spiriti dell'aria» di cui parlava san Paolo. E vide che su una grande città c'era un solo diavolo che ogni tanto schioccava svogliatamente la sua frusta. Invece, su un conventino sperduto di pochi frati i diavoli erano legione. Chiesto come mai, si sentì rispondere che quei frati si sforzavano di essere fedeli a Dio, perciò torme di demoni erano intenti a distoglierli. Gli abitanti della grande città, invece, non avevano bisogno di stimoli perché già facevano tutto da soli. Fuor d'apologo, è già di suo un argomento apologetico il dato, storico, che tutto l'Inferno si sia scatenato sulla Cristianità e praticamente solo su di essa.Comunque, il credente sa che mai nulla è perduto e che «non praevalebunt», parola del Messia. Guzzo ci invita, intanto, ad allargare la visuale e a dare un'occhiata al fatto che probabilmente certe cose hanno solo cambiato di posto. Malgrado gli sforzi posti in essere da Sappiamo Chi, le religioni non arretrano ma avanzano. Anche il cristianesimo. E pure al centro della secolarizzazione. Certo, in molti casi si tratta di resistenza eroica. Confusi, distolti, distratti, tentati, scoraggiati, sbandati, molti cristiani tengono duro e, pur in mezzo agli sberleffi, continuano a credere che Lazzaro risorgerà. In fondo, non è questo che il Messia vuole? Guzzo accumula una serie impressionante di dati per mostrarci una realtà che ignoriamo e che dimostra che il Maestro non ha esaurito le carte da giocare.Come sarà il futuro? Sarà dunque, malgrado le attuali apparenze, religioso? E chi lo sa. E, per dirla tutta, non importa. Come dice Gandalf, non spetta a noi governare tutte le maree. A noi è comandato solo di fare quel che dobbiamo fare qui e adesso. Mi si dirà che Gandalf è un personaggio inventato. Ebbene, eccone allora uno vero: san Francesco. Stava zappando quando frate Leone gli chiese che cosa avrebbe fatto se avesse saputo di dover morire la sera stessa. Rispose che avrebbe continuato a zappare.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6893NUOVI DELITTI NELLA CAMERA CHIUSA, IL NUOVO LIBRO DI RINO CAMMILLERIDopo il successo del primo libro giallo, ecco altri 14 delitti impossibili, da gustare con egoismo e lentezza come una scatola di cioccolatini assortiti di altissima qualitàdi Fiorenza CirilloHai una scatola di cioccolatini assortiti di altissima qualità, la apri, li ammiri e uno a uno li gusti con egoismo e lentezza. Ecco cos'è il giallo Nuovi delitti nella camera chiusa di Rino Cammilleri.Si sceglie un cioccolatino alla volta, un racconto, senza fretta. Sono quattordici e cesellati come gioielli preziosi, in sé conclusi e tuttavia sì stuzzicanti da volerne provare ancora uno e poi un altro ancora. Perché questi racconti gialli sono l'uno diverso dall'altro e ti portano ovunque, anche se sei accoccolato sulla tua poltrona preferita. A Bensalem, per esempio. Un mondo futuristico e quasi perfetto che incarna le più importanti teorie utopistiche, un paradiso artificiale in cui è stata bandita la proprietà privata "delle cose e dei corpi" considerata l'origine di tutti i mali. E se ci scappa un omicidio? Forse è il segnale della "fine del sogno di una comunità perfetta e libera dal male".BUSSARE FORTE ALLA PORTA DELL'INQUISITOREQualche racconto più in là ci troviamo nel monastero benedettino di Vallescura, nel XIII secolo, a bussare forte alla porta della cella dell'inquisitore Corrado da Tours, per cercare di capire che tipo di morte ha colto il suo amico abate; studiando ogni centimetro di quella cella chiusa dall'interno fino ad analizzare il pitale stracolmo e nauseabondo sotto il letto. "Corrado, che si era chinato per estrarlo, dovette storcere la faccia per il disgusto. Piscio, vomito, diarrea, il tutto di colore innaturale, giallo-verdastro e ributtante". Una puntualità descrittiva che ci fa sentire lezzi e profumi tra le parole, ma soprattutto una cura storica, propria dell'autore, documentata, precisa e mai pesante. Come quando ci racconta di Margaret Ward, la «Perla del Tyburn», donna cattolica di nobile famiglia inglese, impiccata sotto il regno di Elisabetta I per aver aiutato un sacerdote a evadere dal carcere. "La Ward, con una nobiltà che commosse tutti, dichiarò che la sua fedeltà alla Regina non era mai venuta meno, tuttavia nessuno poteva chiederle di rinunciare alla sua religione. La Regina avrebbe potuto garantirle, certo, una vita comoda su questa terra, ma non la salvezza della sua anima. Se era costretta a scegliere, optava per quest'ultima. Piuttosto che rinnegare il vero Dio e la vera Chiesa preferiva sacrificare la vita".Il Nostro sa trattare il vero storico e l'invenzione con la stessa duttilità fino a convincerci dell'esistenza di una conchiglia preziosissima e delicatissima, dalla forma simile a una locomotiva, un vero vezzo per i collezionisti come Victor Humperdinck, la Meganoblaster locomotensis; tuttavia, solo dopo averla "googolata", scopri la nota dell'autore che, quasi prevedendo la curiosità del lettore, se la ride sotto i baffi e, dopo una tirata di sigaro, sornione, ti dice che non esiste.LE NEW ENTRYAlcuni protagonisti erano già presenti nel primo giallo Mondadori dall'omonimo titolo, altri sono delle new entry, come l'ispettore Shylock Homer, di Scotland Yard che, piccato, ancor prima di ascoltare il quesito, anticipa l'interlocutore: "Sì, lo so, assomiglio a Sherlock Holmes, anche se, in verità, è piuttosto difficile assomigliare a un personaggio di totale invenzione e descritto solo sulla carta [...] Ora, prima che si decida a farmi entrare, mi corre l'obbligo di chiudere questa fastidiosa parte, fastidiosa perché si ripete ogni volta io sia chiamato per servizio presso un domicilio privato, anticipandole che del mio guardaroba non fanno parte berretti da cacciatore di cervi né pastrani a scacchi scozzesi. Infine, al mio fianco, come può vedere dalla divisa, non c'è il dottor John Watson ma il sergente Sean O'Malley. Adesso, cortesemente, possiamo entrare?" Dannatamente solo e acuto, costringe amorevolmente O'Malley ad ascoltare le sue deduzioni argute che si rivelano ogni volta puntualmente esatte, come nel caso della molletta.Il vero quid accattivante sta tuttavia nell'elemento ricorrente in ogni narrazione: tutti i delitti si consumano in un luogo chiuso dall'interno, ma come è possibile? A seconda dell'ambientazione, l'omicidio avviene infatti in una camera, una sala riunioni, una cella, una prigione zulu o nella stanza di un ragazzo adolescente, ma pur sempre in ambienti fisicamente circoscritti di cui si percepiscono quasi visivamente, e a volte claustrofobicamente, i limiti spaziali.E i limiti della stanza sono proprio quelli che gli hikikomori cercano, come una corazza protettiva; si tratta di persone, perlopiù ragazzi, colpiti da una sindrome che induce a chiudersi nella propria stanza senza mai uscirne, passando i giorni davanti al computer, senza frequentare nessuno, neanche la scuola. Ci sentiamo coinvolti da questo fenomeno giovanile una volta così lontano e ora, ahimè, troppo familiare. "Dove stava andando il Giappone?" si chiede l'ispettore Matsudaira Hiroshi della prefettura di Osaka. E noi? Dove stiamo andando?Cammilleri stimola la nostra curiosità con dettagli originali che diventano chiavi importanti per il plot come il «Verde di Scheele», un arsenico di rame usato per dipingere stucchi e quadri o il fiore di Kadupul, che fiorisce una volta l'anno solo di notte e appassisce con le prime luci dell'alba.Ci lascia immaginare le soluzioni, sempre diverse e ci si può sbizzarrire nel tentativo risolvere il caso prima di lui, il tempo di scartare un cioccolatino e Cammilleri ci stupisce con dovizia scientifica verso una soluzione arguta e mai scontata.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6730ABBIAMO ANCORA BISOGNO DELLA FATTORIA DEGLI ANIMALI di Valerio PeceNell'agosto del 1946, settantacinque anni fa, veniva pubblicato La fattoria degli animali. Il romanzo di George Orwell si rivelò da subito un enorme successo, oltre mezzo milione di copie vendute solo nel primo anno. L'affresco grottesco delle illusioni rivoluzionarie (e del loro naufragio) colpì nel segno, la feroce satira sulla dittatura comunista sovietica svegliò il mondo. Va detto che in quegli anni comunismo significava esclusivamente stalinismo: l'Unione Sovietica era l'unica nazione comunista (la Repubblica Popolare Cinese fu fondata solo nel 1949, tre mesi prima della morte dello scrittore).Com'è noto, nel romanzo di Orwell tutti i personaggi e gli avvenimenti hanno il loro preciso corrispondente storico. Il fattore Jones (immagine dello Zar Nicola II) non è assolutamente in grado - crudele com'è - di governare la sua fattoria. Una sera Vecchio Maggiore, un saggio maiale allegoria di Marx, racconta a tutti il suo sogno: un mondo d'armonia in cui gli animali sono liberi, affrancati dalla spietata signoria dell'uomo. Morto il primo leader, il ruolo di guida verrà assunto da altri due maiali: Napoleone e Palla di Neve (rispettivamente Stalin e Trotsky), i quali instaurano un "nuovo ordine" in cui, tra gli altri, vige il noto comandamento: «Tutti gli animali sono uguali». Ma l'amicizia, l'equilibrio, l'uguaglianza, iniziano presto a vacillare: proprio i maiali, protagonisti della rivolta, finiscono per imporsi come unica casta dominante. Da un certo momento in poi, tutti gli animali saranno uguali, ma alcuni lo saranno più degli altri. Impossibile spiegare la rivoluzione russa più semplicemente di così.PERCHÉ LEGGERE ORWELL?La domanda-chiave su un romanzo che ha contribuito in modo decisivo a cambiare lo sguardo del mondo sull'Unione Sovietica (in particolare quello americano, suo alleato nella Seconda Guerra mondiale) la ritroviamo - spiegata bene - nella penna felice di Alberto Mingardi. Il fondatore del centro-studi Bruno Leoni scrive: «Per quanto l'aggettivo "orwelliano" sia usato con una certa generosità sulle pagine dei giornali, soprattutto nei paraggi di articoli che lamentano l'eclissi della privacy e le possibilità di sorveglianza fornite dalle nuove tecnologie, non è immediatamente chiaro perché si debba leggere Orwell, oggi». Una risposta interessante è quella fornita da un profondo conoscitore di Orwell, John Rodden, docente all'Università della Virginia, il cui libro più recente è George Orwell: Life and Letters, Legend and Legacy (Princeton University Press, 2020). Rodden racconta di aver insegnato spesso ai suoi studenti la favola di Orwell, e di averlo fatto spiegandone la «seria morale esopica», e cioè che il potere corrompe. Sempre. Aggiungendo subito, però, che sarebbe pericoloso (e negligente) trascurare o minimizzare lo studio delle corrispondenze storiche contenute nel romanzo: il parallelo con la rivoluzione russa.DA STALIN AL TOTALITARISMO TOUT COURTD'altra parte - ed è il vero monito di questo vero e proprio cultore di Orwell - si può anche correre il rischio di commettere l'errore diametralmente opposto, a suo dire più grave: concentrarsi esclusivamente sulle corrispondenze col comunismo di Stalin eludendo il più ampio monito di Orwell contro la tirannia politica complessivamente intesa. La prova provata di ciò che suonerebbe come il più grande tradimento di George Orwell sta in un aneddoto che lo stesso John Rodden racconta, e che riguarda una sua intervista ad alcuni spettatori cinesi reduci da una messa in scena teatrale di Animal Farm nella città di Pechino. Confessa lo scrittore: «Al mio rimanere sorpreso dal fatto che l'Ufficio della censura culturale cinese avesse approvato la rappresentazione pubblica di una satira sulla bestialità del comunismo, mi hanno guardato con aria interrogativa. "Vedi, Animal Farm è un'allegoria", hanno detto, "è una satira della storia russa, non della storia cinese"». In questa prospettiva, che è poi l'unica, La Fattoria degli animali parla oggi del rischio del totalitarismo in tutte le sue declinazioni geopolitiche. Al torbido comunismo cinese che si rende protagonista di azioni brutali (è notizia di questi giorni nuove prove sull'espianto forzato di organi di detenuti) si aggiunge un Occidente in cui il cancro del politicamente corretto - spesso declinato nella violenta salsa LGBTQ, ma non solo - fa guardare con ammirazione proprio una delle più note massime di Orwell: «Libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro. Garantito ciò, tutto il resto ne consegue naturalmente».ATTUALE E PROFETICODall'uscita della Fattoria degli Animali si è assistito prima a quel crollo del regime comunista russo che tanto turbò lo scrittore (non va dimenticato che per Palmiro Togliatti, capo dei comunisti italiani, Orwell era «un'altra freccia aggiunta all'arco sgangherato della borghesia anticomunista); poi all'inizio e alla fine della Guerra Fredda; infine all'ascesa e alla caduta di un numero spropositato di aspiranti "Napoleone" in ogni continente. La Fattoria degli Animali - opera un tempo così controversa tanto da non trovare editori - è servita per così tanto tempo a spiegare il concetto di totalitarismo (anche e soprattutto ai ragazzi di scuola) che oggi rischia purtroppo di essere percepita come un'opera banale. È il rischio che spesso corrono certi classici.Molti per fortuna non ci stanno. «L'idea che i paesi occidentali siano abbastanza intelligenti e forti da riconoscere e resistere alla morsa del totalitarismo è un mito pericoloso», questa è la tesi della scrittrice Téa Obreht. Che a proposito del 75esimo anniversario di Animal Farm aggiunge: «Siamo troppo tranquilli, convinti di essere al sicuro da forze che potrebbero ripiombarci addosso. Stiamo già facendo grandi passi avanti in questa direzione. La Fattoria di animali ci chiede di lavorare contro quell'illusione».Nota di BastaBugie: per acquistare il libro "La fattoria degli animali" (200 pagine, € 11.40 prezzo Amazon), clicca qui! https://amzn.to/3Aay3LFPer approfondimenti sul capolavoro di George Orwell, per ascoltare l'audiolibro e per vedere il cartone animato della fattoria degli animali, clicca qui! http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=62
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3928ALESSANDRO MANZONI CONVERTITO AL CATTOLICESIMO GRAZIE A UN MATRIMONIO, IL SUO di Giovanni FigheraPapa Francesco ha sorpreso tutti proponendo I promessi sposi come un'opera formativa sul fidanzamento: «In Italia avete un capolavoro sul fidanzamento, non lasciatelo da parte, i giovani debbono leggerlo [...]. È un capolavoro dove si racconta la storia dei fidanzati che hanno subito tanto dolore, hanno fatto una strada di tante difficoltà, fino ad arrivare alla fine al matrimonio. Non lasciate da parte quest'opera, andate avanti a leggerla e vedrete la sofferenza e anche la fedeltà di questi fidanzati».Di tutto si era scritto sul romanzo, l'opera era stato letta come l'epopea della provvidenza, il romanzo sugli umili, un testo in cui il Seicento diventa il protagonista assoluto, l'emblema dei potenti che schiacciano gli umili. L'elenco delle interpretazioni potrebbe non finire mai. Ripartiamo allora dal fatto che I promessi sposi non è soltanto il romanzo più importante che sia stato scritto nella nostra letteratura, ma rappresenta in forma concreta e incarnata il genio del cristianesimo. Bisogna riscoprire prima il percorso di fede e di conversione dello scrittore.LA CONVERSIONESi è scritto che Manzoni è stato sempre refrattario a parlare della sua conversione. L'aneddotica riduce questo percorso lungo, durato qualche anno, al celebre episodio accaduto nella chiesa di San Rocco a Parigi. Durante il matrimonio di Napoleone (2 aprile 1810) la moglie sviene, Manzoni si perde e in una crisi di agorafobia si rifugia in chiesa a pregare. Ne esce convertito e ritrova la moglie. In realtà, molte sue lettere riferiscono i passi compiuti nel cammino di conversione. Ermes Visconti, uno degli amici più intimi di Manzoni, comprende che il cammino di fede di Alessandro è adombrato nella vicenda centrale dei Promessi sposi, la conversione dell'Innominato.Sono milleottocento le lettere scritte da Manzoni dall'età di diciotto anni fino al 1873, l'anno della morte, pubblicate per conto dell'editore Adelphi. Rivolte ad amici, intellettuali, parenti e conoscenti, perfino al Papa, ci informano anche della sua vita privata e sentimentale, con quel riserbo che diverrà cifra caratteristica del letterato lombardo.Particolarmente interessante è la lettura della corrispondenza del Manzoni dal momento in cui si fidanza con Enrichetta Blondel fino al matrimonio, prima con rito calvinista e poi con rito cattolico. Permette di comprendere meglio il percorso di conversione spesso tramandato a noi attraverso l'aneddotica.SANTITÀ, MI SONO SPOSATOA Giovanni Pagani nel 1808 Manzoni così si rivolge: «Ho trovato una compagna che riunisce tutti i pregi che possono rendere veramente felice un uomo, e me particolarmente». Nell'ottobre del 1809 Manzoni scrive a papa Pio VII informandolo del fatto che si è unito in matrimonio con Enrichetta Blondel secondo il rito della religione riformata e che è nata una «fanciulla la quale è stata battezzata cattolicamente, secondo il rito della S. Romana Chiesa». Ora, lo scrittore intende riparare al suo errore sposandosi di nuovo con l'amata secondo il rito cattolico. La data di questa lettera è ben precedente l'aneddoto della chiesa di San Rocco, che risale all'aprile del 1810, come lo è la celebrazione del matrimonio con rito cattolico il 15 febbraio 1810 ad opera dell'abate Costaz, «curato della parrocchia della Madeleine, nella residenza di Ferdinando Marescalchi, ministro degli Esteri del Regno Italico in Parigi, il quale fu anche testimonio per Alessandro Manzoni».Il 29 giugno 1810 da Torino Manzoni informa Gaetano Giudici, abate giansenista, che Enrichetta si è risoluta a entrare in seno alla Chiesa cattolica grazie all'aiuto dell'abate Eustachio Degola. Il 22 maggio 1810 l'amata ha abiurato alla propria religione provocando la collera della famiglia Blondel, in particolar modo della madre. Per questo Manzoni chiede a Giudici, che è stimato dai Blondel, di farsi intermediario per la riconciliazione. Enrichetta, assai sensibile e affezionata ai genitori, già incinta, soffre immensamente per questo contrasto. Manzoni si dice disposto a incontrare in qualsiasi momento i suoceri e aggiunge, parlando dell'amata moglie: «Essa sta ora scrivendo all'amatissimo suo Padre, e si unisce a me per caldamente pregarla di avvalorare le tenere sincere ed umili supplicazioni ch'essa porge ad un Padre, verso del quale non è rea per nulla, non avendo fatto altro che disporre liberamente della propria coscienza».LA RELAZIONE DI ENRICHETTA CON I GENITORIManzoni parla dell'atto della moglie come «innocentissimo e legittimo». Come prosegue la relazione di Enrichetta con i genitori? Si risolve? E in caso affermativo, come? Al riguardo leggiamo la lettera che Manzoni indirizza al padre spirituale Degola nel luglio 1810: «Questi [i genitori di Enrichetta], dopo aver continuato per primi giorni nella durezza loro, si mossero finalmente a proporre a mia moglie di andarli a trovare, promettendo di non far parola dell'occorso. La lettera fu scritta da sua madre, che ricevé la figlia a braccia aperte. Né mia madre né io non potemmo assistere, essendo stata mia madre esclusa assai incivilmente, ed io invitato in un modo che considero come un discacciamento. Qualche giorno dopo mia moglie tornò sola a casa sua, dove le fu fatto qualche rimprovero, che se, grazie a Dio, non influì in nulla sulle determinazioni sue, le cagionò però amarezza assai».Nella stessa lettera Manzoni informa Degola che il canonico Tosi ha fatto visita a lui e alla madre Giulia promettendo di «preparare sollecitamente Enrichetta ai Sacramenti, ed alla Confermazione in ispecie». Manzoni chiede al Degola di continuare a offrire il suo sostegno alla moglie con le lettere, i conforti e le consolazioni.IL PADRE SPIRITUALEIn seguito alla richiesta di Degola, Tosi diviene padre spirituale del Manzoni, incarico che tiene fino al 1823, quando è eletto vescovo di Pavia e viene a quel punto sostituito da Giudici. L'influenza di Tosi sugli Inni sacri, sulla Morale cattolica e sul romanzo è notevole: ad esempio, la soppressione dell'episodio della monaca di Monza sarebbe in parte dovuta a lui.Nel 1811 si nota come l'affetto e la stima per il nuovo padre spirituale Tosi crescano tanto che Manzoni può a lui parlare della sua «profonda indegnità» e, nel contempo, di quanto possa in lui operare «la Onnipotenza della Divina Grazia». Al Tosi, nel giugno del 1811, Manzoni scrive «di pregare il buon Gesù che non si stanchi di farne risplendere i miracoli in un cuore che ne ha tanto bisogno».Il 27 agosto 1811 Manzoni si reca dal padre spirituale per la confessione, che avverrà nel giorno di sant'Agostino (28 agosto), un grande convertito. Tosi scrive il giorno stesso a Degola: «Alessandro ha intrapresa la carriera con estrema docilità e sommessione; domani avremo ancora una lunga conferenza e, se il Signore conserva e accresce il lui le sue benedizioni, egli pure sarà per fare gran passi».Nel settembre nasce Luigina Maria Vittorina Manzoni, che sopravvive solo alcune ore. Nella lettera del 7 settembre, Manzoni scrive a Degola: «In mezzo ai suoi travagli il Signore le [ovvero alla moglie Enrichetta] diede la consolazione di aver presente il canonico Tosi [...]. Egli la confortò e consolò assai, e quel che più importa, spero l'avrà aiutata a cavare dai suoi travagli un maggior profitto spirituale [...]. Preghi ella perché piaccia al Signore scuotere la mia lentezza nel suo servizio e togliermi da una tepidezza che mi tormenta, e mi umilia; giusto castigo per chi non solo dimenticò Iddio, ma ebbe la disgrazia e l'ardire di negarlo. Ma se il desiderio mio è per la gloria di Lui, e se sarà avvalorato dalle sue orazioni spero vederlo esaudito».
VIDEO: Discorso di Sam a Frodo ➜ https://www.youtube.com/watch?v=3h-M8C9nGF8&list=PLolpIV2TSebVLUetRlYxAQgaHFOcG_4PaTESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6689IL MIGLIOR MODELLO DI EROE E' QUELLO MEDIOEVALEAnalizziamo le figure di Parsifal, della saga bretone, che ha il compito di ricercare il Sacro Graal e quella di Frodo, l'hobbit che deve distruggere l'anello del potere (VIDEO: Discorso di Sam a Frodo)di Corrado GnerreQuale modello di eroe è più rispondente al cuore dell'uomo? Quale modello di eroe risponde meglio a ciò che l'uomo desidera? E inoltre quale modello di eroe più sinceramente rispecchia la verità sull'uomo?Prendiamo in considerazione solo due modelli, quello "moderno" e "medioevale", intendendo per medioevale ciò che fa riferimento alla società cristiana.L'eroe moderno agisce unicamente nella prospettiva "orizzontale", ovvero ponendosi come unico obiettivo quello di realizzare un mondo più giusto. Si tratta, in tal modo, di un agire che parte da un presupposto ben preciso, ovvero che l'uomo abbia unicamente bisogno di realizzare le proprie aspirazioni materiali.In questa prospettiva non sorprende che le azioni di simili personaggi siano tutt'altro che edificanti. Porsi come unico obiettivo il miglioramento della vita terrena, vuol dire subordinare la grandezza individuale, rendere funzionale ogni uomo al progetto ideologico. È un volontario trascurare il cuore dell'uomo e le sue domande più profonde.In questa prospettiva la stessa vita dell' "eroe" diventa una pura alienazione. A che serve, infatti, immolarsi per un ideale, se questo stesso ideale non può servire per l'uomo e anche per sé? A che serve costringersi nel sacrificio, fare appello a se stesso, se poi bisogna convincersi di essere solamente un animale un po' più evoluto la cui vita si ridurrebbe solo nel "qui e ora"?Evidentemente il modello dell'eroe cristiano, rappresentato in pienezza dal cavaliere medievale, è tutt'altro. È sì un uomo che lotta per aiutare i più deboli, per eliminare soprusi ed ingiustizie, ma sa che il suo agire non può esaurirsi in questo. Sa che il bisogno dell'uomo non è primariamente quello di riempirsi la pancia (bisogno indubbiamente importante, ma non determinante), bensì di rispondere alle domande fondamentali, di trovare la vera collocazione nella vita, nel reale e nella storia.1) PARSIFALFacciamo due famosi esempi di questo modello. Si tratta di personaggi immaginari, ma reali. "Immaginari", perché non realmente esistiti; "reali", perché davvero rappresentativi del modello di eroe cristiano.Il primo è Parsifal, della saga bretone. A lui viene dato il compito di ricercare il Sacro Graal. Attenzione: in questo caso il Graal non è l'oggetto magico per eccellenza (così come lo si intende a torto molto spesso), bensì l'oggetto che riconduce al vero senso della vita, ovvero il calice che Gesù utilizzò nella prima Messa della storia e che raccolse il Suo Sangue. Un oggetto, quindi, che riconduce alla ragione della vita di ognuno, ragione che non può non essere nel Sangue redentivo del Verbo incarnato. Ebbene, Parsifal viene scelto in questo compito per un motivo ben preciso: perché è puro, perché non è stato contaminato dal peccato. Ciò sta a significare che la sua forza non è nelle capacità muscolari o abilità tecniche, ma nel suo cuore. Egli, dunque, si mette alla vera ricerca della Vita. Ovviamente, quando s'imbatte nella povertà umana, le si china dinanzi, cerca di alleviare le umane ferite, ma nello stesso tempo non dimentica che il vero aiuto che può dare ai fratelli è quello di donare loro la Vera Ragione della vita, rappresentata - appunto - dal Sacro Graal.2) FRODOUn altro esempio che possiamo fare (anche questo immaginario ma reale, nel senso che abbiamo detto prima) è quello di Frodo, il protagonista del famoso romanzo Il Signore degli Anelli, dell'inglese, nonché convinto cattolico, Tolkien. Frodo è chiamato ad un'impresa enorme ma assolutamente determinante: distruggere l'anello del potere, che richiama simbolicamente l'essenza di ogni peccato, ovvero la pretesa dell'uomo di farsi Dio. Frodo - di per sé - non gradirebbe fare questa impresa, lui che (come tutti gli hobbit) ama solo la vita casalinga e campestre della contea, ma si sente di non poter rifiutare perché questa è un'impresa che può assolvere solo lui. Inoltre, Frodo è un hobbit, ovvero un "mezzo uomo", cioè un ometto di statura bassa, che ovviamente non ha una forza per la sua natura; anzi, per natura è molto debole. Malgrado questo, affronta l'impresa, certo che tutto si realizzerà confidando non in se stesso ma in altro. Qui c'è - non a caso - una somiglianza evidente con la figura di Davide, il quale decise di rifiutare l'armatura e di affrontare Golia senza nulla, ben sapendo che la sua unica arma sarebbe stata la forza del Signore.Dunque, il vero eroe cristiano non è colui che agisce solo per il gusto dell'avventura o per rispondere ad un'istanza sociale, bensì colui che sente l'incarico di agire per compiere una volontà superiore... e per offrire all'uomo ciò di cui ha davvero bisogno.Nota di BastaBugie: nel famoso discorso di Sam a Frodo nel finale de "Le due torri", secondo film de Il Signore degli Anelli, Sam afferma che gli eroi sono coloro che potevano tornare indietro, ma non l'hanno fatto... Anche il male è passeggero e un giorno sarà distrutto dal bene: è giusto combattere per questo!Per sapere tutto, ma proprio tutto, su Il Signore degli anelli, leggendo recensioni, guardando video di approfondimento, spezzoni e trailer dei film, e molto altro, visita il sito Film Garantiti!DISCORSO DI SAM A FRODOSAM: È come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com'era dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E quando il sole splenderà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che significavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire il perché. Ma credo, padron Frodo, di capire, ora. Adesso so. Le persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l'hanno fatto. Andavano avanti, perché loro erano aggrappate a qualcosa.FRODO: Noi a cosa siamo aggrappati, Sam?SAM: C'è del buono in questo mondo, padron Frodo. È giusto combattere per questo.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6516TERREMOTO DI MESSINA E CORONAVIRUS, NULLA ACCADE SENZA UN SIGNIFICATOUn libro per questo lockdown: una storia romanzata con personaggi reali (tra cui alcuni santi) durante eventi drammatici per sane riflessioni sull'attualitàdi Roberto de Mattei"L'Isola misteriosa" è il titolo di una storia romanzata che ho pubblicato nel 2020, e che può essere una lettura adatta ad un periodo di lockdown come quello che passerà l'Italia dal 15 marzo al 6 aprile (Editore Marco Solfanelli, pp. 140, euro 11).Storia romanzata significa che il libro non è una storia inventata all'interno di un quadro storico, come accade per i romanzi storici, ma è una storia vera, abbellita da qualche elemento di fantasia. I protagonisti di questa storia sono personaggi reali e autentiche sono le loro parole e gli eventi a cui partecipano, in particolare il terribile terremoto di Messina del 28 dicembre 1908.L'ISOLA MISTERIOSA È LA SICILIASant'Annibale Maria di Francia e san Luigi Orione sono tra i protagonisti, accanto a due aristocratiche italiane anch'esse in odore di santità, Angelina Paternò Castello e Maria Cristina Giustiniani Bandini, e ad altri personaggi, tra i quali svolge un ruolo centrale un professore siciliano, di cui preferisco non rivelare l'identità, ma anch'egli realmente vissuto,L'isola misteriosa è la Sicilia, con il suo fascino, i suoi enigmi, la sua storia e soprattutto la sua vocazione, perché ogni popolo, come ogni uomo, ha una vocazione nei piani di Dio. Siciliani, di nascita, o di adozione, come il duca di Bronte Alexander Nelson-Hood, discendente del famoso ammiraglio, sono i suoi protagonisti.Questo libro è stato scritto prima che il coronavirus si affacciasse sulla scena, ma tra i protagonisti, il principale è un medico, l'incognito professore, docente di batteriologia e di igiene all'università di Catania, allievo di Pasteur a Parigi e di Koch a Berlino, specializzatosi sulle malattie infettive e sulle epidemie, uno dei pionieri della vaccinazione e della lotta alle malattie endemiche, come la malaria, in Italia.Le sciagure che possono colpire l'umanità, come le epidemie e i terremoti sono dunque motivo di riflessione in queste pagine, in cui la parola viene data ai santi. E fin dalla prima riga della storia si ricorda che "Nulla accade nella nostra vita che non abbia un significato". "Il terremoto di Messina - afferma sant'Annibale Maria di Francia - ha colpito una città, ma è la prefigurazione di un castigo più vasto che incombe sul mondo. Pensate solo alla possibilità di una nuova guerra mondiale, dopo quella che si è conclusa, o a una pandemia peggiore della Spagnola. Se solo la gente conoscesse quant'è grave il peccato e quanto drammatiche sono le sue conseguenze!"IL MISTERO DEL MALEE san Giuseppe Moscati, intervenendo in un colloquio tra il professore e un altro celebre medico, il napoletano Antonio Cardarelli, di cui era assistente, così interviene: "Tutto ciò che accade, anche la malattia, ha una ragione e un significato. E il mistero del male, fisico e morale, dell'universo, non ha la sua spiegazione nella scienza medica, ma nella scienza teologica". Poi, chinando leggermente la testa verso i due professori ammutoliti, così continua: "Mi siete maestri e nessuno più di me apprezza il vostro ingegno e la vostra competenza. Ma permettete al giovane e inesperto medico che io sono di alzare lo sguardo al Cielo nell'esercizio della mia professione. Io credo che come medici dobbiamo ricordare che i nostri pazienti non hanno solo un corpo, ma anche un'anima, e dobbiamo mirare oltre che alla salute del corpo, all'eternità felice della loro vita. La scienza medica è fallibile, e ancora più lo siamo noi medici, una sola scienza è incrollabile e incrollata, quella rivelata da Dio, la scienza dell'al di là. Solo Dio, signori, è Medico e Medicina".Queste parole, che furono realmente pronunciate da san Giuseppe Moscati, ci aiutano a comprendere perché la scienza medica si rivela oggi incapace ad affrontare le grandi emergenze della nostra epoca: tragedie, come quella del coronavirus, in cui, chi sa cogliere i segni dei tempi, vede la mano Provvidente di Dio, perché, occorre ribadirlo, nulla accade nella storia, come nella nostra vita, che non abbia un significato.Nota di BastaBugie: per acquistare il "L'Isola misteriosa", Editore Marco Solfanelli, pp. 140, euro 11,00 clicca sul seguente link.https://www.edizionifiducia.it/products/lisola-misteriosa Titolo originale: Nulla accade senza un significatoFonte: Radio Roma Libera, 15 Marzo 2021Pubblicato su BastaBugie n. 708
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6146TUTTI I GIORNI CON MARIA, IL NUOVO LIBRO DI RINO CAMMILLERI di Costanza SignorelliFa perdere la testa agli scettici, che devono moltiplicare a dismisura i loro sforzi negazionisti. E allo stesso tempo, fa impazzire i super devoti, i quali mai avrebbero pensato di essere così impreparati sull'argomento. Insomma "Tutti i giorni con Maria. Il calendario delle apparizioni" di Rino Cammilleri, non è solo una novità tra le pubblicazioni della casa editrice Ares, ma è un'autentica scoperta per chiunque vi si accosti. Si tratta infatti di oltre 700 pagine, in cui ognuno dei 365 giorni dell'anno è coperto dal racconto di un'apparizione della Madonna, salvo rare eccezioni che sono però ampliamente supplite dalle date in cui le visite della Mamma Celeste, in un sol giorno, si moltiplicano.-Si parte perciò, con la proclamazione di Maria quale "Madre di Gesù e Madre di Dio" da parte dei padri del Concilio di Efeso nel 431: è il primo di gennaio. E si chiude, il 31 dicembre, con la memoria di Caterina Labourè: la veggente della medaglia più diffusa al mondo, la cui immagine della Madonna che elargisce Grazie, è impressa nella mente persino dei non credenti.In mezzo a questi due estremi si sviluppa l'intero calendario mariano che, lontano dallo stile enciclopedico, vuole essere una sorta di compilation da consultare giorno dopo giorno, con un certo spirito di allegrezza. D'altra parte, il contenuto è assolutamente serio, trattandosi di ciò che la Madre del Verbo ha detto al Suo popolo in oltre duemila anni di storia del Cristianesimo."Non sempre - spiega l'autore - si tratta di apparizioni vere e proprie, talvolta si narra di manifestazioni soprannaturali che hanno come protagonista la Madonna, e a cui si deve la costruzione di un santuario o una festa locale. Altre volte invece la Madonna si limita a muovere (miracolosamente, ovvio) gli occhi o la mano in un quadro o una statua che la raffigura, oppure a piangere. Ma è sempre da Lei che parte l'iniziativa. Perciò, è sembrato doveroso inserire anche questi fatti".In ogni caso, la maggior parte della narrazione tratta di autentiche apparizioni della Madonna, tanto che l'autore è tenuto ad una precisazione: "Non essendo tutte riconosciute dalla Chiesa (le mariofanie riconosciute ufficialmente sono solo quindici, ndr), il libro si affida principalmente al criterio del culto locale: migliaia infatti sono, per esempio, i santuari mariani riconosciuti dal vescovo del posto, essendo lui stesso l'autorità competente in merito a tali fenomeni".E allora vediamone qualcuno. Partiamo, per esempio, da Matemblewo, in Polonia, dove la Madonna ha aiutato materialmente a partorire una donna sola e attempata, salvando lei e la neonata creatura (27 gennaio). Passiamo poi da Forte Deus, in India, dove nel 1536 una "Signora di incomparabile bellezza" ha abbagliato con i suoi raggi di luce la formidabile armata musulmana, liberando così i cristiani assediati e salvando la città (14 febbraio). Procediamo poi con la Statua della Vergine di Copacabana che, di fronte all'Eucaristia innalzata, ha preso vita e ha fatto sgorgare una fonte d'acqua in un villaggio colpito da siccità, siamo in Perù (23 maggio). C'è poi l'affresco che grondò sangue dopo che un giocatore d'azzardo infuriato, sfregiò il volto della Madonna nel santuario di Santa Maria del Paradiso a Clusone (Bergamo) (19 giugno). E ancora: la Madonna Nera di Altotting, in Baviera, che risuscitò un bambino di tre anni caduto in un torrente e annegato (27 maggio); oppure Nostra Signora di Ostiglia (Mantova) che, apparendo ad una contadinella sordomuta, le fece chiedere ai compaesani di costruire un Santuario in suo onore. La bambina, obbedendo, prese a parlare rendendo noto a tutti il prodigio della Madonna (26 novembre). E infine, c'è la Madonna dipinta che si vivificò dinnanzi ai fedeli insieme al Bambin Gesù che elargiva benedizioni, presso la chiesa di San Celso a Milano (30 dicembre); oppure la Madonna dello Schiaffo il cui volto è tutt'ora prodigiosamente tumefatto per via delle botte subite da un ubriacone e bestemmiatore nel Duomo di Vercelli (21 aprile).L'elenco potrebbe andare avanti a lungo, esattamente per 760 pagine, poiché moltissimi sono i fatti prodigiosi riguardati la Madre di Dio che il calendario mariano ci racconta. Ma il fatto più miracoloso è ciò che, pur non detto, si comprende benissimo tra le righe: Maria è veramente una Mamma che cammina al nostro fianco e che arde dal desiderio di vederci felici per sempre. Per questo Lei non ci abbandona mai e interviene con insistenza nella storia del mondo e di ciascun uomo: la Madonna vuole portarci tutti in Paradiso tra le braccia di Suo Figlio Gesù. Ecco il Suo miracolo più grande.Nota di BastaBugie: per ricevere il nuovo libro di Rino Cammilleri "Tutti i giorni con Maria", clicca qui! https://amzn.to/3d1VvPMNel seguente video (durata: 1 ora e 22 minuti) dal titolo "Tutti i giorni con Maria" si può vedere l'interessante conferenza di Rino Cammilleri che descrive le varie apparizioni mariane che ci sono state in duemila anni a partire dalla Vergine del Pilar apparsa nel primo secolo in Spagna (quando la Madonna era ancora in vita) fino alle ultime apparizioni dei nostri giorni.https://www.youtube.com/watch?v=_Vu5AA8WPD0
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6109LE FAVOLE DI GIANNI RODARI AL SERVIZIO DELL'IDEOLOGIA COMUNISTA di Andrea Bartelloni"Dovevo essere un pessimo maestro ma preparato nel suo lavoro e avevo in mente di tutto dalla linguistica indoeuropea al marxismo (...); avevo in mente di tutto fuorché la scuola. Forse, però, non sono stato un maestro noioso. Raccontavo ai bambini, un po' per simpatia un po' per voglia di giocare, storie senza il minimo riferimento alla realtà né al buon senso, che inventavo servendomi delle "tecniche" promosse e insieme deprecate da Breton".Questo è quanto dice di se stesso Gianni Rodari nato cent'anni fa, nel 1920, autore famoso di filastrocche ben note a molti ragazzi che sono cresciuti negli anni 60, 70, 80, ma anche ai giorni nostri i suoi libri sono consigliati e presenti nelle librerie e nelle nostre case.Scritti spesso caratterizzati da rovesciamenti di prospettiva come quando parlando della cicala e della formica quest'ultima è descritta come un essere avaro, mentre la cicala è quella generosa che regala il suo canto. Ribaltando la morale di Esopo.Di formazione cattolica, Gianni Rodari, dal 1935 al 1937 milita nell'Azione Cattolica a Gavirate, in un paese del Varesotto dove comincia scrivere i primi racconti. Brillante, intelligente, si diploma a soli 17 anni e diventa un appassionato lettore che si avvicina a Nietzsche, Schopenhauer, Lenin, Stalin, Trotsky e si incuriosisce "sul marxismo come concezione del mondo".Nel 1939 si iscrive all'Università Cattolica di Milano, facoltà di lingue, senza laurearsi. Nel 1941 è iscritto al partito fascista e dopo la fine del regime, nel 1944, si scrive a quello comunista e qui inizia la sua carriera di giornalista prima a "Ordine Nuovo" e poi a "l'Unità". Nel 1950 il partito lo chiama Roma a dirigere il "Pioniere".IL SOL DELL'AVVENIREDal 1952 cominciano i suoi viaggi in Unione sovietica, l'ultimo sarà nel 1979, un anno prima della sua morte. Dal 1956 al 1958 torna all'Unità per poi passare a Paese Sera. Scrittore per l'infanzia, pluripremiato, il suo primo lavoro è del 1959 e dal 1960 pubblica con Einaudi poi Mursia e Interlinea.Nel 1970 lascia Paese Sera e ricomincia lavorare e pubblicare per Einaudi ed Editori Riuniti. Lo scopo del suo lavoro è sempre stato quello di tendere a immaginare un mondo diverso in tutto: la scuola, la famiglia, la democrazia, tenendo presente che il suo committente è "il movimento operaio e democratico più che il mio editore" diceva nel 1974.Era molto critico verso la scuola, nel 1968 la definirà "un riformatorio ad ore". Nel suo Manuale del pioniere, scritto nel 1951, forse proprio per migliorare la scuola come la intendeva lui arriva a "sollecitare le organizzazioni democratiche (Partiti, Udi, associazione Italia-Urss, ecc.) perché organizzino spettacoli cinematografici per ragazzi, procurandosi anche qualcuna delle molto belle pellicole per ragazzi prodotte nell'Unione Sovietica e nelle democrazie popolari" (pag. 80).In molte sue filastrocche traspare sempre il suo sfondo ideologico. Intellettuale comunista dall'inizio alla fine non ha mai nascosto questa sua militanza, vediamone una.BANDIEREBella la bandiera tricoloresboccia al sole come sboccia un fiore.Ma le bandiere sono tutte belle,fatte per sventolare insieme come sorelle...L'italiana, l'inglese, la francese,la russa, la cinesee quella di Maometto:mille più mille bandiere a braccetto!!Credere che sia stata scritta da dei bambini è abbastanza improbabile. Erano anni in cui la bandiera russa e cinese grondavano il sangue di milioni di prigionieri e di dissidenti. I suoi viaggi in Unione sovietica erano i viaggi di un militante del PCI e al ritorno le sue testimonianze non davano resoconti di quella che era la situazione in quel martoriato paese.Dopo trent'anni dalla caduta del muro di Berlino, dopo che il comunismo ha rivelato, a tutti, anche a chi non voleva vedere, il suo vero volto, celebrare questi personaggi è connivenza con chi volutamente per decenni ha spacciato moneta falsa sapendo cosa stava facendo.L'epidemia del Covid-19, la conseguente chiusura delle scuole, hanno impedito una commemorazione che sarebbe stata quantomeno inopportuna e piena di falsità.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6031CIVITAVECCHIA 25 ANNI CON MARIALe apparizioni, i segni, il messaggioFlavio Ubodi - Ares - pagine 312 - € 11,90 (prezzo Amazon) - febbraio 2020Dal 2 al 6 febbraio del 1995, a Pantano di Civitavecchia, una statuina della Madonna raffigurante la regina della Pace lacrimò sangue per tredici volte nel giardino della famiglia Gregori. Pianse ancora sangue il 15 marzo nelle mani del vescovo Girolamo Grillo. Da quel giorno altri eventi soprannaturali si sono succeduti: una seconda Madonnina, identica alla precedente, dono di un cardinale a nome del Papa, ha incominciato a effondere un olio profumato durante alcune feste religiose o di fronte a persone riunite in preghiera; la Vergine stessa è apparsa e ha dato i suoi messaggi. Prima destinataria e strumento di queste manifestazioni è la famiglia Gregori: padre, madre e tre figli, tutti resi partecipi di tante grazie e segni straordinari. Ma anche il vescovo è stato reso testimone di tutto.Questo volume, agile come una guida del pellegrino, espone tutti i fatti salienti della vicenda; i documenti sulle analisi scientifiche, che hanno escluso truffe e manipolazioni; i documenti che rivelano la devozione di san Giovanni Paolo II verso la Madonnina; i riconoscimenti pubblici dell'autorità della Chiesa; le testimonianze dei Gregori. Solo qui compaiono i testi dei messaggi della Madonna delle Rose dal Cuore Immacolato e Regina delle Famiglie - così Maria si è presentata a Civitavecchia -, nei quali mette in connessione queste sue visite con le apparizioni di Fatima. È in atto una battaglia contro la Chiesa e contro la famiglia - rivela nei messaggi -, ma il trionfo del suo Cuore Immacolato, promesso già nel 1917, si compirà, e ciò avverrà mediante la fedeltà delle famiglie nell'unità della Chiesa.Per ordinare il libro, clicca qui!CATTOLICI NEL MONDOUso e manutenzioneIl Timone Editore - pagine 100 - € 7,90 - gennaio 2020Abbiamo un manuale d'istruzioni per tutto ormai, ci mancava proprio quello per vivere nel mondo senza essere del mondo. Le regole da sole non bastano, ma come diceva San Bendetto da Norcia, aiutano a dirigere «la vita di quelli che obbediscono».Quando e come pregare, come si sta a tavola, il lavoro, l'importanza dell'essere stanziali, il bel dormire, il silenzio, l'esercizio dell'autorità, questi sono alcuni elementi da non trascurare per fare funzionare al meglio un cattolico nel mondo,Quindi per mangiare, riposare, pregare, educare, lavorare, divertirsi… ci vogliono le istruzioni!Ecco il necessario libretto di 100 pagine da tenere sempre a portata di mano, seguendo la Regola di San BenedettoPer ordinare il libro, clicca qui!SACERDOZIO E MONACHESIMO BENEDETTINOCome San Benedetto può essere un esempio per il prete diocesanoSergio Paganelli - Fede & Cultura - pagine 96 - € 14,00 - novembre 2019Nell'attuale sbandamento e disorientamento dottrinale e pastorale, la spiritualità monastica benedettina è un esempio che può tornare a dare sostanza al ministero sacerdotale, specie nel caso del prete diocesano che vive immerso nel mondo, in un contesto difficile. L'autore di questo libro, in una lettera a un immaginario sacerdote novello, spiega come tornare a vivere l'essenziale con lo sguardo rivolto al cielo e a Dio pur nella complessa quotidianità di questo secolo (prefazione di Aldo Maria Valli).Per ordinare il libro, clicca qui!IL TRAMONTO DEL QUINTO SOLEUn romanzo storico che narra un viaggio avventuroso nel mondo aztecoMatteo Soldi - Ares - pagine 272- € 15,30 (prezzo Amazon) - ottobre 2019Quando il 22 aprile 1519 Cortés sbarca sulle coste del Messico l'impero azteco è al culmine della sua potenza. Domina da mare a mare, è Cem Anahuac, l'Unico Mondo. Eppure sinistri presagi annunciano un'inesorabile rovina: il tramonto del Quinto Sole, cioè del quinto ciclo cosmico di creazione e distruzione.Cuauhtlatoatzin, Aquila Parlante, ha già cinquant'anni quando assiste tra la folla all'arrivo in Tenochtitlan dell'armata spagnola, accolta con tutti gli onori dall'Imperatore Montezuma II. È un suddito esemplare, nato contadino, elevato al rango di «venerabile» per meriti civili e poi di cacicco di una fiorente tenuta agricola. Credeva di aver già visto tutto nella vita, ma all'improvviso il destino gli spalanca una porta sull'infinito: il suo, non era l'Unico Mondo? E allora da dove vengono questi guerrieri di ferro, alti e pallidi, dalle chiome rosse, che cavalcano misteriosi animali, e possiedono armi capaci di distruggere con fragore tutto ciò che colpiscono? E che cosa resterà del grande popolo Azteco abbandonato dai suoi dèi? Prima di conoscere le risposte, Aquila Parlante dovrà assistere al sanguinoso calvario del suo popolo, fino all'estremo sacrificio.Per ordinare il libro, clicca qui!UNA STORIA UNICADa Saragozza a GuadalupeAngela Pellicciari - Cantagalli Edizioni - pagine 148 - € 14,45 (prezzo Amazon) - ottobre 2019Solo una nazione, solo la Spagna, è riuscita a liberarsi dal dominio musulmano e a difendere con eroismo il patrimonio di fede, di cultura e di civiltà ereditate dall'epoca romana. Nel 1492 una coppia di re d'eccezione, Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, porta a termine la riconquista, annette Granada, trasforma la Spagna in una nazione moderna, crea scuole e università di eccellenza, forma un'amministrazione efficiente, attua una capillare riforma della chiesa che anticipa di mezzo secolo il concilio di Trento e che genera uno stuolo di santi. Con la scoperta dell'America i Re Cattolici - e gli spagnoli tutti - proiettato nel Nuovo Mondo la fede, l'eroismo e la forza della loro tradizione. In nome della fede e della cultura, che sempre la segue, la cattolica Spagna studia e documenta tutte le lingue e le usanze delle tante popolazioni amerinde che incontra e costruisce in America una rete di università e conventi che inseriscono nell'alveo della civiltà greco-romana un intero continente. America Latina si dirà. La Spagna che realizza con pochi uomini e in poco tempo un'impresa epica, deve molto all'intervento del cielo. Maria e Giacomo accompagnano la storia della penisola dai tempi della prima evangelizzazione. Da quando Maria, la Virgen del Pilar, appare a Giacomo a Saragozza, a quando la Morenita, la Vergine di Guadalupe, appare all'indio Juan Diego per riversare un fiume di grazie sui suoi figli americani. Una storia unica.Per ordinare il libro, clicca qui!IL CHIOSTRO E IL FOCOLARELa Regola di San Benedetto: una traccia di vita familiareIsacco Tacconi - Fede & Cultura - pagine 304 - € 22,00 - settembre 2019Esiste una relazione fondamentale tra l'organizzazione della vita monastica e la struttura intima della famiglia cristiana: la Regola di San Benedetto è un tale tesoro di sapienza, prudenza e santità che può essere riproposta come modello di riferimento applicato anche ad altri stati di vita, laicale o clericale, celibataria o coniugale. L'insegnamento del Vangelo richiama infatti tutti gli uomini a rinunciare a se stessi, a diventare cristiani e a essere santi nel contesto storico-sociale contemporaneo nel quale sono inseriti. Solo così la vita della famiglia potrà essere rivitalizzata sulla base della Regola di San Benedetto e l'insegnamento perenne della Chiesa cattolica.Per ordinare il libro, clicca qui!IL SACERDOTE NON SI APPARTIENEL'unione al Sacrificio di Cristo per la salvezza del mondoFulton J. Sheen - Fede & Cultura - pagine 272 - € 18,00 - febbraio 2016Il sacerdote non appartiene a se stesso perché è tutto di Cristo, sommo Sacerdote e Vittima. Con parole appassionate, il Venerabile Fulton J. Sheen conduce il lettore alla scoperta del mistero sacerdotale, da vivere in pienezza e abbandono fiducioso alla Grazia divina. Una meditazione profonda, saldamente ancorata alla Sacra Scrittura, ma nello stesso tempo aperta al rapporto con il mondo, nel quale il sacerdote è chiamato a vivere con fedeltà la sua missione. Oltre il tempo, le parole del predicatore americano conservano una sorprendente attualità e una forza evangelizzatrice che stupiranno non solo i sacerdoti, ma anche i lettori comuni e ogni fedele infiammato dall'amore di Cristo. Da tenere in considerazione per fare un regalo al proprio sacerdote (prefazione del Card. Raymond Leo Burke).Per ordinare il libro, clicca qui!TOLKIEN E LA FILOSOFIAR. Arduini (a cura di) - Marietti editore - pagine 160 - € 15,30 (prezzo Amazon) - gennaio 2011In che relazione si trova l'autore del Signore degli Anelli con il pensiero filosofico occidentale? In questo volume i più affermati studiosi di Tolkien, sia a livello internazionale (Tom Shippey, Verlyn Flieger, Christopher Garbowski) sia italiano (Franco Manni, Andrea Monda, Wu Ming 4), si ritrovano assieme proprio per discutere su questa tematica, che fino ad oggi è stata poco studiata anche da parte della critica più autorevole. I contributi, pur nell'indiscusso spessore dei contenuti, sono tuttavia scritti in un linguaggio non tecnico ed estremamente divulgativo, proprio perché le relazioni sono state tenute durante un convegno internazionale (che si è svolto a Modena il 22 maggio 2010) il cui pubblico era formato perlopiù da appassionati della Terra-di-mezzo. In una preziosa appendice si potranno infine leggere alcuni documenti inediti relativi alla formazione culturale che Tolkien ha ricevuto nella King Edward's School durante il suo periodo liceale. Ne risulta così un testo che, seppur di facile e accattivante lettura, ha una decisiva importanza per gli studiosi tolkieniani anche di livello internazionale.Per ordinare il libro, clicca qui!
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5907IL FINALE SCONOSCIUTO DEI PROMESSI SPOSI di Giovanni FigheraI promessi sposi e la Divina Commedia sono due pilastri della letteratura italiana, fondamentali anche nell'impianto della scuola: il romanzo manzoniano è, infatti, centrale nello studio letterario del biennio (gran parte del secondo anno si affronta lo studio e la lettura dell'opera), mentre il poema dantesco dovrebbe essere affrontato lungo tutto il percorso del triennio (una cantica per anno), anche se questo, purtroppo, accade in pochissimi casi.Spesso, gli insegnanti si lamentano per il fatto che gli studenti non apprezzino I promessi sposi che, oltre ad essere il romanzo più importante che sia stato scritto nella nostra letteratura, rappresenta in forma concreta e incarnata il genio del cristianesimo. Il romanzo italiano più importante è anche il meno amato dai giovani, che si trovano a leggerlo in un'età forse sbagliata, troppo prematura.Il disamore è probabilmente accentuato anche dal fatto che, talvolta, gli insegnanti assegnano la lettura dei capitoli come compito a casa invece di accompagnare i ragazzi con spiegazioni che introducano alla comprensione e alla bellezza dell'opera.È più facile che gli studenti sappiano ripetere i commenti di critici illustri o il loro giudizio sulla provvidenza manzoniana piuttosto che dire semplicemente come si concluda il romanzo. Quando si chiede agli studenti come termini il romanzo più popolare della nostra letteratura, i più rispondono: «Con il matrimonio di Renzo e Lucia». Trovo assurdo (ovvero senza senso) che gli insegnanti leggano o facciano leggere i primi venti capitoli dell'opera (come accade da quanto so nella migliore delle ipotesi) in modo tale che gli studenti non conoscano il secondo e il terzo pilastro portante nero del romanzo (ovvero l'Innominato e la peste, mentre il primo pilastro nero è Gertrude) e non sappiano del tutto cosa accade dopo la pestilenza, quando Renzo ritorna al suo paese e si sposa con Lucia. E le vicende non sono ancora concluse.La lettura del romanzo dovrebbe approdare a quanto Manzoni racconta dopo il matrimonio dei due promessi sposi, nelle ultime pagine del romanzo. Una volta sposato con Lucia, Renzo va ad abitare in un paesino della bergamasca, dove si crea una forte attesa per vedere quella donna per la quale il giovanotto ha passato tante traversie. Quando finalmente la sposa giunge in paese, le persone incominciano a esprimere giudizi non sempre lusinghieri sull'aspetto della ragazza. Le voci girano finché qualche «amico» non pensa di riportarle a Renzo. Questi mostra di aver tutto sommato mantenuto l'indole di un tempo, covando dentro di sé un'ira pronta a esplodere.Ma finalmente Renzo ha la possibilità di cambiare paese e di comprare lì un filatoio assieme al cugino Bartolo. Ma i fastidi iniziano a farsi sentire anche lì. La vita dell'uomo non è mai perfetta, immune dalla sofferenza e dai problemi. Si desidera sempre indossare un vestito che non è il proprio, si percepisce un'insoddisfazione che è come un pungolo, anche quando si pensa di aver raggiunto l'obiettivo tanto agognato.Manzoni, per rappresentare tale situazione esistenziale, utilizza un'immagine icastica: l'uomo è come un infermo che desidera cambiare letto, guarda quello altrui e lo vede più comodo e confortevole. Quando finalmente riesce a trovare un altro giaciglio, inizia a sentire..."qui una lisca che lo punge, lì un bernoccolo che lo preme: siamo in somma, a un di presso, alla storia di prima. E per questo, soggiunge l'anonimo, si dovrebbe pensare più a far bene, che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio"Il romanzo non è ancora terminato. L'attività di Renzo procede bene. Nel primo anno di matrimonio, nasce Maria cui seguono tanti altri bambini. Renzo provvede a che studino («giacché la c'era questa birberia, dovevano almeno profittarne anche loro»). L'autore lombardo scrive che gli «imbrogli» descritti nella prima parte del racconto non ci sono più e che la vita trascorre in maniera abbastanza tranquilla tanto che non ce la racconta perché annoierebbe i lettori. Ma allora, qual è il significato di tutta la vicenda?Diverso è l'atteggiamento di Renzo e Lucia nei confronti degli eventi vissuti: quest'ultima, più discreta e meno moralista, mossa da una fede e da un abbandono totale al Mistero e a Dio, custodisce e medita l'accaduto in cuor suo senza eccessivi entusiasmi, mentre lo sposo racconta a chiunque le loro esperienze, soffermandosi sulle lezioni imparate. Insomma, Renzo fa il moralista, si pone di fronte all'accaduto con uno sguardo tutto proteso su di sé più che sul Mistero di Chi fa tutte le cose, sforzandosi di migliorare e cambiare per non ripetere più gli errori commessi.La visione di Renzo appare agli occhi di Lucia parziale, perché l'esperienza ci insegna che spesso quanto accade non è conforme ai nostri progetti e alle nostre aspettative, anche quando il nostro comportamento è stato dettato dal buon senso."E io - disse un giorno al suo moralista - cosa volete che abbia imparato? Io non sono andata a cercare i guai: son loro che sono venuti a cercare me. Quando non voleste dire - aggiunse, soavemente sospirando, - che il mio sproposito sia stato quello di volervi bene, e di promettermi a voi"Ebbene i due novelli sposi si mettono a discutere su questo punto e arrivano a una conclusione che l'anonimo decide di porre come «sugo» di tutta la storia, perché estremamente giusta e ragionevole, anche se partorita da povera gente. Il sugo della storia è il senso che dà sapore e significato all'intera vicenda. È Manzoni stesso a rivelarlo..."i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani, e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore"Quindi, questo sguardo di misericordia e di tenerezza, nonostante il proprio e l'altrui male, è possibile grazie a Cristo, non proviene dalla censura del male o del dolore, dall'attenuazione o dall'eliminazione del desiderio (in modo tale da estirpare anche il dolore), come tante filosofie o religioni hanno proposto in questi secoli. Questa è la conclusione de I promessi sposi, che, «benché trovata da povera gente, c'è parsa così giusta», scrive il narratore, «che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia». Le ultime righe sembrano prelevate dal saluto finale di una commedia shakespeariana..."La quale, se non v'è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l'ha scritta, e anche un pochino a chi l'ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s'è fatto apposta. Pensate, ad esempio, alla conclusione di Sogno di una notte di mezza estate: Se noi ombre vi siamo dispiaciuti, / immaginate come se veduti / ci aveste in sogno, e come una visione / di fantasia la nostra apparizione. / Se vana e insulsa è stata la vicenda, / gentile pubblico, faremo ammenda; / con la vostra benevola clemenza, / rimedieremo alla nostra insipienza"In questo modo, rifacendosi all'espediente del manoscritto ritrovato, Manzoni si congeda dai suoi lettori.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5902COMUNISMO, L'UTOPIA SENZA DIO di Giuliano Guzzo«Godless Utopia», l'utopia senza Dio. Si chiama così l'ultima fatica letteraria di Roland Elliott Brown, studioso e firma di autorevoli testate quali Foreign Policy, Guardian e The Spectator. Un libro che si annuncia davvero interessante se non altro perché è il primo, in assoluto, a raccogliere in modo sistematico il materiale propagandistico sovietico contro la religione. Battaglia, questa, che i comunisti continuarono senza tregua dal 1917 al 1991, fino all'implosione del loro regime, e che iniziarono subito a ridosso della Rivoluzione d'Ottobre al grido di «abbiamo sterminato gli zar terreni e stiamo arrivando a quelli celesti!».In effetti, i sovietici furono di parola dal momento che intrapresero una campagna martellante per screditare tutte le divinità, le confessioni e le tradizioni religiose sul vasto ex impero. Non solo. Chiusero tutte le scuole religiose, chiusero i monasteri e si attivarono per la distruzione totale delle proprietà della chiesa. A dire il vero, però, l'odio comunista non si limitò solo alla Chiesa e alla religione, ma incluse tutto ciò che riguarda l'ordine naturale, famiglia e vita in primis.APPENA AL POTERE LENIN APPROVÒ LEGGI SU MATRIMONIO CIVILE, DIVORZIO E ABORTOSin dal principio, infatti, i comunisti si mostrarono tempestivi, come meglio non potevano, nel lavorare contro l'istituto familiare: il 19 ed il 20 dicembre 1917 - subito dopo la mitica Rivoluzione, dunque - furono varati due provvedimenti che oggi, peraltro, troverebbero senza dubbio posto nell'agenda progressista: il primo, sul divorzio, stabiliva che bastasse la richiesta di uno solo dei coniugi per ottenerlo, mentre il secondo decretò l'abolizione del matrimonio religioso in favore di quello civile. La ciliegina sulla torta, se così possiamo dire, arrivò poi nel novembre del 1920 con la legalizzazione dell'aborto procurato sulla base della semplice richiesta della donna, da effettuarsi in strutture idonee e con personale autorizzato; una misura che rimase in vigore fino al 1936, quando il legislatore sovietico, verosimilmente allarmato dallo scenario venutosi a creare, tornò sui propri passi con un sorta di «controriforma familiare».Ma torniamo alle 191, dense pagine di Godless Utopia, ricche di illustrazioni, poster e copertine delle riviste atee dell'era comunista, con accurate traduzioni degli slogan. Il volume nasce per rompere il silenzio su un argomento che, in Occidente, non ha mai smesso di essere tabù: l'ateismo sovietico, appunto. Questo nonostante ci fu chi, da subito, denunciò apertamente tale dramma. Come fece Papa Pio XI che nella sua enciclica Divini Redemptoris, con chiaro riferimento proprio alla dittatura comunista russa, affermò testualmente: «Abbiamo sovente e con premurosa insistenza denunziate le correnti atee minacciosamente crescenti».LA CADUTA DEL COMUNISMO SOVIETICOSfortunatamente, la cultura laica occidentale ha completamente perso memoria di quel periodo e, soprattutto, dell'ateismo di Stato e di ciò che comportò per milioni di contadini. Già, perché - sottolinea Elliott Brown - nel 1917 la stragrande maggioranza della popolazione del nascente stato sovietico era composta da contadini sì analfabeti eppure solidamente ancorati alle tradizioni e ai principi del cristianesimo ortodosso, che per loro era il solo fondamento culturale e spirituale. Un radicamento che la dittatura comunista - a suon di propagande, certo, ma anche atroci persecuzioni - fece il possibile per eliminare; salvo poi, dopo decenni, cadere miseramente. E non in giorni qualsiasi. Anzi.La fine dell'impero sovietico fu stabilita l'8 dicembre 1991, festa dell'Immacolata Concezione, mentre la firma delle carte e la bandiera rossa ammainata dalla piazza rossa datano il 25 dicembre 1991. Il giorno di Natale. Fu Dio stesso, insomma, a voler metter la firma sulla fine dell'ateismo di Stato e della feroce utopia senza di Lui.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5882IPOTESI SU GESU': ANCORA DISPONIBILE IL LONG SELLER DI MESSORI di Rino CammilleriLa messe è molta, ma pochi i mietitori, pregate dunque il Padre perché mandi mietitori nella sua messe. Così dice Gesù nel Vangelo. Mietitori: in latino, la ex lingua sacra della Chiesa, «messores». Chissà chi avrà pregato per avere «messores», e con efficacia, in quel lontano 1976 quando uscì, in sordinissima, un libro fondamentale che parlava di Gesù. Un poco noto giornalista de «La Stampa», Vittorio Messori (appunto), ebbe la geniale idea di pubblicare un sommesso Ipotesi su Gesù per i tipi dell'editrice salesiana, editrice «di nicchia» come dicono gli addetti ai lavori.TRADUZIONI PERFINO IN COREANOSommesso, appunto, come quel famoso granello di senape evangelico che poi diventa un grande albero. Nel nostro caso, milioni di copie vendute e traduzioni perfino in coreano. Provateci voi a pubblicare un libro che parla di religione con la Sei e poi state a vedere che cosa succede. Ve lo anticipo: niente. Cento copie vendute a chi è già d'accordo, e vi andrà bene se non sarete sconfessati dai preti stessi. Mi direte che oggi c'è la cristofobia, il gender, il politicamente corretto, l'ospedale da campo per immigrati… Sì, ma solo quelli che hanno una certa età sanno che, però, ancora non si spara, mentre nel 1976 sì. Riviste come «Il Male», dal significativo titolo, inneggiavano tranquillamente alla morte di Paolo VI, e questa era la «satira» che tirava.Un ricordo personale, consentitemi: ero un giovanotto fresco di conversione; andai a una messa contro l'aborto e dovetti passare attraverso due strette ali di lottacontinui che, fino alla porta della chiesa, urlavano, insultavano, cantavano a squarciagola coi megafoni Bandiera rossa. Dentro, pochi vecchietti che cercavano di stare vicini a me, timorosi. Infatti, io, che sapevo in anticipo della «manifestazione» orchestrata, ero venuto, con un paio di amici pure loro neo-convertiti, in giubbotto imbottito e anfibi. Per i curiosi di aneddoti: il parroco, evidentemente pre-conciliare, suonò a stormo le campane per tutta la durata della messa, onde coprire lo strepito infernale che c'era fuori. Questo era il clima.L'APOLOGETICA TORNA DI MODAL'apologetica? Seeeh! Roba pacelliana, un pallido ricordo pre-sessantotino, i più non l'avevano neanche sentita nominare (neanche io). Ebbene, Messori con quel suo libro la rimise in auge e, anzi, al centro del discorso. Molti di quelli che frequentano questo sito (se non tutti) si sono formati con quel libro. Si può dire che da allora abbiamo smesso di vergognarci di essere credenti, di credere che Gesù Cristo è Dio e che ha fondato una Chiesa Cattolica Apostolica e Romana.Messori, convertito anche lui, non aveva fatto altro che andare a vedere le carte, indagando sulle radici della fede e lavorandoci da giornalista investigativo. Poi, la famosa maggioranza silenziosa, che evidentemente non ne poteva più della prepotenza di una minoranza ideologizzata, piano piano uscì allo scoperto, decretando il successo planetario di un libro che parlava di Gesù non in termini devozionali ma facendo semplicemente appello alla ragione. Quel libro che nutrì un paio di generazioni di cattolici (e tanti ne convertì) è bene che venga riproposto, così com'è, ai giovani d'oggi, quelli che vanno appresso ai nuovi pifferai. Che in verità sono sempre gli stessi, solo invecchiati.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5869I MIGLIORI SETTE LIBRI DEL 2019SI FA SERA E IL GIORNO ORMAI VOLGE AL DECLINORobert Sarah - Cantagalli Editore - pagine 400 - € 21,16 - ottobre 2019«Alla radice del collasso dell'Occidente c'è una crisi culturale e identitaria. L'Occidente non sa più chi è, perché non sa più e non vuole più sapere chi l'ha creato, chi l'ha plasmato. Molti Paesi ignorano la propria storia. Questo soffocarsi conduce a una decadenza che apre la strada a nuove civiltà di barbari». Queste parole del cardinale Robert Sarah costituiscono il fil rouge su cui si dipanano le sue nuove conversazioni con Nicolas Diat. Il suo giudizio è chiaro: il mondo è sul ciglio di un precipizio. La crisi della fede e della Chiesa, il declino dell'Occidente, il tradimento delle sue élite, il relativismo morale, la globalizzazione senza regole, il capitalismo sfrenato, le nuove ideologie, la politica che arranca, le derive di un totalitarismo islamista... È giunto il tempo di una diagnosi che non conceda attenuanti. Nell'analisi a tutto tondo dei grandi sconvolgimenti della nostra epoca, il cardinal Sarah ci invita a prendere coscienza della gravità della crisi che stiamo attraversando, mostrandoci come sia ancora possibile evitare l'inferno di un mondo senza Dio, di un mondo senza l'uomo, di un mondo senza speranza. Una riflessione ambiziosa, potente, ormai ineludibile nella quale il cardinale affronta senza riserve la crisi del mondo contemporaneo, donandoci ancora una volta una preziosa lezione di vita e di spiritualità.DIZIONARIO ELEMENTARE DEI LUOGHI COMUNIFrasi, detti, modi di dire alla luce del pensiero cattolicoTommaso Scandroglio - IdA (Istituto di Apologetica) - pagine 512 - € 25,00 - ottobre 2019140 voci (Bisogna rispettare sempre l'opinione degli altri - Cerchiamo ciò che ci unisce, non ciò che ci divide - Ci vorrebbero le quote rosa - Dio ti ama per quello che sei - Era una bugia detta a fin di bene - Figli di coppie gay? L'importante è l'amore - Grazie alla legge 194 sono diminuiti gli aborti - I preti sono tutti pedofili - Io credo a modo mio - Una ragazza si può vestire come vuole...).Una monumentale opera per imparare a rispondere alla dilagante marea anticattolica che si nasconde in centinaia di luoghi comuni diffusi e acriticamente accettati.Da tenere a portata di mano per dimostrare la bellezza e la verità di un giudizio cattolico e aiutare famigliari, amici, colleghi di lavoro, compagni di scuola e università e anche i perfetti sconosciuti, prigionieri del politicamente corretto.VI DICHIARO CELIBI E CASTILa continenza ecclesiastica, unica forma voluta da GesùLuisella Scrosati - La Nuova Bussola Quotidiana- pagine 120 - € 10,00 - ottobre 2019L'Instrumentum Laboris del Sinodo sull'Amazzonia (6-27 ottobre) propone l'ordinazione sacerdotale di anziani, anche con famiglia, senza fare alcun cenno alla continenza perfetta: se la richiesta venisse approvata, sarebbe la prima volta nella storia della Chiesa latina, una rottura con ciò che si è sempre insegnato. Fino al VII secolo la Chiesa ammetteva anche un clero sposato, ma solo se continente. Da allora in poi la Chiesa latina iniziò a chiedere sempre di più, oltre alla continenza, il clero non sposato, come frutto di un approfondimento del rapporto tra Cristo e la Sua Sposa.IPOTESI SU GESÙVittorio Messori - Editrice Ares - pagine 400 - € 14,28 - settembre 2019Dal 1976 questo libro è stato continuamente ristampato e tradotto. Tanto da essere uno dei saggi più diffusi non solo in Italia (oltre un milione di copie) ma anche nel mondo intero, dove circola in una trentina di lingue. Ormai un classico, ma scritto da un autore il cui motto è: «studiare come un buon professore e scrivere come un buon giornalista». Per questo è stato approvato dagli studiosi e al contempo è stato letto con attenzione e compreso anche da chi non abbia particolare cultura. Un volume che conferma i cattolici nella fede e che fa riflettere gli increduli sul loro scetticismo. Queste pagine infatti - scritte sì da un cristiano, che però indaga e ragiona sui testi sempre con oggettività - si affidano soltanto alla storia.IL CODICE WAHHABICome i sauditi hanno diffuso l'estremismo nel mondoTerence Ward - Libreria Editrice Fiorentina - pagine 130 - € 11,90 - giugno 2019Questo libro apre gli occhi sull'attuale ondata di terrorismo, su come si è diffuso e sul perché l'Occidente non abbia fatto nulla. Togliendo la maschera al terrorismo internazionale, Terence Ward rivela una verità sinistra: lungi dall'essere "alleato dell'Occidente nella guerra al terrore", l'Arabia Saudita è in realtà il più grande esportatore del wahhabismo, la dottrina ufficiale dell'Arabia Saudita e allo stesso tempo ideologia di base dei gruppi terroristici: al-Qaeda, talebani, boko haram, al-shabaab e Isis. Per decenni, il regime Saudita si è impegnato in una missione ben congegnata per finanziare, attraverso fondazioni e enti di beneficenza, Moscheles e scuole che promuovono la dottrina wahhabita in tutto il medio Oriente e ben oltre. Gli sforzi per espandere l'influenza Saudita si sono ora concentrati anche sulle città europee.IL COMPLESSO OCCIDENTALEPiccolo trattato di de-colpevolizzazioneAlexandre Del Valle - Paesi Edizioni - pagine 432 - € 12,75 - aprile 2019Nel fortunato libro del politologo e saggista francese, una visione originale e nuova per la mancata integrazione sociale e il fallimento del multiculturalismo europeo. Un piccolo trattato di de-colpevolizzazioneSecondo l'autore il senso di colpa europeo per la mancata integrazione sociale e il fallimento del multiculturalismo è una malattia mortale, di essenza masochista, che può colpire tutti quelli che non hanno gli anticorpi. Per smontarlo Alexandre Del Valle usa nel libro ragionamenti fondati che contrastano quel complesso occidentale che riesce a colpevolizzare più la vittima che il carnefice.IL SESSANTOTTOMacerie e speranzaGiovanni Formicola - Cantagalli Editore - pagine 127 - € 10,20 - gennaio 2019"L'autore offre al lettore due saggi di natura storica sul Sessantotto, con un approfondimento sulla vicenda della «città-stato» di Fiume. L'elemento che accomuna i due testi è il tema della «Rivoluzione» e della «Contro-Rivoluzione», che l'autore mutua da Plinio Corréa de Oliveira. Formicola tratta del Sessantotto e di Fiume con abbondanza di riferimenti e con spessore di riflessione. Fra i maestri che ispirano le sue valutazioni vi è Eric Voegelin. Non mancano numerosi richiami ad altri autori, cattolici e non, come pure al Magistero della Chiesa. Questi scritti di Giovanni Formicola provocano una riposta, che potrà essere di adesione o di rifiuto, di accettazione o di critica; tuttavia, di certo non possono essere ritenuti insignificanti, né improduttivi. Essi invocano una presa di posizione e, di conseguenza, un impegno personale. Per quanto riguarda il Sessantotto, Formicola vi vede la «cifra» storica del tragico realizzarsi dello spirito rivoluzionario nel XX secolo." (dalla Prefazione di don Mauro Gagliardi). Epperò non chiude alla speranza, non solo teologale. Gli effetti di certe premesse ideologiche ormai sono vita vissuta, ed è difficile che l'uomo voglia perseverare ancora a lungo tra le macerie di un mondo senza e contro Dio.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5795LIBRI DAL 2009 AL 2019 DA LEGGERE (O REGALARE)LA BUONA BATTAGLIA - Apologetica cattolica in domande e risposteCorrado Gnerre - Chorabooks - pagine 192 - € 9,99 - anno 2019Il libro raccoglie le risposte che Corrado Gnerre ha dato nel corso di questi anni a lettori che hanno scritto alla redazione del mensile Radici Cristiane. Si va da contenuti teologici, a contenuti più specificamente morali, storici e filosofici. Ne vien fuori una piccola enciclopedia dei temi più scottanti l'apologetica cattolica; dunque utilissima per chi vuole un agile strumento per poter difendere le ragioni della Fede Cattolica. Corrado Gnerre, apologeta cattolico, dirige il sito Il Cammino dei Tre Sentieri ed è Guida nazionale dell'omonima associazione. E' autore di diverse pubblicazioni. Per Chorabooks ha pubblicato Disorientamento. Una lettura cattolica della religiosità orientale.Per ordinare il libro, clicca qui! https://www.mondadoristore.it/La-buona-battaglia-Corrado-Gnerre/eai978988796162/SEMPER VIRGO - La verginità di Maria come formapadre Serafino Lanzetta - Casa Mariana Editrice - pagine 160 - € 12,75 - anno 2019Siamo preda di un amorfismo contagioso che diluisce i misteri della fede nel flusso del tutt'uguale. Abbiamo perso la forma, cioè quel principio che determina l'essenza di una cosa e che la specifica distinguendola da tutte le altre. L'invito ad essere perfetti è rivolto a tutti, però abbiamo dimenticato che c'è una gerarchia negli stati di vita del cristiano. Così il matrimonio e la vita consacrata, livellati per invitare tutti alla santità, versano entrambi in una crisi profonda. Crisi che non risparmia neppure il celibato, soggetto ormai alle trasformazioni epicuree del tempo. La soluzione è Maria Vergine. La sua perpetua verginità è la forma originaria che ha plasmato Cristo e in Lui ogni cristiano e ogni vocazione cristiana. Nella sua illibata verginità c'è l'inizio e il compimento. Il mistero della verginità di Maria è la garanzia del primato di Dio nel mondo. È la prova che quel Regno portato da Cristo inizia non dalla carne ma dallo spirito per nobilitare la carne e portare tutto l'uomo in una dimensione che va oltre, quella del Regno nella sua pienezza, dove Dio sarà «tutto in tutti» (1Cor 12,6). Maria è il grembo verginale nel quale è custodito.Per ordinare il libro, clicca qui! https://www.amazon.it/dp/889857715XLEONEPaola Mastrocola - Einaudi - pagine 223 - € 15,72 - anno 2018Un quartiere che si chiama il Bussolo e può essere ovunque, in qualsiasi città. Oggi, ai giorni nostri. Una madre e un figlio. Lei, Katia, una donna sola di trentasei anni, presa dal lavoro, separata dal marito, pochi soldi, poco tempo, sempre di corsa, appesa a sogni nebulosi che non osa sognare fino in fondo. Lui, Leone, un bambino di sei anni solitario e timido, sottile come un giunco. Un giorno, in mezzo a tutta la gente che passa, alle auto, sotto le luci intermittenti degli alberi di Natale, si mette a pregare. E la madre scopre, con stupore e vergogna, che lo fa spesso, un po' ovunque. Si apparta, s'inginocchia, e prega. Per strada, al cinema, in bagno. Prega quand'è preoccupato, quando gli manca la nonna e il gioco del comò. O quando vorrebbe un bacio. O quando desidera aiutare qualcuno. La voce circola in fretta. Leone diventa «il bambino che prega», lo scandalo della scuola, del quartiere intero. Molti lo deridono, ma molti, anche, iniziano a confessargli i loro desideri. Come fa la vita, Leone può esaudire le richieste o deluderle, avverare i sogni o lasciarli inesauditi. Paola Mastrocola ha scritto una storia realistica e allo stesso tempo magica, in cui tutti cambiano senza sapere perché. Un romanzo capace di sorprendere a ogni riga sul piano umano e letterario. Fino a un diluvio universale in minore, piccolo e gentile, che non distrugge niente ma rinnova e addolcisce il colore delle cose.Per ordinare il libro, clicca qui! https://www.amazon.it/dp/8806239724TOLKIEN - Il mito e la graziaPaolo Gulisano - Edizioni Ancora - pagine 224 - € 13,60 - anno 2017Si tratta di una rilettura dei temi cristiani nell'opera di J. R. R. Tolkien, autore universalmente noto. L'elemento religioso, fortemente radicato nelle storie di Tolkien e nel loro simbolismo, nasce dal desiderio di comunicare la Verità. Con una trattazione piuttosto agile, il volume presenta una visuale ampia sugli aspetti biografici di Tolkien e fornisce un aiuto alla comprensione del mondo simbolico da lui creato. (libro consigliato da FilmGarantiti.it)Per ordinare il libro, clicca qui! https://www.amazon.it/dp/8851419280J.R.R.TOLKIEN E FRANCIS MORGAN - Una saga familiareJosé Manuel Ferrandez Bru - Edizioni terra santa - pagine 333 - € 17,00 - anno 2018Questo libro ricostruisce per la prima volta la vita di Francis Xavier Morgan (1857-1935), sacerdote cattolico nato a El Puerto de santa maria (nel sud della Spagna) in un'importante famiglia di origine inglese, che divenne tutore e "secondo padre" di J.R:R Tolkien.Un'opera che è il risultato di un'approfondita indagine condotta tra Spagna e Inghilterra, resa possibile anche grazie all'aiuto di Priscilla Tolkien, figlia del famoso scrittore, la cui testimonianza ha fornito dettagli finora inediti sul legame tra suo padre e la Spagna.Un'autentica saga familiare che, dal mondo dell'imprenditoria vinicola britannica sviluppatasi in Andalusia sin dal XVII secolo, attraverso gli anni del "risveglio cattolico" in Inghilterra nel XIX secolo, giunge fino al Novecento, facendo luce su aspetti della vita e dell'opera di Tolkien che, senza la figura di questo prete anglo-spagnolo (spesso, a torto, aspramente criticato), non si potrebbero cogliere a pieno.Un libro inedito e indispensabile per un viaggio alle origini del mondo de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, dedicato a tutti gli appassionati del grande autore inglese.Per ordinare il libro, clicca qui! https://www.amazon.it/dp/8862405766IL DECLINO DEL SACRO - Rumore sociale, mass media e nichilismoMarco Sambruna - Edizioni Radio Spada - pagine 210 - € 12,66 - anno 2017Magistrale saggio di Marco Sambruna. La formazione dell'Autore in campo filosofico e psicologico è la base per un percorso concettuale e geografico affascinante e terribile, in cui il fenomeno del modernismo ecclesiale e sociale viene impietosamente sezionato alla luce delle categorie della filosofia contemporanea nichilista e della comunicazione pubblicitaria propria della società dei consumi. Uno strumento fondamentale per capire la crisi odierna e gli stilemi della "chiesa 2.0".Per ordinare il libro, clicca qui! https://www.amazon.it/declino-sacro-Rumore-sociale-nichilismo/dp/8898766394PROFUGOPOLI - Quelli che si riempono le tasche con il business degli immigratiMario Giordano - Mondadori - pagine 167 - € 15,72 - anno 2016La società che organizza corsi per buttafuori e addetti alle pompe funebri ed è controllata dal noto paradiso fiscale dell'isola di Jersey. L'ex consulente campano che con gli immigrati incassa 24.000 euro al giorno e gira in Ferrari. La multinazionale francese dell'energia. E l'Arcipesca di Vibo Valentia. Ecco alcuni dei soggetti che si muovono dietro il Grande Business dei Profughi: milioni e milioni di euro (denaro dei contribuenti) gestiti dallo Stato in situazione d'emergenza. E proprio per questo sfuggiti a ogni tipo di controllo. Dunque finiti in ogni tipo di tasca, più o meno raccomandabile. Si parla spesso di accoglienza e solidarietà, ma è sufficiente sollevare il velo dell'emergenza immigrazione per scoprire che dietro il paravento del buonismo si nascondono soprattutto gli affari. Non sempre leciti, per altro. Fra quelli che accolgono gli stranieri, infatti, ci sono avventurieri improvvisati, faccendieri dell'ultima ora, speculatori di ogni tipo. E poi vere e proprie industrie, che sulla disperazione altrui hanno costruito degli imperi economici: basti pensare che, mentre il 95 per cento delle aziende italiane fattura meno di 2 milioni di euro l'anno, ci sono cooperative che arrivano anche a 100 milioni e altre che in dodici mesi hanno aumentato il fatturato del 178 per cento. Profugopoli è un fiume di denaro che significa potere, migliaia di posti di lavoro, tanti voti.Per ordinare il libro, clicca qui! https://www.amazon.it//dp/880466133X/VERSO IL CALIFFATO UNIVERSALE - Come l'Europa è diventata complice dell'espansionismo mussulmanoBat Ye'or - Editore Lindau - pagine 214 - € 15,30 - anno 2009Tre anni dopo il successo di "Eurabia", Bat Ye'or torna a occuparsi della resa dell'Europa all'islam sotto l'abile regia dell'Organizzazione della Conferenza Islamica, che riunisce 57 paesi e più di un miliardo di persone. Lungi dal pianificare conquiste di tipo militare (almeno nelle forme tradizionali), la strategia dell'OCI è sottile e insinuante. Controlla la politica del Vecchio Continente con la minaccia del terrorismo e l'arma dell'immigrazione (insieme a quella, connessa, della demografia). Lo ricatta economicamente grazie al petrolio. Lo inibisce culturalmente facendo leva sulla mancanza di un'identità condivisa e sfruttando i sensi di colpa di élite ostaggio del "politically correct". Lo insidia sul piano religioso, incoraggiando il proselitismo e le conversioni, mentre la predicazione (e anche la semplice pratica) cristiana resta un tabù in molti paesi musulmani. Ma soprattutto l'OCI si muove innanzitutto sul piano legislativo e giuridico per veder sancito in tutto il mondo il principio in forza del quale i musulmani sono soggetti solo alla legge islamica, la sharì'a, ovunque risiedano. Questo principio è uno dei cardini della dhimmitudine e ha trovato la sua prima applicazione europea nel 2007, in Gran Bretagna, quando la sharì'a è stata ufficialmente riconosciuta come fonte di diritto - in materia di divorzio, eredità e violenze interne alla famiglia.Per ordinare il libro, clicca qui! https://www.amazon.it/dp/887180810X
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