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Author: LIGHTCASTING ON

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Nasce il podcast del Foro "Lightcasting on", in cui si approfondiscono fatti di cronaca e verità nascoste. Al sistema "all news" rispondiamo con approfondimenti. Quando tutti hanno voglia di dare opinioni, il podcast di Beatrice Barra, Lorenzo Cultrera e Francesco Castagna riporta semplicemente i fatti con voci autorevoli, per far luce sulle zone d'ombra e permettere agli ascoltatori di creare una coscienza critica.
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La Polonia è zona rossa e questo comporta limiti delle libertà personali e di circolazione. Non sarebbe difficile pensare che non sia un caso e che il periodo per la legge che restringe ulteriormente la legge sull’aborto sia stato scelto dal governo per evitare le proteste che negli anni passati hanno portato al retro-front. Ma il movimento Strajk Kobiet non lo ha permesso e ha organizzato manifestazioni nelle più grandi città polacche. Ma qual è la posizione dell’opposizione e dei medici in merito a questa riforma? In questa puntata ne abbiamo parlato con Barbara Nowacka, parlamentare e presidente del partito "Iniziativa polacca", Matteo Meloni giornalista di #Eastwest, e due ragazze che hanno preso parte attivamente alle manifestazioni, Monika Piórkowska e Martyna Michałkiewicz, che ci hanno regalato una visione locale di ciò che sta accadendo. La prossima settimana il disegno di legge verrà ridiscusso in parlamento, ma intanto il clima rimane teso.
Polonia 2020: mentre il mondo sta cambiando ancora e Joe Biden sembra concedere nuovo respiro a livello di diritti civili al popolo americano, dall'altra parte del mondo un'ombra reazionaria tenta – in Polonia – di riportare uno stato democratico allo status quo precedente con ulteriori restrizioni alla legge sull'aborto, già tra le più severe a livello Europeo. "È guerra": questo l'urlo di battaglia della popolazione scesa in strada per protestare contro la sentenza approvata dalla Corte Costituzionale lo scorso 22 ottobre che nega la possibilità di abortire anche in caso di feto malato. Il passo indietro fatto dal Pis – partito conservatore al governo – in questi giorni è la testimonianza che la voce del popolo, se forte e coesa, può fare la differenza. La prima battaglia è stata vinta, ma la guerra è ancora lunga. Ne abbiamo parlato con Matteo Meloni, giornalista di "Eastwest" ed esperto di affari internazionali.
In Nagorno Karabakh la parola libertà fa rima con utopia. Nella scorsa puntata avevamo spiegato le dinamiche interne del conflitto in Nagorno Karabakh dal punto di vista di chi lo documenta e di chi lo vive. Questa volta spieghiamo il retroscena economico e geopolitico. Per prima cosa, questa guerra dimenticata interessa per “la via del gas”: il TAP (gasdotto trans-Adriatico) che porta ingenti riserve di gas a Santa Foca, sulle coste pugliesi. Si tratta della più importante fornitura nella storia del gas. Nonostante ciò, però, il ruolo dell’Europa in questo conflitto – fatta eccezione per la Francia – è praticamente esistente.
Conteso, tra l'Armenia e l'Azerbaijan, si trova il Nagorno Karabakh: regione montana del Caucaso e teatro della "guerra dimenticata". Il conflitto che dura da più di un secolo si è inasprito nuovamente all'inizio di ottobre. Bombardamenti, proiettili e civili alla mercé di interessi economici e geo-politici complessi tra grandi potenze come Russia, Turchia ed Europa. La situazione è talmente precaria che anche per i giornalisti diventa difficile documentare. Noi però abbiamo incontrato Mattia Vacca – fotoreporter che ha lavorato lì e dal quale ci siamo fatti raccontare il posto, gli abitanti e l'atmosfera – e Aldo Ferrari, esperto di armenistica e capo settore dell'area Caucasica di ISPI.
Con questa puntata concludiamo il capitolo "La Giovane di Al Qaida", riguardante la cellula terroristica Al Shabaab. In sette minuti approfondiamo, anche grazie alla voce autorevole di Ettore Greco, vicepresidente IAI - Istituto Affari Internazionali, le dinamiche interne all'organizzazione terroristica somala. Partendo dalla sua nascita, analizzandone mandanti morali e pratici e concludendo con uno spunto di riflessione sull'azione dei paesi dell'Eurozona in merito. Ne abbiamo sentito parlare per il caso di Silvia Romano. Ma com'è nata e quali sono i suoi punti di forza? Scopritelo ascoltando questa nuova puntata di Lightcasting on.
Al Qaida, Al Shabaab, cellule terroristiche, intelligence esterna: sono parole, queste, che sentiamo fluttuare continuamente nei programmi di informazione, ma che sembrano incredibilmente lontane dalla nostra quotidianità. E, invece, le ultime vicende – e in particolare quella riguardante Silvia Romano – ci hanno dimostrato che non lo sono poi così tanto. E allora per noi diventa un obbligo ed una responsabilità approfondirle: dall'uso che queste organizzazioni terroristiche fanno del denaro ricavato dai riscatti, alle dinamiche misteriose e complicate di politica estera attorno alle quali ruotano le collaborazioni tra i diversi paesi in situazioni di questo tipo.
Nella prima puntata del capitolo "La Giovane di Al Qaida" abbiamo deciso di approfondire le origini, la cultura e il significato che si nasconde dietro il velo. Associato alla cultura islamica e al Corano, in realtà questo indumento risale all'epoca degli assiri e dei babilonesi, era usato dalle nobildonne persiane e bizantine e si trova anche nella genesi dell'Antico Testamento. Noi abbiamo deciso di approfondire la storia e le controversie che ruotano intorno a questo oggetto di culto tra Oriente e Occidente, partendo dal caso attuale che riguarda la volontaria Silvia Romano rientrata da poco in Italia.
Il capitolo sul #Messico non può essere chiuso senza spiegare il fenomeno delle sparizioni forzate e i tentativi di costruzione della pace in un paese in cui è difficile anche solo immaginarla.Paolo Pagliai, Rettore dell’Alta Escuela para la construcción de paz e Ruby Villarreal che ha dato voce alla storia di Ana Enamorado, mamma di un desaparecidos, ci hanno aiutato a dare dignità alle vite – da molti dimenticate – coinvolte in questo fenomeno.Per ora lasciamo il Messico, ma senza spegnere la luce.
La terra degli alberi caduti, il #Messico, è in preda al controllo dei narcos, un insieme di diversi clan con infiltrazioni in tutti gli ambiti sociali e statali, le istituzioni in maggioranza o si voltano dall’altra parte o collaborano con la malavita locale. La #mafia tricolor è un sistema complesso che non opera più secondo le vecchie logiche criminali, ma si è “istituzionalizzata” e in molte zone del Paese è molto più rispettata degli agenti di polizia. Claudio Cordova , giornalista d’inchiesta, è stata la nostra chiave per infiltrarci in un mondo in cui le sparizioni sono all’ordine del giorno, e purtroppo, non sono l’unico modo in cui opera questa gente spietata.
Siamo tornati con la seconda puntata di "Una, nessuna, centomila" UPDATE, del nostro #podcast "Lightcasting on".La nostra colata di luce, infatti, non aveva coperto tutti gli aspetti di una vicenda così complessa come quella del #RevengePorn. Sono ancora tante le voci delle vittime che chiedono aiuto, ma sono in pochi a sentirle.Abbiamo voluto approfondire alcuni aspetti cruciali di questo fenomeno sociale perché pensiamo che se i tempi della giustizia sono così lunghi, lo stesso non deve essere per l'informazione.Special Guest: Cathy La TorreGrazie anche al contributo di: Paola di Nicola- Magistrato, Antonella Veltri e Luisanna Porcu- Centro D.i.Re Donne in Rete contro la violenza, Maura Placanica- Psicoterapeuta
Nella prima puntata "Una, nessuna, centomila" facciamo luce sulla questione del revenge porn scoppiata su telegram insieme all'avvocato Bruno Saetta e al giornalista di Wired Simone Fontana. Se non avete avuto tempo di guardare la tv o leggere i giornali, in quindici minuti vi riassumiamo la questione.
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