DiscoverΜεγάληι τῆι φωνῆι - megalē tē phonē
Μεγάληι τῆι φωνῆι - megalē tē phonē
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Μεγάληι τῆι φωνῆι - megalē tē phonē

Author: Glaucopis

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Μεγάλῃ τῇ φωνῇ è il podcast dell'associazione culturale Glaucopis. Nato dall'idea di Carlo Emilio Biuzzi e Marco Ferrari si propone di rileggere e commentare passi più o meno dimenticati della storiografia e grandi e minuti monumenti della letteratura antica.
115 Episodes
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Benché sembri uscire dalla penna di uno scrittore fantasy o dalla mente di un regista di Hollywood, il manoscritto Voynich esiste davvero. Eppure, le decine di illustrazioni che affastellano i 116 fogli che lo compongono difficilmente rappresentano il mondo che conosciamo: piante sconosciute, inquietanti figure umane, strani alambicchi, arcani schemi e diagrammi. Che cosa vogliono dire? Basterebbe leggere. C’è solo un piccolo particolare: il manoscritto Voynich è scritto in una lingua sconosciuta e in un alfabeto non decifrato.Questo episodio è stato scritto e letto da Luca De Curtis, con musiche originali di Gilberto Bartoloni. Potete ascoltare l’episodio su Spreaker e Spotify (link in bio). Per chiunque voglia contattarci per consigli, richieste e osservazioni, scrivete con oggetto 'podcast' ad associazioneglaucopis@gmail.com
Con che sbalordimento leggeremmo sui giornali del ritrovamento di un’intera tragedia perduta di Euripide, o di una consistente parte del "Satyricon" di Petronio che si credeva scomparsa? Una cosa del genere accadde effettivamente alla fine dell’800, quando il Times di Londra diede la notizia della scoperta, sul verso di quattro rotoli di papiro, il perduto trattato aristotelico "Sulla costituzione degli Ateniesi". E non è l’unica sorpresa che ha in serbo il P.Lond.Lit. 108.Questo episodio è stato scritto e letto da Luca De Curtis, con musiche originali di Gilberto Bartoloni. Potete ascoltare l’episodio su Spreaker, Spotify e Apple Podcasts. Per chiunque voglia contattarci per consigli, richieste e osservazioni, scrivete con oggetto 'podcast' ad associazioneglaucopis@gmail.com
Quanto è bello sfogliare un libro pieno di immagini, magari a colori? Ecco, di certo il libro illustrato non è una prerogativa della stampa: già gli antichi egizi erano in grado di realizzare rotoli funerari ricchi di disegni, ovviamente realizzati a mano. Ma un libro di storia illustrato tardoantico è tutta un’altra storia. Eppure esiste: è il papiro Golenischev (TM 65104), oggi in gran parte al Museo Puškin di Mosca (inv. nr. 310).Questo episodio è stato scritto e letto da Luca De Curtis, con musiche originali di Gilberto Bartoloni. Potete ascoltare l’episodio su Spreaker e Spotify (link in bio). Per chiunque voglia contattarci per consigli, richieste e osservazioni, scrivete con oggetto 'podcast' ad associazioneglaucopis@gmail.com
Se non sai le lingue, al giorno d’oggi, non vai da nessuna parte. Quante volte l’abbiamo sentito ripetere? Ecco, probabilmente si dice almeno dall’età imperiale. E per imparare le lingue servono dei libri appositi, con esempi di uso vivo e un lessico di base bilingue. Ma cosa succede se le lingue sono tre, come nel caso di P. Berol. inv. 10582 (TM 64837)?Questo episodio è stato scritto e letto da Luca De Curtis, con musiche originali di Gilberto Bartoloni.Per chiunque voglia contattarci per consigli, richieste e osservazioni, scrivete con oggetto 'podcast' ad associazioneglaucopis@gmail.com
Libri proibiti scritti in lingue sconosciute non sono soltanto frutto della fantasia di qualche romanziere o sceneggiatore. Esistono eccome, e almeno uno sta in Italia, a Vercelli (Biblioteca Capitolare, CXVII). Questa volta, però, il mistero è stato svelato, e l’idioma arcano si è dimostrato molto meno esotico di quello che si pensava.Questo episodio è stato scritto e letto da Luca De Curtis, con musiche originali di Gilberto Bartoloni.Per chiunque voglia contattarci per consigli, richieste e osservazioni, scrivete con oggetto 'podcast' ad associazioneglaucopis@gmail.com
L’importanza dei libri a volte travalica il loro contenuto e si lega indissolubilmente all’identità di un luogo o di una comunità, rendendoli oggetti ancora più vivi. È il caso straordinario del Codice di Aleppo (oggi all’Israel Museum di Gerusalemme), un antichissimo codice della Bibbia ebraica dalla storia incredibile.Episodio scritto e letto da Luca De Curtis. Le musiche originali sono di Gilberto Bartoloni.Per chiunque voglia contattarci per consigli, richieste e osservazioni, scrivete con oggetto 'podcast' ad associazioneglaucopis@gmail.com
The finding of inscriptions sometimes can be an adventurous story in itself. This is the case of today’s inscription, which was found on a small column found in Aydin (Turkey) and probably dates back to the imperial age. After having traveled through different countries and having been used as a pedestal, it landed in Copenhagen. The epitaph that it contains is short but exceptional: it bears musical notation that allows us to reconstruct the melody that would have accompanied the text, which is a brief reflection on life and time. Details of the inscription: translations are ours; for the story of the finding, cf. E. Pöhlmann, M. West, “Documents of Ancient Greek Music” (Oxford 2001) pp. 90-91. The reconstructed music of the epitaph of Seikilos is by Marcus Harvey via Wikimedia Commons (Creative Commons license CC BY-SA 2.5). This episode was written by Davide Massimo in collaboration with James Hua; reading by James Hua; original soundtrack by Gilberto Bartoloni.You can direct any feedback, queries and comments related to the podcast to associazioneglaucopis@gmail.com (please use the subject line 'podcast')
Il rinvenimento delle iscrizioni a volte è una storia molto avventurosa in sé e per sé. L’iscrizione di cui parliamo oggi, posta su una colonnina rivenuta a Aydin (Turchia) e e risalente probabilmente all’epoca imperiale, ne è un buon esempio. Dopo aver viaggiato per vari paesi ed essere stata usata persino come piedistallo, è approdata infine a Copenhagen. L’epitafio che contiene è breve, ma ha una caratteristica eccezionale: è dotato di notazione musicale e possiamo dunque ricostruire la melodia che doveva accompagnare il testo, che è una breve riflessione sulla vita e sul tempo. Dettagli dell’iscrizione: la traduzione delle iscrizioni sono nostre; per il resoconto del rinvenimento dell’iscrizione cf. E. Pöhlmann, M. West, “Documents of Ancient Greek Music” (Oxford 2001) pp. 90-91. La musica ricostruita dell’epitafio di Sicilo è di Marcus Harvey via Wikimedia Commons (licenza creative commons CC BY-SA 2.5). Episodio scritto e letto da Davide Massimo con la collaborazione di James Hua. Le musiche originali sono di Gilberto Bartoloni.Per chiunque voglia contattarci per consigli, richieste e osservazioni, scrivete con oggetto 'podcast' ad associazioneglaucopis@gmail.com
Greek afterlife was not all about wailing and lamenting. Some dead (at first some heroes, then some ‘just men’) had the luck of arriving to the ‘Isles of the Blessed’, a sort of terrestrial paradise where there is an eternal spring. Today’s inscription (Smyrne, imperial age) conveys the hopes of a dead man who pictures himself being transported after death in the abodes of the gods, where he acts as cup-bearer at their feast. Details of the inscription: GVI 1765 = SGO 05/01/64. The passages quoted are Homer, “Odyssey” 4.562 ff. (transl. Murray revised), Hesiod, “Works and Days”, ll. 170 ff. (transl. Most), Pindar, “Olympics” 2.62 ff. (transl. Race), Aristophanes, “Frogs”, ll. 448 ff. (transl. Henderson). The translation of the inscription is by R. Hunter (‘The measure of Homer’, Cambridge 2018, p. 49). You can direct any feedback, queries and comments related to the podcast to associazioneglaucopis@gmail.com (please use the subject line 'podcast')
L’Aldilà dei Greci non era solo pianto e lamenti nell’Ade. Alcuni defunti (prima certi eroi, poi alcuni ‘uomini giusti’) avevano la fortuna di approdare alle ‘isole dei Beati’, sorta di paradiso terrestre senza affanni dove c’è una primavera eterna. L’iscrizione di oggi, un’iscrizione imperiale che viene da Smirne, esprime le speranze di un defunto che si immagina essere trasportato dopo la morte nelle dimore degli dei, dove funge da coppiere e banchetta assieme a loro.Dettagli dell’iscrizione: GVI 1765 = SGO 05/01/64. I testi citati sono Omero, “Odissea” 4.562 ss.(trad. R. Calzecchi Onesti), Esiodo, “Opere e giorni” vv. 170 ss. (trad. L. Magugliani); Pindaro, “Olimpiche” 2.62 ss. (trad. E. Mandruzzato); Aristofane, “Rane”, vv. 448 ss. (Trad. D. Del Corno). La traduzione dell’epigrafe è nostra. Per chiunque voglia contattarci per consigli, richieste e osservazioni, scrivete con oggetto 'podcast' ad associazioneglaucopis@gmail.com
Funerary inscriptions do not dwell exclusively on life stories, but they also provide insights on beliefs surrounding the afterlife. What was the afterlife like for the Greeks? In this episode, we will talk about Hades, the Greek ‘Hell’, a place filled with melancholy and lament placed in the depths of the earth. Some, however, had doubts regarding its existence. The inscription that we are reading today comes from Rome and is dated to the imperial age: it voices some nihilism and skepticism towards traditional mythology surrounding the afterlife. Details of the inscription: GVI 1906 = IGUR 1245. The translation of the inscription is ours. The book mentioned is R. Garland, “The Greek way of Death” (London 1985). The epigram by Callimachus is A.P. 7.524 = 13 Gow-Page (translation is ours). This episode was written by Davide Massimo in collaboration with James Hua; reading by James Hua; soundtrack by Gilberto Bartoloni.
Le iscrizioni funerarie non ci raccontano solo le storie di vita vissuta dei defunti, ma ci dicono molto anche delle credenze sull’aldilà. E cosa c’era nell’aldilà dei Greci? In questa puntata parleremo dell’Ade, gli ‘inferi’ dei Greci, luogo di malinconia e lamenti posto nelle profondità della terra. Non mancavano però dubbi sull’Aldilà: l’iscrizione che leggeremo oggi, un’epigrafe di epoca imperiale che viene da Roma, è un'espressione di nichilismo e scetticismo nei confronti della mitologia ultramondana. Dettagli dell’iscrizione: GVI 1906 = IGUR 1245. La traduzione italiana dell’epigrafe è nostra. Il libro a cui si fa cenno è R. Garland, “The Greek way of Death” (Londra 1985). L’epigramma di Callimaco citato è A.P. 7.524 = 13 Gow-Page e la traduzione è nostra. Episodio scritto e letto da Davide Massimo con la collaborazione di James Hua. Le musiche originali sono di Gilberto Bartoloni.
War was a constant presence in the ancient Greek world, since the time of the Homeric poems, in which the god Ares walks among hosts of warriors engaging in countless battles. It is not rare to find inscriptions commemorating men who died on the battlefield. The text in this episode is an inscription from Akraiphia (Boeotia) from the beginning of the 3rd century BC. It commemorates Eugnotos, warrior who died during the Boeotian revolts against Demetrius Poliorcetes: he took his life after having been defeated on the battlefield. Details of the inscription: GVI 1603. The English trasnlation and the quotes are from J. Ma, ‘The many lives of Eugnotos of Akaiphia’, «Studi Ellenistici» 16 (2005), pp. 141-191. This episode was written by Davide Massimo in collaboration with James Hua; reading by James Hua; soundtrack by Gilberto Bartoloni.You can direct any feedback, queries and comments related to the podcast to associazioneglaucopis@gmail.com (please use the subject line 'podcast')
La guerra era una presenza costante nel mondo greco, sin dal mondo dei poemi omerici in cui il dio Ares si aggira fra le schiere di guerrieri impegnati in mille battaglie. Non è raro, dunque, che le iscrizioni commemorino dei caduti in guerra. Il testo di questa puntata è un’iscrizione risalente all’inizio del III sec. a.C. da Acrefia (Beozia) in onore di Eugnoto, guerriero caduto nelle rivolte beotiche contro Demetrio Poliorcete, che si è tolto la vita in seguita alla sconfitta sul campo di battaglia. Dettagli dell’iscrizione: GVI 1603. Il testo citato è J. Ma, ‘The many lives of Eugnotos of Akaiphia’, «Studi Ellenistici» 16 (2005), pp. 141-191. La traduzione italiana è nostra. Episodio scritto e letto da Davide Massimo con la collaborazione di James Hua. Le musiche originali sono di Gilberto Bartoloni.Per chiunque voglia contattarci per consigli, richieste e osservazioni, scrivete con oggetto 'podcast' ad associazioneglaucopis@gmail.com
Women in ancient Greece enjoyed limited freedom. Even though they are mostly remembered as mothers, wives, and daughters, they still feature very often in Greek inscriptions. The text from this episode is a late-Hellenistic inscription from Karanis (North-East Fayyum, Lower Egypt). It is an epitaph for Lysandre, young woman who died at 20 before being able to marry, who laments her fate and the marriage that never was. Details of the inscription: GVI 1680 = Bernand, Iscr. métr. 83. The English translation is from J. Rowlandson (ed.), “Women and Society in Greek and Roman Egypt”, Cambridge 1998 (p. 347). This episode was written by Davide Massimo in collaboration with James Hua; reading by James Hua; soundtrack by Gilberto Bartoloni.You can direct any feedback, queries and comments related to the podcast to associazioneglaucopis@gmail.com (please use the subject line 'podcast')
Le donne godevano di libertà molto limitate nel mondo greco antico. Anche se ricordate perlopiù come madri, mogli e figlie, vengono spesso ricordate nelle iscrizioni greche. Il testo di questa puntata è un’iscrizione tardo-ellenistica da Karanis (Nord Est del Fayyum, Basso Egitto) per Lisandra, giovane donna morta a 20 anni prima di potersi sposare, che lamenta con dolore di esser venuta a mancare ai suoi cari e di esser stata privata del matrimonio. Dettagli dell’iscrizione: GVI 1680 = Bernand, Iscr. métr. 83. La traduzione italiana è nostra. Episodio scritto e letto da Davide Massimo con la collaborazione di James Hua. Le musiche originali sono di Gilberto Bartoloni. Montaggio di Carlo Emilio Biuzzi.Per chiunque voglia contattarci per consigli, richieste e osservazioni, scrivete con oggetto 'podcast' ad associazioneglaucopis@gmail.com
Inscriptions offer us incredible insight into the ancient world. In this podcast series, we will read some Greek poetic inscriptions in translation that were made to commemorate the deceased, which represent at the same time a window into ancient Greek society and a testimony of pain and humanity. The text from this episode is an inscription of the Imperial era from Notion (Western Anatolia), which tells the story of a three-year-old child who fell in a well. Details of the inscriptions: GVI 1159 = SGO 03/05/04. The English translation is from R. Hunter, ‘Death of a child. Grief beyond the Literary?’, in M. Kanellou et al. (eds.) “Greek Epigram from the Hellenistic to the Early Byzantine Era”, Oxford 2019, pp. 137-153. The translation of the Posidippus poem (n.*133) is by Austin/Bastianini (2002). This episode was written by Davide Massimo in collaboration with James Hua; reading by James Hua; soundtrack by Gilberto Bartoloni.You can direct any feedback, queries and comments related to the podcast to associazioneglaucopis@gmail.com (please use the subject line 'podcast')
Le epigrafi, ossia le iscrizioni su materiale durevole (perlopiù pietra), sono delle testimonianze eccezionali sul mondo antico. In questa serie, leggeremo in traduzione alcune iscrizioni poetiche greche incise per commemorare dei defunti, che ci restituiscono al tempo stesso uno squarcio sulla società greca antica e un toccante documento di dolore e umanità. Il testo di questa puntata è un’iscrizione di età imperiale che viene da Notion (Anatolia occidentale) e che racconta la storia di un bambino di tre anni caduto in un pozzo. Dettagli dell’iscrizione: GVI 1159 = SG0 03/05/04. La traduzione italiana è nostra. Il testo citato è R. Hunter, ‘Death of a child. Grief beyond the Literary?’, in M. Kanellou et al. (a c. di) “Greek Epigram from the Hellenistic to the Early Byzantine Era”, Oxford 2019, pp. 137-153. La traduzione dell’epigramma di Posidippo (n.*133) è di Austin/Bastianini (2022). Episodio scritto e letto da Davide Massimo con la collaborazione di James Hua. Le musiche originali sono di Gilberto Bartoloni. Per chiunque voglia contattarci per consigli, richieste e osservazioni, scrivete con oggetto 'podcast' ad associazioneglaucopis@gmail.com
P. Ant. II 93 = TM 32723La suocera può essere una figura ingombrante all’interno della famiglia. Lo sa bene Papais, il protagonista di questo episodio, se ben prima di sposarsi, cerca in tutti i modi di accattivarsi la madre della sua futura moglie. Forse però cercare casa vicino alla suocera è un po’ troppo.Questo episodio è stato scritto e letto da Luca De Curtis, con musiche originali di Gilberto Bartoloni
P. Oxy. VI 930 = TM 28341Essere uno studente fuorisede ha da sempre le sue difficoltà. Se poi ti trovi nell’Egitto del II-III sec. le difficoltà aumentano, dal momento che il professore te lo devi anche andare a cercare. E stai tranquillo: qualunque cosa succeda, tua madre lo verrà a sapere, come dimostra questo frammento di lettera privata. Non lamentatevi dei vostri genitori: c’è sempre chi è messo peggio di voi.Questo episodio è stato scritto e letto da Luca De Curtis, con musiche originali di Gilberto Bartoloni
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