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Ogni Singolo Istante
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Ogni Singolo Istante

Author: Radio Nerazzurra

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Tre storie parallele, quella italiana, dell’autore e dell’Inter, scandite in più di cento partite giocate dall’Inter dagli anni 70 ad oggi e raccontate in prima persona da Lapo De Carlo.

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La mia prima volta allo stadio, l’attrazione più per il pubblico che per la partita, un condensato di emozioni distribuite nel tempo nel giorno in cui sono stato battezzato ufficialmente come tifoso nerazzurro.
13 aprile 1978 mio padre mi porta a San Siro, di sera, per vedere la partita col Brasile che lui dice avvenga perché la nazionale vuole giocare contro i migliori ma il vero motivo dell’amichevole è quello della celebrazione dei 70 anni dell’Inter.
A 9 anni vivo coscientemente la prima vittoria di un trofeo, prima ero troppo piccolo. La partecipazione alla conquista della coppa Italia avviene, come per tutti, unicamente alla radio e questo rende l’impresa ancora più epica.
Lacrime, rabbia e scena isterica di un bimbo di dieci anni, in auto con suo padre, nel giorno in cui De Vecchi pareggia con due sassate un derby già vinto dall’Inter. E’ la prima amarezza autentica.
La musica degli anni 70, lo stile e una serenità che nel calcio italiano viene interrotta dall’omicidio di Vincenzo Paparelli allo stadio Olimpico. Tutto nel giorno di Inter-Milan, in cui Beccalossi vince il derby con due grandi gol.
La fine dell’innocenza, con il clamoroso scandalo del calcioscommesse e la polizia in campo per arrestare alcuni giocatori famosi.
In un epoca in cui l’odio tra tifosi non era così accentuato e la reputazione della Juventus era ancora accettabile, tifare per lei in Europa era possibile. Sinceramente. Arsenal-Juve è stato il mio caso.
Il mio primo scudetto nel cortile di via Piolti De Bianchi, tra le lamentele di una vicina per le urla di gioia al gol di Mozzini.
L’Inter in tv, Bergomi giovanissimo e coi baffi, il Marakana di Belgrado, 90.000 tifosi, la paura di uscire subito dalla Coppa Campioni e il gol di Muraro per una grande impresa.
L’erotismo e l’innocenza di un bacio a 12 anni, paragonabile al gol di Muraro contro la Juventus e alla bellissima voce di Enrico Ameri, quando interrompeva per ottimi motivi.
La meraviglia del Mundialito Club a San Siro, con due partite nella stessa serata, la mescolanza di tifoserie, la possibilità di vedere Crujff dal vivo, preceduto fa una tragedia epocale come quella della morte di Alfredino Rampi in diretta televisiva.
Gigantesca rissa tra ultras di Inter e Milan, con epilogo tragico, prima del derby. L’ultima vera guerriglia prima della tregua faticosa tra le due tifoserie negli anni a venire. Poi la vittoria per 3-1 in un clima inevitabilmente surreale.
La partita più strana ed entusiasmante della mia vita, a dicembre in un San Siro ricoperto di neve e completamente deserto. Io allo stadio con un amico, increduli per essere parte di quei 350 tifosi arrivati comunque allo stadio.
Dopo la vittoria dei mondiali in Spagna, la speranza nell’Inter e le sue ambizioni, le figurine, i giovedì da Nonna Anna e i biglietti per lo stadio che mi aveva regalato per andare a San Siro con papà a vedere un Inter-Genoa con finale thrilling.
Io a San Siro a vedere…il Milan in serie B, mentre l’Inter è impegnata a Catanzaro nell’ultima di Campionato. Tanto divertente da ripetere nel tempo con gli amici.
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