DiscoverL'ARCHIVIO DELL'ISPETTORE DI FALCO
L'ARCHIVIO DELL'ISPETTORE DI FALCO
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L'ARCHIVIO DELL'ISPETTORE DI FALCO

Author: Fabio Fabiano

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L’Ispettore Capo Giovanni Di Falco, in servizio presso il Commissariato di pubblica sicurezza di una cittadina marinara della Sicilia occidentale, possiede un suo personale archivio. Si tratta di un armadio di metallo, dove all'interno il poliziotto conserva gli incartamenti ufficiali, in copia, dei casi di cui si è occupato. Ogni caso ha una sua cartella. Per identificare l’indagine, nella copertina di ognuna, di Falco di solito scrive una parola o una frase.
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Prologo.

Prologo.

2021-08-0602:38

L’Ispettore Capo Giovanni Di Falco, in servizio presso il Commissariato di pubblica sicurezza di una cittadina marinara della Sicilia occidentale, possiede un suo personale archivio. Si tratta di un armadio di metallo, dove all'interno il poliziotto conserva gli incartamenti ufficiali, in copia, dei casi di cui si è occupato. Ogni caso ha una sua cartella. Per identificare l’indagine, nella copertina di ognuna, di Falco di solito scrive una parola o una frase.
I poliziotti scoperto il motivo della lite, dopo gli accertamenti, ritornano presso labitazione contesa. Lì fecero una incredibile scoperta.
iLLUSTRAZIONE MARCO SCINTILLAI poliziotti italiani e canadesi una volta entrati dentro l'abitazione della signora Vincenzina, amica nella giovinezza di Emma Rizzo, fanno diversa importanti scoperte. La più importante l'esistenza di un diario segreto gesstito in gioventù dale due amiche. Proprio in questo diario, i poliziotti leggono un'importante frase, anche se non ne comprenndono il significato nascosto dietro le parole.
TEMPESTA 1/6 Part.

TEMPESTA 1/6 Part.

2020-07-2530:35

L’Ispettore Capo Giovanni Di Falco, in servizio presso il Commissariato di pubblica sicurezza di una cittadina marinara della Sicilia occidentale, possiede un suo personale archivio. Si tratta di un armadio di metallo, dove all'interno il poliziotto conserva gli incartamenti ufficiali, in copia, dei casi di cui si è occupato. Ogni caso ha una sua cartella. Per identificare l’indagine, nella copertina di ognuna, di Falco di solito scrive una frase.Uno di questi fascicoli è intitolato “Tempesta”. Il nuovo caso parte da un tentato omicidio che avviene all'interno della cella di un carcere. Da lì partano delle indagini che finiscono su una serie di corse di cavalli e macellazione di carne equina gestita dalla locale cosca mafiosa mafia. Non poteva mancare neanche la commercializzazione di cd di musica neo-melodica napoletana. La soluzione del caso da parte dell’Ispettore Di Falco e dei suoi uomini gli svelerà un’amara verità.AVVERTENZAQuesta è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi, sono frutto dell’immaginazione dell'autore e non sono da considerarsi reali.
TEMPESTA 2/6  Part.

TEMPESTA 2/6 Part.

2020-08-0631:18

L’Ispettore Capo Giovanni Di Falco, in servizio presso il Commissariato di pubblica sicurezza di una cittadina marinara della Sicilia occidentale, possiede un suo personale archivio. Si tratta di un armadio di metallo, dove all'interno il poliziotto conserva gli incartamenti ufficiali, in copia, dei casi di cui si è occupato. Ogni caso ha una sua cartella. Per identificare l’indagine, nella copertina di ognuna, di Falco di solito scrive una frase.Uno di questi fascicoli è intitolato “Tempesta”. Il nuovo caso parte da un tentato omicidio che avviene all'interno della cella di un carcere. Da lì partano delle indagini che finiscono su una serie di corse di cavalli e macellazione di carne equina gestita dalla locale cosca mafiosa mafia. Non poteva mancare neanche la commercializzazione di cd di musica neo-melodica napoletana. La soluzione del caso da parte dell’Ispettore Di Falco e dei suoi uomini gli svelerà un’amara verità.AVVERTENZAQuesta è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi, sono frutto dell’immaginazione dell'autore e non sono da considerarsi reali.
TEMPESTA 3/6  Part.

TEMPESTA 3/6 Part.

2020-08-1415:36

AL’Ispettore Capo Giovanni Di Falco, in servizio presso il Commissariato di pubblica sicurezza di una cittadina marinara della Sicilia occidentale, possiede un suo personale archivio. Si tratta di un armadio di metallo, dove all'interno il poliziotto conserva gli incartamenti ufficiali, in copia, dei casi di cui si è occupato. Ogni caso ha una sua cartella. Per identificare l’indagine, nella copertina di ognuna, di Falco di solito scrive una frase.Uno di questi fascicoli è intitolato “Tempesta”. Il nuovo caso parte da un tentato omicidio che avviene all'interno della cella di un carcere. Da lì partano delle indagini che finiscono su una serie di corse di cavalli e macellazione di carne equina gestita dalla locale cosca mafiosa mafia. Non poteva mancare neanche la commercializzazione di cd di musica neo-melodica napoletana. La soluzione del caso da parte dell’Ispettore Di Falco e dei suoi uomini gli svelerà un’amara verità.AVVERTENZAQuesta è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi, sono frutto dell’immaginazione dell'autore e non sono da considerarsi reali.
TEMPESTA 4/6  Part.

TEMPESTA 4/6 Part.

2020-09-0525:43

L’Ispettore Capo Giovanni Di Falco, in servizio presso il Commissariato di pubblica sicurezza di una cittadina marinara della Sicilia occidentale, possiede un suo personale archivio. Si tratta di un armadio di metallo, dove all'interno il poliziotto conserva gli incartamenti ufficiali, in copia, dei casi di cui si è occupato. Ogni caso ha una sua cartella. Per identificare l’indagine, nella copertina di ognuna, di Falco di solito scrive una frase.Uno di questi fascicoli è intitolato “Tempesta”. Il nuovo caso parte da un tentato omicidio che avviene all'interno della cella di un carcere. Da lì partano delle indagini che finiscono su una serie di corse di cavalli e macellazione di carne equina gestita dalla locale cosca mafiosa mafia. Non poteva mancare neanche la commercializzazione di cd di musica neo-melodica napoletana. La soluzione del caso da parte dell’Ispettore Di Falco e dei suoi uomini gli svelerà un’amara verità.AVVERTENZAQuesta è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi, sono frutto dell’immaginazione dell'autore e non sono da considerarsi reali.
TEMPESTA 5/6  Part.

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2020-09-1820:44

L’Ispettore Capo Giovanni Di Falco, in servizio presso il Commissariato di pubblica sicurezza di una cittadina marinara della Sicilia occidentale, possiede un suo personale archivio. Si tratta di un armadio di metallo, dove all'interno il poliziotto conserva gli incartamenti ufficiali, in copia, dei casi di cui si è occupato. Ogni caso ha una sua cartella. Per identificare l’indagine, nella copertina di ognuna, di Falco di solito scrive una frase.Uno di questi fascicoli è intitolato “Tempesta”. Il nuovo caso parte da un tentato omicidio che avviene all'interno della cella di un carcere. Da lì partano delle indagini che finiscono su una serie di corse di cavalli e macellazione di carne equina gestita dalla locale cosca mafiosa mafia. Non poteva mancare neanche la commercializzazione di cd di musica neo-melodica napoletana. La soluzione del caso da parte dell’Ispettore Di Falco e dei suoi uomini gli svelerà un’amara verità.AVVERTENZAQuesta è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi, sono frutto dell’immaginazione dell'autore e non sono da considerarsi reali.
TEMPESTA 6/6 Part.

TEMPESTA 6/6 Part.

2020-09-3029:31

L’Ispettore Capo Giovanni Di Falco, in servizio presso il Commissariato di pubblica sicurezza di una cittadina marinara della Sicilia occidentale, possiede un suo personale archivio. Si tratta di un armadio di metallo, dove all'interno il poliziotto conserva gli incartamenti ufficiali, in copia, dei casi di cui si è occupato. Ogni caso ha una sua cartella. Per identificare l’indagine, nella copertina di ognuna, di Falco di solito scrive una frase.Uno di questi fascicoli è intitolato “Tempesta”. Il nuovo caso parte da un tentato omicidio che avviene all'interno della cella di un carcere. Da lì partano delle indagini che finiscono su una serie di corse di cavalli e macellazione di carne equina gestita dalla locale cosca mafiosa mafia. Non poteva mancare neanche la commercializzazione di cd di musica neo-melodica napoletana. La soluzione del caso da parte dell’Ispettore Di Falco e dei suoi uomini gli svelerà un’amara verità.AVVERTENZAQuesta è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi, sono frutto dell’immaginazione dell'autore e non sono da considerarsi reali.
Di Falco, ripresosi dalla delusione, grazie a un ottimo pranzo, si immerge nel caso dell'omicidio del fattorino Zuppardo. Conosciuto il nome di colei che aveva portato la schedina all'incasso, si reca presso il bar dove la stessa lavorava come cassiera.
Un giovane viene rinvenuto cadavere dentro un'auto. È attinto da un colpo di pistola alla fronte che gli ha trapassato la teca cranica. Nella notte viene chiamato ad Intervenire l'ispettore Di Falco. Giunto sul posto inizia le sue indagini. Il suo vice l'ispettore Romano interroga il netturbino che l'ha segnalato sul centralino del commissariato.
La bastardata, come la chiamavano i poliziotti, era uno dei più importanti strumenti investigativi da utilizzare nelle prime ore delle indagini. Sicuramente contraddiceva le più elementari norme di deontologia professionale. Si trattava di far vedere, con la scusa del riconoscimento, il cadavere del morto alle persone più care. Questo provocava una reazione immediata. Se uno dei parenti sapeva qualcosa o aveva dei sospetti su qualcuno, era proprio in quell’occasione che li esternava. La rabbia e la paura di poter fare la stessa fine facevano sciogliere la lingua, a volte bastava una battuta. Se, invece, a commettere il crimine era stato uno dei parenti più prossimi, alla vista del cadavere questi avrebbe assunto un comportamento strano, diciamo non compatibile.
I poliziotti della scientifica iniziarono il loro lavoro di documentazione e raccolta delle tracce. Portarono l’auto, dove era stato rinvenuto il cadavere, nella loro rimessa per ulteriori ricerche. Dopo qualche ora giunse il medico legale. Sul momento non si pronunziò, ma ipotizzò che il decesso fosse avvenuto tra le 22.30 e 23.00. Di Falco si occupò della preparazione di un rapporto per il pubblico ministero. Con l’occasione chiese l’autorizzazione a controllare il traffico telefonico della vittima, sia del cellulare, che era stato trovato nella tasca dei suoi pantaloni, sia dell’utenza fissa dell’abitazione.
Di Falco pensò di andare a dare un’occhiata alle immagini riprese dalle telecamere della banca ubicata nei pressi del luogo del crimine, che erano puntate proprio sulla piazza del mercato. Il direttore era un suo vecchio compagno di scuola ed era sicuro non gli avrebbe creato problemi. Il direttore gli riferiva che nel corso della mattinata, era già passato a ritirarle l’Ispettore Caruso, il capo della scientifica. L'ispettore, pensando che potesse essere una prostituta coinvolta, come seconda tappa del suo giro sceglie di recarsi presso una vecchia prostituta, "Venerina".
L'ispettore deluso dai primi esiti delle indagini spera di trovare elementi utili a seguito dell'autopsia. Il medico alla fine dell'esame autoptico gli confermava che la vittima era stata uccisa con un solo colpo sparato a bruciapelo pressoché orizzontale. Deluso anche da quegli accertamenti di medicina legale si reca da un suo informatore alla ricerca di elementi utili al risoluzione del caso di omicidio.
Le confidenze che Paolo faceva all'Ispettore Di Falco erano dovute alla riconoscenza che il mafioso aveva nei confronti del poliziotto, per la risoluzione di un caso di omicidio. Infatti Paolo, essendo ingiustamente accusato dell'omicidio ,e non facendo nulla per scolparsi, faceva insospettire il poliziotto che nonostante tutto continuava a indagare. A seguito delle indagini condotte, e alla confidenza della cognata di Paolo, l'Ispettore riusciva a risolvere il caso, far scarcerare Paolo, e far condannare i reali responsabili dell'omicidio.
L'Ispettore Di Falco apprende tramite il confidente Paolo che la mafia non era interessata all'omicidio del fattorino Zuppardo. Il poliziotto è deluso da questa informazione e, scartata la pista mafiosa, ricomincia a indagare sulla misteriosa donna di cui aveva parlato la madre della vittima. Pertanto si reca presso l'abitazione della anziana madre di Zuppardo. Purtroppo dopo averla interrogata non riesce ad avere ulteriori informazioni sul caso su cui sta investigando.
In commissariato giunge la Professoressa Bonfiglio. Era stata l’insegnante della figlia dell'Ispettore Di Falco. Con lei aveva realizzato alcuni progetti sulla promozione della legalità nelle scuole. Motivo della visita della professoressa erano le assenze dalla scuola di Elena, la sorelle del povero Zuppardo, nonché promettente alunna della stessa professoressa. La ragazza avendo preso il posto del fratello aveva abbandonato la scuola. Ciò mise in allarme la docente che pertanto va a chiedere al poliziotto di adoperarsi affinché Elena ritornasse a scuola.
Di Falco si reca presso il titolare del negozio di fiori gestito dallo zio della vittima. Parlando col fioraio lo costringe a far frequentare la scuola alla sorella di Totuccio. Per convincerlo il poliziotto ricorda al fioraio di quella volta che lo aiuto quando fu estorto da un vecchio porco che gli urinava dal piano di sopra per costringerlo a pagare.
A seguito dello studio dei tabulati telefonici l'Ispettore Di Falco non ebbe delle sostanziali novità. Dopo un momento iniziale di crisi il poliziotto decidere di interrogare i conoscenti e gli amici della vittima. Tra gli altri interroga anche Francesco marchetta un confidente e anche magnaccia. Il delinquente durante un serrante interrogatorio afferma che Zuppardo di donne ne aveva una sola ovvero la squadra della Juventus.
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